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View Full Version : Le università americane: sicuri che ci sia solo da imparare?


blamecanada
04-12-2009, 22:29
Yale, i peccati della meglio gioventù
Pasticche e festini dove la violenza sessuale è il piatto forte: ecco l'Università della nuova élite. Piena di paure

di Assia Baudi di Selve - foto Gaia Light

Yale è una delle otto Ivy League, le università private più prestigiose degli Stati Uniti, quella che vanta “Famous Alumni” come il presidente Ford, i due Bush, Bill e Hillary Clinton, e 14 Premi Nobel. Il 21 Novembre vi si è svolto l’evento più atteso dell’anno: The Game, il derby tra Harvard e Yale. Un weekend di festa, più che una partita di football, e una straordinaria occasione per scoprire come vive e cosa sogna la prossima generazione di leader americani. Abbiamo trascorso tre giorni nel campus, in quella che viene chiamata la Bubble, “la Bolla” creata dall’università, con palazzi del Settecento silenziosi e strade impeccabili controllate da una speciale polizia. Abbiamo chiacchierato con gli studenti fino a tardi, siamo andati alle loro feste, entrati nelle loro stanze, e abbiamo scoperto il loro mondo a parte nel cuore di New Haven, une delle città più povere degli Stati Uniti, a un’ora e 50 di treno da New York.

Nella caffetteria della facoltà di Legge, la più reputata d’America, molti studenti mangiano da soli, con la testa china su libri e il computer. «Fanno parte del silent third, (il terzo silenzioso): un terzo dei 5250 studenti del College sceglie un programma di studi così impegnativo da non avere una vita sociale». Hans studia Scienze Politiche e vive con quattro amici in una casa di legno su Dwight street, una delle poche occupate dagli studenti fuori dalla “Bolla”. Ha 23 anni, alto, biondo, eletto tra i cinquanta ragazzi più belli di Yale. «La pressione psicologica qua è fortissima». La retta è di 47.500 dollari l’anno, «se ripeti un semestre rischi di perderne quasi la metà». Anida ha 22 anni e frequenta la facoltà di Arte. È entrata a Yale grazie alla regola del need-blind: la selezione per le ammissioni viene fatta solo in base ai risultati scolastici, senza considerare il reddito economico della famiglia. Fa parte di quel 50 per cento di studenti che riceve l’aiuto finanziario dall’università, ma deve pagare una parte delle spese. Per farlo, studia e lavora 16 ore al giorno. «Il semplice fatto di essere a Yale, tra gli studenti più brillanti degli Stati Uniti, con i migliori programmi e insegnanti del mondo, è un privilegio» dice. Hans interviene: «Anida dimentica di prendersi cura di sé».

Molti studenti non dormono. Per resistere prendono l’Adderall, il medicinale per chi soffre di Sindrome di deficit dell’attenzione. Attacchi di panico, depressione: «Yale ne è piena». Anida non ha mai fatto uso di droghe, e quel che colpisce di lei non sono le sue occhiaie ma la voce profonda e chiara, e il suo modo di guardarti dritto negli occhi, generoso e determinato. C’è un solo argomento che le fa abbassare lo sguardo: il date-rape. Lo chiamano così: appuntamento con stupro: «Succede tra compagni di università, alle feste quando sono tutti ubriachi e la ragazza non è più in grado di difendersi». Corre voce che accada durante le feste delle fraternities del college, i cui membri sono prevalentemente giocatori di football, che «credono nella fratellanza, hanno la mascella grossa e molto testosterone ». A spiegarlo è Reese, studente di Filosofia e membro della fraternity Deke. Gli chiedo se è mai stato responsabile di un date-rape e risponde: «È possibile. Ma se sia stato effettivamente uno stupro non è facilmente definibile, ed è facilmente discutibile». Nessuna azione legale è mai stata intentata da nessuna vittima contro nessuno dei presunti stupratori. L’università si limita a mandare email agli studenti prima dei weekend di festa, come quella spedita ad Halloween, nella quale invitava a «trovare le parole giuste che conducono a un sesso consensuale e glorioso».

Sabato mattina, sul prato enorme di fronte al Yale Bowl, lo stadio da 61.446 posti dove si è giocato The Game, stracolmo di piatti di carta sporchi e bicchieri di plastica vuoti, in mezzo a studenti con la faccia dipinta di Blu (quelli di Yale) e di rosso (quelli di Harvard), che bevono e ballano fino allo sfinimento, chiedo a un ragazzo cosa sa del date-rape e mi risponde: «Ne sono stato vittima. Ma chi se ne frega: l’importante è fare sesso». Barcolla, poi si accorge che ho in mano un registratore ed entra nel panico. «Cancellalo» urla. «Non puoi distruggermi la carriera! ». Quale? «Sto per avere successo». Dove? «Non lo so, che diavolo importa». Mi fissa con occhi annacquati: «Io diventerò ricchissimo». Jeffrey assiste alla scena. Si è laureato nel 2008 in Filosofia ed è tornato a Yale per due giorni, come altri centinaia di ex alunni, il giorno del derby. «Anch’io sono venuto qui con il mito americano della Upper-mobility (mobilità in ascesa nella scala sociale), che spesso si traduce in un bisogno di accumulare senza senso».

Zach ora sa bene cosa cerca, ma lo ha scoperto solo dopo una violenta depressione: «Sono stato sei mesi in cura psichiatrica. Non riuscivo più a sostenere la mole di lavoro e non riuscivo a smettere di pensare, finché una notte ho avuto il primo attacco maniacale, con visioni spaventose ». È alto, magrissimo, con gli occhi piccoli e scavati. È al terzo anno di Studi Ambientali e vive insieme al suo migliore amico, Ric, fotografo di origini cubane, e altri quattro in una casa a due piani, con i bagni sporchi e un’immagine di Gesù in salotto. La camera di Ric è il loro rifugio: una mansarda strapiena di classici della letteratura che divorano, vestiti ovunque, e una gabbia per conigli. «Quello nero è Beauty. L’altro, Justice». Accanto al letto sfatto, c’è un pupazzetto rosa simile ai tanti trovati nelle stanze di Yale, teneri, che niente hanno a che fare con la mascotte dell’università, il Bulldog, che li vorrebbe forti e aggressivi . «Sono felice di aver toccato il fondo. Ora so che tutto quello che sto imparando voglio usarlo per rendere migliore Staten Island, dove sono cresciuto».

Sogna la costruzione di un maneggio nel quale sua madre potrà lavorare con i bambini autistici, grazie all’aiuto di alcuni amici. È l’idealismo, il volto radioso di Yale. Che qui si traduce in azione. Grazie allo spazio, prima di tutto: gli studenti possono organizzarsi in società segrete, gruppi e unioni, in palazzi del Settecento enormi dove fanno riunioni di ore. Hans è un attivista dell’Undergraduate organizing committee a difesa dei sindacati di Yale. E insieme ad Anida, Jesse, Max e Aaron fa anche parte della St. Anthony hall, una società segreta dedicata alla "crescita personale e intellettuale". C’e chi lotta con il Women’s group contro i daterape facendo campagne di sensibilizzazione. Chi appartiene al gruppo dei transgender (Yale è la più liberale tra le otto Ivy League) o a quello dei monarchici, che si vestono in giacca e cravatta e bevono Porto. Jesse ha vinto una borsa di studio in Letteratura, lavora alla radio di Yale come direttore di programma, suona musica elettronica e anche il piano, il mandolino e la chitarra. Dopo Yale sogna di lavorare alla radio Npr.

Max, che ha lasciato West Point dove ha imparato lo swahili, e considera Yale "una passeggiata" in confronto all’Accademia militare, vuole diventare ambasciatore americano in Africa. Pochi hanno le idee chiare su cosa faranno dopo. Ma tutti sanno di essere qui «per diventare la miglior versione possibile di se stessi». L’ultimo giorno, dopo la sconfitta di Yale contro Harvard, nella stanza di Aaron, studente al terzo anno di Studi ambientali, mentre si discuteva del mito di Prometeo - perché con loro si parla di tutto, per ore - qualcuno si è alzato e con rotoli di scotch colorato ha disegnato sul muro un albero con una mela rossa. Quel che conta, dice Aaron, si trova lì: «sotto a un Albero della conoscenza, fatto di nastro colorato».

03 dicembre 2009(ultima modifica: 04 dicembre 2009)
Avevo già sentito parlare di queste cose, ma colgo l'occasione dell'articolo per riflettere su una cosa.

Sia chiaro, non sto dicendo che l'università italiana vada bene cosí com'è e non sono contrario all'idea che vi siano delle università “selezionate”. Tuttavia credo che dovrebbero comunque essere organizzate in modo tale che da consentire una vita sana ai loro studenti.
Ovviamente poi sta a ognuno la decisione ultima su come comportarsi, ma credo le università dovrebbero perlomeno fare il possibile per evitare certe situazioni.

killercode
04-12-2009, 22:49
Ma guarda in america esistono università per tutte le tasche e le voglie di studiare. Questa è un'università che vuole il massimo e ti da il massimo, non è adatta a tutti.
La cosa importante è capire i propri limiti e scegliere una via più adatta a se stessi, cosa che in america non riescono a concepire, o sei il migliore o non sei nessuno.

L'argomento dello stupro esula dall'università di per se, sono cose che avvengono anche in italia anche tra gente che non fa un caxxo dalla mattina alla sera. E' una questione di branco.

blamecanada
04-12-2009, 22:55
Il fatto è che non si tratta di casi isolati, ma di un diffuso malessere tra chi la frequenta.
Se il malessere è diffuso vuol dire che qualcosa nel sistema non funziona.

killercode
04-12-2009, 22:57
Si, ma è qualcosa che non funzione nel sistema usa, di cui l'università usa è solo un medio sottoinsieme

Amsirak
04-12-2009, 22:57
Questa è un'università che vuole il massimo e ti da il massimo, non è adatta a tutti.
Non mi pare proprio.

killercode
04-12-2009, 22:59
Non mi pare proprio.

Come insegnamento forse no, ma ti permette di entrare nell'aristocrazia politica americana, che essendo quella che controlla il mondo....possiamo considerare il massimo

blamecanada
04-12-2009, 23:00
Si, ma è qualcosa che non funzione nel sistema usa, di cui l'università usa è solo un medio sottoinsieme
Va bene, ma in Europa cosa vogliamo fare?

killercode
04-12-2009, 23:02
Va bene, ma in Europa cosa vogliamo fare?

non lo sò, cosa vogliono fare?

blamecanada
04-12-2009, 23:26
non lo sò, cosa vogliono fare?

Le università statunitensi sono considerate le migliori al mondo, e sicuramente da certi punti di vista è vero.

In Europa la tendenza è quella di imitare il modello statunitense.

Io però credo che la classe dirigente, oltre che di persone preparate, dovrebbe anche essere composta da persone sane di mente.

killercode
04-12-2009, 23:58
Le università statunitensi sono considerate le migliori al mondo, e sicuramente da certi punti di vista è vero.

In Europa la tendenza è quella di imitare il modello statunitense.

Io però credo che la classe dirigente, oltre che di persone preparate, dovrebbe anche essere composta da persone sane di mente.

No, la ricerca in america è la migliore al mondo, le stutture sono le migliori al mondo, ma sotto il piano educativo noi siamo meglio, e questo lo sanno tutti, infatti un sacco di europei vengono accettati in strutture americane non certo per beneficenza...

Sulla sanità mentale concordo, ma come puoi leggere dal tuo stesso testo, loro non erano sani di mente già prima di entrare a Yale. Quanto può essere sano uno che si fa 4 anni d'università a 50000 dollari l'anno per andare a lavorare in radio? Oppure pensare di essere già in "carriera" senza sapere neanche che lavoro vuole fare? Ironicamente l'unico sano è quello che viene dall'accademia militare.

p.s. detto questo è impossibile per noi europei assimilare queste caratteristiche in un tempo breve, questioni storico/culturali

MesserWolf
05-12-2009, 00:00
'ma hai usato quel carattere perchè non vuoi che la gente legga ? :sofico:

Cmq che le uni americane abbiano i loro pro e i loro contro lo si sapeva , si tratta di cercare di imitarne le doti migliori.

Onestamente ci sarebbe anche da fare una riflessione sui criteri di valutazione delle uni, che a mio avviso tendono a premiare eccessivamente le uni anglosassoni . bho mi pare che ci sia un po' di autoreferenzialità del sistema di valutazione.


Su quello che avviene nell confraternite ... beh è effettivamente sconcertante, e non credo dipenda dai college , ma dalla repressione che subiscono i ragazzini negli anni precedenti.

Cacchio ero andato in america a 20 anni , mi sembrava di essere tornato un bambinetto ! Nei locali la sera non ti fanno proprio entrare !

C'era un festival jazz al parco di giorno e lo spazio era diviso in alcol zone e non , con tanto di 2 poliziotti che controllavano che chi andava nella zona alcol (che era uguale all'altra parte del palco , ma in + c'era una bancarella che dava birre ) avesse 21 anni. Ellamadonna !

Sheera
05-12-2009, 00:13
Yale, i peccati della meglio gioventù
Pasticche e festini dove la violenza sessuale è il piatto forte: ecco l'Università della nuova élite. Piena di paure

di Assia Baudi di Selve - foto Gaia Light

Yale è una delle otto Ivy League, le università private più prestigiose degli Stati Uniti, quella che vanta “Famous Alumni” come il presidente Ford, i due Bush, Bill e Hillary Clinton, e 14 Premi Nobel. Il 21 Novembre vi si è svolto l’evento più atteso dell’anno: The Game, il derby tra Harvard e Yale. Un weekend di festa, più che una partita di football, e una straordinaria occasione per scoprire come vive e cosa sogna la prossima generazione di leader americani. Abbiamo trascorso tre giorni nel campus, in quella che viene chiamata la Bubble, “la Bolla” creata dall’università, con palazzi del Settecento silenziosi e strade impeccabili controllate da una speciale polizia. Abbiamo chiacchierato con gli studenti fino a tardi, siamo andati alle loro feste, entrati nelle loro stanze, e abbiamo scoperto il loro mondo a parte nel cuore di New Haven, une delle città più povere degli Stati Uniti, a un’ora e 50 di treno da New York.

Nella caffetteria della facoltà di Legge, la più reputata d’America, molti studenti mangiano da soli, con la testa china su libri e il computer. «Fanno parte del silent third, (il terzo silenzioso): un terzo dei 5250 studenti del College sceglie un programma di studi così impegnativo da non avere una vita sociale». Hans studia Scienze Politiche e vive con quattro amici in una casa di legno su Dwight street, una delle poche occupate dagli studenti fuori dalla “Bolla”. Ha 23 anni, alto, biondo, eletto tra i cinquanta ragazzi più belli di Yale. «La pressione psicologica qua è fortissima». La retta è di 47.500 dollari l’anno, «se ripeti un semestre rischi di perderne quasi la metà». Anida ha 22 anni e frequenta la facoltà di Arte. È entrata a Yale grazie alla regola del need-blind: la selezione per le ammissioni viene fatta solo in base ai risultati scolastici, senza considerare il reddito economico della famiglia. Fa parte di quel 50 per cento di studenti che riceve l’aiuto finanziario dall’università, ma deve pagare una parte delle spese. Per farlo, studia e lavora 16 ore al giorno. «Il semplice fatto di essere a Yale, tra gli studenti più brillanti degli Stati Uniti, con i migliori programmi e insegnanti del mondo, è un privilegio» dice. Hans interviene: «Anida dimentica di prendersi cura di sé».

Molti studenti non dormono. Per resistere prendono l’Adderall, il medicinale per chi soffre di Sindrome di deficit dell’attenzione. Attacchi di panico, depressione: «Yale ne è piena». Anida non ha mai fatto uso di droghe, e quel che colpisce di lei non sono le sue occhiaie ma la voce profonda e chiara, e il suo modo di guardarti dritto negli occhi, generoso e determinato. C’è un solo argomento che le fa abbassare lo sguardo: il date-rape. Lo chiamano così: appuntamento con stupro: «Succede tra compagni di università, alle feste quando sono tutti ubriachi e la ragazza non è più in grado di difendersi». Corre voce che accada durante le feste delle fraternities del college, i cui membri sono prevalentemente giocatori di football, che «credono nella fratellanza, hanno la mascella grossa e molto testosterone ». A spiegarlo è Reese, studente di Filosofia e membro della fraternity Deke. Gli chiedo se è mai stato responsabile di un date-rape e risponde: «È possibile. Ma se sia stato effettivamente uno stupro non è facilmente definibile, ed è facilmente discutibile». Nessuna azione legale è mai stata intentata da nessuna vittima contro nessuno dei presunti stupratori. L’università si limita a mandare email agli studenti prima dei weekend di festa, come quella spedita ad Halloween, nella quale invitava a «trovare le parole giuste che conducono a un sesso consensuale e glorioso».

Sabato mattina, sul prato enorme di fronte al Yale Bowl, lo stadio da 61.446 posti dove si è giocato The Game, stracolmo di piatti di carta sporchi e bicchieri di plastica vuoti, in mezzo a studenti con la faccia dipinta di Blu (quelli di Yale) e di rosso (quelli di Harvard), che bevono e ballano fino allo sfinimento, chiedo a un ragazzo cosa sa del date-rape e mi risponde: «Ne sono stato vittima. Ma chi se ne frega: l’importante è fare sesso». Barcolla, poi si accorge che ho in mano un registratore ed entra nel panico. «Cancellalo» urla. «Non puoi distruggermi la carriera! ». Quale? «Sto per avere successo». Dove? «Non lo so, che diavolo importa». Mi fissa con occhi annacquati: «Io diventerò ricchissimo». Jeffrey assiste alla scena. Si è laureato nel 2008 in Filosofia ed è tornato a Yale per due giorni, come altri centinaia di ex alunni, il giorno del derby. «Anch’io sono venuto qui con il mito americano della Upper-mobility (mobilità in ascesa nella scala sociale), che spesso si traduce in un bisogno di accumulare senza senso».

Zach ora sa bene cosa cerca, ma lo ha scoperto solo dopo una violenta depressione: «Sono stato sei mesi in cura psichiatrica. Non riuscivo più a sostenere la mole di lavoro e non riuscivo a smettere di pensare, finché una notte ho avuto il primo attacco maniacale, con visioni spaventose ». È alto, magrissimo, con gli occhi piccoli e scavati. È al terzo anno di Studi Ambientali e vive insieme al suo migliore amico, Ric, fotografo di origini cubane, e altri quattro in una casa a due piani, con i bagni sporchi e un’immagine di Gesù in salotto. La camera di Ric è il loro rifugio: una mansarda strapiena di classici della letteratura che divorano, vestiti ovunque, e una gabbia per conigli. «Quello nero è Beauty. L’altro, Justice». Accanto al letto sfatto, c’è un pupazzetto rosa simile ai tanti trovati nelle stanze di Yale, teneri, che niente hanno a che fare con la mascotte dell’università, il Bulldog, che li vorrebbe forti e aggressivi . «Sono felice di aver toccato il fondo. Ora so che tutto quello che sto imparando voglio usarlo per rendere migliore Staten Island, dove sono cresciuto».

Sogna la costruzione di un maneggio nel quale sua madre potrà lavorare con i bambini autistici, grazie all’aiuto di alcuni amici. È l’idealismo, il volto radioso di Yale. Che qui si traduce in azione. Grazie allo spazio, prima di tutto: gli studenti possono organizzarsi in società segrete, gruppi e unioni, in palazzi del Settecento enormi dove fanno riunioni di ore. Hans è un attivista dell’Undergraduate organizing committee a difesa dei sindacati di Yale. E insieme ad Anida, Jesse, Max e Aaron fa anche parte della St. Anthony hall, una società segreta dedicata alla "crescita personale e intellettuale". C’e chi lotta con il Women’s group contro i daterape facendo campagne di sensibilizzazione. Chi appartiene al gruppo dei transgender (Yale è la più liberale tra le otto Ivy League) o a quello dei monarchici, che si vestono in giacca e cravatta e bevono Porto. Jesse ha vinto una borsa di studio in Letteratura, lavora alla radio di Yale come direttore di programma, suona musica elettronica e anche il piano, il mandolino e la chitarra. Dopo Yale sogna di lavorare alla radio Npr.

Max, che ha lasciato West Point dove ha imparato lo swahili, e considera Yale "una passeggiata" in confronto all’Accademia militare, vuole diventare ambasciatore americano in Africa. Pochi hanno le idee chiare su cosa faranno dopo. Ma tutti sanno di essere qui «per diventare la miglior versione possibile di se stessi». L’ultimo giorno, dopo la sconfitta di Yale contro Harvard, nella stanza di Aaron, studente al terzo anno di Studi ambientali, mentre si discuteva del mito di Prometeo - perché con loro si parla di tutto, per ore - qualcuno si è alzato e con rotoli di scotch colorato ha disegnato sul muro un albero con una mela rossa. Quel che conta, dice Aaron, si trova lì: «sotto a un Albero della conoscenza, fatto di nastro colorato».

03 dicembre 2009(ultima modifica: 04 dicembre 2009)
Avevo già sentito parlare di queste cose, ma colgo l'occasione dell'articolo per riflettere su una cosa.

Sia chiaro, non sto dicendo che l'università italiana vada bene cosí com'è e non sono contrario all'idea che vi siano delle università “selezionate”. Tuttavia credo che dovrebbero comunque essere organizzate in modo tale che da consentire una vita sana ai loro studenti.
Ovviamente poi sta a ognuno la decisione ultima su come comportarsi, ma credo le università dovrebbero perlomeno fare il possibile per evitare certe situazioni.

Sai che novità!
Il film Le regole dell'attrazione è del 2002.

lowenz
05-12-2009, 00:15
Yale non è la "migliore", è "esclusiva" semmai.

Mica è il MIT.

frankytop
05-12-2009, 00:17
Interessante davvero questo spaccato di vita universitaria americana.
In quanto a severità di studi da incubo da quello che ne so si potrebbe citare anche la Cina e il Giappone,anche loro non scherzano affatto.
In ogni caso spero vivamente,per la salute mentale dei nostri,che tali modelli non siano importati anche qua.

CarloR1t
05-12-2009, 00:19
Come insegnamento forse no, ma ti permette di entrare nell'aristocrazia politica americana, che essendo quella che controlla il mondo....possiamo considerare il massimo
http://it.wikipedia.org/wiki/Skull_and_Bones
Da cui si evince come vanno le cose al mondo.

lowenz
05-12-2009, 00:22
Interessante davvero questo spaccato di vita universitaria americana.
In quanto a severità di studi da incubo da quello che ne so si potrebbe citare anche la Cina e il Giappone,anche loro non scherzano affatto.
In ogni caso spero vivamente,per la salute mentale dei nostri,che tali modelli non siano importati anche qua.
Ma guarda che queste sono cazzatine (=americanate) rispetto appunto a Cina e Ex URSS: ti sei mai chiesto perchè i matematici sovietici sono ancora oggi inarrivabili? :asd:

Sheera
05-12-2009, 00:22
Yale non è la "migliore", è "esclusiva" semmai.

Mica è il MIT.

Le regole dell'attrazione parlava dell'Università di Camden, nel New Hampshire

lowenz
05-12-2009, 00:26
http://it.wikipedia.org/wiki/Skull_and_Bones
Da cui si evince come vanno le cose al mondo.
Nel senso che vanno a puuuuuu.....pottoli? :D

killercode
05-12-2009, 00:27
Yale non è la "migliore", è "esclusiva" semmai.

Mica è il MIT.

Ingegnere, quindi la famosa facolta di legge o di scienze politiche del MIT sarebbe migliore di quella di Yale? :D

lowenz
05-12-2009, 00:29
Perchè legge e scienze politiche sono....materie? :sofico:
In bergamasco con "materia" si indica il pus, in questo senso allora forse :D

CarloR1t
05-12-2009, 00:39
Nel senso che vanno a puuuuuu.....pottoli? :D
Nel senso che se tanto mi da tanto non sono proprio tipi raccomandabili, senza generalizzare ma i risultati politici direi che si son visti (http://images.google.it/images?hl=it&source=hp&q=abu%20ghraib&um=1&ie=UTF-8&sa=N&tab=wi).

MesserWolf
05-12-2009, 00:52
Interessante davvero questo spaccato di vita universitaria americana.
In quanto a severità di studi da incubo da quello che ne so si potrebbe citare anche la Cina e il Giappone,anche loro non scherzano affatto.
In ogni caso spero vivamente,per la salute mentale dei nostri,che tali modelli non siano importati anche qua.

Cmq , tolto magari qualche centro di super eccellenza e alcuni ambiti , le uni americane , non è che siano così difficili , anche perchè hanno una struttura più simile ai nostri licei , che semplifica la vita dello studente (cosa positiva eh ! :p ).
Per gli americani il college è bella botta , ma perchè loro escono dalla scuola secondaria che a livello di nozioni hanno davvero pochino se paragonati ai nostri licei . E' chiaro che poi il college è una mazzata.

Fradetti
05-12-2009, 01:01
Le università statunitensi sono considerate le migliori al mondo, e sicuramente da certi punti di vista è vero.

In Europa la tendenza è quella di imitare il modello statunitense.

Io però credo che la classe dirigente, oltre che di persone preparate, dovrebbe anche essere composta da persone sane di mente.

ma quando mai?

Almeno in Italia la distanza è incolmabile, non dico che loro sono meglio in tutto (noi abbiamo i nostri punti di forza), ma il divario è troppo grande.

lowenz
05-12-2009, 01:06
ma quando mai?

Almeno in Italia la distanza è incolmabile, non dico che loro sono meglio in tutto (noi abbiamo i nostri punti di forza), ma il divario è troppo grande.
Francamente non penso nemmeno che "debba" essere colmata.....sarà che conosco persone che in America sono stata accolte a braccia aperte (come ricercatori), ma questo perchè la differenza la fa la persona, non l'università.

A meno di ridurre i laureati a "prodotti" universitari.....ma è ridicolo.

wisher
05-12-2009, 01:11
Francamente non penso nemmeno che "debba" essere colmata.....sarà che conosco persone che in America sono stata accolte a braccia aperte (come ricercatori), ma questo perchè la differenza la fa la persona, non l'università.

A meno di ridurre i laureati a "prodotti" universitari.....ma è ridicolo.
Il problema non e' tanto nelle persone o nelle conoscenze, quanto piuttosto nelle risorse.

Secondo me un laureato italiano e' mediamente piu' preparato di uno statunitense, pero' negli USA le universita' hanno dei fondi per poter fare ricerca che una universita' italiana non puo' neanche permettersi di sognare.

Varilion
05-12-2009, 07:02
La cosa che dobbiamo imitare a costo 0 è la seguente: Chi non lavora, VIGGIA!

Sta di fatto che negli USA:
-Non ho trovato un professore che non fosse normalmente reperibile in ufficio.
-Non ho trovato un professore con visibili disturbi mentali.
-Non ho trovato due parenti che insegnano nella stessa università
-Non ho trovato gente che insegna materie che non sono la propria (perché pigliano la gente che serve, mentre da noi si pigliano secondo altri criteri e poi si da da fare il lavoro), quindi senza saperle.
-L'età media dei professori (ma non solo loro) è più bassa.
-Non ho trovato gente che RUBA lo stipendio.

Jarni
05-12-2009, 07:14
Le università statunitensi sono considerate le migliori al mondo, e sicuramente da certi punti di vista è vero.


Calma.
In quanto a preparazione del laureato, credo che nelle materie scientifiche ci difendiamo egregiamente.

Se non fosse che gli studenti americani che vengono qui con l'erasmus vengono trattati con i guanti di velluto.
Scena capitata a me all'orale di fisica atomica:

Domanda all'americano: "mi scriva la formula della massa ridotta".
Domanda a me: "mi scriva l'espressione della forza di scambio".

Chi se ne intende capirà.:mad:

MesserWolf
05-12-2009, 07:40
Calma.
In quanto a preparazione del laureato, credo che nelle materie scientifiche ci difendiamo egregiamente.

Se non fosse che gli studenti americani che vengono qui con l'erasmus vengono trattati con i guanti di velluto.
Scena capitata a me all'orale di fisica atomica:

Domanda all'americano: "mi scriva la formula della massa ridotta".
Domanda a me: "mi scriva l'espressione della forza di scambio".

Chi se ne intende capirà.:mad:

tutti gli erasmus ovunque vengono trattati coi guanti di velluto ....

(eccetto al polimi forse :asd: ... avendo la maggior parte di esami scritti gli tocca fare i nostri stessi compiti :p )

Jarni
05-12-2009, 07:48
tutti gli erasmus ovunque vengono trattati coi guanti di velluto ....

(ecce al polimi forse :asd: ... avendo la maggior parte di esami scritti gli tocca fare i nostri stessi compiti :p )

E infatti in quell'esame non c'era lo scritto.:D

Scalor
05-12-2009, 09:43
Yale, i peccati della meglio gioventù
Pasticche e festini dove la violenza sessuale è il piatto forte: ecco l'Università della nuova élite. Piena di paure

di Assia Baudi di Selve - foto Gaia Light

Yale è una delle otto Ivy League, le università private più prestigiose degli Stati Uniti, quella che vanta “Famous Alumni” come il presidente Ford, i due Bush, Bill e Hillary Clinton, e 14 Premi Nobel. Il 21 Novembre vi si è svolto l’evento più atteso dell’anno: The Game, il derby tra Harvard e Yale. Un weekend di festa, più che una partita di football, e una straordinaria occasione per scoprire come vive e cosa sogna la prossima generazione di leader americani. Abbiamo trascorso tre giorni nel campus, in quella che viene chiamata la Bubble, “la Bolla” creata dall’università, con palazzi del Settecento silenziosi e strade impeccabili controllate da una speciale polizia. Abbiamo chiacchierato con gli studenti fino a tardi, siamo andati alle loro feste, entrati nelle loro stanze, e abbiamo scoperto il loro mondo a parte nel cuore di New Haven, une delle città più povere degli Stati Uniti, a un’ora e 50 di treno da New York.

Nella caffetteria della facoltà di Legge, la più reputata d’America, molti studenti mangiano da soli, con la testa china su libri e il computer. «Fanno parte del silent third, (il terzo silenzioso): un terzo dei 5250 studenti del College sceglie un programma di studi così impegnativo da non avere una vita sociale». Hans studia Scienze Politiche e vive con quattro amici in una casa di legno su Dwight street, una delle poche occupate dagli studenti fuori dalla “Bolla”. Ha 23 anni, alto, biondo, eletto tra i cinquanta ragazzi più belli di Yale. «La pressione psicologica qua è fortissima». La retta è di 47.500 dollari l’anno, «se ripeti un semestre rischi di perderne quasi la metà». Anida ha 22 anni e frequenta la facoltà di Arte. È entrata a Yale grazie alla regola del need-blind: la selezione per le ammissioni viene fatta solo in base ai risultati scolastici, senza considerare il reddito economico della famiglia. Fa parte di quel 50 per cento di studenti che riceve l’aiuto finanziario dall’università, ma deve pagare una parte delle spese. Per farlo, studia e lavora 16 ore al giorno. «Il semplice fatto di essere a Yale, tra gli studenti più brillanti degli Stati Uniti, con i migliori programmi e insegnanti del mondo, è un privilegio» dice. Hans interviene: «Anida dimentica di prendersi cura di sé».

ho capito allora perchè avvengono certi episodi... adesso è tutto molto piu chiaro ! :D
http://2.bp.blogspot.com/_pACLgp23Yuc/SKuhQJHsRFI/AAAAAAAAAj4/romM8xkGIFQ/s400/columbine.jpg



Molti studenti non dormono. Per resistere prendono l’Adderall, il medicinale per chi soffre di Sindrome di deficit dell’attenzione. Attacchi di panico, depressione: «Yale ne è piena». Anida non ha mai fatto uso di droghe, e quel che colpisce di lei non sono le sue occhiaie ma la voce profonda e chiara, e il suo modo di guardarti dritto negli occhi, generoso e determinato.


praticamente pigliano un anfetamina ! :doh: intelligienti hanno capito tutto dalla vita !


C’è un solo argomento che le fa abbassare lo sguardo: il date-rape. Lo chiamano così: appuntamento con stupro: «Succede tra compagni di università, alle feste quando sono tutti ubriachi e la ragazza non è più in grado di difendersi». Corre voce che accada durante le feste delle fraternities del college, i cui membri sono prevalentemente giocatori di football, che «credono nella fratellanza, hanno la mascella grossa e molto testosterone ». A spiegarlo è Reese, studente di Filosofia e membro della fraternity Deke. Gli chiedo se è mai stato responsabile di un date-rape e risponde: «È possibile. Ma se sia stato effettivamente uno stupro non è facilmente definibile, ed è facilmente discutibile». Nessuna azione legale è mai stata intentata da nessuna vittima contro nessuno dei presunti stupratori. L’università si limita a mandare email agli studenti prima dei weekend di festa, come quella spedita ad Halloween, nella quale invitava a «trovare le parole giuste che conducono a un sesso consensuale e glorioso».

consensuale e glorioso.... ecco qui facciamo pure il contratto

Io sottoscritta nome e cognome ancora in possesso delle mie facoltà mentali partecipando al festino che si terra il giorno ....... a ....... sono consapevole di essere bombata da... nome e cognome ..... e rinuncio a qualunque forma di rivalse nei suoi confronti.
luogo, data, ora, firma....

però ragionandoci bene.... se vengono avvisati prima, chi va alla festa, è consapevole e va allo scopo di ... quindi alla festa ci saranno solo zoccolette desiderose di darla ! oppure le cozze che non riescono a far at-tirare il battacchio ! e con tutto il testosterone che gira magari riescono a combinare qualcosa....

:rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :D :sofico:

Sabato mattina, sul prato enorme di fronte al Yale Bowl, lo stadio da 61.446 posti dove si è giocato The Game, stracolmo di piatti di carta sporchi e bicchieri di plastica vuoti, in mezzo a studenti con la faccia dipinta di Blu (quelli di Yale) e di rosso (quelli di Harvard), che bevono e ballano fino allo sfinimento, chiedo a un ragazzo cosa sa del date-rape e mi risponde: «Ne sono stato vittima. Ma chi se ne frega: l’importante è fare sesso». Barcolla, poi si accorge che ho in mano un registratore ed entra nel panico. «Cancellalo» urla. «Non puoi distruggermi la carriera! ». Quale? «Sto per avere successo». Dove? «Non lo so, che diavolo importa». Mi fissa con occhi annacquati: «Io diventerò ricchissimo». Jeffrey assiste alla scena. Si è laureato nel 2008 in Filosofia ed è tornato a Yale per due giorni, come altri centinaia di ex alunni, il giorno del derby. «Anch’io sono venuto qui con il mito americano della Upper-mobility (mobilità in ascesa nella scala sociale), che spesso si traduce in un bisogno di accumulare senza senso».

:eek: :eek: :eek: 'azz se mi trovo da quelle parti meglio stare attento a chi mi gira di dietro ! meglio girare....armanto ! non si sa mai !



Zach ora sa bene cosa cerca, ma lo ha scoperto solo dopo una violenta depressione: «Sono stato sei mesi in cura psichiatrica. Non riuscivo più a sostenere la mole di lavoro e non riuscivo a smettere di pensare, finché una notte ho avuto il primo attacco maniacale, con visioni spaventose ». È alto, magrissimo, con gli occhi piccoli e scavati. È al terzo anno di Studi Ambientali e vive insieme al suo migliore amico, Ric, fotografo di origini cubane, e altri quattro in una casa a due piani, con i bagni sporchi e un’immagine di Gesù in salotto. La camera di Ric è il loro rifugio: una mansarda strapiena di classici della letteratura che divorano, vestiti ovunque, e una gabbia per conigli. «Quello nero è Beauty. L’altro, Justice». Accanto al letto sfatto, c’è un pupazzetto rosa simile ai tanti trovati nelle stanze di Yale, teneri, che niente hanno a che fare con la mascotte dell’università, il Bulldog, che li vorrebbe forti e aggressivi . «Sono felice di aver toccato il fondo. Ora so che tutto quello che sto imparando voglio usarlo per rendere migliore Staten Island, dove sono cresciuto».

Sogna la costruzione di un maneggio nel quale sua madre potrà lavorare con i bambini autistici, grazie all’aiuto di alcuni amici. È l’idealismo, il volto radioso di Yale. Che qui si traduce in azione. Grazie allo spazio, prima di tutto: gli studenti possono organizzarsi in società segrete, gruppi e unioni, in palazzi del Settecento enormi dove fanno riunioni di ore. Hans è un attivista dell’Undergraduate organizing committee a difesa dei sindacati di Yale. E insieme ad Anida, Jesse, Max e Aaron fa anche parte della St. Anthony hall, una società segreta dedicata alla "crescita personale e intellettuale". C’e chi lotta con il Women’s group contro i daterape facendo campagne di sensibilizzazione. Chi appartiene al gruppo dei transgender (Yale è la più liberale tra le otto Ivy League) o a quello dei monarchici, che si vestono in giacca e cravatta e bevono Porto. Jesse ha vinto una borsa di studio in Letteratura, lavora alla radio di Yale come direttore di programma, suona musica elettronica e anche il piano, il mandolino e la chitarra. Dopo Yale sogna di lavorare alla radio Npr.

non ce la fa piu.. MA VADA IN VACANZA ! :D

se penso che questa gente possa avere cariche dirigenziali.... incomincio a preoccuparmi seriamente..... spero che i danni biologici si facciano sentire presto prima della carriera lavorativa.
certo che andare a Yale e sognare di aprire un maneggio o lavorare in radio.... ! io ci rifletto su affermazioni simili !




Max, che ha lasciato West Point dove ha imparato lo swahili, e considera Yale "una passeggiata" in confronto all’Accademia militare, vuole diventare ambasciatore americano in Africa. Pochi hanno le idee chiare su cosa faranno dopo. Ma tutti sanno di essere qui «per diventare la miglior versione possibile di se stessi». L’ultimo giorno, dopo la sconfitta di Yale contro Harvard, nella stanza di Aaron, studente al terzo anno di Studi ambientali, mentre si discuteva del mito di Prometeo - perché con loro si parla di tutto, per ore - qualcuno si è alzato e con rotoli di scotch colorato ha disegnato sul muro un albero con una mela rossa. Quel che conta, dice Aaron, si trova lì: «sotto a un Albero della conoscenza, fatto di nastro colorato».
ho capito ...... tutto..... :doh: siamo alla frutta !



03 dicembre 2009(ultima modifica: 04 dicembre 2009)
Avevo già sentito parlare di queste cose, ma colgo l'occasione dell'articolo per riflettere su una cosa.

Sia chiaro, non sto dicendo che l'università italiana vada bene cosí com'è e non sono contrario all'idea che vi siano delle università “selezionate”. Tuttavia credo che dovrebbero comunque essere organizzate in modo tale che da consentire una vita sana ai loro studenti.
Ovviamente poi sta a ognuno la decisione ultima su come comportarsi, ma credo le università dovrebbero perlomeno fare il possibile per evitare certe situazioni.

blamecanada
05-12-2009, 09:43
'ma hai usato quel carattere perchè non vuoi che la gente legga ? :sofico:
A dire il vero l'ho fatto perché odio i caratteri senza grazie, comunque ho cambiato carattere, scegliendone uno con grazie, ma piú grande (Georgia invece del Garamond)*.

Sia chiaro che io non pretendo di diventare parte della classe dirigente :asd:.

MesserWolf
05-12-2009, 10:02
A dire il vero l'ho fatto perché odio i caratteri senza grazie, comunque ho cambiato carattere, scegliendone uno con grazie, ma piú grande (Georgia invece del Garamond)*.

Sia chiaro che io non pretendo di diventare parte della classe dirigente :asd:.


ti piacciono i caratteri fitti insomma :p Dovresti leggere il foglio :p

cmq secondo me questo è il carattere più piacevole alla vista : Century Gothic

però siamo sull'essenziale , di certo non ha ghirigori vari :D

lowenz
05-12-2009, 10:05
Il problema non e' tanto nelle persone o nelle conoscenze, quanto piuttosto nelle risorse.

Secondo me un laureato italiano e' mediamente piu' preparato di uno statunitense, pero' negli USA le universita' hanno dei fondi per poter fare ricerca che una universita' italiana non puo' neanche permettersi di sognare.
Sei a Chicago ed italiano......sarai mica uno del PoliMI dato che è "gemellato" con l'University of Illinois? :p

lowenz
05-12-2009, 10:06
ti piacciono i caratteri fitti insomma :p Dovresti leggere il foglio :p

cmq secondo me questo è il carattere più piacevole alla vista : Century Gothic

però siamo sull'essenziale , di certo non ha ghirigori vari :D
Il vero nerd usa sempre e solo il fixedsys :O :sofico:

lowenz
05-12-2009, 10:09
Domanda all'americano: "mi scriva la formula della massa ridotta".
M*ang(i)*A*Re(D-) ?

:D

blamecanada
05-12-2009, 10:42
ti piacciono i caratteri fitti insomma :p Dovresti leggere il foglio :p

cmq secondo me questo è il carattere più piacevole alla vista : Century Gothic

però siamo sull'essenziale , di certo non ha ghirigori vari :D
Io non sopporto che la I e la l siano eguali, inoltre se si devono scrivere dei numeri romani, serve per forza un carattere con grazie... per il resto non mi faccio troppi problemi.

Volevo anche modificare il carattere nell'iPod (nei brani di musica classica sono presenti sovente dei numeri romani per indicare i movimenti o le parti), ma non ci sono riuscito :asd:.

lowenz
05-12-2009, 10:54
Volevo anche modificare il carattere nell'iPod
http://www.boredshirts.com/versione1/images/shop/ico_lenin_was_a_dj.gif

:D

Xile
05-12-2009, 11:23
Insomma consumismo portato anche all'UNI, ti spremono fino all'osso e poi ti buttano perché c'é né un'altro da spremere. Io capisco che devi uscire preparato ma qua uno se ne esce nevrotico, senza vita sociale.

Wolfgang Grimmer
05-12-2009, 11:34
Io non sopporto che la I e la l siano eguali, inoltre se si devono scrivere dei numeri romani, serve per forza un carattere con grazie... per il resto non mi faccio troppi problemi.

Volevo anche modificare il carattere nell'iPod (nei brani di musica classica sono presenti sovente dei numeri romani per indicare i movimenti o le parti), ma non ci sono riuscito :asd:.

butta via l'ipod e risolvi :<

blamecanada
05-12-2009, 11:37
butta via l'ipod e risolvi :<
Ecco il solito integralista... :asd:.

entanglement
05-12-2009, 11:38
Non mi pare proprio.

il massimo possibile per quello che paghi.

alla normale di pisa o nei vari centri di eccellenza di fisica a lione e monaco ti fanno un culo epico. e NON fanno i test con le crocette ...

ma se ogni studente dovesse pagarsi la retta effettiva ci sarebbero solo figli di sceicchi

Scalor
05-12-2009, 12:31
il massimo possibile per quello che paghi.

alla normale di pisa o nei vari centri di eccellenza di fisica a lione e monaco ti fanno un culo epico. e NON fanno i test con le crocette ...

ma se ogni studente dovesse pagarsi la retta effettiva ci sarebbero solo figli di sceicchi


perchè nelle università adesso fanno i test a crocetta ? cioè intendi quelli di ammissione ?

entanglement
05-12-2009, 12:33
perchè nelle università adesso fanno i test a crocetta ? cioè intendi quelli di ammissione ?

in quelle americane, di norma, si
anche in quelle inglesi si usa spesso

blamecanada
05-12-2009, 12:39
in quelle americane, di norma, si
anche in quelle inglesi si usa spesso
È una cosa ridicola.

Al massimo un test a crocette può essere fatto per scremare, ma poi l'ammissione vera e propria dovrebbe essere fatta con un esame serio.

Io metterei il test d'ammissione in tutte le facoltà, e per chi non ha i requisiti minimi metterei dei corsi propedeutici. Cosí si potrebbe alzare un po' il livello, senza discriminare nessuno (visto che per chi non ha i requisiti ci sarebbero i corsi).

lowenz
05-12-2009, 12:54
Io metterei il test d'ammissione in tutte le facoltà, e per chi non ha i requisiti minimi metterei dei corsi propedeutici.
Al PoliMI è già così :p

killercode
05-12-2009, 13:01
È una cosa ridicola.

Al massimo un test a crocette può essere fatto per scremare, ma poi l'ammissione vera e propria dovrebbe essere fatta con un esame serio.

Io metterei il test d'ammissione in tutte le facoltà, e per chi non ha i requisiti minimi metterei dei corsi propedeutici. Cosí si potrebbe alzare un po' il livello, senza discriminare nessuno (visto che per chi non ha i requisiti ci sarebbero i corsi).

Concordo

_Magellano_
05-12-2009, 13:19
Ma questo è l'indice di un disagio sociale che è caratteristica dei figli dei ricchi coloro che si trovano a frequentare ambienti elitari e costosi senza averlo meritato ne compreso.
I padri di costoro o forse addirittura i nonni con la fatica del loro lavoro hanno ottenuto sicurezza economica e lusso ma senza abusarne conoscendone appunto il prezzo cosa che invece non si può dire dei figli,questo è un disagio dovuto alla perdita dei valori nel mondo cittadino perchè in campagna la gente sa' ancora il valore del guadagno rispetto al lavoro cosi come a quello che c'è dietro.

frankytop
05-12-2009, 13:19
È una cosa ridicola.

Al massimo un test a crocette può essere fatto per scremare, ma poi l'ammissione vera e propria dovrebbe essere fatta con un esame serio.

Io metterei il test d'ammissione in tutte le facoltà, e per chi non ha i requisiti minimi metterei dei corsi propedeutici. Cosí si potrebbe alzare un po' il livello, senza discriminare nessuno (visto che per chi non ha i requisiti ci sarebbero i corsi).

*

Scalor
05-12-2009, 13:50
Al PoliMI è già così :p

e che corsi fanno ? cioè quando li fanno ?

blamecanada
05-12-2009, 14:02
Ma questo è l'indice di un disagio sociale che è caratteristica dei figli dei ricchi coloro che si trovano a frequentare ambienti elitari e costosi senza averlo meritato ne compreso.
I padri di costoro o forse addirittura i nonni con la fatica del loro lavoro hanno ottenuto sicurezza economica e lusso ma senza abusarne conoscendone appunto il prezzo cosa che invece non si può dire dei figli,questo è un disagio dovuto alla perdita dei valori nel mondo cittadino perchè in campagna la gente sa' ancora il valore del guadagno rispetto al lavoro cosi come a quello che c'è dietro.
Sí vabbè, e poi c'era la marmotta che confezionava la cioccolata.

Queste persone studiano come dei disperati per stare al passo con lo studio, e quindi non hanno alcuna vita sociale. Poi sfogano la loro frustrazione nei modi descritti.

Non è questione di perdita di valori o cose simili, che vengono tirati in ballo da duemila anni per spiegare ogni cosa, dal crollo dell'impero romano al bullismo.

Wagen
05-12-2009, 14:05
il figlio di un mio collega e' stato accettato ad harward, legge.
il mio collega e' disperato perche' non sa come fare a pagare, mi dice che il tutto compreso venga sui $300,000.

Pero' dice anche che una volta uscito di li nemmeno devi cercare lavoro, lo hai gia' assicurato in uno dei migliori studi d'america con stipendi da fantascienza, questo ti permette quindi di ripagarti il mutuo che hai fatto per studiare.

Dice anche che spessissimo chi ti assume si prende cura di ripagare il debito rimanente.

MesserWolf
05-12-2009, 14:27
È una cosa ridicola.

Al massimo un test a crocette può essere fatto per scremare, ma poi l'ammissione vera e propria dovrebbe essere fatta con un esame serio.

Io metterei il test d'ammissione in tutte le facoltà, e per chi non ha i requisiti minimi metterei dei corsi propedeutici. Cosí si potrebbe alzare un po' il livello, senza discriminare nessuno (visto che per chi non ha i requisiti ci sarebbero i corsi).

a crocette è solo un modo per testare la conoscenza. di per se non dice molto .
Ho fatto test a crocette facilissimi e test a crocette bastardissimi.

a crocette puoi chiedere di risolvere un problema mettendo dei risultati , chiedere quale definizione è più corretta , o qual'è il metodo risolutivo corretto in determinate condizioni (risposte multiple). Insomma , non potendo fare orali a tutti direi che possono andare per test ad ampio respiro come quelli di ammissione.

La cosa critica delle crocette è evitare che la gente copii , ma in Inghilterra e usa ci vanno pesante sul copiare .... ti sbattono fuori dall'uni e devi prenderti un avvocato per fare ricorso.

blamecanada
05-12-2009, 14:31
a crocette è solo un modo per testare la conoscenza. di per se non dice molto .
Ho fatto test a crocette facilissimi e test a crocette bastardissimi.
Nel test a crocette la fortuna influisce molto pú che in uno scritto a risposta aperta.

Poi ovviamente è piú facile copiare, e per quanto si sia severi rimane comunque piú possibile.

Inoltre le prove a crocette sono molto nozionistiche.

MesserWolf
05-12-2009, 14:50
Nel test a crocette la fortuna influisce molto pú che in uno scritto a risposta aperta.

Poi ovviamente è piú facile copiare, e per quanto si sia severi rimane comunque piú possibile.

Inoltre le prove a crocette sono molto nozionistiche.

1) basta mettere compiti diversi (domande mescolate o leggermente diverse) e professori attenti (in usa e uk non si copia come da noi ... è un dato di fatto )

2) la fortuna non direi dato che ormai anche il più rimba dei proff ha capito che per annullare l'effetto caso , basta mettere dei malus sulle risposte sbagliate o almeno sulla scelta più sbagliata .

Domanda A
Risposte
A) giusta +1
B) risposta non completa 0
C) sbagliatissima -2
D) risposta parzialmente scorretta 0

Tirare a caso su una cosa del genere non ti conviene, se non la sai ti conviene lasciare in bianco. Beccare quella sbagliatissima vuol dire perdere 2 punti e non prendere il +1 ... effetto netto hai perso 3 punti nel voto complessivo.

Mettendo malus anche alle altre sbagliate aumenti ancora il fattore "punitivo"

3) puoi anche farle di ragionamento... puoi anche mettere problemi con calcoli da risolvere e alla fine una rosa di risultati . Sulla brutta si farà i conti e i suoi ragionamenti e poi risponderà.


Insomma non è un modo perfetto per verificare le conoscenze , ma se ben congegnate servono allo scopo. specie per l'ammissione che tocca tanti argomenti diversi.

blamecanada
05-12-2009, 14:53
1) basta mettere compiti diversi (domande mescolate o leggermente diverse) e professori attenti (in usa e uk non si copia come da noi ... è un dato di fatto )
Quindi ci saranno persone piú fortunate, alle quali per caso capitano le domande cui sanno rispondere meglio.

2) la fortuna non direi dato che ormai anche il più rimba dei proff ha capito che per annullare l'effetto caso , basta mettere dei malus sulle risposte sbagliate o almeno sulla scelta più sbagliata .
I malus annullano l'effetto casuale solo su un campione statisticamente rilevante, ma non per ogni singolo candidato.


Domanda A
Risposte
A) giusta +1
B) sbagliata 0
C) sbagliatissima -2
D) sbagliata 0
Se organizzi polarmente le risposte multiple, è evidente che la risposta non può essere una di quelle mediane, ma è una di quelle estreme, per cui se uno ha una vaga idea dell'argomento può indovinare.

MesserWolf
05-12-2009, 14:56
Quindi ci saranno persone piú fortunate, alle quali per caso capitano le domande cui sanno rispondere meglio.


I malus annullano l'effetto casuale solo su un campione statisticamente rilevante, ma non per ogni singolo candidato.



Se organizzi polarmente le risposte multiple, è evidente che la risposta non può essere una di quelle mediane, ma è una di quelle estreme, per cui se uno ha una vaga idea dell'argomento può indovinare.

metti dei malus anche su quelle scorrette e basta , in ogni caso già riduci di molto la componente "vado a caso". Non è detto che sia facile e o fattibile individuare quale risposta è sicuramente sbagliata o meno ....


E la prima obiezione vale anche per un orale o un qualsiasi scritto .

blamecanada
05-12-2009, 15:00
metti dei malus anche su quelle scorrette e basta , in ogni caso già riduci di molto la componente "vado a caso". Non è detto che sia facile e o fattibile individuare quale risposta è sicuramente sbagliata o meno ....


E la prima obiezione vale anche per un orale o un qualsiasi scritto .
Ribadisco, per me si possono fare le prove a crocette, ma solo per scremare i candidati per la prova d'ingresso vera e propria.

entanglement
05-12-2009, 15:03
È una cosa ridicola.

Al massimo un test a crocette può essere fatto per scremare, ma poi l'ammissione vera e propria dovrebbe essere fatta con un esame serio.

Io metterei il test d'ammissione in tutte le facoltà, e per chi non ha i requisiti minimi metterei dei corsi propedeutici. Cosí si potrebbe alzare un po' il livello, senza discriminare nessuno (visto che per chi non ha i requisiti ci sarebbero i corsi).

concordo al 101% :D

infatti i ricercatori, scienziati, programmatori, ecc. li vanno a prendere in europa, corea, india soprattutto, perchè i loro sono tipicamente mezze capre.

sul test d'ammissione mi trovi d'accordo. io lo metterei per ogni facoltà umanistica, a graduatoria e col numero chiuso :mano: :mano:

blamecanada
05-12-2009, 15:10
sul test d'ammissione mi trovi d'accordo. io lo metterei per ogni facoltà umanistica, a graduatoria e col numero chiuso :mano: :mano:
Non sono d'accordo col numero chiuso generalizzato.
L'importante è che chi è iscritto abbia la base culturale necessaria per frequentare con profitto l'università. Poi ovviamente in alcuni casi il numero chiuso è necessario, ma in generale nelle facoltà umanistiche no.

Quindi se uno vuole iscriversi a una qualsiasi facoltà dopo aver fatto l'istituto professionale è libero di farlo, però deve dimostrare di avere la base culturale per farlo.

MesserWolf
05-12-2009, 15:18
concordo al 101% :D

infatti i ricercatori, scienziati, programmatori, ecc. li vanno a prendere in europa, corea, india soprattutto, perchè i loro sono tipicamente mezze capre.

sul test d'ammissione mi trovi d'accordo. io lo metterei per ogni facoltà umanistica, a graduatoria e col numero chiuso :mano: :mano:

mm non è vero .Chi esce da Berkley e dal MIt non è certo una capra.

Semplicemente gli usa hanno da sempre favorito l'ingresso di persone altamente qualificate , e il fatto che gli indiani bravi finiscano a insegnare nelle migliori università in fondo dimostra che il sistema è meritocratico.

In generale se sei bravo davvero in usa fai strada.

Insomma non solo le scuole usa formano bene è vero , ma è anche vero che in america ci sono anche dei centri di eccellenza mondiali per la ricerca.

dantes76
05-12-2009, 15:22
[FONT="Georgia"]Yale, i peccati della meglio gioventù
Pasticche e festini dove la violenza sessuale è il piatto forte: ecco l'Università della nuova élite. Piena di paure

di Assia Baudi di Selve - foto Gaia Light


cazzo di 3d e'???? sicuri che ci sia solo da imparare? e dopo posti un papello su droga, sesso.. e rock n'roll?? che c'e?? hai dimenticato gia' il 68???

dalle universita' italiane e' uscita una classe politica migliore???

entanglement
05-12-2009, 15:23
Non sono d'accordo col numero chiuso generalizzato.
L'importante è che chi è iscritto abbia la base culturale necessaria per frequentare con profitto l'università. Poi ovviamente in alcuni casi il numero chiuso è necessario, ma in generale nelle facoltà umanistiche no.

Quindi se uno vuole iscriversi a una qualsiasi facoltà dopo aver fatto l'istituto professionale è libero di farlo, però deve dimostrare di avere la base culturale per farlo.

nah numero chiuso per tutti.

si mantiene uno standard qualitativo di insegnamento sotto controllo, solo per i più meritevoli, circoscrivendo l'investimento da parte dello stato.

nelle facoltà umanistiche ci sono tanti di quei cazzeggiatori...

niente numero chiuso ? allora una cosa di questo tipo: la retta viene calcolata così

R1=R1+(Etot-Esost)^2*R1

dove R1 è la retta dell'anno precedente
Etot sono gli esami totali dell'anno corrente
Esost sono gli esami dell'anno corrente sostenuti.

vediamo se passa la voglia di cazzeggiare a spese della collettività.

p.s.
ad uno potrebbe venire in mente di disiscriversi e re-iscriversi allo stesso corso di laurea. bene, ricomincia da zero e solo dopo 2 anni.

blamecanada
05-12-2009, 15:37
Nella mia facoltà la retta è piú alta per chi si attarda negli studi, e a chi si laurea per tempo e con buoni risultati vengono restituiti parte dei o tutti i soldi.

killercode
05-12-2009, 16:19
mm non è vero .Chi esce da Berkley e dal MIt non è certo una capra.

Semplicemente gli usa hanno da sempre favorito l'ingresso di persone altamente qualificate , e il fatto che gli indiani bravi finiscano a insegnare nelle migliori università in fondo dimostra che il sistema è meritocratico.

In generale se sei bravo davvero in usa fai strada.

Insomma non solo le scuole usa formano bene è vero , ma è anche vero che in america ci sono anche dei centri di eccellenza mondiali per la ricerca.

Questo non è vero, dopo 4 anni di liceo, 4 anni di università dove si fanno corsi assolutamente generali (es. 8 corsi di materie umanistiche per il bachelor in fisica e una prova di educazione fisica) gli studenti italiani gli danno la paga nelle materie di competenza. E' dopo, durante il dottorato che si vede la differenza, perchè li servono i soldi che noi non abbiamo. Ma anche la quelli che fanno il dottorato sono pochi, tutti gli altri sono ignoranti come se non di più dei nostri triennalisti

Traveller23
05-12-2009, 16:20
Questo non è vero, dopo 4 anni di liceo, 4 anni di università dove si fanno corsi assolutamente generali (es. 8 corsi di materie umanistiche per il bachelor in fisica e una prova di educazione fisica) gli studenti italiani gli danno la paga nelle materie di competenza. E' dopo, durante il dottorato che si vede la differenza, perchè li servono i soldi che noi non abbiamo. Ma anche la quelli che fanno il dottorato sono pochi, tutti gli altri sono ignoranti come se non di più dei nostri triennalisti

Beh moltissimi che fanno il dottorato negli USA sono stranieri (che hanno studiato spessissimo nel proprio paese), quindi...

Varilion
05-12-2009, 17:33
a) Esami
-In USA stressano molto sulla competitività, quindi anche se l'esame è facile e fai 90/100 se gli altri fanno 95/100 comunque rischi di prenderti un brutto voto.

b) I fuoricorso non esistono, quindi non esiste realmente il problema di pagare semestri extra. Generalmente, per ogni corso fatto uno incassa un voto , buono (A) o no (B)... quello a cui si punta è la media alta. Praticamente essere ammessi = laurearsi dopo qualche anno, a meno che non si tratti di incapaci negati per fare l'università.

c) Test a crocette: li fanno ma non pensiate che diano il voto di un corso solo su quello. (Magari qualche professore si, ma non è la norma)

d) è MOLTO più semplice la vita per gli studenti lavoratori, quindi anche se costa di più...è molto più fattibile che da noi lavorare nel mentre. Sia durante l'anno che durante la pausa esitiva.

e)Esistono millemila borse di studio, anche consistenti.

f)Mica solo quando esci da Yale vengono a cercarti per offrirti un lavoro... anche da qualsiasi università di provincia di serie "B" hai enormi possibilità di avere un lavoro che i 110L di qualsivoglia università Italiana.

:dissident:
05-12-2009, 17:40
f)Mica solo quando esci da Yale vengono a cercarti per offrirti un lavoro... anche da qualsiasi università di provincia di serie "B" hai enormi possibilità di avere un lavoro che i 110L di qualsivoglia università Italiana.

Questo però nn ha niente a vedere con la qualità dell'insegnamento.

litocat
05-12-2009, 18:31
b) I fuoricorso non esistono, quindi non esiste realmente il problema di pagare semestri extra. Generalmente, per ogni corso fatto uno incassa un voto , buono (A) o no (B)... quello a cui si punta è la media alta. Praticamente essere ammessi = laurearsi dopo qualche anno, a meno che non si tratti di incapaci negati per fare l'università.
Questa e' la classica fesseria che ci raccontano per farci credere che l'universita' italiana faccia schifo.

http://casweb.ou.edu/home/news/events/bell_response_outin4.htm
http://seattletimes.nwsource.com/html/education/2009293341_graduation03m.html
http://www.npri.org/blog/a-majority-dont-graduate-unlv-or-unr-within-6-years

Potrei postare altri link, ma credo di avere reso l'idea.

Varilion
05-12-2009, 18:35
Assolutamente vero ;)
Era per dire che.... non è necessario far parte dell'Elité di Yale.

The Pein
05-12-2009, 18:40
il figlio di un mio collega e' stato accettato ad harward, legge.
il mio collega e' disperato perche' non sa come fare a pagare, mi dice che il tutto compreso venga sui $300,000.

Pero' dice anche che una volta uscito di li nemmeno devi cercare lavoro, lo hai gia' assicurato in uno dei migliori studi d'america con stipendi da fantascienza, questo ti permette quindi di ripagarti il mutuo che hai fatto per studiare.

Dice anche che spessissimo chi ti assume si prende cura di ripagare il debito rimanente.

E' un bel pò!!!!! :eek: :eek: :eek: :eek:
230 mila € cavolo!!!!

lowenz
05-12-2009, 19:30
A chi dice che in Italia "non vengono a cercarti per il lavoro", mica vero :fagiano:

Sempre al PoliMI gli studenti "eccellenti" sono praticamente GIA' segnalati durante la tesi ad aziende interessate (o vanno direttamente a farci la tesi).
C'è cmq un giorno ogni anno in cui puoi sottomettere il tuo curriculum DIRETTAMENTE alle aziende che vengono in visita direttamente nelle strutture dell'università.

Però devi fare capire ai professori che sei:

1) interessato
2) non semplicemente "quello che studia per prendere il bel voto all'esame"

Insomma, devi già dare l'idea di essere un lavoratore a tutti gli effetti e con tanto entusiasmo.

wisher
05-12-2009, 21:03
Sei a Chicago ed italiano......sarai mica uno del PoliMI dato che è "gemellato" con l'University of Illinois? :p

Si', sono qui proprio per il programma di doppia laurea tra PoliMI e UIC

lowenz
05-12-2009, 21:20
Si', sono qui proprio per il programma di doppia laurea tra PoliMI e UIC
Beccato :D

Tieni alto il nome del PoliMI! :O :p

Evviva Mandrioli, evviva la Sciuto, evviva Ripamonti :D

wisher
05-12-2009, 21:28
Beccato :D

Tieni alto il nome del PoliMI! :O :p

Evviva Mandrioli, evviva la Sciuto, evviva Ripamonti :D

:D
Ripamonti non l'ho mai avuto e non mi pare di averlo mai sentito nominare, cosa insegna?

gugoXX
05-12-2009, 21:33
Vi posso assicurare che, almeno per cosa ho visto io in 10 anni di lavoro, la preparazione che il Politecnico di Torino mi ha dato non ha assolutamente nulla da invidiare ad alcuna altra facolta' scientifica al mondo.
E ho lavorato, e sto lavorando, con gente che proviene da ogni parte del globo, anche americani.

lowenz
05-12-2009, 21:53
:D
Ripamonti non l'ho mai avuto e non mi pare di averlo mai sentito nominare, cosa insegna?
Elettronica digitale, quindi se sei un "informatico puro" probabilmente non sai chi sia, ma fino a qualche anno fa era il direttore didattico del DEI :p

sommojames
05-12-2009, 23:27
Yale non è la "migliore", è "esclusiva" semmai.

Mica è il MIT.

Per le tecnologie Stanford si mangia il MIT a colazione.

Scalor
06-12-2009, 09:26
A chi dice che in Italia "non vengono a cercarti per il lavoro", mica vero :fagiano:

Sempre al PoliMI gli studenti "eccellenti" sono praticamente GIA' segnalati durante la tesi ad aziende interessate (o vanno direttamente a farci la tesi).
C'è cmq un giorno ogni anno in cui puoi sottomettere il tuo curriculum DIRETTAMENTE alle aziende che vengono in visita direttamente nelle strutture dell'università.

Però devi fare capire ai professori che sei:

1) interessato
2) non semplicemente "quello che studia per prendere il bel voto all'esame"

Insomma, devi già dare l'idea di essere un lavoratore a tutti gli effetti e con tanto entusiasmo.

si, è vero anche in altre università si fa così non solo al polimi, ad alcuni telefonano a casa direttamente le aziende, ma c'è un piccolo problema..... normalmente la sede di lavoro..... è a qualche migliaio di KM di distanza ! e di avvicinarsi successivamente nemmeno l'ipotesi visto che sedi piu vicine normalmente non ne esistono.
e tra vitto alloggio viaggi avanti e indietro....con lo stipendio base.... in a conti fatti tasca rimane una fava !
e uno finito i corsi vorrebbe anche pensare a mettere su .. famiglia. :read:

lowenz
06-12-2009, 10:43
e uno finito i corsi vorrebbe anche pensare a mettere su .. famiglia. :read:
Dipende da quali sono i tuoi obiettivi e da un'analisi SENSATA di quello che sai fare meglio (non tutti sanno condurre una famiglia, non raccontiamoci FAVOLE solo perchè è bello, gay compresi: lo preciso perchè sennò tornano le solite critiche "Eh ma tu ce l'hai col modello tradizionale", no io ce l'ho con gli incapaci che si mettono in testa di essere capaci e mentono a se stessi pur di "seguire il modello comune").

fabio80
06-12-2009, 10:45
A chi dice che in Italia "non vengono a cercarti per il lavoro", mica vero :fagiano:

Sempre al PoliMI gli studenti "eccellenti" sono praticamente GIA' segnalati durante la tesi ad aziende interessate (o vanno direttamente a farci la tesi).
C'è cmq un giorno ogni anno in cui puoi sottomettere il tuo curriculum DIRETTAMENTE alle aziende che vengono in visita direttamente nelle strutture dell'università.

Però devi fare capire ai professori che sei:

1) interessato
2) non semplicemente "quello che studia per prendere il bel voto all'esame"

Insomma, devi già dare l'idea di essere un lavoratore a tutti gli effetti e con tanto entusiasmo.

sì ok lavoro lo trovi subito ma il salario fa schifo uguale rispetto anche solo alla media europea

lowenz
06-12-2009, 10:52
sì ok lavoro lo trovi subito ma il salario fa schifo uguale rispetto anche solo alla media europea
Ma tu devi gioire di essere un ingegnere :O :D

fabio80
06-12-2009, 10:54
Ma tu devi gioire di essere un ingegnere :O :D

è quello che mi dicono, davvero :D

e le opportunità e vedrai ma un domani ma loro guadagneranno sempre uguale

STRONZATE:read:

a dare retta a loro uno lascia la casa materna a 50 anni

e poi sono dell'idea che le responsabilità si paghino

Traveller23
06-12-2009, 10:57
è quello che mi dicono, davvero :D

e le opportunità e vedrai ma un domani ma loro guadagneranno sempre uguale

STRONZATE:read:

a dare retta a loro uno lascia la casa materna a 50 anni

e poi sono dell'idea che le responsabilità si paghino

buona domenica eh :D

lowenz
06-12-2009, 10:57
è quello che mi dicono, davvero :D

e le opportunità e vedrai ma un domani ma loro guadagneranno sempre uguale

STRONZATE:read:

a dare retta a loro uno lascia la casa materna a 50 anni

e poi sono dell'idea che le responsabilità si paghino
Dipende dalla vita che vuoi e quanti mutui vuoi :asd:

Un ingegnere poi giustamente in quanto tale sa OTTIMIZZARE senza ideologie di mezzo, quindi un punto di minimo locale può anche essere restare in casa fino a 50 anni :sofico:

Ragiona da ingegnere, non da uomo! :D

Traveller23
06-12-2009, 10:59
Dipende dalla vita che vuoi e quanti mutui vuoi :asd:

Un ingegnere poi giustamente in quanto tale sa OTTIMIZZARE senza ideologie di mezzo, quindi un punto di minimo locale può anche essere restare in casa fino a 50 anni :sofico:

Ragiona da ingegnere, non da uomo! :D

e chissa' come ragiona un ingegnere donna :sofico:

lowenz
06-12-2009, 11:02
e chissa' come ragiona un ingegnere donna :sofico:
Ottimizza cercando di fregare un ingegnere maschio, mi pare ovvio! :sofico: :sofico: :sofico:

Traveller23
06-12-2009, 11:09
Ottimizza cercando di fregare un ingegnere maschio, mi pare ovvio! :sofico: :sofico: :sofico:

Ma l'ingegnere maschio non e' povero? Non conviene :D

lowenz
06-12-2009, 11:10
Ma l'ingegnere maschio non e' povero? Non conviene :D
Sì ma è giuggiolone e mammone, quindi non oppone resistenza alcuna non sapendo niente di donne :asd:

"Mio piccolo tenero nerdino, quanto ti voglio bene!" :D

Insomma, va sul sicuro :sofico:

fabio80
06-12-2009, 11:12
Sì ma è giuggiolone e mammone, quindi non oppone resistenza alcuna non sapendo niente di donne :asd:

Insomma, va sul sicuro :sofico:

tu non sai niente di donne, al limite. :O

e per rispondere alla prima domanda, niente mutui e salassi, ho in serb una bella sorpresa per l'azienda "ma vedrai un domani" :D

Traveller23
06-12-2009, 11:17
tu non sai niente di donne, al limite. :O

e per rispondere alla prima domanda, niente mutui e salassi, ho in serb una bella sorpresa per l'azienda "ma vedrai un domani" :D

Una anticipazione? :D

Scalor
06-12-2009, 12:18
e chissa' come ragiona un ingegnere donna :sofico:

la donna ragiona molto di piu dell'uomo visto che durante i corsi ho visto donne vestite da pantofolaie le stesse che agli esami o ai colloqui di lavoro si presentano in minigonna, mostrano accavallamento con scosciata, davanzale mezzo di fuori e occhi da cerbiatto ! :D

fabio80
06-12-2009, 12:28
la donna ragiona molto di piu dell'uomo visto che durante i corsi ho visto donne vestite da pantofolaie le stesse che agli esami o ai colloqui di lavoro si presentano in minigonna, mostrano accavallamento con scosciata, davanzale mezzo di fuori e occhi da cerbiatto ! :D

poi si accorgono che anche a fare le mignotte resteranno sempre un giro indietro, e la parità è ristabilita :cool:

lowenz
06-12-2009, 12:36
poi si accorgono che anche a fare le mignotte resteranno sempre un giro indietro, e la parità è ristabilita :cool:
Oppure quando diventano mamme invertono la fase di 180°.

E' inconcepibile per un maschio, ma avviene proprio così!
E loro stesse rinnegano se stesse :D

Sarà che questa cosa è utile evoluzionisticamente.....anzi sicuramente è così.

fabio80
06-12-2009, 12:38
Oppure quando diventano mamme invertono la fase di 180°.

E' inconcepibile per un maschio, ma avviene proprio così!
E loro stesse rinnegano se stesse :D

Sarà che questa cosa è utile evoluzionisticamente.....anzi sicuramente è così.

si dice pigreco, non 180 ° :O

Scalor
06-12-2009, 12:43
Oppure quando diventano mamme invertono la fase di 180°.

E' inconcepibile per un maschio, ma avviene proprio così!
E loro stesse rinnegano se stesse :D

Sarà che questa cosa è utile evoluzionisticamente.....anzi sicuramente è così.

:ubriachi:

lowenz
06-12-2009, 12:43
si dice pigreco, non 180 ° :O
Hai ragione :(

Per penintenza vado a fattorizzare una matrice 20000x20000 :cry:

lowenz
09-12-2009, 09:10
Test "a crocette" adattativi al PC come il GMAT
M'hai incuriosito, iscritto al sito e vediamo come è 'sto test :D

Traveller23
09-12-2009, 09:13
M'hai incuriosito, iscritto al sito e vediamo come è 'sto test :D

E fu cosi' che lowenz divenne un fan dei test a crocette :D

Toyo
09-12-2009, 13:08
si dice pigreco, non 180 ° :O
pigreco radianti se vuoi dirla proprio come si deve:D

ServiceXone
09-12-2009, 13:24
l'universita' occidentale sta' diventando troppo esasperata, perche' ci sono troppi iscirtti.
oramai la laurea del 2010 e' come la 3a media del 1960 :sofico:

e cosa verra' fuori da un universita' molto difficile e selettiva ? :rolleyes:

solo i migliori ? o solo i sopravvisuti ?

imho ogni agricoltore sa' che i pomodori buoni sono quelli cresciuti con il concime buono,
viceversa le erbe cresciute in ambiente difficile saranno solo gramigne selvatiche. :asd:

prepariamoci gente :asd:

Dream_River
09-12-2009, 13:31
È una cosa ridicola.

Al massimo un test a crocette può essere fatto per scremare, ma poi l'ammissione vera e propria dovrebbe essere fatta con un esame serio.

Io metterei il test d'ammissione in tutte le facoltà, e per chi non ha i requisiti minimi metterei dei corsi propedeutici. Cosí si potrebbe alzare un po' il livello, senza discriminare nessuno (visto che per chi non ha i requisiti ci sarebbero i corsi).

O più semplicemente basterebbe alzare il livello richiesto agli studenti lasciando che quelli meno adatti o si danno una mossa per conto loro e se non lo fanno ne pagherebbero le conseguenze, così le università invece di pardere soldi ne acquisirebbero grazie alle rette di coloro che ci hanno provato (Almeno fino a quando le università continueranno a riceve gli aiuti da pantalone)

Condivido invece il ribrezzo per i test a crocette, buoni solo a formare calcolatrici e libri con le gambe

Comunque se il dirscorso rimane circoscritto all'università in se e per se, non penso che abbiamo molto da imparare dalle università americane considerando che, sebbene spesso ciò venga ignorato, l'università non è fatta solo di facoltà scientifiche, anzi

:dissident:
09-12-2009, 17:11
Ma tu devi gioire di essere un ingegnere :O :D

:(

Che triste natura

:asd: