View Full Version : Cassazione: Genchi non ha violato la privacy
Intercettazioni, la Cassazione: ''Genchi non ha violato la privacy. Era autorizzato''
Roma, 15 ott. (Adnkronos) - Gioacchino Genchi non ha violato la privacy di nessuno. Lo certifica la Cassazione che, nel motivare l'ok al dissequestro dell''archivio' disposto lo scorso 25 giugno, evidenzia come vada "esclusa la qualifica di abusività attribuita all'attività svolta" dal consulente informatico di diversi magistrati, "avendo questi effettuato l'accesso, a seguito dell'autorizzazione ricevuta dal comune di Mazara del Vallo nel sistema informatico dell'Agenzia delle Entrate".
Nel caso in questione, scrivono dunque gli 'ermellini' nelle motivazioni della sentenza 40078, "essendo Genchi abilitato a consultare i dati presenti nel sistema informatico dell'Agenzia delle entrate, non è ipotizzabile una volontà contraria del titolare dello 'ius excludendi'".
Il consulente informatico di diversi magistrati, tra cui Luigi De Magistris e Giovanni Falcone, era stato indagato per intromissione illecita nel sistema informatico dell'Agenzia delle Entrate e per violazione della privacy. Accuse che il Tribunale del Riesame di Roma, lo scorso aprile, aveva fatto cadere ordinando il dissequestro del materiale di Genchi. Contro questa decisione ha fatto ricorso in Cassazione la Procura della capitale ma la Suprema Corte, dichiarando il ricorso inammissibile, ha precisato che "non può condividersi la lettura della norma sottesa alla contestazione in esame che individua l'abisività della condotta nel fatto di chi, abilitato ad accedere al sistema informatico, usi tale facoltà per finalità estranee al compito ricevuto".
Inoltre i supremi giudici fanno notare che il reato punito in base al dlg 196/2003, "non sussiste in caso di mancata dimostrazione che la violazione della normativa sulla tutela dei dati personali, abbia prodotto un 'vulnus' significativo alla persona offesa". Sostenere, infatti, che questa condizione di punibilità sia "implicita e intrinsecamente connessa - conclude piazza Cavour - equivale ad asserire un capovolgimento dei principi in tema dell'onere della prova, assolutamente non giustificata dalla fase iniziale delle indagini".
fonte: http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Intercettazioni-la-Cassazione-Genchi-non-ha-violato-la-privacy-Era-autorizzato_3883107117.html
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L'ennesima bufala che si sgonfia...ricordiamo che volevano farci credere che avesse "intercettato" e violato la privacy di mezza italia.
^TiGeRShArK^
18-10-2009, 11:37
bene, un'altra piccola vittoria per la giustizia troppe volte bistrattata in questo paese dai soliti noti. :)
ma non era "il più grosso scandalo della repubblica italiana dal 1860 ad oggi?" [cit.]
Crazy rider89
18-10-2009, 11:42
ma non era "il più grosso scandalo della repubblica italiana dal 1860 ad oggi?" [cit.]
ovvio
mica è canale5 che pedina uno "stravagante" giudice :sofico:
DonaldDuck
18-10-2009, 13:30
fonte: http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Intercettazioni-la-Cassazione-Genchi-non-ha-violato-la-privacy-Era-autorizzato_3883107117.html
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L'ennesima bufala che si sgonfia...ricordiamo che volevano farci credere che avesse "intercettato" e violato la privacy di mezza italia.
Mmmmh...c'è qualcosa che non mi torna...
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/?id=3.0.3495948200
Archivio Genchi, ecco perché la Cassazione dice 'no' al dissequestro
Roma - (Adnkronos) - Il ricorso della Procura di Roma è stato accolto poiché il poliziotto sapeva che determinate utenze telefoniche erano in uso a parlamentari ma senza chiedere autorizzazione "ha acquisito illecitamente" i tabulati telefonici arrecando "intenzionalmente" un danno ingiusto. Da qui l'ipotesi di reato di abuso d'ufficio
Roma, 2 lug. - (Adnkronos) - L'archivio Genchi non andava dissequestrato in relazione alle intercettazioni disposte sui parlamentari. Dunque, dice la Cassazione, male ha fatto il Tribunale del Riesame di Roma, lo scorso aprile, a dissequestrare l'archivio del consulente inoltrandosi "in intempestive e anticipate valutazioni". Invece, dice piazza Cavour, il Tribunale "non avrebbe potuto fare a meno di affermare che nel fatto descritto nel decreto di perquisizione e sequestro, a carico del consulente Genchi, con riferimento all'acquisizione di tabulati di comunicazioni di membri del Parlamento, sussiste il 'fumus commissi delicti' delineato dall'art. 323 c.p." che punisce l'abuso d'ufficio.
Ecco perché, lo scorso 26 giugno, la Sesta sezione penale ha annullato senza rinvio la decisione del Riesame, accogliendo il ricorso della Procura di Roma che, come segnala la Cassazione, "ipotizza che il consulente tecnico Genchi, disponendo di archivi formati nel corso dell'esecuzione di altri suoi incarichi e d'informazioni conseguite in altre diverse attività d'indagine, era nella concreta e autonoma possibilità di conoscere che determinate utenze telefoniche erano in uso a parlamentari e che, senza dare tali informazioni al pubblico ministero per l'eventuale richiesta della necessaria autorizzazione, abbia acquisito, elaborato e trattato illecitamente tabulati telefonici relativi a tali utenze, intenzionalmente arrecando ai parlamentari che le usavano un danno ingiusto, consistente nella conoscibilità di dati esterni di traffico relativi alle loro comunicazioni telefoniche".
Tesi condivisa dagli 'ermellini' che hanno appunto fatto presente che "se il Tribunale avesse preso in considerazione, come avrebbe dovuto, tutti gli elementi fattuali come rappresentati dal pm, non avrebbe pouto fare a meno di affermare che nel fatto descritto nel decreto di perquisizione e sequestro, a carico del consulente Genchi, con riferimento all'acquisizione di tabulati di membri del Parlamento, sussiste il fumus commissi delicti previsto e delineato dall'art. 323 c.p.". Bocciato invece il ricorso della Procura della capitale sull'ipotesi di abuso d'ufficio relativa ai tabulati delle utenze in uso ai servizi di sicurezza "per la mancanza di concreti e specifici elementi idonei a consentire di individuare concretamente le vicende in cui era stato opposto il segreto di Stato".
DonaldDuck
18-10-2009, 13:34
Il consulente informatico di diversi magistrati, tra cui Luigi De Magistris e Giovanni Falcone
Mmmmh...a me non risulta...
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2009/01/bocassini-intercettazioni-genchi.shtml?uuid=e862d006-ec67-11dd-b219-9063977eaf68&DocRulesView=Libero
Ilda Boccassini: «Il problema sono i Pm nelle mani dei consulenti»
di Lionello Mancini
27 gennaio 2009
«Insistere ancora oggi sulla figura di Genchi è un modo per evitare i temi veri all'origine di questo polverone. E i temi veri sono: il ruolo del Pubblico ministero nelle inchieste e l'eccezionale utilità dell'analisi dei tabulati in ogni tipo di indagine». Così Ilda Boccassini, Sostituto procuratore della Repubblica a Milano, delimita il terreno di conversazione sul caso del consulente palermitano al centro della tormenta politico/mediatica del momento. Limiti rigorosi, anche se non ha difficoltà a confermare ciò che è arcinoto: nel 1992, quando accettò l'applicazione in Sicilia per indagare sulle stragi di Capaci e via D'Amelio, conobbe l'allora dirigente di Ps Gioacchino Genchi, uno dei primi esperti in tlc, specialità all'epoca rara come rari erano certi apparecchi e certe tecniche d'indagine.
Dopo qualche mese, però, ne chiese l'allontanamento e lo ottenne dall'allora capo della Polizia, Vincenzo Parisi. Perché? «Inutile entrare nel dettaglio di episodi così lontani. Ma una riflessione vale ancora oggi: un'inchiesta procede e va a buon fine se il magistrato che deve dirigerla fa il suo lavoro. Innanzitutto scegliendo con cura i collaboratori e anche assumendo decisioni impopolari, se necessarie». Rifacendosi alla sua esperienza nella conduzione delle inchieste più delicate dell'ultimo ventennio – dalla criminalità organizzata a Mani pulite, al terrorismo brigatista – il magistrato mette in guardia sulle origini di fenomeni alla Genchi: «Il Pm deve saper coordinare Polizia giudiziaria e consulenti, deve affidarsi ad altre competenze, ma anche verificare che fine fanno le deleghe assegnate».
Per tornare a 15 anni fa, date le sue competenze, a Genchi vennero affidati incarichi che egli iniziò a svolgere, ma senza convincere i titolari dell'inchiesta. Parisi decise di destinarlo ad altro incarico ma per arrivare a ciò, Boccassini dovette mettere sul tavolo quel «o lui o io», rivendicando il rispetto di quei ruoli che oggi sembra vacillare.
Se già allora le forze di Polizia arrivarono ai colpevoli di Capaci, riflette la Pm, possono ben farlo adesso, con i mezzi e le nuove tecnologie a loro disposizione. «Proprio non capisco – dice – perché tanti colleghi, specie quelli delle grandi sedi come Milano, Palermo, Roma o Reggio Calabria, scelgano consulenti privati, quando dispongono di personale investigativo di altissima qualità e dotato di mezzi ormai sofisticatissimi». E se il problema, come dice qualcuno, è che i privati sono più efficienti «siamo proprio noi magistrati che dovremmo pretendere dallo Stato mezzi e aggiornamento adeguati per la nostra Polizia giudiziaria».
Ancora, è grave se «un Pm non segue passo a passo, non definisce il lavoro degli ausiliari di Pg, tanto più se si tratta di privati. E può persino accadere che i colleghi si lascino soppiantare nella direzione delle indagini, accettando relazioni obiettivamente irricevibili» perché invece di risposte ai quesiti dell'Autorità giudiziaria, trovano spazio «ipotesi, collegamenti e deduzioni che la legge riserva al Pubblico ministero».
http://blog.panorama.it/italia/2009/02/01/caso-genchi-nella-rete-di-interceptor/
Da Castelbuono alla Rete
Genchi Gioacchino da Castelbuono (Palermo) non è un investigatore di paese. Vicequestore in aspettativa sindacale alla questura di Palermo, 49 anni, uomo di grande sicurezza ed ego smisurato, è probabilmente il più abile e intelligente detective informatico d’Italia. Il suo pensiero è sofisticato, la sua conoscenza del software e dell’hardware sorprendente. Il suo talento micidiale ha cominciato a rivelarsi fin dagli anni Ottanta, quando “smanettava” sui primi pc in commercio. Nel 1985 entra in polizia e già dopo tre anni il capo della Polizia di Stato, Vincenzo Parisi, lo mette alla testa della direzione telecomunicazioni del ministero dell’Interno per la Sicilia occidentale. Carriera fulminante.
Nel 1996 diventa consulente tecnico dell’autorità giudiziaria. Su incarico del Csm tiene corsi di formazione e aggiornamento per magistrati e uditori giudiziari. In breve, Genchi diventa un punto di riferimento: “I risultati del mio lavoro sono consacrati in centinaia di ordinanze, di sentenze e di pronunce alla Corte di cassazione” si vanta sul suo sito web. È vero, ma la sua attività vista in controluce ha più di una zona oscura. Tanto che già nel 1993 Ilda Boccassini, allora sostituto procuratore di Caltanissetta, drizza le antenne e si scontra con Genchi, che all’epoca è il tecnico del pool investigativo sulla strage di Capaci e vuole allargare l’indagine ai contatti telefonici privati e alle carte di credito di Giovanni Falcone. O me o lui, dice “Ilda la rossa”. E la spunta.
Mmmmh...c'è qualcosa che non mi torna...
Datti pace, dai. :O
Vincenzo1968
18-10-2009, 15:20
Colpevoli per non aver commesso il fatto (http://www.voglioscendere.ilcannocchiale.it/2009/03/23/la_diretta_con_marco_travaglio.html) di Marco Travaglio
...
Ultima cosa, e poi mi taccio: avrete notato che sono stati arrestati i “veri” colpevoli, così ci è stato detto, dello stupro della Caffarella, altri due romeni, e sono stati arrestati come? Con metodi tradizionali, quelli di Maigret e del questore Caruso? No, sono stati arrestati grazie a un incrocio complicatissimo di tracce telefoniche, tabulati telefonici, schede che passano da cellulare a cellulare, a partire dalla scheda dei telefoni che sono stati rubati ai due ragazzini durante il famigerato stupro. Schede che poi hanno cambiato vari titolari, vari cellulari... alla fine si è arrivati al mercato nero dove erano stati rivenduti e ricettati e si è riusciti a risalire a chi poi li aveva comprati, venduti e infine si è arrivati a scoprire, si spera, i veri stupratori della Caffarella.
Questo metodo di lavoro, incrociare i dati telefonici, i tabulati e le intercettazioni, vi ricorda qualcuno? Vi ricorda qualcosa? A me ricorda il metodo Genchi. Mi ricorda il famigerato metodo Genchi, che quando viene usato nei confronti dei rumeni va benissimo, applausi a scena aperta; quando viene usato nei confronti dei politici apriti cielo!
Willy McBride
18-10-2009, 15:46
ma non era "il più grosso scandalo della repubblica italiana dal 1860 ad oggi?" [cit.]
No, quello era telekom serbia.
Mmmmh...c'è qualcosa che non mi torna...
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/?id=3.0.3495948200
L'articolo di luglio che hai postato, da quanto ho capito (non sono un giurista :)), si riferisce ad un pronunciamento di un'altra sezione della cassazione sul ricorso del procuratore di roma (contro l'accoglimento dell'instanza del riesame da parte del trib. di roma) non sulla violazione di privacy e accesso abusivo ma relativi ad altri articoli tra cui il 323 per cui era (é?) indagato.
La notizia postata da me è di due giorni fa e si basa sulle motivazioni della sentenza di cassazione (quinta sezione) 40078/09 del 25/06/2009 depositata il 14 Ottobre. Leggendola si può verificare che sono stati esaminati e rigettati senza rinvio i ricorsi relativi a presunta violazione della privacy e accesso abusivo (che sono vari articoli del c.p elencati) al sistema informatico, dicendo appunto che Genchi era autorizzato e non ha violato la privacy etc:
https://www.gioacchinogenchi.it/atti/docs/Rassegna_Stampa/T025DK.Pdf
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