View Full Version : La prigione, secondo me, non serve a nulla.....
Mi dovessero uccidere un caro è abbastanza naturale che senta il bisogno di vedere il colpevole penzolare da un albero.
Ma questo non mi ridarebbe indietro il mio caro.
Sarebbe una semplice e volgare soddisfazione animale. Intestinale. Puro odio.
Tanto meno l'ergastolo.
E nemmeno 30 - 15 - 5 anni come capita talvolta...
Oltretutto TUTTO a mie spese.
Pago io la pena di uno che mi ha ucciso il mio caro...
Non ha senso...
Invece mi piacerebbe sapere che il colpevole debba dare in ORE-LAVORO-GRATUITE quello che ha "sottratto" (la vita del mio caro oppure una rapina oppure una truffa)...
DURO LAVORO.....
La vita quando può valere? Difficile... diciamo che se lavorasse il resto dei suoi giorni in un campo di pomodori o nella pulizia dei cessi dell'autogrill o in un istituto per anziani o ad arare il deserto lo vedrei come un giusto SOSTANZIOSO pegno verso me e verso tutti...
Un Tanzi, spogliato di ogni avere, che lavorasse a mungere le vacche della nuova Parmalat aggratis per la vita credo che sarebbe un GIUSTO ONERE...
Cosa serve privare della libertà una persona??? Tenere a parassitare un colpevole mi sembra ridicolo e folle.... che produca... che lavori... che ridia indietro QUELLO CHE HA RUBATO...
Non voglio provocare guerre di religioni ma quando ho saputo che un detenuto ci costa 300 euro al giorno x 65.000 detenuti x 356 giorni l'anno...
PAZZESCO...:eek:
io invece preferirei spendere 300 euro al giorno per sapere che un'omicida sta dietro le sbarre in condizione di non ripetere quello per cui è stato condannato.
non solo 300, anche di più.
luposelva
15-09-2009, 22:04
io invece preferirei spendere 300 euro al giorno per sapere che un'omicida sta dietro le sbarre in condizione di non ripetere quello per cui è stato condannato.
non solo 300, anche di più.
Puo' anche stare dietro le sbarre e lavorare! almeno si recuperano un po' di euro.
ilguercio
15-09-2009, 22:07
Mi dovessero uccidere un caro è abbastanza naturale che senta il bisogno di vedere il colpevole penzolare da un albero.
Ma questo non mi ridarebbe indietro il mio caro.
Sarebbe una semplice e volgare soddisfazione animale. Intestinale. Puro odio.
Tanto meno l'ergastolo.
E nemmeno 30 - 15 - 5 anni come capita talvolta...
Oltretutto TUTTO a mie spese.
Pago io la pena di uno che mi ha ucciso il mio caro...
Non ha senso...
Invece mi piacerebbe sapere che il colpevole debba dare in ORE-LAVORO-GRATUITE quello che ha "sottratto" (la vita del mio caro oppure una rapina oppure una truffa)...
DURO LAVORO.....
La vita quando può valere? Difficile... diciamo che se lavorasse il resto dei suoi giorni in un campo di pomodori o nella pulizia dei cessi dell'autogrill o in un istituto per anziani o ad arare il deserto lo vedrei come un giusto SOSTANZIOSO pegno verso me e verso tutti...
Un Tanzi, spogliato di ogni avere, che lavorasse a mungere le vacche della nuova Parmalat aggratis per la vita credo che sarebbe un GIUSTO ONERE...
Cosa serve privare della libertà una persona??? Tenere a parassitare un colpevole mi sembra ridicolo e folle.... che produca... che lavori... che ridia indietro QUELLO CHE HA RUBATO...
Non voglio provocare guerre di religioni ma quando ho saputo che un detenuto ci costa 300 euro al giorno x 65.000 detenuti x 356 giorni l'anno...
PAZZESCO...:eek:
Puo' anche stare dietro le sbarre e lavorare! almeno si recuperano un po' di euro.
Quoto,col cazzo che scappi se fai lavori utili ogni giorno.
Basta un collarino identificativo e appena ti muovi di un metro dal posto scatta l'allarme.
Altrochè...
Quoto,col cazzo che scappi se fai lavori utili ogni giorno.
Basta un collarino identificativo e appena ti muovi di un metro dal posto scatta l'allarme.
Altrochè...
Era sottointeso che andasse a dormire in apposite strutture e bracciale + gps sottocute
ilguercio
15-09-2009, 22:32
Era sottointeso che andasse a dormire in apposite strutture e bracciale + gps sottocute
Ovvio;)
Iceforge
15-09-2009, 23:24
Bah, per me le prigioni dovrebbero essere un luogo di recupero sociale, non posti dove quelli cresciuti male o che hanno problemi si ammassano per dimenticarseli.
Questa dei lavori ai detenuti è una cosa fantastica e non capisco mai perchè non viene applicata, considerati tutti i cantieri sparsi per l'Italia, che magari sta gente impara un mestiere, viene pagata 1/2, 1/3 di uno stipendio normale, facendo risparmiare soldi allo stato , e quando escono hanno qualcosa per ricominciare.
Pare tanto che le prigioni stanno lì per dare soddisfazione alle vittime e i loro cari, un'orrore di che vede la giustizia come vendetta.
Gianluca99
15-09-2009, 23:32
mi sembra ci sia anche da noi un carcere in cui i detenuti lavorano:
http://www.aamterranuova.it/article3576.htm
factanonverba
15-09-2009, 23:32
Sarebbe una cosa intelligentissima, ma non li facciamo lavorare perchè in Italia con i furbetti che abbiamo, ci costerebbe di più farli lavorare che lasciarli oziare... :( (il che è un male per loro e per la società).
::::Dani83::::
16-09-2009, 09:21
Bah, per me le prigioni dovrebbero essere un luogo di recupero sociale, non posti dove quelli cresciuti male o che hanno problemi si ammassano per dimenticarseli.
Questa dei lavori ai detenuti è una cosa fantastica e non capisco mai perchè non viene applicata, considerati tutti i cantieri sparsi per l'Italia, che magari sta gente impara un mestiere, viene pagata 1/2, 1/3 di uno stipendio normale, facendo risparmiare soldi allo stato , e quando escono hanno qualcosa per ricominciare.
Pare tanto che le prigioni stanno lì per dare soddisfazione alle vittime e i loro cari, un'orrore di che vede la giustizia come vendetta.
Quoto..
Autosostentamento e lavoro a costo quasi nullo per la produzione e/o manutenzione dei "beni" della comunità (strade, parchi, monumenti ecc). Perlomeno una volta usciti dal carcere hanno anche un minimo di curriculum lavorativo.
La pensiamo allo stesso modo...ogni volta che vedo i lavori sulle autostrade che durano anni penso al fatto che utilizzando qualche carcerato GRATIS si abbatterebbero i costi e probabilmente avremmo un servizio migliore...
matteo10
16-09-2009, 09:33
Dopo anni di tormento interiore sulla pena di morte, concluso che sono assolutamente contrario, sono giunto anch'io alla convinzione che i lavori forzati siano la soluzione più "giusta".
dipende dal reato
chi viene condannato per atti violenti (omicidio, stupro, rapina...) è giusto stia in carcere.
concordo con te per quanto riguarda altri tipi di reati, specialmente quelli finanziari.
non sarebbe male che il condannato venisse spogliato di (quasi) tutti i beni (qualcosa alla famiglia è giusto lasciarlo non hanno colpe il più delle volte) e dovesse lavorare gratuitamente per X anni. dovrebbe poter tenere il giusto per vivere, nulla di più...
edit: attenzione a non andare in conflitto con il privato
se lavorano "gratis" tolgono lavoro ad altre persone. invece devono lavorare come privati cittadini e parte sostanziosa dello stipendio deve finire nelle casse dello stato in modo "trasparente" per l'azienda.
se li metti a fare certi lavori (tipo manutenzione strade) rischi di togliere il pane a della gente onesta.
o li fai lavorare a pulizia parchi ecc. oppure nel privato, assunti con regolare contratto come tutti gli altri
Iceforge
16-09-2009, 10:54
edit: attenzione a non andare in conflitto con il privato
se lavorano "gratis" tolgono lavoro ad altre persone. invece devono lavorare come privati cittadini e parte sostanziosa dello stipendio deve finire nelle casse dello stato in modo "trasparente" per l'azienda.
se li metti a fare certi lavori (tipo manutenzione strade) rischi di togliere il pane a della gente onesta.
o li fai lavorare a pulizia parchi ecc. oppure nel privato, assunti con regolare contratto come tutti gli altri
In teoria se le agenzie hanno manodopera a basso costo risparmiano.
Se hanno più capitali possono espandersi, aumentando il loro giro d'affari.
Se aumentano il loro giro d'affari hanno bisogno di altri operai.
O almeno è così che dovrebbe funzionare in questo sistema economico, ma ammetto che in Italia è uno schifo, quindi è più probabile che i soldi risparmiati finiscano nelle tasche di qualche furbetto... *sigh*
...
La mia idea invece sarebbe quella di creare degli istituti simili a San Patrignano dove invece dei tossici ci sono i delinquenti.
Innanzitutto in nome della rieducazione civile, per poter permettere a chi è stato messo in carcere di potersi rieducare e poi reinserire nella società, poi per farli appunto lavorare, produrre e dare il ricavato del loro lavoro indietro alla società.
Per lo meno questo per i reati minori, per i mafiosi, gli assassini plurimi e quant altro manterrei il carcere duro.
secondo me bisognerebbe fare distinzione fra i vari reati.. per moltissimi basterebbero semplici multe, per altri semplici giorni-mesi-anni di lavoro duro ovviamente gratis.
per altri invece ritengo che sia giusto utilizzare l'individuo per scopi medici, un idea potrebbe essere usare determinati individui (colpevoli di reati gravissimi) come cavie per la vivisezione..
dipende dal reato
chi viene condannato per atti violenti (omicidio, stupro, rapina...) è giusto stia in carcere.
concordo con te per quanto riguarda altri tipi di reati, specialmente quelli finanziari.
non sarebbe male che il condannato venisse spogliato di (quasi) tutti i beni (qualcosa alla famiglia è giusto lasciarlo non hanno colpe il più delle volte) e dovesse lavorare gratuitamente per X anni. dovrebbe poter tenere il giusto per vivere, nulla di più...
edit: attenzione a non andare in conflitto con il privato
se lavorano "gratis" tolgono lavoro ad altre persone. invece devono lavorare come privati cittadini e parte sostanziosa dello stipendio deve finire nelle casse dello stato in modo "trasparente" per l'azienda.
se li metti a fare certi lavori (tipo manutenzione strade) rischi di togliere il pane a della gente onesta.
o li fai lavorare a pulizia parchi ecc. oppure nel privato, assunti con regolare contratto come tutti gli altri
Invece di assegnar loro lavori che potrebbero fare comuni cittadini, ci sono lavori che non fa nessuno, come la pulizia di parchi, boschi ed aree naturali in genere, o la mauntenzione dei sentieri di montagna, che spesso hanno "segnaletica" risalente a decenni orsono, attivita' di questo tipo farebbero solo bene alla societa'.
Verissimo: il carcere dal punto di vista punitivo è ridicolo e inutile, oltre che incredibilmente dispendioso.
Però non si può obbligare nessuno a lavorare... non si può torturare nessuno per lavorare... non si può dare la pena di morte.
Sempre per un discorso di etica.
Inoltre non può essere lasciata libera una persona che potenzialmente potrebbe commettere altri crimini. Questo perché la società va nel possibile protetta.
Il carcere toglie il diritto più importante di ogniuno di noi: la libertà. E da questo punto di vista è giusto che sia così, la privazione della libertà e un percorso di riabilitazione dovrebbero poter permettere il recupero del malvivente. Che poi ... a dirla tutta ... siamo sicuri che un assassino o un ladro vogliano veramente farsi recuperare e affrontare una vita da operaio con debiti fin sopra la testa da pagare?
La soluzione è veramente complessa, di sicuro si può dire che l'attuale sistema non funziona.
io invece preferirei spendere 300 euro al giorno per sapere che un'omicida sta dietro le sbarre in condizione di non ripetere quello per cui è stato condannato.
non solo 300, anche di più.
1 o 2 € al massimo un certo prodotto e si risolve il problema per sempre ! una volta per tutte.
ilguercio
16-09-2009, 13:53
Però non si può obbligare nessuno a lavorare... non si può torturare nessuno
Eh no,mica tu stato puoi obbligarmi a stare chiuso in una cella se non ho fatto nulla di male.Se,però,sono un criminale,lo stato ha tutti i diritti di metterti in gabbia fino a che la legislazione ritiene giusto.
Lavorare sarebbe la stessa cosa.Nessuno parla di 24 ore di lavoro.
10 ore sono apposto,non ho proprio voglia che qualcuno si paghi la villeggiatura a san vittore con i miei soldi.
Il carcere è,secondo me,uno strumento di mera vendetta.
Io proporrei il rimborso per reati di furto più una penale aggiuntiva e lavori forzati+carcere per chi commette reati "irreversibili" quali sequestri,omicidi e simili.
luposelva
16-09-2009, 16:41
Eh no,mica tu stato puoi obbligarmi a stare chiuso in una cella se non ho fatto nulla di male.Se,però,sono un criminale,lo stato ha tutti i diritti di metterti in gabbia fino a che la legislazione ritiene giusto.
Lavorare sarebbe la stessa cosa.Nessuno parla di 24 ore di lavoro.
10 ore sono apposto,non ho proprio voglia che qualcuno si paghi la villeggiatura a san vittore con i miei soldi.
Il carcere è,secondo me,uno strumento di mera vendetta.
Io proporrei il rimborso per reati di furto più una penale aggiuntiva e lavori forzati+carcere per chi commette reati "irreversibili" quali sequestri,omicidi e simili.
Quotone
Tutto molto bello e condivisibile su un piano puramente teorico, ma spero vi rendiate conto che si rivela inattuabile sul piano pratico, perlomeno su grande scala. I costi dello spostamento quotidiano di tutti questi detenuti, della sorveglianza umana e/o tecnologica, della seppur minima "istruzione" che dovete dar loro probabilmente supererebbe di molto il contenuto risparmio economico derivante dal "lavoro forzato" (parliamo pur sempre di lavori di bassissimo valore). Tutto questo intaccando pochissimo la spesa già vigente per carceri, vitto ecc ecc. Insomma finiremmo per spendere parecchio più di adesso con un vantaggio tutto da dimostrare, Imho.
Dream_River
16-09-2009, 19:04
Un ottimo modo...per rubare posti di lavoro a persone oneste, che magari in mancanza di lavoro si daranno al crimine, e poi il lavoro lo troveranno come carcerati
Un ottimo modo quindi per incentivare il parassitismo sociale
ilguercio
16-09-2009, 19:06
Un ottimo modo...per rubare posti di lavoro a persone oneste, che magari in mancanza di lavoro si daranno al crimine, e poi il lavoro lo troveranno come carcerati
Un ottimo modo quindi per incentivare il parassitismo sociale
Ma tu pensi che non ci sono lavori da far fare ai carcerati?
Ah no,è meglio spendere un pacco di soldi per farli vivere serviti e riveriti in cella,alla faccia di chi ha un lavoro precario e famiglia da mantenere...
luposelva
16-09-2009, 19:27
Un ottimo modo...per rubare posti di lavoro a persone oneste, che magari in mancanza di lavoro si daranno al crimine, e poi il lavoro lo troveranno come carcerati
Un ottimo modo quindi per incentivare il parassitismo sociale
Ma che c'entra, non è mica necessario mandarli fuori dal carcere per lavorare, si fanno lavorare dentro del resto alcuni istituti gia' sono attrezzati con officina, inoltre ci sono piccoli lavori che si possono fare anche in cella, pensa poi a quanto lavoro cè da fare in un carcere per il suo mantenimento tipo imbiancatura pulizie degli spazi comuni si potrebbero allestire nei cortili piccoli orti dagli la vanga in mano, e poi pulizia delle erbacce e il raccolto poi se lo mangiano e un lavoro gratificante.
Ma che c'entra, non è mica necessario mandarli fuori dal carcere per lavorare, si fanno lavorare dentro del resto alcuni istituti gia' sono attrezzati con officina, inoltre ci sono piccoli lavori che si possono fare anche in cella, pensa poi a quanto lavoro cè da fare in un carcere per il suo mantenimento tipo imbiancatura pulizie degli spazi comuni si potrebbero allestire nei cortili piccoli orti dagli la vanga in mano, e poi pulizia delle erbacce e il raccolto poi se lo mangiano e un lavoro gratificante.
Qualsiasi lavoro che si possa far eseguire in carcere impiegherebbe solo una ristretta minoranza dei detenuti (come infatti avviene di fatto adesso) o non sarebbe continuativo.
Il lavoro esterno generalizzato invece comporterebbe dei costi spropositati per uello che ho già detto. C'è un motivo se nessun paese è riuscito ad attuare su larga scala qualcosa del genere.
Dream_River
16-09-2009, 20:09
Ma tu pensi che non ci sono lavori da far fare ai carcerati?
Ah no,è meglio spendere un pacco di soldi per farli vivere serviti e riveriti in cella,alla faccia di chi ha un lavoro precario e famiglia da mantenere...
Eh leggere, questa pratica esoterica:rolleyes:
Se faccio notare che una tale attività favorirebbe la disoccupazione degli onesti cittadini (alla faccia di chi cerca un posto di lavoro per veder riconosciuto il suo talento e mantenere la propria famiglia) è proprio perchè i lavori ci sarebbero
Ma che c'entra, non è mica necessario mandarli fuori dal carcere per lavorare, si fanno lavorare dentro del resto alcuni istituti gia' sono attrezzati con officina, inoltre ci sono piccoli lavori che si possono fare anche in cella, pensa poi a quanto lavoro cè da fare in un carcere per il suo mantenimento tipo imbiancatura pulizie degli spazi comuni si potrebbero allestire nei cortili piccoli orti dagli la vanga in mano, e poi pulizia delle erbacce e il raccolto poi se lo mangiano e un lavoro gratificante.
Che tu li faccia lavorare dentro o fuori comunque non esistono due categorie di lavoro, il lavoro da carcerato e il lavoro di onesto cittadino
Un lavoro per poter sostenere il costo del carcerato deve rispondere a una domanda del mercato del lavoro, e se tu permetti ai carcerati di lavorare ingrossi l'offerta, rischiando che poi che qualche onesto cittadino si ritrovi senza lavoro con cui dar da mangiare a se stesso e magari alla sua famiglia.
Questo lo spingerà a delinquere, e finirà anche lui in carcere, ed in poco tempo il carcere diventerà una specie di agenzia di collocamento per chi è disposto a tutto per di avere un tetto sopra la testa e qualcosa di caldo nel piatto
In paesi come la Thailandia i detenuti devono lavorare per potersi pagare il pasto, i vestiti e tutto il resto. I lavori vengono tutti eseguiti all'interno dell'istituto carcerario, e se non ricordo male vengono pagati con una valuta non ufficiale :) (I lavori vanno da quelli tipici di gestione del carcere, come le cucine, le lavanderie, le pulizie ecc... e lavori dall'esterno come sartoria, officine ecc... ). Per me è un'ottimo modo di gestire le carceri :)
luposelva
17-09-2009, 20:12
Azz... ma voi non avete fatto il militare, io si e mi ricordo che si lavorava anche se son passati quasi 30 anni, DENTRO in caserma cera da fare quasi tutti giorni e per tutti, cucine pulizie di tutto
e di piu' fagli pulire a specchio tutto, vedrai che il tempo che avanza per fare un cazzo ne resta poco.
Eh no,mica tu stato puoi obbligarmi a stare chiuso in una cella se non ho fatto nulla di male.Se,però,sono un criminale,lo stato ha tutti i diritti di metterti in gabbia fino a che la legislazione ritiene giusto.
Lavorare sarebbe la stessa cosa.Nessuno parla di 24 ore di lavoro.
10 ore sono apposto,non ho proprio voglia che qualcuno si paghi la villeggiatura a san vittore con i miei soldi.
Il carcere è,secondo me,uno strumento di mera vendetta.
Io proporrei il rimborso per reati di furto più una penale aggiuntiva e lavori forzati+carcere per chi commette reati "irreversibili" quali sequestri,omicidi e simili.
Te e il tuo amico che ha quotato, spero vi rendiate conto che obbligare uno a star rinchiuso in cella e obbligarlo a lavorare sono 2 cose COMPLETAMENTE DIVERSE, e che la seconda non si può fare senza minaccia o peggio tortura.
ilguercio
18-09-2009, 11:53
Te e il tuo amico che ha quotato, spero vi rendiate conto che obbligare uno a star rinchiuso in cella e obbligarlo a lavorare sono 2 cose COMPLETAMENTE DIVERSE, e che la seconda non si può fare senza minaccia o peggio tortura.
Diverse?In base a cosa?
Le mie considerazioni sono fatte in base alle evidenti spese necessarie per mantenere un detenuto...poi fai te...uno ammazza e sta al sicuro in cella,al riparo dai pericoli e mangia a spese nostre.Poi la gente ha le spese da pagare,ma chi se ne frega...
Diverse?In base a cosa?
Le mie considerazioni sono fatte in base alle evidenti spese necessarie per mantenere un detenuto...poi fai te...uno ammazza e sta al sicuro in cella,al riparo dai pericoli e mangia a spese nostre.Poi la gente ha le spese da pagare,ma chi se ne frega...
Guarda che sono il primo a dire che il sistema non funziona, ma dobbiamo usare la testa e per introdurre i lavori forzati dovresti prima dare una frusta in mano alla guardia, oppure dovresti non dare più da mangiare ai detenuti ... e tutto questo non si può più fare. Te ne rendi conto o no?
Poi comunque il discorso delle spese è limitato, in quanto il detenuto è tenuto a pagarle se vuole risarcire il debito con la società.
ilguercio
18-09-2009, 21:13
Guarda che sono il primo a dire che il sistema non funziona, ma dobbiamo usare la testa e per introdurre i lavori forzati dovresti prima dare una frusta in mano alla guardia, oppure dovresti non dare più da mangiare ai detenuti ... e tutto questo non si può più fare. Te ne rendi conto o no?
Poi comunque il discorso delle spese è limitato, in quanto il detenuto è tenuto a pagarle se vuole risarcire il debito con la società.
Mi verrebbe da pensare a chi non sta in carcere e il cibo non lo può avere.
Tanto per dirne una.
luposelva
18-09-2009, 21:23
Guarda che sono il primo a dire che il sistema non funziona, ma dobbiamo usare la testa e per introdurre i lavori forzati dovresti prima dare una frusta in mano alla guardia, oppure dovresti non dare più da mangiare ai detenuti ... e tutto questo non si può più fare. Te ne rendi conto o no?
Poi comunque il discorso delle spese è limitato, in quanto il detenuto è tenuto a pagarle se vuole risarcire il debito con la società.
Frusta in mano alla guardia e pane e acqua se non vuoi lavorare, ma sai che questa idea non è niente male. :D
frankytop
18-09-2009, 21:25
Tutto il thread mi ricorda un veeeeechio film:
http://www.movieconnection.it/schede/mela_libertaria/nick_manofredda.jpg
Condannato ai lavori forzati,ribelle deviante è rinchiuso in un carcere famigerato per la sua durezza.Evade per due volte,diventando famoso.Al terzo tentativo ci lascia la ghirba.È un film del '68,Newman in gran forma, G. Kennedy premiato con Oscar. Regia efficace, qua e là effettistica. Da un romanzo di Donn Pearce.
Morire in carcere
Ogni anno muoiono in carcere circa 180 detenuti. Un terzo sono suicidi. Chi si toglie la vita è di solito un ragazzo alla prima detenzione. Nel 2009 la proiezione è di 70 suicidi, un record storico. Un tasso superiore di 21 volte a quello della popolazione italiana. Si potrebbe pensare che sia normale che ciò succeda, non solo qui, ma anche negli altri Paesi. Invece il Canada, per fare un esempio, ha un tasso quattro volte più basso di quello italiano e, per fare un altro esempio, il ministro della Giustizia polacco si è dovuto dimettere a causa di un suicidio. In galera chi non si suicida diventa un delinquente abituale, un pericolo per la società quando finirà di scontare la pena. L'affidamento ai servizi sociali è stato quasi eliminato dal governo. L'affidamento è una misura di rieducazione a tutela della sicurezza dei cittadini. I detenuti affidati ai servizi sociali, infatti, difficilmente compiono altri reati e ritornano in carcere: solo tre su dieci. Chi sconta la detenzione solo in carcere spesso continua a delinquere: ben sette su dieci. Il blog ha intervistato l'associazione: "Ristretti Orizzonti" che informa da anni sulla condizione delle carceri italiane.
Ristretti Orizzonti, una voce dal carcere
"Sono Francesco Morelli, lavoro nel centro studi di Ristretti Orizzonti, una realtà nata circa 12 anni fa all’interno della Casa di reclusione di Padova che si è sviluppata nel corso degli anni anche all’esterno, abbiamo un progetto di informazione sostanzialmente sul carcere che è nato con una rivista cartacea, questo è l’ultimo numero, è una rivista sulla quale scrivono i detenuti e nasce per raccontare questa realtà dando così voce a un’esigenza che prima non era soddisfatta, perché quando abbiamo iniziato a lavorare noi, non esisteva una voce diretta delle persone che stavano in carcere che raccontasse il loro mondo.
Dal 2002 abbiamo iniziato anche a indagare quello che è l’aspetto più oscuro del carcere, il suicidio in carcere, la morte in carcere, i fenomeni di autolesionismo e quant’altro viene classificato dal Ministero come evento critico, comunque dal 2002 abbiamo iniziato ricavando dati: 1) dalle fonti giornalistiche, quindi agenzie di stampa, giornali, il web che ci ha aiutato molto; 2) le segnalazioni delle persone che invece hanno a che fare con i detenuti, quindi i loro parenti, i volontari, a volte anche gli operatori del carcere, da lì abbiamo iniziato a mettere insieme questo dossier sulle morti di carcere, il dossier si chiama: “Morire di carcere”. I dati del Ministero sono sempre un po’ più bassi dei nostri, non ti dico che il Ministero classifichi ogni anno 100 morti di detenuti e noi ne classifichiamo 300, noi ogni anno raccogliamo all’incirca 170/180 casi di cui all’incirca 1/3 sono suicidi, il Ministero ne classifica 20/30 in meno sul totale delle morti e giusto nel 2008 avevamo contato 48 suicidi, il Ministero ne ha contati 42, da cosa è data questa differenza? Che per noi i morti di carcere sono quelli che, per esempio, si impiccano mentre sono in cella, in carcere, vengono soccorsi in tempo, non sono ancora morti, sono in fin di vita, spesso, vengono caricati in autoambulanza, sull’autoambulanza muoiono prima di arrivare all’ospedale, oppure arrivano all’ospedale in coma, muoiono dopo alcuni giorni, per questi casi noi parliamo di morte di carcere e li mettiamo nei nostri dossier, per il Ministero se una persona esce dal muro di cinta del carcere ancora viva, quindi viene caricata in autoambulanza viva, per lui non è più morto in carcere, arriva in ospedale, viene ricoverato in coma, però è vivo, non è morto di carcere e quindi non rientra nelle statistiche del Ministero."
2009, un ecatombe silenziosa
Francesco Morelli: "Quest’anno sta succedendo un'ecatombe, quest’anno noi abbiamo già contato 50 suicidi, a fronte dei 48 contati l’anno scorso, poi divenuti ufficiali 42 e la proiezione è di 70 suicidi in carcere quest’anno".
Laura Baccaro: "Sono una psicologa specializzata in criminologia e collaboro con Ristretti da alcuni anni. Quest’anno è un’ecatombe effettivamente e questo fatto dalle nostre indagini, da quanto siamo riusciti a capire, dipende da un motivo importante, anzi forse due: il sovraffollamento che comunque non è secondo noi il fattore determinante, tanto quanto le politiche di sicurezza, perché vengono applicate. Cosa sta succedendo? Che le persone in carcere vivono la percezione della realtà esterna, filtrata dai mass media. L’opinione qual è? L’opinione è lasciamoli dentro, lasciamoli in qualsiasi modo per la sicurezza, non li vogliamo più fuori."
Francesco Morelli: "Teniamo conto che la media delle persone che rientrano in carcere dopo una prima esperienza è del 70%, il livello di non accettazione della società è tale per cui quando uno esce non trova dove andare a abitare, non gli danno lavoro, non trova amicizia, non trova niente, se non nei circuiti criminali".
Suicidio e altri tipi di fuga
Laura Baccaro: "Quindi anche questo clima, soprattutto questo clima di questo vissuto dai detenuti fa sì che sfuggo alla situazione, sfuggo, mi rendo libero in qualche modo e metto in atto delle strategie di protesta, delle strategie di evasione, qual è il suicido, d’altra parte gli eventi critici, come diceva prima Francesco, negli eventi critici c’è anche l’evasione e suicidio a piena regola ci sta in questo. Nel suicidio l’autolesionismo in carcere, parliamo di una media intorno ai 5 mila episodi all’anno di autolesionismo e di tentato suicidio intorno agli 800, la media degli ultimi 5 anni, non è legato al dipendente da patologie mentali o patologie psichiatriche, vero è che c’è un’altissima percentuale di disagio mentale che viene acuito dalle condizioni di vivibilità che la persona si trova a vivere in questo momento, se noi andiamo a vedere poi, proprio legandoci al fatto dell’invivibilità delle condizioni, dell’assenza di speranza, parlare di uomini con il futuro di dietro, noi andiamo a vedere il tasso di suicidio in carcere è di 21 volte superiore al tasso di suicidio della popolazione italiana. All’estero se è successo in Polonia, un detenuto si è suicidato, è successo a gennaio, il Ministro della giustizia ha dovuto dimettersi."
Francesco Morelli: "Il direttore delle carceri del Canada, proprio ieri ha lanciato l’allarme per il suicidio nelle carceri, in due anni si sono uccisi 17 detenuti, in Canada sono andato a vedere, perché non era nell’articolo, ci sono 38 mila detenuti circa, quindi hanno un tasso che è 4 volte più basso rispetto a quello italiano e con ciò il Direttore delle carceri ha detto che la situazione dei suicidi è insostenibile, quindi per loro è inaccettabile avere un tasso di suicidi che è 4 volte più basso di quello italiano."
Laura Baccaro: "Il suicidio è una risposta alla mancata percezione di sicurezza nella società esterna, come mai? Come facciamo a resistere malgrado tutto? Come fanno le persone a salvarsi la pelle in questa situazione e quindi noi avevamo individuato dei fattori più che di resistenza, che ci davano un’idea passiva, ma di residenza quindi dei fattori interni alla persona, in questi fattori di residenza rientrano sempre la progettualità, i legami sociali, per quanto riguarda la proiezione fuori, il mantenimento dei legami familiari, le possibilità di lavoro, ma per quanto riguarda dentro, in carcere, la possibilità di lavorare internamente, la speranza di accedere a misure alternative e poi, come si può dire in gergo, l’abilità, la capacità di fare la galera, di saper stare in galera."
Le misure alternative: la soluzione efficiente, economica e dimenticata
Francesco Morelli: "Saper stare in carcere è fondamentale per evitare di suicidarsi, è fondamentale per evitare conflitti con gli altri detenuti e con l’istituzione, quindi per evitare di finire in isolamento, di prendere botte, per uscire il meglio possibile dal carcere. E’ un’abilità che alcune categorie di detenuti non hanno, non hanno perché in carcere non sono mai state, le persone arrestate la prima volta, le persone giovani, le persone che vengono da dei disagi particolari come i tossicodipendenti, come gli stranieri, arrivano in carcere impreparati, è logico che uno arrivi impreparato a un’esperienza del genere, se è la prima volta che lo arrestano, però questa mancanza di esperienza si rileva spesso fatale perché in effetti i suicidi sono molto più frequenti tra le persone alla prima detenzione e tra le persone giovani. La speranza nelle misure alternative si è andata affievolendo in maniera spaventosa, quella rappresentava, credo per molti anni, un valido deterrente, uno sa che se gli danno 10 anni, deve scontarseli tutti e 10, perché ormai fino a qualche anno fa e poniamo proprio come divisore l’indulto, l’indulto ha cambiato completamente la faccia del carcere, nel senso che dopo l’indulto nessuno è più uscito, prima dell’indulto c’erano all’incirca in maniera alternativa quindi in affidamento, in semilibertà lo stesso numero di persone che erano in carcere, oggi ci sono 64 mila persone in carcere e 9 mila persone in misura alternativa, i detenuti si uccidono di più anche per quello, perché il carcere di oggi è un carcere dove le condizioni sono di maggiore sofferenza e la speranza è venuta meno.
Quindi il carcere secondo me non funziona, funzionano meglio le misure alternative! Un condannato in misura alternativa, in affidamento ai servizi sociali, costa 5 euro al giorno allo Stato, un detenuto costa dai 150 ai 200 euro al giorno allo Stato. Con la misura alternativa la situazione si ribalta, non più il 70% che torna dentro, ma il 30%. Quindi solo il 30% di coloro che scontano la pena invece che in carcere, in affidamento, in semilibertà e quant’altro, tornerà a commettere un reato, il 70% di chi sconta la pena in carcere, tornerà a commettere un reato, questo è proprio il contrario della sicurezza!"
Fonte: http://beppegrillo.it/
senza lavoro con cui dar da mangiare a se stesso e magari alla sua famiglia.
Questo lo spingerà a delinquere, e finirà anche lui in carcere, ed in poco tempo il carcere diventerà una specie di agenzia di collocamento per chi è disposto a tutto per di avere un tetto sopra la testa e qualcosa di caldo nel piatto
Quoto^2
E poi qui dentro si sente dire troppo spesso la parola "Lavoro", "Soldi", "mangiare", "Tetto"
da chi non lavora, non guadagna, non porta a casa la pagnotta e non sa cosa vuol dire comprare un tetto da mettere sopra la testa.
ilguercio
19-09-2009, 13:49
Quoto^2
E poi qui dentro si sente dire troppo spesso la parola "Lavoro", "Soldi", "mangiare", "Tetto"
da chi non lavora, non guadagna, non porta a casa la pagnotta e non sa cosa vuol dire comprare un tetto da mettere sopra la testa.
Significa?
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