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View Full Version : Ciancimino jr: ecco il “papello” - Il pm Ingroia: “Siamo all'anticamera della verità"


luxorl
15-10-2009, 08:27
Ciancimino jr: ecco il “papello”
Le carte della trattativa

di Peter Gomez Giuseppe Lo Bianco

E dopo un lungo periodo di annunci e di attese, come nella più classica delle suspences, il ''papello” è saltato fuori. L'elenco di richieste della mafia allo Stato per interrompere la stagione delle stragi è stato consegnato ieri mattina, insieme ad altri documenti, dal legale di Massimo Ciancimino, l'avvocato Francesca Russo, che ha incontrato il procuratore aggiunto Roberto Scarpinato e il pm Nino Di Matteo. La notizia è stata confermata dallo stesso Ciancimino (e non è stata smentita dalla procura): ''Abbiamo portato alcuni documenti - ha detto il figlio di don Vito - e tra questi una fotocopia del papello''. L'inchiesta sulla trattativa subisce così un'impennata nel giorno dell'interrogatorio di Liliana Ferraro, l'ex direttore degli affari penali del ministero della Giustizia chiamata in causa alla trasmissione Annozero dall'ex Guardasigilli Claudio Martelli, che ha rivelato un incontro tra la dirigente e l'allora capitano del Ros Beppe De Donno nel quale quest'ultimo la informò della volontà di collaborazione di don Vito Ciancimino a condizione di ottenere ''coperture politiche''. Circostanza smentita da De Donno che ha annunciato di aver querelato la Ferraro. Resta top secret, intanto, la natura degli altri documenti consegnati dal legale, materiale finora custodito da Ciancimino che ha deciso di rompere gli indugi spinto, forse, anche da un clima di allarme e di disagi che cresce attorno a lui. Il giovane, infatti, ha rivelato che nella città in cui vive, nel centro-nord, la scuola frequentata da suo figlio Vito gli ha comunicato la decisione di non voler più il bambino per paura di rappresaglie mafiose.

Con la consegna del documento che contiene le richieste di Cosa Nostra, dalla revisione dei processi alla cancellazione della legge sui pentiti, e, come ha rivelato Sandro Ruotolo ad Annozero la scorsa settimana, anche la defiscalizzazione della benzina, l'inchiesta della procura di Palermo sulla trattativa compie un salto di qualità. Per un anno circa Massimo Ciancimino ha annunciato la consegna del documento che ha custodito in un luogo secreto dopo la morte del padre, protagonista del dialogo mafia-Stato a cavallo delle stragi di Capaci e via D'Amelio. L'ultimo dei figli di don Vito Ciancimino, che ha trascorso a fianco del padre gli ultimi anni della sua vita partecipando a numerosi incontri con gli esponenti di vertice di Cosa Nostra ha così mantenuto la sua promessa. Nel corso dei numerosi interrogatori resi ai magistrati di Palermo, Caltanissetta, Firenze e Catania aveva più volte parlato di quel documento simbolo della trattativa, passato per le mani anche di un esponente dei servizi segreti, il signor Carlo o Franco. Richieste che, dopo averle lette, Ciancimino giudicò esose ed improponibili: ''Sono le solite teste di minchia'', disse, ipotizzando che Riina e soci, per averle fomulate in quel modo, avessero le spalle coperte. Così come lui stesso, prima di assumersi l'onere rischioso di far da tramite tra i corleonesi e le istituzioni, avrebbe chiesto agli ufficiali del Ros Mori e De Donno, come ha rivelato Massimo, 'coperture politiche', pretendendo che venissero avvertiti della trattativa Nicola Mancino e Luciano Violante. Il primo ha sempre smentito di aver mai saputo nulla, il secondo ha rivelato di avere ricevuto, tramite il generale Mori, la richiesta di un incontro privato da parte di Ciancimino, che egli ha sempre rifiutato. Violante sarà interrogato il 20 ottobre a Palermo nell'aula del processo a Mori e Obinu per la mancata cattura del boss Provenzano.

Ma che ci si stia avvicinando alla svolta ieri lo confermava indirettamente anche il pm Ingroia: “Siamo all'anticamera della verità".

Il Fatto Quotidiano di oggi

sempreio
15-10-2009, 08:35
per me saltano in aria

luxorl
15-10-2009, 08:54
Stragi e menzogne

di Luigi Li Gotti

In tutta la vicenda nebulosa della strage di via D’Amelio, ciò che mi lascia perplesso, è il silenzio durato 17 anni su alcuni importanti snodi. Sino al luglio del 2009, i dati conosciuti erano:

a) l’esistenza di una “trattativa” dello Stato con Cosa Nostra con annesso “papello” di richieste di Salvatore Riina per far cessare l’aggressione stragista;

b) l’inizio della trattativa il 5 agosto 1992 (incontro di Mori con Ciancimino) e, quindi, dopo la strage di via D’Amelio (19 luglio 1992). Circostanza riferita da Mori e, esclusione conseguenziale di conoscenza da parte di Paolo Borsellino di una trattativa ancora inesistente. Peraltro lo stesso generale Mori, deponendo nel processo, a Caltanissetta, per la strage, aveva riferito che aveva incontrato Paolo Borsellino il 25 giugno 1992 (nella caserma Carini a Palermo), e che qualora avesse già avviato una “trattativa”, ne avrebbe sicuramente parlato con Borsellino. Non avendone parlato (e non avendolo più incontrato), significò che la trattativa fu successiva;

c) l’esclusione da parte del Ministro dell’Interno, Vincenzo Scotti, rimasto in carica fino al 30 giugno 1992 (dal 1° luglio venne sostituito da Nicola Mancino) di aver mai saputo di “trattative” e di essere per lui un mistero la ragione della sua sostituzione con Mancino (deposizione resa a Caltanissetta nel processo per la strage di via D’Amelio);

d) l’esclusione da parte del subentrante Ministro dell’Interno, Nicola Mancino, di conoscenza di “trattative” e il suo non ricordo dell’incontro, al Viminale, con Paolo Borsellino, il 1° luglio 1992.

Essendo questi i fatti salienti conosciuti, in tutti questi anni e a lungo, si è discusso nel tentativo di dare certezza all’epoca dell’inizio della “trattativa”: sul prima o dopo la strage di via D’Amelio e, quindi, se l’accelerazione dell’esecuzione della strage, fosse da collegare alla “trattativa”, ossia ad una ferma opposizione di Paolo Borsellino di trattare con gli assassini di Giovanni Falcone. Insomma l’eventuale ostilità di Borsellino, avrebbe potuto indurre Cosa Nostra ad eliminare l’ostacolo Borsellino. Improvvisamente, nell’estate di quest’anno, è ricomparsa la memoria:

a) parla Claudio Martelli (Ministro della Giustizia nel periodo stragista del 1992) di una trattativa conosciuta e dell’estromissione di Scotti (e sostituzione con Mancino) proprio a causa della posizione “dura” assunta da questi

b) anche Vincenzo Scotti ha, nel 2009, ricordi vaghi di una “trattativa”.

c) Si dice certo Martelli del fatto che Paolo Borsellino venne subito informato della “trattativa” e, a sostegno, richiama il ricordo di Liliana Ferraro (che al Ministero della Giustizia, aveva preso il posto di Giovanni Falcone), che ricevette, all’uopo, la visita del capitano De Donno, che le riferì dei contatti con Ciancimino e della richiesta di Cosa Nostra di copertura politica della “trattativa”.

d) Colloca Martelli, con certezza, la conoscenza della trattativa al 23 giugno 1992 (trigesimo dell’uccisione di Giovanni Falcone);

e) Non centrale, ma certamente neanche marginale,e, comunque inquietante, si colloca anche una intervista di Arlacchi (27 luglio 2009 a La Stampa) che appare dubbioso sull’incontro Borsellino-Mancino il 1° luglio 1992 (incontro invece annotato sull’agenda grigia – quella rossa è sparita - di Borsellino e testimoniato da terzi) e ponendosi, invece lui, quale la persona che Borsellino avrebbe incontrato quel 1° luglio (ma non c’è traccia nell’agenda). Arlacchi ci dice anche che Borsellino era tranquillo (ma sappiamo da plurime fonti che invece era estremamente preoccupato e sappiamo, per testi, che Paolo Borsellino, in quel contesto temporale, e capendo che si avvicinava il “suo momento”, disse di essere stato tradito da chi si era fidato). Sempre Arlacchi riferisce del forte impegno del Ministro Nicola Mancino, per l’esito del maxiprocesso a Cosa Nostra (ma la sentenza del maxiprocesso è del 30 gennaio 1992, mentre Mancino divenne Ministro dell’Interno, dopo 7 mesi, ossia il 1° luglio). Inoltre, è strana, la sua affermazione su “frange marginali dello Stato che remavano contro, facevano trattative e papelli” e riferisce “di tre o quattro” trattative, definendole anomalie delle quali parlava settimanalmente con Falcone e Borsellino, ma probabilmente non conosciute da altri, oltre che da lui! Ebbene. Ma perché per 17 anni è scomparsa la memoria e ora, nell’estate-autunno del 2009, affiorano tanti, e così importanti, ricordi? Le verità del 2009, sono l’altra faccia della menzogna degli anni precedenti e dei non ricordo. O, anche, il contrario. Sbrogliare questa intricata matassa, non sarà compito facile. La sensazione di torbido è l’unica cosa certa.

Qualcuno, pur in ritardo, potrà avvicinarci alla verità, altri continuano a intorbidire le acque. Siamo tornati ai “pupi e pupari”. Dobbiamo dare un volto agli uni e agli altri.

ConteZero
15-10-2009, 09:06
Siamo vicini, il primo che muore in questa "congiura del silenzio" gli addossano tutta la colpa.

חוה
15-10-2009, 09:06
per me saltano in aria

magari usando un po' di gas russo....

Onisem
15-10-2009, 10:01
magari usando un po' di gas russo....

Complotto comunista?

חוה
15-10-2009, 10:15
DAL TG3 DEL 10 MARZO 2007
Condannati Massimo Ciancimino a 5 anni e 8 mesi, Gianni Lapis professore di diritto tributario a 5 anni e 4 mesi, stessa pena è stata inflitta Giorgio Ghiron, avvocato con studio a Roma, sede a Napoli, Londra e New York, il figlio di Don Vito e i suoi prestanome avrebbero cercato di riciclare le immense ricchezze dell’ex sindaco di Palermo, reinvestendolo in un colossale progetto per importare in Italia il gas russo di Gazprom bypassando le forniture dell’Eni.

http://www.report.rai.it/R2_popup_articolofoglia/0,7246,243%255E1075706,00.html

Mordicchio83
15-10-2009, 10:28
Mah... tutti questi ricordi a distanza di 17 anni...
E' praticamente venuto fuori che Borsellino sapeva della trattativa il 23 giugno (lo dichiara Martelli, ma è la Ferraro che glielo riferisce, o almeno così dovrebbe essere), ma allora perché il 25 nell'incontro segreto (se c'è stato a questo punto) in caserma con De Nonno e Mori non ne hanno parlato? Possibile che Borsellino sapesse dal 23 della trattativa e che non si sia infuriato il 25 con il generale?
Oggi invece si sa (lo riferisce la Ferraro) che Borsellino seppe della trattativa (vera o finta che sia) il 28 giugno all'aeroporto di Fiumicino.
:confused: :rolleyes:

ConteZero
15-10-2009, 10:30
DAL TG3 DEL 10 MARZO 2007
Condannati Massimo Ciancimino a 5 anni e 8 mesi, Gianni Lapis professore di diritto tributario a 5 anni e 4 mesi, stessa pena è stata inflitta Giorgio Ghiron, avvocato con studio a Roma, sede a Napoli, Londra e New York, il figlio di Don Vito e i suoi prestanome avrebbero cercato di riciclare le immense ricchezze dell’ex sindaco di Palermo, reinvestendolo in un colossale progetto per importare in Italia il gas russo di Gazprom bypassando le forniture dell’Eni.

http://www.report.rai.it/R2_popup_articolofoglia/0,7246,243%255E1075706,00.html

Cosa che Massimo Ciancimino ha ribadito ad Annozero.
Lui non è presente come pentito, sta rendendo dichiarazioni spontanee... non gliene entra nulla... peraltro quel che dice ha riscontro nelle parole di altri soggetti, fra cui lo stesso Martelli.

ConteZero
15-10-2009, 10:31
Mah... tutti questi ricordi a distanza di 17 anni...
E' praticamente venuto fuori che Borsellino sapeva della trattativa il 23 giugno (lo dichiara Martelli, ma è la Ferraro che glielo riferisce, o almeno così dovrebbe essere), ma allora perché il 25 nell'incontro segreto (se c'è stato a questo punto) in caserma con De Nonno e Mori non ne hanno parlato? Possibile che Borsellino sapesse dal 23 della trattativa e che non si sia infuriato il 25 con il generale?
Oggi invece si sa (lo riferisce la Ferraro) che Borsellino seppe della trattativa (vera o finta che sia) il 28 giugno all'aeroporto di Fiumicino.
:confused: :rolleyes:

Difficile che Di Pietro, Ciancimino e Martelli (persone che se s'incontrano per strada manco si salutano) abbiano architettato tutto questo popo'di ricostruzione.

Mordicchio83
15-10-2009, 10:37
Difficile che Di Pietro, Ciancimino e Martelli (persone che se s'incontrano per strada manco si salutano) abbiano architettato tutto questo popo'di ricostruzione.

Mai pensato ad una cosa del genere (che c'entrano poi Ciancimino e Di Pietro? :confused: ), ma mi fa strano che certi personaggi cambino versione così velocemente e che se ne escano dopo 17 anni con un ricordo tanto nitido da fornire data precisa e occasione.
In Annozero Martelli (che ha avuto conferme dalla Ferraro per telefono) dichiara che Borsellino fu a conoscenza della trattativa il 23 giugno.
Oggi si sa che la Ferraro ha riferito ai magistrati che Borsellino seppe della trattativa il 28 giugno. C'è qualcosa che non quadra, no? (in pratica 2 date diverse fornite dallo stesso testimone)
imho il 28 può essere la data corretta (se il 25 c'è stato per davvero l'incontro con Mori e De Nonno, non credo possa essere altrimenti)

חוה
15-10-2009, 10:39
Cosa che Massimo Ciancimino ha ribadito ad Annozero.
Lui non è presente come pentito, sta rendendo dichiarazioni spontanee... non gliene entra nulla... peraltro quel che dice ha riscontro nelle parole di altri soggetti, fra cui lo stesso Martelli.

certo , io gli credo infatti

volevo dire che magari c'è qualcun altro che vorrebbe farlo fuori, indipendentemente dalle sue dichiarazioni spontanee ( ma del papello non si parlava da mesi? )

psp ma del papello non si parlava de mesi?

PALERMO - Lo cercano da quando venne ucciso Paolo Borsellino, diciassette anni fa. Un foglio di carta, uno solo. Con la scrittura incerta di Totò Riina e, in fondo, la sua firma. È il famoso "papello", le richieste dei Corleonesi allo Stato per fermare le stragi in Sicilia e in Italia. "Ve lo consegno io nelle prossime ore", ha giurato qualche giorno fa Massimo Ciancimino, testimone eccellente ormai sotto scorta come un pentito.

http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/cronaca/mafia-8/ciancimino-patto/ciancimino-patto.html

ConteZero
15-10-2009, 10:56
Mai pensato ad una cosa del genere (che c'entrano poi Ciancimino e Di Pietro? :confused: ), ma mi fa strano che certi personaggi cambino versione così velocemente e che se ne escano dopo 17 anni con un ricordo tanto nitido da fornire data precisa e occasione.
In Annozero Martelli (che ha avuto conferme dalla Ferraro per telefono) dichiara che Borsellino fu a conoscenza della trattativa il 23 giugno.
Oggi si sa che la Ferraro ha riferito ai magistrati che Borsellino seppe della trattativa il 28 giugno. C'è qualcosa che non quadra, no? (in pratica 2 date diverse fornite dallo stesso testimone)
imho il 28 può essere la data corretta (se il 25 c'è stato per davvero l'incontro con Mori e De Nonno, non credo possa essere altrimenti)

Di Pietro e Ciancimino li ho citati relativamente all'esistenza di questa trattativa, trattativa che qualcuno ritiene costruita ad arte.
Per il resto penso che Martelli stia cercando di pararsi il sedere.

Mordicchio83
15-10-2009, 11:09
Di Pietro e Ciancimino li ho citati relativamente all'esistenza di questa trattativa, trattativa che qualcuno ritiene costruita ad arte.
Per il resto penso che Martelli stia cercando di pararsi il sedere.

La trattativa venne avviata spontaneamente dai ROS per prendere quanti più affiliati possibile... una finta trattativa appunto (ed è quello che in pratica afferma il ROS stesso).... che è praticamente l'ipotesi più semplice e meno complottista che si può fare. Sarò ingenuo, ma non credo alle altre ipotesi
Sulle dichiarazioni di Martelli non so cosa pensare.... le "ombre" (ma imho è tutto molto montato) su di lui e Mancino restano pure facendo queste dichiarazioni. Cosa ci guadagna?

Korn
15-10-2009, 11:20
Attenzione il magistrato Ingroia è comunista ergo ogni sua dichiarazione è falsa...

sander4
15-10-2009, 11:50
«Dissi a Borsellino dei contatti
tra i carabinieri e Ciancimino»
La Ferraro conferma ai pm le rivelazioni di Martelli

ROMA — Paolo Borsellino seppe che i carabinieri avevano agganciato Vito Ciancimino per una sua possibile collaborazione il 28 giugno 1992, ultima domenica del mese, all’aeroporto di Fiumicino, mentre tornava da Bari e aspettava il volo per Palermo. Glielo disse Liliana Ferraro, la collaboratrice di Giovanni Falcone che ne prese il posto al fianco del ministro della Giustizia Martelli dopo la strage di Capaci.

A lei l’aveva riferito proprio l’ufficiale dell’Arma che aveva preso contatto con l’ex sindaco mafioso: il capitano Giuseppe De Donno, il quale — attraverso la Ferraro — voleva informare lo stesso Guardasigilli. Forse perché per «trattare» con Ciancimino, vicinissimo ai corleonesi Riina e Provenzano, c’era bisogno di «garanzie politiche», come racconta Martelli.

Una ricostruzione negata dai carabinieri, tanto che l’ormai ex capitano De Donno s’è già rivolto a un avvocato per intraprendere ogni possibile iniziativa a sua tutela. Sostiene di non aver mai parlato con Liliana Ferraro dei suoi colloqui con Ciancimino, che per lui vestiva i panni del semplice «confidente ».

Ma ieri la testimone ha confermato tutto ai magistrati di Caltanissetta e Palermo che indagano sulle stragi del ’92 e sull’ipotetica trattativa tra Stato e mafia. Precisando che della circostanza parlò già nel 2002 col pubblico ministero fiorentino Gabriele Chelazzi che indagava sulle stragi del ’93. Quando De Donno andò a trovarla — ha ricordato ieri la Ferraro — era sconvolto per la morte di Falcone avvenuta circa un mese prima, era in cerca di nuovi riferimenti giudiziari per le indagini, e lei lo invitò ad affidarsi a Borsellino, all’epoca procuratore aggiunto di Palermo.

Pochi giorni dopo, a Fiumicino, la stessa Ferraro riferì a Borsellino il colloquio con l’ufficiale dell’Arma, avvenuto su richiesta del magistrato che aveva annotato il nome «Ferraro» sulla sua agenda grigia.

Con lui c’era la moglie Agnese, la quale già nel 1995 aveva parlato dell’incontro davanti alla Corte d’assise. Non disse di che parlarono, perché non aveva assistito alla conversazione, ma nei giorni scorsi — in una testimonianza resa ai pubblici ministeri di Caltanissetta — ha aggiunto un particolare che potrebbe legarsi alle ultime novità emerse.

Agnese Borsellino ha rivelato che pochi giorni prima di morire nella strage di via D’Amelio (19 luglio ’92), suo marito le confidò di aver maturato dei dubbi sul generale dei carabinieri Antonio Subranni, all’epoca comandante del Ros, il raggruppamento speciale di cui facevano parte De Donno e l’allora colonnello Mori, cioè i due carabinieri che avevano agganciato Ciancimino.

Subranni era dunque il superiore informato da De Donno e Mori dei colloqui avviati con l’ex sindaco. I due hanno sempre sostenuto che fuori dell’Arma non dissero nulla a nessuno fino all’arresto dello stesso Ciancimino, avvenuto all’inizio del ’93. Ora s’inseriscono altre ricostruzioni che potrebbero arrivare a riscrivere la storia di quella drammatica estate di diciassette anni fa.

Giovanni Bianconi http://www.corriere.it/cronache/09_ottobre_15/biancone-ferraro-borsellino_b886f354-b961-11de-880c-00144f02aabc.shtml

Bene, avanti così. :)

momo-racing
15-10-2009, 11:57
per me saltano in aria

la cosa divertente è che essendo provenzano e riina ormai storia vecchia ed essendo ancora invece in giro i "rappresentanti politici" che presero parte a tale trattativa, se qualcuno salta in aria o muore il mandante non andrebbe certo andato a cercare tra i mafiosi.

GRIEVERhead
15-10-2009, 12:03
[I]DAL TG3 DEL 10 MARZO 2007
[...] il figlio di Don Vito e i suoi prestanome avrebbero cercato di riciclare le immense ricchezze dell’ex sindaco di Palermo, reinvestendolo in un colossale progetto per importare in Italia il gas russo di Gazprom bypassando le forniture dell’Eni.

http://www.report.rai.it/R2_popup_articolofoglia/0,7246,243%255E1075706,00.html

non è quello che sta facendo ora il governo? tant'è vero che gli Usa si stanno un po' incavolando visto che l'Italia ha deciso di finanziare principalmente quel progetto Gazprom e il South Stream invece del condotto Nabucco che non dipende dalla Russia??:muro:
http://it.biz.yahoo.com/21092009/26/gas-sale-tensione-gli-usa-italia-po-meno-sola-analisi.html

mc12
15-10-2009, 14:08
per me saltano in aria

ma speriamo!...inteso nel senso buono...

Ja]{|e
15-10-2009, 18:51
LINK (http://espresso.repubblica.it/dettaglio/stato-mafia-ecco-il-papello/2112520/8)

Stato-mafia, ecco il papello
di Lirio Abbate
Ecco il primo documento sulla trattativa tra le istituzioni e Cosa nostra nell'estate delle stragi. Fogli consegnati ai magistrati dal figlio di Vito Ciancimino

http://data.kataweb.it/kpmimages/kpm3/eol/eol2/2009/10/15/jpg_2112523.jpg

GUARDA Le immagini del 'papello' (http://espresso.repubblica.it/multimedia/home/14840289)

Sono 12 le richieste che i boss di Cosa nostra avanzarono agli uomini delle istituzioni nell'estate del 1992, fra le stragi Falcone e Borsellino. Una trattativa che i mafiosi corleonesi avanzarono con lo Stato per fermare le bombe e la stagione stragista, e arrivare ad una tregua. I 12 punti formano il 'papello', cioè l'elenco delle richieste scritte su un foglio formato A4 che adesso Massimo Ciancimino ha consegnato ai magistrati della procura della Repubblica di Palermo che indagano sulla trattativa fra Stato e mafia. Ma accanto a questo elenco spunta a sorpresa un altro 'papello' con le proposte e le modifiche ai 12 punti pretesi dai corleonesi che don Vito Ciancimino avrebbe scritto di proprio pugno e consegnato all'allora colonnello del Ros, Mario Mori. Il fatto, inedito, è documentato dal L'espresso con alcune foto dei fogli in cui si leggono al primo punto i nomi di Mancino e Rognoni; poi segue l'abolizione del 416 bis (il reato di associazione mafiosa); "Strasburgo maxi processo" (l'idea di Ciancimino era quella di far intervenire la corte dei diritti europei per dare diverso esito al più grande procedimento contro i vertici di Cosa nostra); "Sud partito"; e infine "riforma della giustizia all'americana, sistema elettivo...".
Su questo "papello" scritto da Vito Ciancimino era incollato un post-it di colore giallo sul quale il vecchio ex sindaco mafioso di Palermo aveva scritto: "consegnato al colonnello dei carabinieri Mori dei Ros". Per gli inquirenti il messaggio è esplicito e confermerebbe il fatto che ci sarebbe stato una trattativa fra i mafiosi e gli uomini delle istituzioni.

Mostrare ai giudici l'esistenza del 'papello', rappresenta per i pm una prova tangibile che la trattativa fra mafia e Stato non solo è esistita, ma è anche iniziata nel periodo fra l'attentato di Capaci e quello di via d'Amelio. Per gli inquirenti questo documento, consegnato dal dichiarante Massimo Ciancimino, che collabora con diverse procure, può dare il via a nuove indagini. Con l'obiettivo di scoprire fino a che punto può essere arrivato il tentativo di trattativa rivelato dal figlio dell'ex sindaco mafioso.
I 12 punti richiesti da Riina e Provenzano, che sono anche questi al vaglio dei magistrati, si aprono, invece, con la revisione del maxi processo a Cosa nostra. Gli altri spaziano dall'abolizione del carcere duro previsto dal 41 bis agli arresti domiciliari per gli imputati di mafia che hanno compiuto 70 anni. La lista si conclude domandando la defiscalizzazione della benzina per gli abitanti della regione siciliana.
(15 ottobre 2009)

indelebile
15-10-2009, 19:14
a me puzza di ennesimo depistaggio e di ennesime mezze verità
di refenti politici di alto livello c'è solo mancino che è di csx (anche se li era un democristiano)
mai piaciuto molto quel democristiano...ma secondo me ce ne sono altri magari del psi....

Onisem
15-10-2009, 19:52
a me puzza di ennesimo depistaggio e di ennesime mezze verità
di refenti politici di alto livello c'è solo mancino che è di csx (anche se li era un democristiano)
mai piaciuto molto quel democristiano...ma secondo me ce ne sono altri magari del psi....

Scusa ma che vuol dire? Vito Ciancimino era democristiano. :mbe:

^TiGeRShArK^
15-10-2009, 20:22
Bene, avanti così. :)
E' anche ovvio che ci fosse probabilmente qualcuno dei ROS o di quelli che lavoravano per la cattura di Riina che giocasse a favore della MAFIA.
E' molto plausibile agli occhi di chiunque, basti pensare alla "misteriosa" sparizione dell'agenda rossa di borsellino e della "dimenticanza" di perquisire l'abitazione di Riina permettendo a tutti i familiari di fare piazza pulita di tutti i documenti compromettenti.

momo-racing
16-10-2009, 18:41
stando al corriere, ecco il famoso papello

http://images.corriere.it/Media/Foto/2009/10/16/pizzino.jpg

http://images.corriere.it/Media/Foto/2009/10/16/papello2.jpg

first register
17-10-2009, 01:08
Il foglio di cui si parlava a proposito del processo dell'Utri dovrebbe avere la parte superiore mancante, qui invece sembra tutto ok.
Da quel che vedo nelle foto su l'espresso dovrebbe trattarsi di un altro documento.

http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/cronaca/mafia-9/ecco-papello/ecco-papello.html?rss

luxorl
17-10-2009, 12:01
Il papello e quelle leggi

di Peter Gomez

Basta poco per rendersene conto. Basta rileggere le cronache parlamentari. Nei 12 punti elencati da Totò Riina nel suo papello come condizione per chiudere la stagione delle bombe non vi è nulla di sorprendente. La trattativa tra Stato e mafia c'è stata, proprio come raccontavano, ben prima della scoperta del papello, le sentenze definitive sulle stragi del '93. Non per niente, durante gli ultimi 17 anni, buona parte dei desiderata di Cosa Nostra sono stati discussi e, a volte approvati, da Camera e Senato. Le supercarceri di Pianosa e l'Asinara sono state chiuse nel 1997 dal centrosinistra. La legge sui pentiti, coi voti dell'Ulivo e il plauso del centro-destra, è stata riformata nel 2001, provocando un crollo verticale del numero dei collaboratori di giustizia. Il 41 bis, il cosiddetto carcere duro, è stato invece “stabilizzato” nel 2002. Ma la norma, anche questa volta bipartisan, è stata scritta male. Così i tribunali di sorveglianza, com’era perfettamente prevedibile, si sono trovati a dover revocare il 41 bis (già reso molto meno duro) a centinaia di boss. E persino quattro mafiosi condannati per la strage di via dei Georgofili a Firenze sono adesso detenuti in regimi penitenziari normali.

A partire del 1994, poi, si è cominciato a parlare pubblicamente della possibilità di concedere forti sconti di pena agli uomini d'onore che non si pentono, ma decidono invece di dissociarsi dall'organizzazione. Il primo a farlo è stato uno dei tanti testimoni di quella trattativa che oggi ritrovano miracolosamente la memoria: Luciano Violante. Subito dopo, nel 1996, un’apposita proposta di legge è stata presentata da tre senatori dell’allora Ccd, mentre nel 2001 il futuro ministro degli Esteri, Franco Frattini , se l’è presa con i giornali che parlando troppo di dissociazione avevano fatto saltare “l’intera operazione”. Leggendo la copia del papello in mano ai magistrati un’unica domanda ha quindi senso: la trattativa con Cosa Nostra è ancora in corso? Perché come diceva una delle sue vittime, il giudice Paolo Borsellino: “Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio: o si fanno la guerra, o si mettono d’accordo”.


(IFQ di oggi)