dantes76
08-01-2010, 01:43
Spariti i soldi del gruppo misto dell’Ars, quando era presieduto da Acierno
Il Parlamento non controlla la spesa, guai prevedibili
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28 ottobre 2009 16:07
Ad albero caduto accetta accetta, dice un vecchio proverbio, che sembra calzare perfettamente per Alberto Acierno, ex deputato regionale dell’Assemblea, giunto agli onori della cronaca recentemente per gli ammanchi nelle casse della Fondazione Federico II.
Acierno ha subito le manette perché l’inchiesta a suo carico avrebbe raggiunto fondati sospetti che avesse speso i soldi della Fondazione per giocare alla roulette, pagarsi le vacanze e la benzina per il suo motoscafo. Il sospettato si è difeso affermando di avere rimborsato tutto in tempi brevi, ma i magistrati non sono stati del suo stesso parere e hanno ordinato la custodia cautelare di Acierno, riconoscendogli, tuttavia, il diritto a starsene a casa sua, arresti domiciliari.
Provvedimento che è stato sospeso in attesa di processo.
Nemmeno il tempo di godere della liberalità dei magistrati ed ecco che arriva sul groppone di Acierno una vecchia storia aperta da un esposto di ex dipendenti dell’Assemblea regionale siciliana che lavoravano per il gruppo misto presieduto da Acierno. I dipendenti non sono stati pagati nonostante Acierno abbia ricevuto dall’Assemblea la somma di 120 mila euro proprio a questo scopo, dare quanto dovuto ai lavoratori.
Della storia probabilmente non si sarebbe saputo niente senza l'iniziativa dei dipendenti del grppo parlamentari misto (che non sono dipendenti dell'Assemblea)
Secondo l’accusa, Acierno se ne sarebbe andato via senza dare conto dei soldi ricevuti né pagare i dipendenti che avevano lavorato per il gruppo misto.
Tutto chiaro, dunque?
Nemmeno per sogno, perché le regole dell’Assemblea sono diverse da quelle del resto del mondo. I presidenti dei gruppi parlamentari ricevono i contributi per l’attività politica e culturale dei gruppi (un finanziamento, di fatto, ai partiti di appartenenza) ma non hanno alcun obbligo di rendicontare alcunché.
I presidenti possono fare ciò che vogliono dei soldi che arrivano dalle casse dell’Assemblea. Questo non significa che tutti fanno ciò che gli pare o che se li spendano in festini; significa che non hanno il dovere di fare sapere come li spendono i soldi pubblici, che è un gran vantaggio per chi volesse mettersi i soldi in tasca e scappare con il malloppo.
Perché accade?
Semplice, il Parlamento regionale, e non solo il Parlamento regionale, non adotta criteri di controllo perché – questa la giustificazione piuttosto ipocrita – non può sindacare sull’attività politica dei gruppi parlamentari. I gruppi ricevono i quattrini e non devono nemmeno relazionare sulle scelte che hanno fatto. Niente, nemmeno una brochure delle iniziative.
Questi contributi un tempo non esistevano affatto, sono arrivati quando i cittadini si sono espressi in un referendum contro il finanziamento pubblico dei partiti. Poche ore dopo lo svolgimento della consultazione parlamentare che aboliva il finanziamento, le leadership hanno inventato, a Roma e altrove, il modo per eludere la volontà dei cittadini, approvando a spron battuto una legge per il rimborso delle spese elettorale, più vantaggiosa del finanziamento pubblico e non contenti i contributi ai gruppi parlamentari, che costituiscono una delle voci più importanti del bilancio interno del Parlamento siciliano.
In definitiva, Acierno potrebbe non rispondere di ciò che gli viene addebitato, stando alle regole dell’Ars. L’episodio dovrebbe illuminarci sulle buone ragioni che non consentono all’Assemblea di praticare il valore della trasparenza, per la quale le nostre testate si sono battute senza risultato (vedi il timer in home page sull’attesa di risposte sui costi della politica).
Source: SiciliaInformazioni | Spariti ...lla la spesa, guai prevedibili (http://www.siciliainformazioni.com/articoloLight.zsp?id=68932) http://copycat.kodeware.net/16.png (http://copycat.kodeware.net)
.:rolleyes: :muro:
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Acierno ha subito le manette perché l’inchiesta a suo carico avrebbe raggiunto fondati sospetti che avesse speso i soldi della Fondazione per giocare alla roulette, pagarsi le vacanze e la benzina per il suo motoscafo. Il sospettato si è difeso affermando di avere rimborsato tutto in tempi brevi, ma i magistrati non sono stati del suo stesso parere e hanno ordinato la custodia cautelare di Acierno, riconoscendogli, tuttavia, il diritto a starsene a casa sua, arresti domiciliari.
Provvedimento che è stato sospeso in attesa di processo.
Nemmeno il tempo di godere della liberalità dei magistrati ed ecco che arriva sul groppone di Acierno una vecchia storia aperta da un esposto di ex dipendenti dell’Assemblea regionale siciliana che lavoravano per il gruppo misto presieduto da Acierno. I dipendenti non sono stati pagati nonostante Acierno abbia ricevuto dall’Assemblea la somma di 120 mila euro proprio a questo scopo, dare quanto dovuto ai lavoratori.
Della storia probabilmente non si sarebbe saputo niente senza l'iniziativa dei dipendenti del grppo parlamentari misto (che non sono dipendenti dell'Assemblea)
Secondo l’accusa, Acierno se ne sarebbe andato via senza dare conto dei soldi ricevuti né pagare i dipendenti che avevano lavorato per il gruppo misto.
Tutto chiaro, dunque?
Nemmeno per sogno, perché le regole dell’Assemblea sono diverse da quelle del resto del mondo. I presidenti dei gruppi parlamentari ricevono i contributi per l’attività politica e culturale dei gruppi (un finanziamento, di fatto, ai partiti di appartenenza) ma non hanno alcun obbligo di rendicontare alcunché.
I presidenti possono fare ciò che vogliono dei soldi che arrivano dalle casse dell’Assemblea. Questo non significa che tutti fanno ciò che gli pare o che se li spendano in festini; significa che non hanno il dovere di fare sapere come li spendono i soldi pubblici, che è un gran vantaggio per chi volesse mettersi i soldi in tasca e scappare con il malloppo.
Perché accade?
Semplice, il Parlamento regionale, e non solo il Parlamento regionale, non adotta criteri di controllo perché – questa la giustificazione piuttosto ipocrita – non può sindacare sull’attività politica dei gruppi parlamentari. I gruppi ricevono i quattrini e non devono nemmeno relazionare sulle scelte che hanno fatto. Niente, nemmeno una brochure delle iniziative.
Questi contributi un tempo non esistevano affatto, sono arrivati quando i cittadini si sono espressi in un referendum contro il finanziamento pubblico dei partiti. Poche ore dopo lo svolgimento della consultazione parlamentare che aboliva il finanziamento, le leadership hanno inventato, a Roma e altrove, il modo per eludere la volontà dei cittadini, approvando a spron battuto una legge per il rimborso delle spese elettorale, più vantaggiosa del finanziamento pubblico e non contenti i contributi ai gruppi parlamentari, che costituiscono una delle voci più importanti del bilancio interno del Parlamento siciliano.
In definitiva, Acierno potrebbe non rispondere di ciò che gli viene addebitato, stando alle regole dell’Ars. L’episodio dovrebbe illuminarci sulle buone ragioni che non consentono all’Assemblea di praticare il valore della trasparenza, per la quale le nostre testate si sono battute senza risultato (vedi il timer in home page sull’attesa di risposte sui costi della politica).
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