FabioGreggio
28-12-2009, 11:08
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C’era da immaginarlo, ed è accaduto: Silvio Berlusconi ha colto l’occasione del fanatico assalto al Papa nella notte di Natale per immedesimarsi implicitamente col Pontefice e, soprattutto, per accomunare a questa l’aggressione subita a Milano, entrambe prodotti della «fabbrica dell’odio» da contrastare.
Per lanciare questo messaggio propagandistico, il premier, o meglio la sua voce emanata da Arcore, ha acceso un filo diretto con la Rai. Veicolo principale per sostenere la tesi «dell’amore che vincerà sull’odio» è il Tg1 diretto da Augusto Minzolini. Berlusconi sciorina una sorta di «preghiera» natalizia nella quale diffonde sondaggi senza autore: «il 67 per cento degli italiani è con noi, due su tre».
Sulla base di questo dal 7 gennaio tornerà alla carica per «le riforme costituzionali in tutte le direzioni» (implicite quelle della giustizia), per «rimodernare lo Stato in tutti i suoi comparti». Riforme che potrà fare a maggioranza, nonostante i proclami pacificatori che incorniciano l’immateriale leader del «partito dell’amore».
Ecco in sequenza il diluito «avvento» di Silvio sull’emittente pubblica, rilanciato dalle reti Mediaset: il 24 mattina telefona a Radio Anch’io. Una chiamata tanto «a sorpresa» che ad intervistarlo è il direttore Antonio Preziosi, da lui voluto alla guida del Gr1. Il premier inaugura la parola chiave del Natale 2009: la «fabbrica».
Dell’odio e del «disfattismo» che alimenterebbe una crisi di cui tace gli effetti devastanti, promettendo «la ripresa nel 2010».
Nella notte della vigilia Berlusconi telefona alla caserma della Guardia di Finanza di Coppito a L’Aquila inneggiando al «miracolo» compiuto per i terremotati «che hanno avuto tutti una casa».
Non un accenno nei servizi del tg a chi la casa ancora non ce l’ha o agli appelli per la ricostruzione del centro storico. La «voce» rimbalza il 25 nel Tg1 delle 13,30 nella chiesa di Giampilieri sugli alluvionati del messinese che si sentono abbandonati. La loro rabbia resta muta nel video, va in onda solo la promessa del premier con voce nasale e un po’ in affanno.
Ma il clou dell’immedesimazione di Silvio con il Pontefice avviene a Natale nel Tg1 delle 20. Il conduttore Attilio Romita (con un vistoso fazzoletto rosso al taschino) accoglie la telefonata del premier, secondo titolo dopo quello sul Papa.
«The voice» parte, illustrata da una surreale sequenza di facce d’archivio: Berlusconi sorride bonario o è fiero statista; stringe mani a Palazzo Grazioli, agita fogli a Palazzo Chigi davanti al grembo della Verità del Tiepolo; cammina circondato dalla scorta e da striscioni col suo nome; e saluta la folla. Come Benedetto XVI. Come va la salute? s’informa il conduttore. Migliora, «adesso sono più guardabile», tornerà in pista il 7 gennaio senza i segni dell’aggressione. E meno male, è la macabra battuta, che non «sono finito sottoterra con la neve che c’è a Milano...».
Poi, offrendo solidarietà al Papa, accomuna i due eventi nonostante la giovane donna fosse mossa da un pur folle eccesso di amore: «Come tutti gli italiani ci accomuna la preoccupazione e l’incredulità: dobbiamo contrastare le fabbriche di menzogne, di estremismo e anche di odio».
Il Tg1 rafforza, parlando di sicurezza, con i replay degli assalti di Susanna Maiolo e Massimo Tartaglia; solo accennata la solidarietà di Napolitano, mentre per supportare il messaggio «riforme utili a tutti i cittadini», manda in onda a pranzo e cena le parole pacificatorie di Schifani, presidente del Senato in visita al Bambin Gesù.
L’identificazione di Silvio col Papa si coglie nel racconto sul «pellegrinaggio» ad Arcore delle persone che lo hanno «risarcito dalla calunnie»; nell’ecumenico augurio «di serenità e prosperità» rivolto agli italiani perché realizzino «i loro sogni» con toni che echeggiano la «carezza» suggerita dal Papa buono, Giovanni XXIII. La «voce» si riaccende ieri nella Comunità Incontro di (Don) Gelmini, l’ex prete rinviato a giudizio per molestie sessuali.
«Pierino, seguendo il tuo esempio non mollerò», avverte Berlusconi nel comune sentirsi vittima delle toghe. Però, informa, il governo sconfiggerà la mafia «entro la fine della legislatura».
http://www.radicalsocialismo.it/index.php?option=com_fireboard&Itemid=209&func=view&catid=1&id=39715#39715
C’era da immaginarlo, ed è accaduto: Silvio Berlusconi ha colto l’occasione del fanatico assalto al Papa nella notte di Natale per immedesimarsi implicitamente col Pontefice e, soprattutto, per accomunare a questa l’aggressione subita a Milano, entrambe prodotti della «fabbrica dell’odio» da contrastare.
Per lanciare questo messaggio propagandistico, il premier, o meglio la sua voce emanata da Arcore, ha acceso un filo diretto con la Rai. Veicolo principale per sostenere la tesi «dell’amore che vincerà sull’odio» è il Tg1 diretto da Augusto Minzolini. Berlusconi sciorina una sorta di «preghiera» natalizia nella quale diffonde sondaggi senza autore: «il 67 per cento degli italiani è con noi, due su tre».
Sulla base di questo dal 7 gennaio tornerà alla carica per «le riforme costituzionali in tutte le direzioni» (implicite quelle della giustizia), per «rimodernare lo Stato in tutti i suoi comparti». Riforme che potrà fare a maggioranza, nonostante i proclami pacificatori che incorniciano l’immateriale leader del «partito dell’amore».
Ecco in sequenza il diluito «avvento» di Silvio sull’emittente pubblica, rilanciato dalle reti Mediaset: il 24 mattina telefona a Radio Anch’io. Una chiamata tanto «a sorpresa» che ad intervistarlo è il direttore Antonio Preziosi, da lui voluto alla guida del Gr1. Il premier inaugura la parola chiave del Natale 2009: la «fabbrica».
Dell’odio e del «disfattismo» che alimenterebbe una crisi di cui tace gli effetti devastanti, promettendo «la ripresa nel 2010».
Nella notte della vigilia Berlusconi telefona alla caserma della Guardia di Finanza di Coppito a L’Aquila inneggiando al «miracolo» compiuto per i terremotati «che hanno avuto tutti una casa».
Non un accenno nei servizi del tg a chi la casa ancora non ce l’ha o agli appelli per la ricostruzione del centro storico. La «voce» rimbalza il 25 nel Tg1 delle 13,30 nella chiesa di Giampilieri sugli alluvionati del messinese che si sentono abbandonati. La loro rabbia resta muta nel video, va in onda solo la promessa del premier con voce nasale e un po’ in affanno.
Ma il clou dell’immedesimazione di Silvio con il Pontefice avviene a Natale nel Tg1 delle 20. Il conduttore Attilio Romita (con un vistoso fazzoletto rosso al taschino) accoglie la telefonata del premier, secondo titolo dopo quello sul Papa.
«The voice» parte, illustrata da una surreale sequenza di facce d’archivio: Berlusconi sorride bonario o è fiero statista; stringe mani a Palazzo Grazioli, agita fogli a Palazzo Chigi davanti al grembo della Verità del Tiepolo; cammina circondato dalla scorta e da striscioni col suo nome; e saluta la folla. Come Benedetto XVI. Come va la salute? s’informa il conduttore. Migliora, «adesso sono più guardabile», tornerà in pista il 7 gennaio senza i segni dell’aggressione. E meno male, è la macabra battuta, che non «sono finito sottoterra con la neve che c’è a Milano...».
Poi, offrendo solidarietà al Papa, accomuna i due eventi nonostante la giovane donna fosse mossa da un pur folle eccesso di amore: «Come tutti gli italiani ci accomuna la preoccupazione e l’incredulità: dobbiamo contrastare le fabbriche di menzogne, di estremismo e anche di odio».
Il Tg1 rafforza, parlando di sicurezza, con i replay degli assalti di Susanna Maiolo e Massimo Tartaglia; solo accennata la solidarietà di Napolitano, mentre per supportare il messaggio «riforme utili a tutti i cittadini», manda in onda a pranzo e cena le parole pacificatorie di Schifani, presidente del Senato in visita al Bambin Gesù.
L’identificazione di Silvio col Papa si coglie nel racconto sul «pellegrinaggio» ad Arcore delle persone che lo hanno «risarcito dalla calunnie»; nell’ecumenico augurio «di serenità e prosperità» rivolto agli italiani perché realizzino «i loro sogni» con toni che echeggiano la «carezza» suggerita dal Papa buono, Giovanni XXIII. La «voce» si riaccende ieri nella Comunità Incontro di (Don) Gelmini, l’ex prete rinviato a giudizio per molestie sessuali.
«Pierino, seguendo il tuo esempio non mollerò», avverte Berlusconi nel comune sentirsi vittima delle toghe. Però, informa, il governo sconfiggerà la mafia «entro la fine della legislatura».
http://www.radicalsocialismo.it/index.php?option=com_fireboard&Itemid=209&func=view&catid=1&id=39715#39715