View Full Version : Meno burocrazia, più libero mercato contro la disoccupazione!!!
Dream_River
12-02-2010, 22:48
DISOCCUPAZIONE. UNA POLITICA DI SVILUPPO CONTRO INTERVENTI TAMPONE
Si sta aggravando il problema della disoccupazione. E continuerà per tutto il 2010, e se non verrà deliberata una politica per lo sviluppo potrebbe esserci anche un declino ulteriore. Ma non illudiamoci che possa essere risolto con interventi tampone.
Il mondo e le tecnologie sono in grande e continua evoluzione con una progressiva accelerazione ed i Governi sono strutturalmente troppo lenti e incompetenti per risolvere il problema.
E non ci si illuda che saranno l’industria, l’agricoltura o i servizi reali oggi conosciuti e strutturati a offrire posti di lavoro in più.
Questi settori economici devono diventare sempre più competitivi e quindi più produttivi. Il benessere si è sviluppato proprio grazie a minori posti di lavoro, utili a produrre di più e meglio.
Anche dallo Stato non ci si può attendere nuova occupazione: esso deve diventare competitivo, dato che il maggiore benessere si gioca da tempo fra sistemi ed una azienda produttiva e vincente non può svilupparsi in una nazione inefficiente. Anche lo Stato dovrà quindi alleggerirsi, contribuendo all’incremento della disoccupazione, pena la perdita di posti di lavoro in tutti i settori produttivi.
Prospettive fosche, dunque? No, se lo il Governo prenderà le giuste decisioni.
E’ utile ricordare che “finché ci sono necessità o desideri c’è lavoro” . Lapalissiano, no? Ed allora la soluzione è semplice: basta eliminare tutti gli ostacoli a chi –con una propria attività autonoma o creando mini o grandi imprese – individua come meglio soddisfare le necessità e i desideri del mercato.
Credo che queste tre soluzioni, che a mio parere non hanno controindicazioni ingestibili, possano mettere in moto un meccanismo virtuoso.
Anzitutto, nessuna burocrazia per l’avvio di un nuovo lavoro. Basta una iscrizione alla Camera di commercio ed immediatamente si può esercitare l’attività. Nessun notaio o autorizzazione. Sarà la Camera di Commercio a segnalare alla rete burocratica quanto previsto dalle leggi, ed i singoli organismi provvederanno a successive verifiche, fornendo le istruzioni per adeguarsi, con limiti di tempo che l’impresa può dedicare a tali incombenze, tali da non ostacolare lo sviluppo del lavoro e della occupazione.
Ancora, nessun pagamento di imposte sul reddito reinvestito per i primi 3 anni. Se l’impresa avrà prodotto reddito, la tassazione viene rimandata al momento delle plusvalenze in caso di liquidazione o vendita.
Infine, finanziamento (soldi messi a disposizione, non regalati, da rendere quando ci saranno utili ) a tasso zero per il capitale necessario al pagamento degli stipendi “smig “ e al 50 per cento degli investimenti in macchine ed impianti, sempre per i primi 3 anni. Ciò per sviluppare una nuova occupazione ed un nuovo reddito.
Vediamo un esempio. Molti di noi vogliono una casa migliore. Il nuovo imprenditore si offre per ristrutturazioni, con pagamento di piccolissime rate per pagare solo i materiali di consumo. Infatti non ha la necessità di ricevere pagamenti rapidi, in quanto la manodopera gliela paga lo Stato. Inizio così a generare benessere per i clienti e reddito per chi non lo aveva. A questo punto inizia il circolo virtuoso che reddito crea reddito, addirittura arrivando a rimborsare lo Stato attraverso il pagamento delle imposte.
Ma per avere una nazione vincente, occorre anche che il Governo mantenga, sviluppi e non lasci distruggere quanto oggi di buono facciamo, con gli interventi strutturali necessari a rendere competitivo il Paese. Interventi necessari anche per permettere alle nuove imprese di essere vincenti.
Blocchi stradali, occupazioni sui tetti delle aziende e scioperi non creeranno mai sviluppo e posti di lavoro. Anche in una nazione vincente , l’evoluzione dell’occupazione con ovvie chiusure di aziende non competitive ci sarà sempre.
Certamente la loro chiusura non deve trasformarsi in drammi personali. Normali ammortizzatori sociali, incentivanti a non vivere di ciò, una nazione civile deve poterseli permettere
http://www.neolib.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=370:disoccupazione-una-politica-di-sviluppo-contro-interventi-tampone&catid=1:news&Itemid=2
Il solito discorso liberale che funziona nell'iperuranio né più né meno del Capitale di Marx.
Dovresti avere imparato a diffidare delle cose che suonano bene e fidarti delle soluzione "sporche"....a quanto pare l'idealismo ti attira ancora :p
c'è un tizio di Napoli che sostiene che il comunismo è caduto perchè non è stato abbastanza rigido :asd:
sicuramente ci sarà anche qualcuno in Argentina a dire che la crisi è dovuta una "insufficienza di liberismo" :sofico:
eco, questi discorsi mi sembrano più meno sulla stessa linea.
Dream_River
13-02-2010, 10:46
Il solito discorso liberale che funziona nell'iperuranio né più né meno del Capitale di Marx.
Dovresti avere imparato a diffidare delle cose che suonano bene e fidarti delle soluzione "sporche"....a quanto pare l'idealismo ti attira ancora :p
Perchè sarebbe idealistico questo discorso???:confused:
Mi sembrano tre proposte molto concrete, dal riferimento empirico e su di esso confermabili o confutabili
Avessi postato un articolo sulla divisione di potere economico e potere politico allora avrei messo in conto un ammonimento di idealismo, ma su un articolo del genere mi pare di essermene tenuto al riparo
Se poi hai letto le mie posizioni in materia di istruzione e ricerca dovresti saperlo che per quanto mi piaccia la teoria liberista e adoro lo spirito individualista che impernia gli scritti di Ayn Rand, non mi faccio problemi a sostenere soluzione "sporche"
cometa18
13-02-2010, 11:00
Bisogna vedere come definire il reddito reinvestito.
Finchè l'investimento finanziario sarà molto meno tassato degli altri, ogni azienda sarà comunque indirizzata ad un tipo di investimento che non genera nuovi posti di lavoro.
E' ridicolo tassare così poco le rendite finanziarie, in confronto a quelle che realmente producono occupazione.
Portiamo la tassazione sulle rendite ad un livello non favorevole rispetto ad altre forme d'investimento, e già avremo fatto passi avanti.
Sugli investimenti in macchine ed impianti ho visto tanta di quell'elusione che la metà mi basta...
Bisogna vedere come definire il reddito reinvestito.
Finchè l'investimento finanziario sarà molto meno tassato degli altri, ogni azienda sarà comunque indirizzata ad un tipo di investimento che non genera nuovi posti di lavoro.
E' ridicolo tassare così poco le rendite finanziarie, in confronto a quelle che realmente producono occupazione.
Portiamo la tassazione sulle rendite ad un livello non favorevole rispetto ad altre forme d'investimento, e già avremo fatto passi avanti.
Sugli investimenti in macchine ed impianti ho visto tanta di quell'elusione che la metà mi basta...
Ma i Padroni non vogliono produrre lavoro ma solo ingrassare il loro grasso portafoglio mai sazi come le galline che si avventano sul mangime fino a scoppiarne, vite spese ad accumulare danaro finche' un bell'infarto non li butta nella fossa a fare carne per i vermi.
pistacchio89
13-02-2010, 11:16
Insomma, questo Teso è il solito imprenditore berluschino, allergico a qualsiasi tipo di regola che vuole fare quel c@*%&o che gli pare senza che nessuno osi ostacolarlo e cerca di convincerci che tutto questo per una grande conquista dell'intera comunità.
:sofico:
Insomma, questo Teso è il solito imprenditore berluschino, allergico a qualsiasi tipo di regola che vuole fare quel c@*%&o che gli pare senza che nessuno osi ostacolarlo e cerca di convincerci che tutto questo per una grande conquista dell'intera comunità.
:sofico:
Uno che vuole essere protetto dallo Stato dai banditi cosi' come io voglio uno stato che mi difenda dall'avidita' dei Padroni che vogliono tutte le risorse per loro.
koshchay
13-02-2010, 14:31
c'è un tizio di Napoli che sostiene che il comunismo è caduto perchè non è stato abbastanza rigido :asd:
:mbe:
ConteZero
13-02-2010, 14:37
Mi starebbe bene, perché infondo anche una bella peste bubbonica può essere purificatrice e liberare un campione dai soggetti più deboli (già, perché il liberismo puro non è molto diverso dalle selezioni darwiniane)...
...solo che in Italia si è contrari per principio a tutto quello che può portare ad un sovvertimento del magna-magna stratificato, quindi al più sarebbe solo un escamotage per togliere altre garanzie ai lavoratori e favorire ulteriormente le aziende che puntano a tagliare i costi e massimizzare i profitti piuttosto che ad investire*.
* e non c'è niente di male, funziona... sul breve termine... poi però spuntano sul mercato le aziende che hanno investito anziché far cassa e le società "greedy" si ritrovano impossibilitate a competere.
blamecanada
13-02-2010, 18:54
Il solito discorso liberale che funziona nell'iperuranio né più né meno del Capitale di Marx.
Il Capitale di Marx si limita a descrivere l'economia capitalista (dell'epoca).
Ed è molto meno idealista di te.
Aristotelico grossolano.
:D
Il Capitale di Marx si limita a descrivere l'economia capitalista (dell'epoca).
Ed è molto meno idealista di te.
Aristotelico grossolano.
:D
E' l'insulto più grosso che potresti farmi e non per il grossolano :sofico: :sofico: :sofico:
blamecanada
13-02-2010, 19:35
E' l'insulto più grosso che potresti farmi e non per il grossolano :sofico: :sofico: :sofico:
Abbi rispetto per il grande Aristotele, macchietta! :O
Abbi rispetto per il grande Aristotele, macchietta! :O
:O
http://www.lameziaweb.biz/Public/avatar/Macchia%20Nera/2008913135528_macchianera_nb.gif
frankytop
13-02-2010, 20:07
Uno che vuole essere protetto dallo Stato dai banditi cosi' come io voglio uno stato che mi difenda dall'avidita' dei Padroni che vogliono tutte le risorse per loro.
Non ti preoccupare,ci pensano i "beneamati" sindacati a proteggerti,anzi sono così protettivi qui in Italia che non si può nemmeno licenziare il fancazzista di turno che si para dietro agli insindacabili diritti sanciti da quelle fulgide menti che elaborarono l'articolo 18.
P.S. Ma perchè usi ancora il desueto termine Padrone?Non siamp più negli anni 70' eh....
killercode
13-02-2010, 20:18
[I]DISOCCUPAZIONE. UNA POLITICA DI SVILUPPO CONTRO INTERVENTI TAMPONE
Si sta aggravando il problema della disoccupazione. E continuerà per tutto il 2010, e se non verrà deliberata una politica per lo sviluppo potrebbe esserci anche un declino ulteriore. Ma non illudiamoci che possa essere risolto con interventi tampone.
Il mondo e le tecnologie sono in grande e continua evoluzione con una progressiva accelerazione ed i Governi sono strutturalmente troppo lenti e incompetenti per risolvere il problema.
E non ci si illuda che saranno l’industria, l’agricoltura o i servizi reali oggi conosciuti e strutturati a offrire posti di lavoro in più.
Questi settori economici devono diventare sempre più competitivi e quindi più produttivi. Il benessere si è sviluppato proprio grazie a minori posti di lavoro, utili a produrre di più e meglio.
Anche dallo Stato non ci si può attendere nuova occupazione: esso deve diventare competitivo, dato che il maggiore benessere si gioca da tempo fra sistemi ed una azienda produttiva e vincente non può svilupparsi in una nazione inefficiente. Anche lo Stato dovrà quindi alleggerirsi, contribuendo all’incremento della disoccupazione, pena la perdita di posti di lavoro in tutti i settori produttivi.
Prospettive fosche, dunque? No, se lo il Governo prenderà le giuste decisioni.
E’ utile ricordare che “finché ci sono necessità o desideri c’è lavoro”. Lapalissiano, no? Ed allora la soluzione è semplice: basta eliminare tutti gli ostacoli a chi –con una propria attività autonoma o creando mini o grandi imprese – individua come meglio soddisfare le necessità e i desideri del mercato.
Credo che queste tre soluzioni, che a mio parere non hanno controindicazioni ingestibili, possano mettere in moto un meccanismo virtuoso.
Anzitutto, nessuna burocrazia per l’avvio di un nuovo lavoro. Basta una iscrizione alla Camera di commercio ed immediatamente si può esercitare l’attività. Nessun notaio o autorizzazione. Sarà la Camera di Commercio a segnalare alla rete burocratica quanto previsto dalle leggi, ed i singoli organismi provvederanno a successive verifiche, fornendo le istruzioni per adeguarsi, con limiti di tempo che l’impresa può dedicare a tali incombenze, tali da non ostacolare lo sviluppo del lavoro e della occupazione.
Ancora, nessun pagamento di imposte sul reddito reinvestito per i primi 3 anni. Se l’impresa avrà prodotto reddito, la tassazione viene rimandata al momento delle plusvalenze in caso di liquidazione o vendita.
Infine, finanziamento (soldi messi a disposizione, non regalati, da rendere quando ci saranno utili ) a tasso zero per il capitale necessario al pagamento degli stipendi “smig “ e al 50 per cento degli investimenti in macchine ed impianti, sempre per i primi 3 anni. Ciò per sviluppare una nuova occupazione ed un nuovo reddito.
Vediamo un esempio. Molti di noi vogliono una casa migliore. Il nuovo imprenditore si offre per ristrutturazioni, con pagamento di piccolissime rate per pagare solo i materiali di consumo. Infatti non ha la necessità di ricevere pagamenti rapidi, in quanto la manodopera gliela paga lo Stato. Inizio così a generare benessere per i clienti e reddito per chi non lo aveva. A questo punto inizia il circolo virtuoso che reddito crea reddito, addirittura arrivando a rimborsare lo Stato attraverso il pagamento delle imposte.
Ma per avere una nazione vincente, occorre anche che il Governo mantenga, sviluppi e non lasci distruggere quanto oggi di buono facciamo, con gli interventi strutturali necessari a rendere competitivo il Paese. Interventi necessari anche per permettere alle nuove imprese di essere vincenti.
Blocchi stradali, occupazioni sui tetti delle aziende e scioperi non creeranno mai sviluppo e posti di lavoro[/B]. Anche in una nazione vincente , l’evoluzione dell’occupazione con ovvie chiusure di aziende non competitive ci sarà sempre.
Certamente la loro chiusura non deve trasformarsi in drammi personali. Normali ammortizzatori sociali, incentivanti a non vivere di ciò, una nazione civile deve poterseli permettere
http://www.neolib.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=370:disoccupazione-una-politica-di-sviluppo-contro-interventi-tampone&catid=1:news&Itemid=2
Ma esattamente come fa lo stato a diventare competitivo se regala soldi a destra e manca?
Inoltre questo non andrebbe a danneggiare la competività delle banche che sono anche loro una parte del paese?
liberal fail :O
P.S. Ma perchè usi ancora il desueto termine Padrone?Non siamp più negli anni 70' eh....
E' vero!
Il padrone aveva una dignità! :D
blamecanada
13-02-2010, 23:38
P.S. Ma perchè usi ancora il desueto termine Padrone?Non siamp più negli anni 70' eh....
Cambia il nome, ma non la sostanza.
Guarda che la locuzione “datore di lavoro” è stata coniata dall'economia politica francese dell'Ottocento, non è che sia piú “moderna”.
Non ti preoccupare,ci pensano i "beneamati" sindacati a proteggerti,anzi sono così protettivi qui in Italia che non si può nemmeno licenziare il fancazzista di turno che si para dietro agli insindacabili diritti sanciti da quelle fulgide menti che elaborarono l'articolo 18.
P.S. Ma perchè usi ancora il desueto termine Padrone?Non siamp più negli anni 70' eh....
il Padrone e' il proprietario dell'azienda. Qualcuno lo chiama "datore di lavoro" termine improprio dato che lo scopo di un'impresa e' fare profitto e non dare lavoro.
AntonioBO
14-02-2010, 09:22
DISOCCUPAZIONE. UNA POLITICA DI SVILUPPO CONTRO INTERVENTI TAMPONE
Si sta aggravando il problema della disoccupazione. E continuerà per tutto il 2010, e se non verrà deliberata una politica per lo sviluppo potrebbe esserci anche un declino ulteriore. Ma non illudiamoci che possa essere risolto con interventi tampone.
Il mondo e le tecnologie sono in grande e continua evoluzione con una progressiva accelerazione ed i Governi sono strutturalmente troppo lenti e incompetenti per risolvere il problema.
E non ci si illuda che saranno l’industria, l’agricoltura o i servizi reali oggi conosciuti e strutturati a offrire posti di lavoro in più.
Questi settori economici devono diventare sempre più competitivi e quindi più produttivi. Il benessere si è sviluppato proprio grazie a minori posti di lavoro, utili a produrre di più e meglio.
Anche dallo Stato non ci si può attendere nuova occupazione: esso deve diventare competitivo, dato che il maggiore benessere si gioca da tempo fra sistemi ed una azienda produttiva e vincente non può svilupparsi in una nazione inefficiente. Anche lo Stato dovrà quindi alleggerirsi, contribuendo all’incremento della disoccupazione, pena la perdita di posti di lavoro in tutti i settori produttivi.
Prospettive fosche, dunque? No, se lo il Governo prenderà le giuste decisioni.
E’ utile ricordare che “finché ci sono necessità o desideri c’è lavoro” . Lapalissiano, no? Ed allora la soluzione è semplice: basta eliminare tutti gli ostacoli a chi –con una propria attività autonoma o creando mini o grandi imprese – individua come meglio soddisfare le necessità e i desideri del mercato.
Credo che queste tre soluzioni, che a mio parere non hanno controindicazioni ingestibili, possano mettere in moto un meccanismo virtuoso.
Anzitutto, nessuna burocrazia per l’avvio di un nuovo lavoro. Basta una iscrizione alla Camera di commercio ed immediatamente si può esercitare l’attività. Nessun notaio o autorizzazione. Sarà la Camera di Commercio a segnalare alla rete burocratica quanto previsto dalle leggi, ed i singoli organismi provvederanno a successive verifiche, fornendo le istruzioni per adeguarsi, con limiti di tempo che l’impresa può dedicare a tali incombenze, tali da non ostacolare lo sviluppo del lavoro e della occupazione.
Ancora, nessun pagamento di imposte sul reddito reinvestito per i primi 3 anni. Se l’impresa avrà prodotto reddito, la tassazione viene rimandata al momento delle plusvalenze in caso di liquidazione o vendita.
Infine, finanziamento (soldi messi a disposizione, non regalati, da rendere quando ci saranno utili ) a tasso zero per il capitale necessario al pagamento degli stipendi “smig “ e al 50 per cento degli investimenti in macchine ed impianti, sempre per i primi 3 anni. Ciò per sviluppare una nuova occupazione ed un nuovo reddito.
Vediamo un esempio. Molti di noi vogliono una casa migliore. Il nuovo imprenditore si offre per ristrutturazioni, con pagamento di piccolissime rate per pagare solo i materiali di consumo. Infatti non ha la necessità di ricevere pagamenti rapidi, in quanto la manodopera gliela paga lo Stato. Inizio così a generare benessere per i clienti e reddito per chi non lo aveva. A questo punto inizia il circolo virtuoso che reddito crea reddito, addirittura arrivando a rimborsare lo Stato attraverso il pagamento delle imposte.
Ma per avere una nazione vincente, occorre anche che il Governo mantenga, sviluppi e non lasci distruggere quanto oggi di buono facciamo, con gli interventi strutturali necessari a rendere competitivo il Paese. Interventi necessari anche per permettere alle nuove imprese di essere vincenti.
Blocchi stradali, occupazioni sui tetti delle aziende e scioperi non creeranno mai sviluppo e posti di lavoro. Anche in una nazione vincente , l’evoluzione dell’occupazione con ovvie chiusure di aziende non competitive ci sarà sempre.
Certamente la loro chiusura non deve trasformarsi in drammi personali. Normali ammortizzatori sociali, incentivanti a non vivere di ciò, una nazione civile deve poterseli permettere
http://www.neolib.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=370:disoccupazione-una-politica-di-sviluppo-contro-interventi-tampone&catid=1:news&Itemid=2
Una serie infinita di cazzate che sicuramente piacciono ai padroni!!!!
zerothehero
14-02-2010, 09:32
A me non sembrano così orride come proposte. :confused:
Dream_River
14-02-2010, 09:38
Ma esattamente come fa lo stato a diventare competitivo se regala soldi a destra e manca?
Inoltre questo non andrebbe a danneggiare la competività delle banche che sono anche loro una parte del paese?
liberal fail :O
Perchè in Italia abbiamo un sistema bancario che non è assolutamente competitivo, anzi, sarebbe solo purificato da una generosa dose di liberismo
Questo perchè i padri costituenti ebbero la malsana allucinazione di attribuire una responsabilità sociale alle banche, e se ne vedono i risultati (Accesso al credito ridicolo, tassi di interesse da far vergogna)
Proteggere le banche dal fallimento per far "fallire" solo il cittadino, che belli i risultati della responsabilità sociale :D
Lo stato diventa competitivo proprio favorendo l'industria, che dimettendo in moto quel ciclo di produzione e consumo può trainarci fuori della crisi
Conosci altre forme di competività fra stati che non sia la competività economica e militare? (Che poi quest ultima c'è solo se anche la prima è favorita)
Non ti preoccupare,ci pensano i "beneamati" sindacati a proteggerti,anzi sono così protettivi qui in Italia che non si può nemmeno licenziare il fancazzista di turno che si para dietro agli insindacabili diritti sanciti da quelle fulgide menti che elaborarono l'articolo 18.
Non è colpa sua se è fancazzista, bisogna comprenderlo, è la società che vuole imporgli i suoi ritmi capitalistici :O
P.S. Ma perchè usi ancora il desueto termine Padrone?Non siamp più negli anni 70' eh....
Perchè ha la stessa funzione di "peccatore" nel cristianesimo
Come fai a istigare l'odio di classe se usi un termine come "datore di lavoro" che sembra quasi riconoscere la funzione sociale del impresa?:read:
Mi starebbe bene, perché infondo anche una bella peste bubbonica può essere purificatrice e liberare un campione dai soggetti più deboli (già, perché il liberismo puro non è molto diverso dalle selezioni darwiniane)...
...solo che in Italia si è contrari per principio a tutto quello che può portare ad un sovvertimento del magna-magna stratificato, quindi al più sarebbe solo un escamotage per togliere altre garanzie ai lavoratori e favorire ulteriormente le aziende che puntano a tagliare i costi e massimizzare i profitti piuttosto che ad investire*.
* e non c'è niente di male, funziona... sul breve termine... poi però spuntano sul mercato le aziende che hanno investito anziché far cassa e le società "greedy" si ritrovano impossibilitate a competere.
Questo è un altro problema dell'Italia, non c'è una clima di legalità che possa garantire una vera competizione fra aziende su una base legislativa solida è comune
Per questo le voci liberista hanno aspramente criticato i vari governi Berlusconi su ciò, ad esempio quando è stato emanato lo scudo fiscale
Bisogna vedere come definire il reddito reinvestito.
Finchè l'investimento finanziario sarà molto meno tassato degli altri, ogni azienda sarà comunque indirizzata ad un tipo di investimento che non genera nuovi posti di lavoro.
E' ridicolo tassare così poco le rendite finanziarie, in confronto a quelle che realmente producono occupazione.
Portiamo la tassazione sulle rendite ad un livello non favorevole rispetto ad altre forme d'investimento, e già avremo fatto passi avanti.
Il mercato finanziario ha una funzione di controllo sul mercato, non è solo una pratica esoterica di maghi della finanza
Che poi non è vero che non crea posti di lavoro, non li crea direttamente, ma si tratta sempre di dinamiche di mercato con cui un impresa ricerca la propria crescita, e un azienda senza lavoratori non cresce come non cresce senza capitale, non sono due cose indipendenti
Certo che attualmente l'italia non è un paese che abbia molto da preoccuparsi della propria salute finanziaria (nel senso che ci sono cose più importanti a cui pensare in ambito economico)
Sugli investimenti in macchine ed impianti ho visto tanta di quell'elusione che la metà mi basta...
Vedi sopra alla risposta a Conte Zero
Dream_River
14-02-2010, 09:44
A me non sembrano così orride come proposte. :confused:
Ma infatti appaiono orride solo all'occhio di chi ancora è abituato a una visione tribale della politica, basta vedere che c'è chi le boccia per il solo fatto che siano proposte "dei padroni", come i "padroni" e "il proletariato" fossero due popoli senza nessun collegamento, con ognuno la propria economia e i propri legami sociali slegati dall'altro mondo
Ma sicuramente sono occhi molto meno ricettivi alla noia, rispetto a chi si interessa di analisi politiche-economica della società nel suo complesso:D
Perchè in Italia abbiamo un sistema bancario che non è assolutamente competitivo, anzi, sarebbe solo purificato da una generosa dose di liberismo
Questo perchè i padri costituenti ebbero la malsana allucinazione di attribuire una responsabilità sociale alle banche, e se ne vedono i risultati (Accesso al credito ridicolo, tassi di interesse da far vergogna)
Proteggere le banche dal fallimento per far "fallire" solo il cittadino, che belli i risultati della responsabilità sociale :D
Lo stato diventa competitivo proprio favorendo l'industria, che dimettendo in moto quel ciclo di produzione e consumo può trainarci fuori della crisi
Conosci altre forme di competività fra stati che non sia la competività economica e militare? (Che poi quest ultima c'è solo se anche la prima è favorita)
Non è colpa sua se è fancazzista, bisogna comprenderlo, è la società che vuole imporgli i suoi ritmi capitalistici :O
Perchè ha la stessa funzione di "peccatore" nel cristianesimo
Come fai a istigare l'odio di classe se usi un termine come "datore di lavoro" che sembra quasi riconoscere la funzione sociale del impresa?:read:
Questo è un altro problema dell'Italia, non c'è una clima di legalità che possa garantire una vera competizione fra aziende su una base legislativa solida è comune
Per questo le voci liberista hanno aspramente criticato i vari governi Berlusconi su ciò, ad esempio quando è stato emanato lo scudo fiscale
Il mercato finanziario ha una funzione di controllo sul mercato, non è solo una pratica esoterica di maghi della finanza
Che poi non è vero che non crea posti di lavoro, non li crea direttamente, ma si tratta sempre di dinamiche di mercato con cui un impresa ricerca la propria crescita, e un azienda senza lavoratori non cresce come non cresce senza capitale, non sono due cose indipendenti
Certo che attualmente l'italia non è un paese che abbia molto da preoccuparsi della propria salute finanziaria (nel senso che ci sono cose più importanti a cui pensare in ambito economico)
Vedi sopra alla risposta a Conte Zero
Datore di lavoro e' un termine che serve a purificare il senso di peccato (dato che di religione hai parlato tu) di chi fa impresa per lo scopo di "fare profitto" e che si chiama proprietario o padrone, termine aulico ma grammaticalmente corrretto.
Il Padrone farebbe volentieri a meno dei dipendenti se potesse sostituirli con macchine.
pistacchio89
14-02-2010, 09:46
Una serie infinita di cazzate che sicuramente piacciono ai padroni!!!!
Questa è la mia preferita:
Blocchi stradali, occupazioni sui tetti delle aziende e scioperi non creeranno mai sviluppo e posti di lavoro.
Evidentemente non ha ancora capito che i lavoratori che arrivano a tanto lo fanno per difendere il proprio posto di lavoro o migliorare le condizioni in cui esso si svolge, non lo fanno mica per chiedere nuove assunzioni!
giacomo_uncino
14-02-2010, 10:51
questi principi sono già messi in pratica, li potete trovare nel laboratori clandestini cinesi :asd:
blamecanada
14-02-2010, 10:59
Ma sicuramente sono occhi molto meno ricettivi alla noia, rispetto a chi si interessa di analisi politiche-economica di una società immaginaria nel suo complesso:D
Tempi moderni: una storia d’industria, iniziativa individuale, umanità in marcia alla ricerca della felicità.
E dire che dalla favola delle api è passato del tempo, ma ancora non s'è capito che si tratta, appunto, d'una favola.
Dream_River
14-02-2010, 11:15
Datore di lavoro e' un termine che serve a purificare il senso di peccato (dato che di religione hai parlato tu) di chi fa impresa per lo scopo di "fare profitto" e che si chiama proprietario o padrone, termine aulico ma grammaticalmente corrretto.
Il Padrone farebbe volentieri a meno dei dipendenti se potesse sostituirli con macchine.
Anche il lavoratore farebbe a meno di lavorare se non ne avesse bisogno se è per questo, non è la normale ricerca del proprio profitto a distinguere fra lavoratori e datori di lavoro, ma il ruolo sociale che svolgono
Per questo una definizione sentimentale è inadeguata, ma proprio una definizione sociale
Le definizioni sentimentali servono alla religioni
Tempi moderni: una storia d’industria, iniziativa individuale, umanità in marcia alla ricerca della felicità.
E dire che dalla favola delle api è passato del tempo, ma ancora non s'è capito che si tratta, appunto, d'una favola.
Da uno che sostiene il proletariato come classe "virtuosa" che uscirà della logica del dominio non si possono sentire certe critiche
Te almeno che ne sei in grado fammi delle critiche più pragmatiche: Ritieni disfunzionali tali proposte all'aumento dell'occupazione?
killercode
14-02-2010, 11:19
Perchè in Italia abbiamo un sistema bancario che non è assolutamente competitivo, anzi, sarebbe solo purificato da una generosa dose di liberismo
Questo perchè i padri costituenti ebbero la malsana allucinazione di attribuire una responsabilità sociale alle banche, e se ne vedono i risultati (Accesso al credito ridicolo, tassi di interesse da far vergogna)
Proteggere le banche dal fallimento per far "fallire" solo il cittadino, che belli i risultati della responsabilità sociale :D
Bello il nostro sistema non competitivo, infatti l'unicredit è solo la banca più grande d'europa :asd:
Comunque tornando al punto chiave dei crediti a tasso zero con restituzione quando si va in attivo; questa non è una proposta liberista è un assurdo drogaggio dell'economia da parte dello stato, non vedo perchè io stato debba prestare senza interessi i miei soldi ad un'altro per permettergli di dare un servizio, allora tantovale che lo fornisca io il servizio che risparmio anche...
blamecanada
14-02-2010, 11:36
Anche il lavoratore farebbe a meno di lavorare se non ne avesse bisogno se è per questo, non è la normale ricerca del proprio profitto a distinguere fra lavoratori e datori di lavoro, ma il ruolo sociale che svolgono
Quindi perché ti ostini a dire implicitamente che il lavoratore dovrebbe essere grato al padrone, che gentilmente gli dà due lire in cambio di otto ore di lavoro giornaliere?
Prima parli di profitto individuale, che di per sé è una prospettiva coerente, se poi non facessi discorsi moralistici dell'amore fra dipendente e padrone.
Quando è ovvio che dal punto di vista individuale il capitalista ha l'interesse a mantenere il rapporto stipendio/produttività il piú basso possibile, mentre il dipendente ha tutto l'interesse ad affaticarsi il meno possibile (quindi tendenzialmente a produrre meno) e a guadagnare il piú possibile.
Da uno che sostiene il proletariato come classe "virtuosa" che uscirà della logica del dominio non si possono sentire certe critiche
Se tu avessi capito Marx sapresti che il proletariato non è caratterizzato da virtú etiche particolari (concezione idealista/moralista che Marx lascia ai puritani borghesi ed ai loro epigoni), ma da una condizione materiale che ha come unica possibilità di emancipazione come classe il superamento della logica del dominio.
Marx non pensa che i proletari siano buoni ed i capitalisti cattivi, ma tu interpreti tutto con moralismo.
Te almeno che ne sei in grado fammi delle critiche più pragmatiche: Ritieni disfunzionali tali proposte all'aumento dell'occupazione?
Innanzitutto prima delle tre proposte, c'è la solita pappardella ideologico-moralista campata per aria e facilmente confutabile, ma tralasciamo.
Per quanto riguarda le regole: esse sono necessarie per evitare gli abusi, ossia (in ultima analisi) che l'iniziativa individuale scarichi i costi sulla collettività. Poi che essa vada semplificata il piú possibile, mi sembra la scoperta dell'acqua calda.
Poi per il resto mi sembra la solita politica assistenzialista con la quale lo Stato si accolla i costi delle imprese, e le imprese s'intascano i guadagni.
MadJackal
14-02-2010, 11:41
Evidentemente non ha ancora capito che i lavoratori che arrivano a tanto lo fanno per difendere il proprio posto o migliorare le condizioni in cui esso si svolge, non lo fanno mica per chiedere nuove assunzioni!
Tra l'altro, mi pare una frase buttata lì perchè era bella, perchè è logico che salendo sul tetto a difendere il tuo posto di lavoro non ne crei un altro. Più o meno come detassare gli straordinari non aumenta le assunzioni.
L'unica cosa su cui sono d'accordo è la riduzione della burocrazia.
Bello il "finanziamento" (statale?) proposto da un liberista, per la serie business as usual, profitti di pochi con i soldi di tutti... :cool:
blamecanada
14-02-2010, 11:49
Comunque tornando al punto chiave dei crediti a tasso zero con restituzione quando si va in attivo; questa non è una proposta liberista è un assurdo drogaggio dell'economia da parte dello stato, non vedo perchè io stato debba prestare senza interessi i miei soldi ad un'altro per permettergli di dare un servizio, allora tantovale che lo fornisca io il servizio che risparmio anche...
Infatti.
Ma questo è il neoliberismo: mentre il liberismo classico prevede che lo Stato non trasferisca i soldi né ai dipendenti né agl'imprenditori, questi prevedono che lo Stato usi i soldi dei cittadini (in prevalenza dipendenti) per finanziare la classe degl'imprenditori.
Un po' come se io ed un po' di persone invece di usare i nostri soldi per fondare una cooperativa ed essere comproprietari dell'azienda, decidessimo di dare i soldi ad una persona, e chiedergli in cambio di assumerci.
cometa18
14-02-2010, 11:57
Il mercato finanziario ha una funzione di controllo sul mercato, non è solo una pratica esoterica di maghi della finanza
Che poi non è vero che non crea posti di lavoro, non li crea direttamente, ma si tratta sempre di dinamiche di mercato con cui un impresa ricerca la propria crescita, e un azienda senza lavoratori non cresce come non cresce senza capitale, non sono due cose indipendenti
Certo che attualmente l'italia non è un paese che abbia molto da preoccuparsi della propria salute finanziaria (nel senso che ci sono cose più importanti a cui pensare in ambito economico)
Non condivido: ogni azienda si muove in un ambito di risorse finite, l'investimento finanziario rende di più rispetto ad uno che genera direttamente occupazione, e questo anche per motivi fiscali. Se un'azienda investe qui, non ha fondi per investire anche in ricerca, sviluppo e implicitamente nuova occupazione). Compito di uno stato è favorire l'occupazione e quindi incentivare forme d'investimento consone, non buy back di azioni o distribuzione di stock option.
La teoria del mercato finanziario come controllo si leggeva sui libri di macroeconomia degli anni 60; l'economia non è una scienza esatta, e basterebbe dare un'occhiata all'ultima crisi per capire che una teoria non sorretta da alcuna prova empirica è essenzialmente una religione... D'altronde non è una novità che il mercato non regoli, ma anzi amplifichi gli shock, tanto che chi critica il liberismo auspica proprio di porre vincoli che impediscano le distorsioni così comuni sui mercati. (Tra l'altro le teorie precedenti si basano su mercati perfetti, un po' come le trasformazioni quasi adiabatiche della fisica classica, astrazioni inesistenti nella realtà).
killercode
14-02-2010, 15:18
Infatti.
Ma questo è il neoliberismo: mentre il liberismo classico prevede che lo Stato non trasferisca i soldi né ai dipendenti né agl'imprenditori, questi prevedono che lo Stato usi i soldi dei cittadini (in prevalenza dipendenti) per finanziare la classe degl'imprenditori.
Un po' come se io ed un po' di persone invece di usare i nostri soldi per fondare una cooperativa ed essere comproprietari dell'azienda, decidessimo di dare i soldi ad una persona, e chiedergli in cambio di assumerci.
Ah, questa del neoliberismo mi mancava, mica scemi questi economisti, avevano visto che con il liberismo normale lo prendevano in quel posto e hanno pensato bene di renderlo più sicuro, per loro. :asd:
Dream_River
14-02-2010, 16:00
Bello il nostro sistema non competitivo, infatti l'unicredit è solo la banca più grande d'europa :asd:
Ed intanto i cittadini della mancanza di competitività godono...
http://www.vostrisoldi.it/articolo/tassi-mutui-troppo-cari-in-italia/10306/
Ma tanto abbiamo banche forti, che non danno accesso al credito, ma tanto sono forti, cosi almeno Tremonti può fare il figo:D
Comunque tornando al punto chiave dei crediti a tasso zero con restituzione quando si va in attivo; questa non è una proposta liberista è un assurdo drogaggio dell'economia da parte dello stato, non vedo perchè io stato debba prestare senza interessi i miei soldi ad un'altro per permettergli di dare un servizio, allora tantovale che lo fornisca io il servizio che risparmio anche...
Se in Italia governassero dei liberisti seri non ci sarebbe bisogno di ridursi a proposte del genere per tentare di rimettere in moto l'economia italiana per poter uscire dalla crisi e essere competitivi, visto che avremmo un sistema bancario di tutt'altra qualità
Poi non so te, ma io non sono un idealista che preferisce affondare con i propri principi, se le banche in Italia sono un sistema corporativo sostenuto da una legislazione orrida, almeno che lo stato si renda utile nel contrastare le sue stesse deficienze che ha prodotto (in passato)
Quindi perché ti ostini a dire implicitamente che il lavoratore dovrebbe essere grato al padrone, che gentilmente gli dà due lire in cambio di otto ore di lavoro giornaliere?
Prima parli di profitto individuale, che di per sé è una prospettiva coerente, se poi non facessi discorsi moralistici dell'amore fra dipendente e padrone.
Quando è ovvio che dal punto di vista individuale il capitalista ha l'interesse a mantenere il rapporto stipendio/produttività il piú basso possibile, mentre il dipendente ha tutto l'interesse ad affaticarsi il meno possibile (quindi tendenzialmente a produrre meno) e a guadagnare il piú possibile.
Io non ho mai parlato di amore fra dipendente e padrone, al massimo ho sempre disprezzato la visione tribale che il comunismo promuove nel fomentare l'odio fra queste due figure
Non c'è bisogno di amore, basterebbe un minimo di consapevolezza che è inutile urlare tanto contro "i padroni" quando la salute dell'economia e della finanza e legata, molto più strettamente di quanto si voglia ammettere, anche al benessere dei lavoratori. e viceversa
Se tu avessi capito Marx sapresti che il proletariato non è caratterizzato da virtú etiche particolari (concezione idealista/moralista che Marx lascia ai puritani borghesi ed ai loro epigoni), ma da una condizione materiale che ha come unica possibilità di emancipazione come classe il superamento della logica del dominio.
Marx non pensa che i proletari siano buoni ed i capitalisti cattivi, ma tu interpreti tutto con moralismo.
Veramente io non ho parlato di virtù etiche, la virtù può anche essere intesa in senso naturalistico.
Marx aveva una visione "aristocratica" del proletariato
Quindi semmai e a te che ti diverte dare del moralista agli altri
Per quanto riguarda le regole: esse sono necessarie per evitare gli abusi, ossia (in ultima analisi) che l'iniziativa individuale scarichi i costi sulla collettività. Poi che essa vada semplificata il piú possibile, mi sembra la scoperta dell'acqua calda.
Poi per il resto mi sembra la solita politica assistenzialista con la quale lo Stato si accolla i costi delle imprese, e le imprese s'intascano i guadagni.
E allora vedi che sei d'accordo con me, sulla mancanza di un terreno legislativo solido e comune che eviti allo stato di fare le figura del fesso l'ho detto anche io rispondendo a ConteZero
Se lo stato mette dei soldi è giusto che poi possa controllare che uso ne viene poi fatto
Non condivido: ogni azienda si muove in un ambito di risorse finite, l'investimento finanziario rende di più rispetto ad uno che genera direttamente occupazione, e questo anche per motivi fiscali. Se un'azienda investe qui, non ha fondi per investire anche in ricerca, sviluppo e implicitamente nuova occupazione). Compito di uno stato è favorire l'occupazione e quindi incentivare forme d'investimento consone, non buy back di azioni o distribuzione di stock option.
Si crea più occupazione se lo stato tiene le sue mani lontano delle spontanee dinamiche del mercato, piuttosto che darsi a politiche che rendono stagnante il mercato del lavoro per tutelare i posti di lavoro del presente (Ma elettoralmente molto proficue, tant'è che persino Tremonti negli ultimi tempi pare uscito da un circolo di Rifondazione), e la funzione di controllo del mercato finanziario non può essere discussa sulla scala ridotta della singola azienda, e come tentare di spiegare il fenomeno del battito cardiaco sull'analisi di una cellula cardiaca
Che poi le teorie liberiste non siano le più in voga lo so bene anche io, ma il successo di una teoria non dice niente sulla sua validità (Anche perchè i liberisti odierni non sono rimasti fermi agli anni 60)
Ora io le mie conoscenze di economia devo ancora approfondirle, ma più mi ci metto sopra più mi rendo conto di come possa essere correttamente studiato solo in un ottica emergentista (Come d'altronde ogni studio umanistico-sociale)
killercode
14-02-2010, 18:28
Ed intanto i cittadini della mancanza di competitività godono...
http://www.vostrisoldi.it/articolo/tassi-mutui-troppo-cari-in-italia/10306/
Ma tanto abbiamo banche forti, che non danno accesso al credito, ma tanto sono forti, cosi almeno Tremonti può fare il figo:D
Cosa? Stai scherzando vero? Abbiamo appena passato una crisi dovuta ai mutui subprime e tu vuoi dare credito ai soggetti a rischio ancora? Credo proprio che questa sia la sindome di tafazzi...
AntonioBO
14-02-2010, 18:47
Poi c'è sempre il solito idiota che vorrebbe l'abolizione dell'art. 18 dello statuto dei lavoratori. Solo quello aspettano i padroni per licenziare chi cazzo gli pare se per caso i dipendenti hanno un'idea politica differente o se indossano un vestito non gradito! Forse queste menti eccelse non capiscono che non bisogna ossequiare il sultano solo perché paga o stipendio..... lo stipendio è solo il prezzo pagato perché l'imprenditore possa guadagnare grazie alla opera svolta dal dipendente. Lo stipendio non è una concessione del padrone, è un diritto di chi lavora.
Dream_River
14-02-2010, 19:11
Cosa? Stai scherzando vero? Abbiamo appena passato una crisi dovuta ai mutui subprime e tu vuoi dare credito ai soggetti a rischio ancora? Credo proprio che questa sia la sindome di tafazzi...
I soggetti a rischio mica le hanno finanziate le nostre banche istigate da un governo irresponsabile con la voglia di dare la casa anche a chi non era in grado di comprarsela
Aldilà dell'abisso che ci passa dal sistema bancario U.S.A. a quello Italiano
killercode
14-02-2010, 19:40
I soggetti a rischio mica le hanno finanziate le nostre banche istigate da un governo irresponsabile con la voglia di dare la casa anche a chi non era in grado di comprarsela
Aldilà dell'abisso che ci passa dal sistema bancario U.S.A. a quello Italiano
non ho capito cosa vuoi dire
Liberismo
Sì , ma liberismo vero , quindi basta con le categorie protette di notai , avvocati , banchieri , farmacisti , industriali , camionisti , tassisti ... tutti sul libero mercato , chi ne ha di più vince e gli altri falliscono .
E invece qua si liberizza soltanto il culo degli operai ... "da chi vuoi prenderlo oggi ?"
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