davide22
03-05-2010, 00:35
http://digilander.libero.it/davidemodena83/yakuza%203%20thread.jpg
http://digilander.libero.it/davidemodena83/yakuza%203%20thread%2001.jpg
QUA
(http://www.sega.co.uk/yakuza3/index_uk.php#/yakuza-3-home)
"Da quando, nel lontano 2000, debuttò sul mercato il rivoluzionario Shenume molti, anche all’interno di SEGA stessa,
responsabile del progetto, tentarono invano di imitarlo.L’unica produzione in grado, negli anni, di avvicinarsi
(anche se molto lontanamente) al capolavoro di Yu Suzuki fu Yakuza,action-rpg che all’epoca (2005)
appassionò migliaia di videogiocatori, soprattutto in Giappone.La struttura ludica, in effetti, era la stessa:
quel misto di azione e crescita del personaggio molto diverso dai classici JRPG (anche perchè ambientato
nel presente e nel mondo reale), che lasciava cioè molto più spazio all’immersione del giocatore
in una storia lineare piuttosto che al dungeon crawling, al grinding e all’esplorazione di un mondo.
La vera forza di Yakuza, al di là della struttura ancora inusuale, era la trama: in una fedelissima riproduzione
della società giapponese contemporanea il giocatore era chiamato ad interpretare Kazuma Kiryu,
gangster dall’animo buono (ma dal pugno d’acciaio) del potentissimo clan Tojo."
A differenza dei primi due capitoli la trama di Yakuza 3 si apre in maniera molto tranquilla, quasi a
voler dimostrare in maniera ancor più tangibile il graduale cambiamento che ha caratterizzato anche
l’animo del rude -e non più giovane- protagonista.Dopo essere riuscito a salvare soltanto la figlia della donna
di cui sin da bambino era innamorato, aver ammazzato il suo miglior amico, aver -probabilmente-
ritrovato l’amore in un’affascinante ispettore della Metropolitan Police di Tokyo ed essersi ritirato
dal clan una volta risolta la tremenda faida con gli omonimi di Osaka, Kazuma decide di trasferirsi
assieme all’ormai acquisita figlia ad Okinawa.Il progetto, nel soleggiato
sud del Giappone, è quello di avverare il sogno del patrigno (primo patriarca del clan Tojo) e mandare
avanti con dedizione un piccolo orfanotrofio, in maniera da evitare ad altri bambini orfani il destino toccato a lui.
L’impegno profuso nel seguire “la retta via” è però, ovviamente, in netto contrasto con il violento
passato del nostro eroe, che bussa alla porta quando una piccola banda locale tenta di obbligare
il protagonista e la sua “famiglia” al trasloco.Risolto il problema senza alcuna difficoltà il nostro eroe
scopre che dietro a tutto c’è un ben più ampio intrigo politico, il cui obiettivo finale è lo sfruttamento
dell’area balneare di Okinawa per la costruzione di alcuni residence.Come da tradizione del brand,
investigando a fondo scopriremo a monte implicazioni di grossi clan yakuza tra i quali, malauguratamente,
il decadente Tojo.Tra un colpo di scena e l’altro toccherà ancora a Kazuma risolvere la situazione.
Dal punto di vista del gameplay Yakuza 3 ricalca la collaudata ma imperfetta struttura del secondo episodio
della saga, leggermente raffinato rispetto al capostipite ma ancora lontano dall’essere accessibile senza compromessi.
La struttura di gioco è perciò divisa in due macro-aree: l’esplorazione (quest e sub-quest annesse) ed il combattimento.
La prima fase, a sua volta, è chiaramente ramificata in due sottosezioni, una rappresentante la storia principale,
molto lineare e quasi completamente guidata, e l’altra dedicata a tutto ciò che le fa da contorno.
Lo svolgimento dell’avventura prevede, a grandi linee, che sin dall’inizio una catena di personaggi chiave
(con cui parlare ed interagire) ci indichi, di volta in volta, un obiettivo da raggiungere, una persona con cui parlare,
un oggetto da recuperare e quant’altro.Ricevuto l’incarico ci troveremo liberi di muoverci nelle strade di Okinawa (prima)
e Tokyo (poi) ed è solo e soltanto qui, a differenza di Shenmue, che libero arbitrio e libertà d’azione fanno la loro parte.
Girovagando per le strade potremo fermarci a chiacchierare con alcuni passanti indicati da un’icona verde
che approfondiranno alcuni dettagli della trama (o della missione in corso) oppure richiederanno dei “favori”.
A questo punto potremo scegliere se aiutare il malcapitato o proseguire per la nostra strada senza per questo
modificare l’andamento della vicenda principale ma perdendo semplicemente una serie di bonus quali
oggetti e via discorrendo.Vi sono, naturalmente, molti altri elementi atti a dare “colore” ed un tocco
di credibilità in più a quello che poche righe fa abbiamo definito “spaccato della società”: potremo, ad esempio,
fermarci a mangiare nei ristoranti o bere nei bar per recuperare salute.
http://digilander.libero.it/davidemodena83/yakuza%203%20thread%2003.jpg
Il sistema di combattimento, così come quello di upgrade delle abilità, si mostra identico ai predecessori
che avevano attinto a piene mani dal già citato Shenmue.Una volta ingaggiato il combattimento ci
ritroveremo confinati in uno spazio limitato adibito a ring entro il quale, molto spesso, troveremo
una copiosa serie di oggetti (comuni cartelli stradali, biciclette, bottiglie del latte e quant’altro) da utilizzare
come armi.Il cuore del combattimento rimane comunque il corpo a corpo ed il nostro Kiryu, partendo
nuovamente da un basilare schema di calci e pugni potrà costruire, maturando esperienza,
una nutrita serie di combinazioni e mosse speciali.Tra queste il gradito ritorno delle special contestuali:
riempita la barra “Heat” appena sotto quella dell’energia ed ingaggiando l’avversario in una presa
potremo infliggergli pesanti danni scaraventandolo contro muri, vetri o quant’altro.Si inseriscono,
infine, le “Finish Moves” da sbloccare nel corso dell’avventura.Quando, durante uno scontro,
il nostro avversario si troverà in un momento di debolezza potremo approfittare sfruttando
un QTE automatico che, se a buon fine, ne ridurrà drasticamente l’energia.
La difesa, come sempre,
sarà delegata alla parata e all’utilissima schivata, condita in seguito da un’interessante
contromossa da concatenare al momento propizio.
Per quel che concerne l’aspetto tecnico Yakuza 3 è senza ombra di dubbio un ottimo esercizio di stile, soprattuto
per quel che riguarda i modelli poligonali dei personaggi, molto curati sia nelle fattezze fisiche che nelle
espressioni facciali, capaci di dare il meglio di se soprattutto durante le numerosissime cut-scene
che caratterizzano la produzione.Lo stesso discorso non si può fare riferendosi al comparto animazioni
che si presenta di pregevole fattura durante le scene d’intermezzo ma decisamente scadente nel
normale svolgimento dell’avventura, combattimenti compresi.Segnaliamo, a questo proposito, numerosi problemi
nella gestione delle collisioni e del contatto che a schermo mostrano innumerevoli compenetrazioni
poligonali ed un fastidioso effetto pattinaggio durante corsa e camminata.Di discreta fattura invece
le ambientazioni che palesano un’ottima cura per il dettaglio sin nei minimi particolari ed una particolare
dedizione nell’implementazione di texture e shader, che mostrano chiaramente ed in
maniera molto ben demarcata le peculiarità di ciascun oggetto e di qualsiasi superficie.La ricchezza di elementi,
purtroppo, appesantisce un motore grafico non certo all’avanguardia, che mostra tutti i suoi limiti
in un leggero calo della definizione nelle sezioni “giocate”, nello sporadico calo di frame rate (quando a schermo
ci sono molte persone) e nel rimarcato pop-up degli elementi.Fortunatamente il fascino dell’accurata riproduzione
delle location unito ad un sapiente utilzzo delle fonti d’illuminazione e della palette di colori regala alcuni
scorci veramente notevoli che fanno presto dimenticare i difetti.Particolarmente suggestiva la rimarcata
differenziazione tra la sobrietà di Okinawa, illuminata al crepuscolo da un tiepido sole e l’esuberanza di
una Tokyo completamente ricoperta da accecanti luci al neon.Notevole l’accompagnamento sonoro,
capace di sottolineare con maestria le più importanti fasi di gioco ed immergere il giocatore nelle
magiche atmosfere orientali; molto buono il doppiaggio giapponese, ricco di inflessioni dialettali e
modi di dire che raffigurano perfettamente la collocazione di ciascun personaggio.
Lavoro non facile, infatti, quello di sottotitolazione inglese (l’unico idioma comprensibile presente
nella versione europea) che “storpia” certe frasi ed alcune inflessioni tipiche dei gangster traducendole
in pieno slang americano e strappando più d’un sorriso.Il significato, in ogni caso, viene quasi sempre
centrato e la non eccessiva ricercatezza del linguaggio riesce a rendere apprezzabile ogni
sfaccettatura della vicenda anche ai meno esperti della lingua anglofona.
http://digilander.libero.it/davidemodena83/VIDEO.jpg
http://digilander.libero.it/davidemodena83/yakuza%203%20VIDEO%201.jpg (http://www.youtube.com/watch?v=Qpr1QjVfYNA) http://digilander.libero.it/davidemodena83/yakuza%203%20VIDEO%203.jpg (http://www.youtube.com/watch?v=e1QCplAijAQ)http://digilander.libero.it/davidemodena83/yakuza%203%20VIDEO%202.jpg
(http://www.youtube.com/watch?v=vKPAwVpKtFY)
http://digilander.libero.it/davidemodena83/yakuza%203%20VIDEO%204.jpg (http://www.youtube.com/watch?v=Ldp6xxc2tBA) http://digilander.libero.it/davidemodena83/yakuza%203%20VIDEO%205.jpg (http://www.youtube.com/watch?v=Y-WbJ2J9M5o) http://digilander.libero.it/davidemodena83/yakuza%203%20VIDEO%206.jpg (http://www.youtube.com/watch?v=zk5VNLmRzR4&feature=channel)
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(http://www.sega.co.uk/yakuza3/index_uk.php#/yakuza-3-home)
"Da quando, nel lontano 2000, debuttò sul mercato il rivoluzionario Shenume molti, anche all’interno di SEGA stessa,
responsabile del progetto, tentarono invano di imitarlo.L’unica produzione in grado, negli anni, di avvicinarsi
(anche se molto lontanamente) al capolavoro di Yu Suzuki fu Yakuza,action-rpg che all’epoca (2005)
appassionò migliaia di videogiocatori, soprattutto in Giappone.La struttura ludica, in effetti, era la stessa:
quel misto di azione e crescita del personaggio molto diverso dai classici JRPG (anche perchè ambientato
nel presente e nel mondo reale), che lasciava cioè molto più spazio all’immersione del giocatore
in una storia lineare piuttosto che al dungeon crawling, al grinding e all’esplorazione di un mondo.
La vera forza di Yakuza, al di là della struttura ancora inusuale, era la trama: in una fedelissima riproduzione
della società giapponese contemporanea il giocatore era chiamato ad interpretare Kazuma Kiryu,
gangster dall’animo buono (ma dal pugno d’acciaio) del potentissimo clan Tojo."
A differenza dei primi due capitoli la trama di Yakuza 3 si apre in maniera molto tranquilla, quasi a
voler dimostrare in maniera ancor più tangibile il graduale cambiamento che ha caratterizzato anche
l’animo del rude -e non più giovane- protagonista.Dopo essere riuscito a salvare soltanto la figlia della donna
di cui sin da bambino era innamorato, aver ammazzato il suo miglior amico, aver -probabilmente-
ritrovato l’amore in un’affascinante ispettore della Metropolitan Police di Tokyo ed essersi ritirato
dal clan una volta risolta la tremenda faida con gli omonimi di Osaka, Kazuma decide di trasferirsi
assieme all’ormai acquisita figlia ad Okinawa.Il progetto, nel soleggiato
sud del Giappone, è quello di avverare il sogno del patrigno (primo patriarca del clan Tojo) e mandare
avanti con dedizione un piccolo orfanotrofio, in maniera da evitare ad altri bambini orfani il destino toccato a lui.
L’impegno profuso nel seguire “la retta via” è però, ovviamente, in netto contrasto con il violento
passato del nostro eroe, che bussa alla porta quando una piccola banda locale tenta di obbligare
il protagonista e la sua “famiglia” al trasloco.Risolto il problema senza alcuna difficoltà il nostro eroe
scopre che dietro a tutto c’è un ben più ampio intrigo politico, il cui obiettivo finale è lo sfruttamento
dell’area balneare di Okinawa per la costruzione di alcuni residence.Come da tradizione del brand,
investigando a fondo scopriremo a monte implicazioni di grossi clan yakuza tra i quali, malauguratamente,
il decadente Tojo.Tra un colpo di scena e l’altro toccherà ancora a Kazuma risolvere la situazione.
Dal punto di vista del gameplay Yakuza 3 ricalca la collaudata ma imperfetta struttura del secondo episodio
della saga, leggermente raffinato rispetto al capostipite ma ancora lontano dall’essere accessibile senza compromessi.
La struttura di gioco è perciò divisa in due macro-aree: l’esplorazione (quest e sub-quest annesse) ed il combattimento.
La prima fase, a sua volta, è chiaramente ramificata in due sottosezioni, una rappresentante la storia principale,
molto lineare e quasi completamente guidata, e l’altra dedicata a tutto ciò che le fa da contorno.
Lo svolgimento dell’avventura prevede, a grandi linee, che sin dall’inizio una catena di personaggi chiave
(con cui parlare ed interagire) ci indichi, di volta in volta, un obiettivo da raggiungere, una persona con cui parlare,
un oggetto da recuperare e quant’altro.Ricevuto l’incarico ci troveremo liberi di muoverci nelle strade di Okinawa (prima)
e Tokyo (poi) ed è solo e soltanto qui, a differenza di Shenmue, che libero arbitrio e libertà d’azione fanno la loro parte.
Girovagando per le strade potremo fermarci a chiacchierare con alcuni passanti indicati da un’icona verde
che approfondiranno alcuni dettagli della trama (o della missione in corso) oppure richiederanno dei “favori”.
A questo punto potremo scegliere se aiutare il malcapitato o proseguire per la nostra strada senza per questo
modificare l’andamento della vicenda principale ma perdendo semplicemente una serie di bonus quali
oggetti e via discorrendo.Vi sono, naturalmente, molti altri elementi atti a dare “colore” ed un tocco
di credibilità in più a quello che poche righe fa abbiamo definito “spaccato della società”: potremo, ad esempio,
fermarci a mangiare nei ristoranti o bere nei bar per recuperare salute.
http://digilander.libero.it/davidemodena83/yakuza%203%20thread%2003.jpg
Il sistema di combattimento, così come quello di upgrade delle abilità, si mostra identico ai predecessori
che avevano attinto a piene mani dal già citato Shenmue.Una volta ingaggiato il combattimento ci
ritroveremo confinati in uno spazio limitato adibito a ring entro il quale, molto spesso, troveremo
una copiosa serie di oggetti (comuni cartelli stradali, biciclette, bottiglie del latte e quant’altro) da utilizzare
come armi.Il cuore del combattimento rimane comunque il corpo a corpo ed il nostro Kiryu, partendo
nuovamente da un basilare schema di calci e pugni potrà costruire, maturando esperienza,
una nutrita serie di combinazioni e mosse speciali.Tra queste il gradito ritorno delle special contestuali:
riempita la barra “Heat” appena sotto quella dell’energia ed ingaggiando l’avversario in una presa
potremo infliggergli pesanti danni scaraventandolo contro muri, vetri o quant’altro.Si inseriscono,
infine, le “Finish Moves” da sbloccare nel corso dell’avventura.Quando, durante uno scontro,
il nostro avversario si troverà in un momento di debolezza potremo approfittare sfruttando
un QTE automatico che, se a buon fine, ne ridurrà drasticamente l’energia.
La difesa, come sempre,
sarà delegata alla parata e all’utilissima schivata, condita in seguito da un’interessante
contromossa da concatenare al momento propizio.
Per quel che concerne l’aspetto tecnico Yakuza 3 è senza ombra di dubbio un ottimo esercizio di stile, soprattuto
per quel che riguarda i modelli poligonali dei personaggi, molto curati sia nelle fattezze fisiche che nelle
espressioni facciali, capaci di dare il meglio di se soprattutto durante le numerosissime cut-scene
che caratterizzano la produzione.Lo stesso discorso non si può fare riferendosi al comparto animazioni
che si presenta di pregevole fattura durante le scene d’intermezzo ma decisamente scadente nel
normale svolgimento dell’avventura, combattimenti compresi.Segnaliamo, a questo proposito, numerosi problemi
nella gestione delle collisioni e del contatto che a schermo mostrano innumerevoli compenetrazioni
poligonali ed un fastidioso effetto pattinaggio durante corsa e camminata.Di discreta fattura invece
le ambientazioni che palesano un’ottima cura per il dettaglio sin nei minimi particolari ed una particolare
dedizione nell’implementazione di texture e shader, che mostrano chiaramente ed in
maniera molto ben demarcata le peculiarità di ciascun oggetto e di qualsiasi superficie.La ricchezza di elementi,
purtroppo, appesantisce un motore grafico non certo all’avanguardia, che mostra tutti i suoi limiti
in un leggero calo della definizione nelle sezioni “giocate”, nello sporadico calo di frame rate (quando a schermo
ci sono molte persone) e nel rimarcato pop-up degli elementi.Fortunatamente il fascino dell’accurata riproduzione
delle location unito ad un sapiente utilzzo delle fonti d’illuminazione e della palette di colori regala alcuni
scorci veramente notevoli che fanno presto dimenticare i difetti.Particolarmente suggestiva la rimarcata
differenziazione tra la sobrietà di Okinawa, illuminata al crepuscolo da un tiepido sole e l’esuberanza di
una Tokyo completamente ricoperta da accecanti luci al neon.Notevole l’accompagnamento sonoro,
capace di sottolineare con maestria le più importanti fasi di gioco ed immergere il giocatore nelle
magiche atmosfere orientali; molto buono il doppiaggio giapponese, ricco di inflessioni dialettali e
modi di dire che raffigurano perfettamente la collocazione di ciascun personaggio.
Lavoro non facile, infatti, quello di sottotitolazione inglese (l’unico idioma comprensibile presente
nella versione europea) che “storpia” certe frasi ed alcune inflessioni tipiche dei gangster traducendole
in pieno slang americano e strappando più d’un sorriso.Il significato, in ogni caso, viene quasi sempre
centrato e la non eccessiva ricercatezza del linguaggio riesce a rendere apprezzabile ogni
sfaccettatura della vicenda anche ai meno esperti della lingua anglofona.
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http://digilander.libero.it/davidemodena83/yakuza%203%20VIDEO%201.jpg (http://www.youtube.com/watch?v=Qpr1QjVfYNA) http://digilander.libero.it/davidemodena83/yakuza%203%20VIDEO%203.jpg (http://www.youtube.com/watch?v=e1QCplAijAQ)http://digilander.libero.it/davidemodena83/yakuza%203%20VIDEO%202.jpg
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