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View Full Version : [Film] IL RICCIO


Scannabue²
06-01-2010, 23:29
http://www.voceditalia.it/public/foto/44919.jpg

Allora c'è una bambina che sembra fare delle cose strane ma in realtà è molto molto intelligente ma nessuno la capisce perché la sua è una famiglia ricca che abita in una casa molto signorile e il padre è un importante uomo politico mentre la madre prende gli antidepressivi e sono 10 anni che va dallo psicanalista (che lei chiama psi) e poi ha una sorella snob e insopportabile ma nel palazzo c'è anche una custode vedova che vive da sola con un vecchio gattone e ha un amico barbone matto ma simpatico e lei "sembra" una vecchia befana scontrosa ma in realtà è molto molto intelligente perché legge tutto il giorno tantissimi libri in una stanza segreta piena zeppa di libri dove nessuno la vede e mentre legge beve il tè ma non quello fatto con le bustine no no quello fatto proprio con le foglie in una teiera di quelle antiche e assieme al tè mangia pure un sacco di cioccolata finché un bel giorno arriva un signore giapponese anche lui molto ma molto intelligente e raffinato con una grande cultura orientale e anche lui ha due bellissimi gatti chissà di che razza orientale sono anche se si chiamano come i protagonisti di un romanzo russo e il giapponese diventa subito amico sia della bambina che della vecchia befana cioè della portiera e le invita a casa sua a bere il tè e insegna il giapponese alla bambina e ci gioca anche ad un gioco molto molto difficile su una grandissima scacchiera di legno giapponese assieme alla nipotina giapponese mentre alla befana che nel frattempo è andata per la prima volta in vita sua dal parrucchiere e si è messa pure un vestito nuovo la invita a cena e le prepara tutta una serie di piatti giapponesi che cucina con le sue mani e che mangiano con le bacchette in delle ciotole giapponesi e poi visto che sia la bambina che la vecchia befana (adesso non più tanto befana) sono amiche del signore giapponese cominciano a frequentarsi anche tra di loro e a bere il tè e soprattutto a mangiare tanta tanta buona cioccolata ...

Ora non so voi, ma a me i film dove parlano di libri gatti cose orientali e soprattutto di CIOCCOLATA ... io ci vado matto, me ne vedrei uno al giorno!!!

Adesso non vorrei spoilerare troppo ... dico solo che il film purtroppo ha un finale triste ... e un pò tutti i protagonisti piangono, e anche il pubblico in sala piange ... e anch'io ho pianto ...

MA CAZZO SETTE EURO E CINQUANTA SO' SETTE EURO E CINQUANTA!!!
:cry: :cry: :cry: :cry: :cry: :cry:

:muro:

Tensai
07-01-2010, 00:27
Thread dell'anno! :sofico:

winnertaco
07-01-2010, 14:42
Il Riccio – Una fucina di eleganze

Elena Pedoto - 18.12.2009

L’eleganza del Riccio, caso letterario del 2007, diventa film. Nella trasposizione dell’esordiente Mona Achache manca l’eleganza del titolo ma non la raffinatezza della storia



Quando un libro, superando ogni più rosea aspettativa, si rivela un vero e proprio successo letterario di livello internazionale (L'eleganza del Riccio è stato tradotto in ben 34 lingue), è naturale aspettarsi lo step successivo, ovvero quello della riduzione cinematografica. Passaggio oltremodo pericoloso se si pensa al numero, direttamente proporzionale alla popolarità del libro, di lettori che si rischia di deludere. Eppure, a questo frequente processo commerciale non si è sottratto il libro della Barbery che, nonostante la sofisticata temperie letteraria che contraddistingue il romanzo, ha trovato nella giovane regista francese Mona Achache, l'intraprendenza e il coraggio necessari a lanciarsi in un'impresa indubbiamente ardua. E il risultato non è niente male...

Parigi, rue de Grenelle numero 7. Siamo presso l'indirizzo di un raffinato stabile Art Noveau nel quale vive l'élite della borghesia parigina, tra cui abbienti ministri e burocrati accompagnati dalle loro fulgide e vacue mogli. Attenta e discreta osservatrice di questo via vai di superficiali esistenze, è la portinaia Renée (formalmente Madame Michel), cinquantaquatrenne solitaria e schiva che contrappone al suo aspetto trasandato e fintamente indolente, conforme in tutto e per tutto all'idea di portiera incolta e perennemente incollata alla tv che in genere abita l'immaginario collettivo, una immensa formazione intellettuale, alimentata dall'amore per le arti quali pittura, letteratura, musica e cinema. Uno splendido cigno che vive nascosto tra le piume di un brutto anatroccolo. Nello stesso palazzo in cui Renée vive la sua doppia esistenza abita anche la piccola Paloma, undicenne occhialuta di un'intelligenza disarmante che trascorre il suo tempo a riprendere con una vecchia cinepresa le insensate giornate dei suoi famigliari: il padre ministro perlopiù assente, la madre inebetita (forse) dagli psicofarmaci e infine la sorella, nevrotica manifestazione del loro asettico vivere, descritto da Paloma coma una "boccia di pesci rossi in cui gli adulti trascorrono il tempo a scontrarsi, come delle mosche sulla stessa finestra". Consapevole del grigiore che la circonda, al quale lei stessa sarà costretta col tempo a soggiacere, Paloma ha deciso di porre fine alla sua vita il giorno del suo dodicesimo compleanno, sostenuta dall'idea per cui non è importante quando o come si muore ma quello che si fa (o si è pronti a fare) quando la vita si spegne.
L'introversa vita che accomuna la sgraziata Renée e la ribelle Paloma, entrambe estranee a quel mondo parigino profondamente borghese, è destinata però a cambiare colore con l'arrivo di Monsieur Ozu, uomo raffinato nell'aspetto e nello spirito, che riuscirà a carpire la vera identità delle sue due nuove amiche, grazie a piccoli ma significativi particolari invisibili agli occhi degli altri. Tra un piatto di Ramen e una citazione di Tolstoj, un'aria di Mozart e un film orientale, Renée e Ozu si scopriranno accomunati dal loro personale dolore (perché tutte le famiglie felici sono simili fra loro ma ogni famiglia infelice è infelice a modo suo) e molto più vicini di quanto i pregiudizi della società vogliano far credere.

Non è facile rendere per immagini un'opera così finemente letteraria e astratta come può essere quella di Muriel Barbery. Piccoli accorgimenti registici studiati a tavolino dalla giovane Achache, come la non contestualizzazione storica del film che narra di un ambiente moderno seppur atemporale, la trasformazione del diario in una cinepresa e dei disegni, o la sovrapposizione di voci che rendono bene quella estraneità di Paloma al vociare indistinto della propria famiglia, servono a rendere il prodotto più fruibile da un punto di vista prettamente cinematografico senza svilire il senso colto e ricercato (talvolta un tantino pretenzioso) originale del libro. Ovviamente per una buona riuscita, l'elemento sine qua non stava nell'autenticità ricavabile dall'interpretazione di Renée, personaggio attorno al quale ruota tutta la sintassi narrativa. Josiane Balasko, resa pesante e goffa al punto giusto, con i suoi tic e quella sua espressione rigida capace di schiudersi solo dinanzi alle avventure amorose di Kitty o alla tenera complicità delle sorelle Tezuka, si cala perfettamente nella Renée spigolosa e raffinata di Barbery, cogliendo appieno le contraddizioni e le peculiarità del personaggio. Di grande maturità artistica anche la prova della piccola Garance Le Guillermic nei panni della ricciuta Paloma, personaggio per il quale la regista ha dichiarato di aver molto attinto ai ricordi d'infanzia e che rende molto bene quel malessere provocato dalla sua, esageratamente cupa in quanto lucida, percezione della vita.
La Achache riesce dunque astutamente ad aggirare gli ostacoli tecnici derivanti dall'intellettualismo del libro e a (ri)creare, complice una colonna sonora essenziale di sole composizioni armoniche, quell'atmosfera introspettiva in cui sono i pensieri dei personaggi e le loro evoluzioni, disposti a incastro come in una sorta di puzzle, a creare la storia (operazione più che mai complessa nel caso di un film). Tutto il processo filmico mira a rendere naturale la trasformazione della protagonista. Permettere alla sgraziata Renée, con quel mazzo di chiavi sempre nervosamente stretto in mano e chiusa a riccio nella sua solitudine, di riscoprire la voglia di vivere ed essere sé stessa, trasformandosi agli occhi di quanti non l'hanno mai davvero vista. Permettere a una nuova luce di illuminarle il viso e a lei di affacciarsi nuovamente alla vita, per passare da quel suo sordo dolore solitario a una comune felicità, labile in vita ma resa eterna dalla morte.
Elegante ed eccentrico


Il riccio
(Le hérisson)
Regia: Mona Achache
Sceneggiatura: Scott Neustadter, Michael H. Weber
Produzione: Les Films des Tournelles
Distribuzione: Eagle Pictures
Paese: Francia, Italia 2009
Uscita Cinema: 05/01/2010
Genere: Commedia, Drammatico
Durata: 100 Min



FONTE: http://lnx.whipart.it/cinema/6707/ilriccio.html

SilviaTramis
07-01-2010, 16:50
Ragazzi io ho visto il film ieri e devo dire che ho passato davvero una bella ora e mezza. I personaggi sono caratterizzati molto bene, la più interessante è Paloma (terrificante anke se ironica la scena in cui simula il suo suicidio) e poi non avendo letto il libro sono immune dallo prescetticismo da trasposizione deficitaria :)
lo consiglio. per chi non avesse visto il trailer lo posto xkè credo che sia anche molto creativo:

http://video.libero.it/app/play?id=c4c2ed08e9643195fd1aa2d983971baa

un abbraccio a tutti!

wolverine
07-01-2010, 23:38
Una favola.. :D :sofico:

Ferdy78
08-01-2010, 23:39
non è il mio genere ma andrò a vederlo.
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razzoman
10-01-2010, 16:52
uno dei film più brutti mai visti,noiosissimo