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View Full Version : La lega ha già diviso l'Italia


LUVІ
06-04-2010, 11:00
La Lega ha già diviso l'Italia: a Bari c'è la Ru486 a Torino no

di Maria Zegarelli

«Noi siamo pronti, mercoledì avremo a disposizione le dieci scatole di Ru486 ordinate dalla farmacia centrale e poi valuteremo caso per caso a quali donne somministrare la pillola abortiva». Il dottor Nicola Blasi, responsabile delle interruzioni di gravidanza del Policlinico di Bari Giovanni XXIII stamattina incontrerà il direttore generale per stabilire se sarà necessario o meno il ricovero di tre giorni nella struttura ospedaliera e poi, domani procederà alle prime somministrazioni.

Sono circa sette le donne che hanno chiesto di poter effettuare l’aborto farmacologico, «ma considerati i tempi lunghi in cui si è finalmente delineata questa vicenda, presumo che alcune di loro abbiano già superato le sette settimane di gravidanza entro le quali è possibile optare per la Ru486», spiega il medico. Non è affatto preoccupato dalle polemiche esplose di nuovo intorno alla pillola abortiva all’indomani delle regionali con l’annuncio dei neo governatori di Veneto e Piemonte, Zaia e Cota, di voler bloccare il farmaco nelle loro regioni. «Noi applichiamo la legge», ribadisce il medico.

In un paese che di normale ha sempre meno, dove la realtà e la sua mistificazione divengono un tutt’uno, succede che due governatori, leghisti, appena eletti dicano che per quanto li riguarda nei loro territori la legge non si applica. E così finisce per diventare un caso una regione che la legge la applica per prima, la Puglia appunto. È vero, gli stessi ministri della maggioranza di cui fanno parte i governatori, li hanno costretti a fare un passo indietro; lo stesso Umberto Bossi, gli ha ricordato che la legge va rispettata. Zaia e Cota alla fine si sono dovuti adeguare, ma intanto gli effetti si sono già fatti sentire.

Silvio Viale, ginecologo del Sant’Anna di Torino, dice che l’ordine che lui aveva fatto è stato bloccato proprio in conseguenza dell’annuncio di Cota, tanto che le donne che ne avevano chiesto la somministrazione dovranno aspettare ancora o rinunciarci se i tempi si allungheranno ulteriormente.

Nel frattempo, un gruppo di leghisti il giorno di Pasqua in via Garibaldi ad Ancona ha fatto volantinaggio con lo slogan «Ru486 omicidio fai da te». Non se li è filati nessuno e chi si è fermato lo ha fatto per dissentire. Non si placa neanche Maurizio Gasparri, capogruppo Pdl al Senato: «Rattrista vedere tanta superficialità e tanta disinformazione sull’aborto. Compresi i soliti che soffrono un inguaribile complesso di inferiorità rispetto alla sinistra». Insiste: «La Ru486 non può essere usata a domicilio fuori dai vincoli posti dalla legge 194. È così difficile capire che l'interruzione di gravidanza, anche con mezzi chimici, deve avvenire in ospedale nel rispetto delle norme e soprattutto a garanzia della salute delle donne? Chi dice cose diverse vuole l'aborto fai da te gestito dalle mammane chimiche».

Tanto per chiarire le idee: la pillola si muove nei binari della 194 e non potrebbe essere altrimenti; l’aborto chirurgico prevede un ricovero in day hospital; la Ru486 può prevedere tre ingressi in ospedale (con uscita dopo alcune ore di osservazione), o il ricovero di tre giorni. Oggi il day hospital è previsto in Emilia, Puglia e in provincia di Trento, mentre nelle Marche, in Toscana, Lombardia e Veneto è previsto il ricovero. In Piemonte, fino ad ora erano previste entrambe le opzioni. Da nessuna parte è previsto il fai-da-te. «Non capisco contro chi stia blaterando il senatore Gasparri - commenta Livia Turco Pd - mi viene il sospetto che dopo l’autogol dei due governatori di centrodestra, stia cercando si spostare l’attenzione su un problema che non esiste». Si dice «sorpreso e stupito» dal dibattito italiano l’inventore della Ru486, l’ottantaduenne endocrinologo francese Etienne-Emile Baulieu.

«Come è possibile? È incredibile. Mi chiedo perché in Italia il dibattito è ancora così forte, e perché proprio ora? È un Paese democratico, si è liberi di avere opinioni diverse e poi, la scelta di usarlo è delle donne». Cota, Zaia, Gasparri, Osvaldo Napoli e Stefano Valdegamberi (consigliere regionale Udc del Veneto che chiede la revisione della legge 194). uomini a caccia delle streghe. «Per fortuna ci sono le donne che intervengono al momento giusto per correggere l’”esuberanza post-elettorale” dei maschi anche quando sono governatori», commenta Maria Ida Germontani, senatrice Pdl. In Piemonte, intanto, sono proprio le donne ad organizzarsi: l’associazione «Usciamo dal silenzio» lancia una manifestazione, il 25 aprile per difendere la libertà di scelta.

06 aprile 2010

http://www.unita.it/news/italia/97052/la_lega_ha_gi_diviso_litalia_a_bari_c_la_ru_a_torino_no

Sti baresi comunistacci....

Scalor
06-04-2010, 11:15
così oltre al flusso sud nord di persone che vengono a farsi curare avremo il flusso nord sud di giovani fattrici !

Fil9998
06-04-2010, 11:16
la patria padana necessita di figli padani per contrastare l'invasione di "fòresti"...


qualcuno si chiederà CHI ha richiesto e dato lavoro "padano" a quei "foresti" SCATENANDO LA "GUERRA FRA POVERI".

LUVІ
07-04-2010, 12:16
Ed ecco i servi padani in azione per limitare le libertà altrui.
Sanno parlare solo della libertà di fare i cazzi loro.

http://www.polisblog.it/post/7387/i-servi-di-roberto-cota-bloccano-in-piemonte-la-pillola-abortiva-ru-486

Il problema in Italia non è costituito solo dagli amministratori. Anche i servi, e le persone che aspirano a questo ruolo, hanno le proprie responsabilità. In Piemonte, ad esempio, sono state sufficienti delle dichiarazioni del nuovo Governatore Roberto Cota sulla pillola abortiva Ru 486 per rallentarne l’arrivo negli ospedali locali.

A nulla è servito il richiamo del Ministro della Salute Ferruccio Fazio che a tutti aveva ricordato che la somministrazione del medicinale sarebbe avvenuta secondo le regole approvate nelle settimane precedenti.

In Piemonte la pillola tarda ad arrivare malgrado proprio negli ospedali torinesi sia stata condotta, per l’Italia, la sperimentazione del farmaco dall’equipe del ginecologo Sergio Viale che all’Unità ha fatto presente le proprie preoccupazioni.

“È una situazione paradossale, il farmaco è autorizzato ma non possiamo utilizzarlo, spero la situazione si sblocchi quanto prima. Spero sia solo un riflesso delle polemiche e non una questione di condizionamento politico”.
Non abbiamo fatto in tempo a registrare l’oscurantismo di Cota che già dobbiamo prender atto che l’arretratezza del paese, una volta di più, è figlia di tutte quelle persone che davanti all’ignoranza preferiscono abbassare chinare il capo invece di proseguire a testa alta e schiena dritta.

andreasperelli
07-04-2010, 12:27
mi dà molto fastidio questa politica delle "dichiarazioni a sensazione". Siete contrari all'aborto? fate una legge e vietatelo se avete i numeri in parlamento. Non volete fare una legge? allora non rompete i ******.

La verità è che vogliono solo fare "notizia" per rendersi riconoscibili all'elettorato. E intanto creano caos sulla pelle della povera gente.

E ricordiamoci che chi ha i soldi se ne fotte delle leggi sull'aborto o sulla fecondazione artificiale e va all'estero a fare tutto.