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View Full Version : l'impresentabile si presenta......


marcello1854
20-10-2009, 18:53
Per i leghisti: Nicola Cosentino è culo e camicia con la lega di lotta e di poltrona....

http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/articolo-10188.htm

Titolo Dagospia:

L’IMPRESENTABILE SI PRESENTA – NICOLA COSENTINO SARÀ IL CANDIDATO PDL PER LA REGIONE CAMPANIA – DI LUI PARLANO QUATTRO PENTITI E LO DESCRIVONO COME IL REFERENTE POLITICO PIÙ IMPORTANTE DELL’IMPERO DI GOMORRA – MA NEL PARTITO NESSUN CUOR DI LEONE CONTRASTA L’UOMO CHE PERSINO SCAJOLA HA DEFINITO: “INVOTABILE”…

Da Wikipedia:

http://it.wikipedia.org/wiki/Nicola_Cosentino

Nicola Cosentino (Casal di Principe, 2 gennaio 1959) è un politico italiano, è coordinatore regionale de Il Popolo della Libertà in Campania. Dal 12 maggio 2008 è Sottosegretario di Stato all'Economia e alle Finanze.
Indice

* 1 Biografia
o 1.1 Carriera politica
o 1.2 Sviluppi recenti
* 2 Note
* 3 Collegamenti esterni

[modifica] Biografia

Nasce a Casal di Principe il 2 gennaio del 1959. Ancora studente universitario, alla Facoltà di Giurisprudenza, comincia ad appassionarsi alla politica diventando, giovanissimo, consigliere comunale nel suo comune nativo negli anni 1978-80, poi consigliere della Provincia di Caserta (1980) ed Assessore provinciale con delega ai Servizi Sociali dal 1983 al 1985). Rieletto alla Provincia di Caserta nel 1985, viene nominato Assessore alla Pubblica Istruzione. Al suo terzo mandato come consigliere provinciale (1990), ricopre l’incarico di Assessore provinciale all’Agricoltura. È parente acquisito del boss del clan dei casalesi Giuseppe Russo, detto Peppe O' Padrino.

Il 23 aprile 1995 è eletto Consigliere regionale della Campania, riportando ben 12.851 preferenze, pari al 31,50% dei voti di preferenza espressi nella sola Provincia di Caserta. Nel 1996, la sua avventura politica continua con l’elezione alla Camera dei Deputati per Forza Italia, nel collegio Capua – Piedimonte Matese, riportando 35.560 voti. All’unanimità viene scelto dai colleghi Deputati come componente del Direttivo parlamentare di Forza Italia e, dal 17 ottobre 1996, è membro della Commissione Parlamentare per le questioni regionale e della Commissione Difesa.

Il 24 settembre 1997, con un plebiscito di voti, la base del partito lo designa Coordinatore di Forza Italia per la Provincia di Caserta. Cosentino sceglie di lavorare per il partito. Viene eletto altresì Vice-coordinatore regionale azzurro per la Campania con delega agli Enti locali, per poi ricevere dalle mani di Berlusconi l’incarico di Coordinatore Regionale nel giugno 2005. Sotto la sua guida, Forza Italia risale dall’11% dei consensi registrati nelle elezioni regionali dell’aprile 2005 al 27% delle politiche di appena un anno dopo (9 aprile 2006), tornando ad essere il primo partito della Campania.

È stato candidato alla presidenza della Provincia di Caserta nel 2005, ma è stato superato dal candidato del centrosinistra, Sandro De Franciscis.

È stato indicato come candidato alla presidenza della Regione Campania per le elezioni della primavera 2010.

L'azienda di famiglia è l'Aversana Petroli con sede a Casal di Principe.

Elezioni Politiche 2008 - Camera Casal di Principe

Lista berlusconi 74,7 , Lista veltroni 16,9 segue il gruppo.

Aldin
20-10-2009, 18:56
Voi non capite, questo quì c'ha il CURRICULUM!!!

:sofico: :sofico: :sofico:

sander4
20-10-2009, 19:00
Clan nel governo
di Emiliano Fittipaldi e Gianluca Di Feo
"Era a disposizione dei casalesi". Così un pentito accusa Nicola Cosentino. E' il quinto collaboratore di giustizia a puntare il dito contro il sottosegretario all'economia. Che continua a rimanere al suo posto

Durante la mia latitanza molto spesso mi sono incontrato con l'onorevole Nicola Cosentino. Egli stesso esplicitamente ci aveva detto di essere a nostra disposizione... Quando dice 'nostra' Dario De Simone parla dei casalesi, la più feroce organizzazione criminale campana. De Simone è stato uno dei loro capi: revolver alla mano, accanto al padrino Francesco Bidognetti ha ucciso una decina di persone. Poi nel 1996 ha deciso di collaborare con i magistrati: le sue rivelazioni sono state determinanti per il maxiprocesso Spartacus. Per gli inquirenti è un 'pentito' fondamentale, per il resto del clan un condannato a morte. Quando fa il nome di Nicola Cosentino, i killer gli hanno appena assassinato il fratello e il cognato. Ma va avanti: "L'onorevole aveva avuto espressamente il nostro aiuto per le sue elezioni, era a disposizione per qualunque cosa noi gli avessimo potuto domandare. Se gli avessimo chiesto un certo tipo di lavoro pubblico, non esisteva che potesse rifiutarsi".

De Simone registra questa deposizione il 13 settembre 1996, dopo di lui altri quattro collaboratori di giustizia chiameranno in causa il politico di centrodestra, come ha riferito L'espresso nelle inchieste pubblicate nelle scorse settimane. All'epoca Cosentino era appena riuscito a entrare in parlamento, oggi è sottosegretario all'Economia del governo Berlusconi e coordinatore campano del Pdl. È indagato dalla Procura antimafia di Napoli, ma la sua posizione nell'esecutivo non è stata messa in discussione. Lo stesso Paese che si mobilita contro i piani camorristici per uccidere Roberto Saviano, non si scandalizza per la poltrona occupata da un politico di Casal di Principe che cinque diversi pentiti hanno indicato come "a disposizione dei casalesi". E lo hanno fatto in tempi non sospetti. Il primo verbale che lo accusa risale al settembre 1996, l'ultimo al primo aprile 2008: tutti prima di diventare un uomo-chiave del ministero di
Giulio Tremonti.

Il deputato viene indicato nel 1998 da Domenico Frascogna come postino insospettabile dei messaggi del capo dei capi, Francesco 'Sandokan' Schiavone; da Carmine Schiavone, cugino di Sandokan, come candidato della famiglia nelle elezioni comunali e provinciali. Nel febbraio 2008 da Michele Froncillo come il contatto per vincere le gare pubbliche. Infine Gaetano Vassallo, l'imprenditore di camorra che per un ventennio ha inondato la Campania di scorie tossiche, descrive il suo ruolo negli appalti per consorzi rifiuti e termovalorizzatori. L'espresso invece ha ricostruito come alla società della famiglia Cosentino, un colosso nel settore di gas e petrolio, fosse stato negato il certificato antimafia: un permesso concesso solo dopo l'intervento del prefetto Elena Stasi, poi eletta al parlamento per il Pdl grazie anche al sostegno di Cosentino. Il nostro giornale ha scoperto l'operazione sui terreni della centrale elettrica di Sparanise, che ha fruttato 10 milioni di euro ai familiari del sottosegretario. E l'acquisto di un lotto dai parenti di Schiavone. Tutto questo non ha scosso il Parlamento: finora gli interventi si contano sulle dita di una mano. Il sottosegretario ha respinto le accuse, promettendo querele. Il premier Berlusconi ha chiuso la questione: "Ho assicurazione personale dagli interessati che si tratta di operazioni legate alla politica, e non a quella realtà". Intanto i casalesi continuano a uccidere. Nonostante le retate, nonostante i parà della Folgore, vanno avanti nelle esecuzioni. Intanto i casalesi continuano a elaborare piani per ammazzare Saviano, che proprio su L'espresso ha sottolineato il silenzio intorno al caso Cosentino.

Il racconto di Dario De Simone è importante proprio per gli aspetti politici. Il camorrista parla di vicende anteriori al 1995, anno del suo arresto, e in particolare delle elezioni regionali di quell'aprile che videro arrivare il giovane avvocato di Casal di Principe nel consiglio regionale guidato dal centrodestra. In quel periodo il boss è latitante e si nasconde spesso nella casa di uno zio della moglie di Cosentino. Lì sarebbero avvenuti i loro incontri: "Mi chiese di aiutarlo nella campagna elettorale. Io mi diedi da fare. Parlai con il coordinatore nella zona di Forza Italia. Ho parlato anche con Walter Schiavone, Vincenzo Zagaria, Vincenzo Schiavone (oggi tutti detenuti e considerati elementi di spicco del clan, ndr): tutte persone che per altro ben conoscevano il Cosentino. Un buon gruppo di noi frequentava il club Napoli di Casale, circolo che frequentava anche il Cosentino. Durante la latitanza, io e Walter Schiavone abbiamo dormito spesso lì". Nel racconto del collaboratore, il comitato elettorale per le regionali '95 poteva contare anche sul sostegno dei vertici camorristici: "Solo a Trentola Ducenta ha raccolto 700 preferenze. Io stesso ho chiesto a varie persone la cortesia di votare Cosentino. Certamente quando io chiedevo delle cortesie ai vari amici di Trentola nessuno le rifiutava. Un po' tutta l'organizzazione si è occupata delle sue elezioni. Per la zona di Aversa si è interessato Francesco Biondino, per la zona di Lusciano Luigi Costanzo, per la zona di Gricignano la famiglia di Andrea Autiero, per la zona di Casaluce tale L. V., per quella di Teverola il ragioniere Di Messina". Tutte le persone indicate sono state poi arrestate.
(16 ottobre 2008)

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Clan-nel-governo/2045112&ref=hpstr1

jan
20-10-2009, 19:17
incredibile .. un po di decenza :(

gigio2005
20-10-2009, 19:22
chissa' i destri che ne pensano...

ah gia'...da qualche tempo sono scomparsi

redsith
20-10-2009, 20:06
chissa' i destri che ne pensano...

ah gia'...da qualche tempo sono scomparsi

Meglio così, vuol dire che hanno ancora un minimo di decenza. Peggio è quando intervengono a difendere l'indifendibile.

mario3
20-10-2009, 20:41
doppione

mario3
20-10-2009, 20:41
Voi non capite, questo quì c'ha il CURRICULUM!!!

:sofico: :sofico: :sofico:

con un curriculum così Bassolino può andarsi a nascondere!!

:sofico: :sofico: :sofico:

atinvidia284
20-10-2009, 21:32
E' del pdl e soprattutto proviene da forza italia,è statisticamente impossibile che sia immacolato...
...sempre a pescare il pelo nell'uovo :O :O












:muro: :muro:

Dream_River
20-10-2009, 21:32
Di questo passo finiranno per presentare Al Capone, Caino e Lupin :asd:

jan
20-10-2009, 21:41
Di questo passo finiranno per presentare Al Capone, Caino e Lupin :asd:

ci sono già :D

Mordicchio83
20-10-2009, 22:07
La cosa davvero strana è che all'interno del Pdl sono in molti a dubitare del personaggio. Addirittura Berlusconi stesso ha cominciato un anno fa a parlare di Lettieri (il presidente dell'unione degli industriali di napoli) e della sua candidatura a presidente di regione.... senza contare quelli che non escludono nemmeno problemi giudiziari a breve riguardo lo stesso Cosentino:

Accuse di camorra e liti nel Pdl
In Campania il caso Cosentino
Vito: lui candidato? Rischiamo brutte sorprese giudiziarie
di Conchita Sannino

Nicola Cosentino con il premier Silvio Berlusconi Un caso politico che rischia di diventare giudiziario. Il Pdl si spacca - più a Roma che a Napoli - sulla possibile scelta di Nicola Cosentino, sottosegretario all´Economia e coordinatore del Popolo della libertà in Campania, come candidato del Pdl alla Regione. Il suo nome è iscritto, ormai da mesi, nel registro degli indagati per presunte collusioni con il clan dei casalesi, dopo le dichiarazioni di alcuni pentiti. E mentre si rincorrono voci su possibili provvedimenti cautelari richiesti dalla Procura antimafia di Napoli e affidati come di rito alla valutazione dell´ufficio Gip, a rilanciare possibili ombre sul futuro immediato di Cosentino sono stati proprio due esponenti del suo stesso partito.

Da un lato, il consiglio del vicecapogruppo della Camera del Pdl, Italo Bocchino, che aveva suggerito a Cosentino, qualche settimana fa: «Fossi in lui, farei un passo indietro». Dall´altro lato, il viatico dell´ex parlamentare azzurro Alfredo Vito, già membro della commissione Antimafia per Forza Italia nel precedente governo Berlusconi, nonché tangentista reo confesso della Prima Repubblica. «Non escludo brutte sorprese, esiti giudiziari imbarazzanti per il nostro coordinatore regionale», è il commento tranchant di Vito, affidato a Repubblica. Affermazioni gravi, che non possono basarsi su illazioni. Ma Vito conferma e aggiunge che il messaggio è stato recapitato allo stesso Berlusconi attraverso alcuni vertici del partito. «Continuo a dire liberamente ciò che penso - aggiunge Vito, l´ex mister "Centomila voti" della Dc, a sua volta finito nelle accuse di un altro collaboratore di giustizia - . L´ho detto anche a dirigenti nazionali del mio partito, e sono uno dei pochi a farlo. Ed è molto probabile che il mio ragionamento politico sia arrivato alle orecchie del presidente Berlusconi, attraverso il senatore Gaetano Quagliariello o tramite qualche altro autorevole esponente».

Teorie alle quali Cosentino replica con pacatezza: «Non ho ricevuto alcun avviso di garanzia. E se fossi candidato alla Regione, la prima cosa che farei sarebbe chiedere al Parlamento di lasciare l´immunità parlamentare. Così da mettere a tacere le strumentalizzazioni o le calunnie dei perdenti».

L´ultimo colpo di scena viene dal sito ufficiale del Pdl in Campania, voce ufficiale di Cosentino e vetrina della sua campagna verso la candidatura alla poltrona di governatore. Fino a due giorni fa, ad aprire il sito di Cosentino c´era la foto del procuratore generale di Napoli, Vincenzo Galgano. Una immagine ufficiale, con l´ermellino sulle spalle e un titolo tratto da una sua intervista al "Corriere del Mezzogiorno", in particolare la frase: «Allo stato Cosentino è una persona nei cui confronti non ho nulla da ridire». Il procuratore generale si era ritrovato così testimonial involontario del sottosegretario. Galgano, informato della vicenda, domenica scorsa ha affidato a Repubblica la sua amarezza: «Cosa c´entro con quel sito? Io non condanno e non assolvo, non posso esprimere un giudizio né buono né cattivo su Cosentino. Così come non lo esprimo su Bassolino». Ieri, la sorpresa: dal sito del Pdl Campania sparisce tutto, testo e foto del procuratore.
(20 ottobre 2009)

Cosentino dalla sua pare estremamente certo delle sue ragioni e relativamente tranquillo (anche se poco meno di un mese fa definì "frocetti" quelli che, a suo dire, da Roma, volevano decidere per i campani escludendolo dalla corsa alla presidenza della regione...)
Certo è che l'essere nato a Casal di Principe, l'aver cominciato a fare politica in ambienti certamente poco puliti (moltissimi comuni campania sono stati infiltrati dalla camorra almeno una volta) e l'avere sul territorio non pochi interessi lo espone più di altri alle infiltrazioni della camorra o quantomeno a certe "vicinanze" volute o meno che siano.

dantes76
20-10-2009, 22:36
la lega da voce agli scontenti...

Neuromancer2171
20-10-2009, 23:58
la lega da voce agli scontenti...

si ma..

vabbè...

cocis
21-10-2009, 08:41
è uno perfetto x il pdl .. :asd:

ciopin83
21-10-2009, 09:51
chissa' i destri che ne pensano...

ah gia'...da qualche tempo sono scomparsi

L'esempio fatto qui (http://www.hwupgrade.it/forum/showpost.php?p=29321488&postcount=4) non è il mio caso.
Alle ultime elezioni, non ho trovato valide alternative per cui ho votato PdL (per altre persone del partito). In questa sezione molti utenti sottolineano che il Presidente del Consiglio non viene eletto dal popolo, eppure chi vota PdL deve appoggiare incodizionatamente Berlusconi? :mbe:
Allo stesso modo, se ci sono cose che non vanno nel PdL, posso dissentire dalle posizioni del partito che ho votato (ad esempio, la candidatura di Cosentini). Sono per lo più fatti denunciati da chi appoggia la sx... Lo vedete che l'informazione è in mano alla sinistra? *ironico* :D

Scannabue²
21-10-2009, 10:12
Mi auguro che vinca, anzi stravinca ;)

Mordicchio83
21-10-2009, 10:18
Arriva un nuovo stop alla candidatura di Cosentino:

Berlusconi disse ai campani: "Nicola è ricco, si paga la campagna elettorale"
Farefuturo insiste: concedere il voto agli immigrati alle amministrative
Fini, stop a Cosentino in Campania "Alle Regionali candidature trasparenti"
di FRANCESCO BEI


ROMA - Alla fine, più dei pm, poté Gianfranco Fini. E così la candidatura di Nicola Cosentino, coordinatore regionale del Pdl in Campania, sembra si sia infranta ieri su un muro invalicabile. Primo piano di Montecitorio, ufficio del presidente della Camera. Davanti a Fini siedono i tre coordinatori del partito, Denis Verdini, Ignazio La Russa e Sandro Bondi, per discutere, appunto di candidature alle regionali. La partita infatti è ancora apertissima e i nomi che sembravano fatti - Berlusconi sabato scorso aveva dato il suo via libera a Cosentino dopo una lunga riunione con tutti i parlamentari campani - sono tornati a ballare.

È bastato infatti che Fini esprimesse le sue "serie perplessità" sul sottosegretario per i suoi presunti rapporti con il clan dei casalesi (quelli di Gomorra) perché i tre ufficiali del Pdl capissero che la sorte di Cosentino era segnata. Del resto, poche ore prima, un finiano come Fabio Granata, che è anche vicepresidente dell'Antimafia, aveva lanciato un altolà dal chiaro contenuto: Pdl e Pd "scelgano candidati al si sopra di ogni sospetto". Non proprio il profilo di Cosentino, il quale, vista l'aria che tira, ha capito che è giunto il momento di contrattaccare e ha denunciato "la campagna diffamatoria e violenta" che sarebbe in corso contro di lui. Cosentino si fa forte anche del sostegno del Cavaliere, il quale, dopo la riunione con i campani a palazzo Grazioli, avrebbe speso un argomento decisivo (ai suoi occhi) a favore del sottosegretario: "Ha il vantaggio di essere ricco di famiglia, è uno che si paga la campagna elettorale da solo".
..............

http://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/politica/cosentino-candidato/cosentino-candidato/cosentino-candidato.html

La giustizia a passo di tartaruga
di Giovanni Marino

I primi verbali del pentito Gaetano Vassallo pubblicati dall´Espresso sono di un anno e un mese fa. Quasi quattrocento giorni trascorsi senza una prima risposta giudiziaria sul conto del sottosegretario all´Economia del governo Berlusconi, Nicola Cosentino. Zero assoluto. Niente di ufficiale. Solo boatos. E smentite. Seguite da altre insinuazioni. Faide interne al Pdl. Quasi quattrocento giorni.

Un´infinità di tempo senza sapere se l´onorevole Nicola Cosentino è una vittima delle calunnie di un collaboratore di giustizia, oppure no; una lentezza che l´opinione pubblica non può comprendere, immersa com´è in una società dove la velocità è il ritmo quotidiano. Si dirà, la giustizia ha i suoi tempi. I suoi riti. Non può inseguire la cronaca. Già, ma una giustizia che voglia davvero essere credibile e anche efficace, deve sapere dare impulso a indagini come queste e, senza per ciò destare alcuno scandalo, anche garantire una corsia prioritaria all´accertamento della verità sul tema politica-mafia, mica sul mancato pagamento delle bollette di acqua e gas.

Al di là delle divergenze di vedute tra Procura e gip, come sul caso dell´arresto bocciato del senatore Sergio De Gregorio, il nodo centrale resta la lentezza della macchina giudiziaria. Perché non è secondario sapere se attorno al tavolo di chi ci governa siede la quinta colonna dei casalesi o un politico vittima delle scellerate accuse di un uomo che dice di sapere molto sui segreti dei casalesi. E non è affatto secondario non conoscere ancora la verità dei giudici dopo quattrocento giorni. In qualsiasi lavoro ci sono cose da fare subito. Senza ovviamente tralasciare la qualità del prodotto. Un criterio che dovrebbe valere anche per la giustizia. Il magistrato siciliano Giovanni Falcone era, già negli anni Ottanta, un profondo sostenitore di questo concetto.

Comprendendo bene che valore potesse avere una rapida risposta giudiziaria sui temi di Cosa nostra, spinse - quando per qualcuno era una autentica eresia - per la fondazione di un nucleo di inquirenti che si dedicasse solo alle indagini sugli intrighi di Cosa nostra. Un pool dedicato, che non disperdesse il suo tempo nel dare la caccia a scippatori e truffatori. Lo stesso Falcone, forse qualcuno lo ricorderà, fu rapidissimo nello scagionare il potente democristiano Salvo Lima dalle accuse di mafia del pentito catanese Giuseppe Pellegriti. Lima era contiguo alla mafia e fu ucciso dai sicari dei corleonesi nello stesso anno in cui lo stesso gruppo dominante ammazzò Falcone, ma le parole del collaboratore, in quel caso, erano totalmente destituite di ogni minimo fondamento.

E Falcone, nemico giurato della mafia e di chi trescava con essa, lo smascherò con procedura d´urgenza. Senza per questo, nel segreto del suo lavoro quotidiano, continuare a indagare su altre tracce, ben diverse, che portavano a una compartecipazione di quel politico alla mafia. Riina, Brusca e altri assassini della cupola di Cosa nostra non gli diedero il tempo di concludere il suo lavoro. Oggi, anche grazie a uomini come Falcone, esiste in tutte le Procure una Dda, Direzione distrettuale antimafia. Così come in ogni caserma o questura ci sono investigatori specializzati nell´azione di contrasto alle mafie.

Non ci sono gip "specializzati", è vero, ma spetta a chi li guida gestire il "traffico" di fascicoli e distinguere tra le vicende quale esaminare prima, se un´evasione fiscale o una trama politico-camorristica che coinvolge figure di governo. Insomma, esistono tutte le condizioni per fare bene e in tempi che non siano biblici. Quasi un anno e un mese dopo la pubblicazione sull´Espresso dei verbali di Vassallo, invece, siamo ancora ai boatos, al gioco dei veleni, alle fughe in avanti. Manca una prima certezza giudiziaria. Un ritardo grave. All´orizzonte, poi, ci sono le elezioni regionali. Quanto ancora bisognerà attendere?
(21 ottobre 2009)


http://napoli.repubblica.it/dettaglio/la-giustizia-a-passo-di-tartaruga/1755027

Comunque credo che avremo una risposta a breve (o almeno prima delle elezioni)... se ne parla da troppo tempo ed occorre una risposta chiara e veloce, anche per dare tempo al Pdl di cambiare, se è il caso, il candidato.


Battaglia su Nicola Cosentino candidato delle polemiche
Regionali, il sottosegretario e l’inchiesta sui casalesi


NAPOLI - Poche settimane fa, durante un convegno del Pdl organizzato a Palazzo Reale, un parlamentare napoletano di provenienza An — giovane ma già molto affermato — vide salire lentamente lungo lo scalone di marmo un senatore del suo stesso partito e suo concittadino, molto più anziano di lui e con un co*gnome prestigioso. Gli andò incontro come per salutarlo, ma quando gli fu davanti lo guardò e gli disse: «Hai svenduto la tua storia ai casalesi». E passò oltre. I casalesi che intendeva quel deputato è una persona sola: Nicola Cosentino, nato cinquant’anni fa a Casal di Principe, attuale sottosegretario all’Economia, coordinatore del Pdl in Campania e possibile candidato, con la benedizione ricevuta sabato scorso da Berlusconi, alla carica di governatore della Regione, attualmente guidata da Bassolino.

Le parole di quel deputato, che quasi fecero sentir male l’anziano senatore, indicano con che clima interno il Pdl si avvia verso la campagna elettorale. Nel partito Cosentino si presenta come un candidato forte, perché ha ricevuto l’imprimatur del leader e in questo ha battuto la concorrenza del ministro delle Pari opportunità Mara Carfagna, che certo al leader non è sgradita. L’ufficialità manca perché formalmente saranno i coordinatori a fare la scelta fina le e non è nemmeno detto che dalla riunione di quattro giorni fa con Berlusconi alla decisione finale non intervengano altre valutazioni che facciano orientare su un nome diverso.

Perché i mal di pancia del Pdl campano si sentono fino a Roma e perché su Cosentino resta l’ombra di un’inchiesta della Procura antimafia di Napoli basata sulle rivelazioni dell’imprenditore Gaetano Vassallo che ha confessato ai magistrati di aver smaltito rifiuti tossici per conto della camorra, chiamando in causa, oltre a politici e manager locali, anche il sottosegretario all’Economia. Ne parlò L’Espresso nel settembre del 2008. Da allora l’inchiesta è andata avanti e i pubblici ministeri sono arrivati alle richieste di provvedimenti che ora sono al vaglio del gip. Nicola Cosentino sostiene di non essere a conoscenza di nessuna inchiesta che lo riguardi. Ora che il suo nome circola insistentemente come candidato governatore, spiega al Corriere di non voler fare dichiarazioni finché non ci sarà una decisione definitiva. Ma non molti giorni fa ha rilasciato un’intervista al Corriere del Mezzogiorno mostrandosi tranquillo: «Un anno fa chiesi di essere ascoltato dai magistrati, ma la richiesta non ha avuto seguito per motivi di carattere tecnico-processuale, il che significa che nulla di penalmente rilevante sarebbe emerso a mio carico». E in quell’occasione ha annunciato anche di essere pronto, in caso di candidatura alla Regio ne, a «rinunciare a qualunque privilegio: sia esso lo scudo dell’immunità parlamentare che quello di poter ritornare in breve tempo a sedere tra i banchi della Camera». «Magari sarebbe il caso che si dimettesse soltanto se venisse eletto» commenta Italo Bocchino, parlamentare napoletano del Pdl che quel giorno del convegno a Palazzo Reale con Cosentino non scambiò nemmeno una parola. Oggi gli parlerebbe per dargli un consiglio: «Be’, se fosse oggetto di un’inchiesta giudiziaria gli sconsiglierei vivamente di candidarsi» dice. Ma subito aggiunge: «Lui comunque sostiene che quest’inchiesta non c’è, quindi se ha ragione ha anche tutto il diritto di presentarsi per la carica di governatore. E se il partito lo sceglie, Cosentino sarà il candidato di tutto il partito. Anche mio».

Fulvio Bufi
20 ottobre 2009

http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/politica/2009/20-ottobre-2009/battaglia-nicola-cosentino-candidato-polemiche--1601897826727.shtml

MadJackal
21-10-2009, 10:22
Arriva un nuovo stop alla candidatura di Cosentino:


Grazie a Dio qualcuno ne ha parlato, e quindi han dovuto ritirare la cosa.
Mi ricorda le candidature di veline all'europarlamento...

Ogni tanto bisognerebbe fargli fare la frittata e poi ridergli in faccia, basta con ste mosse preventive :O

Mordicchio83
21-10-2009, 10:35
Grazie a Dio qualcuno ne ha parlato, e quindi han dovuto ritirare la cosa.
Mi ricorda le candidature di veline all'europarlamento...

Ogni tanto bisognerebbe fargli fare la frittata e poi ridergli in faccia, basta con ste mosse preventive :O

Guarda che se ne parla da un bel po' ed ho più che un sospetto che nemmeno Berlusconi abbia potuto in qualche modo indirizzare la scelta. Un anno fa è partito con Lettieri facendo andare su tutte le furie quelli che, come Cosentino, si sono visti scavalcare da uno che non fa manco politica.... evidentemente Berlusconi pure riteneva di dover cambiare aria e presentare qualcuno non invischiato nelle solite logiche di potere legate alla politica e agli affari.
Questa gente ristagna da anni in politica ed ora che, dopo 15 anni, si apre la possibilità concreta di governare, non ci pensa minimamente a lasciare spazio al primo arrivato.
Su Cosentino non so cosa pensare... 4 o 5 pentito hanno fatto il suo nome.
Tutto dovrebbe ruotare attorno a quella certificazione antimafia rilasciata alla Eco4 dei fratelli Orsi (uno dei quali ammazzato dal clan dei casalesi) e che si dice sia stata favorita da Cosentino in persona.
Però il procuratore generale Galgano (che dovrebbe conoscere a che punto è l'indagine) pochi giorni fa ha fatto un affermazione abbastanza chiara su Cosentino, ossia che per ora, in sostanza, non ha nulla da ridire nei confronti del personaggio.... imho strana dichiarazione :stordita:
A breve comunque credo che ne sapremo di più. Intanto gli altri candidati, o almeno i possibili candidati (Caldoro e Carfagna) sembrano spariti.
All'interno del Pdl campano, anche se ci sono alcune voci fortemente contro Cosentino, i più lo appoggiano con decisione.

Scannabue²
21-10-2009, 12:53
Certo che Fini un po' i casi suoi potrebbe farseli ... e prima FareFuturo contro le le mign ... ehm veline ell'europarlamento, adesso si mette in mezzo pure sulla Campania ... ma non ha niente di meglio da fare?

lowenz
21-10-2009, 13:32
Certo che Fini un po' i casi suoi potrebbe farseli ... e prima FareFuturo contro le le mign
Silvio ha già pronto il cambio di nome: "Farsi(le)Future" :sofico: :sofico: :sofico:

Nome del popolo! Basta col politichese marxista!

dantes76
21-10-2009, 14:17
un posto alle prossime europee glielo trovano, nel frattempo gli troveranno qualche incarico di "Famiglia"..

Mordicchio83
06-11-2009, 13:27
IL SOTTOSEGRETARIO ALL'ECONOMIA POSSIBILE CANDIDATO PDL ALLE REGIONALI
Casalesi, il «Roma» di Bocchino "anticipa" la richiesta d'arresto per Cosentino
L'indiscrezione in prima pagina sul giornale di cui il deputato finiano è editore. Rotondi: tam tam immorale


NAPOLI - Sarebbe questione di ore. Il gip deciderà (o dovrebbe decidere) a breve sulla richiesta d'arresto riguardante una decina di persone sospettate di legami con il clan dei Casalesi. Tra queste anche il sottosegretario all'Economia Nicola Cosentino, coordinatore del Pdl in Campania e candidato in pectore per la Regione Campania....

Riporto solo il parte l'articolo perché è una riproduzione riservata.

Ecco il link

http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/politica/2009/6-novembre-2009/casalesi-giornale-bocchino-anticipa-richiesta-d-arresto-cosentino-1601968078658.shtml

Intanto continuano gli attriti tra il procuratore generale della procura di Napoli Galgano e la procura stessa:

Procura, in 72 contro Galgano
Documento al Csm con le firme di 72 magistrati: contestata un´intervista rilasciata dal procuratore generale
di Dario Del Porto


Il documento è stato trasmesso a Palazzo dei Marescialli accompagnato dalla firma di 72 sostituti della Procura di Napoli: in tre pagine (la versione integrale su napoli.repubblica.it), i pm espongono al Csm i passaggi centrali dell´intervista rilasciata il 15 ottobre al "Corriere del Mezzogiorno" dal pg Vincenzo Galgano e chiedono di «valutare la necessità di attivare le opportune procedure istituzionali» a loro tutela. Lo strappo aperto da quelle dichiarazioni, dalle quali già il procuratore Giandomenico Lepore aveva preso le distanze, sembra dunque ancora profondo.

Fra i firmatari figurano Sergio Amato, Francesco Valentini, Antonello Ardituro, Cesare Sirignano Vincenzo D´Onofrio Fabrizio Vanorio, Enrica Parascandolo, Gloria Sanseverino. I pm ripercorrono le affermazioni con le quali i sostituti «sono accusati di fanatismo derivante "dalla perfetta osservanza delle leggi" che darebbe "luogo a soluzioni dolorose e insoddisfacenti per coloro che ne subiscono le conseguenze. «Il pg - scrivono i 72 pubblici ministeri - si spinge ad affermare che "tale fanatismo provoca sofferenze alla gente e alla collettività" e che ciò costituisce "un costo che i cittadini devono pagare all´autonomia della funzione giurisdizionale"».

Inoltre, secondo i pm, Galgano si sarebbe «lasciato andare a critiche gratuitamente denigratorie verso l´intera e non meglio precisata categoria dei magistrati di nuova generazione» parlando di un «generale abbassamento della qualità degli studi i cui effetti inevitabilmente si riverberano anche sulla qualità dei magistrati delle nuove generazioni». Nel documento è citata anche quella che viene definita «una metafora di carattere zoologico», riferita alla frase con la quale il pg «afferma che il decadimento culturale è la storia del nostro Paese, del Sud in particolare. Gli altri hanno cento cavallucci, noi dieci stalloni di razza ma novanta asini».

Scrivono i pm che «il tenore delle dichiarazioni attribuite al pg e da questi mai smentite» appaiono «chiaramente e immediatamente riferibili ai magistrati» della Procura e «trascendono l´ambito della serena e certamente legittima valutazione e critica» assumendo al contrario «i toni della indiscriminata contestazione dell´attività inquirente». E poi, si legge ancora, «i pm di Napoli sono additati quali causa di sofferenza individuale e collettiva nei cittadini e nella gente in ragione di atteggiamenti fanatici o, peggio, asinini». Accuse che vengono ritenute «certamente più gravi e strumentalizzabili» perché provenienti dalla più alta carica requirente del distretto.

Tutto ciò, concludono i 72 firmatari, non solo «scredita e delegittima un ufficio» impegnato «quotidianamente nel contrasto tutte le forme di criminalità» ma «si presta a facili strumentalizzazioni già riscontrate nella prassi quotidiana da parte di esponenti del Foro e della opinione pubblica».
(06 novembre 2009)

http://napoli.repubblica.it/dettaglio/procura-in-72-contro-galgano/1771078

Per chi non ricorda della polemica, riporto l'articolo che ha generato lo scontro:

Galgano: «Ci sono pm fanatici che danneggiano le persone e provocano sofferenze»
giovedì, ottobre 15, 2009

qui certi magistrati vivono nell’irrealtà, la loro eccessiva sicurezza li porta a insistere negli errori


(di Gianluca Abate da il Corriere del Mezzogiorno)

L’intervista inizia con un caramella al miele, marca Ambrosoli.

Vincenzo Galgano la tira fuori dal casset to della scrivania, la estrae dal pacchet to, appallottola la carta gialla nel posace nere e la mastica per almeno un minu to. «Questa schiarisce la voce. E io devo parlare tanto». Martedì 13 ottobre 2009, l’altroieri, nuovo palazzo di giustizia, «Torre C», dodicesimo piano, le cinque del pomeriggio. Vincenzo Galgano — procuratore generale della Repubblica, la più alta carica della magistratura in quirente nel distretto di corte d’appello di Napoli — siede sulla stessa sedia che occupava esattamente sei mesi fa, quan do una sua dichiarazione («Ci sono pm che perseguono interessi personali») scatenò un terremoto all’interno della Procura e portò all’apertura di un’ inda gine del Csm. Correva il 14 aprile 2009. E, a dispetto del nome del santo del gior no (Abbondio), il Pg decise di interveni re direttamente nello scontro tra alcuni sostituti e il capo dei pm, conflitto scatu rito dalla decisione di Giovandomenico Lepore di stralciare dall’inchiesta sui ri fiuti le posizioni del sottosegretario di Stato Guido Bertolaso e del prefetto di Napoli Alessandro Pansa. Sei mesi do po, la situazione non è cambiata. Anzi. La richiesta di archiviazione formulata dal procuratore nei confronti di Bertola so e Pansa in ordine alle ipotesi di reato più gravi ha riacceso lo scontro, con tan to di minacce di abbandono e interventi di parte della magistratura associata.

Procuratore generale, iniziamo dal la fine. Cominciamo da quel documen to di Magistratura democratica, l’ala di sinistra delle toghe, che ha parla di «anomala situazione processuale sca turita da determinazioni adottate in contrasto con quelle già espresse dal la Procura in relazione ad altre perso ne attualmente imputate nel dibatti mento ». L’ha letto?

«Sì. Toni irritanti. Dichiarazione irra gionevole. Fossi in loro lascerei perde re, non gli conviene…».

La sostanza, procuratore. La sostan za, non la forma.

«La sostanza è che i colleghi di Md hanno trascurato di considerare che chi esercita la funzione giudiziaria deve ob bedire alla propria professionalità e alla propria coscienza».

Giusto, ma come la mettiamo con i coimputati? La Procura ha chiesto l’ar chiviazione delle accuse più gravi per Bertolaso e Pansa, ma continua a ipo tizzarle nei confronti degli altri: non è una disparità di trattamento?

«Qui si dimentica, o si vuol dimenti care, che la parola finale spetta a un giu dice, non a questo o quel pm. E poi non ho capito bene chi debba decidere che un magistrato ha fatto bene e che il suo collega ha sbagliato».

Se non lo sa lei…

«La persona che ha adottato questa decisione è un magistrato perbene, non un mascalzone. Ora, come si fa a dire che l’imputazione più lieve è quella sba gliata? È una cosa che stabilirà il giudi ce: il quale, beninteso, potrebbe anche decidere di ipotizzare reati più gravi. Ac cusare il procuratore di aver adottato de cisioni per non ostacolare l’attività del Governo è una cosa fuori dal mondo. E, guarda caso, chi l’ha difeso pubblica mente? Paolo Mancuso, uno certamen te non sospettabile di rapporti di amici zia con il Governo e con il suo pre mier ».

Sta dicendo che è stata sbagliata la strategia «politica»?

«No, sto dicendo che la vicenda è di ventata oggetto di un diffuso e ingiusti ficato clamore. È inevitabile che chi diri ge un grande ufficio non possa ignorare effetti e ricadute dell’attività giurisdizio nale. C’è chi si ostina ancora a non capi re che quella del magistrato è un’attivi tà pratica, non un mero esercizio teori co svincolato da responsabilità».

Qualcuno sostiene che i magistrati dovrebbero giudicare senza farsi con dizionare dalla realtà…

«Qui il ragionamento va sganciato da questo o quel processo, dai singo li magistrati. Ciò premesso, è ora di iniziare a chiarire alcuni punti una volta per tutte».

Chiarisca…

«La ricerca astratta della perfet ta osservanza delle leggi dà luogo a soluzioni dolorose e insoddisfa centi per coloro che ne subiscono le conseguenze, siano essi indivi dui o collettività».

La «perfetta osservanza delle leggi» però è impegno che do vrebbe esser preteso, no?

«Certo, ma se si esaminassero bene le norme, e soprattutto se si applicassero correttamente le re gole di interpretazione, queste conseguenze dannose non si do vrebbero verificare».

Usa il condizionale…

«La ricerca della perfezione spesso si traduce in un errore».

Vuol dire che c’è qualche pm che sbaglia ad applicare le nor me?

«Ci sono casi in cui la certezza delle proprie idee diventa fanati smo. E uno degli effetti di questa eccessiva sicurezza è quello di non percepire le opinioni degli altri, di entrare in un meccanismo di irreal tà e di errore, insistendovi».

E come si difende il cittadino da questi pm?

«Il nostro sistema giudiziario è co struito in modo che gli errori vengano corretti, che questi magistrati si scontri no sempre con un muro che li ricondu ce a ragione. O, almeno, quasi sempre».

È quel «quasi» che preoccupa…

«Il lavoro della Procura costituisce la fase iniziale del procedimento, non quella finale. Ciò non esclude, però, che in questa fase certi magistrati possano creare problemi».

Quali?

«C’è il rischio che il fanatismo di alcu ni pm venga strumentalizzato dall’ester no per lotte politiche, campagne di stampa, trame cui la magistratura do vrebbe rimanere estranea. La conse guenza è un enorme danno all’ufficio del pubblico ministero».

Rischiano anche i cittadini?

«Il fanatismo di questi magistrati pro voca sofferenze alla gente e alla colletti vità. È un costo che i cittadini devono pagare all’autonomia della funzione giu risdizionale ».

Scusi, ma il compito di vigilare sul l’operato dei pm non spetta a lei?

«Sì».

E che fa?

«Tutto quello che posso, cioè solo se gnalare certe condotte al Csm»

E poi?

«Bah. La sezione disciplinare funzio na male. Il collegio è troppo numeroso, gravato da un carico eccessivo. E poi su bisce gli effetti inevitabili connessi a un sistema organizzativo che ne trascura la terzietà».

Cioè?

«Cioè lì c’è sempre un collega che giu dica su un altro collega. Insomma, è gente che fa lo stesso lavoro. E non vo glio pensare alla lunghezza delle istrut torie ».

E alla lunghezza dei processi ci vuo le pensare?

«Le lungaggini giudiziarie si protrag gono al di là di ogni possibile tollerabili tà. Colpa dell’indifferenza di chi dovreb be investire nei servizi giudiziari».

Ci risiamo. Piove, governo ladro?

«No. È anche colpa degli uomini se il sistema non funziona, ed è ora che colo ro che vi operano inizino ad assumersi le loro responsabilità».

Ecco, a proposito di lungaggini. Qui tra poco parte la corsa alle elezioni re gionali. Antonio Bassolino è un gover natore che attende da cinque anni di sapere se è un «truffatore»…

«Questi tempi sono una follia di cui subiamo tutti le conseguenze. Abbiamo il diritto di sapere se colui che è stato mandato a presiedere la Regione è un mascalzone o una persona perbene. E non possiamo certo saperlo dal pm».

…Il sottosegretario all’Economia Ni cola Cosentino invece aspetta da un anno di sapere se è colluso con i Casa lesi…

«Io non ho elementi dai quali mi ri sultino queste circostanze. E, per quel che mi riguarda, allo stato è una perso na nei cui confronti non ho nulla da ridi re ».

Ci sarebbero anche i tanti «imputa ti qualunque» che avrebbero diritto a tempi celeri. Le loro attese sono adde bitabili solo al sistema inceppato?

«No. È intollerabile anche l’indiffe renza mostrata da gran parte dei magi strati per i tempi della loro attività. Que sto è un aspetto della professionalità che trovo peggiorato».

Che fa, rimpiange la vecchia genera zione?

«C’è un generale abbassamento della qualità media degli studi, i cui effetti inevitabilmente si riverberano anche sulla qualità media dei magistrati delle nuove generazioni. Ciò non significa che io non noti, anche tra questi ultimi, alcuni vivissimi ingegni».

Ingegni a parte, pensa che i magi strati di oggi siano meno bravi di quel li di ieri?

«Il calo di qualità non è né inferiore né superiore a quello di tutti gli ambien ti professionali. Però c’è stato, anche se compensato da alcune eccellenze. È la storia del nostro Paese, del Sud in parti colare. Gli altri hanno cento cavallucci. Noi dieci stalloni di razza, ma 90 asini».

E la risposta di Lepore:


È POLEMICA DOPO L'INTERVISTA AL «CORRIERE»
Procura, scontro sulle accuse di Galgano
Lepore: qui nessun fanatico. Mancino al Csm: indagine rigorosa. Il caso passa al vaglio del ministero


NAPOLI — La situazione al l’interno della Procura di Napo li necessita di «una valutazio ne seria, rigorosa e discreta». Una valutazione che deve ne cessariamente iniziare «dalle dichiarazioni del procuratore generale di Napoli». Una valu*tazione che s’annuncia «delica ta e preoccupante per le dimen*sioni dell’ufficio». Una valuta zione che partirà subito, per ché il vicepresidente del Csm Nicola Mancino — stando a fonti di palazzo dei Marescialli — ha chiesto che la situazione venga esaminata «subito». Le accuse lanciate da Vincenzo Galgano nell’intervista al Cor riere del Mezzogiorno («Ci so no alcuni pm fanatici, e questo fanatismo danneggia persone e collettività e provoca soffe renze») arrivano dritte al Con siglio superiore della magistra tura e scatenano una bufera giudiziaria in una delle giorna te più convulse della giustizia napoletana: ieri, giovedì, nell’ordine, as semblea dei pm, comunicato del procuratore di Napoli, nota ufficiale dell’Anm, presa di po sizione di Magistratura demo cratica, intervento del ministe ro della Giustizia, richiesta di apertura di una pratica al Csm.....

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http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2009/16-ottobre-2009/procura-scontro-accuse-galgano-1601884842208.shtml


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