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View Full Version : Trento chiama Roma, elezioni trentine da annullare?


.marco.
03-03-2010, 20:16
un amico trentino mi ha segnalato che, a quanto pare, il pasticcio romano potrebbe avere ripercussioni sulle elezioni in trentino, che furono rinviate di 15 giorni, nel 2008, proprio per un vizio in una lista, il rinvio consentì la presentazione della lista ma poi, ovviamente, venne fatto un ricorso contro il rinvio. Sta di fatto che la lista non venne accettata e che vi fu un rinvio per poter fa presentare la lista.
Se venisse respinto il ricorso di roma, da qual che si capisce, il rinvio di trento potrebbe venir considerato illegittimo, e si tornerebbe a votare, dopo poco più di un anno.

03/03/2010 19:37
TRENTO - La questione sta tenendo banco su tutta la stampa italiana: la candidata del Pdl alla presidenza della Regione Lazio, Renata Polverini, sarà in lizza il 28 e il 29 marzo o la Corte d'appello di Roma confermerà oggi la sua esclusione? E ancora: la lista per Formigoni e lo stesso candidato presidente per la Regione Lombardia saranno presenti alla consultazione o le 514 firme irregolari a supporto del suo listino lo condanneranno a restare fuori? Sono gli stessi interrogativi che, naturalmente con maggior risalto sui mass media nazionali, aleggiavano un anno e mezzo fa in Trentino quando la commissione centrale elettorale escluse dalle elezioni provinciali la lista dell'Udc, che si presentava a sostegno della candidatura a presidente di Lorenzo Dellai. Anche se la fattispecie è diversa (all'epoca si trattò di una lista, ora in ballo ci sono le candidature di due potenziali presidenti), l'esperienza trentina potrebbe essere studiata a Roma e Milano per evitare di incorrere negli stessi errori. Le similitudini, del resto, non mancano. Come in Lombardia, a escludere l'Udc dalle elezioni fu infatti una firma irregolare, quella dell'allora segretario Paolo Dal Rì, cui mancava l'autenticazione. E, come nel Lazio, il pasticcio accadde all'interno di un partito diviso in mille fazioni. Il ritardo nella presentazione della lista del Pdl sembra dovuto a tensioni intestine per cambiare all'ultimo secondo il capolista. Proprio la modifica della testa di lista provocò più di un mal di pancia nel settembre 2008 all'interno dell'Udc. Quel posto sembrava destinato al consigliere provinciale uscente Marcello Carli che, per molti mesi, si era proposto come candidato alternativo al presidente Lorenzo Dellai. All'ultimo momento, però, Ivo Tarolli scelse Lia Beltrami Giovanazzi. Così da una parte l'ex senatore temeva che Carli tentasse in extremis di farsi mettere di nuovo in testa alla lista, dall'altra l'allora consigliere aveva paura che fra i candidati venissero eliminate alcune persone di sua fiducia. In mezzo c'era un segretario dimissionario, a causa della scelta di apparentarsi con il centrosinistra, che aveva accettato di rimanere in carica fino alle elezioni rifiutando però di occuparsi di qualsiasi incombenza legata alla presentazione della lista. Il resto è storia: Udc esclusa, riammessa dal Tar e definitivamente cancellata dal Consiglio di Stato, elezioni rinviate di due settimane e non svolte nello stesso giorno di quelle altoatesine come prevede l'articolo 48 dello Statuto di autonomia. Storia, peraltro, non ancora conclusa. Martedì 23 febbraio, infatti, si discuterà davanti al Consiglio di Stato l'appello della Fiamma Tricolore contro la sentenza del Tar di Trento che, nello scorso aprile, aveva dichiarato inammissibile il ricorso contro lo spostamento della data delle elezioni. Se dovesse venir accolto, il Consiglio provinciale verrebbe sciolto e, nel giro di tre mesi, si dovrebbe tornare alle urne. In Consiglio di Stato la discussione si sarebbe dovuta tenere lo scorso 10 novembre ma venne rinviata al 23 marzo a causa del trasferimento del consigliere relatore della causa. «L'aspetto buffo - afferma l'avvocato Stefano Pietro Galli, legale della Fiamma - è che per un mese andavamo tutti i giorni a chiedere chi fosse il consigliere relatore e ci rispondevano sempre che non lo sapevano. Finché, un bel giorno, ci comunicarono che proprio il consigliere relatore era stato trasferito. Verificammo poi che la circostanza era vera. Ma se era in procinto di cambiare sede, perché nominarono proprio lui per la nostra causa?».
Guido Pasqualini
http://www.ladige.it/news/2008_lay_notizia_01.php?id_cat=4&id_news=59516