Dream_River
07-12-2009, 15:32
Zapatero e le scuse ai «moriscos»? Meglio lasciare la storia agli storici
Il Gruppo socialista ha presentato al Congresso spagnolo una mozione in cui si chiede di risarcire gli attuali discendenti dei moriscos, i musulmani espulsi dalla Spagna 400 anni fa, nel 1609. Potrebbe sembrare un' iniziativa progressista e motivata da buone intenzioni, e si presume che solo un retrogrado cavernicolo oserebbe metterla in dubbio. In questo modo non si ripara forse a un' ingiustizia perpetrata dall' intolleranza religiosa e dal pregiudizio razzista? Esaminata a mente fredda tuttavia la proposta appoggiata dal premier Zapatero è fonte di confusione. Il passato storico deve essere analizzato con una prospettiva critica nelle società democratiche, è indubbio, ma questa funzione spetta alla società aperta in generale, agli storici, ai ricercatori e agli studiosi indipendenti, non ai governi né ai politici professionisti che mancano di obiettività, di competenza tecnica e che vivono e operano asserviti alla lotta politica e all' attualità, pessime consigliere al momento di ponderare e di spiegare i fatti storici. Le ingiustizie del passato non possono né devono essere vagliate in funzione delle necessità del presente. Ciò che accadde all' inizio del XVII secolo con i moriscos fu barbaro e brutale, senza alcun dubbio. Lo fu forse di meno l' espulsione degli ebrei dalla Spagna nel 1492? I loro eredi non meritano forse una compensazione analoga a quella dei moriscos? L' elenco delle riparazioni dello Stato spagnolo nel corso della sua lunga storia potrebbe essere infinito (ovviamente questo vale per tutti gli Stati, senza eccezioni). Gli indios d' America, per esempio. Il prossimo anno cominceranno le celebrazioni per i duecento anni dall' emancipazione coloniale e dalla nascita delle repubbliche ispanoamericane. Sarà l' occasione propizia per dare il via a una vera e propria esplosione - guidata da Evo Morales, che ha già fissato una cifra vertiginosa di miliardi di dollari di risarcimento che la Spagna dovrebbe sborsare alle «nazioni indie» per le atrocità commesse dai conquistatori - da un confine all' altro dell' America Latina, di condanne e vituperi contro la Spagna da parte di politicastri opportunisti e demagoghi come il presidente boliviano (mi viene l' acquolina in bocca al pensiero delle effusioni fulminanti e delle disquisizioni di Filosofia Morale della Storia che spargerà al riguardo il presidente Hugo Chávez nel suo programma «Aló Presidente»). Se lo fa con i moriscos, lo Stato spagnolo non dovrebbe pentirsi, discolparsi e far proposito di ammenda anche con gli indios d' America? E che dire dei protestanti, quei poveri luterani, calvinisti, ugonotti, perseguitati come topi appestati, incarcerati e perfino dati alle fiamme? La prima vittima dell' Inquisizione di Lima si chiamava Mateo Salado, che accusato, giudicato, sottoposto a torture e condannato per la sua appartenenza alla «maledetta e diabolica setta luterana», fu bruciato vivo nella Plaza de Armas della Lima dei Viceré. Quanti poveri diavoli come lui patirono simili sofferenze per aver praticato il cristianesimo riformato in tutto l' orbe ispanico? Non dovrebbero anche loro essere simbolicamente risarciti dal Congresso dei deputati? E gli omosessuali? E i gitani? E gli schiavi africani? E le streghe e stregoni? E gli atei? Allo Stato spagnolo non basterebbero i giorni e le notti di anni per mettersi in ginocchio e chiedere perdono a Dio e ai vivi per tutte le ingiustizie commesse da coloro che governarono nell' arco della sua antichissima storia contro intere comunità o singoli individui. E la cosa certa è che nessuno rimarrebbe soddisfatto di ciò che, per di più, non sarebbe altro che una pantomima priva di contenuti e serietà. La revisione critica del passato non è compito del potere politico ma di storici e studiosi che, collocando i fatti trascorsi nel loro dovuto contesto, e stabilendo gerarchie e priorità indispensabili, ci forniscono le informazioni necessarie per poter giudicare il nostro passato e ci aiutano a discernere, con un minimo di obiettività, ciò che è condannabile, perdonabile, inevitabile e mirabile dei fatti e dei personaggi che ne fanno parte. Questo esame, perché sia efficace, deve essere individuale, libero, indipendente e plurale. È poi da ricordare che in una società aperta coesistono versioni e interpretazioni molto diverse del divenire storico. Questa diversità è il modo migliore per avvicinarsi e riuscire ad afferrare questa materia scivolosa e protoplasmatica che è la verità storica. Una simile prospettiva non esclude certamente la critica; al contrario, è l' unica che la rende al contempo possibile e giusta. Invece, quando la verità storica è monopolio del potere politico, come avviene nelle società totalitarie, quella possibilità di arrivare a conoscere la verità svanisce e diventa irraggiungibile, poiché sostituita dalle bugie che il dittatore e la sua cricca al governo impongono per ragioni di propaganda, per distrarre o per autogiustificare i loro soprusi. Non bisogna confondere memoria e storia, e i politici non devono invadere il campo degli storici. Ogni Paese ha molte cose da rimproverarsi quando esamina il proprio passato. Tutti hanno un' interminabile genealogia di vittime. Ma tali fardelli non si cancellano con un decreto legge né con una mozione parlamentare, quanto piuttosto attraverso una presa di coscienza di quella realtà, e con delle istituzioni, un sistema di valori, una cultura e una condotta dei cittadini che costituiscano, di per sé, una continua correzione e superamento di quel triste retaggio. Le sfumature non sono scuse, ma fattori di cui bisogna tener conto per capire perché accadde quel che accadde, e semplificarle o prescindere da esse alle volte può significare continuare ad uccidere i morti che apparentemente si vuole resuscitare.
http://archiviostorico.corriere.it/2009/dicembre/06/Zapatero_scuse_moriscos_Meglio_lasciare_co_9_091206024.shtml
Se sapessi che il governo a cui pago le tasse le usa per regarli a varie categorie, sarei come minimo molto tentato di iniziare ad evadere (Anche se poi non lo farei, d'altronde in democrazia bisogna accettare anche un pò di schifo)
Spero di non dovermi ridurre quando sarà in Spagna a votare partito popolare (Vabbhè che prima di qualche anno la questione non mi riguarderà, però insomma)
Il Gruppo socialista ha presentato al Congresso spagnolo una mozione in cui si chiede di risarcire gli attuali discendenti dei moriscos, i musulmani espulsi dalla Spagna 400 anni fa, nel 1609. Potrebbe sembrare un' iniziativa progressista e motivata da buone intenzioni, e si presume che solo un retrogrado cavernicolo oserebbe metterla in dubbio. In questo modo non si ripara forse a un' ingiustizia perpetrata dall' intolleranza religiosa e dal pregiudizio razzista? Esaminata a mente fredda tuttavia la proposta appoggiata dal premier Zapatero è fonte di confusione. Il passato storico deve essere analizzato con una prospettiva critica nelle società democratiche, è indubbio, ma questa funzione spetta alla società aperta in generale, agli storici, ai ricercatori e agli studiosi indipendenti, non ai governi né ai politici professionisti che mancano di obiettività, di competenza tecnica e che vivono e operano asserviti alla lotta politica e all' attualità, pessime consigliere al momento di ponderare e di spiegare i fatti storici. Le ingiustizie del passato non possono né devono essere vagliate in funzione delle necessità del presente. Ciò che accadde all' inizio del XVII secolo con i moriscos fu barbaro e brutale, senza alcun dubbio. Lo fu forse di meno l' espulsione degli ebrei dalla Spagna nel 1492? I loro eredi non meritano forse una compensazione analoga a quella dei moriscos? L' elenco delle riparazioni dello Stato spagnolo nel corso della sua lunga storia potrebbe essere infinito (ovviamente questo vale per tutti gli Stati, senza eccezioni). Gli indios d' America, per esempio. Il prossimo anno cominceranno le celebrazioni per i duecento anni dall' emancipazione coloniale e dalla nascita delle repubbliche ispanoamericane. Sarà l' occasione propizia per dare il via a una vera e propria esplosione - guidata da Evo Morales, che ha già fissato una cifra vertiginosa di miliardi di dollari di risarcimento che la Spagna dovrebbe sborsare alle «nazioni indie» per le atrocità commesse dai conquistatori - da un confine all' altro dell' America Latina, di condanne e vituperi contro la Spagna da parte di politicastri opportunisti e demagoghi come il presidente boliviano (mi viene l' acquolina in bocca al pensiero delle effusioni fulminanti e delle disquisizioni di Filosofia Morale della Storia che spargerà al riguardo il presidente Hugo Chávez nel suo programma «Aló Presidente»). Se lo fa con i moriscos, lo Stato spagnolo non dovrebbe pentirsi, discolparsi e far proposito di ammenda anche con gli indios d' America? E che dire dei protestanti, quei poveri luterani, calvinisti, ugonotti, perseguitati come topi appestati, incarcerati e perfino dati alle fiamme? La prima vittima dell' Inquisizione di Lima si chiamava Mateo Salado, che accusato, giudicato, sottoposto a torture e condannato per la sua appartenenza alla «maledetta e diabolica setta luterana», fu bruciato vivo nella Plaza de Armas della Lima dei Viceré. Quanti poveri diavoli come lui patirono simili sofferenze per aver praticato il cristianesimo riformato in tutto l' orbe ispanico? Non dovrebbero anche loro essere simbolicamente risarciti dal Congresso dei deputati? E gli omosessuali? E i gitani? E gli schiavi africani? E le streghe e stregoni? E gli atei? Allo Stato spagnolo non basterebbero i giorni e le notti di anni per mettersi in ginocchio e chiedere perdono a Dio e ai vivi per tutte le ingiustizie commesse da coloro che governarono nell' arco della sua antichissima storia contro intere comunità o singoli individui. E la cosa certa è che nessuno rimarrebbe soddisfatto di ciò che, per di più, non sarebbe altro che una pantomima priva di contenuti e serietà. La revisione critica del passato non è compito del potere politico ma di storici e studiosi che, collocando i fatti trascorsi nel loro dovuto contesto, e stabilendo gerarchie e priorità indispensabili, ci forniscono le informazioni necessarie per poter giudicare il nostro passato e ci aiutano a discernere, con un minimo di obiettività, ciò che è condannabile, perdonabile, inevitabile e mirabile dei fatti e dei personaggi che ne fanno parte. Questo esame, perché sia efficace, deve essere individuale, libero, indipendente e plurale. È poi da ricordare che in una società aperta coesistono versioni e interpretazioni molto diverse del divenire storico. Questa diversità è il modo migliore per avvicinarsi e riuscire ad afferrare questa materia scivolosa e protoplasmatica che è la verità storica. Una simile prospettiva non esclude certamente la critica; al contrario, è l' unica che la rende al contempo possibile e giusta. Invece, quando la verità storica è monopolio del potere politico, come avviene nelle società totalitarie, quella possibilità di arrivare a conoscere la verità svanisce e diventa irraggiungibile, poiché sostituita dalle bugie che il dittatore e la sua cricca al governo impongono per ragioni di propaganda, per distrarre o per autogiustificare i loro soprusi. Non bisogna confondere memoria e storia, e i politici non devono invadere il campo degli storici. Ogni Paese ha molte cose da rimproverarsi quando esamina il proprio passato. Tutti hanno un' interminabile genealogia di vittime. Ma tali fardelli non si cancellano con un decreto legge né con una mozione parlamentare, quanto piuttosto attraverso una presa di coscienza di quella realtà, e con delle istituzioni, un sistema di valori, una cultura e una condotta dei cittadini che costituiscano, di per sé, una continua correzione e superamento di quel triste retaggio. Le sfumature non sono scuse, ma fattori di cui bisogna tener conto per capire perché accadde quel che accadde, e semplificarle o prescindere da esse alle volte può significare continuare ad uccidere i morti che apparentemente si vuole resuscitare.
http://archiviostorico.corriere.it/2009/dicembre/06/Zapatero_scuse_moriscos_Meglio_lasciare_co_9_091206024.shtml
Se sapessi che il governo a cui pago le tasse le usa per regarli a varie categorie, sarei come minimo molto tentato di iniziare ad evadere (Anche se poi non lo farei, d'altronde in democrazia bisogna accettare anche un pò di schifo)
Spero di non dovermi ridurre quando sarà in Spagna a votare partito popolare (Vabbhè che prima di qualche anno la questione non mi riguarderà, però insomma)