Vermezzese
12-10-2009, 12:26
Una Storia che vale
Ciao a tutti ragazzi, ciao e grazie per aver aperto questo topic, vorrei molto velocemente raccontarvi la storia di cui, ne sono venuto a conoscenza, non è una “leggenda metropolitana” ma una storia drammatica, purtroppo all’ordine del giorno.
Non volendo rendere note le generalità non scriverò ne nomi ne cognomi, poiché mi è stato richiesto dal protagonista.
Lei, Filippina, 45 anni, venuta in Italia solo per continuare a sperare nella vita, nonostante, fosse reduce da un’asportazione del seno, resa necessaria dalla formazione di una massa tumorale.
Lui, Italiano, 50 anni, vissuto in Italia e divorziato, con un figlio grande, artigiano di professione, e una gran bella persona.
Si conoscono e si piacciono, vivono insieme per 4 anni ma lei poi si ammala di nuovo, venerdì scorso è deceduta, un grande dolore per una persona tanto brava onesta.
La sua storia:
Circa 6 anni, lei, contrae un tumore al seno, e nonostante le difficoltà economiche, vende casa sua per coprire le spese sanitarie nel suo pese, fanno l’intervento, tutto bene per fortuna l’asportazione del tumore è riuscita totalmente e per fortuna non si sono creati molti danni, ma gli dicono una cosa i medici:
-devi fare la chemio terapia altrimenti il tuomre si ripresenterà in futuro e magari in una forma più aggressiva,
Lei, Putroppo, non ha più niente, vive in giro come tanti, nel suo paese, nelle baraccopoli, e per strada, decide di spendere i suoi ultimi risparmi per un sogno di sopravvivenza, L’Italia.
Una volta giunta qui, trova lavoro, come badante in una famiglia “ricca” di Milano, lavora li per anni, senza essere mai stata regolarizzata, pagata in nero, e a volte anche trattata, diciamo… non troppo bene, ma lei va avanti, non si arrende, il tumore non si è ancora ripresentato, e finalmente seppure ancora “irregolare” vede uno spiraglio di speranza, e questo gli da la forza di andare avanti.
Un Giorno conosce lui, un artigiano, un UOMO, che lavora e vive da solo, perché separato, si innamorano e lei si trasferisce da lui, ma lei, non gli racconta nulla della sua precedente storia Medica, e tutto va avanti in sordina.
Purtroppo lei è irregolare e ha sempre avuto paura a presentarsi in ospedale, soprattutto ultimamente, poiché aveva paura di essere rispedita dove non aveva più niente, e soprattutto dove era destinata a morire.
Un anno fa, il tumore si è ripresentato, non al seno ma ai polmoni, e chi è del mestiere sa benissimo che è uno dei più aggressivi, e soprattutto ti uccide un pochissimo tempo, solo in quel momento decide di raccontare tutto, ma è ormai troppo tardi.
Cominciano le cure, lei continua a lavorare seppur il dolore e ogni piccola attività comincia a farsi più pesante, chemio terapia, radio terapia, niente il tumore non si ferma, va avanti verso il suo obiettivo.
Venerdì scorso era al lavoro, tossiva copiosamente come quando sia ha un edema polmonare, (liquidi nei polmoni) la famiglia dove lavorare, che nel frattempo non ha fatto nulla per regolarizzare la sua “fidata” badante, gli dice “vai a casa che hai la bronchite” e l’accompagnano sul marciapiede, non chiamano l’ambulanza per non finire nei guai, e per non essere denunciati di “favoreggiamento all’immigrazione” lei il tempo di una chiamata, va in ospedale e un’ora dopo muore.
Questa è la storia di una persona che ha lottato per vivere, ma dove la nostra solita indifferenza, e le nostre leggi populiste non le hanno permesso un diritto fondamentale, la vita.
Ciao a tutti ragazzi, ciao e grazie per aver aperto questo topic, vorrei molto velocemente raccontarvi la storia di cui, ne sono venuto a conoscenza, non è una “leggenda metropolitana” ma una storia drammatica, purtroppo all’ordine del giorno.
Non volendo rendere note le generalità non scriverò ne nomi ne cognomi, poiché mi è stato richiesto dal protagonista.
Lei, Filippina, 45 anni, venuta in Italia solo per continuare a sperare nella vita, nonostante, fosse reduce da un’asportazione del seno, resa necessaria dalla formazione di una massa tumorale.
Lui, Italiano, 50 anni, vissuto in Italia e divorziato, con un figlio grande, artigiano di professione, e una gran bella persona.
Si conoscono e si piacciono, vivono insieme per 4 anni ma lei poi si ammala di nuovo, venerdì scorso è deceduta, un grande dolore per una persona tanto brava onesta.
La sua storia:
Circa 6 anni, lei, contrae un tumore al seno, e nonostante le difficoltà economiche, vende casa sua per coprire le spese sanitarie nel suo pese, fanno l’intervento, tutto bene per fortuna l’asportazione del tumore è riuscita totalmente e per fortuna non si sono creati molti danni, ma gli dicono una cosa i medici:
-devi fare la chemio terapia altrimenti il tuomre si ripresenterà in futuro e magari in una forma più aggressiva,
Lei, Putroppo, non ha più niente, vive in giro come tanti, nel suo paese, nelle baraccopoli, e per strada, decide di spendere i suoi ultimi risparmi per un sogno di sopravvivenza, L’Italia.
Una volta giunta qui, trova lavoro, come badante in una famiglia “ricca” di Milano, lavora li per anni, senza essere mai stata regolarizzata, pagata in nero, e a volte anche trattata, diciamo… non troppo bene, ma lei va avanti, non si arrende, il tumore non si è ancora ripresentato, e finalmente seppure ancora “irregolare” vede uno spiraglio di speranza, e questo gli da la forza di andare avanti.
Un Giorno conosce lui, un artigiano, un UOMO, che lavora e vive da solo, perché separato, si innamorano e lei si trasferisce da lui, ma lei, non gli racconta nulla della sua precedente storia Medica, e tutto va avanti in sordina.
Purtroppo lei è irregolare e ha sempre avuto paura a presentarsi in ospedale, soprattutto ultimamente, poiché aveva paura di essere rispedita dove non aveva più niente, e soprattutto dove era destinata a morire.
Un anno fa, il tumore si è ripresentato, non al seno ma ai polmoni, e chi è del mestiere sa benissimo che è uno dei più aggressivi, e soprattutto ti uccide un pochissimo tempo, solo in quel momento decide di raccontare tutto, ma è ormai troppo tardi.
Cominciano le cure, lei continua a lavorare seppur il dolore e ogni piccola attività comincia a farsi più pesante, chemio terapia, radio terapia, niente il tumore non si ferma, va avanti verso il suo obiettivo.
Venerdì scorso era al lavoro, tossiva copiosamente come quando sia ha un edema polmonare, (liquidi nei polmoni) la famiglia dove lavorare, che nel frattempo non ha fatto nulla per regolarizzare la sua “fidata” badante, gli dice “vai a casa che hai la bronchite” e l’accompagnano sul marciapiede, non chiamano l’ambulanza per non finire nei guai, e per non essere denunciati di “favoreggiamento all’immigrazione” lei il tempo di una chiamata, va in ospedale e un’ora dopo muore.
Questa è la storia di una persona che ha lottato per vivere, ma dove la nostra solita indifferenza, e le nostre leggi populiste non le hanno permesso un diritto fondamentale, la vita.