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Franco Nisticò muore sul palco a Villa San Giovanni
Sabato 19 Dicembre 2009 @ 19:14
Franco NisticòFranco Nisticò è morto dopo aver avvertito un malore mentre interveniva sul palco ubicato sul lungomare di Villa San Giovanni. Franco era uno degli oratori della manifestazione di protesta contro il ponte sullo Stretto. Alcuni medici sono intervenuti per prestargli soccorso, praticandogli anche un massaggio cardiaco. Franco è morto poco dopo il ricovero in ospedale, dove è stato portato da un’ambulanza della polizia.
Il comunicato stampa della Rete No Ponte (http://www.melitoonline.it/2009/12/19/rete-no-ponte-comunicato-sospensione-manifestazione-19-dicembre/)
Manifestazione sospesa, muore Nisticò dopo il suo intervento, Reggio Calabria, 19 dicembre 2009
Un corteo di circa 20000 manifestanti era riuscito a smentire il clima di tensione che da giorni si respirava ed a confermare che il 19 dicembre, come annunciato, sarebbe stata una giornata di festa.
A rendere questa festa un’occasione di lutto e rabbia è stato, invece, il decesso di Franco Nisticò, il quale subito dopo il suo intervenuto sul palco, in rappresentanza del Cordinamento per la SS106, si è accasciato sul palco a causa di un malore.
Dopo avere ripetutamente richiesto l’intervento di un’ambulanza, anche attraverso il microfono del palco e dopo i primi interventi di soccorso dei medici presenti tra i manifestanti, è giunto sul posto il camioncino sanitario della Polizia di Stato che è risultato però essere sfornito degli adeguati strumenti di soccorso per questa circostanza.
Dopo circa 20 minuti Franco è stato accompagnato dalla Polizia di Stato agli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria, mentre ci veniva assicurato che “aveva ancora il polso”.
A quel punto, in quanto organizzatori, abbiamo deciso di sospendere la manifestazione.
La sproporzione tra il massiccio dispiegamento delle forze dell’ordine e la scarsa e pericolosamente inadeguata presenza di presidi sanitari, si è rivelata fatale per il prosieguo della giornata, mettendo, a nostro parere, a rischio la stessa incolumità dei manifestanti.
Dopo un paio d’ore è giunta in piazza la drammatica notizia che tutti temevano.
La Rete No Ponte, che ha organizzato la giornata, esprime dolore e rabbia per quanto accaduto, assoluta vicinanza ai familiari di Franco e provvederà domani stesso a rendere noto come intende chiedere chiarezza su quanto di incomprensibile è avvenuto oggi a Villa san Giovanni.
Calabria Ora 20-12-2009Franco Nisticò, la prima vittima del ponte
(Pietro Cossari, Calabria Ora 20-12-2009)
È morto come Enrico Berlinguer, suo maestro e compagno di lotta e di partito. Come il grande dirigente comunista è crollato sul palco, alla fine dell’intervento che aveva appena concluso, stroncato da un malore. Il cuore dell’indomito guerriero della fascia jonica ha cessato di battere dinanzi a una folla immensa di persone, giunti a Villa San Giovanni da ogni dove, persino dalla Germania, per manifestare la loro contrarietà alla costruzione di un’opera inutile, costosissima e a tutti i costi voluta da un governo di megalomani. Franco Nisticò s’era sempre opposto alla realizzazione del Ponte sullo Stretto convinto com’era che le priorità per i siciliani e i calabresi fossero ben altre: messa in sicurezza delle strade e di interi centri abitati, lotta alla disoccupazione, alla malasanità e all’inquinamento. Come un leone s’era sempre battuto per migliorare le condizioni di vita delle popolazioni del Basso Jonio dimenticate dalle Istituzioni e per farlo, non esitò minimamente a criticare i potenti di turno e i vertici del suo stesso partito. Lo testimoniano i tantissimi articoli dei giornali e i numerosi servizi delle televisioni locali. Franco Nisticò era un uomo schietto, sanguigno e diretto. Non usava mezzi termini per esprimersi. Andava subito al cuore del problema utilizzando un linguaggio chiaro spesso intervallato nella sua caratteristica foga oratoria, da battute in dialetto e dalle classiche parolacce della lingua parlata calabrese. Si faceva capire da tutti Franco Nisticò e perciò era considerato un personaggio scomodo da certe personalità politiche, scomodo sì ma rispettato, perché i suoi attacchi erano temuti e i suoi giudizi tenuti in considerazione giacché egli non era solo un contestatore o un capopopolo, ma un uomo di grande esperienza sociale e politica. Un uomo che mancherà alla comunità badolatese, comprensoriale e regionale, ma soprattutto ai suoi familiari che conoscendo le sue precarie condizioni di salute, vivevano nell’incubo perenne che prima o poi, accadesse ciò che è avvenuto e che essi, vista l’ostinata volontà del grande lottatore, non hanno potuto evitare. A tutti gli uomini semplici e onesti mancherà la sua presenza fisica, ma resteranno le sue idee, il suo esempio e il ricordo di un grande e umile protagonista delle lotte popolari calabresi.
Perfino la natura fa il suo corso al contrario, in italia.
giannola
20-12-2009, 11:52
questa :rotfl: è riferita al titolo dell'articolo Pietro Cossari....senza rispetto per quelli che veramente muoiono sul lavoro.
questa :( è riferita al protagonista....RIP
e questa :fagiano: è riferita a coloro che a vario titolo stanno strumentalizzando l'accaduto per portare avanti le loro tesi: ormai tanto è morto giusto ? Quindi è un oggetto come tanti utilizzabile a fini propagandistici :rolleyes:
questa :rotfl: è riferita al titolo dell'articolo Pietro Cossari....senza rispetto per quelli che veramente muoiono sul lavoro.
questa :( è riferita al protagonista....RIP
e questa :fagiano: è riferita a coloro che a vario titolo stanno strumentalizzando l'accaduto per portare avanti le loro tesi: ormai tanto è morto giusto ? Quindi è un oggetto come tanti utilizzabile a fini propagandistici :rolleyes:
LINK (http://www.terrelibere.org/terrediconfine/3919-vogliamo-l-essenziale-la-morte-di-franco-nistico-e-il-no-al-ponte)
20 dicembre 2009 - 19 dicembre 2009. Villa San Giovanni
“Vogliamo l’essenziale”. La morte di Franco Nisticò e il no al Ponte
di Antonello Mangano
Erano presenti tutti i corpi di polizia possibili, era stata avviata sulla popolazione una campagna di informazione ai limiti del terrorismo. Ma mancava una vera ambulanza. Così è morto Franco Nisticò, che chiedeva la messa in sicurezza della strada che porta dal suo paese a Taranto ed a Reggio. E` morto poco dopo il suo intervento dal palco. "Vogliamo l`essenziale", dicevano i ragazzi in piazza. Qui non è mai arrivato
C’erano le “guardie ecozoofile”, l’indecifrabile “polizia locale”, un fastidioso elicottero che ha sorvolato il corteo dal primo all’ultimo minuto, le divise verde smeraldo e fregi dorati della “polizia provinciale”, persino l’imbarcazione delle forze dell’ordine che costeggiava il lungomare Cenide. Ma non una ambulanza vera, che avrebbe salvato la vita di Franco Nisticò, presidente del comitato per la statale 106, colto da un infarto sul palco della manifestazione nazionale “Fermiamo i cantieri del Ponte” mentre parlava della sua terra. Uno spiegamento di polizia e carabinieri imponente, le comunicazioni precauzionali del commissario prefettizio ai commercianti, le scuole chiuse, la popolazione in allarme, la psicosi “black block”. Tutto tranne ciò che serve a salvare una vita umana.
Franco Nisticò è morto a Villa San Giovanni il 19 dicembre. La sua scomparsa è la più chiara e potente metafora dei tempi malsani in cui delirio securitario e culto del superfluo diventano letali. Esattamente come le grandi opere. “Dopo avere ripetutamente richiesto l’intervento di un’ambulanza” protestano gli organizzatori, “è giunto sul posto il camioncino sanitario della Polizia di Stato, che è risultato però essere sfornito degli adeguati strumenti di soccorso per la circostanza”. Minuti lunghissimi, fino alla corsa in ospedale. Poi la notizia che tutti temevano.
Nisticò, ex sindaco di Badolato, il borgo del catanzarese che anni fa per primo accolse i profughi curdi, era il presidente del comitato per la messa in sicurezza della statale 106, meglio nota come la strada della morte. Un’arteria essenziale che parte a Taranto e termina a Reggio. Un incubo che registra ogni anni molti incidenti. “Bellu lavuru”, lo definì il boss di Africo, riferendosi all’opportunità – poi realizzata - di infilarsi nei lavori per il rifacimento della strada, costruire pericolosissime gallerie – tuttora esistenti – con calcestruzzo depotenziato, ricordare ai calabresi che si trovano sotto il tallone di un potere mafioso che impedisce loro di spostarsi in tranquillità. Anche in seguito a quel procedimento giudiziario – appunto l’operazione della magistratura “Bellu lavuru” – a Condotte fu ritirata per qualche mese la certificazione antimafia. Condotte è una delle imprese che fa parte della cordata di Impregilo. Dovrebbero costruire insieme il Ponte.
Il popolo del “No Ponte” chiede esattamente che non accadano tragedie come questa, solo l’ultima di una lunga serie di episodi di autoambulanze che arrivano in ritardo, ragazzine che entrano in corsia per una banale appendicite ed escono cadaveri in mezzo alla disperazione senza consolazione dei genitori, parti che terminano in tragedia. Una scia di sangue senza fine, una lunga teoria di diritti negati.
Basta. Discutete pure di questioni geologiche e della fattibilità ingegneristica. Ma da domani fatelo da soli. Qui il problema non è l’“attraversamento stabile”, ma quel modello ormai intollerabile che separa sudditi senza volto e baroni plenipotenziari. Per i primi lacrime impotenti, per i secondi indifferenza e scuse balbettate con sufficienza. All’estrema punta dello stivale, una nuova generazione nutrita di studi universitari e rafforzata dal pendolarismo con le città del centro e del nord ha reagito con compostezza, rabbia e raziocinio all’ennesima tragedia provocata da un potere senza cultura e senza compassione. “Proprio per questo non vogliamo il Ponte. Perché non ne possiamo più di questo sistema che ci nega l’essenziale e ci circonda dell’inutile”.
A Franco Nisticò andrebbe dedicata la stazione marittima di Villa San Giovanni. Da sempre imbarcadero e mai porto. Da domani, possibile vero esempio di servizio essenziale, leggero, democratico, compatibile con l’ambiente, vicino ai cittadini. Il percorso del movimento è appena iniziato. Non si fermerà.
Ma prima di parlare a vanvera.... era in diretta, sai.... e l'hanno visto TUTTI cos'è successo.....
giannola
20-12-2009, 15:08
{|e;30150067']
Ma prima di parlare a vanvera.... era in diretta, sai.... e l'hanno visto TUTTI cos'è successo.....
ma infatti prima di lanciarti in soliloqui il cui unico fine è sfruttare la morte di un povero cristo dovresti informarti bene, ma molto...
E' morto dopo aver finito il suo discorso Franco Nisticò, 58 anni, già sindaco di Badolato in provincia di Catanzaro. Ha avvertito un malore mentre era in corso la manifestazione sul lungomare di Cannitello. Alcuni medici sono intervenuti per prestargli soccorso, praticandogli anche un massaggio cardiaco, ma l'uomo è morto poco dopo il ricovero in ospedale, dove è stato portato con un'ambulanza della polizia.
http://www.in-dies.info/category/politica/franco-nistic%C3%B2
(ANSA) - VILLA SAN GIOVANNI (REGGIO CALABRIA), 19 DIC - In migliaia hanno partecipato ad una manifestazione a Villa San Giovanni per dire no al ponte sullo Stretto. Il ponte 'unira' due mafie', era riportato su uno degli striscioni. La festa pacifica e' stata pero' funestata dalla morte di uno degli oratori che hanno preso la parola sul palco, Franco Nistico', ex sindaco di Badolato. Nistico' ha avuto un malore ed e' stato soccorso da alcuni medici che erano sul posto, ma e' morto poco dopo il suo ricovero in ospedale.
http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/calabria/2009/12/19/visualizza_new.html_1647998872.html
Dovresti sapere che la carenza di personale medico e paramedico in sicilia è un male cronico che va a peggiorare a causa dei tagli alla spesa ma non mi metto certo a strumentalizzare il morto per sollevare la polemica, anche a Palermo capita che prima che arrivi un'ambulanza passino decine di minuti; in questo caso il ponte non si capisce cosa c'entri, ha avuto un infarto, poteva capitargli anche a casa....allora che facevi inveivi contro la casa ? :asd:
ma infatti prima di lanciarti in soliloqui il cui unico fine è sfruttare la morte di un povero cristo dovresti informarti bene, ma molto...
http://www.in-dies.info/category/politica/franco-nistic%C3%B2
http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/calabria/2009/12/19/visualizza_new.html_1647998872.html
Dovresti sapere che la carenza di personale medico e paramedico in sicilia è un male cronico che va a peggiorare a causa dei tagli alla spesa ma non mi metto certo a strumentalizzare il morto per sollevare la polemica, anche a Palermo capita che prima che arrivi un'ambulanza passino decine di minuti; in questo caso il ponte non si capisce cosa c'entri, ha avuto un infarto, poteva capitargli anche a casa....allora che facevi inveivi contro la casa ? :asd:
Hai letto i miei post? I medici erano dei manifestanti.....
Dopo avere ripetutamente richiesto l’intervento di un’ambulanza, anche attraverso il microfono del palco e dopo i primi interventi di soccorso dei medici presenti tra i manifestanti, è giunto sul posto il camioncino sanitario della Polizia di Stato che è risultato però essere sfornito degli adeguati strumenti di soccorso per questa circostanza.
Dopo circa 20 minuti Franco è stato accompagnato dalla Polizia di Stato agli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria, mentre ci veniva assicurato che “aveva ancora il polso”.
Secondo te è normale che hai un dispiegamento di forze come quello e non c'è UN AMBULANZA?
Puoi avere li anche il medico più bravo del mondo, ma senza gli strumenti più che metterti in posizione sicura, un massaggio cardiaco e una respirazione bocca a bocca, non può fare.
Io manifestazioni senza ambulanze nei paraggi non ne ho mai viste.
LINK (http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?id_blog=96578&id_blogdoc=2404630&title=2404630)
Altro che Ponte: mancano pure le ambulanze
di Sandra Amurri
Villa S. Giovanni: 20mila contro l'opera. Manifestante ha un infarto, muore per il caos soccorsi
Fanno il Ponte sullo Stretto ma sulla Salerno-Reggio Calabria gli incidenti continuano. L’ultimo proprio ieri che ha bloccato i 60 pullman che stavano raggiungendo Villa San Giovanni per partecipare alla manifestazione indetta dal comitato No Ponte iniziata per questo con notevole ritardo.
Oltre 20 mila persone - poco più di 4500 per la Questura - hanno sfilato pacificamente scortate da quasi 2 mila i poliziotti, mentre non c’era neppure un’autoambulanza. Un’autoambulanza che avrebbe potuto salvare la vita a Franco Nisticò, colpito da infarto mentre stava intervenendo dal palco a nome dei comitati che lottano per la messa in sicurezza della statale ionica 106, denominata la strada della morte. Nisticò, dopo essersi accasciato, è rimasto a terra per oltre mezz’ora soccorso dai medici che hanno solo potuto praticare il massaggio cardiaco perché l’autoambulanza della polizia - la sola presente - non era dotata né di defibrillatore né di ossigeno e ha solo potuto trasportarlo all’ospedale di Reggio Calabria dove è deceduto un’ora dopo.
A quel punto il comitato non se l’è più sentita di proseguire la manifestazione rinunciando ai concerti che si sarebbero dovuti svolgere nella piazza davanti alla Chiesa della Madonna di Porto Salvo. Un epilogo triste per quella che sarebbe dovuta essere una festa a cui hanno partecipato oltre ai i rappresentanti del movimento rete "No Ponte", le organizzazioni sindacali della Cgil di Messina e Reggio, l’Unione degli studenti universitari di Messina, Palermo, Catania e Cosenza, Wwf e Legambiente; e a cui hanno aderito Diliberto, de Magistris, Nichi Vendola ma anche Dario Vergassola e Roy Paci.
Tanti gli slogan gridati e scritti sugli striscioni per ribadire il “No” ad un’opera inutile, fonte di spreco di denaro pubblico. Come quello rivolto a Berlusconi: "Non affermi più che i Siciliani, dopo l'eventuale costruzione del Ponte diventerebbero finalmente italiani. Noi italiani già lo siamo!". Un primo successo in vista del rinnovo della Giunta regionale che vede candidato per il centro-destra Scopelliti, che fresco di nomina ha dichiarato che non appena diventerà governatore la Regione, che è appena uscita dal Cda della società Stretto di Messina, ci rientrerà subito. Intanto la cerimonia indetta dal governo a Cannitello per la prima pietra il 23 dicembre alla presenza del ministro Matteoli e del premier è stata annullata, senza che se ne conoscano le ragioni.
E il Comitato Ponte Subito ha diffuso una "lettera aperta al governatore Lombardo e al futuro Governatore della Calabria" affinchè non si lascino intimidire dalle "polemiche che cresceranno col tempo, e potranno diventare man mano più rumorose perché l’organizzazione che vi ruota attorno ha tutto l’interesse a mantenere viva la polemica. In questa azione - continua la lettera - saranno utilizzati anche soggetti della cultura che, alla ricerca di visibilità, nasconderanno la loro vacuità ricorrendo a un irresponsabile catastrofismo. Noi cittadini dell’Area dello Stretto questo Ponte meraviglioso, questo gioiello della tecnica ingegneristica lo vogliamo con estrema convinzione, e nessuno ce lo dovrà mai scippare!".
Concetti tali da stordire tanto quanto il preventivo di investimento in project financing di 6 miliardi di euro, per la realizzazione del Ponte, opera definita dagli esperti "una sciagura" ambientale, finanziaria che non offre alcuna garanzia sul piano della sicurezza. Mentre l’Associazione nazionale costruttori denuncia un taglio di 2,5 milioni di euro ai fondi per le infrastrutture, e le strade, le autostrade, le linee ferroviarie e le città costruite su terreni franabili restano una vera minaccia per la sicurezza dei cittadini per mancanza di fondi.
Da Il Fatto Quotidiano del 20 dicembre
Steinoff
21-12-2009, 17:01
*
giannola
21-12-2009, 17:05
{|e;30151945']Hai letto i miei post? I medici erano dei manifestanti.....
i medici erano dei manifestanti o i medici erano tra i manifestanti, perchè dai miei si evince che c'erano medici tra i manifestanti.
Perchè dovrei credere sulla tua parola ai tuoi articoli e non ai miei ? :O
Secondo te è normale che hai un dispiegamento di forze come quello e non c'è UN AMBULANZA?
Io manifestazioni senza ambulanze nei paraggi non ne ho mai viste.
Allora non sai come funziona in sicilia. :O
Le carenze sono note, ponte o non ponte, senza l'ambulanza gli organizzatori non avrebbero nemmeno dovuto cominciare....
i medici erano dei manifestanti o i medici erano tra i manifestanti, perchè dai miei si evince che c'erano medici tra i manifestanti.
Perchè dovrei credere sulla tua parola ai tuoi articoli e non ai miei ? :O
Allora non sai come funziona in sicilia. :O
Le carenze sono note, ponte o non ponte, senza l'ambulanza gli organizzatori non avrebbero nemmeno dovuto cominciare....
Tiè http://www.step1.it/index.php?id=5963-muore-sul-palco-choc-al-corteo-no-ponte cum video
LINK (http://www.terranews.it/news/2009/12/l%E2%80%99ultimo-no-al-ponte)
{|e;30164782']L’ultimo no al Ponte
Inviato da redazione il Dom, 20/12/2009 - 11:30
«Fermiamo i cantieri, lottiamo per le vere priorità». In 20mila ieri si sono dati appuntamento in Calabria per protestare contro la mega opera voluta da Berlusconi: «Non serve a niente, solo ad arricchire la criminalità organizzata»
«Fermiamo i cantieri, lottiamo per le vere priorità ». È questo lo striscione che apre la manifestazione contro il ponte sullo Stretto. Sembra una giornata di festa, a Villa San Giovanni, nonostante le nuvole minaccino pioggia sin dal mattino. Concentramento in piazza Val Sesia alle ore 9, ma il corteo non parte. Bisogna aspettare, attendere i manifestanti che arrivano in treno e in autobus. Alcune delegazioni di partecipanti dal nord Italia non hanno potuto raggiungere Villa San Giovanni a causa del blocco del traffico causato da un mezzo pesante uscito di strada sull’A3 Salerno-Reggio Calabria, inoltre nelle prime ore della mattinata la pioggia è scesa in abbondanza. Alle 11.30 il corteo parte. «Siamo 20mila», dicono gli organizzatori.
La folla dei manifestanti si snoda come un serpente colorato che sfila per le strade della cittadina calabrese. Dalle finestre di Villa San Giovanni qualcuno espone il drappo «No ponte», qualcun altro saluta. Ambientalisti, anarchici, comunisti e tanti cittadini comuni marciano insieme per ribadire quelle che sono le reali esigenze di sviluppo di un territorio umiliato e vittima di un dissesto idrogeologico tra i più gravi in Europa. «Sicilia e Calabria unite nella lotta», scandiscono i manifestanti. «Son venuto per dimostrare al governo che ci sono un’altra Calabria e un’altra Sicilia, che non accettano le imposizioni dall’alto», dice Francesco di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina).
«Il ponte non serve a niente e a nessuno. Serve solo a ingrassare le casse di mafia e ‘ndrangheta», gli fa eco Barbara di Cosenza. Il corteo, lentamente, arriva nel piazzale della chiesa di Cannitello. Sono quasi le 14.30 e gli organizzatori sono entusiasti della grande adesione. Sul palco si alternano i rappresentanti della rete No ponte e delle varie associazioni, finché interviene Franco Nisticò, del comitato Pendolari della Ionica. Nel suo discorso appassionato, invita la meglio gioventù calabrese e siciliana a non mollare mai la lotta, ma a un tratto ha un malore, si accascia sul palco e viene soccorso da un medico presente tra i manifestanti. La piazza ammutolisce. Il silenzio si fa pesante. Nisticò non si riprende, nonostante gli sforzi del medico. Ma quel che è peggio, è che in piazza non c’è un’ambulanza.
L’unica vettura di soccorso è quella della polizia di Stato, priva degli strumenti necessari per la rianimazione. Invano viene chiamato il Pronto soccorso: l’ambulanza non arriva e l’uomo continua a giacere sulle travi del palco. I manifestanti restano attoniti, qualcuno comincia a piangere e il senso di impotenza si diffonde. I minuti passano ancora. Poi il rappresentante dei pendolari viene fatto salire sull’ambulanza della Polizia. É livido in volto. La piazza è nervosa, si levano voci contro le forze dell’ordine, qualcuno grida «bastardi, assassini», e il mezzo parte all’improvviso. «Nisticò è morto », ci comunica Maurizio Marzolla, uno degli organizzatori, «I medici dicono che bisognava intervenire entro 30 minuti, invece ne ha passati più di 20 disteso sul palco. L’ambulanza all’inizio c’era, ma è andata subito via per una chiamata e non è più tornata a disposizione, lasciandoci senza mezzi per soccorrere un malore ».
Lo sconcerto dei manifestanti si trasforma in rabbia, la tensione sale e la polizia ripiega velocemente, schierandosi in assetto anti sommossa. Dal palco gli organizzatori invitano alla calma. Alle 15.30 la situazione torna sotto controllo, ma inizia a piovere e sullo Stretto ripiomba il silenzio. La festa prevista al termine della manifestazione e il concerto di Roy Paci vengono rimandati. La manifestazione è sciolta «perché le forze dell’ordine e la protezione civile non sono in grado di garantire l’incolumità dei manifestanti », dice Tiziana Barillà della Rete no ponte. Intanto, il 23 dicembre, partiranno le ruspe. Parola di Berlusconi.
Chi l'ha postato su facebook aggiunge (non so se è vero, ma lo riporto così, tanto per puntualizzare, i video sono online quindi potete confermare o confutare da soli):
La ricostruzione è abbastanza fedele, le uniche imprecisioni riguardano le forze dell'ordine. Non sono stati loro a sedare gli animi, ma lo staff della Rete No Ponte. E non c'è stato il tempo di indossare la tenuta antisommossa in quanto gli atti...mi di tensione sono stati brevi.
^TiGeRShArK^
21-12-2009, 19:04
Ma l'importante è ovviamente fare l'inutilissimo ponte per compiacere Sua Maesta Ilvio il Grande. :)
Paese senza futuro.
Non c'erano le ambulanze ma c'era la polizia in forze e che vogliamo di più?
Reprimere è più importante che curare.
Ma l'importante è ovviamente fare l'inutilissimo ponte per compiacere Sua Maesta Ilvio il Grande. :)
Paese senza futuro.
Grande? Hahahahahaha io direi il piccolo
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