Fritz!
09-12-2009, 11:12
ho trovato questo editoriale di Famiglia Cristiana sulla RU 486
http://www.sanpaolo.org/fc/0949fc/0949fc31.htm
PILLOLA ABORTIVA: DOPO LA DECISIONE DI SACCONI DI RIVEDERE
LE CONDIZIONI
RU486, L’ATTACCO LAICISTA DANNEGGIA IL PAESE
La decisione del ministro Maurizio Sacconi di chiedere all’Agenzia italiana del farmaco di rivedere le condizioni per introdurre nel nostro Paese la pillola abortiva Ru486 è da considerare positivamente.
Non c’è il minimo dubbio che la decisione presa dal ministro Sacconi di chiedere all’Agenzia italiana del farmaco di rivedere le condizioni per introdurre nel nostro Paese la pillola abortiva Ru486 sia da considerare positivamente. La misura governativa è stata la logica conseguenza della decisione della Commissione sanità del Senato di bloccare l’iter burocratico per la sua immissione sul mercato fino a quando non tenga conto del dettato della legge 194, che esige il ricovero della donna in ospedale per tutto il tempo necessario alla conclusione dell’intervento abortivo.
Le proteste di area laicista sono scattate subito, con il risultato di mettere in evidenza che cosa sta veramente a cuore a quegli ambienti politici, sociali e culturali: non la salute delle donne, ma la loro libertà di mettere fine a una vita umana in gestazione.
Non, dunque, la tutela di un bene naturale, sentita come necessaria da quanti ricavano dall’esperienza il bisogno che una donna sia assistita in uno dei momenti più difficili, talvolta drammatici, della propria esistenza, anche in previsione dei probabili turbamenti psicologici lungo il resto della vita; ma un "diritto" che riduce una persona che ha preso una decisione amara a un individuo costretto a far tutto da sé, nel segreto di un bagno di casa, senza garanzie di alcun genere, salva la fiducia in un composto chimico regolarizzato dal cosiddetto "mutuo riconoscimento" fra la Casa produttrice – la francese Exergyn – e l’Agenzia italiana del farmaco. Come è scritto nella relazione del ministro Sacconi, è invece necessario «un attento monitoraggio del percorso abortivo in tutte le sue fasi per ridurre al minimo le reazioni avverse – emorragia, infezioni, eventi fatali – e rilevare dati di farmacovigilanza».
Una delle ragioni del rifiuto laicista alla decisione del Governo è che essa graverebbe sulle spese dello Stato, protraendo per alcuni giorni la presenza delle donne in ospedale: è la conferma plateale che del "bene comune" non esiste più la minima traccia nella cultura corrente di questo infelice Paese, caratterizzata da presunti "diritti civili" lontanissimi dalla legge naturale. Ciò che conta sono i soldi: che lo dica anche la sinistra è paradossale, ma conseguente al suo fallimento, etico prima che politico.
L’Italia è oggi, non solo grazie all’aborto, una nazione in cui non c’è più un ricambio generazionale assicurato: il tasso di fecondità è sceso all’1,2 per donna, mentre era rimasto a 2 fino al 1970. E questo è il frutto di una mentalità – incrementata anche dal divorzio – che nega alla famiglia ogni sostegno diretto. Come ha ricordato al Festival delle scienze di Genova Francesco Belletti, direttore del Cisf e neopresidente del Forum associazioni familiari, «la Francia è risalita a 2 figli per donna grazie a politiche demografiche che hanno individuato nelle famiglie con discendenti un valore sociale decisivo, e un bene comune dell’intero Paese: in Italia questo concetto non riesce a passare».
Se l’Italia fosse un Paese attento al proprio futuro quel concetto sarebbe oggi molto meno dilaniato dall’attuale incredibile disputa tra maggioranza e Governo da una parte e magistratura dall’altra, e meno deciso a opporsi all’immigrazione. Se non ci fossero gli immigrati, di qualunque provenienza, con quel tasso di fecondità al minimo storico e mondiale questo Paese non avrebbe più speranze.
La cosa piu divertente in questo solito delirio ideologico cattoestremista é il fatto che, per attaccare il "laicismo", Famiglia Cristiana arrivi prendere ad esempio la Francia :asd: ovvero il paese in cui la RU486 é stata inventata ed é utilizzata da piu di 20 anni.:doh:
Per non parlare poi del PACS, o del fatto che in Francia piu del 50% dei bambini nasca fuori dall" famiglia naturale".... o che, molto "laicisticamente" il matrimonio religioso non ha nessun valore legale. tutti si devono sposare in comune :asd: Senza entrare poi nei dettagli di famiglie aperte, ricomposte, conviventi, che vengono incluse, al pari di quelle "naturali" nelle politiche fiscali.
Il re é nudo, ma i cattotalebani vedono un gessato di armani. Potere del fanatismo. E dell'ignoranza. Perché immagino quell'editoriale rincuorerà i fanatici lettori di quel giornale, che penseranno che il tasso di natalità francese sia un risultato delle politiche cattoliche "a difesa della famiglia".
Insomma dietro le pompose dichiarazioni di difesa di principi "etici" c'é poi una manipolazione subdola della realtà e una profonda disonestà intellettuale con cui intortare il "gregge".
http://www.sanpaolo.org/fc/0949fc/0949fc31.htm
PILLOLA ABORTIVA: DOPO LA DECISIONE DI SACCONI DI RIVEDERE
LE CONDIZIONI
RU486, L’ATTACCO LAICISTA DANNEGGIA IL PAESE
La decisione del ministro Maurizio Sacconi di chiedere all’Agenzia italiana del farmaco di rivedere le condizioni per introdurre nel nostro Paese la pillola abortiva Ru486 è da considerare positivamente.
Non c’è il minimo dubbio che la decisione presa dal ministro Sacconi di chiedere all’Agenzia italiana del farmaco di rivedere le condizioni per introdurre nel nostro Paese la pillola abortiva Ru486 sia da considerare positivamente. La misura governativa è stata la logica conseguenza della decisione della Commissione sanità del Senato di bloccare l’iter burocratico per la sua immissione sul mercato fino a quando non tenga conto del dettato della legge 194, che esige il ricovero della donna in ospedale per tutto il tempo necessario alla conclusione dell’intervento abortivo.
Le proteste di area laicista sono scattate subito, con il risultato di mettere in evidenza che cosa sta veramente a cuore a quegli ambienti politici, sociali e culturali: non la salute delle donne, ma la loro libertà di mettere fine a una vita umana in gestazione.
Non, dunque, la tutela di un bene naturale, sentita come necessaria da quanti ricavano dall’esperienza il bisogno che una donna sia assistita in uno dei momenti più difficili, talvolta drammatici, della propria esistenza, anche in previsione dei probabili turbamenti psicologici lungo il resto della vita; ma un "diritto" che riduce una persona che ha preso una decisione amara a un individuo costretto a far tutto da sé, nel segreto di un bagno di casa, senza garanzie di alcun genere, salva la fiducia in un composto chimico regolarizzato dal cosiddetto "mutuo riconoscimento" fra la Casa produttrice – la francese Exergyn – e l’Agenzia italiana del farmaco. Come è scritto nella relazione del ministro Sacconi, è invece necessario «un attento monitoraggio del percorso abortivo in tutte le sue fasi per ridurre al minimo le reazioni avverse – emorragia, infezioni, eventi fatali – e rilevare dati di farmacovigilanza».
Una delle ragioni del rifiuto laicista alla decisione del Governo è che essa graverebbe sulle spese dello Stato, protraendo per alcuni giorni la presenza delle donne in ospedale: è la conferma plateale che del "bene comune" non esiste più la minima traccia nella cultura corrente di questo infelice Paese, caratterizzata da presunti "diritti civili" lontanissimi dalla legge naturale. Ciò che conta sono i soldi: che lo dica anche la sinistra è paradossale, ma conseguente al suo fallimento, etico prima che politico.
L’Italia è oggi, non solo grazie all’aborto, una nazione in cui non c’è più un ricambio generazionale assicurato: il tasso di fecondità è sceso all’1,2 per donna, mentre era rimasto a 2 fino al 1970. E questo è il frutto di una mentalità – incrementata anche dal divorzio – che nega alla famiglia ogni sostegno diretto. Come ha ricordato al Festival delle scienze di Genova Francesco Belletti, direttore del Cisf e neopresidente del Forum associazioni familiari, «la Francia è risalita a 2 figli per donna grazie a politiche demografiche che hanno individuato nelle famiglie con discendenti un valore sociale decisivo, e un bene comune dell’intero Paese: in Italia questo concetto non riesce a passare».
Se l’Italia fosse un Paese attento al proprio futuro quel concetto sarebbe oggi molto meno dilaniato dall’attuale incredibile disputa tra maggioranza e Governo da una parte e magistratura dall’altra, e meno deciso a opporsi all’immigrazione. Se non ci fossero gli immigrati, di qualunque provenienza, con quel tasso di fecondità al minimo storico e mondiale questo Paese non avrebbe più speranze.
La cosa piu divertente in questo solito delirio ideologico cattoestremista é il fatto che, per attaccare il "laicismo", Famiglia Cristiana arrivi prendere ad esempio la Francia :asd: ovvero il paese in cui la RU486 é stata inventata ed é utilizzata da piu di 20 anni.:doh:
Per non parlare poi del PACS, o del fatto che in Francia piu del 50% dei bambini nasca fuori dall" famiglia naturale".... o che, molto "laicisticamente" il matrimonio religioso non ha nessun valore legale. tutti si devono sposare in comune :asd: Senza entrare poi nei dettagli di famiglie aperte, ricomposte, conviventi, che vengono incluse, al pari di quelle "naturali" nelle politiche fiscali.
Il re é nudo, ma i cattotalebani vedono un gessato di armani. Potere del fanatismo. E dell'ignoranza. Perché immagino quell'editoriale rincuorerà i fanatici lettori di quel giornale, che penseranno che il tasso di natalità francese sia un risultato delle politiche cattoliche "a difesa della famiglia".
Insomma dietro le pompose dichiarazioni di difesa di principi "etici" c'é poi una manipolazione subdola della realtà e una profonda disonestà intellettuale con cui intortare il "gregge".