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View Full Version : De Magistris si dimette da magistrato


LUVІ
01-10-2009, 11:16
Ed ecco che, dopo essere stato completamente scagionato dalle accuse, Claudio Borghi perde il restante 15% di argomenti di discussione :D

http://www.repubblica.it/ultimora/24ore/GIUSTIZIA-DE-MAGISTRIS-MI-DIMETTO-DA-MAGISTRATO/news-dettaglio/3725066

Roma, 11:55
GIUSTIZIA: DE MAGISTRIS, MI DIMETTO DA MAGISTRATO
"E' una lettera che non avrei mai voluto scrivere. E' uno scritto che evidenzia quanto sia grave e serio lo stato di salute della democrazia nella nostra amata Italia. E' una lettera con la quale Le comunico, formalmente, le mie dimissioni dall'ordine giudiziario". Lo scrive l'ex pm di Catanzaro, oggi eurodeputato IdV, in una lettera al Capo dello Stato, presidente del Csm, pubblicata oggi su 'Il Fatto'. "Con grande serenita', mi dimetto dall'ordine giudiziario nella consapevolezza che non mi sarebbe piu' consentito esercitarlo dopo il mandato politico", scrive De Magistris che aggiunge anche: "Cerchero' di fare in modo che quello che e' successo a me non accada piu' a nessuno".

La lettera completa: http://www.antimafiaduemila.com/content/view/20010/

di Luigi De Magistris* - 1° ottobre 2009
Al Sig. Presidente della Repubblica - Piazza del Quirinale ROMA
Signor Presidente, scrivo questa lettera a Lei soprattutto nella Sua qualità di Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura.



E’ una lettera che non avrei mai voluto scrivere. E’ uno scritto che evidenzia quanto sia grave e serio lo stato di salute della democrazia nella nostra amata Italia.
E’ una lettera con la quale Le comunico, formalmente, le mie dimissioni dall’Ordine Giudiziario.
Lei non può nemmeno lontanamente immaginare quanto dolorosa sia per me tale decisione.
Sebbene l’Italia sia una Repubblica fondata sul lavoro – come recita l’art. 1 della Costituzione – non sono molti quelli che possono fare il lavoro che hanno sognato; tanti il lavoro non lo hanno, molti sono precari, altri hanno dovuto piegare la schiena al potente di turno per ottenere un posto per vivere, altri vengono licenziati come scarti sociali, tanti altri ancora sono cassintegrati. Ebbene, io ho avuto la fortuna di fare il magistrato, il mestiere che avevo sognato fin dal momento in cui mi iscrissi alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università “Federico II” di Napoli, luogo storico della cultura giuridica. La magistratura ce l’ho nel mio sangue, provengo da quattro generazioni di magistrati. Ho respirato l’aria di questo nobile e difficile mestiere sin da bambino. Uno dei giorni più belli della mia vita è stato quando ho superato il concorso per diventare uditore giudiziario. Una gioia immensa che mai avrei potuto immaginare destinata a un epilogo così buio. E’ cominciata con passione, idealità, entusiasmo, ma anche con umiltà ed equilibrio, la missione della mia vita professionale, come in modo spregiativo la definì il rappresentante della Procura Generale della Cassazione durante quel simulacro di processo disciplinare che fu imbastito nei miei confronti davanti al Csm. Per me, esercitare le funzioni giudiziarie in ossequio alla Costituzione Repubblicana significava tentare di dare una risposta concreta alla richiesta di giustizia che sale dai cittadini in nome dei quali la Giustizia viene amministrata. Quei cittadini che – contrariamente a quanto reputa la casta politica e dei poteri forti – sono tutti uguali davanti alla legge. Del resto Lei, signor Presidente, che è il custode della Costituzione, ben conosce tali inviolabili principi costituzionali e mi perdoni, pertanto, se li ricordo a me stesso.
I modelli ai quali mi sono ispirato sin dall’ingresso in magistratura – oltre a mio padre, il cui esempio è scolpito per sempre nel mio cuore e nella mia mente – sono stati magistrati quali Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Ed è nella loro memoria che ho deciso di sventolare anch’io l’agenda rossa di Borsellino, portata in piazza con immensa dignità dal fratello Salvatore. Ho sempre pensato che chi ha il privilegio di poter fare quello che sogna nella vita debba dare il massimo per il bene pubblico e l’interesse collettivo, anche a costo della vita. Per questo decisi di assumere le funzioni di Pubblico Ministero in una sede di trincea, di prima linea nel contrasto al crimine organizzato: la Calabria. Una terra da cui, in genere, i magistrati forestieri scappano dopo aver svolto il periodo previsto dalla legge e dove invece avevo deciso (ingenuamente) di restare.
Ho dedicato a questo lavoro gli anni migliori della mia vita, dai 25 ai 40, lavorando mai meno di dodici ore al giorno, spesso anche di notte, di domenica, le ferie un lusso al quale dover spesso rinunciare. Sacrifici enormi, personali e familiari, ma nessun rimpianto: rifarei tutto, con le stesse energie e il medesimo entusiasmo.
In questi anni difficili, ma entusiasmanti, in quanto numerosi sono stati i risultati raggiunti, ho avuto al mio fianco diversi colleghi magistrati, significativi settori della polizia giudiziaria, un gruppo di validi collaboratori. Ho cercato sempre di fare un lavoro di squadra, di operare in pool. Parallelamente al consolidarsi dell’azione investigativa svolta, però, si rafforzavano le attività di ostacolo che puntavano al mio isolamento, alla de-legittimazione del mio lavoro, alle più disparate strumentalizzazioni. Intimidazioni, pressioni, minacce, ostacoli, interferenze. Attività che, talvolta, provenivano dall’esterno delle Istituzioni, ma il più delle volte dall’interno: dalla politica, dai poteri forti, dalla stessa magistratura. Signor Presidente, a Lei non sfuggirà, quale Presidente del CSM, che l’indipendenza della magistratura può essere minata non solo dall’esterno dell’ordine giudiziario, ma anche dall’interno: ostacoli nel lavoro quotidiano da parte di dirigenti e colleghi , revoche e avocazioni illegali, tecniche per impedire un celere ed efficace svolgimento delle inchieste.
Ho condotto indagini nei settori più disparati, ma solo quando mi occupavo di reati contro la Pubblica amministrazione diventavo un cattivo magistrato.
Posso dire con orgoglio che il mio lavoro a Catanzaro procedeva in modo assolutamente proficuo in tutte le direzioni, come impone il precetto costituzionale dell’obbligatorietà dell’azione penale, corollario del principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. La polizia giudiziaria lavorava con sacrifici enormi, perché percepiva che risultati straordinari venivano raggiunti. Le persone informate dei fatti testimoniavano e offrivano il loro contributo. Lo Stato c’era ed era visibile, in un territorio martoriato dal malaffare. Le inchieste venivano portate avanti tutte, senza insabbiamenti di quelle contro i poteri forti (come invece troppe volte accade). Questo modo di lavorare, il popolo calabrese – piaccia o non piaccia al sistema castale – lo ha capito, mostrandoci sostegno e solidarietà. Non è poco, signor Presidente, in una Regione in cui opera una delle organizzazioni mafiose più potenti del mondo. E che lo Stato stesse funzionando lo ha compreso bene anche la criminalità organizzata. Tant’è vero che si sono subito affinate nuove tecniche di neutralizzazione dei servitori dello Stato che si ostinano ad applicare la Costituzione Repubblicana.
Non so se Ella, Signor Presidente, condivide la mia analisi. Ma a me pare che - dopo la stagione delle stragi di mafia culminate nel 1992 con gli attentati di Capaci e di via D’Amelio e dopo la strategia della tensione delle bombe a grappolo in punti nevralgici del Paese nel 1993 - le mafie hanno preso a istituzionalizzarsi. Hanno deciso di penetrare diffusamente nella cosa pubblica,nell’economia, nella finanza. Sono divenute il cancro della nostra democrazia. Controllano una parte significativa del prodotto interno lordo del nostro paese, hanno loro rappresentanti nella politica e nelle Istituzioni a tutti i livelli, nazionali e territoriali. Nemmeno la magistratura e le forze dell’ordine sono rimaste impermeabili. Si è creata un’autentica emergenza democratica, da sconfiggere in Italia e in Europa.
Gli ostacoli più micidiali all’attività dei servitori dello Stato sono i mafiosi di Stato: quelli che indossano abiti istituzionali, ma piegano le loro funzioni a interessi personali, di gruppi, di comitati d’affari, di centri di potere occulto. Non mi dilungo oltre, perché credo che al Presidente della Repubblica tutto questo dovrebbe essere noto.
Ebbene oggi, Signor Presidente, non è più necessario uccidere i servitori dello Stato: si creerebbero nuovi martiri; magari, ai funerali di Stato, il popolo prenderebbe di nuovo a calci e sputi i simulacri del regime; l’Europa ci metterebbe sotto tutela. Non vale la pena rischiare, anzi non serve. Si può raggiungere lo stesso risultato con modalità diverse: al posto della violenza fisica si utilizza quella morale, la violenza della carta da bollo, l’uso illegale del diritto o il diritto illegittimo, le campagne diffamatorie della propaganda di regime, si scelga la formula che più piace.
Che ci vuole del resto, signor Presidente, per trasferire un magistrato perbene, un poliziotto troppo curioso, un carabiniere zelante, un finanziere scrupoloso, un prete coraggioso, un funzionario che non piega la schiena, o per imbavagliare un giornalista che racconta i fatti? E’ tutto molto semplice, quasi banale. Ordinaria amministrazione.
Per allontanare i servitori dello Stato e del bene pubblico, bisogna prima isolarli, delegittimarli, diffamarli, calunniarli. A questo servono i politici collusi, la stampa di regime al servizio dei poteri forti, i magistrati proni al potere, gli apparati deviati dello Stato.
La solitudine è una caratteristica del magistrato, l’isolamento è un pericolo. Ebbene, in Calabria, mentre le persone rispondevano positivamente all’azione di servitori dello Stato vincendo timori di ritorsioni, spezzando omertà e connivenze, pezzi significativi delle Istituzioni contrastavano le attività di magistrati e forze dell’ordine con ogni mezzo.
Quello che si è realizzato negli anni in Calabria sul piano investigativo è rimasto ignoto, in quanto la cappa esercitata anche dalla forza delle massonerie deviate impediva di farlo conoscere all’esterno. Il resto del Paese non doveva sapere. Si praticava la scomparsa dei fatti. Quando però le vicende sono cominciate a uscire dal territorio calabrese, l’azione di sabotaggio si è fatta ancor più violenta e repentina. Invece dello sbarco degli Alleati, c’è stato quello della borghesia mafiosa che soffoca la vita civile calabrese. L’azione dello Stato produceva risultati in termini di indagini, restituiva fiducia nelle Istituzioni, svelava i legami tra mafia “militare” e colletti bianchi, smascherava il saccheggio di denaro pubblico perpetrate da politici collusi, (im)prenditori criminali e pezzi deviati delle Istituzioni a danno della stragrande maggioranza della popolazione, scoperchiava un mercato del lavoro piegato a interessi illeciti, squadernava il controllo del voto e, quindi, l’inquinamento e la confisca della democrazia.
Sono cose che non si possono far conoscere, signor Presidente. Altrimenti poi il popolo prende coscienza, capisce come si fanno affari sulla pelle dei più deboli, dissente e magari innesca quella democrazia partecipativa che spaventa il sistema di potere che opprime la nostra democrazia. Una presa di coscienza e conoscenza poteva scatenare una sana e pacifica ribellione sociale.
Lei, signor Presidente, dovrebbe conoscere – sempre quale Presidente del CSM - le attività messe in atto ai miei danni. Mi auguro che abbia assunto le dovute informazioni su quello che accadeva in Calabria per fermare il lavoro che stavo svolgendo in ossequio alla legge e alla Costituzione. Avrà potuto così notare che è stata messa in atto un’attività di indebito esercizio di funzioni istituzionali al solo fine di bloccare indagini che avrebbero potuto ricostruire fatti gravissimi commessi in Calabria (e non solo) da politici di destra, di sinistra e di centro, da imprenditori, magistrati, professionisti, esponenti dei servizi segreti e delle forze dell’ordine. Tutto ciò non era tollerabile in un Paese ad alta densità mafiosa istituzionale. Come poteva un pugno di servitori dello Stato pensare di esercitare il proprio mandato onestamente applicando la Costituzione? Signor Presidente, Lei - come altri esponenti delle Istituzioni - è venuto in Calabria, ha esortato i cittadini a ribellarsi al crimine organizzato e ad avere fiducia nelle Istituzioni. Perché, allora, non è stato vicino ai servitori dello Stato che si sono imbattuti nel cancro della nostra democrazia, cioè nelle più terribili collusioni tra criminalità organizzata e poteri deviati? Non ho mai colto alcun segnale da parte Sua in questa direzione, anzi. Eppure avevo sperato in un Suo intervento, anche pubblico: ero ancora nella fase della mia ingenuità istituzionale. Mi illudevo nella neutralità, anzi nell’imparzialità dei pubblici poteri. Poi ho visto in volto, pagando il prezzo più amaro, l’ingiustizia senza fine.
Sono stato ostacolato, mi sono state sottratte le indagini, mi hanno trasferito, mi hanno punito solo perché ho fatto il mio dovere, come poi ha sancito l’Autorità Giudiziaria competente. Ma intanto l’obiettivo era stato raggiunto, anche se una parte del Paese aveva e ha capito quel che è accaduto, ha compreso la posta in gioco e me l’ha testimoniato con un affetto che Lei non può nemmeno immaginare. Un affetto che costituisce per me un’inesauribile risorsa aurea.
Ho denunciato fatti gravissimi all’Autorità giudiziaria competente, la Procura della Repubblica di Salerno: me lo imponeva la legge e prima ancora la mia coscienza. Magistrati onesti e coraggiosi hanno avuto il solo torto di accertare la verità, ma questa ancora una volta era sgradita al potere. E allora anche loro dovevano pagare, in modo ancora più duro e ingiusto: la lezione impartita al sottoscritto non era stata sufficiente. La logica di regime del “colpirne uno per educarne cento” usata nei miei confronti non bastava ancora a scalfire quella parte della magistratura che è l’orgoglio del nostro Paese. Ci voleva un altro segnale forte, proveniente dalle massime Istituzioni, magistratura compresa: la ragion di Stato (ma quale Stato, signor Presidente?) non può tollerare che magistrati liberi, autonomi e indipendenti possano ricostruire fatti gravissimi che mettono in pericolo il sistema criminale di potere su cui si regge, in parte, il nostro Paese.
Quando la Procura della Repubblica di Salerno – un pool di magistrati, non uno “antropologicamente diverso”, come nel mio caso – ha adottato nei confronti di insigni personaggi calabresi provvedimenti non graditi a quei poteri che avevano agito per distruggermi, ecco che il circuito mediatico-istituzionale, ai più alti livelli, ha fatto filtrare il messaggio perverso che era in atto una “lite fra Procure”, una guerra per bande. Una menzogna di regime: nessuna guerra vi è stata, fra magistrati di Salerno e Catanzaro. C’era invece semplicemente, come capirebbe anche mio figlio di 5 anni, una Procura che indagava, ai sensi dell’art. 11 del Codice di procedura penale, su magistrati di un altro distretto. E questi, per ostacolare le indagini, hanno a loro volta indagato i colleghi che indagavano su di loro, e me quale loro istigatore. Un mostro giuridico. Un’aberrazione di un sistema che si difende dalla ricerca della verità, tentando di nascondersi dietro lo schermo di una legalità solo apparente.
Questa menzogna è servita a buttare fuori dalle indagini (e dalla funzioni di Pm) tre magistrati di Salerno, uno dei quali lasciato addirittura senza lavoro. Il messaggio doveva essere chiaro e inequivocabile: non deve accadere più, basta, capito?!
Signor Presidente, io credo che Lei in questa vicenda abbia sbagliato. Lo affermo con enorme rispetto per l’Istituzione che Lei rappresenta, ma con altrettanta sincerità e determinazione. Ricordo bene il Suo intervento – devo dire, senza precedenti – dopo che furono eseguite le perquisizioni da parte dei magistrati di Salerno. Rimasi amareggiato, ma non meravigliato.
Signor Presidente, questo sistema malato mi ha di fatto strappato di dosso la toga che avevo indossato con amore profondo. E il fatto che non mi sia stato più consentito di esercitare il mestiere stupendo di Pubblico ministero mi ha spinto ad accettare un’avventura politica straordinaria. Un’azione inaccettabile come quella che ho subìto può strapparmi le amate funzioni, può spegnere il sogno professionale della mia vita, può allontanarmi dal mio lavoro, ma non può piegare la mia dignità, nè ledere la mia schiena dritta, nè scalfire il mio entusiasmo, nè corrodere la mia passione e la volontà di fare qualcosa di utile per il mio Paese.
Nell’animo, nel cuore e nella mente, sarò sempre magistrato.
Nella Politica, quella con la P maiuscola, porterò gli stessi ideali con cui ho fatto il magistrato, accompagnato dalla medesima sete di giustizia, i miei ideali e valori di sempre (dai tempi della scuola) saranno il faro del nuovo percorso che ho intrapreso. Darò il mio contributo affinchè i diritti e la giustizia possano affermarsi sempre di più e chi soffre possa utilizzarmi come strumento per far sentire la sua voce.
E’ per questo che, con grande serenità, mi dimetto dall’Ordine giudiziario, dal lavoro più bello che avrei potuto fare, nella consapevolezza che non mi sarebbe più consentito esercitarlo dopo il mandato politico. Lo faccio con un ulteriore impegno: quello di fare in modo che ciò che è successo a me non accada mai più a nessuno e che tanti giovani indossino la toga non con la mentalità burocratica e conformista magistralmente descritta da Piero Calamandrei nel secolo scorso, come vorrebbe il sistema di potere consolidato, ma con la Costituzione della Repubblica nel cuore e nella mente.

*(Europarlamentare IDV)

Tratto da: Il Fatto Quotidiano

kpaso
01-10-2009, 11:21
Bellissima lettera...

MARCA
01-10-2009, 11:22
Finalmente!!
Avrei preferito che si fosse dimesso prima delle elezioni, senza la certezza di esser eletto...ma vabbè, l'importante è che si sia dimesso, o politico o magistrato.
In bocca al lupo per il futuro.

LightIntoDarkness
01-10-2009, 11:25
Finalmente!!
Avrei preferito che si fosse dimesso prima delle elezioni, senza la certezza di esser eletto...ma vabbè, l'importante è che si sia dimesso, o politico o magistrato.
In bocca al lupo per il futuro.Niente sulle balle de "la guerra fra procure"?
Nè 3d nè post?

MARCA
01-10-2009, 11:58
Niente sulle balle de "la guerra fra procure"?
Nè 3d nè post?

Prova a inserire un verbo, non si capisce di cosa parli.

Tensai
01-10-2009, 12:01
Finalmente!!
Avrei preferito che si fosse dimesso prima delle elezioni, senza la certezza di esser eletto...ma vabbè, l'importante è che si sia dimesso, o politico o magistrato.
In bocca al lupo per il futuro.

Mi tocca quotarti parola per parola. :D

Xile
01-10-2009, 12:03
Finalmente!!
Avrei preferito che si fosse dimesso prima delle elezioni, senza la certezza di esser eletto...ma vabbè, l'importante è che si sia dimesso, o politico o magistrato.
In bocca al lupo per il futuro.

Beh comprensibile, voleva anche pararsi il culo, poteva rimanere senza lavoro.

17mika
01-10-2009, 12:04
Ha fatto bene a dimettersi. credo l'avrebbe dovuto fare appena eletto.

seb87
01-10-2009, 12:11
Prova a inserire un verbo, non si capisce di cosa parli.


dopo le critiche che avete fatto potresti anche intervenire nella discussione dove si parla dello scontro tra procure...
a quanto pare DeMagistris non ha fatto niente di illecito, illegale immorale..

ma sarannò voci comuniste...come sempre.:)

dave4mame
01-10-2009, 12:11
imho non era tenuto.
di sicuro, prese la scelta, avrebbe fatto più bella figura a non renderla pubblica.

Lorekon
01-10-2009, 12:13
Ha fatto bene a dimettersi. credo l'avrebbe dovuto fare appena eletto.

quoto

Dream_River
01-10-2009, 12:17
Finalmente!!
Avrei preferito che si fosse dimesso prima delle elezioni, senza la certezza di esser eletto...ma vabbè, l'importante è che si sia dimesso, o politico o magistrato.
In bocca al lupo per il futuro.

*

Jarni
01-10-2009, 12:18
Poraccio, adesso gli toccherà cambiare cognome.:rotfl:

sander4
01-10-2009, 12:24
Finalmente!!
Avrei preferito che si fosse dimesso prima delle elezioni, senza la certezza di esser eletto...ma vabbè, l'importante è che si sia dimesso, o politico o magistrato.
In bocca al lupo per il futuro.

*

felix085
01-10-2009, 12:28
Povero Cruciani, a Radio24 come farà ora a screditarlo... :Prrr:

luxorl
01-10-2009, 13:00
de Magistris non si è dimesso prima perché se lo avesse fatto non si sarebbe potuto accertare la verità sul suo conto.

In ogni caso, una lettera stupenda. Letta tutta di un fiato. Questo Uomo, imho, è un grande Uomo.

cocis
01-10-2009, 13:09
chissà quando invece tutti gli altri che non meritano cerde poltrone si dimetteranno .. :fagiano:

Jarni
01-10-2009, 13:16
Questo Uomo, imho, è un grande Uomo.
E quindi è un nemico di questo Stato da strapazzo...:(

MARCA
01-10-2009, 13:17
de Magistris non si è dimesso prima perché se lo avesse fatto non si sarebbe potuto accertare la verità sul suo conto.

In ogni caso, una lettera stupenda. Letta tutta di un fiato. Questo Uomo, imho, è un grande Uomo.

Già...mica come quel pm "milanese"...coso...mi ricordi il nome di quel Pm famoso, invece che si dimise prima che gli organi interni della magistratura accertassero eventuali comportamenti non consoni??
(Che ovviamente anche lui si riciclò subito nella politica...)

MARCA
01-10-2009, 13:18
dopo le critiche che avete fatto potresti anche intervenire nella discussione dove si parla dello scontro tra procure...
a quanto pare DeMagistris non ha fatto niente di illecito, illegale immorale..

ma sarannò voci comuniste...come sempre.:)

Io l'ho criticato per aver avuto contemporaneamente due ruoli cnn sovrapponibili, magistrato e politico.
Detto ciò, se mi dai un link posso capire di che parli ;)

luxorl
01-10-2009, 13:26
Io l'ho criticato per aver avuto contemporaneamente due ruoli cnn sovrapponibili, magistrato e politico.
Detto ciò, se mi dai un link posso capire di che parli ;)

Che link? Basta leggere il thread dove stai scrivendo

LightIntoDarkness
01-10-2009, 13:32
Che link? Basta leggere il thread dove stai scrivendo

Tradotto, basta leggere oltre al titolo anche il contenuto.

stetteo
01-10-2009, 13:34
davvero una bella lettera, chapeau.

_Magellano_
01-10-2009, 14:26
Finalmente!!
Avrei preferito che si fosse dimesso prima delle elezioni, senza la certezza di esser eletto...ma vabbè, l'importante è che si sia dimesso, o politico o magistrato.
In bocca al lupo per il futuro.
*
edit,evitiamo polemiche

MARCA
01-10-2009, 14:30
Tradotto, basta leggere oltre al titolo anche il contenuto.

Ritradotto...la prossima volta usate i termini corretti;)

LightIntoDarkness
01-10-2009, 14:31
Ritradotto...la prossima volta usate i termini corretti;)Ok, scusami per l'italiano un po' approssimativo.

Detto questo, cosa pensi della posizione di DeMagistris?
Condividi la sua visione dei problemi italiani?
Non ti indigna come sia stata trattata la sua professionalità, nel momento in cui stava facendo indagini scomode?

MARCA
01-10-2009, 15:00
Detto questo, cosa pensi della posizione di DeMagistris?Per posizione intendi presa di posizione?
Ritengo che una persona come lui sapesse benissimo di non poter ricoprire due ruoli inconciliabili, politico e magistrato quindi le sue dimissioni nulla ha a che fare lo stato di salute della Democrazia in Italia.

Condividi la sua visione dei problemi italiani?
Che in italia ci siano persone-politici che abbiano legami con la criminalità è sia risaputo, sia un problema gravissimo.
Questa parte mi fa storcere il naso:
Non vale la pena rischiare, anzi non serve. Si può raggiungere lo stesso risultato con modalità diverse: al posto della violenza fisica si utilizza quella morale, la violenza della carta da bollo, l’uso illegale del diritto o il diritto illegittimo, le campagne diffamatorie della propaganda di regime, si scelga la formula che più piaceSopratutto la parte delle propaganda di regime mi sembra assolutamente fuori luogo.Condivido invece totalmente la parte precedente, quella in cui si diceva che i mafiosi sono dentro le istituzioni e da li sabotano il lavoro.

Qui invece mi sembra si contraddica da solo:
il regime ha fatto filtrare il messaggio perverso che era in atto una “lite fra Procure”, una guerra per bande. Una menzogna di regime: nessuna guerra vi è stata, fra magistrati di Salerno e Catanzaro. C’era invece semplicemente, come capirebbe anche mio figlio di 5 anni, una Procura che indagava, ai sensi dell’art. 11 del Codice di procedura penale, su magistrati di un altro distretto. E questi, per ostacolare le indagini, hanno a loro volta indagato i colleghi che indagavano su di loro, e me quale loro istigatore. Un mostro giuridico. Un’aberrazione di un sistema che si difende dalla ricerca della verità, tentando di nascondersi dietro lo schermo di una legalità solo apparente.La frase per ostacolare le indagini hanno a loro volta indagato i colleghi credo senza ombra di dubbio in una lite...
Non si ostacola qualcuno con cui si va d'accordo(contrario di lite-ndr-)...e questo lo capirebbe anche il bambino di 5 anni citato.


Non ti indigna come sia stata trattata la sua professionalità, nel momento in cui stava facendo indagini scomode?
La sua professionalità?
Sai che non ricordo quali drammi ha subito?
Me li elenchi gentilmente?
Grazie.

Vincenzo1968
01-10-2009, 17:36
...
La sua professionalità?
Sai che non ricordo quali drammi ha subito?
Me li elenchi gentilmente?
Grazie.

Dunque non è un dramma vedersi togliere l'indagine ed essere trasferito. E non è un dramma che il procuratore capo della repubblica di Salerno, Luigi Apicella, venga sospeso dalle funzioni e dallo stipendio?
Alla luce di quello che scrive oggi il gip di Perugia


''E' possibile affermare che i magistrati inquirenti salernitani abbiano agito non per arrecare intenzionalmente un danno ingiusto ma per realizzare un fine di giustizia correlato all'andamento del procedimento in corso''. Secondo il gip ''non sembra possibile sostenere che tutto (le numerose audizioni di De Magistris a Salerno) fosse stato fatto per favorire De Magistris. Deve ritenersi mancante l'intenzionale volonta' di arrecare un danno ingiusto che costituisce requisito indispensabile per la configurabilita' di detto reato''.


a qualcuno, forse, potrebbe saltare in mente, che si, sia un dramma. Ma ripensandoci, in fondo è sempre stato così, forse non è proprio il caso di farne un dramma.

Per quanto riguarda la cosiddetta guerra tra le procure, qualche sprovveduto potrebbe sostenere che non ci sarebbe stata nessuna guerra tra procure se solo la procura di Catanzaro avesse agito secondo la legge. E la legge prevede che la procura competente, per le indagini sulla procura di Salerno, sia la procura di Napoli. Il contro-sequestro dei documenti effettuato dalla procura di Catanzaro su Salerno, potrebbe sembrare, a questi sprovveduti, una mostruosità giuridica. Può essersi trattato di una semplice svista da parte della procura di Catanzaro. Ma non è il caso di farne un dramma. :bimbo:

John Cage
01-10-2009, 18:21
Qui invece mi sembra si contraddica da solo:
La frase per ostacolare le indagini hanno a loro volta indagato i colleghi credo senza ombra di dubbio in una lite...
Non si ostacola qualcuno con cui si va d'accordo(contrario di lite-ndr-)...e questo lo capirebbe anche il bambino di 5 anni citato.

Certo, se pensiamo che la legge sia un optional hai ragione tu. :asd:

La sua professionalità?
Sai che non ricordo quali drammi ha subito?
Me li elenchi gentilmente?
Grazie.

ma tu da che parte stai? Dalla parte di quelli che subiscono dei torti o dalla parte di chi insabbia? Mi sa che lo capirebbe anche un bambino di 5 anni. ;)

baolian
01-10-2009, 18:30
Qui invece mi sembra si contraddica da solo:
La frase per ostacolare le indagini hanno a loro volta indagato i colleghi credo senza ombra di dubbio in una lite...
Non si ostacola qualcuno con cui si va d'accordo(contrario di lite-ndr-)...e questo lo capirebbe anche il bambino di 5 anni citato.


Quindi, secondo te, o era una lite oppure andavano d'accordo (contrario di lite)?

Non ti sembra, invece, che si tratti di qualcosa di ben diverso da una cosa che si tenta di far passare come una "lite tra colleghi"?

Lorekon
01-10-2009, 19:06
adsso vorrei vedere dimettere David Sassoli.

^TiGeRShArK^
01-10-2009, 23:47
Up, dato che qualcuno, solito inveire contro i magistrati, a quanto pare non ha visto il thread. :)

MARCA
02-10-2009, 08:19
Certo, se pensiamo che la legge sia un optional hai ragione tu. :asd:

Conosci la differenza tra optional e di serie?
Non credo, quindi ripassati i termini e dopo torna, perchè il termine ostacolare non rientra assolutamente in una accezione positiva-cordiale.
Poi se vuoi dire l'opposto, prego...riscriviamo ancora una volta il dizionario :asd:


ma tu da che parte stai? Dalla parte di quelli che subiscono dei torti o dalla parte di chi insabbia? Mi sa che lo capirebbe anche un bambino di 5 anni. ;)Il bambino di 5 anni capirebbe che che un ostacolo non è un elemento che favorisce il dialogo.
Il bambino di 5 anni capirebbe che i torti si subiscono ogni giorno,e non li subisce solo De Magistris...e che ci sono torti ben peggiori nel mondo per cui stracciarsi le vesti, oltre al fatto che il bambino non era presente in quella parte del testo quotato...
Bel modo di fare dialettica,prendi le parti che t'interessano e le incolli ad altri...che metodo squallido.

nomeutente
02-10-2009, 08:50
Qui invece mi sembra si contraddica da solo:
La frase per ostacolare le indagini hanno a loro volta indagato i colleghi credo senza ombra di dubbio in una lite...
Non si ostacola qualcuno con cui si va d'accordo(contrario di lite-ndr-)...e questo lo capirebbe anche il bambino di 5 anni citato.


Però visto che non siamo bambini di 5 anni, possiamo capire che "lite fra procure" significa "divergenze a livello istituzionale", cioè istituzioni dello stato che lavorano una contro l'altra. Secondo lui (per come la capisco io) si è trattato al contrario di un'iniziativa personale di alcuni magistrati e non della procura nel suo complesso. E d'altro canto lui non ha indagato una procura ma una persona (che fosse un magistrato è un dettaglio).

Ok?
Proseguite con la discussione concentrandovi su qualcosa di più serio?

MARCA
02-10-2009, 17:23
Però visto che non siamo bambini di 5 anni, possiamo capire che "lite fra procure" significa "divergenze a livello istituzionale", cioè istituzioni dello stato che lavorano una contro l'altra. Secondo lui (per come la capisco io) si è trattato al contrario di un'iniziativa personale di alcuni magistrati e non della procura nel suo complesso. E d'altro canto lui non ha indagato una procura ma una persona (che fosse un magistrato è un dettaglio).

Ok?
Proseguite con la discussione concentrandovi su qualcosa di più serio?

Alcuni magistrati fanno parte di una procura, è ovvio che quindi non essendo un unico magistrato si parla della complessità dei magistrati della procura per facilitazione(visto, ripeto che non era uno solo).

nomeutente
05-10-2009, 09:10
Alcuni magistrati fanno parte di una procura, è ovvio che quindi non essendo un unico magistrato si parla della complessità dei magistrati della procura per facilitazione(visto, ripeto che non era uno solo).

Il fatto è che le istituzioni non sono responsabili penalmente dell'operato delle persone che ne fanno parte.
Altrimenti quando hanno arrestato la banda della uno bianca bisognava dire che c'era un conflitto fra le forze di polizia, visto che molti degli appartenenti alla banda erano poliziotti.

Quindi la frase di De Magistris, condivisibile o no, ha un senso: se tu non lo hai colto, la colpa non è di De Magistris.
Adesso però credo che sia chiaro cosa intendeva, per cui facciamola finita (a meno che tu non ritieni di dover essere tu ad autorizzare qualcuno a pensarla in un certo modo).

MARCA
05-10-2009, 09:16
Il fatto è che le istituzioni non sono responsabili penalmente dell'operato delle persone che ne fanno parte.
Altrimenti quando hanno arrestato la banda della uno bianca bisognava dire che c'era un conflitto fra le forze di polizia, visto che molti degli appartenenti alla banda erano poliziotti.
Dove avrei scritto che la Procura è responsabile penalmente dell'operato dei procuratori?


Quindi la frase di De Magistris, condivisibile o no, ha un senso: se tu non lo hai colto, la colpa non è di De Magistris.
Certo, anche l'italiano ha un senso,e la parola "barricate" in italiano ha un chiaro senso, se tu non l'hai colta la colpa non è certo mia.
Cosa intendeva lui è chiaro,
così cosa significano le parole.

Amsirak
05-10-2009, 09:35
La frase per ostacolare le indagini hanno a loro volta indagato i colleghi credo senza ombra di dubbio in una lite...
Non si ostacola qualcuno con cui si va d'accordo(contrario di lite-ndr-)...e questo lo capirebbe anche il bambino di 5 anni citato.

Il punto è che Salerno era competente a indagare sulla procura di Catanzaro, ma non viceversa. Il succo è che quindi la "guerra" era unilaterale e portata avanti da una sola delle due procure, quella che, evidentemente, andava punita per l'illegittimità commessa.

nomeutente
05-10-2009, 10:17
Dove avrei scritto che la Procura è responsabile penalmente dell'operato dei procuratori?


Certo, anche l'italiano ha un senso,e la parola "barricate" in italiano ha un chiaro senso, se tu non l'hai colta la colpa non è certo mia.
Cosa intendeva lui è chiaro,
così cosa significano le parole.


Adesso facciamo un passo indietro e poi la chiudiamo.


Qui invece mi sembra si contraddica da solo:
il regime ha fatto filtrare il messaggio perverso che era in atto una “lite fra Procure”, una guerra per bande. Una menzogna di regime: nessuna guerra vi è stata, fra magistrati di Salerno e Catanzaro. C’era invece semplicemente, come capirebbe anche mio figlio di 5 anni, una Procura che indagava, ai sensi dell’art. 11 del Codice di procedura penale, su magistrati di un altro distretto. E questi, per ostacolare le indagini, hanno a loro volta indagato i colleghi che indagavano su di loro, e me quale loro istigatore. Un mostro giuridico. Un’aberrazione di un sistema che si difende dalla ricerca della verità, tentando di nascondersi dietro lo schermo di una legalità solo apparente.

La frase per ostacolare le indagini hanno a loro volta indagato i colleghi credo senza ombra di dubbio in una lite...
Non si ostacola qualcuno con cui si va d'accordo(contrario di lite-ndr-)...e questo lo capirebbe anche il bambino di 5 anni citato.


La questione è semplice. La vicenda fra le procure di Catanzaro e Salerno può essere letta in tre modi:
1) una lite fra procure (conflitto istituzionale);
2) una legittima indagine della procura di Salerno su alcuni magistrati di Catanzaro, i quali rispondono a titolo personale di illeciti commessi;
3) una legittima indagine della procura di Catanzaro sull'operato di alcuni magistrati della procura di Salerno.

Il fatto di ritenere valida l'opzione 2 o 3 non implica che si ritenga valida l'opzione 1. Quindi De Magistris non si contraddice, semplicemente sei tu a non aver capito la sua posizione.

L'unica possibile replica razionale a questo post è "Hai ragione: non avevo valutato correttamente la frase di De Magistris: per quanto io non condivida la sua opinione, è logica".
Spero mi darai la soddisfazione di scriverla.

MARCA
05-10-2009, 10:28
La questione è semplice. La vicenda fra le procure di Catanzaro e Salerno può essere letta in tre modi:
1) una lite fra procure (conflitto istituzionale);
2) una legittima indagine della procura di Salerno su alcuni magistrati di Catanzaro, i quali rispondono a titolo personale di illeciti commessi;
3) una legittima indagine della procura di Catanzaro sull'operato di alcuni magistrati della procura di Salerno.

Il fatto di ritenere valida l'opzione 2 o 3 non implica che si ritenga valida l'opzione 1. Quindi De Magistris non si contraddice, semplicemente sei tu a non aver capito la sua posizione.
Ti manca sempre il passaggio della barricata.
Perchè se è legittimo che una procura indaghi sull'altra ed è altrettanto leggittimo che l'altra faccia partire un'indagine sulla prima non c'è motivo di mettere barricate se si è in buona fede.
De Magistris non io ha parlato di barricate,
nelle tue 3 ipotesi questa parola non è stata citata.
L'unica possibile replica razionale a questo post è "Hai ragione: non avevo valutato correttamente la frase di De Magistris: per quanto io non condivida la sua opinione, è logica".
Spero mi darai la soddisfazione di scriverla.La sua opinione è logica nel momento in cui non parla di barricate.
Parla di barricate?
Allora c'è uno scontro.

nomeutente
05-10-2009, 10:30
Ti manca sempre il passaggio della barricata.
Perchè se è legittimo che una procura indaghi sull'altra ed è altrettanto leggittimo che l'altra faccia partire un'indagine sulla prima non c'è motivo di mettere barricate se si è in buona fede.
De Magistris non io ha parlato di barricate,
nelle tue 3 ipotesi questa parola non è stata citata.
La sua opinione è logica nel momento in cui non parla di barricate.
Parla di barricate?
Allora c'è uno scontro.

Nessuno ha parlato di buona fede.
Semplicemente le barricate indicano un conflitto non necessariamente istituzionale.
E' la quarta volta che te lo spiego. Mi onori con un "finalmente ho capito"?

MARCA
05-10-2009, 10:36
Nessuno ha parlato di buona fede.
Semplicemente le barricate indicano un conflitto non necessariamente istituzionale.
E' la quarta volta che te lo spiego. Mi onori con un "finalmente ho capito"?
Finalmente hai ammesso che barricate indica un conflitto.
Grazie al cielo, è quello che vado scrivendo da 5 pot.
C'era un conflitto in atto tra vari pm di due procure.
Come vedi, avevo capito da un bel pezzo ;)

nomeutente
05-10-2009, 10:43
Finalmente hai ammesso che barricate indica un conflitto.
Grazie al cielo, è quello che vado scrivendo da 5 pot.
C'era un conflitto in atto tra vari pm di due procure.
Come vedi, avevo capito da un bel pezzo ;)

Pazzesco.
Pur di non ammettere che non hai capito ciò che intendeva dire De Magistris, fai finta che sia io ad aver negato l'esistenza di un conflitto.

Leron
05-10-2009, 10:45
Pazzesco.
Pur di non ammettere che non hai capito ciò che intendeva dire De Magistris, fai finta che sia io ad aver negato l'esistenza di un conflitto.

l'importante è che lo capiscano gli utenti, e lo capiscono (è... grottesco l'arrampicamento sugli specchi :D) lascia perdere ;)


cmq veramente lettera bellissima, sarebbe bello argomentarne il contenuto anzichè cadere nel tentativo di alcuni di deviare dal discorso

MARCA
05-10-2009, 10:46
Pazzesco.
Pur di non ammettere che non hai capito ciò che intendeva dire De Magistris, fai finta che sia io ad aver negato l'esistenza di un conflitto.

Alcuni magistrati fanno parte di una procura, è ovvio che quindi non essendo un unico magistrato si parla della complessità dei magistrati della procura per facilitazione(visto, ripeto che non era uno solo).

Credevo che questo passaggio fosse semlice e chiaro da capire...eppure...dimmi, cosa non hai capito?

MARCA
05-10-2009, 10:48
l'importante è che lo capiscano gli utenti, e lo capiscono (è... grottesco l'arrampicamento sugli specchi :D) lascia perdere ;)


Invece far finta di non capire il significato di barricate cos'è?
Ancora grottesco o si passa nell'idiozia?
Chiedo perchè è facile intervenire senza capire il senso di cui si discute come hai fatto tu, diverso è non voler leggere la parola barricata o peggio non attribuirgli l significato che ha.

Lorekon
05-10-2009, 10:48
http://www.hwupgrade.it/forum/customavatars/avatar32202_1.gif

Leron
05-10-2009, 10:49
Credevo che questo passaggio fosse semlice e chiaro da capire...eppure...dimmi, cosa non hai capito?

marca per favore non peggiorare la situazione portando pure OT il thread: sta tutto scritto non serve altro: ci fai solo brutta figura a continuare

torniamo a parlare dell'argomento del thread ;)

MARCA
05-10-2009, 10:59
marca per favore non peggiorare la situazione portando pure OT il thread: sta tutto scritto non serve altro: ci fai solo brutta figura a continuare

torniamo a parlare dell'argomento del thread ;)

Chi ha fatto la brutta figura/uscita sei tu, quindi se permetti (ma anche se non lo permetti) se mi accusi è un mio diritto replicare.
Chiaro?Bene.

Leron
05-10-2009, 11:01
Chi ha fatto la brutta figura/uscita sei tu, quindi se permetti (ma anche se non lo permetti) se mi accusi è un mio diritto replicare.
Chiaro?Bene.

siamo arrivati allo specchio riflesso? :D

diamoci un taglio ;)

lasciamo che siano gli utenti a giudicare, daccordo? :asd: ;) se pensi di essere a posto non vedo perchè devi ribadirlo con tanto fervore: gli utenti se ne accorgeranno ;) se non è così stai solo peggiorando le cose

ora torniamo IT

MARCA
05-10-2009, 12:48
siamo arrivati allo specchio riflesso? :D

diamoci un taglio ;)

lasciamo che siano gli utenti a giudicare, daccordo? :asd: ;) se pensi di essere a posto non vedo perchè devi ribadirlo con tanto fervore: gli utenti se ne accorgeranno ;) se non è così stai solo peggiorando le cose

ora torniamo IT

Chi ha tirato fuori gli specchi per primo sei stato e sempre tu per primo hai parlato a nome di altri("e lo capiscono"),
quindi prima di rapportarti con me riflette rifletti sull'utilità del tuo intervento.
La gente sa giudicare da sola, non c'è bisogno di nessuno che gli indichi la buona strada.

Amsirak
05-10-2009, 13:17
La procura di Catanzaro non era competente nei confronti di Salerno, non può essere stato un errore.