SuperTux
12-05-2010, 09:20
Carlo Marroni
LISBONA. Dal nostro inviato
Poche parole, che rimettono molto in discussione e aprono nuovi scenari per la Chiesa. Era da poco decollato l'aereo che lo ha portato in Portogallo per il suo quindicesimo viaggio all'estero da Papa, quando Joseph Ratzinger ha decretato che la persecuzione di cui è (o sarebbe) oggetto la Chiesa negli ultimi tempo arriva dal suo interno, che il terzo segreto di Fatima va letto in modo diverso da come fino ad oggi era conosciuto dal mondo cristiano, che lo scandalo della pedofilia va affrontato in modo del tutto nuovo.
Insomma, si deve ricominciare da capo, dai cardini della fede, dalle basi, tralasciando ogni deriva sociale, politica o culturale. Sembra un manifesto programmatico quello che in un paio di minuti enuncia Benedetto XVI, in piedi nel corridoio dell'Airbus attorniato dalla ristretta cerchia della Curia, un manifesto di nuovo conio. Una piattaforma teologica che in realtà nasconde molto, soprattutto in un momento di grave crisi della Chiesa-istituzione e di evidente sofferenza della stessa figura del Pontefice, tanto da rendere necessarie manifestazioni di sostegno (come quella di domenica prossima).
Le attuali «sofferenze» della Chiesa, in conseguenza degli abusi su minori commessi da sacerdoti – ha detto il Papa - fanno parte di quelle annunciate nel terzo segreto di Fatima. «Oggi le più grandi persecuzioni alla Chiesa non vengono da fuori ma dai peccati che ci sono dentro la Chiesa stessa»: un fatto «realmente terrificante», riferito esplicitamente allo scandalo della pedofilia, che deve essere affrontato senza tentennamenti o operazioni di insabbiamento.
«Il perdono non sostituisce la giustizia» ha detto Benedetto XVI. Poche parole che anzitutto mettono una parole definitiva alle tesi – ripetute come un mantra da buona parte dei vertici vaticani fino a ieri – che sul Papa si è concentrato un attacco mediatico orchestrato da oscure lobby. La risposta è netta: il male viene da dentro, l'aveva già detto un anno fa («dentro la Chiesa ci si morde e ci si divora»), senza dimenticare la denuncia della «sporcizia» del venerdì santo del 2005.
Eppoi la questione del terzo segreto di Fatima (molti sostengono che ve ne sia un quarto) rivelato nel 2000: l'interpretazione "ufficiale", resa nota esattamente dieci anni fa nella città portoghese dal cardinale Angelo Sodano, è che il segreto era unicamente riferibile all'attentato a Giovanni Paolo II («il Vescovo vestito di bianco» che cade come morto, dice il testo rivelato da suor Lucia) mentre già allora Ratzinger, da prefetto della Dottrina della Fede, delineò che si parlava di tutte le sofferenze della Chiesa, che oggi si cristallizzano soprattutto sullo scandalo planetario della pedofilia.
Una nuova interpretazione, che mette in qualche modo in discussione uno dei cardini del pontificato di Wojtyla, e che domani – nella visita a Fatima - potrebbe portare novità ulteriori. «Oltre alla missione di sofferenza del Papa, che in prima istanza possiamo riferire all'attentato a Giovani Paolo II - ha detto il Papa - nel messaggio di Fatima ci sono indicazioni su realtà del futuro della Chiesa». Ed è vero, ha aggiunto, che «oltre ai momenti indicati nelle visioni, si parla della realtà di passione della Chiesa. Ci sono sofferenze della Chiesa che si annunciano».
Benedetto XVI ha ricordato che «il Signore ha detto che la Chiesa sarà sofferente fino alla fine del mondo. E oggi questo - ha concluso - lo vediamo in modo particolare». Un messaggio complesso e articolato che abbraccia una serie di punti critici del pontificato, che alla contingenza dei fatti che la investono è alle prese con un oggettivo problema di governance delle crisi. Il cuore del viaggio è Fatima, e tutto il resto sfuma sullo sfondo, dal secolarismo che avanza nelle società (e in Portogallo, nonostante la forte presenza cattolica, vengono varate leggi invise alla chiesa, dall'aborto alle nozze gay), fino alla crisi, che proprio qui picchia duro e si annuncia con misure drastiche. Benedetto XVI rinnova il suo messaggio: l'etica non dev'essere ritenuta una componente «estranea» all'economia, ma una sua parte integrante. «Assistiamo a un falso dualismo tra un positivismo economico che pensa di poter realizzarsi senza la componente etica ma di regolarsi da solo con le pure forze dell'economia e della razionalità positivista, rispetto alla quale l'etica sarebbe una cosa estranea».
fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Editrice/IlSole24Ore/2010/05/12/Mondo/10_B.shtml?uuid=88eb0e40-5d95-11df-b4b9-631631e51023&DocRulesView=Libero
http://www.vauro.net/vauro120510.gif
LISBONA. Dal nostro inviato
Poche parole, che rimettono molto in discussione e aprono nuovi scenari per la Chiesa. Era da poco decollato l'aereo che lo ha portato in Portogallo per il suo quindicesimo viaggio all'estero da Papa, quando Joseph Ratzinger ha decretato che la persecuzione di cui è (o sarebbe) oggetto la Chiesa negli ultimi tempo arriva dal suo interno, che il terzo segreto di Fatima va letto in modo diverso da come fino ad oggi era conosciuto dal mondo cristiano, che lo scandalo della pedofilia va affrontato in modo del tutto nuovo.
Insomma, si deve ricominciare da capo, dai cardini della fede, dalle basi, tralasciando ogni deriva sociale, politica o culturale. Sembra un manifesto programmatico quello che in un paio di minuti enuncia Benedetto XVI, in piedi nel corridoio dell'Airbus attorniato dalla ristretta cerchia della Curia, un manifesto di nuovo conio. Una piattaforma teologica che in realtà nasconde molto, soprattutto in un momento di grave crisi della Chiesa-istituzione e di evidente sofferenza della stessa figura del Pontefice, tanto da rendere necessarie manifestazioni di sostegno (come quella di domenica prossima).
Le attuali «sofferenze» della Chiesa, in conseguenza degli abusi su minori commessi da sacerdoti – ha detto il Papa - fanno parte di quelle annunciate nel terzo segreto di Fatima. «Oggi le più grandi persecuzioni alla Chiesa non vengono da fuori ma dai peccati che ci sono dentro la Chiesa stessa»: un fatto «realmente terrificante», riferito esplicitamente allo scandalo della pedofilia, che deve essere affrontato senza tentennamenti o operazioni di insabbiamento.
«Il perdono non sostituisce la giustizia» ha detto Benedetto XVI. Poche parole che anzitutto mettono una parole definitiva alle tesi – ripetute come un mantra da buona parte dei vertici vaticani fino a ieri – che sul Papa si è concentrato un attacco mediatico orchestrato da oscure lobby. La risposta è netta: il male viene da dentro, l'aveva già detto un anno fa («dentro la Chiesa ci si morde e ci si divora»), senza dimenticare la denuncia della «sporcizia» del venerdì santo del 2005.
Eppoi la questione del terzo segreto di Fatima (molti sostengono che ve ne sia un quarto) rivelato nel 2000: l'interpretazione "ufficiale", resa nota esattamente dieci anni fa nella città portoghese dal cardinale Angelo Sodano, è che il segreto era unicamente riferibile all'attentato a Giovanni Paolo II («il Vescovo vestito di bianco» che cade come morto, dice il testo rivelato da suor Lucia) mentre già allora Ratzinger, da prefetto della Dottrina della Fede, delineò che si parlava di tutte le sofferenze della Chiesa, che oggi si cristallizzano soprattutto sullo scandalo planetario della pedofilia.
Una nuova interpretazione, che mette in qualche modo in discussione uno dei cardini del pontificato di Wojtyla, e che domani – nella visita a Fatima - potrebbe portare novità ulteriori. «Oltre alla missione di sofferenza del Papa, che in prima istanza possiamo riferire all'attentato a Giovani Paolo II - ha detto il Papa - nel messaggio di Fatima ci sono indicazioni su realtà del futuro della Chiesa». Ed è vero, ha aggiunto, che «oltre ai momenti indicati nelle visioni, si parla della realtà di passione della Chiesa. Ci sono sofferenze della Chiesa che si annunciano».
Benedetto XVI ha ricordato che «il Signore ha detto che la Chiesa sarà sofferente fino alla fine del mondo. E oggi questo - ha concluso - lo vediamo in modo particolare». Un messaggio complesso e articolato che abbraccia una serie di punti critici del pontificato, che alla contingenza dei fatti che la investono è alle prese con un oggettivo problema di governance delle crisi. Il cuore del viaggio è Fatima, e tutto il resto sfuma sullo sfondo, dal secolarismo che avanza nelle società (e in Portogallo, nonostante la forte presenza cattolica, vengono varate leggi invise alla chiesa, dall'aborto alle nozze gay), fino alla crisi, che proprio qui picchia duro e si annuncia con misure drastiche. Benedetto XVI rinnova il suo messaggio: l'etica non dev'essere ritenuta una componente «estranea» all'economia, ma una sua parte integrante. «Assistiamo a un falso dualismo tra un positivismo economico che pensa di poter realizzarsi senza la componente etica ma di regolarsi da solo con le pure forze dell'economia e della razionalità positivista, rispetto alla quale l'etica sarebbe una cosa estranea».
fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Editrice/IlSole24Ore/2010/05/12/Mondo/10_B.shtml?uuid=88eb0e40-5d95-11df-b4b9-631631e51023&DocRulesView=Libero
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