dantes76
17-11-2009, 14:09
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procure e pentiti. indagini sulle frasi di Grigoli
Mafia, dalla Sicilia e da Firenze
nuove insidie sul Cavaliere
«Il boss Graviano spiegò che così avevamo il Paese in mano». Attesa per la nuova testimonianza di Spatuzza
http://www.corriere.it/Media/Foto/2009/11/17/2565811--180x140.jpg
Silvio Berlusconi (Ansa)
ROMA - Secondo qualcuno abituato a leggere trasversalmente gli avvenimenti si*ciliani, perfino l’ultimo «allarme spazzatu*ra » a Palermo potrebbe assumere i conno*tati di un avvertimento a Silvio Berlusconi. Un segnale per fargli intendere che la ma*fia può manovrare i fatti fino a metterlo in difficoltà, provocando una crisi come quel*la di due anni fa a Napoli; oppure, cambian*do decisamente settore, dando il via libera a qualche nuovo pentito. Che non deve in*ventarsi nulla, solo raccontare quello che ha visto o sentito. Come sta facendo ormai da un anno e mezzo - secondo i magistra*ti che l’hanno considerato attendibile al punto da chiederne l’inserimento nell’ap*posito programma di protezione - Gaspa*re Spatuzza, ex «uomo d’onore» del quar*tiere palermitano di Brancaccio, vicinissi*mo ai fratelli Giuseppe e Filippo Graviano, giovani boss stragisti condannati a svaria*ti ergastoli che cominciano a pesare.
Spatuzza aveva già manifestato l’inten*zione di collaborare coi magistrati poco do*po la sua cattura, nel 1998, ma fece marcia indietro perché la moglie non voleva. Si li*mitò a qualche colloquio investigativo, un po’ d’indicazioni. Dieci anni dopo la mo*glie è rimasta contraria, ma lui s’è messo a verbalizzare. Con qualche batticuore, co*me ha confessato di recente, perché l’ini*zio dei suoi interrogatori è coinciso con l’ultima vittoria elettorale di Silvio Berlu*sconi: «Il soggetto che io dovevo accusare me lo trovo capo del governo!». Ha comin*ciato parlando d’altro, ha fatto riaprire l’in*dagine sulla strage di via D’Amelio e la morte di Paolo Borsellino, ma alla fine (do*po aver ottenuto il programma di protezio*ne) ha messo sul piatto anche i nomi del presidente del Consiglio e del suo principa*le collaboratore in Sicilia, prima e dopo la nascita di Forza Italia: Marcello Dell’Utri, già condannato in primo grado a nove an*ni di carcere per concorso in associazione mafiosa, in attesa del giudizio d’appello. Nel quale all’ultimo momento utile l’accu*sa ha chiamato a deporre proprio Gaspare Spatuzza.
È intorno all’imminente testimonianza dell’ultimo pentito di mafia che si addensa*no le sempre più insistenti voci sui rischi giudiziari palermitani per Silvio Berlusco*ni, che in qualche occasione li ha pubblica*mente paventati. Tutti aspettano di vedere l’esito dell’interrogatorio davanti a giudici e difensori. Spatuzza ha già riferito agli in*quirenti di Palermo - e prima a quelli di Caltanissetta e Firenze, che indagano ri*spettivamente sulle stragi mafiose del 1992 e del 1993 - che a gennaio ’94, Giu*seppe Graviano gli spiegò che le trattative politiche condotte da Cosa nostra erano fi*nalmente andate in porto: «La persona gra*zie alla quale avevamo ottenuto tutto era Berlusconi, e c’era di mezzo un nostro com*paesano, Dell’Utri. Il Graviano mi disse che grazie alla serietà di queste persone ci era*vamo messi il Paese nelle mani». Un paio di settimane dopo quel collo*quio, i fratelli Graviano furono arrestati. Non a Palermo, a Milano.
«Ho sempre re*putato molto strano che conducessero la latitanza a Milano e non nel loro quartiere, che notoriamente è il luogo più sicuro per un mafioso che deve nascondersi», ha spie*gato Spatuzza ai pubblici ministeri di Calta*nissetta, per concludere come questa e al*tre circostanze «mi hanno sempre fatto ri*tenere che i contatti politici dei Graviano fossero ubicati a Milano». A Caltanissetta Berlusconi e Dell’Utri so*no stati inquisiti per concorso in strage fi*no al 2002, quando il giudice archiviò il fa*scicolo nonostante fosse «ampiamente di*mostrata la sussistenza di varie possibilità di contatti tra uomini di Cosa nostra ed esponenti e gruppi societari controllati in vario modo dagli odierni indagati». Per an*dare a processo servivano altri elementi, che all’epoca non furono trovati. Stessa co*sa accadde a Firenze,nel 1998: s’era giunti a poter dimostrare i «rapporti non mera*mente episodici intrattenuti dai soggetti di cui si tratta (cioè Berlusconi e Dell’Utri, ndr) con i soggetti criminali cui è riferibile il programma stragista realizzato», ma non che ci fosse un legame diretto con le bombe del ’93 sul continente.
Oggi, con le dichiarazioni di Spatuzza ar*rivate mentre Berlusconi è di nuovo a ca*po del governo, quei fascicoli sono stati ri*spolverati. E i magistrati si sono messi a caccia di possibili riscontri. Appena due settimane fa, il 5 novembre, i pm di Firen*ze sono tornati da un altro pentito di ma*fia: Salvatore Grigoli, altro killer del grup*po di Brancaccio come Spatuzza. Il quale ha rivelato ciò che aveva taciuto in passato sulle confidenze ricevute da un altro «uo*mo d’onore» di Brancaccio, Nino Manga*no, prima e dopo l’arresto dei Graviano: «Mi disse che i Graviano avevano un cana*le diretto con Dell’Utri... Tutti noi fummo orientati verso il nascente movimento di Forza Italia. Preciso anche che dopo le ele*zioni tutti confidavamo in Berlusconi, e si diceva che solo lui ci poteva salvare».
(http://copycat.kodeware.net/r/91b3f06835b2da002abe7fb2fb23f4be3a446352)
Giovanni Bianconi (http://www.corriere.it/quotidiano/archivio/giovanni_bianconi.shtml)
17 novembre 2009
Source: Mafia, dalla Sicilia e da Fire...avaliere - Corriere della Sera (http://www.corriere.it/politica/09_novembre_17/mafia-sicilia-firenze-insidie-cavaliere-bianconi_aff0c806-d350-11de-a0b4-00144f02aabc.shtml) (17/11/2009) http://copycat.kodeware.net/16.png (http://copycat.kodeware.net)
procure e pentiti. indagini sulle frasi di Grigoli
Mafia, dalla Sicilia e da Firenze
nuove insidie sul Cavaliere
«Il boss Graviano spiegò che così avevamo il Paese in mano». Attesa per la nuova testimonianza di Spatuzza
http://www.corriere.it/Media/Foto/2009/11/17/2565811--180x140.jpg
Silvio Berlusconi (Ansa)
ROMA - Secondo qualcuno abituato a leggere trasversalmente gli avvenimenti si*ciliani, perfino l’ultimo «allarme spazzatu*ra » a Palermo potrebbe assumere i conno*tati di un avvertimento a Silvio Berlusconi. Un segnale per fargli intendere che la ma*fia può manovrare i fatti fino a metterlo in difficoltà, provocando una crisi come quel*la di due anni fa a Napoli; oppure, cambian*do decisamente settore, dando il via libera a qualche nuovo pentito. Che non deve in*ventarsi nulla, solo raccontare quello che ha visto o sentito. Come sta facendo ormai da un anno e mezzo - secondo i magistra*ti che l’hanno considerato attendibile al punto da chiederne l’inserimento nell’ap*posito programma di protezione - Gaspa*re Spatuzza, ex «uomo d’onore» del quar*tiere palermitano di Brancaccio, vicinissi*mo ai fratelli Giuseppe e Filippo Graviano, giovani boss stragisti condannati a svaria*ti ergastoli che cominciano a pesare.
Spatuzza aveva già manifestato l’inten*zione di collaborare coi magistrati poco do*po la sua cattura, nel 1998, ma fece marcia indietro perché la moglie non voleva. Si li*mitò a qualche colloquio investigativo, un po’ d’indicazioni. Dieci anni dopo la mo*glie è rimasta contraria, ma lui s’è messo a verbalizzare. Con qualche batticuore, co*me ha confessato di recente, perché l’ini*zio dei suoi interrogatori è coinciso con l’ultima vittoria elettorale di Silvio Berlu*sconi: «Il soggetto che io dovevo accusare me lo trovo capo del governo!». Ha comin*ciato parlando d’altro, ha fatto riaprire l’in*dagine sulla strage di via D’Amelio e la morte di Paolo Borsellino, ma alla fine (do*po aver ottenuto il programma di protezio*ne) ha messo sul piatto anche i nomi del presidente del Consiglio e del suo principa*le collaboratore in Sicilia, prima e dopo la nascita di Forza Italia: Marcello Dell’Utri, già condannato in primo grado a nove an*ni di carcere per concorso in associazione mafiosa, in attesa del giudizio d’appello. Nel quale all’ultimo momento utile l’accu*sa ha chiamato a deporre proprio Gaspare Spatuzza.
È intorno all’imminente testimonianza dell’ultimo pentito di mafia che si addensa*no le sempre più insistenti voci sui rischi giudiziari palermitani per Silvio Berlusco*ni, che in qualche occasione li ha pubblica*mente paventati. Tutti aspettano di vedere l’esito dell’interrogatorio davanti a giudici e difensori. Spatuzza ha già riferito agli in*quirenti di Palermo - e prima a quelli di Caltanissetta e Firenze, che indagano ri*spettivamente sulle stragi mafiose del 1992 e del 1993 - che a gennaio ’94, Giu*seppe Graviano gli spiegò che le trattative politiche condotte da Cosa nostra erano fi*nalmente andate in porto: «La persona gra*zie alla quale avevamo ottenuto tutto era Berlusconi, e c’era di mezzo un nostro com*paesano, Dell’Utri. Il Graviano mi disse che grazie alla serietà di queste persone ci era*vamo messi il Paese nelle mani». Un paio di settimane dopo quel collo*quio, i fratelli Graviano furono arrestati. Non a Palermo, a Milano.
«Ho sempre re*putato molto strano che conducessero la latitanza a Milano e non nel loro quartiere, che notoriamente è il luogo più sicuro per un mafioso che deve nascondersi», ha spie*gato Spatuzza ai pubblici ministeri di Calta*nissetta, per concludere come questa e al*tre circostanze «mi hanno sempre fatto ri*tenere che i contatti politici dei Graviano fossero ubicati a Milano». A Caltanissetta Berlusconi e Dell’Utri so*no stati inquisiti per concorso in strage fi*no al 2002, quando il giudice archiviò il fa*scicolo nonostante fosse «ampiamente di*mostrata la sussistenza di varie possibilità di contatti tra uomini di Cosa nostra ed esponenti e gruppi societari controllati in vario modo dagli odierni indagati». Per an*dare a processo servivano altri elementi, che all’epoca non furono trovati. Stessa co*sa accadde a Firenze,nel 1998: s’era giunti a poter dimostrare i «rapporti non mera*mente episodici intrattenuti dai soggetti di cui si tratta (cioè Berlusconi e Dell’Utri, ndr) con i soggetti criminali cui è riferibile il programma stragista realizzato», ma non che ci fosse un legame diretto con le bombe del ’93 sul continente.
Oggi, con le dichiarazioni di Spatuzza ar*rivate mentre Berlusconi è di nuovo a ca*po del governo, quei fascicoli sono stati ri*spolverati. E i magistrati si sono messi a caccia di possibili riscontri. Appena due settimane fa, il 5 novembre, i pm di Firen*ze sono tornati da un altro pentito di ma*fia: Salvatore Grigoli, altro killer del grup*po di Brancaccio come Spatuzza. Il quale ha rivelato ciò che aveva taciuto in passato sulle confidenze ricevute da un altro «uo*mo d’onore» di Brancaccio, Nino Manga*no, prima e dopo l’arresto dei Graviano: «Mi disse che i Graviano avevano un cana*le diretto con Dell’Utri... Tutti noi fummo orientati verso il nascente movimento di Forza Italia. Preciso anche che dopo le ele*zioni tutti confidavamo in Berlusconi, e si diceva che solo lui ci poteva salvare».
(http://copycat.kodeware.net/r/91b3f06835b2da002abe7fb2fb23f4be3a446352)
Giovanni Bianconi (http://www.corriere.it/quotidiano/archivio/giovanni_bianconi.shtml)
17 novembre 2009
Source: Mafia, dalla Sicilia e da Fire...avaliere - Corriere della Sera (http://www.corriere.it/politica/09_novembre_17/mafia-sicilia-firenze-insidie-cavaliere-bianconi_aff0c806-d350-11de-a0b4-00144f02aabc.shtml) (17/11/2009) http://copycat.kodeware.net/16.png (http://copycat.kodeware.net)