c.m.g
07-05-2010, 20:16
venerdì 7 maggio 2010
Secondo uno studio statunitense, sui social network come Facebook regnerebbe la disinformazione. Numerosissimi gli utenti che avrebbero postato informazioni personali come data di nascita e indirizzi fisici
Roma - Da una parte sembrano ormai schierati quegli utenti consapevoli, attenti ad ogni stratta sulla privacy annunciata dal social network più popolare del web, Facebook. E da questa fazione è piovuta più di una critica (http://punto-informatico.it/2861057/PI/News/facebook-utenti-contro-nuova-privacy.aspx), a causa di oscure impostazioni nonché di condivisioni troppo allegre tra il sito in blu e svariate applicazioni gestite da terze parti. C'è però un altro ecosistema di utenti social che appare decisamente meno informato (http://www.pcworld.com/article/195545/half_of_social_networkers_post_risky_information_study_finds.html) sui potenziali attacchi alla riservatezza condotti a mezzo Facebook. Ma anche meno interessato a tutelarsi, riempiendo di informazioni personali bacheche e profili. A fare luce su questa particolare categoria di utenti, una recente analisi pubblicata dal Consumer Reports National Research Center.
Uno studio (http://blogs.consumerreports.org/electronics/2010/05/social-networks-facebook-risks-privacy-risky-behavior-consumer-reports-survey-findings-online-threats-state-of-the-net-report.html) - incluso nel più generale report State of the Net 2010 - condotto a partire da un campione di 2mila nuclei familiari statunitensi, di cui circa 1300 hanno dichiarato di utilizzare abitualmente piattaforme social come Facebook e MySpace. Un primo dato che ha sorpreso gli analisti, dato che appena un anno prima le famiglie a stelle e strisce alle prese con i social network erano circa la metà.
Ma i risultati più preoccupanti per Consumer Reports hanno riguardato (http://news.cnet.com/8301-1009_3-20004189-83.html) la delicata sfera della privacy. Il 40 per cento degli intervistati ha infatti dichiarato di aver postato online la propria data di nascita completa, abbandonandosi alla mercé dei vari rapinatori d'identità. E pare che siano stati 1,7 milioni i nuclei familiari ad aver sperimentato furti d'identità online nel corso del 2009.
Addirittura 5,4 i milioni di utenti statunitensi che avrebbero nello stesso periodo abboccato a messaggi truffaldini di posta elettronica, concedendo preziose informazioni personali agli scammer. Tornando a Facebook, pare che il 45 degli utenti abbia postato online fotografie ritraenti la propria prole, spesso di minore età. E che l'8 per cento abbia scritto online il proprio indirizzo. (http://www.v3.co.uk/v3/news/2262551/nearly-facebook-users-ignoring)
"Molte persone utilizzano i social network per condividere informazioni personali e foto con i propri amici, nella maniera più rapida e facile possibile - ha spiegato Jeff Fox di Consumer Reports - Ma esistono molti rischi, che potrebbero essere prevenuti per mezzo di efficaci controlli della privacy offerti dai vari siti".
E la stessa Consumer Reports ha stilato una speciale classifica (http://www.consumerreports.org/cro/magazine-archive/2010/june/electronics-computers/social-insecurity/7-things-to-stop-doing-on-facebook/index.htm) delle sette cose da evitare accuratamente su Facebook. Innanzitutto, non utilizzare una password debole, facilmente intuibile. Quindi evitare di inserire la propria completa data di nascita e di rivelare a tutti il nome dei propri figli. Infine, non rivelare all'intero popolo social che si è via da casa per un mese. Pare che il 3 per cento degli intervistati l'abbia fatto.
Mauro Vecchio
Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/2877994/PI/News/sono-utenti-rinunciare-alla-privacy.aspx)
Secondo uno studio statunitense, sui social network come Facebook regnerebbe la disinformazione. Numerosissimi gli utenti che avrebbero postato informazioni personali come data di nascita e indirizzi fisici
Roma - Da una parte sembrano ormai schierati quegli utenti consapevoli, attenti ad ogni stratta sulla privacy annunciata dal social network più popolare del web, Facebook. E da questa fazione è piovuta più di una critica (http://punto-informatico.it/2861057/PI/News/facebook-utenti-contro-nuova-privacy.aspx), a causa di oscure impostazioni nonché di condivisioni troppo allegre tra il sito in blu e svariate applicazioni gestite da terze parti. C'è però un altro ecosistema di utenti social che appare decisamente meno informato (http://www.pcworld.com/article/195545/half_of_social_networkers_post_risky_information_study_finds.html) sui potenziali attacchi alla riservatezza condotti a mezzo Facebook. Ma anche meno interessato a tutelarsi, riempiendo di informazioni personali bacheche e profili. A fare luce su questa particolare categoria di utenti, una recente analisi pubblicata dal Consumer Reports National Research Center.
Uno studio (http://blogs.consumerreports.org/electronics/2010/05/social-networks-facebook-risks-privacy-risky-behavior-consumer-reports-survey-findings-online-threats-state-of-the-net-report.html) - incluso nel più generale report State of the Net 2010 - condotto a partire da un campione di 2mila nuclei familiari statunitensi, di cui circa 1300 hanno dichiarato di utilizzare abitualmente piattaforme social come Facebook e MySpace. Un primo dato che ha sorpreso gli analisti, dato che appena un anno prima le famiglie a stelle e strisce alle prese con i social network erano circa la metà.
Ma i risultati più preoccupanti per Consumer Reports hanno riguardato (http://news.cnet.com/8301-1009_3-20004189-83.html) la delicata sfera della privacy. Il 40 per cento degli intervistati ha infatti dichiarato di aver postato online la propria data di nascita completa, abbandonandosi alla mercé dei vari rapinatori d'identità. E pare che siano stati 1,7 milioni i nuclei familiari ad aver sperimentato furti d'identità online nel corso del 2009.
Addirittura 5,4 i milioni di utenti statunitensi che avrebbero nello stesso periodo abboccato a messaggi truffaldini di posta elettronica, concedendo preziose informazioni personali agli scammer. Tornando a Facebook, pare che il 45 degli utenti abbia postato online fotografie ritraenti la propria prole, spesso di minore età. E che l'8 per cento abbia scritto online il proprio indirizzo. (http://www.v3.co.uk/v3/news/2262551/nearly-facebook-users-ignoring)
"Molte persone utilizzano i social network per condividere informazioni personali e foto con i propri amici, nella maniera più rapida e facile possibile - ha spiegato Jeff Fox di Consumer Reports - Ma esistono molti rischi, che potrebbero essere prevenuti per mezzo di efficaci controlli della privacy offerti dai vari siti".
E la stessa Consumer Reports ha stilato una speciale classifica (http://www.consumerreports.org/cro/magazine-archive/2010/june/electronics-computers/social-insecurity/7-things-to-stop-doing-on-facebook/index.htm) delle sette cose da evitare accuratamente su Facebook. Innanzitutto, non utilizzare una password debole, facilmente intuibile. Quindi evitare di inserire la propria completa data di nascita e di rivelare a tutti il nome dei propri figli. Infine, non rivelare all'intero popolo social che si è via da casa per un mese. Pare che il 3 per cento degli intervistati l'abbia fatto.
Mauro Vecchio
Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/2877994/PI/News/sono-utenti-rinunciare-alla-privacy.aspx)