dantes76
29-11-2009, 18:30
Avviso di garanzia al Premier annunciato dai giornali vicini a Berlusconi e smentito dalle toghe. Altra giornata di ordinaria follia
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ieri, 28 novembre 2009 17:54
Una ordinaria giornata di follia. Apri i giornali e leggi, allibito, che si racconta di un avviso di garanzia pervenuto a Silvio Berlusconi. La maggior parte delle testate, tuttavia, è cauta, non dà per scontata l’iniziativa della magistratura ma la considera molto probabile, al contrario i quotidiani vicini al Premier, in testa Il Giornale della famiglia Berlusconi, riferisce la notizia come un dato di fatto assodato. Libero fa altrettanto, prima pagina su tutte le colonne. Un bollettino di guerra. Il Foglio, solitamente in seconda fila, tiene in prima una serie di articoli collegati alle vicende Berlusconi. Insomma, è la resa dei conti.
Le indiscrezioni relative alle indagini sulle stragi di mafia del '93 finiscono nelle prime pagine dei quotidiani che si concentrano sulle dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza e sul nome di Silvio Berlusconi, che verrebbe citato dallo stesso in riferimento a quanto saputo dai boss di Brancaccio.
'Il Giornale', sopra una fotografia del Cavaliere, titola "Se questo e' un mafioso" con un sommario che recita: "In arrivo l'avviso di garanzia basato sui deliri dei pentiti". E l'editoriale del direttore Vittorio Feltri inizia così: "Impossibile crederci. Berlusconi indagato per mafia e' semplicemente assurdo".
'La Repubblica' ospita sotto l'apertura di prima pagina la seconda puntata dell'inchiesta di Attilio Bolzoni e Giuseppe D'Avanzo, dal titolo "L'asso nella manica dei boss Graviano i soldi al Cavaliere". Vi si legge, fra l'altro, che il presidente del Consiglio "può mettere fin da ora nel conto che sarà indagato, se già non lo e' a Firenze".
Non e' un'ipotesi, questa, ma una certezza, secondo 'Libero' che dedica l'apertura a tutta pagina al titolo 'Silvio indagato per mafia', sopra l'articolo, dedicato in particolare alle incoerenze che emergono dagli interrogatori di Spatuzza, di Gianluigi Nuzzi, secondo il quale nel registro degli indagati figura anche il senatore Marcello Dell'Utri.
Sulla base di una premessa, che risulterà destituita di fondamento, Il Giornale dedica ben undici pagine all’argomento, affidando inchieste ai suoi giornalisti sulle inchieste pilotate dai magistrati, i testi manovrati, giudici che escono allo scoperto. Viene spiegato con dettagli e analisi accurate che l’obiettivo non è giungere ad un verdetto ma di ribaltare il governo.
E’ in corso, si legge nei titoli delle pagine interne, un assalto definitivo al governo da parte del pool anti-Cav. Un regolamento di conti, è questa la sensazione che il lettore ha, perché le undici pagine di sabato sono state precedute da annunci, denunce, avvertimenti sulle manovre in corso da parte delle toghe rosse. La magistratura custodirebbe nel suo interno nicchie confortevoli per eversori, ideologi della rivoluzione “legale”, golpisti eccetera.
La cosa sorprendente è che tutto ciò che viene dato per certo dal Giornale di famiglia e Libero viene smentito da Silvio Berlusconi prima e dalla Procura di Firenze poi. Una bufala, dunque. E allora perché quei rulli di tamburi, il richiamo alla guerra santa, la chiamata alle armi, la mobilitazione?
Creare una tensione che prepari l’opinione pubblica ad annunci “gravi” da parte della magistratura, non c’è dubbi. Una tecnica comunicazionale che trasforma in premeditazione un eventuale avviso di garanzia. Oppure un tentativo di “sbarrare” il passo ad iniziative di questo tipo, mettendo in campo un frangiflutti “politico” e “popolare” robusto e sprovvisto di indulgenza verso chi scegliesse questa strada.
Sono illazioni, d’accordo, ma che cosa pensare, quando la stampa vicina al Cav mette in campo notizie lugubri sul conto del Cav destituite di fondamento?
Altro che abbassare i toni, si tenta a drammatizzarle e creare le condizioni per uno scontro che no sarà da guerra civile, ma da guerra fra le istituzioni dello Stato.
“Le voci di cui si parla sono ''infondate'' e ''infamanti''. avrebbe evidenziato il presidente del consiglio Silvio Berlusconi incontrando i giovani del Pdl del circolo di Olbia-Tempio, secondo una nota di Adn Kronos. Il premier, secondo quanto riferito da alcuni partecipanti al comizio improvvisato, avrebbe aggiunto: non capisco come si fa a pensare una cosa del genere e quali sarebbero state le mie motivazioni. Il riferimento e' al presunto coinvolgimento del premier in fatti che potrebbero configurare il concorso esterno di associazione mafiosa.
Più tardi un’altra nota dell'ufficio stampa di Mediaset: "Con riferimento alle affermazioni gravemente diffamatorie contenute in un articolo odierno di Repubblica in cui si insinua che il 20% di Mediaset appartenga alla mafia, Mediaset agirà giudizialmente contro gli autori dell'articolo e il direttore responsabile di Repubblica". "L'azione verrà effettuata a tutela dell'onore e della reputazione di una società quotata al cui capitale partecipano primari investitori istituzionali, nazionali e internazionali, e più di 200.000 risparmiatori italiani", conclude la nota.
Infine la puntualizzazione della Procura della Repubblica di Firenze: "Berlusconi e Dell'Utri non sono indagati. Non ci sono iscrizioni di questo tipo. Quello che scrive 'Libero' non e' vero". Così il procuratore capo di Firenze, Giuseppe Quattrocchi ha risposto ai giornalisti che gli domandavano se il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il senatore Marcello Dell'Utri fossero iscritti nel registro degli indagati della Procura di Firenze per mafia, come riportato stamani dal quotidiano 'Libero'.
Che cosa pensare?
Il bersaglio non è l’avviso di garanzia, ma le indagini delle Procure di Firenze, Palermo e Caltanissetta. Su di esse già nel giugno dello scorso anno il Presidente del Consiglio offrì alcune pubbliche considerazioni, sospettando il tentativo eversivo delle toghe rosse.
Source: ItaliaInformazioni | Avviso di...a giornata di ordinaria follia (http://www.italiainformazioni.com/articoloLight.zsp?id=72810) http://copycat.kodeware.net/16.png (http://copycat.kodeware.net)
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Una ordinaria giornata di follia. Apri i giornali e leggi, allibito, che si racconta di un avviso di garanzia pervenuto a Silvio Berlusconi. La maggior parte delle testate, tuttavia, è cauta, non dà per scontata l’iniziativa della magistratura ma la considera molto probabile, al contrario i quotidiani vicini al Premier, in testa Il Giornale della famiglia Berlusconi, riferisce la notizia come un dato di fatto assodato. Libero fa altrettanto, prima pagina su tutte le colonne. Un bollettino di guerra. Il Foglio, solitamente in seconda fila, tiene in prima una serie di articoli collegati alle vicende Berlusconi. Insomma, è la resa dei conti.
Le indiscrezioni relative alle indagini sulle stragi di mafia del '93 finiscono nelle prime pagine dei quotidiani che si concentrano sulle dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza e sul nome di Silvio Berlusconi, che verrebbe citato dallo stesso in riferimento a quanto saputo dai boss di Brancaccio.
'Il Giornale', sopra una fotografia del Cavaliere, titola "Se questo e' un mafioso" con un sommario che recita: "In arrivo l'avviso di garanzia basato sui deliri dei pentiti". E l'editoriale del direttore Vittorio Feltri inizia così: "Impossibile crederci. Berlusconi indagato per mafia e' semplicemente assurdo".
'La Repubblica' ospita sotto l'apertura di prima pagina la seconda puntata dell'inchiesta di Attilio Bolzoni e Giuseppe D'Avanzo, dal titolo "L'asso nella manica dei boss Graviano i soldi al Cavaliere". Vi si legge, fra l'altro, che il presidente del Consiglio "può mettere fin da ora nel conto che sarà indagato, se già non lo e' a Firenze".
Non e' un'ipotesi, questa, ma una certezza, secondo 'Libero' che dedica l'apertura a tutta pagina al titolo 'Silvio indagato per mafia', sopra l'articolo, dedicato in particolare alle incoerenze che emergono dagli interrogatori di Spatuzza, di Gianluigi Nuzzi, secondo il quale nel registro degli indagati figura anche il senatore Marcello Dell'Utri.
Sulla base di una premessa, che risulterà destituita di fondamento, Il Giornale dedica ben undici pagine all’argomento, affidando inchieste ai suoi giornalisti sulle inchieste pilotate dai magistrati, i testi manovrati, giudici che escono allo scoperto. Viene spiegato con dettagli e analisi accurate che l’obiettivo non è giungere ad un verdetto ma di ribaltare il governo.
E’ in corso, si legge nei titoli delle pagine interne, un assalto definitivo al governo da parte del pool anti-Cav. Un regolamento di conti, è questa la sensazione che il lettore ha, perché le undici pagine di sabato sono state precedute da annunci, denunce, avvertimenti sulle manovre in corso da parte delle toghe rosse. La magistratura custodirebbe nel suo interno nicchie confortevoli per eversori, ideologi della rivoluzione “legale”, golpisti eccetera.
La cosa sorprendente è che tutto ciò che viene dato per certo dal Giornale di famiglia e Libero viene smentito da Silvio Berlusconi prima e dalla Procura di Firenze poi. Una bufala, dunque. E allora perché quei rulli di tamburi, il richiamo alla guerra santa, la chiamata alle armi, la mobilitazione?
Creare una tensione che prepari l’opinione pubblica ad annunci “gravi” da parte della magistratura, non c’è dubbi. Una tecnica comunicazionale che trasforma in premeditazione un eventuale avviso di garanzia. Oppure un tentativo di “sbarrare” il passo ad iniziative di questo tipo, mettendo in campo un frangiflutti “politico” e “popolare” robusto e sprovvisto di indulgenza verso chi scegliesse questa strada.
Sono illazioni, d’accordo, ma che cosa pensare, quando la stampa vicina al Cav mette in campo notizie lugubri sul conto del Cav destituite di fondamento?
Altro che abbassare i toni, si tenta a drammatizzarle e creare le condizioni per uno scontro che no sarà da guerra civile, ma da guerra fra le istituzioni dello Stato.
“Le voci di cui si parla sono ''infondate'' e ''infamanti''. avrebbe evidenziato il presidente del consiglio Silvio Berlusconi incontrando i giovani del Pdl del circolo di Olbia-Tempio, secondo una nota di Adn Kronos. Il premier, secondo quanto riferito da alcuni partecipanti al comizio improvvisato, avrebbe aggiunto: non capisco come si fa a pensare una cosa del genere e quali sarebbero state le mie motivazioni. Il riferimento e' al presunto coinvolgimento del premier in fatti che potrebbero configurare il concorso esterno di associazione mafiosa.
Più tardi un’altra nota dell'ufficio stampa di Mediaset: "Con riferimento alle affermazioni gravemente diffamatorie contenute in un articolo odierno di Repubblica in cui si insinua che il 20% di Mediaset appartenga alla mafia, Mediaset agirà giudizialmente contro gli autori dell'articolo e il direttore responsabile di Repubblica". "L'azione verrà effettuata a tutela dell'onore e della reputazione di una società quotata al cui capitale partecipano primari investitori istituzionali, nazionali e internazionali, e più di 200.000 risparmiatori italiani", conclude la nota.
Infine la puntualizzazione della Procura della Repubblica di Firenze: "Berlusconi e Dell'Utri non sono indagati. Non ci sono iscrizioni di questo tipo. Quello che scrive 'Libero' non e' vero". Così il procuratore capo di Firenze, Giuseppe Quattrocchi ha risposto ai giornalisti che gli domandavano se il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il senatore Marcello Dell'Utri fossero iscritti nel registro degli indagati della Procura di Firenze per mafia, come riportato stamani dal quotidiano 'Libero'.
Che cosa pensare?
Il bersaglio non è l’avviso di garanzia, ma le indagini delle Procure di Firenze, Palermo e Caltanissetta. Su di esse già nel giugno dello scorso anno il Presidente del Consiglio offrì alcune pubbliche considerazioni, sospettando il tentativo eversivo delle toghe rosse.
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