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View Full Version : È guerra tra Berlusconi e la stampa d’opposizione


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03-10-2009, 00:22
Petizione per la libertà di stampa, manifestazione questo sabato, minacce di azioni legali… La tensione è al culmine tra il capo di governo italiano e gli organi di stampa che sfuggono al suo impero mediatico, come La Repubblica.

Martedi sera, Silvio Berlusconi regnava da signore sulla scena di RA1. Si è invitato in prima serata sulla rete, nella famosa trasmissione “Porta a Porta”, per evocare la consegna di case costruite per dare un alloggio [alle vittime] del terribile sisma de L’Aquila. E siccome nulla doveva offuscare il suo messaggio, i programmi concorrenti sono stati sconvolti: sparita la trasmissione politica di Canale 5 e quella di Rai 3.

Una dimostrazione, semmai ne occorresse una, del dominio del Cavaliere sul panorama televisivo transalpino. Come spiegava L’Express nel luglio scorso, “controlla quasi tutti i grandi canali nazionali: i tre di Mediaset e almeno due dei tre del servizio pubblico, la Rai. Al punto che, nello scandalo delle call-girls il direttore di Rai 1 fresco di nomina aveva pensato bene di ignorare l’affare…”

Non tutti i media danno prova di questa benevolenza nei confronti di Silvio Berlusconi. Impelagato da maggio in due scandali sessuali, “chiacchiere diffamatorie” che egli denuncia, si è lanciato in una controffensiva a colpi di azioni legali e attacchi personali, attraverso i media del suo impero editoriale, contro i suoi detrattori. Dei “farabutti”, secondo il Cavaliere.

Quando i giornali di opposizione come La Repubblica e L’Unità si impadroniscono dello scandalo Noemi Letizia, questa giovane Napoletana le cui relazioni con il Cavaliere sono poco chiare, li cita in tribunale. Il giornale dell’episcopato transalpino, L’Avvenire, ha visto il suo direttore costretto alle dimissioni dopo alcuni attacchi proferiti da Il Giornale, il quotidiano controllato dal… fratello di Silvio Berlusconi.

Questo vale anche per i media stranieri: ha minacciato di querelare il quotidiano spagnolo El Pais che ha pubblicato alcune fotobollenti scattate nella sua villa sarda, o anche il Nouvel Observateur in Francia.

Visibilmente poco impressionati da queste minacce, alcuni organi di stampa gli tengono testa. Come La Repubblica che pone ogni giorno dieci domande sulle sue relazioni con Noemi Letizia e la sua passione per le giovani donne. Questa campagna è valsa gli attacchi al direttore del quotidiano Ezio Mauro, nel giornale di destra, Libero. “La guerra è totale”, spiega Le Monde in un ritratto di questo imprenditore della stampa. Le dieci domande, sono rimaste senza risposta.

Non scoraggiati i giornalisti del quotidiano transalpino questa settimana hanno anzi ingranato la marcia con una nuova serie di dieci domande, tra le quali: “Sapeva che le donne con cui passava la notte erano delle call-girls?” (riferimento alla vicenda Patrizia D’Addario) o “Non c’è contraddizione tra il suo comportamento e la sua politica?”

Questo sabato, una grande manifestazione in favore di un’informazione libera e indipendente è prevista a Roma. “Berlusconi non ha esitato ad utilizzare il suo potere politico ed economico per cercare di zittire l’informazione in Italia e nell’Unione europea”, denunciano questo giovedì all’unisono Reporters senza Frontiere, la Federazione Europea dei Giornalisti ed il gruppo europeo della Federazione internazionale dei giornalisti.

E una petizione, “L’appello di tre giuristi” è stata lanciato da La Repubblica contro i tentativi di ridurre la stampa libera al silenzio”. Ha già raccolto quasi 390.000 firme. Nella lista spiccano alcuni nomi. Fra gli italiani: lo scrittore Umberto Eco, il giornalista Roberto Saviano, e nel mondo del cinema, Roberto Benigni, Bernardo Bertolucci o ancora Nanni Moretti… Ma anche firme internazionali come quella dello scrittore cileno impegnato Luis Sepulveda, del direttore della redazione di Novaïa Gazeta (al quale collaborava Anna Politkovskaïa) Dmitri Muratov, o ancora del presidente del partito socialista europeo Martin Schulz, e di quello del gruppo Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa (ADLE) al Parlamento Europeo Guy Verhofstadt.

Di fronte a quest’ondata di protesta che aumenta di giorno in giorno, Silvio Berlusconi afferma che l’Italia non è una “dittatura”. “Normalmente, un dittatore censura poi chiude i giornali. In questi giorni in Italia abbiamo potuto verificare che esiste la libertà di mistificare, di calunniare e di diffamare. Non è dunque una dittatura”.

Ai suoi occhi pretendere che la libertà di stampa sia minacciata in Italia è solo una “balla”… a differenza del rispetto della vita privata che è in pericolo, giustificando così le azioni giudiziarie intentate contro i giornali di opposizione.

Prendendosi così gioco dell’opposizione cerca soprattutto di limitare i danni nei suoi rapporti con la Chiesa cattolica e all’interno della sua maggioranza. Il capo di governo è infatti in rotta di collisione con il suo “erede”, il presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, che deplora la mancanza di democrazia interna nella maggioranza.

E Silvio Berlusconi a dire che gli Italiani lo appoggiano in massa… “Sapete perché gli italiani credono in me? Non soltanto perché sono giovane e bello e perché sono un imprenditore e quindi non ho bisogno di rubare (allo Stato). Hanno fiducia perché sanno che i catto-comunisti non riusciranno a mettere in atto il loro programma”, ha dichiarato il Cavaliere.
Secondo lui, ha il 68,4% delle opinioni favorevoli tra gli italiani. Un cifra smentita da un sondaggio dell’istituto IPR pubblicato mercoledi dal quotidiano La Repubblica. Secondo quest’ultima la sua quota di fiducia continua a diminuire raggiungendo il 47% in settembre, lontano dal 60% ottenuto un anno prima.

Un’erosione che potrebbe accentuarsi, poiché i media d’opposizione sono ben decisi a non demordere.
Un nuovo quotidiano indipendente vedrà la luce la prossima settimana. Il Fatto, “sarà contemporaneamente un quotidiano ed una reazione civile da parte di un gruppo di giornalisti che credono alla libertà di stampa”, ha dichiarato il suo direttore, Antonio Padellaro, questo venerdi nel corso di una conferenza stampa organizzata dall’Associazione della Stampa Straniera a Roma.
Grazie ad alcune penne arrivate da giornali di sinistra come L’Espresso o L’Unità, o il sostengno di fondatori come Marco Travaglio, noto per le sue posizioni anti-Berlusconi, questa nuova pubblicazione in un primo tempo non avrà che uno scopo: contrastare i “colpi d’artiglieria di Silvio Berlusconi contro la stampa d’opposizione”.
http://www.lexpress.fr/actualite/monde/europe/entre-berlusconi-et-la-presse-d-opposition-c-est-la-guerre_788638.html

http://italiadallestero.info/archives/7801



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