FabioGreggio
31-01-2010, 22:21
In questa Bologna di fine gennaio, che sembra un po' Copenaghen sotto le continue nevicate, anche quella che fino a poche settimane fa sembrava un'ipotesi da fantapolitica, e cioè vedere un ex presidente dell'Ue e due volte premier candidarsi a sindaco, sembra farsi timidamente strada.
Lui, il Prof. Romano Prodi, smentisce e ringrazia, ormai una volta al giorno.
Ma il continuo pressing dei bolognesi, nomi noti come Lucio Dalla a Carlo Lucarelli, ma soprattutto le tante persone normali che lo fermano durante le corse al parco, e sabato pomeriggio durante la visita a delle mostre in centro, cominciano a scavare come tante goccioline dentro la fermezza del Prof. "Il suo orientamento non è cambiato", ha ribadito anche domenica mattina la portavoce Sandra Zampa.
E tuttavia qualcosa si sta muovendo, piano piano. Gualtiero Tamburini, presidente di Nomisma e comnpagno di corse al parco, è stato forse il primo a dire pubblicamente che "per rialzarsi Bologna ha bisogno di Romano".
E oggi vede materializzarsi i suoi migliori auspici. "Avevo auspicato che ci fosse la fila sotto casa Prodi, e la cosa in effetti si sta verificando», dice all'Unità.
"A oggi non ha maturato una decisione, ma c’è una spinta dei cittadini che un po’ lo sta costringendo a riflettere.
L’ipotesi è ancora remota, sul piano razionale è sicuramente per il no, ma le decisioni possono essere anche emotive...". "Se dovessi scommettere sarei ancora per il no, ma come dice Tremonti noi economisti non ci prendiamo mai...», sorride Tamburini.
"C’è una oggettiva speranza in città», conferma Filippo Andreatta, «credo che il Prof ci stia pensando, ma non sottovalutiamo che sarebbe un sacrificio personale". "Certo, lui farebbe la differenza", sospira il giovane docente dell'Alma Mater. " Rispetto a qualche giorno fa sono più possibilista, la possibilità che dica di sì esiste".
Il Pd bolognese, dopo le improvvise dimissioni del sindaco Delbono, è ancora sotto shock. Mai era successo, sotto le due torri, che un sindaco si dimettesse per una vicenda giudiziaria.
Mai si era andati a elezioni anticipate. Lunedì Bersani sarà in città per la direzione provinciale dei democratici: non si attendono decisioni clamorose, il leader dovrà soprattutto rincuorare un partito in crisi. Le primarie potrebbero essere il 14 febbraio, San Valentino.
Ma sui tre candidati finora papabili, l'ex manager Luciano Sita, l'assessore regionale Duccio Campagnoli (ex Cgil) e il popolare presidente del consiglio comunale Maurizio Cevenini, non mancano i dubbi dentro lo stesso partito. "Non sono nomi all'altezza di una sfida del genere" si mormora. Ed ecco che il pensiero torna sotto casa Prodi, a via Gerusalemme.
Bersani lunedì dovrà valutare anche questo: capire se nel partito davvero la carta Prodi sia considerata inevitabile, ed eventualmente sondare personalmente il Prof. Domenica sono arrivati anche espliciti sostegni da Roma: Enzo Bianco, Nichi Vendola..."Bologna è un simbolo della sinistra italiana, della sua storia più profonda e, oggi, della sua crisi: se scendesse in campo Romano Prodi sarebbe un grande segnale.
C'è necessità di uno sforzo particolare per restituire a Bologna il ruolo che merita", ha detto il governatore pugliese.
Intanto la data delle elezioni rischia di slittare: il governo avrebbe deciso di non varare lunedì il decreto per il voto in marzo, rinviando la decisione a giovedì. L’ipotesi di votare in giugno prende corpo, anche per le divisioni nel centrodestra.
L'Udc non ha gradito l'accelerazione del Pdl su Giancarlo Mazzuca, ancora si sta trattando per mettere in piedi un'allenza sia alle regionali che alle comunali, magari lanciando il casisiano Gian Luca Galletti per il Comune.
Del resto Casini, nonostante le avances, non sembra avere alcuna intenzione di fare accordi col Pd nella sua Bologna. E, col voto a giugno, anche lo scenario a sinistra potrebbe cambiare.
http://www.unita.it/news/italia/94429/i_bolognesi_premono_e_il_prof_comincia_a_pensarci
Lui, il Prof. Romano Prodi, smentisce e ringrazia, ormai una volta al giorno.
Ma il continuo pressing dei bolognesi, nomi noti come Lucio Dalla a Carlo Lucarelli, ma soprattutto le tante persone normali che lo fermano durante le corse al parco, e sabato pomeriggio durante la visita a delle mostre in centro, cominciano a scavare come tante goccioline dentro la fermezza del Prof. "Il suo orientamento non è cambiato", ha ribadito anche domenica mattina la portavoce Sandra Zampa.
E tuttavia qualcosa si sta muovendo, piano piano. Gualtiero Tamburini, presidente di Nomisma e comnpagno di corse al parco, è stato forse il primo a dire pubblicamente che "per rialzarsi Bologna ha bisogno di Romano".
E oggi vede materializzarsi i suoi migliori auspici. "Avevo auspicato che ci fosse la fila sotto casa Prodi, e la cosa in effetti si sta verificando», dice all'Unità.
"A oggi non ha maturato una decisione, ma c’è una spinta dei cittadini che un po’ lo sta costringendo a riflettere.
L’ipotesi è ancora remota, sul piano razionale è sicuramente per il no, ma le decisioni possono essere anche emotive...". "Se dovessi scommettere sarei ancora per il no, ma come dice Tremonti noi economisti non ci prendiamo mai...», sorride Tamburini.
"C’è una oggettiva speranza in città», conferma Filippo Andreatta, «credo che il Prof ci stia pensando, ma non sottovalutiamo che sarebbe un sacrificio personale". "Certo, lui farebbe la differenza", sospira il giovane docente dell'Alma Mater. " Rispetto a qualche giorno fa sono più possibilista, la possibilità che dica di sì esiste".
Il Pd bolognese, dopo le improvvise dimissioni del sindaco Delbono, è ancora sotto shock. Mai era successo, sotto le due torri, che un sindaco si dimettesse per una vicenda giudiziaria.
Mai si era andati a elezioni anticipate. Lunedì Bersani sarà in città per la direzione provinciale dei democratici: non si attendono decisioni clamorose, il leader dovrà soprattutto rincuorare un partito in crisi. Le primarie potrebbero essere il 14 febbraio, San Valentino.
Ma sui tre candidati finora papabili, l'ex manager Luciano Sita, l'assessore regionale Duccio Campagnoli (ex Cgil) e il popolare presidente del consiglio comunale Maurizio Cevenini, non mancano i dubbi dentro lo stesso partito. "Non sono nomi all'altezza di una sfida del genere" si mormora. Ed ecco che il pensiero torna sotto casa Prodi, a via Gerusalemme.
Bersani lunedì dovrà valutare anche questo: capire se nel partito davvero la carta Prodi sia considerata inevitabile, ed eventualmente sondare personalmente il Prof. Domenica sono arrivati anche espliciti sostegni da Roma: Enzo Bianco, Nichi Vendola..."Bologna è un simbolo della sinistra italiana, della sua storia più profonda e, oggi, della sua crisi: se scendesse in campo Romano Prodi sarebbe un grande segnale.
C'è necessità di uno sforzo particolare per restituire a Bologna il ruolo che merita", ha detto il governatore pugliese.
Intanto la data delle elezioni rischia di slittare: il governo avrebbe deciso di non varare lunedì il decreto per il voto in marzo, rinviando la decisione a giovedì. L’ipotesi di votare in giugno prende corpo, anche per le divisioni nel centrodestra.
L'Udc non ha gradito l'accelerazione del Pdl su Giancarlo Mazzuca, ancora si sta trattando per mettere in piedi un'allenza sia alle regionali che alle comunali, magari lanciando il casisiano Gian Luca Galletti per il Comune.
Del resto Casini, nonostante le avances, non sembra avere alcuna intenzione di fare accordi col Pd nella sua Bologna. E, col voto a giugno, anche lo scenario a sinistra potrebbe cambiare.
http://www.unita.it/news/italia/94429/i_bolognesi_premono_e_il_prof_comincia_a_pensarci