FabioGreggio
14-10-2009, 09:34
Il regno è "crocevia per l'Italia nel grande Medio Oriente"
Riad, 14 ott. (Apcom) -
Diplomazia ed economia sono al cuore della visita di Franco Frattini in Arabia Saudita, al via oggi con l'apertura a Riad della X commissione mista fra l'Italia e il regno.
....... Inoltre l'Arabia Saudita è "un paese che sa apprezzare le punte di eccellenza del made in Italy".
La missione del ministro Frattini ha dunque il doppio scopo di approfondire la cooperazione diplomatica e consolidare quella economica.
...... Così oggi, in apertura, Frattini perorerà la necessità di espandere la cooperazione "al di là dei tradizionali settori del petrolio, dell'edilizia e della meccanica" e di dare "priorità alla cooperazione fra università e centri di ricerca", pensando alle generazioni del futuro.
L'accenno non è casuale: sotto il governo di re Abdullah, al potere dal 2005, l'Arabia Saudita sta conoscendo un processo di ammodernamento sociale (per quanto lento: si pensi alla promessa, per ora rimasta tale, di consentire la guida alle donne).
Riad ha varato un programma di sviluppo delle Università (la King Abdullah University of Science di recentissima inaugurazione è addirittura il primo ateneo misto) e programma la nascita di 4 'economic cities', città dedicate ciascuna a una branca del sapere, progettate con attenzione alla vivibilità.
La prima - anch'essa porterà il nome del sovrano - sarà completata nel 2020.
I sauditi vogliono formare una classe di dirigenti e tecnici, in un paese in cui il 50% della manodopera specializzata è oggi straniera.
Alla Commissione Mista, in questa ottica, saranno presenti rappresentanti del mondo industriale italiano (le banche: Intesa San Paolo, Mediobanca, Unicredit; la meccanica e l'edilizia, con Italtel, Italcementi, Bonati, Vitrociset), ma anche rappresentanti degli atenei fra cui la Cattolica, la Bicocca, la Sapienza di Roma. Frattini, oltre al ministro delle Finanze Ibrahim Al Assaf, incontrerà anche in fine mattinata il ministro degli Esteri principe Saud Al Faisal. L'Italia, indica la Farnesina, considera l'Arabia Saudita un crocevia ineludibile verso il Grande Medio Oriente
Spulciando cosa succede , islamico, si scopre che Frattini e i Destrorsi fanno finta di non vedere ciò che sottolinea in altri Paesi, a riprova che per la DESTRA il danaro va oltre i diritti umani:
L’Arabia Saudita, tra i più ricchi paesi del mondo arabo, è anche tra quelli in cui le contraddizioni tra modernità e tradizione, appaiono più manifeste.
Con una popolazione di oltre 18 milioni di abitanti, il Paese è retto dal sovrano assoluto Fahd bin Abd al-Aziz al-Saud, che esercita contemporaneamente le funzioni di capo di Stato e di Governo ed al quale è attribuito il titolo di "custode delle Sante Moschee"; l’ordinamento giuridico nazionale poggia sulla legge coranica, la Sahari’a, mentre l’amministrazione della giustizia è affidata ad appositi tribunali religiosi.
A dispetto della sottoscrizione di numerose Convenzioni e Trattati internazionali in materia di diritti umani, in Arabia Saudita, denuncia Amnesty International, le detenzioni arbitrarie, la persecuzione di gruppi di oppositori politici e di minoranze religiose, l’ampio uso di strumenti di tortura e di pratiche crudeli come le amputazioni e le frustate, nonché il ricorso alla pena di morte per una ampia casistica di reati, continuano ad essere una triste e desolante realtà.
Donato Lama, cittadino filippino residente a Ryadh per motivi di lavoro, arrestato e condannato a 18 mesi di carcere e a 70 frustate per aver preso parte ad un cerimoniale cattolico;
o come Ahmad bin Ahmad, morto in stato di fermo nel 1998, verosimilmente in seguito a torture, dopo esser stato arrestato perché sorpreso a pregare con rito Sciita, contrario alla pratica Sunnita.
Le donne poi vivono ordinariamente discriminazioni e limiti al godimento dei più elementari diritti civili, politici, sociali ed economici, costrette a subire severissime restrizioni persino alla propria libertà di movimento, compresa la possibilità di guidare un’automobile o di uscire sola senza il marito o un componente della famiglia.
Amnesty International denuncia poi l’utilizzo di punizioni corporali come le frustate o le amputazioni come pene giudiziarie aggiuntive;
in caso di furto grave lo Huddud, ossia la casistica di punizioni fisse prevista dalla Shari’a, prevede l’amputazione incrociata di mano destra e piede sinistro, pratica che, secondo Amnesty, ha trovato applicazione in almeno cinque casi tra le 90 amputazioni giudiziarie eseguite tra il 1981 e il 1999.
L’utilizzo della pena di morte, impartita anche per reati non violenti come l’apostasia, il traffico di droga o la sodomia, è in costante aumento;
dal 1987 al 1999 il numero medio di persone giustiziate in un anno è stato di 73.
Le tutele legali per gli imputati sono praticamente nulle, giacché i processi in genere vengono condotti senza alcuna garanzia per i detenuti.
Le esecuzioni, di norma pubbliche e mediante decapitazione, nella maggior parte dei casi non sono neppure preannunciate ai condannati se non nell’imminenza dell’evento. Un panorama dunque di disarmante discrezionalità giudiziaria, senza alcuna forma di tutela legale che assicuri imparzialità e buona condotta ai processi.
http://www.controluce.it/giornali/a09n10/diritti1.htm
Ma che amici per bene.
Grazie Frattini.
Palestinesi no.
Arabia Saudita si.
La faccia come il culo.
fg
Riad, 14 ott. (Apcom) -
Diplomazia ed economia sono al cuore della visita di Franco Frattini in Arabia Saudita, al via oggi con l'apertura a Riad della X commissione mista fra l'Italia e il regno.
....... Inoltre l'Arabia Saudita è "un paese che sa apprezzare le punte di eccellenza del made in Italy".
La missione del ministro Frattini ha dunque il doppio scopo di approfondire la cooperazione diplomatica e consolidare quella economica.
...... Così oggi, in apertura, Frattini perorerà la necessità di espandere la cooperazione "al di là dei tradizionali settori del petrolio, dell'edilizia e della meccanica" e di dare "priorità alla cooperazione fra università e centri di ricerca", pensando alle generazioni del futuro.
L'accenno non è casuale: sotto il governo di re Abdullah, al potere dal 2005, l'Arabia Saudita sta conoscendo un processo di ammodernamento sociale (per quanto lento: si pensi alla promessa, per ora rimasta tale, di consentire la guida alle donne).
Riad ha varato un programma di sviluppo delle Università (la King Abdullah University of Science di recentissima inaugurazione è addirittura il primo ateneo misto) e programma la nascita di 4 'economic cities', città dedicate ciascuna a una branca del sapere, progettate con attenzione alla vivibilità.
La prima - anch'essa porterà il nome del sovrano - sarà completata nel 2020.
I sauditi vogliono formare una classe di dirigenti e tecnici, in un paese in cui il 50% della manodopera specializzata è oggi straniera.
Alla Commissione Mista, in questa ottica, saranno presenti rappresentanti del mondo industriale italiano (le banche: Intesa San Paolo, Mediobanca, Unicredit; la meccanica e l'edilizia, con Italtel, Italcementi, Bonati, Vitrociset), ma anche rappresentanti degli atenei fra cui la Cattolica, la Bicocca, la Sapienza di Roma. Frattini, oltre al ministro delle Finanze Ibrahim Al Assaf, incontrerà anche in fine mattinata il ministro degli Esteri principe Saud Al Faisal. L'Italia, indica la Farnesina, considera l'Arabia Saudita un crocevia ineludibile verso il Grande Medio Oriente
Spulciando cosa succede , islamico, si scopre che Frattini e i Destrorsi fanno finta di non vedere ciò che sottolinea in altri Paesi, a riprova che per la DESTRA il danaro va oltre i diritti umani:
L’Arabia Saudita, tra i più ricchi paesi del mondo arabo, è anche tra quelli in cui le contraddizioni tra modernità e tradizione, appaiono più manifeste.
Con una popolazione di oltre 18 milioni di abitanti, il Paese è retto dal sovrano assoluto Fahd bin Abd al-Aziz al-Saud, che esercita contemporaneamente le funzioni di capo di Stato e di Governo ed al quale è attribuito il titolo di "custode delle Sante Moschee"; l’ordinamento giuridico nazionale poggia sulla legge coranica, la Sahari’a, mentre l’amministrazione della giustizia è affidata ad appositi tribunali religiosi.
A dispetto della sottoscrizione di numerose Convenzioni e Trattati internazionali in materia di diritti umani, in Arabia Saudita, denuncia Amnesty International, le detenzioni arbitrarie, la persecuzione di gruppi di oppositori politici e di minoranze religiose, l’ampio uso di strumenti di tortura e di pratiche crudeli come le amputazioni e le frustate, nonché il ricorso alla pena di morte per una ampia casistica di reati, continuano ad essere una triste e desolante realtà.
Donato Lama, cittadino filippino residente a Ryadh per motivi di lavoro, arrestato e condannato a 18 mesi di carcere e a 70 frustate per aver preso parte ad un cerimoniale cattolico;
o come Ahmad bin Ahmad, morto in stato di fermo nel 1998, verosimilmente in seguito a torture, dopo esser stato arrestato perché sorpreso a pregare con rito Sciita, contrario alla pratica Sunnita.
Le donne poi vivono ordinariamente discriminazioni e limiti al godimento dei più elementari diritti civili, politici, sociali ed economici, costrette a subire severissime restrizioni persino alla propria libertà di movimento, compresa la possibilità di guidare un’automobile o di uscire sola senza il marito o un componente della famiglia.
Amnesty International denuncia poi l’utilizzo di punizioni corporali come le frustate o le amputazioni come pene giudiziarie aggiuntive;
in caso di furto grave lo Huddud, ossia la casistica di punizioni fisse prevista dalla Shari’a, prevede l’amputazione incrociata di mano destra e piede sinistro, pratica che, secondo Amnesty, ha trovato applicazione in almeno cinque casi tra le 90 amputazioni giudiziarie eseguite tra il 1981 e il 1999.
L’utilizzo della pena di morte, impartita anche per reati non violenti come l’apostasia, il traffico di droga o la sodomia, è in costante aumento;
dal 1987 al 1999 il numero medio di persone giustiziate in un anno è stato di 73.
Le tutele legali per gli imputati sono praticamente nulle, giacché i processi in genere vengono condotti senza alcuna garanzia per i detenuti.
Le esecuzioni, di norma pubbliche e mediante decapitazione, nella maggior parte dei casi non sono neppure preannunciate ai condannati se non nell’imminenza dell’evento. Un panorama dunque di disarmante discrezionalità giudiziaria, senza alcuna forma di tutela legale che assicuri imparzialità e buona condotta ai processi.
http://www.controluce.it/giornali/a09n10/diritti1.htm
Ma che amici per bene.
Grazie Frattini.
Palestinesi no.
Arabia Saudita si.
La faccia come il culo.
fg