Steinoff
30-10-2009, 09:56
tratto da La Repubblica (http://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/cronaca/finestra-lovanio/finestra-studenti/finestra-studenti.html)
Dopo l'articolo di Repubblica.it la famiglia Caprioli sommersa dalla solidarietà
Studenti da tutta Europa pronti a difendere la libertà d'espressione
"Libera finestra in libero Stato"
Tutti in fila a Lovanio per le dieci domande
Il ristoratore di origine italiana ha appeso sui vetri di casa sua materiale sul premier
Qualcuno ha protestato, le pressioni su di lui, la "resistenza" che sui allarga
di CARMINE SAVIANO
LOVANIO - Diventerà una reliquia della libertà d'espressione. La finestra farabutta di Pino Caprioli a Lovanio (Belgio) è meta da alcuni giorni di un singolare pellegrinaggio. Studenti, passanti e curiosi vogliono vederla e toccarla, ammirarla e fotografarla. In fila, ordinati, in centinaia esprimono solidarietà alla famiglia Caprioli. Con un motto: "Libera finestra in libero Stato".
IMMAGINI
Ricostruiamo: Pino Caprioli, ristoratore di origini sarde che vive a Lovanio, attacca sulla finestra della sua abitazione privata, sita nello stesso stabile del consolato onorario italiano, le dieci domande di Repubblica a Berlusconi. Ma questo urta un senatore Pdl e, a catena, il console italiano a Bruxelles e quello onorario di Lovanio. Che brigano, telefonano e pressano per far togliere le domande. Ragion di stato, dicono: la vicinanza con l'ufficio del console onorario (a una decina di metri nello stesso androne; ndr) - dicono - potrebbe ingenerare confusione. Ma Pino non ci sta e con testardaggine risponde: "La finestra è mia e ci metto quello che voglio io".
E in pochi giorni la solitudine della famiglia Caprioli diventa una sdegnata reazione collettiva. Luca Pigato, 23 anni, è uno dei tanto studenti italiano in Erasmus a Lovanio. Un altro "farabutto". Legge l'articolo di Repubblica.it e resta incredulo. Poi obbedisce all'imperativo categorico che gli risuona nella testa: manifestare. Giro di telefonate e mail, qualche post su Facebook e via con il picchetto. Zaini in spalla e libri sotto braccio Luca arriva sul luogo del delitto, con una ventina di colleghi e striscioni e manifesti al seguito. E scatta la foto per l'immancabile souvenir.
"Le pressioni ricevute dalla famiglia Caprioli ci hanno amareggiato", dice Luca a Repubblica. it.. E poi: "Noi studenti siamo intenzionati a sostenere pubblicamente la famiglia Caprioli contro tutti coloro che con ostilità e arroganza avanzano pretese mossi solamente da intenti politici e presunzioni di onnipotenza". Ostilità, arroganza, intenti politici, presunzioni di onnipotenza. Luca va al fondo della questione: "si tratta di difendere le libertà riconosciute dalla nostra Costituzione e dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo".
Ma quella degli studenti italiani non è una reazione isolata. "In questi giorni molti studenti portoghesi, spagnoli, della Repubblica Ceca ci hanno contattati ed erano tutti sconvolti dalla vicenda". Il caso della finestra di Lovanio diventa, in Belgio, di dominio pubblico. Giornali e emittenti locali dedicano servizi alla famiglia Caprioli. C'è chi titola: "La censura di Berlusconi a Lovanio", e chi filma i passanti intenti a leggere le dieci domande.
Sul versante digitale la finestra di Lovanio è ormai una star dei social network. Il gruppo "Fenesta Vascia" creato da Pino Caprioli sbanca Facebook con mille nuovi iscritti al giorno. E fan di mezza Europa si appropriano dell'aggettivo più famoso d'Italia: "Sono una belga farabutta, avanti così", "Se posso fare qualcosa dalla Spagna, ditelo". Ancora: "Stima e solidarietà da Dublino, resistete!", "Facciamo capire a tutta l'Europa che non siamo tutti come Berlusconi, io farò la mia parte in Olanda. E poi i soliti sovversivi che si lasciano andare a slogan antichi - "Dieci, Cento, Mille Finestre" - e a trame e complotti globali: "Adesso vogliamo l'internazionale della Finestra".
Ennesima meschinita', ennesima resistenza civile.
Bella, davvero, la solidarieta' internazionale proveniente da altri studenti.
Dopo l'articolo di Repubblica.it la famiglia Caprioli sommersa dalla solidarietà
Studenti da tutta Europa pronti a difendere la libertà d'espressione
"Libera finestra in libero Stato"
Tutti in fila a Lovanio per le dieci domande
Il ristoratore di origine italiana ha appeso sui vetri di casa sua materiale sul premier
Qualcuno ha protestato, le pressioni su di lui, la "resistenza" che sui allarga
di CARMINE SAVIANO
LOVANIO - Diventerà una reliquia della libertà d'espressione. La finestra farabutta di Pino Caprioli a Lovanio (Belgio) è meta da alcuni giorni di un singolare pellegrinaggio. Studenti, passanti e curiosi vogliono vederla e toccarla, ammirarla e fotografarla. In fila, ordinati, in centinaia esprimono solidarietà alla famiglia Caprioli. Con un motto: "Libera finestra in libero Stato".
IMMAGINI
Ricostruiamo: Pino Caprioli, ristoratore di origini sarde che vive a Lovanio, attacca sulla finestra della sua abitazione privata, sita nello stesso stabile del consolato onorario italiano, le dieci domande di Repubblica a Berlusconi. Ma questo urta un senatore Pdl e, a catena, il console italiano a Bruxelles e quello onorario di Lovanio. Che brigano, telefonano e pressano per far togliere le domande. Ragion di stato, dicono: la vicinanza con l'ufficio del console onorario (a una decina di metri nello stesso androne; ndr) - dicono - potrebbe ingenerare confusione. Ma Pino non ci sta e con testardaggine risponde: "La finestra è mia e ci metto quello che voglio io".
E in pochi giorni la solitudine della famiglia Caprioli diventa una sdegnata reazione collettiva. Luca Pigato, 23 anni, è uno dei tanto studenti italiano in Erasmus a Lovanio. Un altro "farabutto". Legge l'articolo di Repubblica.it e resta incredulo. Poi obbedisce all'imperativo categorico che gli risuona nella testa: manifestare. Giro di telefonate e mail, qualche post su Facebook e via con il picchetto. Zaini in spalla e libri sotto braccio Luca arriva sul luogo del delitto, con una ventina di colleghi e striscioni e manifesti al seguito. E scatta la foto per l'immancabile souvenir.
"Le pressioni ricevute dalla famiglia Caprioli ci hanno amareggiato", dice Luca a Repubblica. it.. E poi: "Noi studenti siamo intenzionati a sostenere pubblicamente la famiglia Caprioli contro tutti coloro che con ostilità e arroganza avanzano pretese mossi solamente da intenti politici e presunzioni di onnipotenza". Ostilità, arroganza, intenti politici, presunzioni di onnipotenza. Luca va al fondo della questione: "si tratta di difendere le libertà riconosciute dalla nostra Costituzione e dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo".
Ma quella degli studenti italiani non è una reazione isolata. "In questi giorni molti studenti portoghesi, spagnoli, della Repubblica Ceca ci hanno contattati ed erano tutti sconvolti dalla vicenda". Il caso della finestra di Lovanio diventa, in Belgio, di dominio pubblico. Giornali e emittenti locali dedicano servizi alla famiglia Caprioli. C'è chi titola: "La censura di Berlusconi a Lovanio", e chi filma i passanti intenti a leggere le dieci domande.
Sul versante digitale la finestra di Lovanio è ormai una star dei social network. Il gruppo "Fenesta Vascia" creato da Pino Caprioli sbanca Facebook con mille nuovi iscritti al giorno. E fan di mezza Europa si appropriano dell'aggettivo più famoso d'Italia: "Sono una belga farabutta, avanti così", "Se posso fare qualcosa dalla Spagna, ditelo". Ancora: "Stima e solidarietà da Dublino, resistete!", "Facciamo capire a tutta l'Europa che non siamo tutti come Berlusconi, io farò la mia parte in Olanda. E poi i soliti sovversivi che si lasciano andare a slogan antichi - "Dieci, Cento, Mille Finestre" - e a trame e complotti globali: "Adesso vogliamo l'internazionale della Finestra".
Ennesima meschinita', ennesima resistenza civile.
Bella, davvero, la solidarieta' internazionale proveniente da altri studenti.