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View Full Version : Lotta alla mafia? Volevano accreditare le aziende inquinate


Vincenzo1968
29-01-2010, 19:52
Nella legge Comunitaria il Pdl aveva infilato un articolo per far concorrere le ditte condannate negli appalti pubblici

http://archivio2.unita.it/v2/carta/showoldpdf.asp?anno=2010&mese=01&file=29POL15a


Felice Diotallevi

Parlano, annunciano, e intanto
con la mano sotto il
tavolo provano a cambiare
le regole, a farle più
dolci per le aziende in
odor di criminalità. «Abbiamo sventato
un colpo di mano», dice la senatrice
del Pd Silvia Della Monica,
componente della commissione antimafia
e già magistrato. In sostanza,
recependo la legge Comunitaria,
per adempiere agli obblighi dell’Italia
in seno all’Unione europea,
senza nessuna attinenza il governo
aveva modificato un articolo - il 44 -
che allargava le maglie per le imprese
che vogliano concorrere agli appalti
pubblici. Nemmeno la condanna
- se non definitiva - impediva alle
ditte di partecipare. E così quegli imprenditori
già giudicati colpevoli
per reati depenalizzati o processati
per reati poi prescritti. «Insomma -
nota la senatrice - si rimettevano in
gioco un sacco di imprese inquinate
».
Altro che lotta alla mafia. Questo
era un favore a tutte quelle imprese
della zona grigia. «Questa modifica
nel codice degli appalti che governo
e maggioranza volevano inserire
avrebbero abbassato le soglie di
tutela contro le infiltrazioni mafiose
e la trasparenza e correttezza dell’azione
amministrativa». Il Pd ha
sventato il tutto chiedendo che fosse
dichiarata inammissibile una modifica
del genere nell’ambito della
“Comunitaria”. In effetti centrava
zero, e la maggioranza, una volta
smascherata, ha dovuto aderire per
non sollevare un polverone proprio
nel giorno in cui Berlusconi, Maroni
e Alfano imbastivano lo show del governo
lancia in resta contro la criminalità
organizzata, giù a Reggio Calabria.
Così, nel mentre si fingeva di
inasprire la legislazione contro le mafie,
e mentre gli industriali timbravano con
l’esclusione dagli appalti quelle
imprese che non denuncino di essere
vittime di estorsioni e concussioni,
il governo reintroduceva queste
imprese nel circolo degli affari con
l’apparato pubblico. Non solo: «Su
nostra richiesta - aggiunge Della Monica
- è stato inoltre stralciato l’articolo
51 che, attribuendo una delega al
governo, avrebbe abbassato il contrasto
alla mafia attraverso l’eliminazione
del reato di favoreggiamento e
concorso esterno inassociazione mafiosa
e riducendo le pene a cinque anni quando
il nostro ordinamento prevede
un regime sanzionatorio molto
più alto, come modificato di recente.
Ad esser buoni, il governo è in stato
confusionale, arriva addirittura a
contraddire quanto annunciato dallo
stesso premier...».


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