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View Full Version : Il procuratore Giordano a Radio24


Sheera
20-09-2009, 20:47
Ha detto che la 'ndrangheta è solo l'ultima ruota del carro, il "netturbino" incaricato "dagli apparati", che il sistema è internazionale, tutto collegato, Somalia compresa (e assassinio di Ilaria Alpi) e... che ci sono coinvolte anche NORVEGIA e OLANDA, oltre che la solita UBS. Inoltre che le navi affondate sono una sfilza.
Io posso aggiungere che anche l'assassinio di Mauro Rostagno è collegato a contrabbando di armi e rifiuti tossici ed è stata una faccenda tutta interna a Saman.

Aldin
20-09-2009, 20:50
Norvegia e Olanda? Ma siamo sicuri?
Che cos'è UBS?

Questo procuratore Giordano mica sarà Giordanino? :asd:

Sheera
20-09-2009, 21:10
Norvegia e Olanda? Ma siamo sicuri?
Che cos'è UBS?

Questo procuratore Giordano mica sarà Giordanino? :asd:

E' il procuratore di Paola che ha "ereditato" l'inchiesta dal procuratore Greco e l'ha continuata. Dichiarazioni veramente interessanti, io ho riassunto molto.
Sì NORVEGIA e OLANDA.
L'UBS è la famosa banca svizzera lavanderia internazionale.
Può essere che trovi l'intervista su qualche quotidiano di domani, magari Il Sole.

Aldin
21-09-2009, 05:41
Ma diverremo sempre più lo stereotipo dell'italiano mafioso? :asd:

«Navi tossiche, servizi segreti, europeizzazione della ’ndrangheta»

RIFIUTI TOSSICI Enzo Ciconte, storico della Criminalità organizzata. «Bisogna andare a fondo. La riapertura delle inchieste sulle imbarcazioni piene di scorie radioattive nel mare di Calabria dimostra che la criminalità di quella regione ha ramificazioni internazionali».

Questa vicenda conferma che nei decenni precedenti la ’ndrangheta è riuscita a penetrare silenziosamente in tutto il continente europeo». Enzo Ciconte, storico della criminalità organizzata e fondatore della disciplina all’università di Roma Tre, non è per nulla sorpreso dal ritrovamento lungo la costa tirrenica calabrese di una nave che, con molta probabilità (la sicurezza arriverà lunedì, quando sarà ispezionata dai tecnici governativi), contiene rifiuti radioattivi provenienti dalla Norvegia. «Negli anni sono girate molte voci di navi affondate», racconta Ciconte. «Ma erano storie non supportate da prove incontrovertibili».

Tuttavia, per un esperto del cinismo criminale della mafia calabrese come lui - «loro fanno di tutto» - dice era fondato ritenere verosimile un’operazione di questo genere. Il relitto è stato individuato seguendo le indicazioni di un pentito della ’ndrangheta, Francesco Fonti. È stato lui stesso a rivelare agli investigatori di aver inabissato la nave facendo esplodere delle cariche a prua. Ora l’imbarcazione si trova a quasi cinquecento metri di profondità di fronte alla costa di Cetraro, nella provincia di Cosenza. Ma, secondo la confessione di Fonti, non è l’unica depositata nei fondali calabresi. Il pentito ha raccontato di aver affondato altre due imbarcazioni nelle acque calabresi.

Però si sente sicuro di affermare che ce ne sono almeno una trentina. Racconta che ogni qual volta gli ’ndranghetisti celebravano la riunione plenaria al santuario della Madonna di Polsi (dove ogni boss riassume l’attività svoltasi sul suo territorio), c’era qualcuno dei capibastone che rivelava l’affondamento di due/tre navi. «Io non sono assolutamente sorpreso dal fatto che i rifiuti tossici provengano dalla Norvegia, o più in generale dal Nord Europa », insiste Enzo Ciconte. «Se lei pensa che parecchi anni fa la ’ndrangheta è riuscita ad acquistare moltissimi immobili in Belgio, si rende conto di quanto estesa sia la sua attività criminale. La verità è che i traffici economici della ’ndrangheta sono dappertutto.

Ha ramificazioni, collocazioni, rapporti e contatti praticamente ovunque. E quindi è chiaro che qualcuno avrà avuto bisogno di smaltire questi rifiuti e hanno chiesto alla ’ndrangheta. E la ’ndrangheta l’ha fatto». La criminalità organizzata calabrese è stata capace di inserirsi a un livello molto più ampio di quello semplicemente nazionale o regionale. E se le confessioni di Fonti saranno confermate, ci troveremmo di fronte allo svelamento di «un sistema internazionale di traffici illeciti di rifiuti di cui la ’ndrangheta fa parte a tutti gli effetti». È logico che a quel punto sarebbe tutto da capire «il ruolo che essa ha effettivamente » all’interno di questa struttura, ragiona Ciconte. Ma non c’è dubbio che c’è dentro fino al collo.


Affari d’oro per anni

«Oggi abbiamo la conferma prosegue - che una delle navi indicate dal pentito esiste realmente. Questo apre uno scenario inquietante. Perché vuol dire che la ’ndrangheta in questi anni, ben al di là di quanto qualcuno pensasse, immaginasse o si fosse illuso, ha fatto affari d’oro, nella sottovalutazione totale di chi doveva capire queste cose. Naturalmente, un discorso di questo tipo, sul livello internazionale dei traffici di rifiuti tossici e radioattivi, chiama in causa direttamente i servizi segreti. È giusto domandarsi cosa hanno fatto in questi anni. Hanno dormito? Non c’erano? Si sono girati dall’altra parte, come dice Fonti? È un bel problema, questo. Perché un buco di tali dimensioni rappresenta una completa sconfessione della capacità investigativa dell’intelligence italiana». D’altronde, la ’ndrangheta è stata in più occasioni braccio a braccio con gli uomini dei servizi.


«Ci sono ’ndranghetisti che sono uomini dei servizi segreti», prosegue Ciconte. «Del resto, è normale che lo Stato cerchi di infiltrare le organizzazioni criminali». E per dimostrare che non sta parlando di cose campate in aria, racconta una storia: «Anni fa, durante il processo per Piazza Fontana, arrivò a Catanzaro Franco Freda. A un certo punto, Freda sparì. Venne ritrovato in Costa Rica. Ma a indirizzare la polizia in Costa Rica fu un uomo della ’ndrangheta, appartenente alla cosca dei De Stefano. Disse che Freda era stato ospitato dal clan dei De Stefano e che poi fu fatto scappare. In realtà, era un uomo dei servizi segreti. Che prima lo fecero scappare, poi lo fecero arrestare». Oltre alle responsabilità dell’intelligence italiana, però, ci sono anche le responsabilità di chi aveva funzioni di controllo negli altri Paesi.


«Mi pare abbastanza evidente che ci sono stati pezzi di classe dirigente di altri Stati che hanno acconsentito a un’operazione di questo genere», ammonisce Ciconte. «Ma io non do la colpa a loro, io do la colpa ai nostri apparati: sono loro che non sono riusciti a proteggerci. Se ci pensiamo un attimo, è del tutto logico che Stati esteri, o meglio segmenti di Stati esteri, avessero tutto l’interesse a smaltire così questi rifiuti. Per loro, liberarsi di queste scorie era necessario. E al di là dei costi ridotti che uno smaltimento di questo tipo comporta, c’è soprattutto un prezzo (cancri, malattie, costi ambientali) che non erano disposti a pagare.


È evidente che anche in queste nazioni ci sono responsabili preposti a questi controlli. è possibile che nemmeno lì nessuno si sia accorto che questi rifiuti tossici a un certo punto sono spariti? È ammissibile che nessuno si sia chiesto dove siano andati a finire? Anche queste persone, questi pezzi di classe dirigente, hanno delle responsabilità che andrebbero accertate». Più si scava dentro la faccenda, più si pongono interrogativi drammatici. Secondo Ciconte è come se si fosse «aperto un vaso di Pandora» dentro il quale è difficile sapere cosa si può trovare. Qualcuno ha parlato di un collegamento con l’omicidio della giornalista Ilaria Alpi e Ciconte crede che questa sia una strada tutta da percorrere: «Siamo solo all’inizio», avverte.


«L’unico dubbio che conservo è che mettano i magistrati nelle condizioni di operare. È evidente che se il governo italiano non fornisce i soldi, i mezzi e gli strumenti necessari, la magistratura non può andare da nessuna parte. Perché trovare le navi sotto tutti quei metri d’acqua è la cosa più complicata. Senza contare che i fusti contenenti rifiuti radioattivi, se ci sono effettivamente, devono essere estratti seguendo procedure specifiche. Ci vuole quindi un intervento massiccio, moltissimi soldi. E mi domando: nelle condizioni in cui siamo, senza i fondi per far uscire le volanti dei carabinieri nella città di Roma o per pagare i poliziotti che fanno il loro dovere, riuscirà il governo italiano a trovare gli strumenti per finanziare queste indagini?».


Cosa serve alla magistratura

Tutti si augurano di sì, naturalmente. Soprattutto considerato lo scandalo che la vicenda ha suscitato nell’opinione pubblica nazionale. Ma quello che ci preme chiarire con Ciconte è l’aspetto meno trattato della vicenda. Cioè, il potere crescente che la ’ndrangheta rivela ogni volta di avere. Abbinato alla conoscenza, inversamente proporzionale, che l’Italia e i mezzi di comunicazione hanno del fenomeno. «Noi continuiamo a pagare un errore terribile degli anni passati - spiega lo storico -. La ’ndrangheta è sempre stata considerata un’organizzazione di quattro sciancati, di tamarri calabresi, che lì in fondo allo Stivale non sapevano fare altro che guardare le pecore e le capre.


Quindi, si diceva, se non sono in grado nemmeno di sviluppare la propria regione, vuoi che siano capaci di mettere in piedi la mafia? Il ragionamento che c’era alle spalle era questo. Un ragionamento del tutto sbagliato, stupido, che ha fatto danni enormi. Perché è chiaro che se tu hai questa concezione, non ti metti a monitorare la ’ndrangheta, a seguirla. Di conseguenza, hanno lasciato fare alle cosche quello che hanno voluto. Non solo in Italia, ma anche all’estero. E non solo sul traffico degli stupefacenti ma anche sul traffico dei rifiuti».


Bruno Giordano, il procuratore di Paola che sta indagando sulla vicenda, ha più volte detto che il problema del mare è solo una parte del problema complessivo dei rifiuti in Calabria. Ci sono tonnellate di rifiuti sepolti illegalmente sotto terra in vari punti del territorio. Ma, secondo Enzo Ciconte, è affrettato concludere che lo «smaltimento dei rifiuti è diventato uno dei pilastri portanti dell’attività mafiosa. Bisognerebbe avere altri elementi per affermarlo con sicurezza. Di sicuro, sappiamo che lo è stato in passato».

Sheera
21-09-2009, 10:23
Ma diverremo sempre più lo stereotipo dell'italiano mafioso? :asd:
Italiano mafioso? Ma se Giordano ha parlato di apparati! Non hai sentito che ha parlato di sistema internazionale? Sai cosa vuol dire? Stati! Sono porcherie di stato.
E Olanda e NORVEGIA (quelli così attenti all'ambiente!) come le giudichi?

Aldin
21-09-2009, 11:12
Italiano mafioso? Ma se Giordano ha parlato di apparati! Non hai sentito che ha parlato di sistema internazionale? Sai cosa vuol dire? Stati! Sono porcherie di stato.
E Olanda e NORVEGIA (quelli così attenti all'ambiente!) come le giudichi?
E ndrangheta che si è sviluppato in Europa e ha avuto commesse da altri stati, o non si parte da qui?
E Olanda e NORVEGIA (quelli così attenti all'ambiente!) come le giudichi?
Centra qualche politico? O parliamo di privati?

Sheera
21-09-2009, 11:42
E ndrangheta che si è sviluppato in Europa e ha avuto commesse da altri stati, o non si parte da qui?

Centra qualche politico? O parliamo di privati?
Non hai capito proprio niente di quello che afferma Giordano. La 'ndrangheta è
usata, solo in Calabria, perchè gli "apparati", CIOE' GLI STATI non possono sporcarsi le mani direttamente. Altrove useranno altri sistemi.
"Apparati" vuol dire militari (dei Servizi) che ESEGUONO ORDINI.

Aldin
21-09-2009, 12:04
Non hai capito proprio niente di quello che afferma Giordano. La 'ndrangheta è
usata, solo in Calabria, perchè gli "apparati", CIOE' GLI STATI non possono sporcarsi le mani direttamente. Altrove useranno altri sistemi.
"Apparati" vuol dire militari (dei Servizi) che ESEGUONO ORDINI.
Ok, però:
«Se lei pensa che parecchi anni fa la ’ndrangheta è riuscita ad acquistare moltissimi immobili in Belgio, si rende conto di quanto estesa sia la sua attività criminale. La verità è che i traffici economici della ’ndrangheta sono dappertutto.

Ha ramificazioni, collocazioni, rapporti e contatti praticamente ovunque. E quindi è chiaro che qualcuno avrà avuto bisogno di smaltire questi rifiuti e hanno chiesto alla ’ndrangheta. E la ’ndrangheta l’ha fatto». La criminalità organizzata calabrese è stata capace di inserirsi a un livello molto più ampio di quello semplicemente nazionale o regionale. E se le confessioni di Fonti saranno confermate, ci troveremmo di fronte allo svelamento di «un sistema internazionale di traffici illeciti di rifiuti di cui la ’ndrangheta fa parte a tutti gli effetti». È logico che a quel punto sarebbe tutto da capire «il ruolo che essa ha effettivamente » all’interno di questa struttura, ragiona Ciconte. Ma non c’è dubbio che c’è dentro fino al collo.
Parlando di Europa, nelle acque di quanti altri stati sono stati trovati relitti contenenti rifiuti pericolosi? O terreni con rifiuti radioattivi?

Sheera
21-09-2009, 14:19
Ok, però:

Parlando di Europa, nelle acque di quanti altri stati sono stati trovati relitti contenenti rifiuti pericolosi? O terreni con rifiuti radioattivi?
Ha detto: nelle acque del Mediterraneo. Beh, gli fa comodo sversarli qui, i rifiuti, i soldi sporchi invece in Svizzera.
Quanto ai malavitosi che acquistano etc molti sono prestanome. In Sicilia risulta, da indagini processuali, che il boss Madonia fosse prestanome dell'Ansaldo. Gli altri non me li ricordo ma sono tutte notizie agli atti.
Mi hanno raccontato anche di innumerevoli appartamenti, negozi, immobili acquistati da Filippo di Edinburgo attraverso prestanome.

blackgnat
21-09-2009, 14:35
Io posso aggiungere che anche l'assassinio di Mauro Rostagno è collegato a contrabbando di armi e rifiuti tossici ed è stata una faccenda tutta interna a Saman.

??? ti dobbiamo credere sulla parola ...?

Sheera
21-09-2009, 21:03
??? ti dobbiamo credere sulla parola ...?
No, compera il romanzo "Il tonto" di Aldo Ricci, che puoi fare a meno di leggere e leggi l'approfondita inchiesta fatta dallo stesso e riportata in appendice. Era un amico di Mauro Rostagno.
Si compera su internet.

Sheera
21-09-2009, 22:25
Ah, Giordano dice che il Fonti è attendibile e quello che dice è molto dettagliato e con riscontri precisi. Inoltre che i traffici partivano dal porto di Livorno.
Io vorrei sapere: ma adesso che tutta questa m...a è venuta a galla cosa succederà?