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View Full Version : Attività di consulenza: ragione sociale e consigli vari.


svarionman
09-11-2009, 09:51
Ciao a tutti, vi espongo un'ipotesi lavorativa a cui sto pensando con un collega.
Attualmente sono dipendente di una ditta che si occupa di supporto logistico nel campo dell'ingegneria (chiamiamola Ditta A) e, assieme ad un collega della stessa ditta, presto attività di consulenza fissa presso un'altra azienda (Ditta B), otto ore al giorno. Ovviamente, ad ogni nostra ora di lavoro, la Ditta B versa alla Ditta A una cifra X, di cui a noi entra in tasca meno di un terzo (:rolleyes:).
L'idea sarebbe quella di slegarci dalla Ditta A e proporci direttamente come consulenti (aprendo partita iva) alla Ditta B.
Quale sarebbe la ragione sociale più adatta ed economicamente conveniente per un'attività del genere? Ci sono agevolazioni per i minori di 30 anni? Al netto delle varie tasse, ritenete che la cosa potrebbe essere conveniente (a noi, spannometricamente sembra di si), tenendo ovviamente conto del fatto che non si avrebbe più diritto a ferie, mutua etc...?

zulutown
09-11-2009, 11:23
Ciao a tutti, vi espongo un'ipotesi lavorativa a cui sto pensando con un collega.
Attualmente sono dipendente di una ditta che si occupa di supporto logistico nel campo dell'ingegneria (chiamiamola Ditta A) e, assieme ad un collega della stessa ditta, presto attività di consulenza fissa presso un'altra azienda (Ditta B), otto ore al giorno. Ovviamente, ad ogni nostra ora di lavoro, la Ditta B versa alla Ditta A una cifra X, di cui a noi entra in tasca meno di un terzo (:rolleyes:).
L'idea sarebbe quella di slegarci dalla Ditta A e proporci direttamente come consulenti (aprendo partita iva) alla Ditta B.
Quale sarebbe la ragione sociale più adatta ed economicamente conveniente per un'attività del genere? Ci sono agevolazioni per i minori di 30 anni? Al netto delle varie tasse, ritenete che la cosa potrebbe essere conveniente (a noi, spannometricamente sembra di si), tenendo ovviamente conto del fatto che non si avrebbe più diritto a ferie, mutua etc...?

se il tuo RAL da dipendente è 25K, e vuoi andare in partita iva devi ALMENO fatturare 50K per far sì che l'operazione sia per te vantaggiosa.

clasprea
09-11-2009, 11:29
se il tuo RAL da dipendente è 25K, e vuoi andare in partita iva devi ALMENO fatturare 50K per far sì che l'operazione sia per te vantaggiosa.

secondo me pure di più, perchè vuoi mettere la sicurezza di un posto di lavoro da dipendente con quella di una persona indipendente, con partita IVA?

zulutown
09-11-2009, 11:46
secondo me pure di più, perchè vuoi mettere la sicurezza di un posto di lavoro da dipendente con quella di una persona indipendente, con partita IVA?

bè 50K di fatturato rispetto a 25K di RAL comprendo anche aspetti per "pagarsi" il rischio maggiore.

Poi ho detto "almeno" se passi da 25K Ral a 50K fatturato.. sei in pari.. se vuoi iniziare a vedere una reale convenienza.. bisogna andar oltre 50k di fatturato

mediamnte una buona società di consulenza fattura 4 volte il RAL che dà al suo dipendente. (ma ovviamente in quel caso c'è anche il guadagno dell'imprenditore)

gbhu
09-11-2009, 11:56
Ragione sociale?
Non credo serva. Se uno lavora in modo indipendente in partita IVA è un libero professionista, mica un'azienda o una società.
Occorre solo tenere presente che bisognerà appoggiarsi ad un commercialista per non incasinarsi con le cose fiscali (tasse, conguagli iva, etc...) se uno non è esperto di queste cose.

svarionman
09-11-2009, 12:21
Quindi diciamo che i calcoli che si leggono in giro (più o meno il 50% di netto sul lordo fatturato) sono plausibili.......speravo in qualcosina di più, magari di accedere a qualche regime agevolato.

Ragione sociale?
Non credo serva. Se uno lavora in modo indipendente in partita IVA è un libero professionista, mica un'azienda o una società.
Occorre solo tenere presente che bisognerà appoggiarsi ad un commercialista per non incasinarsi con le cose fiscali (tasse, conguagli iva, etc...) se uno non è esperto di queste cose.

Ma in questo caso, essendo in due, si pensava di fare una società, anche per subentrare, dal punto di vista commerciale, pari pari alla ditta attuale e per tenersi la porta aperta per altri lavori da fare al di fuori della consulenza in ditta......ci sarebbe qualche vantaggio/svantaggio rispetto all'aprire due partite iva separatamente?

svarionman
09-11-2009, 13:13
Giusto per farmi due calcoli.....per ottnere il mio RAL attuale, devo moltiplicare il mio stipendio lordo mensile per le mensilità (tredici)? La quota di TFR é già inclusa?

pegasoalatp
09-11-2009, 13:25
hai sondato la ditta B ?
Hai tenuto conto della dimensione della ditta B ?
Dei suoi legami con la ditta A ?

In aziende medio-grandi, non e' cosi' facile entrare come fornitori (per n motivi).

Questo giusto per capire se ci sono le possibilita' o se sia solo un sogno.

svarionman
09-11-2009, 13:51
hai sondato la ditta B ?
Hai tenuto conto della dimensione della ditta B ?
Dei suoi legami con la ditta A ?

In aziende medio-grandi, non e' cosi' facile entrare come fornitori (per n motivi).

Questo giusto per capire se ci sono le possibilita' o se sia solo un sogno.

Allora, ci sono un pò di cose da mettere in conto.....innanzitutto, c'era stato un sondaggio da parte della ditta B, a giugno, per capire se c'era la nostra (mia e del collega) disponibilità ad essere assunti direttamente da loro, ovviamente avevamo risposto affermativamente......poi sono subentrati alcuni riorganizzazioni aziendali, anche per far fronte alla crisi, si sono avviate le procedure per snellire l'azienda mandando in mobilità un pò di persone, insomma la settimana scorsa ci è stato confermato che attualmente non c'è possibilità di assunzione. E che si avvieranno le procedure per il rinnovo del contratto di fornitura da parte della ditta A, che scade a fine anno.
La ditta B direi che è medio-grande, penso attorno ai 600 dipendenti su tre stabilimenti...il servizio che forniamo noi è complementare alla produzione ma comunque essenziale e siamo praticamente solo in due nel ruolo per tutta la ditta. I rapporti tra ditta A e B vanno al di fuori della nostra fornitura e dovrebbero per forza di cose continuare, perchè vengono dati a loro dei lavori che non riusciamo, per carenza di tempo/personale a fare all'interno.
Dato che contano le persone e le qualità individuali, la cosa è stata accennata ai diretti responsabili dai quali c'è un benestare per valutare il fatto di averci come consulenti diretti, ovviamente puntando anche su un costo orario minore rispetto a quello che pagano alla ditta A. Cosa che dovrebbe piacere anche all'ufficio acquisti e ai commerciali.
Devono ovviamente mettere mano al contratto attuale tra A e B, verificare bene quali servizi prevede e se noi potremmo garantire le stesse cose, mettendo comunque in conto che certe "consulenze" telefoniche, a titolo gratuito, che a volte ci sono tra B e A probabilmente non sarebbero più possibili, pur rimanendo in rapporti di lavoro per le altre commesse.
C'è da dire che l'aria che tira ultimamente nella ditta B non è comunque delle migliori e non si capisce bene se la proprietà (una finanziaria...:rolleyes:) abbia intenzione di dividere l'azienda in pacchetti per venderli separatamente o cosa....

Capisco che il momento non è dei migliori per tentare un passo del genere, però possibilità di crescita nella Ditta A non ce ne sono e dopo un pò uno si rompe le scatole, vedendo a fine mese le fatture pagate dalla Ditta B per il proprio lavoro e quello che poi effettivamente ti entra in tasca....

gbhu
09-11-2009, 14:07
Il fatto di non lavorare come dipendente, nel caso di attività svolta in consulenza, ma come lavoratore autonomo, non è per nulla strana.
Per dire, io sono un dipendente ma di fianco a me c'è uno che invece è in partita iva. Lui guadagna il triplo o quadruplo di me, ma ovviamente non ha malattia, ferie pagate, etc...
Il solito dilemma tra lavoro dipendente e lavoro autonomo, insomma. Uno fa una scelta o l'altra tenendo conto di svariate ragioni che non è il caso di analizzare.
Invece non ho mai sentito di due consulenti che fanno una società di loro due per poi fare consulenza e basta... insomma mi pare una scelta inusuale.
Al limite uno fonda una società se c'è un gruppo, magari 4 o 5 persone, con lo scopo poi di farla crescere e farla affermare sul mercato.
Molte aziende di consulenza sono nate in tal modo, da un gruppo di amici o poco più.

svarionman
09-11-2009, 14:28
Infatti, una volta fatto il primo passo, ci sarebbe anche l'ipotesi di prendere anche qualche commessa, qualche lavoro che attualmente viene dato dalla Ditta A alla Ditta B, da svolgere al di fuori delle otto ore di consulenza, magari affiancati da altre persone.....ma ovviamente in quel caso ci si dovrebbe dotare di tutti i tools e le strutture necessarie, visto che attualmente lavoriamo con mezzi e software di proprietà della Ditta B.
Quindi, da quello che capisco, per la sola iniziale attività di consulenza la strada migliore, anche dal punt di vista fiscale sarebbe quella delle due partite IVA separate, piuttosto che una società, giusto?