View Full Version : semipresidenzialismo alla francese...
In questi giorni i mass media ci bombardano con questa notizia: "si al SAF! no al SAF! si al SAF ma senza slogan! si, no, su, giù, dentro e fuori!"
ma che è????
In parole povere che cos'é? E perchè lui si batte per averlo? :mbe:
è il nuovo bisogno urgentissimo dell'Italia!
un nuovo specchietto per le allodole per parlare di altro intanto che la barca affonda.
>|HaRRyFocKer|
10-04-2010, 11:28
Berlusconi vuole fare tutte le cariche pubbliche possibili. Quindi anche il presidente della repubblica.
perchè è il popolo che lo vuole.. :O
whistler
10-04-2010, 11:36
In questi giorni i mass media ci bombardano con questa notizia: "si al SAF! no al SAF! si al SAF ma senza slogan! si, no, su, giù, dentro e fuori!"
ma che è????
In parole povere che cos'é? E perchè lui si batte per averlo? :mbe:
un nuovo modo per attaccare giudici e chiunque si opponga alla sua impunità e voglia di sbattersene di tutto e tutti. con più potere potrebbe gestirsi meglio i suoi problemi , già gestiti con leggi ad personam INDEGNE di un paese civile...
ragazzi mi potete spiegare per favore cosa significa? quale è la legge che vorrebbe fare Berlusconi e cosa dice di diverso Gianfranco Fini? con la dicitura alla francese non capisco
Sinclair63
10-04-2010, 12:49
ragazzi mi potete spiegare per favore cosa significa?
http://xs.to/image-794E_4BC08479.jpg
ragazzi mi potete spiegare per favore cosa significa? quale è la legge che vorrebbe fare Berlusconi e cosa dice di diverso Gianfranco Fini? con la dicitura alla francese non capisco
beh, il sistema semipresidenzialista alla francese è bastato su un presidente eletto direttamente, a doppio turno, e su un capo del governo nominato dal pdr ma che deve avere la fiducia del parlamento, per cui ci può essere la cosìddetta "coabitazione", ossia un presidente della repubblica di una parte politica e un primo ministro di un altra parte politica. E' successo con chirac-jospin, ma anche con miterand-chirac. Il sistema francese, elettoralmente, è radicato sul doppio turno. Senza doppio turno non si può certo dire di avere un "presidenzialismo alla francese".
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La repubblica semipresidenziale o semipresidenzialismo o "a tendenza presidenziale" è una forma di governo. In una repubblica semipresidenziale, il governo si trova a dipendere dalla fiducia di due organi designati da due differenti consultazioni elettorali, il Presidente della Repubblica e il Parlamento. Il Primo Ministro viene perciò nominato dal Presidente, ma necessita, insieme al resto del suo esecutivo, della fiducia parlamentare.
Questa forma di governo è caratterizzata dai seguenti punti:
l'elezione del Presidente della Repubblica avviene con voto popolare distinto ed autonomo rispetto a quello del parlamento;
il potere esecutivo è condiviso con il Primo Ministro che però può essere scelto e revocato dal capo di Stato;
Il primo ministro ed il governo possono essere sfiduciati dal parlamento e revocati dal presidente; quest'ultimo non è ovviamente sfiduciabile
lo scioglimento del parlamento da parte del Presidente della Repubblica avviene nei limiti costituzionali.
Il termine semipresidenzialismo, coniato nel 1978 dal politologo Maurice Duverger[1], può trarre in inganno, in quanto tale forma di governo non è semplicisticamente da intendersi come un presidenzialismo attenuato: mettendo da parte i periodi di coabitazione, in questo sistema il Capo dello Stato gode di alcuni poteri che non vengono invece accordati nel modello americano, come il diritto di consultazione popolare referendaria o l'iniziativa legislativa o lo scioglimento delle Camere. Gli obiettivi di questa forma di governo sono la diminuzione della rigidità del sistema presidenziale, senza i problemi legati alla partitocrazia che sovente sorgono quando non si raggiunge una maggioranza forte in un sistema parlamentarista. Questo sistema fa sì che il presidente abbia la possibilità di indirizzare politicamente il governo e di non essere solo un garante al di sopra delle parti.
[...]
http://it.wikipedia.org/wiki/Repubblica_semipresidenziale
forse ho capito: ma quindi se per esempio il popolo vota XY ed il parlamento vota ZZ, chi diventa il presidente della repubblica?
blamecanada
10-04-2010, 14:23
forse ho capito: ma quindi se per esempio il popolo vota XY ed il parlamento vota ZZ, chi diventa il presidente della repubblica?
Il presidente della repubblica è eletto direttamente.
Il primo ministro è nominato dal presidente della repubblica, ma deve avere anche la fiducia del parlamento.
In pratica cambierebbe che il presidente della repubblica non avrebbe piú la funzione di garante al di sopra delle parti, ma sarebbe anche ufficialmente di parte, e sarebbe direttamente lui a controllare il governo, se la maggioranza parlamentare è dalla sua (in pratica il primo ministro conta soltanto se in parlamento c'è una maggioranza avversa al presidente della repubblica).
Il presidente della repubblica è eletto direttamente.
Il primo ministro è nominato dal presidente della repubblica, ma deve avere anche la fiducia del parlamento.
In pratica cambierebbe che il presidente della repubblica non avrebbe piú la funzione di garante al di sopra delle parti, ma sarebbe anche ufficialmente di parte, e sarebbe direttamente lui a controllare il governo, se la maggioranza parlamentare è dalla sua (in pratica il primo ministro conta soltanto se in parlamento c'è una maggioranza avversa al presidente della repubblica).
no allora non va bene proprio questo sistema
blamecanada
10-04-2010, 14:33
no allora non va bene proprio questo sistema
Sia chiaro che il primo ministro formalmente dovrebbe comandare l'esecutivo, ma se è dello stesso partito del presidente della repubblica, non lo fa, perché il presidente della repubblica ha molto piú prestigio essendo “eletto direttamente dal popolo”. In Francia l'esecutivo lo comanda Sarkozy, che è presidente della repubblica.
Quella di essere “eletti direttamente dal popolo” è la giustificazione con la quale da sempre presidenti autoritari hanno forzato le norme democratiche.
Berlusconi punta ad ottenere un mandato simile per piegare le resistenze parlamentari al suo strapotere, potendo dire ai parlamentari di essere la “casta”, dei “burocrati”, dei “politici di professione”.
È tipico dei populisti novecenteschi (da quelli democratici, ai dittatori) attaccare i politici, in nome del “rapporto diretto col popolo”. Per conto mio va evitato qualsiasi rapporto diretto col popolo da parte di una singola persona: il popolo deve eleggere solo cariche collegiali in cui non vi sia identificazione personale.
Imho queste cose rientrano nei dettagli burocratici della gestione di uno stato che hanno importanza relativa.
Cioè secondo me non esiste a priori un sistema che funziona meglio di un altro, purché siano rispettate le regole fondamentali di un sistema democratico.
Ovvero che sia il popolo con libere elezioni a decidere la composizione del parlamento, che vi sia la separazione dei poteri e che chi esercita il potere esecutivo sia sottoposto al giudizio del parlamento.
Quaste regole basilari esistono anche nel sistema americano dove il presidente ha un enorme potere (viene definito l'uomo più potente del mondo). Ciò nonostante non può fare proprio ciò che vuole e sbattersene del congresso (e delle altre istituzioni esistenti).
Poi ci possono essere delle condizioni locali che in un certo paese rendono più adatto un sistema rispetto ad un altro.
Comunque secondo me la cosa più grave, che va assolutamente risolta, è il problema della separazione dei poteri, che negli ultimi decenni è stata messa in crisi dall'affermazine di una nuova forma di potere, quello mediatico (rappresentato dal possesso dei mezzi di comunicazione di massa).
Esso si somma ai classici legislativo, esecutivo e giudiziario ma non esiste attualmente una legislazione che regolamenti per bene la faccenda.
Sia chiaro che il primo ministro formalmente dovrebbe comandare l'esecutivo, ma se è dello stesso partito del presidente della repubblica, non lo fa, perché il presidente della repubblica ha molto piú prestigio essendo “eletto direttamente dal popolo”. In Francia l'esecutivo lo comanda Sarkozy, che è presidente della repubblica.
Quella di essere “eletti direttamente dal popolo” è la giustificazione con la quale da sempre presidenti autoritari hanno forzato le norme democratiche.
Berlusconi punta ad ottenere un mandato simile per piegare le resistenze parlamentari al suo strapotere, potendo dire ai parlamentari di essere la “casta”, dei “burocrati”, dei “politici di professione”.
È tipico dei populisti novecenteschi (da quelli democratici, ai dittatori) attaccare i politici, in nome del “rapporto diretto col popolo”. Per conto mio va evitato qualsiasi rapporto diretto col popolo da parte di una singola persona: il popolo deve eleggere solo cariche collegiali in cui non vi sia identificazione personale.
io vedo un qualcosa di strano in una parte del panorama politico italiano che non mi piace: una persona XX dice una cosa e tutti dietro come se il signore XX fosse l'oracolo e mai nessuno che lo contraddice, se non pochi casi. E questo a me non va: ogni persona ha le sue idee , come è possibile che da quella parte politica nessuno ha un'idea se non uno solo? quindi per me questo sistema alla francese non è che mi piaccia tanto
blamecanada
10-04-2010, 14:46
Comunque secondo me la cosa più grave, che va assolutamente risolta, è il problema della separazione dei poteri, che negli ultimi decenni è stata messa in crisi dall'affermazine di una nuova forma di potere, quello mediatico (rappresentato dal possesso dei mezzi di comunicazione di massa).
Esso si somma ai classici legislativo, esecutivo e giudiziario ma non esiste attualmente una legislazione che regolamenti per bene la faccenda.
In Italia esiste il problema del governo che governa per decreti legge, oltretutto.
Comunque è vero, anche i media dovrebbero essere regolamentati, in modo che non siano concentrati in poche mani, ma che le frequenze audiotelevisive siano il piú diffuse possibile, e non solo da grandi industrie, ma anche de associazioni prive di scopo di lucro, università ed altri enti.
In Argentina è stata approvata una riforma di questo tipo.
Varilion
10-04-2010, 15:21
In Italia esiste il problema del governo che governa per decreti legge, oltretutto.
e che ricatta il parlamento impugnando "al contrario" il meccanismo della fiducia.
L'attuale sistema di "non-separazione" dei poteri fa si che o:
Il primo ministro ha sia il potere esecutivo che quello legislativo (Silvio),
o che non ne ha nessuno dei due (Prodi).
E' chiaro che il meccanismo della fiducia è una forte tentazione per un governo che dispone di una buona maggioranza parlamentare.
In caso contrario è una roulette russa, che rischia di avere conseguenze irreparabili in caso di mancata fiducia (il governo praticamente cade all'istante se non erro).
Attenzione però perché il continuo ricorso alla fiducia, nel caso di leggi non gradite ai cittadini e che sarebbero certamente state migliorate in un dibattito parlamentare, rischia pure di essere controproducente nel lungo termine.
Infatti prima o poi si va a nuove elezioni...
E' evidente che l'abuso di decreti legge e fiducia porta dei vantaggi immediati (o qualche triste sorpresa nel caso della fiducia), ma chi compie tale abuso si assume i rischi di una perdita di consenso nel medio-lungo termine.
P.S. Io parto dall'assunzione che i cittadini italiani non siano degli idioti ma per la maggior parte persone senzienti e consapevoli, diversamente forse da molti altri commenti che leggo nei thread.
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