CYRANO
03-12-2009, 15:56
LA RIVOLTA DEL NORD. A Padova oltre 200 primi cittadini di Veneto, Lombardia e Piemonte in assise su Patto di stabilità, rimborsi Ici e Irpef
Variati e Dalla Via in prima fila nella battaglia «Vogliamo parlare con Fini e il ministro Tremonti» Scontro con l'Anci Veneto: «Richieste superate» 03/12/2009
I sindaci del nord suonano la carica. Il 9 dicembre marceranno su Roma, per occupare pacificamente Montecitorio e palazzo Chigi finché non saranno ascoltati dal presidente della Camera Gianfranco Fini e dal governo. A Padova ieri mattina erano oltre duecento da Veneto, Lombardia e Piemonte. Sono i sindaci del federalismo fiscale, del 20% Irpef ai Comuni, angosciati dai bilanci sempre più poveri, dal Patto di stabilità sempre più cinico e crudele, dai trasferimenti statali sempre più miseri. Il piatto piange nei municipi, e i primi cittadini alzano la voce, anche a costo di entrare in rotta di collisione con l'Anci Veneto: sì, proprio l'associazione dei Comuni.
L'ALLARME DI VARIATI. In prima fila continua ad agitarsi la fascia tricolore del vicentino Achille Variati, che attacca: «Il Patto di stabilità per il 2010 crea l'impossibilità di assumere nuovi mutui per opere pubbliche, riduzione delle spese obbligatorie, come quella per il personale, oppure attuazione di manovre scorrette, come dilazionare i pagamenti dei lavori già appaltati. All'unanimità abbiamo deciso di tornare a Roma mercoledì 9 dicembre, a discussione sulla legge finanziaria ancora aperta. Chiederemo di parlare con il presidente della Camera Fini e con il ministro Tremonti. Abbiamo capito che l'Anci è ingessato. Noi non possiamo aspettare i tempi della politica che attanagliano anche l'associazione. Saremo tutti a Roma con la fascia per restarvi fino a quando Governo e Parlamento non ci avranno dato ascolto. Non possiamo ridurci a fare i liquidatori fallimentari del Comune che è l'ente più vicino ai bisogni dei cittadini».
MINOR GETTITO ICI. A toni non dissimili ricorre anche Luigi Dalla Via, sindaco di Schio: «Non c'è altro tempo da perdere perché la situazione dei Comuni è sempre più drammatica e a pagare saranno i cittadini. È inaccettabile: ci troviamo di fronte a tagli sempre più pesanti dei trasferimenti e regna l'incertezza sui rimborsi per il minor gettito dell'Ici. E i vincoli del Patto di stabilità impediscono di utilizzare le risorse che sono in cassa, punendo in primo luogo Comuni virtuosi come il nostro».
LO SCONTRO CON L'ANCI. «Eravamo stati invitati - spiega Giorgio Dal Negro, presidente Anci Veneto - ma non abbiamo partecipato perché riteniamo inutili e sorpassate le motivazioni della protesta». Il riferimento è alla battaglia per l'assegnazione del 20% Irpef ai Comuni. «Parlino con chi vogliono - va avanti Dal Negro - ma la trattativa ufficiale è la nostra con i vertici di governo. L'Anci tende alla compensazione Ici e alla modifica del Patto di stabilità per gli investimenti, secondo la linea tracciata dal presidente Chiamparino. Tutte le altre linee sono estemporanee forse anche condivisibili, ma vecchie».
Gian Marco Mancassola
giornale di vicenza
Cmlamlzmlamlza
Variati e Dalla Via in prima fila nella battaglia «Vogliamo parlare con Fini e il ministro Tremonti» Scontro con l'Anci Veneto: «Richieste superate» 03/12/2009
I sindaci del nord suonano la carica. Il 9 dicembre marceranno su Roma, per occupare pacificamente Montecitorio e palazzo Chigi finché non saranno ascoltati dal presidente della Camera Gianfranco Fini e dal governo. A Padova ieri mattina erano oltre duecento da Veneto, Lombardia e Piemonte. Sono i sindaci del federalismo fiscale, del 20% Irpef ai Comuni, angosciati dai bilanci sempre più poveri, dal Patto di stabilità sempre più cinico e crudele, dai trasferimenti statali sempre più miseri. Il piatto piange nei municipi, e i primi cittadini alzano la voce, anche a costo di entrare in rotta di collisione con l'Anci Veneto: sì, proprio l'associazione dei Comuni.
L'ALLARME DI VARIATI. In prima fila continua ad agitarsi la fascia tricolore del vicentino Achille Variati, che attacca: «Il Patto di stabilità per il 2010 crea l'impossibilità di assumere nuovi mutui per opere pubbliche, riduzione delle spese obbligatorie, come quella per il personale, oppure attuazione di manovre scorrette, come dilazionare i pagamenti dei lavori già appaltati. All'unanimità abbiamo deciso di tornare a Roma mercoledì 9 dicembre, a discussione sulla legge finanziaria ancora aperta. Chiederemo di parlare con il presidente della Camera Fini e con il ministro Tremonti. Abbiamo capito che l'Anci è ingessato. Noi non possiamo aspettare i tempi della politica che attanagliano anche l'associazione. Saremo tutti a Roma con la fascia per restarvi fino a quando Governo e Parlamento non ci avranno dato ascolto. Non possiamo ridurci a fare i liquidatori fallimentari del Comune che è l'ente più vicino ai bisogni dei cittadini».
MINOR GETTITO ICI. A toni non dissimili ricorre anche Luigi Dalla Via, sindaco di Schio: «Non c'è altro tempo da perdere perché la situazione dei Comuni è sempre più drammatica e a pagare saranno i cittadini. È inaccettabile: ci troviamo di fronte a tagli sempre più pesanti dei trasferimenti e regna l'incertezza sui rimborsi per il minor gettito dell'Ici. E i vincoli del Patto di stabilità impediscono di utilizzare le risorse che sono in cassa, punendo in primo luogo Comuni virtuosi come il nostro».
LO SCONTRO CON L'ANCI. «Eravamo stati invitati - spiega Giorgio Dal Negro, presidente Anci Veneto - ma non abbiamo partecipato perché riteniamo inutili e sorpassate le motivazioni della protesta». Il riferimento è alla battaglia per l'assegnazione del 20% Irpef ai Comuni. «Parlino con chi vogliono - va avanti Dal Negro - ma la trattativa ufficiale è la nostra con i vertici di governo. L'Anci tende alla compensazione Ici e alla modifica del Patto di stabilità per gli investimenti, secondo la linea tracciata dal presidente Chiamparino. Tutte le altre linee sono estemporanee forse anche condivisibili, ma vecchie».
Gian Marco Mancassola
giornale di vicenza
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