Ja]{|e
28-11-2009, 12:13
Belpietro cacca pupù
LINK+VIDEO (http://tg24.sky.it/tg24/politica/2009/11/28/berlusconi_mafia_giornale_libero.html)
Mafia, Firenze: Berlusconi e dell'Utri non sono indagati
La Procura di Firenze smentisce la notizia riportata da Libero. Secondo il quotidiano sarebbero indagati già da metà ottobre. L'accusa sarebbe di essere i mandanti esterni delle stragi del '93. Il premier: mi sono occupato di mafia solo per le barzellette
"Non ci sono iscrizioni di questo tipo. Non sono indagati". Così il procuratore capo della procura di Firenze, Giuseppe Quattrocchi, risponde ai giornalisti in merito alle notizie apparse oggi sul quotidiano
Libero rispetto al fatto che Silvio Berlusconi e dell'Utri sarebbero indagati per mafia dalla procura di Firenze. Quattrocchi taglia corto dicendo: "Libero può scrivere quello che vuole".
Libero, il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro oggi infatti titola: "Silvio indagato per mafia". "Nell'inchiesta per mafia - scrive Gianluigi Nuzzi - il senatore Marcello Dell'Utri e il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sono indagati per mafia. L'accelerazione è avvenuta a metà ottobre".
Anche il quotidiano Il Giornale dedica spazio alla notizia, ma i toni sono diversi.
"Iscrizione di Berlusconi sul registro degli indagati e - tra pochi giorni, forse oggi stesso - avviso di garanzia". Lo scrive Vittorio Feltri in un editoriale di prima pagina.
Il quotidiano apre con la foto del presidente del consiglio accompagnata dallo strillo 'Se questo è un mafioso'. Sottotitolo: "In arrivo l'avviso di garanzia basato sui deliri dei pentiti: 'Berlusconi fece fare le stragi'.
Per quale motivo? Non c'è risposta. Infatti, è un'idiozia". Occhiello: "L'ultima follia dei magistrati"
"Escludiamo nel modo più deciso che sia in arrivo un qualsiasi atto correlato alle indagini di Firenze e Palermo". Cosi il portavoce del premier Silvio Berlusconi ha risposto al telefono a chi gli chiedeva un commento sull'ipotesi ventilata da alcuni organi di informazione. "Non esiste. E' fin troppo facile smentire ciò che non c'è"', ha aggiunto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio.
Commenta la notizia anche il premier Silvio Berlusconi. "C'è qualcuno che dice che mi sono molto occupato di mafia, a partire dal '92. E' vero: sulla mafia ho raccontato molte storielle...". E' stata questa, a quanto si apprende, la battuta che il presidente del Consiglio ha dedicato alle indiscrezioni giudiziarie difusesi nel corso della serata e che lo riguardano. Il Presidente del Consiglio ha scelto, dunque, di replicare con ironia ai boatos circa avvisi di garanzia relativi a inchieste di mafia.
Ecco l'articolo con le rettifiche:
LINK (http://www.libero-news.it/webeditorials/view/3782)
BERLUSCONI INDAGATO PER MAFIA
FIRENZE SMENTISCE COME DA COPIONE
Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri non sono indagati nell'inchiesta riaperta a Firenze sulle stragi di mafia del '93. Lo ha detto il procuratore capo di Firenze, Giuseppe Quattrocchi, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano un commento al nostro titolo. La smentita della procura è scontata e arriva come da copione. «Non ci sono iscrizioni di questo tipo», ha risposto Quattrocchi. Ce lo si aspettava. Ecco perché.
di Gianluigi Nuzzi - Nell’inchiesta per mafia, il senatore Marcello Dell’Utri e il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sono indagati dalla procura di Firenze. L’accelerazione è avvenuta a metà ottobre. Esattamente tra il 13 e il 22 quando i magistrati modificano il fascicolo che contiene gli atti dell’inchiesta. Il procedimento passa da un’indagine contro ignoti a un procedimento con degli indagati. Un salto testimoniato dall’incalzare dei fatti. Il 13 ottobre arriva in procura una corposa relazione della Dia di Roma che indica riscontri fotografici a dei dettagli ricordati dal pentito Gaspare Spatuzza che per gli inquirenti dovrebbero suggellare l’incontro con Giuseppe Graviano al bar Doney a Roma nel gennaio 1994 proprio in concomitanza con la fondazione di Forza Italia. Durante l’appuntamento il boss si sarebbe confidato sul presunto accordo “politico” tra Stato e Cosa Nostra. Il nuovo interlocutore? Eccolo, Berlusconi. «Graviano», racconta Spatuzza, «era molto felice, disse che avevamo ottenuto tutto e che queste persone non erano come quei quattro crasti dei socialisti. La persona grazie alla quale avevamo ottenuto tutto era Berlusconi e c'era di mezzo un nostro compaesano, Dell’Utri. Ci siamo messi il Paese nelle mani».
Le risultanze investigative spingono i magistrati a iscrivere nel registro degli indagati i due nomi. Sicuramente oggi i pubblici ministeri smentiranno la notizia. Potranno farlo in qualche modo perché per proteggere la scelta investigativa si è seguito un accorgimento tecnico previsto dal Codice in casi di particolari rilevanza e delicatezza: l’iscrizione virtuale. Una sorta di iscrizione top secret, che non compare nel registro ufficiale. Un espediente già utilizzato in indagini di mafia dai colleghi siciliani. L’effetto però è evidente. Giovedì 22 il pentito Giovanni Ciaramitaro si affianca a Spatuzza e punta l’indice contro il premier: «Berlusconi e altri politici», accusa, «stavano dietro le stragi». E nel verbale compare il nuovo numero del fascicolo n 11531/09 mod. 21; prima erano due diversi faldoni contro ignoti.
Ma Firenze non è l’unica città a indagare per concorso in strage o concorso esterno su personaggi eccellenti o in Parlamento. Anche Palermo (n.9145/08) e Caltanisetta (n.1595/08) hanno aperto i classici procedimenti a modello 21 contro noti. E chi sono i nomi dei nuovi indagati in questi procedimenti se si considera che tutti i pentiti stanno indicando agli inquirenti unicamente i nomi di Berlusconi e Dell’Utri? Alla domanda non c’è risposta certa. Di sicuro, anche in questo caso i pubblici ministeri sono ricorsi a iscrizioni criptate o virtuali per impedire la divulgazione della notizia. Il ricorso a lettere dell’alfabeto greco era già stato l’escamotage utilizzato qualche anno fa quando già si era indagato sui due politici per poi giungere a un’archiviazione del procedimento. Del resto, bisogna sottolineare che di fronte a questo concerto, seppur contraddittorio, di pentiti che puntano l’indice contro il premier è quasi automatica l’iscrizione, seppur virtuale, nel registro degli indagati. Un atto dovuto imposto dal Codice se si considera che sono ormai sedici mesi che i nomi di Dell’Utri e Berlusconi piovono dalle labbra di collaboratori di giustizia come Gaspare Spatuzza. Per ora però i riscontri indicati dalla Dia nelle informative offrono dettagli terzi lontani dal sostenere la credibilità piena dei racconti. I riscontri che vorrebbero sostenere l’architrave puntellata contro Berlusconi. Insomma, manca il secondo passaggio, quello decisivo. Ma di fronte alla tempesta agitata dai collaboratori le procure non potevano più procedere in un mare di omissis, sempre e comunque contro ignoti.
gianluigi.nuzzi@libero-news.eu
LINK+VIDEO (http://tg24.sky.it/tg24/politica/2009/11/28/berlusconi_mafia_giornale_libero.html)
Mafia, Firenze: Berlusconi e dell'Utri non sono indagati
La Procura di Firenze smentisce la notizia riportata da Libero. Secondo il quotidiano sarebbero indagati già da metà ottobre. L'accusa sarebbe di essere i mandanti esterni delle stragi del '93. Il premier: mi sono occupato di mafia solo per le barzellette
"Non ci sono iscrizioni di questo tipo. Non sono indagati". Così il procuratore capo della procura di Firenze, Giuseppe Quattrocchi, risponde ai giornalisti in merito alle notizie apparse oggi sul quotidiano
Libero rispetto al fatto che Silvio Berlusconi e dell'Utri sarebbero indagati per mafia dalla procura di Firenze. Quattrocchi taglia corto dicendo: "Libero può scrivere quello che vuole".
Libero, il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro oggi infatti titola: "Silvio indagato per mafia". "Nell'inchiesta per mafia - scrive Gianluigi Nuzzi - il senatore Marcello Dell'Utri e il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sono indagati per mafia. L'accelerazione è avvenuta a metà ottobre".
Anche il quotidiano Il Giornale dedica spazio alla notizia, ma i toni sono diversi.
"Iscrizione di Berlusconi sul registro degli indagati e - tra pochi giorni, forse oggi stesso - avviso di garanzia". Lo scrive Vittorio Feltri in un editoriale di prima pagina.
Il quotidiano apre con la foto del presidente del consiglio accompagnata dallo strillo 'Se questo è un mafioso'. Sottotitolo: "In arrivo l'avviso di garanzia basato sui deliri dei pentiti: 'Berlusconi fece fare le stragi'.
Per quale motivo? Non c'è risposta. Infatti, è un'idiozia". Occhiello: "L'ultima follia dei magistrati"
"Escludiamo nel modo più deciso che sia in arrivo un qualsiasi atto correlato alle indagini di Firenze e Palermo". Cosi il portavoce del premier Silvio Berlusconi ha risposto al telefono a chi gli chiedeva un commento sull'ipotesi ventilata da alcuni organi di informazione. "Non esiste. E' fin troppo facile smentire ciò che non c'è"', ha aggiunto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio.
Commenta la notizia anche il premier Silvio Berlusconi. "C'è qualcuno che dice che mi sono molto occupato di mafia, a partire dal '92. E' vero: sulla mafia ho raccontato molte storielle...". E' stata questa, a quanto si apprende, la battuta che il presidente del Consiglio ha dedicato alle indiscrezioni giudiziarie difusesi nel corso della serata e che lo riguardano. Il Presidente del Consiglio ha scelto, dunque, di replicare con ironia ai boatos circa avvisi di garanzia relativi a inchieste di mafia.
Ecco l'articolo con le rettifiche:
LINK (http://www.libero-news.it/webeditorials/view/3782)
BERLUSCONI INDAGATO PER MAFIA
FIRENZE SMENTISCE COME DA COPIONE
Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri non sono indagati nell'inchiesta riaperta a Firenze sulle stragi di mafia del '93. Lo ha detto il procuratore capo di Firenze, Giuseppe Quattrocchi, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano un commento al nostro titolo. La smentita della procura è scontata e arriva come da copione. «Non ci sono iscrizioni di questo tipo», ha risposto Quattrocchi. Ce lo si aspettava. Ecco perché.
di Gianluigi Nuzzi - Nell’inchiesta per mafia, il senatore Marcello Dell’Utri e il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sono indagati dalla procura di Firenze. L’accelerazione è avvenuta a metà ottobre. Esattamente tra il 13 e il 22 quando i magistrati modificano il fascicolo che contiene gli atti dell’inchiesta. Il procedimento passa da un’indagine contro ignoti a un procedimento con degli indagati. Un salto testimoniato dall’incalzare dei fatti. Il 13 ottobre arriva in procura una corposa relazione della Dia di Roma che indica riscontri fotografici a dei dettagli ricordati dal pentito Gaspare Spatuzza che per gli inquirenti dovrebbero suggellare l’incontro con Giuseppe Graviano al bar Doney a Roma nel gennaio 1994 proprio in concomitanza con la fondazione di Forza Italia. Durante l’appuntamento il boss si sarebbe confidato sul presunto accordo “politico” tra Stato e Cosa Nostra. Il nuovo interlocutore? Eccolo, Berlusconi. «Graviano», racconta Spatuzza, «era molto felice, disse che avevamo ottenuto tutto e che queste persone non erano come quei quattro crasti dei socialisti. La persona grazie alla quale avevamo ottenuto tutto era Berlusconi e c'era di mezzo un nostro compaesano, Dell’Utri. Ci siamo messi il Paese nelle mani».
Le risultanze investigative spingono i magistrati a iscrivere nel registro degli indagati i due nomi. Sicuramente oggi i pubblici ministeri smentiranno la notizia. Potranno farlo in qualche modo perché per proteggere la scelta investigativa si è seguito un accorgimento tecnico previsto dal Codice in casi di particolari rilevanza e delicatezza: l’iscrizione virtuale. Una sorta di iscrizione top secret, che non compare nel registro ufficiale. Un espediente già utilizzato in indagini di mafia dai colleghi siciliani. L’effetto però è evidente. Giovedì 22 il pentito Giovanni Ciaramitaro si affianca a Spatuzza e punta l’indice contro il premier: «Berlusconi e altri politici», accusa, «stavano dietro le stragi». E nel verbale compare il nuovo numero del fascicolo n 11531/09 mod. 21; prima erano due diversi faldoni contro ignoti.
Ma Firenze non è l’unica città a indagare per concorso in strage o concorso esterno su personaggi eccellenti o in Parlamento. Anche Palermo (n.9145/08) e Caltanisetta (n.1595/08) hanno aperto i classici procedimenti a modello 21 contro noti. E chi sono i nomi dei nuovi indagati in questi procedimenti se si considera che tutti i pentiti stanno indicando agli inquirenti unicamente i nomi di Berlusconi e Dell’Utri? Alla domanda non c’è risposta certa. Di sicuro, anche in questo caso i pubblici ministeri sono ricorsi a iscrizioni criptate o virtuali per impedire la divulgazione della notizia. Il ricorso a lettere dell’alfabeto greco era già stato l’escamotage utilizzato qualche anno fa quando già si era indagato sui due politici per poi giungere a un’archiviazione del procedimento. Del resto, bisogna sottolineare che di fronte a questo concerto, seppur contraddittorio, di pentiti che puntano l’indice contro il premier è quasi automatica l’iscrizione, seppur virtuale, nel registro degli indagati. Un atto dovuto imposto dal Codice se si considera che sono ormai sedici mesi che i nomi di Dell’Utri e Berlusconi piovono dalle labbra di collaboratori di giustizia come Gaspare Spatuzza. Per ora però i riscontri indicati dalla Dia nelle informative offrono dettagli terzi lontani dal sostenere la credibilità piena dei racconti. I riscontri che vorrebbero sostenere l’architrave puntellata contro Berlusconi. Insomma, manca il secondo passaggio, quello decisivo. Ma di fronte alla tempesta agitata dai collaboratori le procure non potevano più procedere in un mare di omissis, sempre e comunque contro ignoti.
gianluigi.nuzzi@libero-news.eu