View Full Version : Il fisco è un dittatore: otto stipendi all’anno finiscono allo Stato
frankytop
08-01-2010, 10:57
Fin dal 1994, col programma di politica economica di Forza Italia, poi nel 2003 con la grande riforma solamente tentata delle due aliquote Irpef (al 23 e al 33 per cento), e ancora con l’abolizione dell’Ici sulla prima casa nel 2008 e lo scudo fiscale nel 2009, Silvio Berlusconi ha saputo individuare nel fisco la grande ferita aperta degli italiani, la big issue su cui intessere il dialogo con gli elettori.
In questo scorcio di 2010, l’annuncio del premier di una profonda riforma fiscale ha il sapore dell’ultima chiamata. Non è troppo enfatico ritenere che il giudizio che gli scienziati politici daranno dell’epopea berlusconiana, quando il Cavaliere lascerà la politica attiva, sarà probabilmente condizionato dall’esito di questa nuova promessa.
Ma su un punto gli analisti s’interrogheranno sicuramente: sebbene molti (per non dire tutti) tra i maggiori leader politici nostrani abbiano sovente dichiarato di considerare intollerabile il livello di pressione fiscale sofferto dagli italiani, solo il Cavaliere ha saputo toccare quelle corde che gli hanno permesso di apparire, agli occhi dell’opinione pubblica, come il politico più seriamente convinto della centralità del tema. Come ha fatto? A differenza di altri leader, Berlusconi ha avuto negli anni un approccio tranchant verso le tasse: ha spesso ricordato di volerle tagliare a tutti indistintamente, lavoratori e imprese, autonomi e dipendenti; ha sottolineato come la riduzione del carico fiscale non possa che essere finanziata con la riduzione della spesa pubblica; nell’evasione fiscale da sempre individua un effetto dell’elevata pressione fiscale, non una causa.
Di fronte ai sofismi di quanti propongono tasse sui privilegi per finanziare riduzioni selettive, o invocano principi di efficienza fiscale cui sottoporre i piani di riforma, la visione più squisitamente liberale di chi chiede indistintamente «meno tasse per tutti» - per usare ancora una categoria di matrice berlusconiana - ha forse il difetto di apparire semplicistica e poco «scientifica», ma è sicuramente quella che gli italiani comprendono meglio. Probabilmente perché è l’unico approccio possibile per contrastare lo stato di emergenza fiscale in cui vivono.
Trentacinque anni fa gli italiani cedevano al fisco un quarto del Pil. Venticinque anni or sono si era arrivati a un terzo, il 33,6 per cento. Già dieci anni dopo, nel 1995, il livello era ormai del 40 per cento. Da allora in poi, alcune importanti economie Ocse invertivano il senso di marcia (la Germania e l’Irlanda, ma anche i Paesi Bassi e la Polonia) e altre rallentavano comunque il trend di crescita (gli Stati Uniti, il Regno Unito e la Francia): non l’Italia, che ha continuato a galoppare, peggiorando una situazione già compromessa e superando il 43 per cento di pressione fiscale nel 2008 (un valore sostanzialmente confermato dalle stime relative all’anno appena concluso). Come a dire: in un anno di 365 dì, gli italiani lavorano per lo Stato fino al 157° giorno e guadagnano per sé solo dal 7 giugno in poi, mentre i contribuenti tedeschi e inglesi sono liberi dal 14 maggio, gli irlandesi dal 28 aprile. Una bella differenza.
Superate Francia e Austria, secondo le previsioni per il 2009, il Bel paese occuperà un solido quarto posto tra i Paesi con la più alta pressione fiscale: segue da vicino Danimarca, Svezia e Belgio, ma con un welfare state e una macchina burocratico-amministrativa nemmeno lontanamente paragonabili a quelli di queste realtà.
Nel Paese che si fregia di essere la patria di milioni di piccole e medie imprese, il fisco d’azienda è famelico: come riporta Andrea Giuricin nel volume Dopo! - Come ripartire dopo la crisi (edito da Ibl Libri), dopo la Germania l’Italia ha la maggiore tassazione sui profitti d’impresa (37,5 per cento,17 punti in più della media Ue). Eppure ridurre le tasse sui profitti, anche attraverso una contestuale riduzione dei sussidi alle imprese, non sarebbe un favore ai «padroni», ma una spinta alla creazione di ricchezza, all’aumento dei posti di lavoro e all’attrazione di nuovi investimenti.
Va peggio ai lavoratori dipendenti. Uno studio della Banca centrale europea di qualche anno fa (Wp n. 747 del 2007) stimava al 65,8 per cento - leggasi: due terzi - la quota di reddito di un lavoratore dipendente che lo Stato preleva con le imposte dirette o indirette o comunque intermedia forzosamente, con i contributi. Il confronto con altre realtà - l’Irlanda (44,8 per cento), gli Usa (37,3) o la Spagna (54) - è purtroppo impietoso. Riportato sul calendario, possiamo dire che se la libertà dal fisco è raggiunta a giugno, la piena libertà dalle scelte dello Stato è possibile solo il 29 agosto.
Si dirà: includere i contributi nel calcolo significa considerare una quota di ricchezza di cui un lavoratore beneficerà negli anni della pensione. Ma pur sempre di soldi sottratti alla sua disponibilità si tratta, tanto più se consideriamo i rischi crescenti cui il comparto previdenziale pubblico sarà soggetto negli anni a venire.
Per Berlusconi, a maggior ragione dopo la spiacevole aggressione di dicembre, una robusta riduzione fiscale sarebbe il coup de théâtre possibile per coronare la sua cavalcata politica. Per il futuro dell'Italia, è una necessità.
Piercamillo Falasca
Ricercatore Istituto Bruno Leoni
Il Giornale.it (http://www.ilgiornale.it/interni/il_fisco_e_dittatore__otto_stipendi_allanno__finiscono_stato/08-01-2010/articolo-id=412027-page=0-comments=1)
Dubito che il governo riuscirà a ridurre le tasse:ci sono troppi settori parassitari di cui i governi (csx-cdx)beneficiano tramite il voto e nessuno vorrà turbare le acque;mancanza di volontà di instaurare un sistema più liberale,pena la perdita di appoggio dei grandi gruppi (leggasi lobby).
Detesto questo paese.
dantes76
08-01-2010, 11:01
Dubito che il governo riuscirà a ridurre le tasse:ci sono troppi settori parassitari di cui i governi (csx-cdx)beneficiano tramite il voto e nessuno vorrà turbare le acque;mancanza di volontà di instaurare un sistema più liberale,pena la perdita di appoggio dei grandi gruppi (leggasi lobby).
Detesto questo paese.
buongiorno.
Detesto questo paese.
Sono 15 anni che scassa il cazzo con promesse di abbassamento di tasse, e ci vince le elezioni, anche con il tuo voto.
http://urlodeigiovani.altervista.org/news/berlusconi-tasse.jpg
Questo a parte il tuo epic fail: http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=2118670
Emigra :O (cit.)
frankytop
08-01-2010, 11:18
Sono 15 anni che scassa il cazzo con promesse di abbassamento di tasse, e ci vince le elezioni, anche con il tuo voto.
http://urlodeigiovani.altervista.org/news/berlusconi-tasse.jpg
Questo a parte il tuo epic fail: http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=2118670
Emigra :O (cit.)
http://www.hwupgrade.it/forum/showpost.php?p=30341767&postcount=17
http://www.hwupgrade.it/forum/showpost.php?p=30344370&postcount=37
Lo stesso discorso vale per la sinistra,a maggior ragione.
Detesto questo paese.
Anti-italiano apolide! :D
frankytop
08-01-2010, 11:22
Anti-italiano apolide! :D
Anti_italiano sicuro:chi non salta italiano è! (cit.)
Apolide invece no:Born in Padania :O
:D
P.S.: ma che versione houseggiante di evoluzione di bolo alimentare di DAS BOOT in signature, l'ho vista solo ora :asd:
Una versione più seria :D
http://www.youtube.com/watch?v=zYETJIoup00
http://img695.imageshack.us/img695/568/berlusconitassebk1ml3.jpg
Il Pirata
08-01-2010, 11:25
Sono 15 anni che scassa il cazzo con promesse di abbassamento di tasse, e ci vince le elezioni, anche con il tuo voto.
http://urlodeigiovani.altervista.org/news/berlusconi-tasse.jpg
Questo a parte il tuo epic fail: http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=2118670
Emigra :O (cit.)
http://img695.imageshack.us/img695/568/berlusconitassebk1ml3.jpg
frankytop
08-01-2010, 11:27
P.S.: ma che versione houseggiante di evoluzione di bolo alimentare di DAS BOOT in signature, l'ho vista solo ora :asd:
Una versione più seria :D
http://www.youtube.com/watch?v=zYETJIoup00
No hai perfettamente ragione è solo che su deezer c'era questa versione disco e NON quella originale,quella sublime,che si trova invece su you tube:Original movietheme (http://www.youtube.com/watch?v=snnwjoToN-8)
:O
P.S.qualcosa mi dice che tu sei stato nel concerto che hai nella tua firma,eh eh :)
P.S.qualcosa mi dice che tu sei stato nel concerto che hai nella tua firma,eh eh :)
Ahimè no :cry: , ma vivo sulla mia pellaccia imbastardita il testo del pezzo :D
E sono un fan della Suissa dal primo OceanLab :p
Lo stato sociale ha bisogno di soldi, a me st abene così. Anche perchè basterebbe recuperare l'evasione fiscale ed i soldi buttati alla mafia pe rpoterle ridurre, senza intaccare i servizi.
Fides Brasier
08-01-2010, 12:04
Dubito che il governo riuscirà a ridurre le tasse:ci sono troppi settori parassitari di cui i governi (csx-cdx)beneficiano tramite il voto e nessuno vorrà turbare le acque;mancanza di volontà di instaurare un sistema più liberale,pena la perdita di appoggio dei grandi gruppi (leggasi lobby).tranquillo, appena berlusconi verra' eletto abbassera' le tasse, l'ha promesso.
^TiGeRShArK^
08-01-2010, 12:15
Emigra :O (cit.)
:O
tranquillo, appena berlusconi verra' eletto abbassera' le tasse, l'ha promesso.
:tapiro:
frankytop
08-01-2010, 12:39
tranquillo, appena berlusconi verra' eletto abbassera' le tasse, l'ha promesso.
No no,io sto più tranquillo con la sinistra,per sua stessa natura le tasse alte sono un tabù e difatti è sempre stata una priorità nel suo programma l'annientamento della tassazione.....con il benepalacito e la benedizione della CGIL si intende,eh si. :)
Dream_River
08-01-2010, 12:40
Mi permetto di integrare un articolo dai toni meno veneranti e molto esaustivo su quali governi siano stati i migliori amici del fisco
http://www.neolib.eu/index.php?view=article&id=327%3Ala-pressione-fiscale-oltre-il-46&option=com_content&Itemid=7
Se ne deduce che da questo lato Berlusconi non è certo il salvatore dalla patria dal fisco comunista, semmai è il meno peggio
Che non sarebbe poco se la politica economica di un governo si limitasse a difendere i cittadini dal fisco, ma Berlusconi ha anche minato molto anche la credibilità economica del nostro paese, e penso che sarebbe un fattore di considerare quando si parlà di politica economica di un governo
Dream_River
08-01-2010, 12:46
No no,io sto più tranquillo con la sinistra,per sua stessa natura le tasse alte sono un tabù e difatti è sempre stata una priorità nel suo programma l'annientamento della tassazione.....
...dei poveri zingari e extracomunitari, a loro scuola e casa garantiti:O
Tu invece che si italiano egoista e non volenteroso di aiutare il mondo, vai spremuto ben bene, per la causa:read: :read:
frankytop
08-01-2010, 12:51
Mi permetto di integrare un articolo dai toni meno veneranti e molto esaustivo su quali governi siano stati i migliori amici del fisco
http://www.neolib.eu/index.php?view=article&id=327%3Ala-pressione-fiscale-oltre-il-46&option=com_content&Itemid=7
Se ne deduce che da questo lato Berlusconi non è certo il salvatore dalla patria dal fisco comunista, semmai è il meno peggio
Che non sarebbe poco se la politica economica di un governo si limitasse a difendere i cittadini dal fisco, ma Berlusconi ha anche minato molto anche la credibilità economica del nostro paese, e penso che sarebbe un fattore di considerare quando si parlà di politica economica di un governo
Intanto quando c'era lui la tassazione è diminuità,con la sinistra in generale aumentava,certo bisognerebbe vedere l'avanzo primario e il debito accumulato nei rispettivi periodi.
Tuttavia come fa notare l'autore nello stesso articolo che hai postato il debito va affrontato tagliando le spese e non tramite le tassazione che appartiene invece ad una politica tipicamente di sinistra.
Comunque ripeto,dubito che Berlusconi riuscirà a tagliare le spese ed implementare una politica di liberalizzazioni
frankytop
08-01-2010, 12:56
...dei poveri zingari e extracomunitari, a loro scuola e casa garantiti:O
Tu invece che si italiano egoista e non volenteroso di aiutare il mondo, vai spremuto ben bene, per la causa:read: :read:
Gli zingari per ora non incidono pesantemente sulle casse dello stato,gli extracomunitari o lavorano in nero o pagano le tasse,quindi direi che la politica della Lega riguardo l'immigrazione e il lavoro annesso va nella giusta direzione.
Fides Brasier
08-01-2010, 13:01
No no,io sto più tranquillo con la sinistra,per sua stessa natura le tasse alte sono un tabù e difatti è sempre stata una priorità nel suo programma l'annientamento della tassazione.....con il benepalacito e la benedizione della CGIL si intende,eh si. :)il problema non e' tanto la tassazione, ma comei vengono spesi i soldi. con il governo berlusconi i servizi pubblici hanno ricevuto forti tagli, eppure la tassazione non e' diminuita.
ti sei chiesto come mai?
te lo dico io: qualche soldo regalato a gheddafi; qualche soldo regalato alle citta' amiche per ripianare i loro debiti; qualche soldo per lavori inutili pur di foraggiare le aziende amiche; qualche soldo alla chiesa; qualche soldo alla mafia.
il risultato e' che ti ritrovi con servizi pubblici peggiori, pero' tu continui a pagare lo stesso :D
frankytop
08-01-2010, 13:09
il problema non e' tanto la tassazione, ma comei vengono spesi i soldi. con il governo berlusconi i servizi pubblici hanno ricevuto forti tagli, eppure la tassazione non e' diminuita.
ti sei chiesto come mai?
te lo dico io: qualche soldo regalato a gheddafi; qualche soldo regalato alle citta' amiche per ripianare i loro debiti; qualche soldo per lavori inutili pur di foraggiare le aziende amiche; qualche soldo alla chiesa; qualche soldo alla mafia.
il risultato e' che ti ritrovi con servizi pubblici peggiori, pero' tu continui a pagare lo stesso :D
1)gheddafi:soldi spesi per fermare l'immigrazione,spesa necessaria.
2)città amiche:quelle sono gestite da gentaglia che manda i bilanci a ramengo e la sinistra supporterebbe ugualmente quelle giunte perchè sa bene che "magicamente" grazie al supporto del governo i cittadini cambierebbero bandiera.
3)soldi al chiesa:insignificanti.
4)soldi alla mafia:mmmmh,da dimostrare,troppo generico e poi a quanto ammonterebbero?
:dissident:
08-01-2010, 13:20
1)gheddafi:soldi spesi per fermare l'immigrazione,spesa necessaria.
Eh si' s'e' proprio fermata :)
Dream_River
08-01-2010, 13:29
Intanto quando c'era lui la tassazione è diminuità,con la sinistra in generale aumentava,certo bisognerebbe vedere l'avanzo primario e il debito accumulato nei rispettivi periodi.
Tuttavia come fa notare l'autore nello stesso articolo che hai postato il debito va affrontato tagliando le spese e non tramite le tassazione che appartiene invece ad una politica tipicamente di sinistra.
Comunque ripeto,dubito che Berlusconi riuscirà a tagliare le spese ed implementare una politica di liberalizzazioni
Per essere un buon politico non basta essere migliore dei tuoi avversari, per di più non in tutti i campi di competenza di un governo
Personalmente non voterei mai un governo incapace di creare condizioni adatte ad attrarre capitali (e la legalità in campo economico è molto importante riguardo ciò), perchè un governo che anche nella migliore delle ipotesi si limitasse ad abbassare la pressione fiscale sarebbe solo creare un paese stagnante e incapace di far fronte al carattere globale del mercato
Per questo non mi piaceva l'articolo che hai postato, penso che semplifichi troppo la questione per far apparire il primato di attentatore all'economia italiana meno combattuto di quanto sia
Berlusconi non sarà mai interessato ad abbassare le tasse, ha avuto e ha tutt'ora al suo fianco Giulio Tremonti, un Ministro dell'Economia che ha fatto non solo affermazioni ma anche proposte degne del miglior comunista, e ciò non è mica un caso
blamecanada
08-01-2010, 13:30
Lo stato sociale ha bisogno di soldi, a me st abene così. Anche perchè basterebbe recuperare l'evasione fiscale ed i soldi buttati alla mafia pe rpoterle ridurre, senza intaccare i servizi.
Infatti.
La questione è soprattutto di utilizzare bene i soldi, di avere servizi sempre migliori: diminuire le liste d'attesa negli ospedali, migliorarne le cure; aumentare la qualità dell'istruzione, etc.
Poi ovviamente c'è chi è contro allo Stato sociale per ideologia, ma sono affari loro, per quanto mi riguarda.
Aspetta e spera...è stato al governo quasi sempre negli ultimi 15 anni ed il risultato è questo:
http://urlodeigiovani.altervista.org/news/berlusconi-tasse.jpg
_Magellano_
08-01-2010, 13:49
Ma certo,da quando gli impieghi statali sono diventati simili a lotterie dove se vinci un concorso(il cui biglietto te lo da un politico se lo voti) ti sistemi a vita indipendentemente se lavori o no e deve essere assunt altra gente a fare il lavoro tuo di cosa ci si stupisce?
Chessò per fare una lavoro servono 5 impiegati? 5 li prendi perchè ti garantiscono i voti e altri 5 li prendi a fare realmente il lavoro che gli altri non fanno,tanto paga pantalone.
Per le tasse invece che senso ha verificare il reddito dei proprietari di macchine di grossa cilindrata,se marietto quello col bmw risulta sui 120 euro l'anno mica gli puoi fare pagare altre tasse,meglio mungere chi già paga quello che deve.
E tante altre cose simili,poco da stupirsene che le tasse siano cosi alte e lo diventino sempre di più per mantenere una zoccola grassa(stato) che ormai cucina pure male(servizi sempre peggiori).
Tratto da:
http://nonleggerlo.blogspot.com/2010/01/ora-e-ufficiale.html
http://2.bp.blogspot.com/_wt5wN0EjEws/S0W0JSEBM3I/AAAAAAAAF2U/QKB6pc398Eg/s400/Tasse+giornale+-+Nonleggerlo.png
"Il 2010 sarà l'anno delle riforme. Partiremo con quelle della giustizia, poi proseguiremo con la scuola e soprattutto con un programma di riforma fiscale per ridurre le tasse".
... Eravamo tutti lì a chiederci, parlerà sul serio, farà finalmente qualcosa per la gente comune? Dopo aver taciuto sulla più alta imposizione fiscale dal Dopoguerra ad oggi, Suo il record, Suo il Governo, ci darà un pochino di respiro nell'anno a venire?
:asd: :asd: :asd:
dantes76
08-01-2010, 13:53
Fin dal 1994, col programma di politica economica di Forza Italia, poi nel 2003 con la grande riforma solamente tentata delle due aliquote Irpef (al 23 e al 33 per cento), e ancora con l’abolizione dell’Ici sulla prima casa nel 2008 e lo scudo fiscale nel 2009, Silvio Berlusconi ha saputo individuare nel fisco la grande ferita aperta degli italiani, la big issue su cui intessere il dialogo con gli elettori.
In questo scorcio di 2010, l’annuncio del premier di una profonda riforma fiscale ha il sapore dell’ultima chiamata. Non è troppo enfatico ritenere che il giudizio che gli scienziati politici daranno dell’epopea berlusconiana, quando il Cavaliere lascerà la politica attiva, sarà probabilmente condizionato dall’esito di questa nuova promessa.
Ma su un punto gli analisti s’interrogheranno sicuramente: sebbene molti (per non dire tutti) tra i maggiori leader politici nostrani abbiano sovente dichiarato di considerare intollerabile il livello di pressione fiscale sofferto dagli italiani, solo il Cavaliere ha saputo toccare quelle corde che gli hanno permesso di apparire, agli occhi dell’opinione pubblica, come il politico più seriamente convinto della centralità del tema. Come ha fatto? A differenza di altri leader, Berlusconi ha avuto negli anni un approccio tranchant verso le tasse: ha spesso ricordato di volerle tagliare a tutti indistintamente, lavoratori e imprese, autonomi e dipendenti; ha sottolineato come la riduzione del carico fiscale non possa che essere finanziata con la riduzione della spesa pubblica; nell’evasione fiscale da sempre individua un effetto dell’elevata pressione fiscale, non una causa.
Di fronte ai sofismi di quanti propongono tasse sui privilegi per finanziare riduzioni selettive, o invocano principi di efficienza fiscale cui sottoporre i piani di riforma, la visione più squisitamente liberale di chi chiede indistintamente «meno tasse per tutti» - per usare ancora una categoria di matrice berlusconiana - ha forse il difetto di apparire semplicistica e poco «scientifica», ma è sicuramente quella che gli italiani comprendono meglio. Probabilmente perché è l’unico approccio possibile per contrastare lo stato di emergenza fiscale in cui vivono.
Trentacinque anni fa gli italiani cedevano al fisco un quarto del Pil. Venticinque anni or sono si era arrivati a un terzo, il 33,6 per cento. Già dieci anni dopo, nel 1995, il livello era ormai del 40 per cento. Da allora in poi, alcune importanti economie Ocse invertivano il senso di marcia (la Germania e l’Irlanda, ma anche i Paesi Bassi e la Polonia) e altre rallentavano comunque il trend di crescita (gli Stati Uniti, il Regno Unito e la Francia): non l’Italia, che ha continuato a galoppare, peggiorando una situazione già compromessa e superando il 43 per cento di pressione fiscale nel 2008 (un valore sostanzialmente confermato dalle stime relative all’anno appena concluso). Come a dire: in un anno di 365 dì, gli italiani lavorano per lo Stato fino al 157° giorno e guadagnano per sé solo dal 7 giugno in poi, mentre i contribuenti tedeschi e inglesi sono liberi dal 14 maggio, gli irlandesi dal 28 aprile. Una bella differenza.
Superate Francia e Austria, secondo le previsioni per il 2009, il Bel paese occuperà un solido quarto posto tra i Paesi con la più alta pressione fiscale: segue da vicino Danimarca, Svezia e Belgio, ma con un welfare state e una macchina burocratico-amministrativa nemmeno lontanamente paragonabili a quelli di queste realtà.
Nel Paese che si fregia di essere la patria di milioni di piccole e medie imprese, il fisco d’azienda è famelico: come riporta Andrea Giuricin nel volume Dopo! - Come ripartire dopo la crisi (edito da Ibl Libri), dopo la Germania l’Italia ha la maggiore tassazione sui profitti d’impresa (37,5 per cento,17 punti in più della media Ue). Eppure ridurre le tasse sui profitti, anche attraverso una contestuale riduzione dei sussidi alle imprese, non sarebbe un favore ai «padroni», ma una spinta alla creazione di ricchezza, all’aumento dei posti di lavoro e all’attrazione di nuovi investimenti.
Va peggio ai lavoratori dipendenti. Uno studio della Banca centrale europea di qualche anno fa (Wp n. 747 del 2007) stimava al 65,8 per cento - leggasi: due terzi - la quota di reddito di un lavoratore dipendente che lo Stato preleva con le imposte dirette o indirette o comunque intermedia forzosamente, con i contributi. Il confronto con altre realtà - l’Irlanda (44,8 per cento), gli Usa (37,3) o la Spagna (54) - è purtroppo impietoso. Riportato sul calendario, possiamo dire che se la libertà dal fisco è raggiunta a giugno, la piena libertà dalle scelte dello Stato è possibile solo il 29 agosto.
Si dirà: includere i contributi nel calcolo significa considerare una quota di ricchezza di cui un lavoratore beneficerà negli anni della pensione. Ma pur sempre di soldi sottratti alla sua disponibilità si tratta, tanto più se consideriamo i rischi crescenti cui il comparto previdenziale pubblico sarà soggetto negli anni a venire.
Per Berlusconi, a maggior ragione dopo la spiacevole aggressione di dicembre, una robusta riduzione fiscale sarebbe il coup de théâtre possibile per coronare la sua cavalcata politica. Per il futuro dell'Italia, è una necessità.
Piercamillo Falasca
Ricercatore Istituto Bruno Leoni
Il Giornale.it (http://www.ilgiornale.it/interni/il_fisco_e_dittatore__otto_stipendi_allanno__finiscono_stato/08-01-2010/articolo-id=412027-page=0-comments=1)
Dubito che il governo riuscirà a ridurre le tasse:ci sono troppi settori parassitari di cui i governi (csx-cdx)beneficiano tramite il voto e nessuno vorrà turbare le acque;mancanza di volontà di instaurare un sistema più liberale,pena la perdita di appoggio dei grandi gruppi (leggasi lobby).
Detesto questo paese.
detesti questo paese e dopo di la scrivi, che lo stato fa bene ad aiutare le aziende???
dantes76
08-01-2010, 13:55
http://www.hwupgrade.it/forum/showpost.php?p=30341767&postcount=17
http://www.hwupgrade.it/forum/showpost.php?p=30344370&postcount=37
Lo stesso discorso vale per la sinistra,a maggior ragione.
no, vale per te e per il rotolazzo...
LA BOLLA ANNUNCIATA DELLA BANCA DEL MEZZOGIORNO
di Luigi Guiso (http://www.lavoce.info/articoli/../lavocepuntoinfo/autori/pagina9.html) e Nicola Persico (http://www.lavoce.info/articoli/../lavocepuntoinfo/autori/pagina926.html) 27.11.2009
La Banca del Mezzogiorno dovrebbe finanziarsi con obbligazioni garantite dallo Stato. Il risultato sarà un eccesso di liquidità, con molto denaro destinato a impieghi senza futuro. All'inizio il mercato drogato del Sud attirerà capitali che dovrebbero essere destinati altrove. Ma nel medio-lungo periodo, la bolla creditizia scoppierà e procurerà gravi danni ai cittadini che saranno i veri garanti dei prestiti alle imprese del Sud. Una storia non molto diversa da quella di Fannie e Freddie sul mercato dei mutui negli Stati Uniti. E abbiamo visto come è andata a finire.
Il progetto della Banca del Mezzogiorno è duro a morire. Eliso prima per motivi procedurali, è stato subito resuscitato dal ministro del Welfare che pochi giorni fa ha dichiarato che la Banca “è un progetto a cui teniamo moltissimo”.
Ma cosa sarebbe la Banca del Mezzogiorno? È difficile dirlo con esattezza, ma i commenti apparsi sulla stampa sono stati generalmente negativi. Molti temono che sarà (se vedrà la luce) un “carrozzone” poco trasparente e molto politicizzato. Alcuni mettono in dubbio l’utilità di incentivare il credito al Sud, in assenza di argomenti convincenti che mostrino che la domanda di finanziamenti da parte di aziende in grado di ripagare i debiti non sia già soddisfatta dal mercato.
Vi è molto sale in entrambe le obbiezioni (grazie alla formidabile liberalizzazione degli anni Novanta, ottenere credito al Sud non è più così difficile come un tempo), e da sole dovrebbero bastare a far accendere la lampadina del dubbio nella mente dei proponenti. Così sarebbe se vi fosse un serio dibattito sulla questione: purtroppo manca.
L'ELEMENTO DI TOSSICITÀ
Tra le obbiezioni sollevate è assente quella sulla caratteristica più “tossica” della proposta: che la Banca del Mezzogiorno dovrebbe finanziarsi con obbligazioni garantite dallo Stato italiano. Questo aspetto, all’apparenza un dettaglio tecnico, è ciò che rende la Banca del Mezzogiorno un pericoloso buco nero. Vediamo perché.
Una banca qualsiasi che opera sul mercato è un intermediario che prende soldi a prestito dai risparmiatori e li rigira alle imprese. Cosa ne limita la dimensione? Perché la banca non presta a tutti, ma proprio a tutti, quelli che vanno a chiedere soldi? La ragione è che, man mano che la banca presta, esaurisce i clienti meritevoli di credito e, se continua, inizia a pescare tra quelli più rischiosi. I risparmiatori sanno che, una volta soddisfatta la domanda delle aziende sane, cresce il rischio di finanziare quelle insolventi e si rifiuteranno di prestare i propri soldi, disciplinando così il comportamento della banca. È l’interesse del risparmiatore a proteggere i propri soldi che frena la possibilità che la banca dia i soldi a chi non li merita.
Con la Banca del Mezzogiorno come la concepiscono il ministro dell’Economia e quello del Welfare, questo meccanismo è assente. In questa banca i risparmiatori non correranno nessun rischio: se le aziende a cui si presta falliscono, paga lo Stato. Perciò i risparmiatori saranno del tutto indifferenti se la Banca del Mezzogiorno presta ad aziende malate, e forse saranno anche contenti se, come sembra, le obbligazioni emesse dalla banca godranno di agevolazioni fiscali. Il mercato del credito sarà “drogato” da un eccesso di liquidità, e molto denaro verrà destinato a impieghi senza futuro.
Ma, si dirà, la leadership della Banca del Mezzogiorno impedirà che questo accada. Tutt’altro. La leadership sarà pure essa ben contenta di giocare questo gioco, ancor di più se il suo stipendio sarà, come nelle aziende private, in parte costituito da bonus di produttività intesa come massa di credito intermediata.
Chi ci perde? Inizialmente le aziende del Nord, perché il mercato drogato del Sud attirerà capitali che dovrebbero essere destinati altrove. A seguire, ci si deve aspettare una bolla creditizia, che nel breve periodo apparentemente gioverà al Sud perché si assisterà a un boom di imprese che nascono e di imprese esistenti che crescono. Ma nel medio-lungo periodo, quando scoppierà, procurerà gravi danni ai cittadini che, alla fin fine saranno i veri garanti dei prestiti alle imprese del Sud ormai fantasma.
UNA BOLLA GIÀ VISTA
Come mai siamo così sicuri nel prevedere questi sviluppi? La ragione, purtroppo, è che questa pellicola l’abbiamo appena vista. Abbiamo vissuto nell’ultimo anno le conseguenze dello scoppio di una bolla creditizia - quella del mercato dei mutui negli Stati Uniti - di cui un ingrediente non secondario erano proprio le government sponsored enterprises - Fannie Mae e Freddie Mac. Sono l’analogo americano del progetto di Banca del Mezzogiorno, giacché ciò che ha permesso a queste aziende di “drogare” il mercato del credito è stato proprio il loro accesso alla raccolta di risparmio garantito dal governo Usa. Abbiamo descritto altrove (http://www.lavoce.info/articoli/pagina1000737-351.html) come queste entità abbiano asservito il Congresso americano attraverso le lobby e l’esborso generoso di danari per finanziare le campagne elettorali. Di converso, il Congresso ha usato Fannie e Freddie come uno strumento di redistribuzione nascosta verso i ceti meno abbienti, attraverso i mutui facili. I risultati li abbiamo sotto gli occhi.
È stupefacente che, proprio nel mezzo della crisi finanziaria più difficile della nostra generazione e con un debito che sfiora il 120 per cento del Pil, il governo italiano pensi di creare un “mostro del credito” che si finanzia con titoli garantiti dallo Stato. Ed è paradossale vedere che quelli che hanno menato gran vanto di aver previsto tutto della crisi anzitempo, siano i primi a ignorarne le lezioni più salienti.
Source: Lavoce.info - ARTICOLI - LA BO...TA DELLA BANCA DEL MEZZOGIORNO (http://www.lavoce.info/articoli/pagina1001417.html) http://copycat.kodeware.net/16.png (http://copycat.kodeware.net)
:)
frankytop
08-01-2010, 13:58
http://www.hwupgrade.it/forum/showpost.php?p=30365967&postcount=53
...e guarda il grafico nel post.
dantes76
08-01-2010, 14:01
http://www.hwupgrade.it/forum/showpost.php?p=30365967&postcount=53
...e guarda il grafico nel post.
si si.. il grafiCO
Una banca qualsiasi che opera sul mercato è un intermediario che prende soldi a prestito dai risparmiatori e li rigira alle imprese. Cosa ne limita la dimensione? Perché la banca non presta a tutti, ma proprio a tutti, quelli che vanno a chiedere soldi? La ragione è che, man mano che la banca presta, esaurisce i clienti meritevoli di credito e, se continua, inizia a pescare tra quelli più rischiosi. I risparmiatori sanno che, una volta soddisfatta la domanda delle aziende sane, cresce il rischio di finanziare quelle insolventi e si rifiuteranno di prestare i propri soldi, disciplinando così il comportamento della banca. È l’interesse del risparmiatore a proteggere i propri soldi che frena la possibilità che la banca dia i soldi a chi non li merita.
Con la Banca del Mezzogiorno come la concepiscono il ministro dell’Economia e quello del Welfare, questo meccanismo è assente. In questa banca i risparmiatori non correranno nessun rischio: se le aziende a cui si presta falliscono, paga lo Stato. Perciò i risparmiatori saranno del tutto indifferenti se la Banca del Mezzogiorno presta ad aziende malate, e forse saranno anche contenti se, come sembra, le obbligazioni emesse dalla banca godranno di agevolazioni fiscali. Il mercato del credito sarà “drogato” da un eccesso di liquidità, e molto denaro verrà destinato a impieghi senza futuro.
Ma, si dirà, la leadership della Banca del Mezzogiorno impedirà che questo accada. Tutt’altro. La leadership sarà pure essa ben contenta di giocare questo gioco, ancor di più se il suo stipendio sarà, come nelle aziende private, in parte costituito da bonus di produttività intesa come massa di credito intermediata.
Chi ci perde? Inizialmente le aziende del Nord, perché il mercato drogato del Sud attirerà capitali che dovrebbero essere destinati altrove. A seguire, ci si deve aspettare una bolla creditizia, che nel breve periodo apparentemente gioverà al Sud perché si assisterà a un boom di imprese che nascono e di imprese esistenti che crescono. Ma nel medio-lungo periodo, quando scoppierà, procurerà gravi danni ai cittadini che, alla fin fine saranno i veri garanti dei prestiti alle imprese del Sud ormai fantasma.
frankytop
08-01-2010, 14:07
Si l'avevo letto l'artricolo sulla banca del sud.
Io cmq nel post precedente ti avevo linkato un grafico che rappresentava la tassazione nelle varie "ere" politiche:con la sinistra aumenta,con la destra diminuisce o rimane stabile e questo significa che a parità di condizioni se la sinistra avesse governato al posto di B. noi tutti quanti avremmo subito una tassazione alta per un periodo più lungo di quanto è stato.
dantes76
08-01-2010, 14:08
Si l'avevo letto l'artricolo sulla banca del sud.
Io cmq nel post precedente ti avevo linkato un grafico che rappresentava la tassazione nelle varie "ere" politiche:con la sinistra aumenta,con la destra diminuisce o rimane stabile e questo significa che a parità di condizioni se la sinistra avesse governato al posto di B. noi tutti quanti avremmo subito una tassazione alta per un periodo più lungo di quanto è stato.
si si, fai cosi, cerca fra i mie post: "pressione fiscale" e dopo vedrai che quel grafico lo puoi usare per altre scopi..
il governo berlusconi, non solo ha aumentato la pressione fiscale, ma non l'ha mai diminuita... e mai la diminuira', perche ci siete voi a votarlo..
frankytop
08-01-2010, 14:12
si si, fai cosi, cerca fra i mie post: "pressione fiscale" e dopo vedrai che quel grafico lo puoi usare per altre scopi..
il governo berlusconi, non solo ha aumentato la pressione fiscale, ma non l'ha mai diminuita... e mai la diminuira', perche ci siete voi a votarlo..
Ah beh allora prova a votarlo te,chissà che allora la pressione fiscale diminuisca. :asd:
dantes76
08-01-2010, 14:16
Ah beh allora prova a votarlo te,chissà che allora la pressione fiscale diminuisca. :asd:
guarda che quello che puo asdare sono io, non te :asd:
frankytop
08-01-2010, 14:18
guarda che quello che puo asdare sono io, non te :asd:
Eh ingordo di asdamenti. :p
trallallero
08-01-2010, 14:36
Mi permetto di integrare un articolo dai toni meno veneranti e molto esaustivo su quali governi siano stati i migliori amici del fisco
http://www.neolib.eu/index.php?view=article&id=327%3Ala-pressione-fiscale-oltre-il-46&option=com_content&Itemid=7
Se ne deduce che da questo lato Berlusconi non è certo il salvatore dalla patria dal fisco comunista, semmai è il meno peggio
Che non sarebbe poco se la politica economica di un governo si limitasse a difendere i cittadini dal fisco, ma Berlusconi ha anche minato molto anche la credibilità economica del nostro paese, e penso che sarebbe un fattore di considerare quando si parlà di politica economica di un governo
http://www.neolib.eu/images/stories/pressfiscale%201980-2008.jpg
Bei tempi gli anni '80 :(
, poi nel 2003 con la grande riforma solamente tentata delle due aliquote Irpef (al 23 e al 33 per cento), e ancora con l’abolizione dell’Ici sulla prima casa nel 2008 e lo scudo fiscale nel 2009, Silvio Berlusconi ha saputo individuare nel fisco la grande ferita aperta degli italiani, la big issue su cui intessere il dialogo con gli elettori
vi eravate persi sta perla,la ferita aperta sul povero corpo degli evasori,che non potevano usufuire del maltolto in italia :asd:
ribellarsi a un dittatore è corretto, a quando un bello sciopero fiscale?
ribellarsi a un dittatore è corretto, a quando un bello sciopero fiscale?
Le imprese sono le migliori alleate del fisco, più efficenti di qualsiasi esattore fiscale o di controlli incrociati. Potrebbero cominciare a ribellarsi, ad un servizio coatto e non retribuito(il sostituto d'imposta), dando ai propri dipendenti la somma lorda dello stipendio. Giorgio Fidenato http://www.corriere.it/editoriali/09_settembre_24/ostellino-imprenditore-pordenone_4cd6a988-a8c7-11de-aaa2-00144f02aabc.shtml ha avuto il coraggio di iniziare questa battaglia, di disobbedienza civile, autodenunciandosi all'Inps. Aldilà dei risvolti legali, sarebbe interessante che i dipedenti prendessero coscienza di quanto lo stato estorce loro, dal loro stipendio. Per una ragione utilitaristica si potrebbe anche accettare di lavorare fino a luglio per lo stato, purtroppo la qualità dei servizi non è delle migliori. La quantità di denaro sprecato è direttamente proporzionale all'ammontare di tasse richieste. Pagare tutti, per pagare meno, purtroppo è solo uno slogan in quanto la spesa aumenta anno per anno, il dimagrimento dello stato (non l'abolizione dello stato sociale, vedi il tema importantissimo della sanità) deve passare attraverso un taglio della spesa conseguente ad un eventuale taglio delle tasse e non viceversa. Altrimenti il debito aumenta e si lascia alle generazione un probabile default.
Le imprese sono le migliori alleate del fisco, più efficenti di qualsiasi esattore fiscale o di controlli incrociati. Potrebbero cominciare a ribellarsi, ad un servizio coatto e non retribuito(il sostituto d'imposta), dando ai propri dipendenti la somma lorda dello stipendio. Giorgio Fidenato ha avuto il coraggio di iniziare questa battaglia, di disobbedienza civile, autodenunciandosi all'Inps. Aldilà dei risvolti legali, sarebbe interessante che i dipedenti prendessero coscienza di quanto lo stato estorce loro, dal loro stipendio. Per una ragione utilitaristica si potrebbe anche accettare di lavorare fino a luglio per lo stato, purtroppo la qualità dei servizi non è delle migliori. La quantità di denaro sprecato è direttamente proporzionale all'ammontare di tasse richieste. Pagare tutti, per pagare meno, purtroppo è solo uno slogan in quanto la spesa aumenta anno per anno, il dimagrimento dello stato (non l'abolizione dello stato sociale, vedi il tema importantissimo della sanità) deve passare attraverso un taglio della spesa conseguente ad un eventuale taglio delle tasse e non viceversa. Altrimenti il debito aumenta e si lascia alle generazione un probabile default.
esattamente, pagare tanto per avere tanto mi sta bene, pagare tanto per un pugno di mosche no.
io credo che ci si dovrebbe fermare e incrociare le braccia a tempo indeterminato non contro le imprese, ma una volta tanto contro lo stato parassita. e ribadisco a oltranza
Fides Brasier
08-01-2010, 18:37
1)gheddafi:soldi spesi per fermare l'immigrazione,spesa necessaria.
2)città amiche:quelle sono gestite da gentaglia che manda i bilanci a ramengo e la sinistra supporterebbe ugualmente quelle giunte perchè sa bene che "magicamente" grazie al supporto del governo i cittadini cambierebbero bandiera.
3)soldi al chiesa:insignificanti.
4)soldi alla mafia:mmmmh,da dimostrare,troppo generico e poi a quanto ammonterebbero?io ti ho elencato alcuni dei punti, affatto esaustivi, che giustificano il mancato abbassamento delle tasse nonostante i tagli effettuati alla spesa pubblica.
quei punti ti stanno bene e quindi giustifichi il mancato abbassamento della pressione fiscale, quindi mi chiedo in buona sostanza di cosa ti lamenti. il governo sta facendo cio' che ritiene meglio per se', se non ti sta bene vota l'opposizione.
Fides Brasier
08-01-2010, 18:41
esattamente, pagare tanto per avere tanto mi sta bene, pagare tanto per un pugno di mosche no. sono ovviamente d'accordo; il problema a mio avviso e' che con questo governo a chiedere "abbassate le tasse" si ottengono i tagli alla spesa pubblica, ma non si taglieranno certo i privilegi agli amichetti. quindi rischieremmo di pagare due volte: con le tasse che non si abbassano, e con i servizi privati ai quali siamo costretti a rivolgerci per sopperire alle lacune del pubblico causate dai tagli.
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