View Full Version : avete letto il messaggio del capo dello stato per il decennale della morte di Craxi?.
first register
17-01-2010, 23:37
avete letto il messaggio del capo dello stato per il decennale della morte di Craxi?.
qui la moglie si dice soddisfatta...
http://www.repubblica.it/politica/2010/01/17/news/anniversario_craxi-1979425/
ma sul web non c'è traccia del messaggio...
qualche che sia il messaggio quale è il disegno dietro tutto questo?
mi pare evidente che la politica ormai sia in aperto costrasto con il popolo, è tempo di rivoluzione francese
first register
18-01-2010, 00:00
qualche che sia il messaggio quale è il disegno dietro tutto questo?
mi pare evidente che la politica ormai sia in aperto costrasto con il popolo, è tempo di rivoluzione francese
http://www.quirinale.it/elementi/Elenchi.aspx?tipo=Comunicato
Meglio che non lo leggo, guarda...
Evito, ho finito la scorta di antiemetici.
http://www.quirinale.it/elementi/Elenchi.aspx?tipo=Comunicato
Quale sarebbe?
Ma non è che si tratta di un messaggio privato?
"Apprezzo molto il gesto del presidente Napolitano, il messaggio che ha deciso di inviarmi. Lo leggerò con una grande attenzione.
ilguercio
18-01-2010, 07:59
Sicuramente privato.
Insomma,manco il coraggio di farlo pubblico per vedere cosa ci stava scritto...
"Cara Signora,
ricorre domani il decimo anniversario della morte di Bettino Craxi, e io desidero innanzitutto esprimere a lei, ai suoi figli, ai suoi famigliari, la mia vicinanza personale in un momento che è per voi di particolare tristezza, nel ricordo di vicende conclusesi tragicamente.
Non dimentico il rapporto che fin dagli anni '70 ebbi con lui per il ruolo che allora svolgevo nella vita politica e parlamentare. Si trattò di un rapporto franco e leale, nel dissenso e nel consenso che segnavano le nostre discussioni e le nostre relazioni anche sul piano istituzionale. E non dimentico quel che Bettino Craxi, giunto alla guida del Partito Socialista Italiano, rappresentò come protagonista del confronto nella sinistra italiana ed europea.
Ma non è su ciò che oggi posso e intendo tornare.
Per la funzione che esercito al vertice dello Stato, mi pongo, cara Signora, dal solo punto di vista dell'interesse delle istituzioni repubblicane, che suggerisce di cogliere anche l'occasione di una ricorrenza carica - oltre che di dolorose memorie personali - di diversi e controversi significati storici, per favorire una più serena e condivisa considerazione del difficile cammino della democrazia italiana nel primo cinquantennio repubblicano.
E' stato parte di quel cammino l'esplodere della crisi del sistema dei partiti che aveva retto fino ai primi anni '90 lo svolgimento della dialettica politica e di governo nel quadro della Costituzione. E ne è stato parte il susseguirsi, in un drammatico biennio, di indagini giudiziarie e di processi, che condussero, tra l'altro, all'incriminazione e ad una duplice condanna definitiva in sede penale dell'on. Bettino Craxi, già Presidente del Consiglio dal 1983 al 1987. Fino all'epilogo, il cui ricordo è ancora motivo di turbamento, della malattia e della morte in solitudine, lontano dall'Italia, dell'ex Presidente del Consiglio, dopo che egli decise di lasciare il paese mentre erano ancora in pieno svolgimento i procedimenti giudiziari nei suoi confronti. Si è trattato - credo di dover dire - di aspetti tragici della storia politica e istituzionale della nostra Repubblica, che impongono ricostruzioni non sommarie e unilaterali di almeno un quindicennio di vita pubblica italiana.
Non può dunque venir sacrificata al solo discorso sulle responsabilità dell'on. Craxi sanzionate per via giudiziaria la considerazione complessiva della sua figura di leader politico, e di uomo di governo impegnato nella guida dell'Esecutivo e nella rappresentanza dell'Italia sul terreno delle relazioni internazionali. Il nostro Stato democratico non può consentirsi distorsioni e rimozioni del genere.
Considero perciò positivo il fatto che da diversi anni attraverso importanti dibattiti, convegni di studio e pubblicazioni, si siano affrontate, tracciando il bilancio dell'opera di Craxi, non solo le tematiche di carattere più strettamente politico, relative alle strategie della sinistra, alle dinamiche dei rapporti tra i partiti maggiori e alle prospettive di governo, ma anche le tematiche relative agli indirizzi dell'attività di Craxi Presidente del Consiglio. Di tale attività mi limito a considerare solo un aspetto, per mettere in evidenza come sia da acquisire al patrimonio della collocazione e funzione internazionale dell'Italia la conduzione della politica estera ed europea del governo Craxi: perché ne venne un apporto incontestabile ai fini di una visione e di un'azione che possano risultare largamente condivise nel Parlamento e nel paese proiettandosi nel mondo d'oggi, pur tanto mutato rispetto a quello di alcuni decenni fa.
Le scelte di governo compiute negli anni 1983-87 videro un rinnovato, deciso ancoraggio dell'Italia al campo occidentale e atlantico, anche di fronte alle sfide del blocco sovietico sul terreno della corsa agli armamenti ; e videro nello stesso tempo un atteggiamento "più assertivo" del ruolo dell'Italia nel rapporto di alleanza - mai messo peraltro in discussione - con gli Stati Uniti. In tale quadro si ebbe in particolare un autonomo dispiegamento della politica estera italiana nel Mediterraneo, con un coerente, equilibrato impegno per la pace in Medio Oriente. Il governo Craxi e il personale intervento del Presidente del Consiglio si caratterizzarono inoltre per scelte coraggiose volte a sollecitare e portare avanti il processo d'integrazione europea, come apparve evidente nel semestre di presidenza italiana (1985) del Consiglio Europeo.
Né si può dimenticare l'intesa, condivisa da un arco assai ampio di forze politiche, sul nuovo Concordato: la cui importanza è stata pienamente confermata dalla successiva evoluzione dei rapporti tra Stato e Chiesa.
Numerosi risultano in sostanza gli elementi di condivisione e di continuità che da allora sono rimasti all'attivo di politiche essenziali per il profilo e il ruolo dell'Italia.
In un bilancio non acritico ma sereno di quei quattro anni di guida del governo, deve naturalmente trovar posto il discorso sulle riforme istituzionali che aveva rappresentato, già prima dell'assunzione della Presidenza del Consiglio, l'elemento forse più innovativo della riflessione e della strategia politica dell'on. Craxi. Nel quadriennio della sua esperienza governativa, quel discorso tuttavia non si tradusse in risultati effettivi di avvio di una revisione della Costituzione repubblicana. La consapevolezza della necessità di una revisione apparve condivisa attraverso i lavori di una impegnativa Commissione bicamerale di studio (presieduta dall'on. Bozzi) : ma alle conclusioni, peraltro discordi, di quella Commissione nel gennaio 1985 non seguì alcuna iniziativa concreta, di sufficiente respiro, in sede parlamentare. Si preparò piuttosto il terreno per provvedimenti che avrebbero visto la luce più tardi, come la legge ordinatrice della Presidenza del Consiglio e, su un diverso piano, significative misure di riforma dei regolamenti parlamentari.
Tra i problemi che nell'Italia repubblicana si sono trascinati irrisolti, c'è certamente quello del finanziamento della politica. Si era tentato di darvi soluzione con una legge approvata nel 1974, a più di venticinque anni dall'entrata in vigore della Costituzione. Ma quella legge mostrò ben presto i suoi limiti, in particolare per la debolezza dei controlli che essa aveva introdotto. Attorno al sistema dei partiti, che aveva svolto un ruolo fondamentale nella costruzione di un nuovo tessuto democratico nell'Italia liberatasi dal fascismo, avevano finito per diffondersi "degenerazioni, corruttele, abusi, illegalità", che con quelle parole, senza infingimenti, trovarono la loro più esplicita descrizione nel discorso pronunciato il 3 luglio 1992 proprio dall'on. Craxi alla Camera, nel corso del dibattito sulla fiducia al governo Amato.
Ma era ormai in pieno sviluppo la vasta indagine già da mesi avviata dalla Procura di Milano e da altre. E dall'insieme dei partiti e dei loro leader non era venuto tempestivamente un comune pieno riconoscimento delle storture da correggere, né una conseguente svolta rinnovatrice sul piano delle norme, delle regole e del costume. In quel vuoto politico trovò, sempre di più, spazio, sostegno mediatico e consenso l'azione giudiziaria, con un conseguente brusco spostamento degli equilibri nel rapporto tra politica e giustizia.
L'on. Craxi, dimessosi da segretario del PSI, fu investito da molteplici contestazioni di reato. Senza mettere in questione l'esito dei procedimenti che lo riguardarono, è un fatto che il peso della responsabilità per i fenomeni degenerativi ammessi e denunciati in termini generali e politici dal leader socialista era caduto con durezza senza eguali sulla sua persona.
Né si può peraltro dimenticare che la Corte dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo - nell'esaminare il ricorso contro una delle sentenze definitive di condanna dell'on. Craxi - ritenne, con decisione del 2002, che, pur nel rispetto delle norme italiane allora vigenti, fosse stato violato il "diritto ad un processo equo" per uno degli aspetti indicati dalla Convenzione europea.
Alle regole del giusto processo, l'Italia si adeguò, sul piano costituzionale, con la riforma dell'art. 11 nel 1999. E quei principi rappresentano oggi un riferimento vincolante per la legislazione nazionale e per l'amministrazione della giustizia in Italia.
Si deve invece parlare di una persistente carenza di risposte sul tema del finanziamento della politica e della lotta contro la corruzione nella vita pubblica. Quel tema non poteva risolversi solo per effetto del cambiamento (determinatosi nel 1993-94) delle leggi elettorali e del sistema politico, e oggi, in un contesto politico-istituzionale caratterizzato dalla logica della democrazia dell'alternanza, si è ancora in attesa di riforme che soddisfino le esigenze a cui ci richiama la riflessione sulle vicende sfociate in un tragico esito per l'on. Bettino Craxi.
E' questo, cara Signora, il contributo che ho ritenuto di dover dare al ricordo della figura e dell'opera di suo marito, per l'impronta non cancellabile che ha lasciato, in un complesso intreccio di luci e ombre, nella vita del nostro Stato democratico.
Con i più sinceri e cordiali saluti".
Roma, 18 gennaio 2010
dantes76
18-01-2010, 18:49
non avro' pieta' di nessuno. Maledetti.
anonimizzato
18-01-2010, 18:53
Non l'ho letto tutto ma almeno ha ricordato la duplice condanna definitiva.
dantes76
18-01-2010, 18:55
a me basta questo...
Non può dunque venir sacrificata al solo discorso sulle responsabilità dell'on. Craxi sanzionate per via giudiziaria la considerazione complessiva della sua figura di leader politico, e di uomo di governo impegnato nella guida dell'Esecutivo e nella rappresentanza dell'Italia sul terreno delle relazioni internazionali. Il nostro Stato democratico non può consentirsi distorsioni e rimozioni del genere.
Vincenzo1968
18-01-2010, 19:13
Napolitano, il "migliorista":
http://www.youtube.com/watch?v=2StAKAlrU5k
ma al decennale della morte di mangano faranno lo stesso ?
ed a quello di provenzano ?
C;l,a,la,;la,;l
Napolitano, il "migliorista":
http://www.youtube.com/watch?v=2StAKAlrU5k
:eek:
qualche che sia il messaggio quale è il disegno dietro tutto questo?
mi pare evidente che la politica ormai sia in aperto costrasto con il popolo, è tempo di rivoluzione francese
Secondo me il "razionale" che sta alla base del progetto di riabilitazione di Craxi è: era un ladro ed un corrotto, comunque non più di noi (politici attuali), ma è stato un grande statista. Riabilitiamo lui, siamo lindi e possiamo essere bravi politici pure noi, anche se fottiamo, rubiamo, mentiamo, passiamo più tempo tra festini cocaina e troie che a fare gli interessi di chi ci permette un determinato tenore di vita (anche se secondo loro è probabilmente derivante da diritto divino o di nascita e dunque dovuto).
sono sempre più propenso a fare le carte e andare lontano lontano e lontano
e non brucerei il passaporto italiano giusto per tornare ogni tanto a salutare i miei
c'è un cancro in questo paese, si chiama classe politica e deve essere tolto con le maniere forti. se qualcuno, oggi, li facesse fuori, io sicuramente non mi rattristerei.
ci sono prese per il culo troppo grosse anche per le pecore con lana tricolore
Piccolo OT: a proposito di passaporto tricolore, appena sborsato quasi 100€ per quello nuovo. :rolleyes: E' una certificazione di cittadinanza in sostanza, ad un inglese, americano, francese, tedesco quanto costa? Perchè qualcosa mi dice che già dal passaporto si capisce quanto siamo coglioni e fottuti. :rolleyes:
Piccolo OT: a proposito di passaporto tricolore, appena sborsato quasi 100€ per quello nuovo. :rolleyes: E' una certificazione di cittadinanza in sostanza, ad un inglese, americano, francese, tedesco quanto costa? Perchè qualcosa mi dice che già dal passaporto si capisce quanto siamo coglioni e fottuti. :rolleyes:
se ti può consolare siamo gli unici coglioni che devono appiccicarci il bollo annualmente :rolleyes:
thewebsurfer
18-01-2010, 19:59
napolitano ha come motto "calmiamo le acque per il quieto vivere di tutti"
peccatto che per quei tutti intende tutti i politici, non certo il popolo.
Ignora e dimentica perfino gli attacchi a lui stesso, adducendo al fatto che un "clima di tensione che non aiuterebbe nessuno".
E' il perfetto alleato di questo governo.
disprezzate tanto l'Italia ma siete i soliti italiani.......tutti pronti ad andare a gridare in faccia al dittatore......dopo che il dittatore è caduto in disgrazia.
La lettera è molto equilibrata, ricorda che Craxi commise dei reati, ma sottolinea che commise gli stessi reati di un'intera classe politica, che fu attore protagonista in un sistema sporco nel quale non avrebbe potuto comportarsi altrimenti....ma ammette che craxi è stato il capro espiatorio di una situazione che solitamente in Italia si conclude con il "Tutti colpevoli nessun colpevole" e che straordinariamente finì con "Tutti colpevoli un colpevole" perchè voi popolo bue abbiate qualcuno con cui sfogarvi, pronti a rimettere testa e cervello (verrebbe da chiedersi quale cervello) sotto la sabbia, pronti a farci prendere per il culo da altri politici.
Craxi commise molti errori, ma non inventò nulla, utilizzo un sistema ben rodato, ma lo usò troppo bene, iniziò a fare paura e il suo sistema perfezionato iniziò a mangiarsi da solo.
Se i veri poteri forti, le lobbies, non avessero dovuto dare in pasto una vittima ai leoni coglioni, Craxi si sarebbe preso la sua condanna a 18 mesi, con la condizionale, e adesso sarebbe in qualche villa sul lago di Como a godersi il malloppone e ogni tanto andrebbe da vespa.......e magari, anzi probabilmente, lo avrebbero anche ricandidato, e altrettanto probabilmente, anzi, sicuramente, non sarebbe stato peggio di quelli che ci troviamo adesso, al governo e all'opposizione........
in un sistema equo Craxi si sarebbe giustamente fatto degli anni di galera....ma con lui avremmo dovuto costruire nuove carceri e metterci dentro il 90% dei politic, dal PdC al rappresentante di Circoscrizione, e invece abbiamo visto tutti com'è finita
thewebsurfer
18-01-2010, 20:37
disprezzate tanto l'Italia ma siete i soliti italiani.......tutti pronti ad andare a gridare in faccia al dittatore......dopo che il dittatore è caduto in disgrazia.
La lettera è molto equilibrata, ricorda che Craxi commise dei reati, ma sottolinea che commise gli stessi reati di un'intera classe politica, che fu attore protagonista in un sistema sporco nel quale non avrebbe potuto comportarsi altrimenti....ma ammette che craxi è stato il capro espiatorio di una situazione che solitamente in Italia si conclude con il "Tutti colpevoli nessun colpevole" e che straordinariamente finì con "Tutti colpevoli un colpevole" perchè voi popolo bue abbiate qualcuno con cui sfogarvi, pronti a rimettere testa e cervello (verrebbe da chiedersi quale cervello) sotto la sabbia, pronti a farci prendere per il culo da altri politici.
Craxi commise molti errori, ma non inventò nulla, utilizzo un sistema ben rodato, ma lo usò troppo bene, iniziò a fare paura e il suo sistema perfezionato iniziò a mangiarsi da solo.
Se i veri poteri forti, le lobbies, non avessero dovuto dare in pasto una vittima ai leoni coglioni, Craxi si sarebbe preso la sua condanna a 18 mesi, con la condizionale, e adesso sarebbe in qualche villa sul lago di Como a godersi il malloppone e ogni tanto andrebbe da vespa.......e magari, anzi probabilmente, lo avrebbero anche ricandidato, e altrettanto probabilmente, anzi, sicuramente, non sarebbe stato peggio di quelli che ci troviamo adesso, al governo e all'opposizione........
in un sistema equo Craxi si sarebbe giustamente fatto degli anni di galera....ma con lui avremmo dovuto costruire nuove carceri e metterci dentro il 90% dei politic, dal PdC al rappresentante di Circoscrizione, e invece abbiamo visto tutti com'è finita
è dal tuo discorso che si evince il pensiero del "tutti colpevoli, nessun colpevole", ti rendi conto?
che siato tutti così lo rende meno colpevole?
è dal tuo discorso che si evince il pensiero del "tutti colpevoli, nessun colpevole", ti rendi conto?
che siato tutti così lo rende meno colpevole?
evidentemente evinci male......
ha detto che craxi ha lasciato un'impronta indelebile ...
certo ... di sicuro .... :fagiano:
||ElChE||88
18-01-2010, 21:06
ha detto che craxi ha lasciato un'impronta indelebile ...
Beh, è vero. Un'impronta di merda.
dantes76
18-01-2010, 21:43
disprezzate tanto l'Italia ma siete i soliti italiani.......tutti pronti ad andare a gridare in faccia al dittatore......dopo che il dittatore è caduto in disgrazia.
La lettera è molto equilibrata, ricorda che Craxi commise dei reati, ma sottolinea che commise gli stessi reati di un'intera classe politica, che fu attore protagonista in un sistema sporco nel quale non avrebbe potuto comportarsi altrimenti....ma ammette che craxi è stato il capro espiatorio di una situazione che solitamente in Italia si conclude con il "Tutti colpevoli nessun colpevole" e che straordinariamente finì con "Tutti colpevoli un colpevole" perchè voi popolo bue abbiate qualcuno con cui sfogarvi, pronti a rimettere testa e cervello (verrebbe da chiedersi quale cervello) sotto la sabbia, pronti a farci prendere per il culo da altri politici.
Craxi commise molti errori, ma non inventò nulla, utilizzo un sistema ben rodato, ma lo usò troppo bene, iniziò a fare paura e il suo sistema perfezionato iniziò a mangiarsi da solo.
Se i veri poteri forti, le lobbies, non avessero dovuto dare in pasto una vittima ai leoni coglioni, Craxi si sarebbe preso la sua condanna a 18 mesi, con la condizionale, e adesso sarebbe in qualche villa sul lago di Como a godersi il malloppone e ogni tanto andrebbe da vespa.......e magari, anzi probabilmente, lo avrebbero anche ricandidato, e altrettanto probabilmente, anzi, sicuramente, non sarebbe stato peggio di quelli che ci troviamo adesso, al governo e all'opposizione........
in un sistema equo Craxi si sarebbe giustamente fatto degli anni di galera....ma con lui avremmo dovuto costruire nuove carceri e metterci dentro il 90% dei politic, dal PdC al rappresentante di Circoscrizione, e invece abbiamo visto tutti com'è finita
http://www.youtube.com/watch?v=DlOO-EkdTCM
Schifo e desgno. Ma all'italiano evidentemente sta bene cosi'. Critichiamo i francesi ma ma almeno loro hanno avuto il coraggio di fare una rivoluzione e mandare alla ghigliottina i loro governanti avidi e incuranti del popolo. Noi italiani invece li eleviamo ad eroi...
Mamma mia che schifo immane sta diventanto sto paese... :Puke:
morfeo non mi rappresenta
ha detto che craxi ha lasciato un'impronta indelebile ...
certo ... di sicuro .... :fagiano:
Sul debito pubblico certamente. E' un'impronta che paghiamo e pagheremo per i decenni a venire.
Vincenzo1968
18-01-2010, 23:35
napolitano ha come motto "calmiamo le acque per il quieto vivere di tutti"
peccatto che per quei tutti intende tutti i politici, non certo il popolo.
Ignora e dimentica perfino gli attacchi a lui stesso, adducendo al fatto che un "clima di tensione che non aiuterebbe nessuno".
E' il perfetto alleato di questo governo.
Per capire l'atteggiamento di Napolitano, ti consiglio vivamente di guardare questo breve video:
http://www.youtube.com/watch?v=2StAKAlrU5k
;)
stiamo parlando di un signore che divenuto ministro dell'interno, primo excomunista a ricoprire tale carica, ebbe come sollecita preoccupazione di inviare segnali rassicuranti a destra e manca di non essere arrivato fin lì per
“cercare scheletri nell’armadio”.
Schifo e desgno. Ma all'italiano evidentemente sta bene cosi'. Critichiamo i francesi ma ma almeno loro hanno avuto il coraggio di fare una rivoluzione e mandare alla ghigliottina i loro governanti avidi e incuranti del popolo. Noi italiani invece li eleviamo ad eroi...
Mamma mia che schifo immane sta diventanto sto paese... :Puke:
non sei obiettivo e tiri acqua al tuo mulino (citazione joshwaeska)
superanima
19-01-2010, 00:14
qualche che sia il messaggio quale è il disegno dietro tutto questo?
mi pare evidente che la politica ormai sia in aperto costrasto con il popolo, è tempo di rivoluzione francese
Ottima idea! In francia hanno sempre bisogno di gente volenterosa.
Fatti sentire ogni tanto.
non sei obiettivo e tiri acqua al tuo mulino (citazione joshwaeska)
hihihih. Puoi dirmelo su tanti altri argomenti (sono un essere umano, puo' succedere pure che in qualche argomento sia cosi'; non sono mica perfetto) ma in questo caso penso proprio di no :P
si è ancora in attesa di riforme che soddisfino le esigenze a cui ci richiama la riflessione sulle vicende sfociate in un tragico esito per l'on. Bettino Craxi
Ecco qui. Più schierato di così... presto la riforma della Giustizia.
Maledetti giudici cattivi che osate ostacolare i poveri politici che non fanno altro che rubare.
Che poi mi fa incazzare che parlano solo di finanziamento illecito ai partiti come se volessero cancellare che Craxi e compagnia bella LE INTASCAVANO LORO LE TANGENTI!
Craxi e compagnia bella LE INTASCAVANO LORO LE TANGENTI!
Il succo del discorso sta nel grassettato. Il punto focale è Craxi, ma servì e serve ora a nascondere il resto.
Ai tempi, con lo scandalo Mani Pulite (quanti di voi sono abbastanza "vecchi" da averlo vissuto? Io si, Luvi pure, mi sa ben pochi altri) serviva un capro espiatorio da additare per distogliere l'attenzione del popolino dai molti, e puntarla su uno.
Il ludibrio ricadde in gran parte su Craxi per via della sua posizione, ma tutta la classe politica di allora a 360 gradi era corrotta allo stesso modo. Buona parte è ancora seduta lì a fare quello che faceva prima.
Adesso c'è uno scopo nella riabilitazione di quello che fu un criminale, latitante e tanto "statista" da moltiplicare il debito pubblico, inaugurando la stagione alla "Milano da bere" permettendo a molti di vivere alla grande ma scaricando i costi sulle generazioni a venire.
E lo scopo è lo stesso di allora: nascondere o legittimare il comportamento di tutti gli altri, quando il marcio diventa sempre più evidente.
Pensano: ne facciamo un grande statista, facendo passare in secondo piano il fatto che fosse ladro e corrotto fino al midollo, così limiamo il risentimento del popolo verso di noi, classe politica dedita sempre e solo alla corruzione e concussione, proponendo l'idea che dopo tutto, in fondo in fondo se uno governa il paese è normale o accettabile che sia anche un parassita.
Personalmente non sopporto la riabilitazione di Craxi tanto quanto non sopporto che moltissimi dei suoi esimi colleghi di allora, suoi pari in quanto a ruberie, non si siano mai scollati dal cadreghino e siano ancora qui a farci la morale.
Onestamente non capisco come si faccia a contestare l'operazione odierna di riabilitazione e nello stesso tempo a cadere nell'operazione di occultamento di allora, indicando Craxi come primo e quasi unico criminale.
AntonioBO
19-01-2010, 08:39
disprezzate tanto l'Italia ma siete i soliti italiani.......tutti pronti ad andare a gridare in faccia al dittatore......dopo che il dittatore è caduto in disgrazia.
La lettera è molto equilibrata, ricorda che Craxi commise dei reati, ma sottolinea che commise gli stessi reati di un'intera classe politica, che fu attore protagonista in un sistema sporco nel quale non avrebbe potuto comportarsi altrimenti....ma ammette che craxi è stato il capro espiatorio di una situazione che solitamente in Italia si conclude con il "Tutti colpevoli nessun colpevole" e che straordinariamente finì con "Tutti colpevoli un colpevole" perchè voi popolo bue abbiate qualcuno con cui sfogarvi, pronti a rimettere testa e cervello (verrebbe da chiedersi quale cervello) sotto la sabbia, pronti a farci prendere per il culo da altri politici.
Craxi commise molti errori, ma non inventò nulla, utilizzo un sistema ben rodato, ma lo usò troppo bene, iniziò a fare paura e il suo sistema perfezionato iniziò a mangiarsi da solo.
Se i veri poteri forti, le lobbies, non avessero dovuto dare in pasto una vittima ai leoni coglioni, Craxi si sarebbe preso la sua condanna a 18 mesi, con la condizionale, e adesso sarebbe in qualche villa sul lago di Como a godersi il malloppone e ogni tanto andrebbe da vespa.......e magari, anzi probabilmente, lo avrebbero anche ricandidato, e altrettanto probabilmente, anzi, sicuramente, non sarebbe stato peggio di quelli che ci troviamo adesso, al governo e all'opposizione........
in un sistema equo Craxi si sarebbe giustamente fatto degli anni di galera....ma con lui avremmo dovuto costruire nuove carceri e metterci dentro il 90% dei politic, dal PdC al rappresentante di Circoscrizione, e invece abbiamo visto tutti com'è finita
UN CAZZO!
dave4mame
19-01-2010, 08:58
è dal tuo discorso che si evince il pensiero del "tutti colpevoli, nessun colpevole", ti rendi conto?
che siato tutti così lo rende meno colpevole?
secondo me si evince che a ferste sarebbe piaciuto che, a far compagnia a craxi, ci fossero finiti i suoi compari (non faccio nomi perchè non mi ricordo i livelli di condanna di tutti).
ma ti dirò di più.
io sono fermamente convinto che la "gran condanna" craxi se la sia scritta da solo, dandosi a gambe levate.
fosse rimasto in italia se la sarebbe cavata con popo più di una tirata d'orecchie, come i vari (cito a muzzo) forlani, de mita, de michelis, pomicino, citaristi, sbardella, e pillitteri.
ha troppo ragione ferste.
noi italiani, fin dai tempi di roma, mandiamo al rogo il dittatore che è già caduto.
poi, ovviamente, su internet siamo dei leoni.
Fatto il cambio con l'euro Craxi ha "rubato" solo una quarantina di milioni di Euro.
Ma cosa volete che siano quaranta milioni di euro, in questo periodo quando si sente parlare sempre piu' spesso di miliardi di euro? Bruscolini.
Secondo me hanno tutti un po' la coscienza sporca, e se per noi comuni mortali sembra che l'euro abbia raddoppiato i prezzi (anche se non e' vero), mi sa tanto che per le mazzette i prezzi si sono moltiplicati per 1000.
Voglio dire, ma chi non si prende un paio di milioncini qui e un paio la'? Si fa in fretta ad arrivare a quaranta, e loro si vergognano di avere dipinto cosi' male una persona che piu' ho meno aveva arrubato tanto quanto ciascuno di loro.
Si dice che il piu' pulito abbia la rogna, e questo ridipingere Craxi potrebbe essere una prova indiretta.
blackgnat
19-01-2010, 10:52
ha detto che craxi ha lasciato un'impronta indelebile ...
certo ... di sicuro .... :fagiano:
ci fossero stati i RIS molti processi si sarebbero conclusi prima :)
Vincenzo1968
19-01-2010, 16:02
"Gentile Presidente, l'8 gennaio scorso è stato il diciassettesimo anniversario dell'assassinio di mio padre, eseguito per mano della mafia a Barcellona Pozzo di Gotto. Quel giorno ho atteso fino all'ultimo una Sua parola di commemorazione, nella Sua veste di massimo rappresentante di quello Stato per la cui difesa mio padre ha dato la vita.
Da Lei quel giorno è venuto solo silenzio, come negli anni passati, verso il ricordo di mio padre morto non da latitante ma, anzi, da condannato a morte perché i latitanti li faceva arrestare".
Sonia Alfano
Vincenzo1968
19-01-2010, 16:16
Ma di quale pacificazione sta parlando Stefania Craxi, figlia dell’ex Presidente del Consiglio all’epoca delle stragi del 1993 Bettino Craxi!
Della sua probabilmente, visto che ha avuto tutto e di più da quella politica incredibile che da 16 anni governa regna et imperversa nel nostro Paese.
Noi non pacifichiamo un bell’accidente, perché aspettiamo da più di un decennio la verità completa sulla strage di via dei Georgofili, così come aspettiamo la risoluzione di cause civili contro la mafia e le pensioni ai nostri invalidi all’80% messe nelle mani del Consiglio di Stato.
E tutto questo mentre Giuseppe Graviano e molti altri, terroristi eversivi e mafiosi, ridono di noi con il bene placido del sistema.
Per quello che riguarda invece la durezza senza eguali che il Paese avrebbe dispensato al leader politico Bettino Craxi rispondiamo, con tutto rispetto, che non è stato l’uomo politico, capo indiscusso di un partito determinante per l’andamento del Paese nel 1993, nonchè capo del Governo, ad essere stato trattato con durezza, ma noi. Noi siamo stati massacrati e trattati a pesci in faccia, le vittime di un sistema marcio e corrotto colluso con “cosa nostra” che ha portato a far detonare nel paese migliaia di chili di tritolo senza che nessuno potesse fare nulla.
Chiediamo un po’ di rispetto davanti ai nostri morti mentre si parla di pacificazione, erano bambini e ragazzi non li abbiamo visti crescere, li piangiamo ogni giorno insieme ai nostri invalidi.
Siamo scandalizzati davanti al fatto che anche la pietà sia morta mentre si sta esercitando anche su di noi già vittime per antonomasia, tutta l’arroganza del potere.
Verità tutta, fino in fondo e giustizia non pacificazione a buon mercato chiedono le vittime della strage di via dei Georgofili.
Sono 16 anni che portiamo avanti la nostra battaglia di giustizia nel rispetto totale delle istituzioni, oggi come non mai sentiamo tutto il disagio della sconfitta lungo la strada da noi intrapresa, mentre si osa parlare davanti a noi di pacificazione e non di verità giudiziarie sacrosante.
Giovanna Maggiani Chelli
Vice Presidente Portavoce
Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili
http://www.antimafiaduemila.com/content/view/24092/48/
Vincenzo1968
19-01-2010, 17:19
Craxi, proteste in piazza per la commemorazione al Senato
Bettino Craxi fu la «vittima sacrificale» offerta per risolvere una crisi «morale e istituzionale» che riguardò «l'intero sistema politico». Con queste parole il presidente del Senato, Renato Schifani, ha ricordato il leader socialista durante un convegno organizzato a Palazzo Madama, in occasione del decimo anniversario della morte di Craxi. A Palazzo Madama erano presenti il premier Silvio Berlusconi, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, e altri politici. «A ciascuno di noi - ha detto il presidente del Senato - il compito di riflettere su Craxi». Berlusconi ha ascoltato tutti gli interventi della cerimonia ma, invitato dal moderatore Michel Martone a parlare, ha rifiutato. Berlusconi ha poi calorosamente abbracciato Stefania Craxi al termine del suo intervento.
«Stiamo osannando un delinquente latitante», ha detto il segretario dell'Idv, Antonio Di Pietro. «Non si sta dando una lettura più serena di quegli anni - ha aggiunto - ma più falsa e distorta. Per questo noi oggi siamo andati a deporre un mazzo di fiori sulla tomba del papà di Sonia Alfano, che è stato ucciso perché combatteva i delinquenti». «Un atteggiamento senza uguali ci fu - ha ribattuto Di Pietro - da parte del crimine commesso e che ha lasciato commettere. La colpa non è dei magistrati che hanno fatto il loro dovere, ma di chi ha commesso crimini senza fine».
«È davvero una vergogna la beatificazione di un pregiudicato in una sede istituzionale», ha detto il capogruppo dell'Idv al Senato Felice Belisario. «Di cattivi maestri e di una informazione distorta -prosegue Belisario- l'Italia non ha proprio bisogno, nè è consentito assolvere un latitante per assolvere un sistema politico degenerato ancora oggi e che cerca di cambiare le leggi facendo passare i ladri per guardie e le guardie per delinquenti. Siamo contro le ricostruzioni sommarie e unilaterali, ma affidiamo quella brutta pagina della storia italiana, che è seguita agli anni del terrorismo e alla morte di Aldo Moro, ad una riflessione profonda piuttosto che a un revisionismo sospetto». «Per questo -conclude Belisario - l'IdV ricorda che tra i padri della Patria ci sono, tra gli altri, Einaudi, De Gasperi, Togliatti, Nenni, Moro e tra gli esempi di eroismo Falcone, Borsellino, Impastato, Alfano e tanti altri servitori dello Stato che sono morti per la nostra Italia».
La protesta
«Caro Bettino, grazie di cuore per quello che hai fatto. Spero di avere il modo di contraccambiarti». È l'inizio di una lettera che l'attuale presidente del Consiglio scrisse a Craxi all'indomani del decreto salva-Berlusconi e che il "popolo viola", in un sit-in indetto per il "No Craxi Day" davanti a palazzo Madama, ha distribuito sotto forma di volantino proprio mentre nella biblioteca del Senato si svolgeva la commemorazione. Al presidio in Piazza Navona, tra i manifestanti vestiti di viola, anche bandiere dell'Italia dei Valori e di alcuni movimenti comunisti. Tra i volantini, anche uno che reca una doppia faccia: metà Berlusconi e meta Craxi, con la scritta "Berluscraxi".
I manifestanti hanno anche urlato ai megafoni il loro disappunto per la commemorazione dell'ex presidente del Consiglio. «Siamo contro la riabilitazione della figura di una persona morta in latitanza, così come non vogliamo che assieme alla sua figura politica venga riabilitata anche quella di Berlusconi». A proposito dell'ipotesi di intitolare una strada a Craxi, il "popolo viola" commenta: «Ci sono tanti altri personaggi cui si potrebbe intitolare».
http://www.unita.it/news/italia/93892/craxi_proteste_in_piazza_per_la_commemorazione_al_senato
Dai che al posto della Falce e Martello nasce ora il partito del Martello e Scalpello.
Quelli che verranno usati per staccare le targhette e rompere le statue che verranno fatte in onore di personaggi dubbi.
Vincenzo1968
19-01-2010, 18:51
Pecorara, il sindaco Pdl cancella Piazza 25 aprile
A Pecorara, comune della provincia di Piacenza, luogo simbolo della Resistenza al nazifascismo, il sindaco Franco Albertini ha cancellato Piazza 25 aprile. Un affronto a quanti hanno sacrificato la loro vita per la libertà, alla Costituzione della Repubblica, nata dalla Resistenza, all’Italia tutta, che su queste radici ha costruito la democrazia. Un affronto che non ha assunto il dovuto rilievo nazionale, fatto che denunciamo con forza: è in corso un attacco senza precedenti ai valori e ai principi che fondano la nostra convivenza civile, la nostra Repubblica. Chiudere gli occhi è irresponsabile. L’Anpi, Associazione nazionale partigiani d’Italia, nel richiamare tutti i democratici ad associarsi alla sua denuncia e a mobilitarsi con opportune iniziative, chiede l’immediata revoca di questo vergognoso provvedimento.
Questa lettera aperta ci è stata spedita dalle associazioni dei partigiani e ci racconta una incredibile vicenda, per l’ennesima volta, anche attraverso la toponomastica, si cerca di cancellare la memoria collettiva, di spiantare i valori dell’antifascismo, dai quali trasse alimento la Carta costituzionale.
Il vergognoso episodio si sta consumando a Pecorara, un comune dell’Appennino piacentino, dove il sindaco Franco Alberini, Pdl ovviamente, ha deciso di cambiare il nome della Piazza 25 aprile per intitolarla al cardinale Jacopo da Piacenza, vissuto qualche secolo fa.
“Gesto oltraggioso?”, per carità, ha fatto sapere il sindaco, aveva solo bisogno della piazza per onorare un illustre concittadino, e poi stiamo parlando di fatti vecchi, non più attuali, naturalmente non si riferiva alle gesta di Jacopo, ma a quelle dei partigiani.
Episodio isolato? Niente affatto, ormai si è scatenata una campagna che punta a riscrivere cronaca e storia utilizzando anche i nomi delle strade, delle piazze, degli edifici pubblici.
Le polemiche sulla piazza da dedicare a Craxi sono largamente riportate da questo sito, ma nelle stesse ore ad Alessandria destra e leghisti hanno deciso di intitolare una strada a Giorgio Almirante, segretario del partito neofascista, componente del governo di Salò, condannato dai tribunali della Repubblica.
Nel bergamasco, invece, un altro sindaco in camicia verde ha deciso di levare il nome di Peppino Impastatato, ammazzato dalla mafia, dalla biblioteca comunale.
E’ ancora non si è spento il ricordo del tentativo portato avanti dal sindaco di Comiso di levare il nome di Pio La Torre e Rosario di Salvo dall’aeroporto di quella località.
Nel caso di Pecorara si è colpito un nome e una data simbolo della nuova Italia, della ricostruzione, della liberazione dagli oppressori. Evidentemente si tratta di valori che non sempre piacciono ad una destra che sta letteralmente perdendo qualsiasi freno inibitorio.
Sarà infine il caso di ricordare che il sindaco Franco Alberini non è proprio un passante, dal momento che vanta ottimi e pubblici rapporti con Bossi e Tremonti, che ogni anno si ritrovano a Pecorara per la festa della zucca.
Lo avranno chiamato per invitarlo a darsi una regolata? Il ministro degli interni vorrà ricordargli che la Costituzione non ancora stata abrogata? Il prefetto di Piacenza avrà già trovato il modo di far sentire la sua voce o teme che possa essere rimosso come è accaduto al suo collega di Venezia quando si è permesso di contrastare razzismo e xenofobia?
Guai a lasciar cadere nel vuoto gli appelli che sono arrivati dalle associazioni dei partigiani e da tanti cittadini della zona, per queste ragioni, insieme a Federico Orlando presidente di Articolo21, abbiamo deciso di invitare una loro delegazione alla assemblea nazionale della associazione che si svolgerà ad Acquasparta, Terni, dal 22 gennaio pomeriggio al 24, domenica.
Con loro e con tante altri movimenti e comitati per la Costituzione tenteremo di programmare 365 giorni di iniziative dedicate alla libertà, alla solidarietà, alla legalità.
Tra le date non potrà certo mancare il 25 aprile che, quest’anno, dovrà essere ricordato come la data di nascita della democrazia repubblicana.
L’appennino piacentino e il comune di Pecorara potrebbero diventare uno dei luoghi simbolo della prossima festa della Liberazione, allora fu liberazione dall’oppressore, ora bisogna reagire e cominciare a liberarsi da un revisionismo che rischia di colpire e di affondare la Costituzione medesima, con tutto quello che ne conseguirà.
Giuseppe Giulietti
http://temi.repubblica.it/micromega-online/pecorara-il-sindaco-pdl-cancella-piazza-25-aprile/
Personalmente non sopporto la riabilitazione di Craxi tanto quanto non sopporto che moltissimi dei suoi esimi colleghi di allora, suoi pari in quanto a ruberie, non si siano mai scollati dal cadreghino e siano ancora qui a farci la morale.
Più che altro, che ne sappiamo che non continuino alla faccia nostra?
"Gentile Presidente, l'8 gennaio scorso è stato il diciassettesimo anniversario dell'assassinio di mio padre, eseguito per mano della mafia a Barcellona Pozzo di Gotto. Quel giorno ho atteso fino all'ultimo una Sua parola di commemorazione, nella Sua veste di massimo rappresentante di quello Stato per la cui difesa mio padre ha dato la vita.
Da Lei quel giorno è venuto solo silenzio, come negli anni passati, verso il ricordo di mio padre morto non da latitante ma, anzi, da condannato a morte perché i latitanti li faceva arrestare".
Sonia Alfano
VERGOGNA
Vincenzo1968
20-01-2010, 15:47
Napolitano e quei miglioristi così vicini a Craxi
Rapporti e affinità tra una delle correnti del Pci e il leader socialista
di Gianni Barbacetto e Peter Gomez
"Non dimentico il rapporto che fin dagli anni Settanta ebbi con lui... Si trattò di un rapporto franco e leale, nel dissenso e nel consenso che segnavano le nostre discussioni e le nostre relazioni".
"Lui" è Bettino Craxi. E chi "non dimentica" è Giorgio Napolitano, oggi presidente della Repubblica.
Nella sua lettera inviata alla vedova di Craxi a dieci anni dalla morte del segretario del Psi, il capo dello Stato sostiene che, nel "vuoto politico" dei primi anni Novanta, avvenne "un conseguente brusco spostamento degli equilibri nel rapporto tra politica e giustizia". A farne le spese fu soprattutto il leader socialista, per il peso delle contestazioni giudiziarie, "caduto con durezza senza eguali sulla sua persona".
Il rapporto tra Craxi e Napolitano fu lungo, intenso e alterno. Naufragò nel 1994, quando Bettino inserì Napolitano nella serie "Bugiardi ed extraterrestri", un’opera a metà tra satira politica e arte concettuale. Ma era iniziato, appunto, negli anni Settanta, quando il futuro capo dello Stato si era proposto di fare da ponte tra l’ala "riformista" del Pci e il Psi.
Negli Ottanta, Napolitano rappresentò con più forza l’opposizione interna, filosocialista, al Pci di Enrico Berlinguer: proprio nel momento in cui questi propose la centralità della "questione morale".
Intervenne contro il segretario nella Direzione del 5 febbraio 1981, dedicata ai rapporti con il Psi, e poi ribadì il suo pensiero in un articolo sull’Unità, in cui criticò Berlinguer per il modo in cui aveva posto la "questione morale e l’orgogliosa riaffermazione della nostra diversità".
È in quel periodo che la vicinanza tra Craxi e Napolitano sembra cominciare a farsi più forte. Tanto che nel 1984, il futuro presidente appoggia, contro il Pci e la sinistra sindacale, la politica del leader socialista sul costo del lavoro.
Il mondo, del resto, sta cambiando. E in Italia, a partire dal 1986, cambiano anche le modalità di finanziamento utilizzate dai comunisti. I soldi che arrivano dall’Unione Sovietica sono sempre di meno. E così una parte del partito – come raccontano le sentenze di Mani pulite e numerosi testimoni – accetta di entrare nel sistema di spartizione degli appalti e delle tangenti.
La prova generale avviene alla Metropolitana di Milano (MM), dove la divisione scientifica delle mazzette era stata ideata da Antonio Natali, il padre politico e spirituale di Craxi. Da quel momento alla MM un funzionario comunista, Luigi Miyno Carnevale, ritira come tutti gli altri le bustarelle e poi le gira ai superiori. In particolare alla cosiddetta "corrente migliorista", quella più vicina a Craxi, che "a livello nazionale", si legge nella sentenza MM, "fa capo a Giorgio Napolitano". E ha altri due esponenti di spicco in Gianni Cervetti ed Emanuele Macaluso.
Per i “miglioristi” Mani Pulite è quasi un incubo: a Milano molti dei loro dirigenti vengono arrestati e processati per tangenti. Tutto crolla. Anche il loro settimanale, Il Moderno, diretto da Lodovico Festa e finanziato da alcuni sponsor molto generosi: Silvio Berlusconi, Salvatore Ligresti, Marcellino Gavio, Angelo Simontacchi della Torno costruzioni.
Imprenditori che sostenevano il giornale – secondo i giudici – non "per una valutazione imprenditoriale", ma "per ingraziarsi la componente migliorista del Pci, che in sede locale aveva influenza politica e poteva tornare utile per la loro attività economica". Il processo termina nel 1996 con un’assoluzione. Ma poi la Cassazione annulla la sentenza e stabilisce: "Il finanziamento da parte della grande imprenditoria si traduceva in finanziamento illecito al Pci-Pds milanese, corrente migliorista". La prescrizione porrà comunque fine alla vicenda.
Più complessa la storia dei "miglioristi" di Napoli, che anche qui hanno problemi con il metrò. L’imprenditore Vincenzo Maria Greco, legato al regista dell’operazione, Paolo Cirino Pomicino, nel dicembre 1993 racconta ai pm che nell’affare è coinvolto anche il Pci napoletano: il primo stanziamento da 500 miliardi di lire, nella legge finanziaria, "vide singolarmente l’appoggio anche del Pci”. E lancia una velenosa stoccata contro il leader dei miglioristi: "Pomicino ebbe a dirmi che aveva preso l’impegno con il capogruppo alla Camera del Pci dell’epoca, onorevole Giorgio Napolitano, di permettere un ritorno economico al Pci... Mi spiego: il segretario provinciale del Pci dell’epoca era il dottor Umberto Ranieri, attuale deputato e membro della segreteria nazionale del Pds. Costui era il riferimento a Napoli dell’onorevole Napolitano. Pomicino mi disse che già riceveva somme di denaro dalla società Metronapoli...e che si era impegnato con l’onorevole Napolitano a far pervenire una parte di queste somme da lui ricevute in favore del dottor Ranieri".
Napolitano, diventato nel frattempo presidente della Camera, viene iscritto nel registro degli indagati: è un atto dovuto, che i pm di Napoli compiono con cautela, secretando il nome e chiudendo tutto in cassaforte. Pomicino, però, smentisce almeno in parte Greco, negando di aver versato soldi di persona a Ranieri e sostenendo di aver saputo delle mazzette ai comunisti dall’ingegner Italo Della Morte, della società Metronapoli, ormai deceduto: "Mi disse che versava contributi anche al Pci. Tutto ciò venne da me messo in rapporto con quanto accaduto durante l’approvazione della legge finanziaria... Il gruppo comunista capitanato da Napolitano ebbe a votare l’approvazione di tale articolo di legge, pur votando contro l’intera legge finanziaria".
Napolitano reagisce con durezza: "Come ormai è chiaro, da qualche tempo sono bersaglio di ignobili invenzioni e tortuose insinuazioni prive di qualsiasi fondamento. Esse vengono evidentemente da persone interessate a colpirmi per il ruolo istituzionale che ho svolto e che in questo momento sto svolgendo. Valuterò con i miei legali ogni iniziativa a tutela della mia posizione". Alla fine, l’inchiesta finirà con un’archiviazione per tutti.
Anche Craxi, quasi al termine della sua avventura politica in Italia, aggiungerà una sua personale stoccata a Napolitano. Nel suo interrogatorio al processo Cusani, il 17 dicembre 1993, dirà, sotto forma di domanda retorica: "Come credere che il presidente della Camera, onorevole Giorgio Napolitano, che è stato per molti anni ministro degli Esteri del Pci e aveva rapporti con tutta la nomenklatura comunista dell’Est a partire da quella sovietica, non si fosse mai accorto del grande traffico che avveniva sotto di lui, tra i vari rappresentanti e amministratori del Pci e i paesi dell’Est? Non se n’è mai accorto?". Fu la brusca fine di un dialogo durato due decenni. E riannodato oggi con la lettera inviata da Napolitano alla moglie dell’antico compagno socialista.
Da Il Fatto Quotidiano del 20 gennaio 2010
http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?id_blog=96578&id_blogdoc=2422404&yy=2010&mm=01&dd=20&title=napolitano_e_quei_miglioristi
http://www.youtube.com/watch?v=2StAKAlrU5k
sid_yanar
20-01-2010, 16:35
stiamo parlando di un signore che divenuto ministro dell'interno, primo excomunista a ricoprire tale carica, ebbe come sollecita preoccupazione di inviare segnali rassicuranti a destra e manca di non essere arrivato fin lì per
“cercare scheletri nell’armadio”.
e sempre lo stesso signore sta continuando su quella strada, nel suo ultimo ruolo.
Napolitano, il "migliorista":
http://www.youtube.com/watch?v=2StAKAlrU5k
AZZ...
Napolitano :nono::muro:
Napolitano e quei miglioristi così vicini a Craxi
ora si capiscono MOLTE cose sul comportamento di questo presidente...
Dal sito del Il giornale di vicenza :
Il presidente Napolitano ha detto che su Craxi è stata usata "una durezza senza eguali": cosa ne pensi?
Sì, ha pagato per tutti 26%
No, ha commesso reati gravi 74%
Forse c'e' ancora una piccola speranza in sto paese...
C;a.;'z.;a.;za
Forse c'e' ancora una piccola speranza in sto paese...
ma si che c'è, sono i miei nuovi compagni rossi che esagerano
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