View Full Version : Bologna, cassintegrato si impicca in garage
http://www.ilgiornale.it/interni/bologna_cassintegrato_si_impicca_garage_e_poco_dopo_casa_arriva_unofferta_lavoro/bologna-suicidio-operaio-lavoro/17-04-2010/articolo-id=438434-page=0-comments=1
Bologna, cassintegrato si impicca in garage E poco dopo a casa arriva un'offerta di lavoro
Un operaio di 44 anni in cassa integrazione si è ucciso impiccandosi nel garage della propria casa in provincia di Bologna. A scoprire il corpo il cognato e un vicino di casa. Proprio ieri mattina un’azienda ha chiamato a casa l’operaio per proporgli un colloquio di lavoro.
Bologna - Un operaio di 44 anni in cassa integrazione si è ucciso impiccandosi nel garage della propria casa in provincia di Bologna. L’uomo, originario del materano viveva a Marmorta di Molinella, con moglie, disoccupata, e due figlie di 6 e 13 anni. A scoprire il corpo, il cognato e un vicino di casa, anche lui dipendente in cig nella stessa ditta, la Nuova Renopress di Budrio. Proprio ieri mattina un’azienda ha chiamato a casa l’operaio per proporgli un colloquio. Ma era già morto.
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questi sono i veri problemi.....
lavoro che manca / possibilità di vivere dignitosamente negata
supersalam
17-04-2010, 16:02
Che cappero di sfiga...
Però, impiccarsi con due figlie ed una moglie è da vigliacchi.
Chiedo scusa se sono fuori luogo.
Ora si che ha risolto i problemi economici di famiglia..
Non capirò mai un comportamento del genere.
nomeutente
17-04-2010, 16:22
Ora si che ha risolto i problemi economici di famiglia..
Non capirò mai un comportamento del genere.
Dubito che abbia pensato di risolvere i problemi ammazzandosi. Probabilmente si è sentito talmente inutile da non riuscire a dare più un senso alla vita ;)
Dubito che abbia pensato di risolvere i problemi ammazzandosi. Probabilmente si è sentito talmente inutile da non riuscire a dare più un senso alla vita ;)
Ciò non toglie che è un comportamento deprecabile.
la condizione di disoccupato è come sentirsi inutile, fuori luogo, un vegetale....
il "togliersi di mezzo" è visto come un sollievo ed un "carico" minore ai problemi dei propri cari...
solo chi è disoccupato .. può capire...:cry:
la condizione di disoccupato è come sentirsi inutile, fuori luogo, un vegetale....
il "togliersi di mezzo" è visto come un sollievo ed un "carico" minore ai problemi dei propri cari...
solo chi è disoccupato .. può capire...:cry:
Chi ha moglie e figli deve pensare per prima cosa a salvaguardare loro. Ovvio che la situazione è difficile, ma non è così che si risolvono i problemi.
ChristinaAemiliana
17-04-2010, 16:28
Ciò non toglie che è un comportamento deprecabile.
E' un comportamento disperato e come tale fortemente irrazionale...deprecabile sarebbe se il tizio se ne fosse andato chissà dove coi pochi soldi rimasti, mollando a spasso moglie e figli nel pieno possesso delle proprie facoltà mentali. :boh:
E' un comportamento disperato e come tale fortemente irrazionale...
Di solito queste decisioni maturano nel tempo, non è che uno si sveglia la mattina decidendosi di suicidarsi così, da un momento all'altro.
E comunque mi chiedo in questi casi cosa succeda alla moglie e ai figli, dal punto di vista economico intendo. Avranno dei sussidi?
IpseDixit
17-04-2010, 16:35
Chi decide di suicidarsi ha superato il limite e non c'è più con la testa, mica è come andare al bar e ordinare un caffè :mbe:
CaffèRoma
17-04-2010, 16:41
facile giudicare da fuori, per capire meglio bisognerebbe conoscere le circostanze.
ChristinaAemiliana
17-04-2010, 16:42
Di solito queste decisioni maturano nel tempo, non è che uno si sveglia la mattina decidendosi di suicidarsi così, da un momento all'altro.
E' vero, ma in genere chi ha sul serio l'intenzione di suicidarsi non lo fa trapelare...
Non capirò mai un comportamento del genere.
Beh, probabilmente non conosci la psicologia.
Beh, probabilmente non conosci la psicologia.
Spiegamela tu allora..
lo_straniero
17-04-2010, 17:03
non si giudica un fatto cosi delicato cosi su 2 piedi :(
Spiegamela tu allora..
http://www.psicologia1.uniroma1.it/
In 5 anni dovresti farcela :D
http://www.psicologia1.uniroma1.it/
In 5 anni dovresti farcela :D
Si va bè.. allora che tutti si laureino in psicologia prima di rispondere in questo thread.. :stordita:
O magari in economia per rispondere a thread con temi economici e così via.. Per esprimere un'opinione non è necessario essere laureati nel campo in questione.
E' chiaro che la situazione in questione è delicata, e che non tutti sono in grado di affrontarla. Ma quello che ribadisco è che non è certo questa la via da seguire in questi casi.
Ma quello che ribadisco è che non è certo questa la via da seguire in questi casi.
Non è la via RAZIONALE, ma l'uomo non è solo un essere razionale.
La mente ha svariati meccanismi tutt'altro che "razionali" o se preferisci tutt'altro che "ottimizzati rispetto alla situazione contingente".
Non è che si possano sopprimere questi meccanismi (o dinamiche, in questo caso suicidiarie) a meno di riprogettare da ZERO la mente umana, cosa che non devo certo spiegare io essere impossibile, non fosse altro che a farlo sarebbe.....l'attuale mente umana, rendendo alla base fallace il progetto.
E non pensare che una persona comune possa gestire o controllare in qualche modo queste dinamiche (una volta che si innescano).....è impossibile per il 99.99999% delle persone nonostante quello che credono su se stessi, le loro certezze, i loro ideali e tutte le restanti sovrastrutture mentali.
nomeutente
17-04-2010, 17:28
Si va bè.. allora che tutti si laureino in psicologia prima di rispondere in questo thread.. :stordita:
O magari in economia per rispondere a thread con temi economici e così via.. Per esprimere un'opinione non è necessario essere laureati nel campo in questione.
Però per esprimere un'opinione sensata è almeno necessaria un'informazione di base sull'argomento di cui si parla ;)
E' chiaro che la situazione in questione è delicata, e che non tutti sono in grado di affrontarla. Ma quello che ribadisco è che non è certo questa la via da seguire in questi casi.
Se uno si uccide significa che è depresso, quindi malato. Quindi è evidente che "non è questa la via", perché la via sarebbe: 1) curarsi; 2) cercare un lavoro. Ma di certo non si può incolpare un depresso di essersi ucciso, perché non è colpa sua se era malato.
Non è la via RAZIONALE, ma l'uomo non è solo un essere razionale.
La mente ha svariati meccanismi tutt'altro che "razionali" o se preferisci tutt'altro che "ottimizzati rispetto alla situazione contingente".
Non è che si possano sopprimere questi meccanismi (o dinamiche, in questo caso suicidiarie) a meno di riprogettare da ZERO la mente umana, cosa che non devo certo spiegare io essere impossibile, non fosse altro che a farlo sarebbe.....l'attuale mente umana, rendendo alla base fallace il progetto.
Ma non sto mica dicendo il contrario.. E' chiaro che il comportamento è irrazionale, ma come ho detto prima queste decisioni maturano nel tempo, non sono prese all'improvviso.
Però per esprimere un'opinione sensata è almeno necessaria un'informazione di base sull'argomento di cui si parla ;)
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Certamente.
Se uno si uccide significa che è depresso, quindi malato. Quindi è evidente che "non è questa la via", perché la via sarebbe: 1) curarsi; 2) cercare un lavoro. Ma di certo non si può incolpare un depresso di essersi ucciso, perché non è colpa sua se era malato.
Ha lasciato moglie e figli in una situazione ancora peggiore di quella di prima.
Ma non sto mica dicendo il contrario.. E' chiaro che il comportamento è irrazionale, ma come ho detto prima queste decisioni maturano nel tempo, non sono prese all'improvviso.
Una volta che la dinamica è innescata non la disinneschi "così".
Se uno si uccide significa che è depresso, quindi malato. Quindi è evidente che "non è questa la via", perché la via sarebbe: 1) curarsi; 2) cercare un lavoro. Ma di certo non si può incolpare un depresso di essersi ucciso, perché non è colpa sua se era malato.
Soprattutto mai cercare di agire farmacologicamente se si ha il lontano sentore di intenzioni suicidiarie in uno stato depressivo.....somministrando l'antidepressivo si dà la forza alla persona proprio di compiere il suicidio.
Ha lasciato moglie e figli in una situazione ancora peggiore..
Che è una considerazione razionale EX POST, quindi inutile per "anticipare" un suicidio, anzi facendo questo tipo di pressioni EX ANTE (HAI ANCORA PIU' COLPAAAAAAAAAAAAAA) gli dai la spinta definitiva per suicidarsi.
frankytop
17-04-2010, 17:36
Ma non sto mica dicendo il contrario.. E' chiaro che il comportamento è irrazionale, ma come ho detto prima queste decisioni maturano nel tempo, non sono prese all'improvviso.
Beh questo significa solo che lo stato depressivo esiste da parecchio tempo ed in effetti succede sempre così.
Che è una considerazione razionale EX POST, quindi inutile per "anticipare" un suicidio, anzi facendo questo tipo di pressioni EX ANTE (HAI ANCORA PIU' COLPAAAAAAAAAAAAAA) gli dai la spinta definitiva per suicidarsi.
In teoria, sapere che lascia moglie e figli in una situazione peggiore dovrebbe frenarlo, non "invogliarlo" a suicidarsi :boh:
In teoria, sapere che lascia moglie e figli in una situazione peggiore dovrebbe frenarlo, non "invogliarlo" a suicidarsi :boh:
ma se la moglie gli fà "pesare" la situazione ... è un motivo in più
Ciò non toglie che è un comportamento deprecabile.
Ma perche non glie l'hai detto quando era ancora vivo? cosi, tanto per capire.
In teoria, sapere che lascia moglie e figli in una situazione peggiore dovrebbe frenarlo, non "invogliarlo" a suicidarsi :boh:
Invece è proprio il contrario.
Se io ti butto addosso un peso da 1 tonnellata ("Sei un bastardo a lasciarci soli") tu ti comporti come elastico/molla ideale o vieni schiacciato?
Rispondi sinceramente.
Scusate l'espressioni colorite che utilizzero in questo topic.
Ma quanti psicologi che "pontificano" qua dentro.
Ma io scommetto che nessuno ha mai pensato realmente una volta di mettere a frutto tutta questa esperienza magari in un "ascolto amico", ossia una linea telefonica per l'ascolto di persone in difficoltà.
Società di merda.
IpseDixit
17-04-2010, 17:48
Probabilmente per un paio di mesi non avrebbe nemmeno percepito la cassa integrazione http://bologna.repubblica.it/cronaca/2010/04/17/news/operaio_della_renopress_si_uccide_nel_garage_di_casa_il_corpo_trovato_da_un_collega_disoccupato-3407844/
ChristinaAemiliana
17-04-2010, 17:49
In teoria, sapere che lascia moglie e figli in una situazione peggiore dovrebbe frenarlo, non "invogliarlo" a suicidarsi :boh:
Invece è un peso ulteriore...
E' lo stesso errore che fanno quelle persone che, avendo in famiglia un congiunto che soffre di depressione, pensano di fare bene cercando di "invogliarlo a reagire" con osservazioni del tipo "ma dai, non hai ragione di sentirti così, hai una bella vita, tante possibilità, devi farti forza, altrimenti ci fai preoccupare" e simili.
Ma io scommetto che nessuno ha mai pensato realmente una volta di mettere a frutto tutta questa esperienza magari in un "ascolto amico", ossia una linea telefonica per l'ascolto di persone in difficoltà.
Io l'ho fatto eccome con un amico (e sono stato l'UNICO fra gli amici a farlo), che infatti mi è grato per questo, ma il legame di amicizia non è quello ideale in casi "gravi" (tipo persona con tendenze suicide, perchè si attivano interazioni molto complesse tra te come terapeuta e te come amico), non per nulla uno psicologo non può curare amici o familiari: è TASSATIVAMENTE vietato onde incorrere in casini IMMANI.
Io l'ho fatto eccome con un amico (e sono stato l'UNICO), che infatti mi è grato per questo, ma il legame di amicizia non è quello ideale in casi "gravi", non per nulla uno psicologo non può curare amici o familiari: è TASSATIVAMENTE vietato.
Ma sai se magari qualcuno semplicemente avesse detto a questa persona "come va? tutto bene? ti va di parlarne?" un po prima magari a questo non si sarebbe giunti.
Il fatto e' che le persone (come precisamente in questo thread) devono giudicare :siamo veramente dei gran pontificatori (o meglio, io la chiamo i "periti" degli incidenti, quelli che ti fanno la disanima fredda di cosa e' avvenuto, ma dopo) perche' il giudizio ti fa sentire migliore, il pontificare ti fa sentire "meglio dell'altro".
E allora magari un giorno qualcuno ci scriverà un libro, o magari un film, perche cosi hai alimentato il tuo cazzo di ego personale con questa storia.
Intanto questo e' morto e in questa società che vige la regola "isolati dal resto" nessuno realmente ha avuto il semplice coraggio di avvicinarsi a questa persona.
Ma sai se magari qualcuno semplicemente avesse detto a questa persona "come va? tutto bene? ti va di parlarne?" un po prima magari a questo non si sarebbe giunti.
Il fatto e' che le persone (come precisamente in questo thread) devono giudicare : perche' il giudizio ti fa sentire migliore, il pontificare ti fa sentire "meglio dell'altro".
E allora magari un giorno qualcuno ci scriverà un libro, o magari un film, perche cosi hai alimentato il tuo cazzo di ego con questa storia.
Intanto questo e' morto e in questa società che vige la regola "isolati dal resto" nessuno realmente ha avuto il semplice coraggio di avvicinarsi a questa persona.
Certo ma attenzione però: il depresso non è un pirla, se capisce che tu ti avvicini come amico MA "solo formalmente" sta MOLTO peggio perchè è combattuto fra la rabbia di dirti che ha riconosciuto il tuo sforzo FORMALE e il bisogno di avere qualcuno vicino veramente.
P.S: Lowenz, scusami, non ce l'ho con te, e' solo che vedo sempre piu che la storia finisce sempre allo stesso modo
ChristinaAemiliana
17-04-2010, 17:59
Scusate l'espressioni colorite che utilizzero in questo topic.
Ma quanti psicologi che "pontificano" qua dentro.
Ma io scommetto che nessuno ha mai pensato realmente una volta di mettere a frutto tutta questa esperienza magari in un "ascolto amico", ossia una linea telefonica per l'ascolto di persone in difficoltà.
Società di merda.
Parlo per me: io non so un'ostrica di psicologia ma ho dovuto gestire da vicino un paio di casi problematici (soprattutto uno) e stare nell'intorno di altrettanti, quindi ho esperienza ma solo relativa a quelle patologie lì e circoscritta a come conviene che il famigliare/amico si rapporti al paziente. Perciò non mi sentirei in grado di affrontare un colloquio con uno sconosciuto disagiato, tentando di aiutarlo...al limite con la famiglia. :boh:
P.S: Lowenz, scusami, non ce l'ho con te, e' solo che vedo sempre piu che la storia finisce sempre allo stesso modo
Avevo capito, eh :D
Non preoccuparti che non sono ancora così orbo :p
gigio2005
17-04-2010, 18:01
Si va bè.. allora che tutti si laureino in psicologia prima di rispondere in questo thread.. :stordita:
O magari in economia per rispondere a thread con temi economici e così via.. Per esprimere un'opinione non è necessario essere laureati nel campo in questione.
.
ma infatti il problema e' proprio sentirsi in diritto di dire la propria su tutto e tutti...pur non avendo le conoscenze adeguate...
ad esempio, tu quanto ne sai di "depressione"?
gigio2005
17-04-2010, 18:03
Parlo per me: io non so un'ostrica di psicologia ma ho dovuto gestire da vicino un paio di casi problematici (soprattutto uno) e stare nell'intorno di altrettanti, quindi ho esperienza ma solo relativa a quelle patologie lì e circoscritta a come conviene che il famigliare/amico si rapporti al paziente. Perciò non mi sentirei in grado di affrontare un colloquio con uno sconosciuto disagiato, tentando di aiutarlo...al limite con la famiglia. :boh:
psicologia e patologie non sono parole da usare nello stesso discorso....
piuttosto bisogna parlare di psichiatria.... materia della quale vedo tutti esperti qui dentro :doh:
Parlo per me: io non so un'ostrica di psicologia ma ho dovuto gestire da vicino un paio di casi problematici (soprattutto uno) e stare nell'intorno di altrettanti, quindi ho esperienza ma solo relativa a quelle patologie lì e circoscritta a come conviene che il famigliare/amico si rapporti al paziente. Perciò non mi sentirei in grado di affrontare un colloquio con uno sconosciuto disagiato, tentando di aiutarlo...al limite con la famiglia. :boh:
Allora spero che non l'abbia fatta tu la diagnosi :p
C'è gente che conclude che qualcuno è paranoico solo perchè si sente ingannato, peccato che un paranoico difficilmente andrebbe in giro a dire "Ehi, mi hanno ingannato" perchè il fornire questa informazione ad altre persone per un paranoico vero sarebbe la causa di ulteriori pensieri paranoici.
Come per l'ipocondriaco, che più legge libri di medicina più si sente ammalato di qualcosa di nuovo e che non c'entra niente con quello su cui era partito a ricercare.
ad esempio, tu quanto ne sai di "depressione"?
Io ne so parecchio per dire che una persona che sta male deve essere spronata ed incoraggiata in tutti i modi possibili.
Non deve essere mai lasciata sola con se stessa. Se ne può uscire, ma le ricadute sono frequenti.
Detto questo pace alla sua anima, il peso doveva essere tremendo per non tentare il tentabile.
anonimizzato
17-04-2010, 18:04
Che cappero di sfiga...
Però, impiccarsi con due figlie ed una moglie è da vigliacchi.
Chiedo scusa se sono fuori luogo.
MAI insultare chi compie verso se stesso un gesto estremo come quello.
Capisco il discorso sulla moglie e i figli ma dare del vigliacco ad una persona che decide di TOGLIERSI LA VITA è un lusso che nessuno si dovrebbe permettere.
Lo dico senza spirito di polemica sia ben chiaro.
anonimizzato
17-04-2010, 18:06
Chi ha moglie e figli deve pensare per prima cosa a salvaguardare loro. Ovvio che la situazione è difficile, ma non è così che si risolvono i problemi.
... disse il tizio con la pancia piena e le pantofole ai piedi.
psicologia e patologie non sono parole da usare nello stesso discorso....
piuttosto bisogna parlare di psichiatria.... materia della quale vedo tutti esperti qui dentro :doh:
Eh? :mbe: :confused:
Guarda che ci sono psicologi che fanno psicoterapia per disturbi psichici, non c'è mica bisogno di avere psicosi per parlare di "patologie".....lo si usa in modo un po' esteso anche per indicare disturbi strutturati del comportamento o della personalità anche se non di natura psicotica.
Capisco il discorso sulla moglie e i figli ma dare del vigliacco ad una persona che decide di TOGLIERSI LA VITA è un lusso che nessuno si dovrebbe permettere
Alla fine la vigliaccheria può essere anche sinonimo di egoismo.
Se hai delle persone che dipendono da te, devi dare tutto, un gesto del genere è solo egoismo.
Altrimenti come ho detto le si tenta tutte, si possono prendere anche delle decisioni estreme, ma di sicuro non scappare.
Alla fine la vigliaccheria può essere anche sinonimo di egoismo.
Se hai delle persone che dipendono da te, devi dare tutto, un gesto del genere è solo egoismo. Altrimenti come ho detto le si tenta tutte, si possono prendere anche delle decisioni estreme, ma di sicuro non scappare.
Non è egoismo o vigliaccheria, è una forma di disperato tentativo di ricerca di aiuto: il suicida si prefigge nella mente il gesto del suicidio perchè pensa che questo attiri FINALMENTE l'attenzione su di lui in modo che possa mostrare in modo liberatorio la sua situazione. Il meccanismo che sta dietro alla maggior parte dei suicidi è questo.
gigio2005
17-04-2010, 18:11
Io ne so parecchio per dire che una persona che sta male deve essere spronata ed incoraggiata in tutti i modi possibili.
Non deve essere mai lasciata sola con se stessa. Se ne può uscire, ma le ricadute sono frequenti.
Detto questo pace alla sua anima, il peso doveva essere tremendo per non tentare il tentabile.
Alla fine la vigliaccheria può essere anche sinonimo di egoismo.
Se hai delle persone che dipendono da te, devi dare tutto, un gesto del genere è solo egoismo.
Altrimenti come ho detto le si tenta tutte, si possono prendere anche delle decisioni estreme, ma di sicuro non scappare.
sei sicuro di saperne abbastanza di "depressione"?
ovviamente depressione intesa come malattia...non come tristezza per la lavastoviglie che si e' guastata
ChristinaAemiliana
17-04-2010, 18:13
psicologia e patologie non sono parole da usare nello stesso discorso....
piuttosto bisogna parlare di psichiatria.... materia della quale vedo tutti esperti qui dentro :doh:
In realtà erano due concetti separati e li ho piazzati nella stessa frase con il risultato che non si capisce niente. :stordita:
Quello che volevo dire era innanzitutto che sono tutt'altro che esperta di psicologia (in risposta a Jo3) e poi che, malgrado l'ignoranza "teorica" nel campo, ho dovuto affrontare in prima persona come famigliare e/o amica una situazione in cui una persona a me cara presentava una patologia (diagnosticata da un neuropsichiatra, non ho esperienza diretta di disturbi affrontati solo tramite psicologo), perciò al "telefono amico" non potrei fare lo psicologo ma al massimo potrei offrire la mia esperienza a chi ha un parente con un problema dello stesso genere.
sei sicuro di saperne abbastanza di "depressione"?
ovviamente depressione intesa come malattia...non come tristezza per la lavastoviglie che si e' guastata
Si. Non bisogna giustificare in ogni caso, decisioni prive di ratio, per conoscerla.
Tu piuttosto, hai mai avuto esperienze dirette oppure esserne stato succube?
Si. Non bisogna giustificare in ogni caso, decisioni prive di ratio, per conoscerla.
Tu piuttosto, hai mai avuto esperienze dirette oppure esserne stato succube?
Se l'hai provata sulla tua pelle e ti hanno detto di reagire con la storiellina della "vigliaccheria" considera che ti è andata di culo se sei qui ancora a parlarci, dato che la storiellina NON funziona oltre ad essere una non-cura che fa più danni che altro.
Questo per parlare chiaramente.
La cura reale è la psicoterapia fatta da persone competenti (sempre che sia VERA depressione diagnosticata da MEDICI e non "depressione" per modo di dire).
Parlo per me: io non so un'ostrica di psicologia ma ho dovuto gestire da vicino un paio di casi problematici (soprattutto uno) e stare nell'intorno di altrettanti, quindi ho esperienza ma solo relativa a quelle patologie lì e circoscritta a come conviene che il famigliare/amico si rapporti al paziente. Perciò non mi sentirei in grado di affrontare un colloquio con uno sconosciuto disagiato, tentando di aiutarlo...al limite con la famiglia. :boh:
D'accordo in generale : uno arriva sin dove puo' : pero anche se da 1 a 10 dai 0,5, basterebbe quel minimo di empatia in piu verso gli altri : nessuno nasce psicologo, ma tutti nascono con una dote ben piu importante : l'empatia, che deriva proprio dal concetto di umanità
Non voglio fare l'insegnante (perche' non lo sono) ma a volte basta una pacca sulla spalla (senza nemmeno che tu sappia il problema dell'altro) per dare quella piccola spintarella in piu'?
In questa società invece è l'esatto opposto.
Si tende invece a far crescere il proprio ego discriminando e giudicando gli altri a salotto.
D'accordo in generale : uno arriva sin dove puo'
Uno deve arrivare dove sa che non fa danno soprattutto :p
Perchè sennò poi se capita qualcosa, nonostante le buone intenzioni, lui ne ha la responsabilità (senza contare che potrebbe pure farla pesare questa responsabilità alla persona in difficoltà, cosa PESSIMAAAAAA).
e in ultima a analisi mi domando : abbiamo cosi tanto atrofizzato il nostro lato umano che e' necessario un reggimento composto da psicologi, psicoterapeuti ( a volte maghi) perche' noi non siamo piu nemmeno in grado di avvicinarsi ad una persona con dei problemi e semplicemente "cum- patire"?
Non è egoismo o vigliaccheria, è una forma di disperato tentativo di ricerca di aiuto: il suicida si prefigge nella mente il gesto del suicidio perchè pensa che questo attiri FINALMENTE l'attenzione su di lui in modo che possa mostrare in modo liberatorio la sua situazione. Il meccanismo che sta dietro alla maggior parte dei suicidi è questo.
E' un'intelligente analisi, ma non vuol dire che i suicidi siano dettagli dalle medesime finalità. Immagina chi non vuol più lottare perché pensa che sia ormai tutto perso. Il naufrago che si lascia andare trascinato dalla corrente, che si lascia accarezzare dall'idea di non lottare più, stremato com'è.
la storiellina NON funziona oltre ad essere una non-cura che fa più danni che altro.
La storiellina, come tu la definisci, è un mio pensiero, semplice, lineare.
Se tu hai qualcosa davvero importante per cui batterti, devi continuare a farlo.
Se è più facile farla finita, allora sei un egoista. Se la pensi diversamente, spiegami perché :)
blamecanada
17-04-2010, 18:38
tutti nascono con una dote ben piu importante : l'empatia
Parla per te :D.
E' un'intelligente analisi, ma non vuol dire che i suicidi siano dettagli dalle medesime finalità. Immagina chi non vuol più lottare perché pensa che sia ormai tutto perso. Il naufrago che si lascia andare trascinato dalla corrente, che si lascia accarezzare dall'idea di non lottare più, stremato com'è.
La storiellina, come tu la definisci, è un mio pensiero, semplice, lineare.
Se tu hai qualcosa davvero importante per cui batterti, devi continuare a farlo.
Rispondo in modo semplice: quella di cui parli tu NON è depressione in senso psichiatrico, è semplice scoraggiamento.
La depressione psichiatrica è qualcosa di mooooooooooooooolto più complesso e NON lineare.
ChristinaAemiliana
17-04-2010, 18:39
D'accordo in generale : uno arriva sin dove puo' : pero anche se da 1 a 10 dai 0,5, basterebbe quel minimo di empatia in piu verso gli altri : nessuno nasce psicologo, ma tutti nascono con una dote ben piu importante : l'empatia, che deriva proprio dal concetto di umanità.
In questa società invece è l'esatto opposto.
Capisco cosa vuoi dire, ma proprio per quell'esperienza che dicevo so che l'empatia non basta...non è che quelle persone di cui parlavo prima non comprendessero che il loro congiunto stesse soffrendo, anzi pensavano di agire nel migliore dei modi "spronandolo" come facevano...
Inoltre, com'è ovvio anche l'eccessiva condiscendenza non è un atteggiamento positivo. In breve: davanti a certi disturbi (chiaro che non sto parlando del tizio che è triste perché gli hanno rigato la macchina o della banale pena d'amore...) a mio avviso è il caso che sia un professionista a operare qualsiasi, diciamo così, "tentativo". Certamente, si può benissimo stare accanto al parente/amico senza essersi consultati con lo psicologo/psichiatra, ma eviterei di intraprendere piani d'azione (ad esempio, toccando determinati tasti) prefiggendosi un risultato (ad esempio, invogliare il malato a reagire così o cosà), perché si può fare veramente del male.
Parla per te :D.
L'empatia potenzialmente la possono sviluppare tutti alla nascita (autistici a parte, sai che scoperta), è l'ambiente dove si cresce a tapparla o meno.
anonimizzato
17-04-2010, 18:45
Alla fine la vigliaccheria può essere anche sinonimo di egoismo.
Se hai delle persone che dipendono da te, devi dare tutto, un gesto del genere è solo egoismo.
Altrimenti come ho detto le si tenta tutte, si possono prendere anche delle decisioni estreme, ma di sicuro non scappare.
Ammazzarsi non è scappare, questa cosa di "incolpare" chi decide di farla finita ritengo che non sia minimamente accettabile anche di fronte al fatto che moglie e figli vengono purtroppo lasciati soli.
Forse fermarsi a riflettere sul fatto che la persona non è scappata in Madagascar ma si è TOLTA LA VITA potrebbe portare a qualcuno a farsi delle remore in più prima di sentenziare sulla vita degli altri.
ChristinaAemiliana
17-04-2010, 18:45
e in ultima a analisi mi domando : abbiamo cosi tanto atrofizzato il nostro lato umano che e' necessario un reggimento composto da psicologi, psicoterapeuti ( a volte maghi) perche' noi non siamo piu nemmeno in grado di avvicinarsi ad una persona con dei problemi e semplicemente "cum- patire"?
Sì, è vero che nella società attuale la compassione non sia più un valore molto sentito. E può anche darsi che una parte dei pazienti dei professionisti che hai nominato non dovrebbero necessariamente essere tali e che basterebbe loro il "calore umano", la vicinanza delle persone care, ma si siano rivolti a tale soluzione per necessità e in mancanza dell'alternativa. In altri casi, però, con la compassione non se ne esce, perché serve proprio un percorso delineato da una persona che è ben preparata a interpretare e comprendere la situazione e/o una cura farmacologica.
Uno deve arrivare dove sa che non fa danno soprattutto :p
Perchè sennò poi se capita qualcosa, nonostante le buone intenzioni, lui ne ha la responsabilità (senza contare che potrebbe pure farla pesare questa responsabilità alla persona in difficoltà, cosa PESSIMAAAAAA).
E' vero : ma a volte se una persona vuole aiutare un'altra persona deve anche sapere accettare questo peso (purchè non si tratti di una responsabilità legale)
(parlo per me) Se invece non sei forte abbbastanza per queste critiche allora forse l'aiuto che vuoi dare agli altri nasce da un tuo pio desiderio egoistico per soddisfare uno dei tuoi lati umani, ovvero la compassione.
MA a poco a che vedere con un desiderio altruistico.
anonimizzato
17-04-2010, 18:47
Non è egoismo o vigliaccheria, è una forma di disperato tentativo di ricerca di aiuto: il suicida si prefigge nella mente il gesto del suicidio perchè pensa che questo attiri FINALMENTE l'attenzione su di lui in modo che possa mostrare in modo liberatorio la sua situazione. Il meccanismo che sta dietro alla maggior parte dei suicidi è questo.
Infatti la gran parte di chi "tenta" il suicidio lo fà in realtà solo per attirare l'attenzione.
A queste persone dopo che gli si è domandato il perchè lo hanno fatto solitamente rispondono che non volevano veramente uccidersi.
p.s : ti garantisco che non e facile nemmeno per me digerire questo "peso" e il piu delle volte IO ne faccio larga indigestione.
E' vero : ma a volte se una persona vuole aiutare un'altra persona deve anche sapere accettare questo peso (purchè non si tratti di una responsabilità legale)
Basta procedere per passettini INI INI.....non fare l'elefante nel negozio di cristalli (e soprattutto non sfogarsi poi sulla persona che sta male).
(parlo per me) Se invece non sei forte abbbastanza per queste critiche allora forse l'aiuto che vuoi dare agli altri nasce da un tuo pio desiderio egoistico per soddisfare uno dei tuoi lati umani, ovvero la compassione.
Ma infatti la compassione sia che sia egoistica che non egoistica va bene, ma non deve mettere piede nel suddetto negozio di cristalli come il suddetto elefante :D
Sennò è caos e il caos non giova mai (a parte rari casi non predicibili e che non fanno statistica :D).
Sì, è vero che nella società attuale la compassione non sia più un valore molto sentito. E può anche darsi che una parte dei pazienti dei professionisti che hai nominato non dovrebbero necessariamente essere tali e che basterebbe loro il "calore umano", la vicinanza delle persone care, ma si siano rivolti a tale soluzione per necessità e in mancanza dell'alternativa. In altri casi, però, con la compassione non se ne esce, perché serve proprio un percorso delineato da una persona che è ben preparata a interpretare e comprendere la situazione e/o una cura farmacologica.
Sono d'accordo con il fatto che sia necessario appoggiarsi a strutture psichiatriche laddove necessario.
Ma in un ipotetica scala di "soccorsi" il primo gradino dovrebbe venire da chi ti sta intorno.
Il secondo "step" e' proprio il consiglio di chi ti sta intorno ad appoggiarsi a strutture psichiatriche.
In questa società a volte e' proprio il primo gradino che manca, con tuttes le conseguenze tragiche del caso.
E se manca questo primo gradino, a volte succedono casi come la persona descritta in questo thread.
L'uomo non nasce con la convinzione di voler morire.
( e chiudo con la retorica, perche' altrimenti divento anch'io un "perito del giorno dopo") :p.
Sono sincero, ammetto di vedere anch'io un po' di egoismo nel suicidio. Però certe considerazioni, come la mia, sono sicuramente prevenute perchè finchè non ci si trova in certe situazioni, è difficile sapere cosa passa per la testa e gli effetti e il peso delle difficoltà che iniziano a circondarti.
E' un dato di fatto, comunque, che negli ultimi tempi episodi simili siano aumentati; non posso immaginare la disperazione di un padre di famiglia che perde il lavoro e non vede possibilità future di recuperarlo. Siamo messi un po' male...
Insert coin
17-04-2010, 19:08
Che cappero di sfiga...
Però, impiccarsi con due figlie ed una moglie è da vigliacchi.
Spero che tu ti riferisca al fatto che non sia giusto provocare dolore a chi ti ama, avendo la certezza che ti ama, togliendoti la vita, e non al fatto che le stesse persone possano RIMETTERCI IN DENARO, perche' se ti riferisci al secondo caso e lo giudichi piu' importante del dramma personale che vive chi si toglie la vita allora il tuo post si commenta da solo.
Ma perche non glie l'hai detto quando era ancora vivo? cosi, tanto per capire.
Ma che cavolo di discorso è? :confused:
... disse il tizio con la pancia piena e le pantofole ai piedi.
Anche questo, che cavolo di discorso è? Se non ti torna quello che ho detto prima argomenta per favore..
Invece è un peso ulteriore...
Come un peso ulteriore? :confused:
E' lo stesso errore che fanno quelle persone che, avendo in famiglia un congiunto che soffre di depressione, pensano di fare bene cercando di "invogliarlo a reagire" con osservazioni del tipo "ma dai, non hai ragione di sentirti così, hai una bella vita, tante possibilità, devi farti forza, altrimenti ci fai preoccupare" e simili.
Beh scusa, cosa dovrebbero dirgli allora?
Come un peso ulteriore? :confused:
Beh scusa, cosa dovrebbero dirgli allora?
Ho già risposto prima a tutte queste cose, non hai letto? :mbe:
Io e Cristina stiamo dicendo le stesse cose ;)
ma infatti il problema e' proprio sentirsi in diritto di dire la propria su tutto e tutti...pur non avendo le conoscenze adeguate...
ad esempio, tu quanto ne sai di "depressione"?
Vedo che la state buttando sul personale.. bene. Non sono uno psicologo visto che ti interessa molto. Ma non mi pare di aver detto fesserie immani in precedenza. E' un'opinione, può essere giusta o sbagliata, è la filosofia base dei forum. Ed il fatto che tu non sia d'accordo con quello che dico non vuol dire necessariamente che sia errato.
Sono d'accordo con il fatto che sia necessario appoggiarsi a strutture psichiatriche laddove necessario.
Ma in un ipotetica scala di "soccorsi" il primo gradino dovrebbe venire da chi ti sta intorno.
Il secondo "step" e' proprio il consiglio di chi ti sta intorno ad appoggiarsi a strutture psichiatriche.Mentre non c'è alcunché di sbagliato nell'idea che le persone vicine al malato possano essergli d'aiuto, diresti a un diabetico di rivolgersi al medico per decidere terapia e dieta solo laddove necessario?
E se hai una ferita infetta non aspetti, mi auguro, di vedere se guarisce da sola. Come minimo ti rivolgi al farmacista, non certo all'amico del negozio di elettronica.
Il problema con le malattie mentali è che vengono percepite come immaginarie, quando non lo sono affatto, finendo così per non essere correttamente valutate o curate.
Vedo che la state buttando sul personale.. bene. Non sono uno psicologo visto che ti interessa molto. Ma non mi pare di aver detto fesserie immani in precedenza. E' un'opinione, può essere giusta o sbagliata, è la filosofia base dei forum. Ed il fatto che tu non sia d'accordo con quello che dico non vuol dire necessariamente che sia errato.
Ennò, queste sono questioni mediche, non si tratta di opinioni!
Nel caso di depressione clinicamente e psichiatricamente diagnostica il tuo discorso proprio non si applica ;)
Altrimenti anche tu confondi depressione con scoraggiamento.
Ennò, queste sono questioni mediche, non si tratta di opinioni!
Nel caso di depressione clinicamente e psichiatricamente diagnostica il tuo discorso proprio non si applica ;)
Altrimenti anche tu confondi depressione con scoraggiamento.
Ah ok, allora scrivetelo sul titolo, vietato l'ingresso ai non psicologi..
Ho espresso un'OPINIONE sul gesto estremo di suicidio. Non ho detto che quanto ho espresso è la verità assoluta. Devo essere uno psicologo per farlo? :confused:
Poi ovvio che uno psicologo può entrare più in dettaglio nell'argomento. Ma ciò vale per ogni thread.
Ah ok, allora scrivetelo sul titolo, vietato l'ingresso ai non psicologi..
Ho espresso un'OPINIONE sul gesto estremo di suicidio. Non ho detto che quanto ho espresso è la verità assoluta. Devo essere uno psicologo per farlo? :confused:
Parleresti di magia in una lezione di fisica anche se non sei fisico?
Sono sicuro di no.
Parleresti di magia in una lezione di fisica anche se non sei fisico?
Sono sicuro di no.
Magia ed opinioni non mi sembrano concetti equivalenti :confused:
Comunque sapete che vi dico? Vi saluto, lascio continuare la discussione a voi psicologi...
Byez.
Unrue, calma per cortesia.
Continuate a discutere in modo pacato e senza polemiche personali.
Magia ed opinioni non mi sembrano concetti equivalenti :confused:
Comunque sapete che vi dico? Vi saluto, lascio continuare la discussione a voi psicologi...
Byez.
Saluti! ;)
Non prendertela ma le categorie che applichi al suicidio ("egoismo") non sono diverse dall'usare la magia per spiegare la legge di Stevino.
Infatti io posso dire come opinione che la magia che c'è nel mare fa galleggiare certi corpi e che la fisica sbaglia.....è un'opinione, no?
Ragazzi, mi intrometto perche' sono un padre di famiglia che ha avuto la "fortuna" di non rimanere a casa a zero ore ma avere una cassa integrazione limitata a 6 ore giornaliere e il venerdi a casa.
Ora la situazione sta migliorando ma di poco (nel senso che faccio solo otto ore al giorno e si lavora anche il venerdi) ma credetemi... con uno stipendio da operaio non si va da nessuna parte.
Specialmente poi (e parlo di me) avendo moglie a casa, un bambino di 3 anni e un mutuo sulla casa che ti succhia via circa 600 euro mensili per 30 anni!
Posso assicurarvi che quando avevo bisogno mi son rivolto a tutti: dalle istituzioni ai privati..... nessuno che fattibilmente abbia dato una mano.... a parte un'associazione che aiuta povera gente....
Non mi vergongo a dirlo, ma in italia la crisi l'ha sentita e continua a viverla chi gia' lo era (operai, pensionati et similia).
E' 1 anno che faccio comunque domande di lavoro in giro (ho l'abilitazione a ragioniere-commercialista) e non trovo nulla... niente di niente... a 38 anni sei gia' vecchio e se non hai la solita pedata nel sedere non ti cagano manco di striscio. Ma questo e' un altro discorso.
Tornando a noi, posso dirvi che effettivamente essere operaio oggi in italia e' da incubo, se poi hai mutui, affitti e la moglie che non trova lavoro, la disperazione sale alle stelle.
Posso quindi capire benissimamente come si sia sentito quel pover uomo li'.... e non sto scherzando, ma la disperazione e' tanta.....
Ok chiedo scusa.
Volevo solo ribadire il concetto base dei forum, ovvero si esprime una opinione, anche senza essere esperti dell'argomento. Se uno lo è ovviamente meglio, ma quanti sono realmente esperti degli argomenti cui intervengono? Poi se quanto detto è errato verrà corretto durante la discussione.
Ciao ciao.
Mentre non c'è alcunché di sbagliato nell'idea che le persone vicine al malato possano essergli d'aiuto, diresti a un diabetico di rivolgersi al medico per decidere terapia e dieta solo laddove necessario?
E se hai una ferita infetta non aspetti, mi auguro, di vedere se guarisce da sola. Come minimo ti rivolgi al farmacista, non certo all'amico del negozio di elettronica.
Il problema con le malattie mentali è che vengono percepito come immaginarie, quando non lo sono affatto, finendo così per non essere correttamente valutate o curate.
Sono d'accordo e' l'ho scritto nel mio post : la psicologia e' nata per questo e sarebbe stupido non utilizare tale strumento.
Ma bisogna prestare attenzione a non voler catalogare come "problemi psicologici" anche magari qualcosa che invece non è un problema che è nell'uomo , ma invece qualcosa che è esterno e l'ha portato a tale gesto.
Come gia detto prima l'uomo non nasce con il desiderio di farsi del male (esiste l'istinto di autoconservazione, fortunatamente) : a volte invece bisogna avere il coraggio di denunciare cio che sta attorno all'uomo e lo spinge a tale gesto.
Ma bisogna prestare attenzione a non voler catalogare come "problemi psicologici" anche magari qualcosa che invece non è un problema che è nell'uomo , ma invece qualcosa che è esterno e l'ha portato a tale gesto.
Infatti di solito è un'interazione (molto complessa) fra le due cose a creare problemi e disgraziatamente certi esiti ;)
Magia ed opinioni non mi sembrano concetti equivalenti :confused:
Comunque sapete che vi dico? Vi saluto, lascio continuare la discussione a voi psicologi...
Byez.
Ma no, dai non andartene...
L'ho scritto nel mio primo post : a volte su certi discorsi sono "abbastanza sensibile" : la tua certo era un opinione e tutti su questo forum hanno il diritto di esprimere le loro opinioni senza essere aggrediti.
Pertanto ti faccio le mie scuse se sono stato aggressivo.
Infatti di solito è un'interazione (molto complessa) fra le due cose a creare problemi e disgraziatamente certi esiti ;)
Questo e' un argomento molto interessante e se lo esporresti avremmo tutti quanti a che beneficiarne.
Questo e' un argomento molto interessante e se lo esporresti avremmo tutti quanti a che beneficiarne.
Ogni patologia/disfunzione psichica che non sia conseguente a danni neurali nasce dall'interazione della persona con l'ambiente (dalla madre in su) a partire dalla prima infanzia in poi, sia che siano vere e proprie psicosi sia che siano disturbi meno gravi.
Un caso "al limite" (fra problema psichico e problema neurologico) sono gli autistici gravi (o alcuni casi di schizofrenia), ma non parliamo certo della maggior parte delle persone.
Ragazzi, mi intrometto perche' sono un padre di famiglia che ha avuto la "fortuna" di non rimanere a casa a zero ore ma avere una cassa integrazione limitata a 6 ore giornaliere e il venerdi a casa.
Ora la situazione sta migliorando ma di poco (nel senso che faccio solo otto ore al giorno e si lavora anche il venerdi) ma credetemi... con uno stipendio da operaio non si va da nessuna parte.
Specialmente poi (e parlo di me) avendo moglie a casa, un bambino di 3 anni e un mutuo sulla casa che ti succhia via circa 600 euro mensili per 30 anni!
Posso assicurarvi che quando avevo bisogno mi son rivolto a tutti: dalle istituzioni ai privati..... nessuno che fattibilmente abbia dato una mano.... a parte un'associazione che aiuta povera gente....
Non mi vergongo a dirlo, ma in italia la crisi l'ha sentita e continua a viverla chi gia' lo era (operai, pensionati et similia).
E' 1 anno che faccio comunque domande di lavoro in giro (ho l'abilitazione a ragioniere-commercialista) e non trovo nulla... niente di niente... a 38 anni sei gia' vecchio e se non hai la solita pedata nel sedere non ti cagano manco di striscio. Ma questo e' un altro discorso.
Tornando a noi, posso dirvi che effettivamente essere operaio oggi in italia e' da incubo, se poi hai mutui, affitti e la moglie che non trova lavoro, la disperazione sale alle stelle.
Posso quindi capire benissimamente come si sia sentito quel pover uomo li'.... e non sto scherzando, ma la disperazione e' tanta.....
Espongo quello che è il mio piccolo contributo in questo campo :
Al mio paesiello c'e un associazione chiamata Mutuo Soccorso. : negli anni passati era forse molto piu in voga come associazione : pero' ultimamente si sta dando (nel suo piccolo) da fare.
Forse sto dicendo banalità e gia provato a contattarle, ma magari esistono tali forme di associazioni anche dove vivi tu.
Espongo quello che è il mio piccolo contributo in questo campo :
Al mio paesiello c'e un associazione chiamata Mutuo Soccorso. : negli anni passati era forse molto piu in voga come associazione : pero' ultimamente si sta dando (nel suo piccolo) da fare.
Forse sto dicendo banalità e gia provato a contattarle, ma magari esistono tali forme di associazioni anche dove vivi tu.
L'unica che abbia fatto qualcosa qui da me e' stata la caritas...
Kharonte85
17-04-2010, 23:15
Si dovrebbe sempre considerare l'area lavorativa come molto importante per il benessere psicologico, invece è evidente come questa importanza si manifesta con tutto il suo peso solo nel momento in cui si passa alla disoccupazione e ci si rende conto che c'è una reale difficoltà nel reinserirsi nel mercato del lavoro e "ripensarsi" in altri ruoli.
L'evento della perdita del lavoro è vissuto spesso come un trauma che viene subito seguito dalle difficoltà economiche, dalla preoccupazione rispetto al mantenimento di se stessi del partner e dei figli, dal progressivo deterioramento dell’immagine di sé, perdita dell'autostima, aumento della frustrazione, perdità dell'identità ecc ecc... tutti fattori che vanno a minare l'equilibrio psichico.
Ovviamente le variabili psicologiche che entrano in gioco in queste situazioni possono essere infinite e dipendono dalle caratteristiche e risorse dell'individuo (la storia personale, il vissuto, la personalità ecc...) e dell'ambiente in cui vive (con ambiente intendo tutto: famiglia, contesto culturale, servizi sociali, le istituzioni ecc...). In linea generale i dati che abbiamo a disposizione suggeriscono che aumentano le possibilità di sviluppare un disturbo d'ansia e depressione ed aumenta anche il rischio suicidio.
Per quanto riguarda le motivazioni psicologiche che sottendono al suicidio:
"Il suicidio è il risultato di un dialogo interiore; la mente passa in rassegna tutte le opzioni per risolvere un certo problema che causa sofferenza estrema. Emerge il tema del suicidio e la mente lo rifiuta e continua la verifica delle opzioni. Trova il suicidio, lo rifiuta di nuovo; ma alla fine, fallite tutte le altre possibilità, la mente accetta il suicidio come soluzione, lo pianifica, lo identifica come l’unica risposta, l’unica opzione disponibile.
Questi soggetti si presentano spesso depressi ma la loro condizione e’ il risultato di una reazione ad un fatto che li ha feriti e traumatizzati emotivamente. Può succedere dunque che questo accada anche in presenza della depressione ma non necessariamente si deve considerare il rischio di suicidio correlato alla depressione, bensì possono esistere due dimensioni separate che si intersecano: quella della depressione e quella della suicidalità. Quest’ultima caratterizzata dal dolore mentale insopportabile e della visione tunnel, ossia il poter vedere solo in una sola direzione e mai altre opzioni a disposizione. Questi individui pensano con una logica molto diversa da quella comune, un pensiero dicotomico nel quale il range delle opzioni e’ ristretto a due: poter risolvere magicamente il proprio dolore (impossibile) oppure suicidarsi (possibile). Gli eventi avversi o spiacevoli della vita di tutti i giorni che spesso ci causano sofferenza derivano dalla mancata soddisfazione e frustrazione di bisogni psicologici che ognuno di noi possiede, con sfumature molto particolari e del tutto personali. Come nel caso dei bisogni fisici, anche per i bisogni psicologici la frustrazione si traduce in una sofferenza sempre maggiore soprattutto nel caso di quei bisogni che riteniamo fondamentali per la nostra esistenza. Se questi bisogni psicologici vitali non vengono soddisfatti, l’individuo giunge a mettere in discussione la sua vita pur di alleviare il dolore derivante della frustrazione di questi bisogni.
Il suicidio è meglio comprensibile non come desiderio di morte, ma in termini di cessazione del flusso delle idee, come la completa cessazione del proprio stato di coscienza e dunque risoluzione del dolore psicologico insopportabile. il suicidio è meglio comprensibile se considerato non come un movimento verso la morte ma come un movimento di allontanamento da qualcosa che è sempre lo stesso: emozioni intollerabili, dolore insopportabile o angoscia inaccettabile, in breve psychache. Se dunque si riesce a ridurre, ad intaccare e a rendere più accettabile il dolore psicologico quell’individuo sceglierà di vivere."
Maurizio Pompili, medico psichiatra e suicidologo
http://www.psychomedia.it/pm/answer/suicid/pompili6.htm
Il grassettato è fondamentale per capire il perchè si arriva al gesto estremo ma anche per cercare di comprendere evitando i giudizi: pensate a quanto intenso debba essere un dolore psichico se ti conduce a non sentire altro, come un rumore assordante che copre gli altri suoni, e ad annullare te stesso pur di sopprimerlo.
Ecco un vero esperto e che è psicologo come lavoro :D
Domanda mia a te: sbaglio o no a pensare che persone tendenti alla schizofrenia non hanno possibilità di suicidarsi secondo il meccanismo esposto sopra proprio perchè il flusso di idee manca a monte così come il "dialogo" con sè dato che il sè è ormai destrutturato?
Paradossalmente parlando uno schizofrenico è in una botte di ferro da questo punto di vista.....peccato che sia poi il suo rapporto con la realtà sia completamente alterato :p
E nel caso di persone autistiche? Qual'è l'incidenza del fenomeno e le sue eventuali dinamiche?
Kharonte85
17-04-2010, 23:37
Ecco un vero esperto e che è psicologo come lavoro :D
Domanda mia a te: sbaglio o no a pensare che persone tendenti alla schizofrenia non hanno possibilità di suicidarsi secondo il meccanismo esposto sopra proprio perchè il flusso di idee manca a monte così come il "dialogo" con sè dato che il sè è ormai destrutturato?
Paradossalmente parlando uno schizofrenico è in una botte di ferro da questo punto di vista :D
Se non ricordo male circa il 10% degli schizofrenici si suicida (prima o poi), pero' giustamente come dici tu in questi siamo di fronte a casi diversi dove il flusso del pensiero è compromesso: ad esempio ad uno schizofrenico potrebbe capitare che durante le sue allucinazioni uditive senta voci che gli impongono il suicidio.
Edit: sull'autismo al momento non ho dati statistici sull'incidenza del suicidio dovrei cercare per vedere se trovo qualcosa, il suicidio capita con persone autistiche che hanno un "alto livello di funzionamento", per gli altri sono più elevati gli "incidenti".
Ho aggiuto la parte sugli autistici dopo se vuoi soddisfarmi la curiosità :p
Se non ricordo male circa il 10% degli schizofrenici si suicida (prima o poi), pero' giustamente come dici tu in questi siamo di fronte a casi diversi dove il flusso del pensiero è compromesso: ad esempio ad uno schizofrenico potrebbe capitare che durante le sue allucinazioni uditive senta voci che gli impongono il suicidio.
Perfetto, ma il contenuto di simili allucinazioni dovrebbe essere casuale oppure è pseudocasuale e in qualche modo si riallaccia a "tormenti" legati al flusso del pensiero non ancora completamente compromesso?
Non capisco il ragionamento di chi dice che il fatto di avere moglie e figli avrebbe dovuto spingerlo a non suicidarsi.
È proprio il fatto di avere moglie e figli, e il senso di responsabilità conseguente, che l'ha spinto a suicidarsi.
Fosse stato solo, probabilmente si sarebbe adattato a dormire in macchina, o sarebbe emigrato per rifarsi una vita all'estero.
Quando non hai sulle spalle responsabilità verso altre persone la vita è più semplice.
ChristinaAemiliana
18-04-2010, 00:10
Sono d'accordo con il fatto che sia necessario appoggiarsi a strutture psichiatriche laddove necessario.
Ma in un ipotetica scala di "soccorsi" il primo gradino dovrebbe venire da chi ti sta intorno.
Il secondo "step" e' proprio il consiglio di chi ti sta intorno ad appoggiarsi a strutture psichiatriche.
In questa società a volte e' proprio il primo gradino che manca, con tuttes le conseguenze tragiche del caso.
E se manca questo primo gradino, a volte succedono casi come la persona descritta in questo thread.
L'uomo non nasce con la convinzione di voler morire.
( e chiudo con la retorica, perche' altrimenti divento anch'io un "perito del giorno dopo") :p.
Allora ti rispondo senza retorica. :D
Sulla "scala di soccorsi" siamo d'accordo, ma occorre giustamente distinguere che genere di soccorso sia poi veramente necessario alla controparte.
Finché si tratta del primo gradino, ho concordato sul fatto che nella società odierna sia diventato difficile procacciarselo. Onestamente, però, non so quanto questo fenomeno dipenda da un incattivimento dell'essere umano in sé o, per contro, dell'ambiente in cui esso è immerso. In sostanza, siamo diventati più stronzi ed egoisti o piuttosto sono le condizioni al contorno che ci hanno deprivati di gran parte delle occasioni adatte a stabilire una connessione e formare un'empatia? Siamo sempre di corsa, sempre stressati al massimo, le famiglie sono diventate nuclei ridottissimi in cui è già tanto se ci si incrocia per il tempo di un pasto, non esistono quasi più le amicizie che durano una vita, gli amori non ne parliamo, tutto evolve in frettissima e non si ha il tempo per ascoltare se stessi, figuriamoci gli sconosciuti...beh, credo di essermi spiegata. Francamente, penso che la capacità di provare compassione e prestare attenzione al prossimo sia la stessa che ci caratterizzava ieri, semplicemente è meno esercitata, perché a un certo punto se in prima persona sei oberato di problemi e pensieri allora scatta l'istinto di autoconservazione (proprio lo stesso che hai citato tu!) e le tue risorse vengono dedicate di conseguenza. Ecco, questo è circa ciò che percepisco io, diventiamo egoisti perché ci sentiamo costantemente in una posizione instabile e diventiamo aggressivi perché abbiamo poche sicurezze. :boh:
Detto questo, è indubbio che sarebbe umanamente auspicabile cercare di offrire questo famoso "come stai, vuoi parlarne?" almeno a chi ci sta immediatamente intorno. Bada però che te lo sto dicendo da una posizione estremamente vincolata: io sono una di quelle persone che, avendo un'apparenza solida, razionale ed equilibrata (dico "apparenza" non perché si tratti di sola forma senza sostanza o peggio che si mostri una personalità fittizia ma per sottolineare che avere quelle caratteristiche caratteriali lì non equivale a essere invulnerabili o a non poter essere turbati! :D), vengono cercate appositamente per parlare, per confidarsi e chiedere consiglio. Per questa ragione, e perché sinceramente ti confesso che molte volte la soddisfazione di queste richieste mi costa e mi pesa e pure che in alcuni frangenti ho cercato di svicolare, non me la sento di risponderti "guarda hai ragionissima, anche io farei, anche io offrirei, anche io cercherei di aiutare"...anzi devo dire che partendo di mia iniziativa ho aiutato davvero poco probabilmente nella mia vita, ma sarebbe disonesto sostenere che sia stato perché la "benzina" me l'avevano consumata già quelli che chiedevano per primi...semplicemente, non posso saperlo. :D
Passando finalmente al secondo gradino, devo osservare che non è detto che chi si trovi qui provenga per forza dal primo, cioè che sia finito ad avere bisogno di cure perché nessuno gli ha offerto una spalla in precedenza...è una possibilità, ma dubito sia l'unica, c'è gente che purtroppo si ammala anche se "razionalmente" non ne avrebbe ragione e pur essendo piena di parenti e amici amorevoli e solleciti. A quel punto lì, il primo gradino è inutile, perché non c'è un problema concreto contingente (o magari c'è ma è stato solo la causa scatenante), c'è soprattutto il disturbo che va affrontato e curato, e anche "parlarne" tra congiunti non sarebbe stato comunque risolutivo in quanto si rendono necessarie conoscenze specialistiche adatte a identificare il reale problema (che chissà dove è radicato).
E quando si arriva a quel punto, per quanto mi riguarda, come dicevo prima non mi sento di poter essere d'aiuto, non solo per questioni di inadeguatezza legata al fatto che non conosco la materia, ma anche (e probabilmente, soprattutto) perché non me la sento più. Non fraintendermi eh, ammiro tantissimo chi fa del volontariato in questo senso e sono convinta che si tratti di persone molto migliori di me, tuttavia allo stesso tempo è come se, dopo aver vissuto in prima persona la patologia (piuttosto seria e straniante, peraltro) della persona cara a cui ho accennato, il "peso" della situazione che affronterei non fosse adeguatamente bilanciato dalla convinzione (reale e presente!) che si tratti di un gesto umano, nobile, giusto, che arricchisce chi lo compie, e dalla motivazione che dovrebbe scaturirne. :fagiano:
Oddio, ma quanto ho scritto? :stordita:
Beh scusa, cosa dovrebbero dirgli allora?
"E' ora di cercare aiuto da un professionista"? :boh:
Ove necessario, bisogna pur riconoscere che da soli (o con l'aiuto delle persone care) non se ne esce.
Ecco, questo è circa ciò che percepisco io, diventiamo egoisti perché ci sentiamo costantemente in una posizione instabile e diventiamo aggressivi perché abbiamo poche sicurezze.
E a chi le chiede diamo del paranoico :asd:
Oppure perchè cogliamo l'occasione di esserlo (aggressivi) per sfogare sul malcapitato di turno quello che altri ci hanno fatto, a partire dalla famiglia (sia come fonte che come destinatario dell'aggressività).
E la cosa peggiore è che invece di essere spavaldamente aggressivi nascondiamo (prima di tutto con noi stessi e poi gli altri) l'aggressività sotto un manto di sforzi nobili per non guardarla in faccia per quello che è calandoci in un contesto subdolo e deviato.
Quindi non si salvano né gli egoisti né i finti altruisti (specie peggiore dei primi A MIO PARERE ED ESPERIENZA perchè automaticamente subdoli magari anche senza voler poi essere realmente malvagi, che è una cosa piuttosto rara, circoscritta a casi di psicotici).
Peccato che così inizi una reazione a catena e non devo certo spiegare io a te cosa sia..... e tutto dipende dagli elementi della catena e da cosa e come sono colpiti (quantità di moto, sezione d'urto).
il "peso" della situazione non fosse adeguatamente bilanciato dalla convinzione (reale e presente!) che si tratti di un gesto umano, nobile, giusto, che arricchisce chi lo compie, e dalla motivazione che dovrebbe scaturirne. :fagiano:
E' semplicemente un investimento umano, "nobiltà", "giustizia" e "arricchimento interiore" preferisco lasciarle a chi vive di retorica.....e convinzioni appunto: il reciproco sostegno è ben più di una convinzione, è naturale perno di un gruppo umano, dalla coppia alla società tutta.
Questo nei limiti dell'umanamente tollerabile, vedi post di sopra.
io sono una di quelle persone che, avendo un'apparenza solida, razionale ed equilibrata (dico "apparenza" non perché si tratti di sola forma senza sostanza o peggio che si mostri una personalità fittizia ma per sottolineare che avere quelle caratteristiche caratteriali lì non equivale a essere invulnerabili o a non poter essere turbati! )
A parte questo, la solidità, la razionalità e l'equilibrio non implicano automaticamente buone capacità/intenzioni/disposizioni a livello empatico.
Possono benissimo essere un vestito cucitosi addosso in anni di sforzo senza per questo finire in ipotesi di personalità sdoppiata da una parte o "animo nobile" dall'altro.....mica viviamo in un mondo manicheo di estremi.
Ma sai se magari qualcuno semplicemente avesse detto a questa persona "come va? tutto bene? ti va di parlarne?" un po prima magari a questo non si sarebbe giunti.
Il fatto e' che le persone (come precisamente in questo thread) devono giudicare :siamo veramente dei gran pontificatori (o meglio, io la chiamo i "periti" degli incidenti, quelli che ti fanno la disanima fredda di cosa e' avvenuto, ma dopo) perche' il giudizio ti fa sentire migliore, il pontificare ti fa sentire "meglio dell'altro".
E allora magari un giorno qualcuno ci scriverà un libro, o magari un film, perche cosi hai alimentato il tuo cazzo di ego personale con questa storia.
Intanto questo e' morto e in questa società che vige la regola "isolati dal resto" nessuno realmente ha avuto il semplice coraggio di avvicinarsi a questa persona.
Che poi, ricollegandomi al tuo post, voglio fare notare l'ipocrosia di questa società: mette in condizione l'individuo di suicidarsi con pressioni psicologiche e sociali, ma condanna il suicidio e non mette a disposizione metodi indolori e rapidi per far finire la propria vita... :muro:
ODIO questa ipocrisia! :muro:
MAI insultare chi compie verso se stesso un gesto estremo come quello.
Capisco il discorso sulla moglie e i figli ma dare del vigliacco ad una persona che decide di TOGLIERSI LA VITA è un lusso che nessuno si dovrebbe permettere.
Lo dico senza spirito di polemica sia ben chiaro.
Concordo.
Togliersi la vita è un atto di ESTREMO coraggio, altro che vigliaccheria.
Kharonte85
18-04-2010, 10:40
Concordo.
Togliersi la vita è un atto di ESTREMO coraggio, altro che vigliaccheria.
Io direi piuttosto che il suicidio in queste situazioni è un atto estremo di disperazione.
Il discorso sul coraggio/vigliaccheria è assolutamente fuorviante, anche perchè introduce un elemento di giudizio e non spiega niente dei motivi che portano al suicidio.
Che poi, ricollegandomi al tuo post, voglio fare notare l'ipocrosia di questa società: mette in condizione l'individuo di suicidarsi con pressioni psicologiche e sociali, ma condanna il suicidio e non mette a disposizione metodi indolori e rapidi per far finire la propria vita... :muro:
ODIO questa ipocrisia! :muro:
Infatti.
Odio questa pschiatrizzazione di tutto.
Ci sono persone disperate alle quali serve un rimedio non uno psico che gli spieghi che la fame e' bella.
E per ora si suicidano. continuiamo cosi' e molti faranno come negli USA.
Ragazzi, mi intrometto perche' sono un padre di famiglia che ha avuto la "fortuna" di non rimanere a casa a zero ore ma avere una cassa integrazione limitata a 6 ore giornaliere e il venerdi a casa.
Ora la situazione sta migliorando ma di poco (nel senso che faccio solo otto ore al giorno e si lavora anche il venerdi) ma credetemi... con uno stipendio da operaio non si va da nessuna parte.
Specialmente poi (e parlo di me) avendo moglie a casa, un bambino di 3 anni e un mutuo sulla casa che ti succhia via circa 600 euro mensili per 30 anni!
Posso assicurarvi che quando avevo bisogno mi son rivolto a tutti: dalle istituzioni ai privati..... nessuno che fattibilmente abbia dato una mano.... a parte un'associazione che aiuta povera gente....
Non mi vergongo a dirlo, ma in italia la crisi l'ha sentita e continua a viverla chi gia' lo era (operai, pensionati et similia).
E' 1 anno che faccio comunque domande di lavoro in giro (ho l'abilitazione a ragioniere-commercialista) e non trovo nulla... niente di niente... a 38 anni sei gia' vecchio e se non hai la solita pedata nel sedere non ti cagano manco di striscio. Ma questo e' un altro discorso.
Tornando a noi, posso dirvi che effettivamente essere operaio oggi in italia e' da incubo, se poi hai mutui, affitti e la moglie che non trova lavoro, la disperazione sale alle stelle.
Posso quindi capire benissimamente come si sia sentito quel pover uomo li'.... e non sto scherzando, ma la disperazione e' tanta.....
Chiedo scusa per la divagazione, ma se sapevi di queste condizioni, perché hai fatto un figlio? :stordita:
Chiedo scusa per la divagazione, ma se sapevi di queste condizioni, perché hai fatto un figlio? :stordita:
Proletario: colui che ha solo la prole.
I Padroni di oggi ci vogliono togliere anche il diritto ad avere figli?
anonimizzato
18-04-2010, 11:06
Concordo.
Togliersi la vita è un atto di ESTREMO coraggio, altro che vigliaccheria.
Io non lo ritengo un atto di coraggio, ne di vigliaccheria.
Si tratta di profondo dolore e disperazione che porta l'individuo ad annullare se stesso tramite l'ultimo e unico strumento che gli è rimasto (o che lui è indotto a credere).
Ripeto: capisco il dramma di moglie e figli ma se neghiamo all'individuo pure la libertà morale di terminare la sua vita allora c'è qualcosa di profondamente distorto e perverso nel nostro modo di concepire la vita stessa e la società in cui viviamo.
In pratica tu DEVI continuare ad esistere (anche soffrendo) perchè la comunità, intesa prima come famiglia e poi come società civile, te lo IMPONE, che ti piaccia o no.
Trovo in quelli che bollano il suicidio come atto di vigliaccheria un atteggiamento barbaro di superiorità e disprezzo nei confronti delle vite degli altri.
Io non lo ritengo un atto di coraggio, ne di vigliaccheria.
Si tratta di profondo dolore e disperazione che porta l'individuo ad annullare se stesso tramite l'ultimo e unico strumento che gli è rimasto (o che lui è indotto a credere).
Ripeto: capisco il dramma di moglie e figli ma se neghiamo all'individuo pure la libertà morale di terminare la sua vita allora c'è qualcosa di profondamente distorto e perverso nel nostro modo di concepire la vita stessa e la società in cui viviamo.
In pratica tu DEVI continuare ad esistere (anche soffrendo) perchè la comunità, intesa prima come famiglia e poi come società civile, te lo IMPONE, che ti piaccia o no.
Trovo in quelli che bollano il suicidio come atto di vigliaccheria un atteggiamento barbaro di superiorità e disprezzo nei confronti delle vite degli altri.
Io la penso come Seneca.
Riesco a sopportare molto sapendo di avere sempre una via di uscita.
Se un giorno le cose si metteranno male ritengo mio diritto scendere alla prima fermata.
Ho obblighi verso la societa'?
Bene, in questo caso arrestate la salma.
anonimizzato
18-04-2010, 11:12
Proletario: colui che ha solo la prole.
I Padroni di oggi ci vogliono togliere anche il diritto ad avere figli?
Perchè di fatto non è così?
Già prima della crisi quanto era difficile mandare avanti una famiglia anche con un solo figlio per una larga fetta della popolazione?
Perchè ormai la gente TEME di sposarsi e di fare figli?
Cosa accade sul lavoro alla donna che rimane a casa in maternità?
Vengono pian piano poste le basi economiche e sociali al fine da costringere il singolo a pensare "24/7" alla propria sopravvivenza.
Attenzione ho detto sopravvivenza non vita.
Tu come persona non esisti più, servono le tue braccia, le tue gambe e il tuo cervello per creare ricchezza che poi NON verrà ridistribuita.
E se poi decidi di non stare più a questo gioco beh allora sai cosa ti dicono?
Che sei un vigliacco.
Perchè di fatto non è così?
Già prima della crisi quanto era difficile mandare avanti una famiglia anche con un solo figlio per una larga fetta della popolazione?
Perchè ormai la gente TEME di sposarsi e di fare figli?
Cosa accade sul lavoro alla donna che rimane a casa in maternità?
Vengono pian piano poste le basi economiche e sociali al fine da costringere il singolo a pensare "24/7" alla propria sopravvivenza.
Attenzione ho detto sopravvivenza non vita.
Tu come persona non esisti più, servono le tue braccia, le tue gambe e il tuo cervello per creare ricchezza che poni NON verrà ridistribuita.
E se poi decidi di non stare più a questo gioco beh allora sai cosa ti dicono?
Che sei un vigliacco.
Se la gente non avesse fatto figli inmomenti di difficolta' nessuno di noi sarebbe qui.
I nostri avi, per millenni, hanno dovuto pensare alla loro sopravvivenza.
Ci siamo illusi a causa di un effimero periodo di benessere ma la vita sta tornando ad essere pura sopravvivenza.
Non e' una crisi, e' il ritorno alla normalita'.
Io direi piuttosto che il suicidio in queste situazioni è un atto estremo di disperazione.
Il discorso sul coraggio/vigliaccheria è assolutamente fuorviante, anche perchè introduce un elemento di giudizio e non spiega niente dei motivi che portano al suicidio.
Concordo con te, però se analizziamo l'atto in se lasciando temporaneamente da parte le motivazioni contingenti, si nota come suicidarsi sia effettivamente difficile. Sia mentalmente (aka la vita è dura e voglio suicidarmi, ma non ho nessuna voglia di informarmi sui metodi più efficienti) che fisicamente (buttarsi, per quanto fisicamente facile è difficile perché il corpo combatte per impedirti di farlo). Ecco perché dicevo che serve tanto, tantissimo coraggio e forza interiore per suicidarsi.
Proletario: colui che ha solo la prole.
I Padroni di oggi ci vogliono togliere anche il diritto ad avere figli?
Un attimo, però: ti faccio notare che la prole non è un oggetto, ma sono esseri umani senzienti che soffrono per l'incapacità della famiglia di garantirgli uno stile di vita, almeno fino alla maggiore età, che è giusto che un ragazzo abbia in questa società...
Se poi consideri i figli come oggetti per il tuo personale piacere (oooh, che bel faccino! Che angioletto. Mi viene da baciarlo tutto! Che carino, è caduto mentre tentava di camminare!) allora francamente non mi stupisco che poi i ragazzi si suicidino (non so se ti ricordi il sedicenne che si è lanciato dalla finestra qualche mese fa... )... :muro:
Io non lo ritengo un atto di coraggio, ne di vigliaccheria.
Si tratta di profondo dolore e disperazione che porta l'individuo ad annullare se stesso tramite l'ultimo e unico strumento che gli è rimasto (o che lui è indotto a credere).
Ripeto: capisco il dramma di moglie e figli ma se neghiamo all'individuo pure la libertà morale di terminare la sua vita allora c'è qualcosa di profondamente distorto e perverso nel nostro modo di concepire la vita stessa e la società in cui viviamo.
In pratica tu DEVI continuare ad esistere (anche soffrendo) perchè la comunità, intesa prima come famiglia e poi come società civile, te lo IMPONE, che ti piaccia o no.
Trovo in quelli che bollano il suicidio come atto di vigliaccheria un atteggiamento barbaro di superiorità e disprezzo nei confronti delle vite degli altri.
Sono d'accordo. Il mio commento sul coraggio era soltanto riferito al fatto in se non al perché del fatto. ;)
Comunque, concordo sull'obbligo di vivere, una delle cose più assurde del nostro mondo. :muro:
Io la penso come Seneca.
Riesco a sopportare molto sapendo di avere sempre una via di uscita.
Se un giorno le cose si metteranno male ritengo mio diritto scendere alla prima fermata.
[B]Ho obblighi verso la societa'?
Bene, in questo caso arrestate la salma.
Bellissima questa frase!!! :sbonk: :sbonk: :D
Concordo con te, però se analizziamo l'atto in se lasciando temporaneamente da parte le motivazioni contingenti, si nota come suicidarsi sia effettivamente difficile. Sia mentalmente (aka la vita è dura e voglio suicidarmi, ma non ho nessuna voglia di informarmi sui metodi più efficienti) che fisicamente (buttarsi, per quanto fisicamente facile è difficile perché il corpo combatte per impedirti di farlo). Ecco perché dicevo che serve tanto, tantissimo coraggio e forza interiore per suicidarsi.
[B]Un attimo, però: ti faccio notare che la prole non è un oggetto, ma sono esseri umani senzienti che soffrono per l'incapacità della famiglia di garantirgli uno stile di vita, almeno fino alla maggiore età, che è giusto che un ragazzo abbia in questa società...
Se poi consideri i figli come oggetti per il tuo personale piacere (oooh, che bel faccino! Che angioletto. Mi viene da baciarlo tutto! Che carino, è caduto mentre tentava di camminare!) allora francamente non mi stupisco che poi i ragazzi si suicidino (non so se ti ricordi il sedicenne che si è lanciato dalla finestra qualche mese fa... )... :muro:
Sono d'accordo. Il mio commento sul coraggio era soltanto riferito al fatto in se non al perché del fatto. ;)
Comunque, concordo sull'obbligo di vivere, una delle cose più assurde del nostro mondo. :muro:
Bellissima questa frase!!! :sbonk: :sbonk: :D
La crisi, che non e' una crisi temporanea, c'insegnera' che non si viene al mondo per conformarsi ad uno stile di vita ma solo per vivere.
La poverta' imminente c'insegnera a riscoprire il valore della vita in se stessa.
La disperazione nasce dall'emarginazione e dall'isolamento non da una dignitosa poverta' in mezzo ai poveri.
La crisi, che non e' una crisi temporanea, c'insegnera' che non si viene al mondo per conformarsi ad uno stile di vita ma solo per vivere.
*
Ma essendoci chi fa propaganda dello stile di vita e non della vita (dall'idealista all'edonista) tutto sarà sempre ricoperto da una sottile bugia.
Ed è questa per me la fonte della disperazione (che ci sarà sempre una bugia a coprire tutto), non la "cruda situazione disperata".
anonimizzato
18-04-2010, 11:51
Se la gente non avesse fatto figli inmomenti di difficolta' nessuno di noi sarebbe qui.
quindi?
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