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View Full Version : (Malvino) Ennesimo tentativo di saccheggio dei valori altrui.


ConteZero
21-10-2009, 16:53
was "Mi rendo conto che sul tappeto ci sono temi scottanti".

Il calzini turchesi di Mesiano, i 5 goal dell’Inter al Genoa, Windows 7, il ballottaggio tra Karzai e Abdullah, quello tra Bersani e Franceschini, Gerry Scotti si separa dalla moglie… Mi rendo conto che sul tappeto ci sono temi scottanti, ma li eviterei per dedicarmi all’ennesimo discorso di Benedetto XVI.
Roba da prenderlo da ceffoni, stavolta. La solita tirata sulle radici cristiane del continente e sulla iella che deriverebbe dal non menzionarle nella Costituzione europea, il solito pippone zeppo di sillogismi molto difettosi, la solita lettura della storia degli uomini come storia delle creature che Dio ha affidato alla cura della Chiesa, il solito silenzio su quanto il cristianesimo abbia saccheggiato il mondo pre-cristiano, svuotandolo di tutto ciò che gli tornava utile, e facendolo suo, dichiarandolo suo da sempre.
Insomma, niente di nuovo, la solita pretesa del vicario di Cristo di poter continuare a mettere il naso in tutte le capitali europee. Ma quanto sfacciata, stavolta.

“Lei, signor Ambasciatore, ha appena definito l’Unione Europea come «un’area di pace e di stabilità che riunisce ventisette Stati con gli stessi valori fondamentali». È una felice definizione. È tuttavia giusto osservare che l’Unione Europea non si è dotata di questi valori, ma che sono stati piuttosto questi valori condivisi a farla nascere e a essere la forza di gravità che ha attirato verso il nucleo dei Paesi fondatori le diverse nazioni che hanno successivamente aderito a essa, nel corso del tempo. Questi valori sono il frutto di una lunga e tortuosa storia nella quale, nessuno lo può negare, il cristianesimo ha svolto un ruolo di primo piano”.

E quanto ci mette a passare dal primo piano allo pieno schermo, uno che sente di aver dato in prestito all’Europa qualcosa che era suo? Bisognerebbe ricordargli che l’Europa ha cominciato a diventare «un’area di pace e di stabilità» quando si è definitivamente liberata delle guerre di religione, quasi tutte infra-cristiane, se vogliamo scorporare le campagne antigiudaiche. Bisognerebbe ricordargli che il Papato è senza artigli e zanne da pochissimo tempo, e che in Europa – e dappertutto – non ha mai esitato a stringere intese e concordati, nascosti o alla luce del sole, con chi per pace e stabilità intendeva la piena soggezione degli individui, un po’ verso Cesare, un po’ verso Dio.

“Quando la Chiesa ricorda le radici cristiane dell’Europa, non è alla ricerca di uno statuto privilegiato per se stessa”.

Macché, chi può mai pensare a una cosa del genere? Quando mai la Chiesa chiede privilegi?

“Essa vuole fare opera di memoria storica ricordando in primo luogo una verità — sempre più passata sotto silenzio — ossia l’ispirazione decisamente cristiana dei Padri fondatori dell’Unione Europea. A livello più profondo, essa desidera mostrare anche che la base dei valori proviene soprattutto dall’eredità cristiana che continua ancora oggi ad alimentarla. Questi valori comuni non costituiscono un aggregato anarchico o aleatorio, ma formano un insieme coerente che si ordina e si articola, storicamente, a partire da una visione antropologica precisa”.

Si tratta di argomento a lingua di Menelicche. I Padri fondatori dell’Unione Europea si ispirarono a valori che il cristianesimo rivendica come suoi. La democrazia, per esempio. Cristo era democratico, il Papato è stato o è democratico, donde vien fuori la democrazia? Uguaglianza dei diritti, poi. Sì, ma quali diritti? Vogliamo provare con la carità? Cosa così profondamente giudaico-cristiana da avere un nome greco. L’amore che chiama una o più divinità a sancire un patto? Sempre stato. E dunque, quale “visione antropologica precisa”?

“Può l’Europa omettere il principio organico originale di questi valori che hanno rivelato all’uomo allo stesso tempo la sua eminente dignità e il fatto che la sua vocazione personale lo apre a tutti gli altri uomini con i quali è chiamato a costituire una sola famiglia? Lasciarsi andare a questo oblio, non significa esporsi al rischio di vedere questi grandi e bei valori entrare in concorrenza o in conflitto gli uni con gli altri? O ancora, questi valori non rischiano di essere strumentalizzati da individui e da gruppi di pressione desiderosi di far valere interessi particolari a detrimento di un progetto collettivo ambizioso — che gli europei attendono — che si preoccupi del bene comune degli abitanti del Continente e del mondo intero?”.

Eccola – precisamente – la “visione antropologica” di Benedetto XVI: una famiglia, una grande famigliola dai grandi e bei valori. Cristiani, naturalmente. Per l’uso corretto rivolgersi al distributore zonale.

Discorso fatto in faccia a “Yves Gazzo, Capo della Delegazione della Commissione delle Comunità Europee presso la Santa Sede, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali” (L’Osservatore Romano, 19-20.10.2009). Che in nome della Comunità europea non l’ha preso a ceffoni. Mi risparmio la battuta sul Gazzo.

Fonte: http://malvino.ilcannocchiale.it/2009/10/20/mi_rendo_conto_che_sul_tappeto.html