hellohaka
05-05-2010, 09:52
ROMA (29 aprile) - Antonio Panaccione, preside del liceo scientifico statale Keplero di Roma, scrive una lettera al ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini, per lanciare un allarme: i soldi per i corsi di recupero mancano e si aprono due possibilità per la fine di quest'anno scolastico: «bocciare tutti o regalare tantissimi sei politici».
Scuole senza soldi. «La rigorosità di preparazione scolastica complessiva richiesta dalle nuove norme cozza fragorosamente con la drammatica realtà di scuole senza soldi e sostegno per sopravvivere - scrive il preside - A giugno prossimo saremo obbligati ad applicare, completamente disarmati, le nuove disposizioni del Governo in merito alla valutazione finale e all'ammissione delle classi quinte agli esami di Stato 2009-10. Ci troveremo, così, di fronte al tradizionale alto numero di alunni che non avranno raggiunto la sufficienza in ogni materia e i Consigli di Classe avranno allora solamente due possibilità, entrambe assurde: bocciare tutti o regalare tantissimi 6 politici, soluzioni che distruggerebbero la credibilità della scuola, portando così nuova linfa alle scuole private».
Il preside del Keplero, lo stesso dove sono state installate le macchinette per la distribuzione automatica dei condom, ha osservato anche che «per fare i corsi integrativi di recupero, tanto necessari per i più deboli e svantaggiati, ci vorrebbero almeno quei finanziamenti certi, tempestivi e mirati dello Stato previsti dal decreto ministeriale n. 80 del 3 ottobre 2007 (art. 10 sul capitolo 1287) già elargiti nel 2008 e 2009, ora invece eliminati o peggio girati alle scuole private».
Le scuole italiane «sono alla bancarotta e i nodi ora vengono finalmente al pettine», attacca la responsabile scuola del Pd Francesca Puglisi, mentre il vicepresidente dell'Associazione nazionale presidi (Anp) Mario Rusconi avverte: «Siamo a corto di denaro, è vero, ma non si prendano iniziative che ricadano negativamente su famiglie e studenti».
Il ministero della Pubblica istruzione, in serata, annuncia uno stanziamento di 50 milioni. «Il contributo per le scuole indirizzato ai corsi di recupero è stato stanziato e a breve sarà a disposizione degli istituti come ogni anno. L'atteggiamento pretestuoso di qualche dirigente scolastico quindi - afferma il ministero con implicito riferimento all'iniziativa del preside del Keplero - è del tutto ingiustificato ed è finalizzato forse a ottenere solo una maggiore visibilità personale».
Intanto un altro liceo romano, il Mamiani, è costretto ad affidarsi al contributo volontario delle famiglie per ovviare allo stesso problema. «Quest'annno - spiega il preside Cosimo Guarino - faremo i corsi di recupero solo grazie ad una nostra oculata gestione delle risorse: per i docenti interni utilizzeremo il fondo di istituto, per quelli esterni il contributo volontario delle famiglie. Quasi tutti i genitori ci versano con grande responsabilità un contributo volontario di 100 euro annui, ma la situazione non è più sostenibile. Il ministero è insolvente». Per il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, «l'allarme lanciato dal preside del liceo romano Keplero non può e non deve restare inascoltato. È evidente che questo episodio è solamente la punta di un iceberg».
«Le forbici della Gelmini tagliano il recupero degli studenti», sostiene la Rete degli studenti, affermando che «è ormai evidente come la situazione delle scuole italiane rischi il collasso. La mancanza di fondi costringe ormai i presidi italiani a inventarsi soluzioni di ogni tipo per far proseguire la normale attività didattica. Giudichiamo l'iniziativa del preside del Liceo Keplero, quella di bocciare tutti gli studenti della sua scuola per mancanza di risorse per attivare i corsi di recupero, il chiaro esempio di come il mondo della scuola non possa funzionare senza investimenti. Il rischio che l'iniziativa del dirigente scolastico vuole segnalare è quello che la scuola italiana diventi sempre più scuola d'elite, abbandonata alle regole del censo più che a quelle di uno stato democratico». La Rete ricorda che gia nelle settimane passate aveva denunciato casi simili come quello dell'istituto Fermi di Verona dove il preside aveva fatto passare una circolare in cui si avvisavano le famiglie che per poter coprire il costo dei corsi di recupero dovevano pagare 100 euro in più o del liceo Righi di Bologna, dove studiare la seconda lingua straniera a scuola dal prossimo anno costerà 120 euro in più.
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=99794&sez=HOME_SCUOLA
Le scuole private ringraziano :)
Scuole senza soldi. «La rigorosità di preparazione scolastica complessiva richiesta dalle nuove norme cozza fragorosamente con la drammatica realtà di scuole senza soldi e sostegno per sopravvivere - scrive il preside - A giugno prossimo saremo obbligati ad applicare, completamente disarmati, le nuove disposizioni del Governo in merito alla valutazione finale e all'ammissione delle classi quinte agli esami di Stato 2009-10. Ci troveremo, così, di fronte al tradizionale alto numero di alunni che non avranno raggiunto la sufficienza in ogni materia e i Consigli di Classe avranno allora solamente due possibilità, entrambe assurde: bocciare tutti o regalare tantissimi 6 politici, soluzioni che distruggerebbero la credibilità della scuola, portando così nuova linfa alle scuole private».
Il preside del Keplero, lo stesso dove sono state installate le macchinette per la distribuzione automatica dei condom, ha osservato anche che «per fare i corsi integrativi di recupero, tanto necessari per i più deboli e svantaggiati, ci vorrebbero almeno quei finanziamenti certi, tempestivi e mirati dello Stato previsti dal decreto ministeriale n. 80 del 3 ottobre 2007 (art. 10 sul capitolo 1287) già elargiti nel 2008 e 2009, ora invece eliminati o peggio girati alle scuole private».
Le scuole italiane «sono alla bancarotta e i nodi ora vengono finalmente al pettine», attacca la responsabile scuola del Pd Francesca Puglisi, mentre il vicepresidente dell'Associazione nazionale presidi (Anp) Mario Rusconi avverte: «Siamo a corto di denaro, è vero, ma non si prendano iniziative che ricadano negativamente su famiglie e studenti».
Il ministero della Pubblica istruzione, in serata, annuncia uno stanziamento di 50 milioni. «Il contributo per le scuole indirizzato ai corsi di recupero è stato stanziato e a breve sarà a disposizione degli istituti come ogni anno. L'atteggiamento pretestuoso di qualche dirigente scolastico quindi - afferma il ministero con implicito riferimento all'iniziativa del preside del Keplero - è del tutto ingiustificato ed è finalizzato forse a ottenere solo una maggiore visibilità personale».
Intanto un altro liceo romano, il Mamiani, è costretto ad affidarsi al contributo volontario delle famiglie per ovviare allo stesso problema. «Quest'annno - spiega il preside Cosimo Guarino - faremo i corsi di recupero solo grazie ad una nostra oculata gestione delle risorse: per i docenti interni utilizzeremo il fondo di istituto, per quelli esterni il contributo volontario delle famiglie. Quasi tutti i genitori ci versano con grande responsabilità un contributo volontario di 100 euro annui, ma la situazione non è più sostenibile. Il ministero è insolvente». Per il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, «l'allarme lanciato dal preside del liceo romano Keplero non può e non deve restare inascoltato. È evidente che questo episodio è solamente la punta di un iceberg».
«Le forbici della Gelmini tagliano il recupero degli studenti», sostiene la Rete degli studenti, affermando che «è ormai evidente come la situazione delle scuole italiane rischi il collasso. La mancanza di fondi costringe ormai i presidi italiani a inventarsi soluzioni di ogni tipo per far proseguire la normale attività didattica. Giudichiamo l'iniziativa del preside del Liceo Keplero, quella di bocciare tutti gli studenti della sua scuola per mancanza di risorse per attivare i corsi di recupero, il chiaro esempio di come il mondo della scuola non possa funzionare senza investimenti. Il rischio che l'iniziativa del dirigente scolastico vuole segnalare è quello che la scuola italiana diventi sempre più scuola d'elite, abbandonata alle regole del censo più che a quelle di uno stato democratico». La Rete ricorda che gia nelle settimane passate aveva denunciato casi simili come quello dell'istituto Fermi di Verona dove il preside aveva fatto passare una circolare in cui si avvisavano le famiglie che per poter coprire il costo dei corsi di recupero dovevano pagare 100 euro in più o del liceo Righi di Bologna, dove studiare la seconda lingua straniera a scuola dal prossimo anno costerà 120 euro in più.
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=99794&sez=HOME_SCUOLA
Le scuole private ringraziano :)