Vincenzo1968
14-02-2010, 18:43
Tranquilli, non è stato il nostro professore di economia ad aver detto una simile boiata; si tratta di Mario Centorrino, assessore regionale(PD) alla Formazione, economista e professore dell’università di Messina.
L'assessore siciliano: "Sciascia, Camilleri e di Lampedusa portano sfiga all'Isola". Camilleri risponde: la sfortuna la portano i mafiosi e i politici inetti
di Saverio Lodato
Riproduciamo l’Ansa, 15 e 31 di ieri, in tutto il suo disarmante candore: «Le ideologie sono ormai superate. Destra e sinistra, tutti assieme, almeno per un anno prendiamoci una pausa. Non leggiamo più per un po’ Camilleri, Tomasi di Lampedusa o Sciascia perché sono una sorta di “sfiga” nei confronti della Sicilia. Ci vuole ottimismo». Lo ha detto a Siracusa, agli Stati generali dell’autonomia, Mario Centorrino, assessore regionale alla Formazione, economista e professore dell’università di Messina.
Riconosciamolo: c’è del titanismo concettuale in queste parole. Un gusto per le sfide da nuovo millennio, tipico di tutti i fuoriclasse, i fuori concorso. Centorrino ha un’attenuante: non deve avere avuto tantissimo tempo a disposizione, diversamente la sintesi non sarebbe andata a scapito della sua completezza. Insomma: all’insigne, il tempo dell’intervento alla tribuna aretusea, fu tiranno. Aveva infatti già pronto lo spiedo per infilzare Pirandello, Verga e De Roberto; Vittorini, Quasimodo e Bufalino... Tutti scrittori e poeti a occhiali neri, a lenti scure. Sempre «tragici»; mai che, in loro, rimbombi una risata o si accenni a un passo di tarantella quando descrivono la Sicilia attraverso i secoli. Quanto migliore sarebbe stata la storia di questa terra – sottintende l’insigne - se a periodi alternati i suoi abitanti si fossero concessi sostanziose pause nella lettura dei libri di cotanti iettatori. Però, anche Camilleri, Sciascia e Lampedusa da soli... Da qualche parte si dovrà pur cominciare. E Centorrino ne ha ben donde di fregarsi le mani: non solo ha avuto il suo bel coraggio, ma può anche fregiarsi del titolo di iscritto al Pd. Sì, avete letto bene, perché così va il mondo. Diceva un altro grande siciliano, l’attore Angelo Musco: «Lei è cretino, però esagera». Musco era un siciliano bontempone, forse era «ottimista».
Abbiamo sentito Camilleri. L’assessore siciliano Mario Centorrino, dice che Lei porta “sfiga”. E che non bisogna leggere i suoi libri.
«Siccome Centorrino è professore di economia, gli rispondo in termini economici. Risulta che i miei romanzi hanno incrementato notevolmente il turismo in Sicilia. Quindi se “sfiga” va inteso nel senso adoperato da lui, non mi pare di portare “sfiga”. Devo per forza rispondere a nome mio, e non a quello degli altri, perché sono l’unico superstite».
Non crede che uomini politici di fresca «riverniciatura» straparlino per cercare un quarto d’ora di celebrità?
«Trovo paradossale soprattutto il fatto che sia un docente universitario a invitare a non leggere, non dico i miei libri, ma quelli di Tomasi di Lampedusa e Sciascia».
Scusi se insisto: questo dove vuole arrivare?
«Vede, se mi sembra assurdo che gli scrittori possano portare “sfiga” alla Sicilia, mi sembra altrettanto evidente che la “sfiga” la portano i politici inetti, i mafiosi, i corrotti e i collusi. Un intero mondo contro il quale, l’assessore alla Formazione, avendo a disposizione cotanta tribuna come gli Stati Generali dell’Autonomia, avrebbe potuto spendere qualche parola. Se ne sarà dimenticato». L’avevamo detto: all’insigne, il tempo fu tiranno. In tutti i sensi.
http://www.unita.it/news/italia/95011/lassessore_siciliano_sciascia_camilleri_e_di_lampedusa_portano_sfiga_allisola_camilleri_risponde_la_sfortuna_la_portano_i_mafiosi_e_i_politici_inetti
L'assessore siciliano: "Sciascia, Camilleri e di Lampedusa portano sfiga all'Isola". Camilleri risponde: la sfortuna la portano i mafiosi e i politici inetti
di Saverio Lodato
Riproduciamo l’Ansa, 15 e 31 di ieri, in tutto il suo disarmante candore: «Le ideologie sono ormai superate. Destra e sinistra, tutti assieme, almeno per un anno prendiamoci una pausa. Non leggiamo più per un po’ Camilleri, Tomasi di Lampedusa o Sciascia perché sono una sorta di “sfiga” nei confronti della Sicilia. Ci vuole ottimismo». Lo ha detto a Siracusa, agli Stati generali dell’autonomia, Mario Centorrino, assessore regionale alla Formazione, economista e professore dell’università di Messina.
Riconosciamolo: c’è del titanismo concettuale in queste parole. Un gusto per le sfide da nuovo millennio, tipico di tutti i fuoriclasse, i fuori concorso. Centorrino ha un’attenuante: non deve avere avuto tantissimo tempo a disposizione, diversamente la sintesi non sarebbe andata a scapito della sua completezza. Insomma: all’insigne, il tempo dell’intervento alla tribuna aretusea, fu tiranno. Aveva infatti già pronto lo spiedo per infilzare Pirandello, Verga e De Roberto; Vittorini, Quasimodo e Bufalino... Tutti scrittori e poeti a occhiali neri, a lenti scure. Sempre «tragici»; mai che, in loro, rimbombi una risata o si accenni a un passo di tarantella quando descrivono la Sicilia attraverso i secoli. Quanto migliore sarebbe stata la storia di questa terra – sottintende l’insigne - se a periodi alternati i suoi abitanti si fossero concessi sostanziose pause nella lettura dei libri di cotanti iettatori. Però, anche Camilleri, Sciascia e Lampedusa da soli... Da qualche parte si dovrà pur cominciare. E Centorrino ne ha ben donde di fregarsi le mani: non solo ha avuto il suo bel coraggio, ma può anche fregiarsi del titolo di iscritto al Pd. Sì, avete letto bene, perché così va il mondo. Diceva un altro grande siciliano, l’attore Angelo Musco: «Lei è cretino, però esagera». Musco era un siciliano bontempone, forse era «ottimista».
Abbiamo sentito Camilleri. L’assessore siciliano Mario Centorrino, dice che Lei porta “sfiga”. E che non bisogna leggere i suoi libri.
«Siccome Centorrino è professore di economia, gli rispondo in termini economici. Risulta che i miei romanzi hanno incrementato notevolmente il turismo in Sicilia. Quindi se “sfiga” va inteso nel senso adoperato da lui, non mi pare di portare “sfiga”. Devo per forza rispondere a nome mio, e non a quello degli altri, perché sono l’unico superstite».
Non crede che uomini politici di fresca «riverniciatura» straparlino per cercare un quarto d’ora di celebrità?
«Trovo paradossale soprattutto il fatto che sia un docente universitario a invitare a non leggere, non dico i miei libri, ma quelli di Tomasi di Lampedusa e Sciascia».
Scusi se insisto: questo dove vuole arrivare?
«Vede, se mi sembra assurdo che gli scrittori possano portare “sfiga” alla Sicilia, mi sembra altrettanto evidente che la “sfiga” la portano i politici inetti, i mafiosi, i corrotti e i collusi. Un intero mondo contro il quale, l’assessore alla Formazione, avendo a disposizione cotanta tribuna come gli Stati Generali dell’Autonomia, avrebbe potuto spendere qualche parola. Se ne sarà dimenticato». L’avevamo detto: all’insigne, il tempo fu tiranno. In tutti i sensi.
http://www.unita.it/news/italia/95011/lassessore_siciliano_sciascia_camilleri_e_di_lampedusa_portano_sfiga_allisola_camilleri_risponde_la_sfortuna_la_portano_i_mafiosi_e_i_politici_inetti