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View Full Version : Quando Vittorio Feltri e Maurizio Belpietro erano giustizialisti


luxorl
27-01-2010, 08:33
Quando erano giustizialisti

di Massimo Fini

Il Giornale di Vittorio Feltri e Libero di Maurizio Belpietro stanno conducendo una forsennata campagna d’aggressione ad Antonio Di Pietro accusato, sulla base di un dossier, di essere un uomo della Cia per cui, di fatto, le inchieste di Mani Pulite furono pilotate dagli americani.

Il sottinteso è che Tangentopoli non è mai esistita e che quelle inchieste non furono fatte per fini di giustizia ma per togliere di mezzo un certo numero di partiti politici. Tesi quanto mai in voga in un periodo in cui con le celebrazioni di Bettino Craxi si vuole liquidare definitivamente la stagione di Mani Pulite.

Il dossier ha tutta l’aria di essere una bufala e tale lo considera persino Fabrizio Cicchitto che pure di Di Pietro è un feroce avversario. Del resto non si capisce che interesse avrebbero avuto gli americani a far fuori partiti storicamente atlantisti (Dc, Psi, Psdi, Pli, Pri) a favore di forze anti Usa quale la Lega di allora e il Pci, che pur essendo totalmente compromesso col sistema delle tangenti, come proprio la magistratura accertò, ne uscì meno malconcio.

La cosa curiosa è che Feltri e Belpietro allora direttore e vice dell’Indipendente furono, nel biennio 1992-94, i più assatanati fan di Di Pietro, che chiamavano affettuosamente Tonino, i più convinti sostenitori di Mani Pulite e i più “giustizialisti”, chiamando Craxi “il cinghialone”, dando così alle legittime inchieste dei magistrati il sapore di una “caccia sadica” e contribuendo a creare quel clima che poi porterà all’indegno linciaggio, a colpi di monetine, davanti all’hotel Raphael e all’inseguimento di Gianni De Michelis per le calli di Venezia. Accanendosi anche sui figli del leader socialista. Pubblicando, tutti goduti, la fotografia del segretario di Forlani, Enzo Carra, in manette.

Quando andarono a lavorare per Il Giornale di Berlusconi, inquisito a sua volta, i due divennero “garantisti” a 24 carati. Ma se si tratta di Di Pietro ritornano ad essere quello che sono sempre stati: dei forcaioli.

Ma ammettiamo, per ipotesi, che Di Pietro fosse un agente al servizio della Cia. Di Pietro era solo uno dei pm di Mani Pulite, il più visibile perché il suo capo, Borrelli, aveva deciso che sarebbe stato lui a sostenere in udienza le accuse del “pool” contando proprio su quella sua naivitè contadina che restituiva alle cose il loro nome di fronte al linguaggio da Azzaccagarbugli dei politici; i ladri tornavano ad essere chiamati ladri.

Quindi oltre a Di Pietro c’erano nel “pool” di Milano, Borrelli, Davigo, la Boccassini, Colombo, magistrati di prim’ordine con conoscenze tecnico-giuridiche molto superiori a quelle di “Tonino” che nelle inchieste portò soprattutto la sua enorme energia.

Tutti agenti della Cia anche loro? E i giudici che in sede di rinvio a giudizio, di sentenze di primo, di secondo grado, di Cassazione, avallarono le inchieste del pool? Tutti agenti della Cia anche loro? E le decine, le centinaia di piccoli e medi imprenditori che andarono a confessare di essere stati taglieggiati, su ogni appalto, dai partiti? Anche loro facevano parte del “complotto” organizzato dagli americani?

Non importa, oggi la favola convenuta, di cui Feltri e Belpietro si fanno vessilliferi, è che Tangentopoli non è mai esistita, fu solo una macchinazione DI QUALCUNO, n’importe pas (vedere americani, servizi, comunisti) in combutta con una magistratura corrotta.
Che gli infami non erano i ladri “eccellenti”, ma i magistrati che osarono inquisirli e condannarli

IFQ di oggi

girodiwino
27-01-2010, 09:17
Beh direi che se a quella farloccata non dichiara di credere nemmeno cicchitto siamo a posto...

Del resto i rapporti con gli USA stanno già andando alle ortiche grazie all'improvvido intervento di bertolaso (che non mi sento di stigmatizzare più di tanto: non essendo un politico non si può pretendere da lui un grado di conoscenza della retorica troppo alto), aggiungere carne al fuoco mi sembra non savio

svarionman
27-01-2010, 10:13
Giornalismo ad orologeria.

brown
27-01-2010, 10:15
servi del padrone .. null altro ..

Xile
27-01-2010, 10:54
Ma ammettiamo, per ipotesi, che Di Pietro fosse un agente al servizio della Cia. Di Pietro era solo uno dei pm di Mani Pulite, il più visibile perché il suo capo, Borrelli, aveva deciso che sarebbe stato lui a sostenere in udienza le accuse del “pool” contando proprio su quella sua naivitè contadina che restituiva alle cose il loro nome di fronte al linguaggio da Azzaccagarbugli dei politici; i ladri tornavano ad essere chiamati ladri.

Questa non la sapevo.

Vincenzo1968
27-01-2010, 14:57
Vittorio Feltri, annate 1992-’93 (l’Indipendente) e ’94 (sul Giornale):

“Ammesso e non concesso che un magistrato abbia sbagliato, ecceduto, ciò non deve autorizzare i ladri e i tifosi dei ladri... gli avvoltoi del garantismo... a gettare anche la più piccola ombra sulla lodevole e mai sufficientemente applaudita attività dei Borrelli e dei Di Pietro” (21-7-93).

“Mai provvedimento giudiziario fu più popolare, più atteso, quasi liberatorio di questo firmato contro Craxi (il primo avviso di garanzia, nda) … Di Pietro non si è lasciato intimidire dalle critiche, dalle minacce di mezzo mondo politico (diciamo pure del regime putrido di cui l’appesantito Bettino è campione suonato) e ha colpito in basso e in alto, perfino lassù dove non osano nemmeno le aquile. Ha colpito senza fretta, nessuna impazienza di finire sui giornali per raccogliere altra gloria. Craxi ha commesso l’errore… di spacciare i compagni suicidi (per la vergogna di essere stati colti con le mani nel sacco) come vittime di complotti antisocialisti… E’ una menzogna, onorevole: che cosa vuole che importi a Di Pietro delle finalità politiche… I giudici lavorano tranquilli, in assoluta serenità: sanno che i cittadini, ritrovata dignità e capacità critica, sono dalla loro parte. Come noi dell’Indipendente, sempre” (16-12-92).

“Quegli onorevoli che oggi si stracciano il doppiopetto (pagato verosimilmente con le mazzette) perché molti politici finiscono in galera sino a che non dicono la verità, sbagliano di grosso a prendersela con Borrelli e compagnia bellissima. I magistrati fanno solo il loro dovere. E noi siamo con loro” (10-7-93).

“La cella è il luogo migliore per servire la giustizia, per riflettere e ricordare” (9-3-93).

“Ma questa è una pacchia, un godimento fisico, erotico. Quando mai siamo stati tanto vicini al sollievo? Che Dio salvi Di Pietro” (15-6-92).

“Sui 70 e passa finiti in galera, e su altrettanti che sono sul punto di finirci, soltanto tre si sono ammazzati, gli altri si godono il bottino” (30-7-92).

“Non si può pretendere di guidare un partito... avendo in tasca un avviso di garanzia. L’avviso di garanzia è un modo gentile per dire ‘caro mio, sei dentro fino al collo nell’inchiesta sulle tangenti’” (20-7-92).

“Il governo non può permettersi di schierare un personaggio chiacchierato” (4-7-92).

“Decine di politici sono stati trovati dai giudici con le mani nelle tasche piene di tangenti. Ma invece di prendersela con i ladri loro amici, se la prendono con il giudice che li ha smascherati” (29-6-92).

“Non ho mai scritto che Di Pietro e colleghi hanno graziato il Pds; che prove avrei per affermare una cosa simile?” (25-11-94).

“La realtà è che il marcio è venuto fuori per primo a Milano grazie a una Procura con i nervi saldi e un profondo senso di giustizia: giudici che non si sono fermati dinanzi alla prima intimidazione socialista... Ecco l’Italia che non ci piace. E che Mani Pulite, speriamo, demolisca sino all’ultimo mattone” (8-9-92).


"Caro Di Pietro, è meglio che si riguardi. Le faranno la guerra con disonestà, che è la loro
arma migliore... Già hanno detto che lei è manovrato di Tizio, Caio e Sempronio... che lei fa il
gioco oscuro di oscuri golpisti... che lei è un esaltato e agisce non per spirito di giustizia, ma
per farsi bello con le folle... Ora diranno che lei in fondo non è uno stinco di santo e
troveranno qualche calunniatore disposto a buttare lì qualche pettegolezzo velenoso... Se
riescono a smontare lei, smontano anche l'inchiesta. La sua fortuna è di essere bravo e libero:
cioè invidiato". (Vittorio Feltri, L'INDIPENDENTE, 15 giugno 1992).

"Delegittimando i pentiti, gli imputati dei processi di mafia si assicurano l'impunibilità...
Svalutare la deposizione di chi ha commesso un reato e si è ravveduto significa smantellare
interi castelli accusatori. Ecco perché i socialisti sono tra quelli che urlano con maggior vigore
contro i pentiti... Nelle deposizioni dei pentiti (che non vanno scambiati per oracoli, ma
neppure respinti a priori, e sottoposti a meticolose verifiche) vi saranno forzature e falsità, ma
non solo quelle. E' impossibile che tutto il castello accusatorio su Andreotti sia parto della
fantasia (malata o remunerata) dei picciotti passati dalla piovra alla Giustizia" (Vittorio Feltri,
L'INDIPENDENTE, 4 dicembre 1992 e 21 aprile 1993).

Fabryce
27-01-2010, 15:27
Cambiato padrone... cambiano le opinioni... questi vengono chiamati giornalisti :Puke:

Vincenzo1968
27-01-2010, 17:48
http://www.pieroricca.org/2010/01/26/vittorio-feltri/

sander4
27-01-2010, 19:54
http://www.pieroricca.org/2010/01/26/vittorio-feltri/

Feltri smascherato alla grande. :D

MadJackal
27-01-2010, 20:14
Sono stati tutti fulminati sulla via di Arcore, che ci volete fare. :D