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View Full Version : L'Italia: un declino inesorabile. Storia di una tragedia


NeroCupo
05-12-2009, 04:12
Ok, apro questa discussione per esprimere il mio punto di vista su quella che sembra una tragedia annunciata :O

Già anni fa espressi la mia opinione sull'inesorabile declino dell'Italia:

Delocalizzazione dell'attività produttiva all'estero (all'epoca est europeo, ora Cina & C)
Chiusura progressiva delle varie aziende estere in italia (ad es. Alcoa in un prossimo futuro, leggasi QUI (http://www.rainews24.it/it/news.php?newsid=134292), e se non è per oggi, sarà domani)
Fuga dei migliori cervelli in terre più promettenti
Burocrazia, miopia della politica, tasse e balzelli vari, costi del lavoro, criminalizzazione dell'impresa e altro che impediranno un futuro rientro di tutto questo

Notarsi che ho elencato solo problemi relativi alla produzione e non altri tipo debito pubblico, sistema pensionistico e altri disastri tipicamente italiani: uno spendaccione può ancora vivere senza problemi se ha un introito decente, ma se perdiamo la parte produttiva, di cosa vivremo?

Ora, a fronte di tutto questo, che possibilità ha realmente l'italia di riprendersi da una mazzata come questa crisi?
Secondo me nessuna. Al limite qualche scintilla o qualche fuoco di paglia, nulla più.

Eliminato il settore produttivo, potremmo pensare al turismo, ma basta vedere come sono trattati i turisti in italia per capire che non siamo tagliati per questo.
Potremmo pensare al Made in Italy, ma, al pari del Giappone che ha cominciato solo a copiare e poi si è evoluto in una potenza industriale, immaginate cosa potrà fare la Cina quando raggiungerà la maturità sotto il profilo tecnico. Ci rimarrà giusto un po' di vino (se va bene) con cui dimenticare le mazzate subite e qualcosa della moda che comunque ha già spostato la maggior parte della produzione al di fuori dei confini nazionali.
Potremmo ideare qualche stratagemma per spremere i vari Paperoni rimasti, ma questi hanno già pensato di prendere residenza all'estero (e chi li può condannare?).

Cosa rimane?
Niente.
Solo un pugno di mosche a chi ha pensato bene di trasformare un boom economico come quello italiano degli anni ruggenti in un deserto fatto solo di diritti e di nessun dovere.
Il sudore che hanno versato i nostri genitori nel conquistare faticosamente una posizione all'interno del panorama mondiale è stato dissipato da una generazione di sessantottini che al grido del 6 politico hanno rovinato un futuro radioso e trasformato un sogno dorato in un incubo ad occhi aperti.

Quella che ora in italia sembra una crisi, tra qualche anno sembrerà ancora rose e fiori: prepariamoci alle vere mazzate che arriveranno tra non molto.
Ricordiamoci che chi semina vento raccoglie tempesta, e il barometro ora sta scendendo precipitosamente.

NeroCupo

migna
05-12-2009, 08:59
troppo pessimista ;)

Micene.1
05-12-2009, 10:19
l'italia come stato di diritto è in crisi perche progressivamente sta peredendo la sua cartteristica di stato di diritto (quanto meno nell'accezione occidentale moderna, magari rispetto all'iran siamo all'avanguardia)

l'italia intesa come altre realta per me ce la fa e dà buoni esempi...in primis tanti giovani brillanti e preparati che vedo in giro...

DvL^Nemo
05-12-2009, 11:51
L'Asia e la Cina in generale tirano tantissimo perche' hanno un mercato interno enorme. Pero' l'inflazione li' sale parecchio ogni anno e a seguire gli stipendi.. Ci metteranno poco a livellarsi ai nostri standard, allora saranno caxxi per tutti..

Micene.1
05-12-2009, 11:54
L'Asia e la Cina in generale tirano tantissimo perche' hanno un mercato interno enorme. Pero' l'inflazione li' sale parecchio ogni anno e a seguire gli stipendi.. Ci metteranno poco a livellarsi ai nostri standard, allora saranno caxxi per tutti..

no semmai la loro potenza è proprio negli stipendi bassi...una cina con i diritti umani e stipendi a 15.000€/anno nn serve a nessuno...nè alla cina...a quel punto si dovranno ridifinire quegli equilibri che proprio in questi anni si stanno consolidando

DvL^Nemo
05-12-2009, 12:01
no semmai la loro potenza è proprio negli stipendi bassi...una cina con i diritti umani e stipendi a 15.000€/anno nn serve a nessuno...nè alla cina...a quel punto si dovranno ridifinire quegli equilibri che proprio in questi anni si stanno consolidando

Secondo me sottovaluti il mercato interno.. ;)

Micene.1
05-12-2009, 12:05
Secondo me sottovaluti il mercato interno.. ;)

si ma diventerebbbero una cosa del tipo "stati uniti anni 80 II la vendetta"...mammamia nn mi far pensare ad unao scenario del genere (cmq secondo me impossibile a verificarsi almeno nei prossimi 50 anni)

:dissident:
05-12-2009, 12:25
no semmai la loro potenza è proprio negli stipendi bassi...una cina con i diritti umani e stipendi a 15.000€/anno nn serve a nessuno...nè alla cina...a quel punto si dovranno ridifinire quegli equilibri che proprio in questi anni si stanno consolidando

Si ma credi che ad un certo punto ai lavoratori continuera' ad andare bene?
Come la storia insegna pian piano con l'indusrializzazione i lavoratori iniziano a desiderare condizioni di vita migliori, stipendi piu' alti..

Micene.1
05-12-2009, 12:40
Si ma credi che ad un certo punto ai lavoratori continuera' ad andare bene?
Come la storia insegna pian piano con l'indusrializzazione i lavoratori iniziano a desiderare condizioni di vita migliori, stipendi piu' alti..

si ma infatti penso che andrà a finire cosi...solo che nn in tempi brevi e penso che a quel punto nascerà una frizione usa-cina che oggi neanche ci immaginiamo..

:dissident:
05-12-2009, 12:44
si ma infatti penso che andrà a finire cosi...solo che nn in tempi brevi e penso che a quel punto nascerà una frizione usa-cina che oggi neanche ci immaginiamo..

Eh sulle tempistiche credo che serva la sfera di cristallo...a volta basta un minuscolo evento scatenante per velocizzare tutto il processo, a volte servono decenni come dicevi tu...chi vivra' vedra'...

Micene.1
05-12-2009, 12:49
Eh sulle tempistiche credo che serva la sfera di cristallo...a volta basta un minuscolo evento scatenante per velocizzare tutto il processo, a volte servono decenni come dicevi tu...chi vivra' vedra'...

vabbe chiaro si faceva per parlare ;)

:dissident:
05-12-2009, 12:51
Sisi certo :)

mamo139
05-12-2009, 13:45
fino ad ora la cina ha basato la sua vita sull'export e NON sul mercato interno per ovvi motivi: noi che delocalizziamo a loro, noi compriamo a prezzi piu alti, i cinesi sono poveri.
la politica cinese fino ad ora con basse tasse per le industrie straniere e per i beni esportati ha incentivato la sua funzione esportatrice penalizzando il mercato interno.
quando aumenterà la ricchezza dei lavoratori a seguito di tutti i processi che noi abbiamo gia vissuto allora potrà lavorare sul suo mercato interno, alzando le tasse alle esportazioni e alle industrie straniere e creando industrie nazionali in grado di autoalimentare la domanda interna e finalmente tagliare la grande dipendenza che attualmente hanno da noi.

venendo all'italia?? ma siamo davvero messi peggio degli altri europei?? made in china esporta solo in italia o in tutta europa... solo gli italiani spostano la produzione in cina? io non la vedo così nera rispetto agli altri...
anzi vivendo l'italia di aziende di nicchia delle due la cina dovrebbe essere piu problematica nel futuro per le esportazioni di prodotti piu copiabili tipo quelli tedeschi.
dirò di piu: quando i cinesi diventeranno piu ricchi alcuni prodotti origniali italiani potrebbero iniziare a vendere in cina: sarebbe un'incredibile opportunità.

boh :)

hw
08-12-2009, 11:21
Cosa pensate che possano fare 60M di persone contro 1500M della cina e altri colossi come India & co a parità di industrializzazione? L'unica nostra speranza è una fusione di tutti gli stati Europei sotto un vero governo centrale Europeo altrimenti ...... ed inveci i nazionalismi si rafforzano ... peccato, peggio per noi, ci servirà da lezione.:cry:

mamo139
08-12-2009, 11:35
Cosa pensate che possano fare 60M di persone contro 1500M della cina e altri colossi come India & co a parità di industrializzazione? L'unica nostra speranza è una fusione di tutti gli stati Europei sotto un vero governo centrale Europeo altrimenti ...... ed inveci i nazionalismi si rafforzano ... peccato, peggio per noi, ci servirà da lezione.:cry:

l'ideale sarebbe un assetto federale, tipo quello degli usa.

minerte
08-12-2009, 21:40
Si ma credi che ad un certo punto ai lavoratori continuera' ad andare bene?
Come la storia insegna pian piano con l'indusrializzazione i lavoratori iniziano a desiderare condizioni di vita migliori, stipendi piu' alti..

credo che poi ci siano altri paesi in cui delocalizzare.....tipo paesi africani....

funky80
09-12-2009, 13:44
Il fatto è semplice: non ci sono abbastanza materie prime per 1.5 ( cina ) + 1 ( india ) miliardi di persone che vivono al nostro livello di consumo.
Quindi le alternative sono due: o tali stati collassano su se stessi al sorgere dell'equivalente delle rivoluzioni sindacali di fine 800 in europa o ci sarà di nuovo guerra, perchè abbastanza per tutti non ce n'è. Il tutto stà nel vedere quanto ci vorrà per arrivare al collasso.

:dissident:
09-12-2009, 14:03
credo che poi ci siano altri paesi in cui delocalizzare.....tipo paesi africani....

Sono popoli molto diversi. Non credere che lavorino alle stesse condizioni degli asiatici, perche' non e' cosi'.

Scannabue²
10-12-2009, 13:58
Potremmo ideare qualche stratagemma per spremere i vari Paperoni rimasti, ma questi hanno già pensato di prendere residenza all'estero (e chi li può condannare?).

Cosa rimane?
Niente.
Solo un pugno di mosche a chi ha pensato bene di trasformare un boom economico come quello italiano degli anni ruggenti in un deserto fatto solo di diritti e di nessun dovere.
Il sudore che hanno versato i nostri genitori nel conquistare faticosamente una posizione all'interno del panorama mondiale è stato dissipato da una generazione di sessantottini che al grido del 6 politico hanno rovinato un futuro radioso e trasformato un sogno dorato in un incubo ad occhi aperti.


Contesto in toto.

Nell'itaGlia di oggi la classe media scivola sempre più verso la povertà, mentre i ricchi sono sempre più ricchi.

E lo sono diventati alle spalle di chi lavora.

Il quale invece ha perso tutti i diritti per i quali le generazioni precedenti avevano lottato.

Guarda caso, abbiamo la crisi proprio nel periodo in cui i lavoratori, e specialmente i giovani, sono presi a pesci in faccia come mai era accaduto prima.

Oggi le prospettive e i diritti dei giovani sono di molto inferiori a quelli dei propri genitori che hanno lottato nella speranza di dargli un futuro migliore.

Quello che è cambiato è che questi giovani hanno studiato.
Sono stati addomesticati.
Così i ricchi possono sfruttarli senza che si ribellino, e poi portarsi i soldi all'estero.

I loro genitori invece non avevano studiato tanto, in compenso avevano mani callose con le quali brandivano pesanti chiavi inglesi ...

djufuk87
27-12-2009, 17:35
Ok, apro questa discussione per esprimere il mio punto di vista su quella che sembra una tragedia annunciata :O

Quella che ora in italia sembra una crisi, tra qualche anno sembrerà ancora rose e fiori: prepariamoci alle vere mazzate che arriveranno tra non molto.
Ricordiamoci che chi semina vento raccoglie tempesta, e il barometro ora sta scendendo precipitosamente.

NeroCupo

Concordo con la tua analisi. ;)

Comunque in italia di cose interessanti ne abbiamo e quello che ci salva è che si può vivere bene (clima, cibo, montagna, pianura, mare), non penso che affonderemo come il titanic.
Però siamo una società che si sta basando sulla tecnologia dove quasi nessuno capisce una mazza di tecnologia e non si vuole investire in quella direzione.
Abbiamo un debito pubblico altissimo, cervelli che fuggono, aziende in crisi con un divario con l'estero che è destianto ad aumentare, dipendiamo da altri stati per l'energia.
Diciamo che se non ci diamo una mossa (ed è già TARDI) l'italia che conosciamo ora è destinata a mutare.. e non in meglio :muro:

lowenz
03-01-2010, 11:47
Ma che c'entra il '68? :muro:

Perchè, senza '68 non si sarebbe delocalizzato?
SI SAREBBE DELOCALIZZATO PRIMA!

nascimentos
08-01-2010, 13:46
Vi riporto l'ultimo articolo di EB:


Mamma mia dammi cento lire che in America voglio andar. Chi non l'ha sentita canticchiare almeno una volta nel corso della sua vita, un motivetto canoro ormai di vecchia data che ricorda un'epoca ormai passata in cui chi era giovane sognava di andaresene via dall'Italia per trovare un posto di lavoro. Forse l'anno venturo qualche rapper italiano (confido in Fabbi Fibra) proporrà un rifacimento musicale all'industria discografica per lo scenario italiano, magari qualcosa del tipo "Mamma mia dammi 1000 euro che all'estero me ne voglio andar". L'Italia è stata assogettata al dictat delle privatizzazioni e della concorrenza sleale: si è fatto l'impossibile per distruggere quello che è stato costruito dal dopoguerra ad oggi, soprattutto il cosidetto vantaggio competitivo italiano non esiste più. Interi distretti industriali messi in ginocchio e decimati per aver abbracciato il pensiero globalizzante.

Mi fanno ridere queste farse politiche (rosse, nere, azzurre e verdi) che ora lanciano moniti sui livelli occupazionali in Italia, mi sembra di vedere una banda di piromani che grida "al fuoco, al fuoco". Nessuno di loro è più attendibile o credibile, spero che presto uno tsunami elettorale li spazzi via nel dimenticatoio per sempre, assieme a tutte le loro beghe di partito e le deliranti notizie di gossip. Ho intervistato in questi giorni alcuni imprenditori dei distretti conciari italiani, Arzignano (Vicenza) e Santa Croce sull'Arno (Pisa): ormai non hanno più lacrime per piangere. Migliaia di imprese non esistono più, cancellate anagraficamente come i database colpiti da un virus informatico. Siamo forse l'unico paese al mondo che non si difende, che consente l'ingresso indiscriminato tanto di lavoratori quanto di merci (alimentari e non) che compromettono sia i postii di lavoro italiani e sia i prodotti tipici italiani. Chi si approvigionava del prodotto finito italiano adesso si rivolge altrove per prodotti meno costosi realizzati in Oriente, con inquietanti interrogativi sullo sfruttamento degli allevamenti intensivi e sull'inquinamento ambientale. A questo bisogna inoltre aggiungere tutti gli imprenditori conciari che continuano a fare "resistenza" confidando nella vocina interiore che suggerisce loro di resistere perchè la cosidetta "crisi" presto finirà. Per resistere sono disposti a iniettare a fondo perduto denari e risparmi che avevano accantonato negli anni prima ritenendo che in un prossimo futuro lo scenario migliorerà. Certo che muterà, ma in peggio. Purtroppo anche loro finiranno male nonostante le loro buone intenzioni.

In Italia si è verificato proprio questo: fino a quando la torta era grande, c'era spazio e successo per tutti, mentre ora che siamo passati da un mercato concorrenziale ad uno competitivo, si è vista la differenza tra chi sa fare impresa e chi è imprenditore improvvisato. Ormai le cronache imprenditoriali si sprecano: anche il distretto della concia verrà sacrificato e centinaia di migliaia di posti (tra diretto ed indotto) saranno polverizzati. Purtroppo non si recupereranno mai più. A questo punto vorrei sapere come si dovranno riciclare o reinserire le persone che si troveranno senza occupazione. Alcuni giorni fa rincasando in treno, ascoltavo di nascosto le conversazioni di un gruppo di studenti universitari di Milano, che idealizzavano sul loro radioso futuro (secondo le loro aspettative) e sulla loro futura professione (e remunerazione). Poveri illusi. MI sembrava di ascoltare le esternazioni ed i sogni plagiati dei partecipanti di "Amici" condotto da Maria De Filippi. Inutile arrabbiarsi con queste generazioni di ragazzi, poco più che ventenni. La colpa non è loro, ma eventualmente dei loro stessi genitori, che hanno appoggiato ed osannato tanto a destra quanto a sinistra falsi profeti (da Prodi a Berlusconi), i quali hanno svenduto il futuro di questo paese e compromesso il benessere delle future generazioni.