.marco.
22-11-2009, 10:59
già, che sarà dei ciritici del b. dopo che il b. non ci sarà (politicamente) più? Mah, sarà un triste momento per loro, certo. E per i "minzoliniani" che sarà? Ah no, loro staranno benone, si ricleranno come hanno sempre fatto. E i "terzisti"? Anche per loro sarà una pacchia. Il dopo b. sarà duro solo per quelli che lo criticano sempre, per quelli che ne "parlano solo male" :D
di E. Scalfari
[...] Qualche giorno fa Pierluigi Battista ha scritto un succoso pezzo sul Corriere della Sera dove si domandava: quando Berlusconi non ci sarà più (politicamente s'intende) che faranno tutti quei giornalisti e uomini politici abituati a vivere parlando male di lui a getto continuo? Per loro saranno guai. Riciclarsi non sarà facile. Dovranno adattarsi ad una difficile vecchiaia quando l'indignazione moralistica non avrà più corso.
La tesi di Battista non è peregrina. Qualche rischio c'è, ma è minore di quanto egli pensi. Non so per i politici, ma per i giornalisti. Li conosco meglio e so che molti di loro erano bravi assai prima dell'era berlusconiana. Vorrei però porre anch'io una domanda a Battista: che faranno, quando Berlusconi scomparirà, quei giornalisti e politici che si sono specializzati nell'agitare flabelli al suo passaggio, a inventare false notizie, a deformare quelle vere e soprattutto ad omettere, omettere e ancora una volta omettere? Che faranno i revisionisti di mestiere, gli specializzati a sostenere che il problema è un altro, che le questioni serie sono altre e chi parla male di lui peste lo colga?
E i terzisti, caro Battista? I terzisti avranno ancora qualcosa da scrivere? Vorrei esser tranquillizzato su questo punto. Comunque un posto a tavola non si nega a nessuno che abbia una buona scrittura; c'è sempre la rubrica di "Come eravamo" che può essere un dignitosissimo "pied-à-terre" per i terzisti in disarmo.
http://www.repubblica.it/2009/03/sezioni/politica/scalfari-editoriali/22novembre/22novembre.html
di E. Scalfari
[...] Qualche giorno fa Pierluigi Battista ha scritto un succoso pezzo sul Corriere della Sera dove si domandava: quando Berlusconi non ci sarà più (politicamente s'intende) che faranno tutti quei giornalisti e uomini politici abituati a vivere parlando male di lui a getto continuo? Per loro saranno guai. Riciclarsi non sarà facile. Dovranno adattarsi ad una difficile vecchiaia quando l'indignazione moralistica non avrà più corso.
La tesi di Battista non è peregrina. Qualche rischio c'è, ma è minore di quanto egli pensi. Non so per i politici, ma per i giornalisti. Li conosco meglio e so che molti di loro erano bravi assai prima dell'era berlusconiana. Vorrei però porre anch'io una domanda a Battista: che faranno, quando Berlusconi scomparirà, quei giornalisti e politici che si sono specializzati nell'agitare flabelli al suo passaggio, a inventare false notizie, a deformare quelle vere e soprattutto ad omettere, omettere e ancora una volta omettere? Che faranno i revisionisti di mestiere, gli specializzati a sostenere che il problema è un altro, che le questioni serie sono altre e chi parla male di lui peste lo colga?
E i terzisti, caro Battista? I terzisti avranno ancora qualcosa da scrivere? Vorrei esser tranquillizzato su questo punto. Comunque un posto a tavola non si nega a nessuno che abbia una buona scrittura; c'è sempre la rubrica di "Come eravamo" che può essere un dignitosissimo "pied-à-terre" per i terzisti in disarmo.
http://www.repubblica.it/2009/03/sezioni/politica/scalfari-editoriali/22novembre/22novembre.html