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View Full Version : I talenti in Italia


Mauro80
06-09-2009, 20:44
che bell´articolo, mi ricorda qualcuno

http://www.corriere.it/cronache/09_settembre_04/gabriella_jacobella_la_vita_complicata_dei_piccoli_geni_9d4aba08-9918-11de-b514-00144f02aabc.shtml

leggete e rifflette su uno dei problemi piu grossi del nostro paese

Ziosilvio
07-09-2009, 16:40
Trilussa direbbe:

Fissato ne l'idea de l'Uguajanza,
Un Gallo scrisse all'Aquila: - Compagna,
Siccome te ne stai su la montagna,
Bisogna che abbolimo 'sta distanza,
Perché nun è né giusto né civile
Ch'io stia tra la monnezza d'un cortile,
Ma sarebbe più commodo e più bello
De vive ner medesimo livello.

L'Aquila je rispose: - Caro mio,
Accetto volentieri la proposta.
Volemo fa' amicizzia? So' disposta:
Ma nun pretenne che m'abbassi io.
Se te senti la forza necessaria,
Spalanca l'ale e viettene per aria:
Si nun t'abbasta l'anima de fallo,
Io seguito a fa' l'Aquila e tu er Gallo.

Il guaio dell'uguaglianza, è che la vogliamo sempre con chi sta sopra di noi.

harbinger
07-09-2009, 16:54
Articolo bellissimo.

In Italia una concezione assurda di egualitarismo ha fatto in modo di avere tutto il supporto possibile per chi è in difficoltà (giustamente!) per far sì che si avvicinino al livello medio, mentre chi è molto in gamba non ha alcuna occasione di lasciare davvero il segno, anzi, talvolta la sensazione è quella di essere schiacciati verso il livello medio.

Assurdo.

Dissento in parte sulla causa, ossia la concezione di egualitarismo: la causa apparente è la sua assurda applicazione; la ragione sottostante è una pessima gestione del sistema scolastico e del suo utilizzo come falso ammortizzatore sociale, il tutto mascherato da quell'agualitarismo al quale ti riferisci. La completa mancanza di un programmma organico, unita alla pessima gestione delle c.d. "risorse umane" (termine becero), ha condotto a un sistema non meritocratico sia per alunni che per insegnanti.

Mi permetto altresì di aggiungere, facendo riferimento alle tante riforme scolastiche, che non variare il contenitore - insegnanti - ma solo il contenuto - programmi e durata - non può variare il risultato.


Nota per i malpensanti: non ritengo gli insegnati perditempo e scansafatiche. Ho conosciuto più persone preparate e dedite che perdigiorno, il problema è, anche, lo scoramento che subentra nei meritevoli quando non si vedono in alcun modo premiati e, peggio ancora, non vedono puniti i peggiori.

Seconda nota, stavolta per i maldicenti: il discorso è la sintesi del sunto del condensato della mia opinione. Non sono così stupido (?!) da sottovalutare altri fattori concorrenti, quale la suddetta spinta ideologica all'egualitarismo forzato e forzoso (ma tanti erano in malafede), il pessimo influsso diseducante esercitato da molte famiglie, ergo dai cittadini e il progressivo impoverimento del valore della cultura nella società.

iuccio
07-09-2009, 18:30
Sembrerò immodesto ma è esattamente quella che è stata la mia situazione. E, personalmente, ormai ho buttato via tutto il potenziale.

Pazzesco.

Mauro80
07-09-2009, 18:46
«A mio figlio, erano i prof a fare le battute: ma se sei così intelligente, perché non hai tutti 10?»


Anche questa battuta mi ricorda qualcuno

Resto convinto che la qualita´ media del corpo docenti sia il problema maggiore della scuola italiana.
La scuola italiana ha grandi meriti, quello di avere alfabetizzato un popolo che era analfabeta fino a 60 anni fa.
E´un grande merito di cui puo andare fiera.
Ora o meglio da un po di tempo a questa parte deve fare il salto di qualita´.
Soprattutto occupandosi dei suoi talenti, filiere costruite appositamente per chi possiede certe capacita´ nelle scienze o nelle materie umanistiche per esempio.

So gia´che la cultura familista di questo paese corromperebbe questa selezione in parte,privilegiando figli, cugini e conoscenti di ogni genere, ma bisogna comunque provare, perche´finora abbiamo gettato tanti talenti a mare.

Vedere una delle commedie piu´ divertenti a proposito, Ovosodo, come gettare nell´immondizia un talento.

bye

Tensai
07-09-2009, 19:12
Articolo bellissimo.

In Italia una concezione assurda di egualitarismo ha fatto in modo di avere tutto il supporto possibile per chi è in difficoltà (giustamente!) per far sì che si avvicinino al livello medio, mentre chi è molto in gamba non ha alcuna occasione di lasciare davvero il segno, anzi, talvolta la sensazione è quella di essere schiacciati verso il livello medio.

Assurdo.
Già. Non sono a favore di una scuola elitaria ma è indubbio che una minima differenziazione vada fatta, il problema più grande è che chiunque faccia una cosa simile è difficile torni a governare, perché la maggior parte delle madri - orgogliose dell'intelligenza dei propri figli, che poi magari sono quasi ritardati - non vedrebbe di buon grado un classismo scolastico (a meno che nelle classi più elevate ci siano i propri figli :sofico: ).

Lucrezio
07-09-2009, 19:45
Articolo bellissimo.

In Italia una concezione assurda di egualitarismo ha fatto in modo di avere tutto il supporto possibile per chi è in difficoltà (giustamente!) per far sì che si avvicinino al livello medio, mentre chi è molto in gamba non ha alcuna occasione di lasciare davvero il segno, anzi, talvolta la sensazione è quella di essere schiacciati verso il livello medio.

Assurdo.

quoto.
Egualitarismo che gli insegnanti spesso non vogliono ma subiscono per le pressioni di genitori beceri di figli ancor più beceri, convinti che il 4 di matematica del loro pargoletto sia dovuto al fatto che il piccolo prodigio "non è capito", "è un genio incompreso", "è vittima di un professore cattivo" piuttosto che non alla mancanza di studio o di capacità.

D'altra parte... provate a dire che la maturità scientifica o classica non è un diritto, ne sentirete delle belle! (n.b.: iscriversi ad un liceo classico/scientifico è un diritto, arrivare in fondo no, questo intendo...)

Non parliamo poi dell'università, che sempre più spesso si pensa essere "per tutti"...

Hai ragione morkar, i più bravi tendono a venir schiacciati verso i meno bravi, perché sono solo questi ultimi a venir tutelati.
E' un po' assurda come situazione...

entanglement
07-09-2009, 20:07
"non c'è gusto in italia ad essere intelligenti" (1991)

dave4mame
07-09-2009, 20:15
Trilussa direbbe:

Fissato ne l'idea de l'Uguajanza,
Un Gallo scrisse all'Aquila: - Compagna,
Siccome te ne stai su la montagna,
Bisogna che abbolimo 'sta distanza,
Perché nun è né giusto né civile
Ch'io stia tra la monnezza d'un cortile,
Ma sarebbe più commodo e più bello
De vive ner medesimo livello.

L'Aquila je rispose: - Caro mio,
Accetto volentieri la proposta.
Volemo fa' amicizzia? So' disposta:
Ma nun pretenne che m'abbassi io.
Se te senti la forza necessaria,
Spalanca l'ale e viettene per aria:
Si nun t'abbasta l'anima de fallo,
Io seguito a fa' l'Aquila e tu er Gallo.


splendida....

first register
07-09-2009, 21:09
L'articolo parlava delle difficoltà cui vanno incontro gli studenti di talento che non trovano nella scuola nessun tipo di motivazione. :read:
E' un articolo di pura propaganda, che non tiene conto della triste realtà del nostro paese.

Mauro80
08-09-2009, 06:03
che non tiene conto della triste realtà del nostro paese.

Register ti sbagli

Per essere un articolo, non un saggio od un pamphlet, credo che tenga ben in conto la tristezza, anzi dall'articolo trapela proprio questo, se esistesse una scala di tristezza, i talenti cui non viene dato modo di esprimersi siano le persone più tristi di questa terra.

Volevo poi aggiungere che l'Italia con tutte le sue contraddizioni, le sue mancanze resta un paese CATTOLICO.
Lo era e lo è tuttora, in più per molto tempo è stato molto inflenzato dalla cultura comunista (il PCI ai tempi d'oro, d'oro per i comunisti s'intenda, superava il 30%).

Quelle rare volte che riprendo in mano la bibbia, leggoBeati gli ultimi

La nostra scuola fa proprio questo, beatifica gli ultimi, con insegnanti di sostegno cerca di mettere allo stesso livello della media anche i ragazzi tardi od in genere quelli con scarse capacità mentali.

Da cattolico quale mi considero, credo sia un bene, ma ci dimentichiamo spesso e troppe poche risorse dedichiamo ai nostri talenti ed alle nostre eccellenze, che finiscono per distrarsi o annoiarsi (quando va bene).

Qaundo va male diventano il bersaglio numero 1 dei compagni perché riescono con pochi sforzi dove gli altri magari non arrivano con grossi.

Vanno create classi apposite, all'interno dei licei stessi oppure in sedi distaccate, scuole dove chi ha un talento per la chimica lo possa valorizzare o a chi piace scrivere possa farlo seguito da professori all'altezza del valore dello studente.

Non credo sia impossibile e neanche contro il messaggio cattolico, farebbe crescere di più il paese.

sirbone72
08-09-2009, 07:51
Personalmente, ho sempre trovato la scuola noiosa... settimane di lezione sprecate a seguire interrogazioni di compagni che non avevano studiato. E' semplicemente una tortura!
All'università sono rinato!

udria
08-09-2009, 08:09
Vanno create classi apposite, all'interno dei licei stessi oppure in sedi distaccate, scuole dove chi ha un talento per la chimica lo possa valorizzare o a chi piace scrivere possa farlo seguito da professori all'altezza del valore dello studente.



Per valorizzare questi talenti servirebbero insegnanti altrettanto validi, questo è il punto. Facendo così però si creerebbero delle scuole "parallele"...scuole di serie A, scuole di serie B etc che andrebbero a fare a pugni con i principi di uguaglianza (anche se io penso che non siamo tutti uguali, anzi!). Certo ci sono le scuole private, ma perchè tutti possano potenzialmente permettersele andrebbero istituite delle borse di studio.
Per quanto riguarda il QI non sono d'accordo a ritenerlo un parametro discriminante, andrebbe associato ad altri test psico-attitudinali.

Traveller23
08-09-2009, 08:37
E non dimentichiamoci che, quando magari l'allievo prova ad avanzare domande o questioni di livello piu' alto, viene rimesso subito a posto dall'insegnante con frasi tipo "tu vai gia' bene, non hai bisogno" (e quindi si rimane sempre a programmi noiosi, o altro, e anzi l'insegnante toglie ancora piu' spazio e tempo a lui per dedicarlo alla massa che se ne frega, fgacendolo sostanzialmente diventare "autogestito" e abbandonato a se stesso) oppure vessato dai compagni scansafatiche che preferiscono rimanere ad un livello da minimo sindacale per essere promossi con meno sforzo.

Adesso almeno c'e' internet e uno studente delle superiori puo', con buona volonta' trovare stimoli nuovi, ma nell'epoca pre-internet questo non succedeva, e si rimaneva vincolati prevalentemente dalla scuola (a meno di non avere la fortuna di essere in una famiglia o scuola adatta al piccolo talento).

E una volta che demotivi o annoi definitivamente il talento, beh nella maggior parte dei casi viene perso, forse riesce a recuperarsi da solo ma certo non ai livelli ideali. E non intendo nemmeno che un talento espresso debba essere un automa perfetto anzi, ma almeno che possa avere una vita normale, in cui viene non dico riconosciuto ma almeno non osteggiato. Anche se forse e' proprio quest'ultimo il suo destino.

Mauro80
08-09-2009, 15:21
settimane di lezione sprecate a seguire interrogazioni di compagni che non avevano studiato. E' semplicemente una tortura!
All'università sono rinato!



Ciao

Quanti ricordi, le interrogazioni :) ore ed ore a fare niente.
Momenti che potrebbero essere arricchenti se trascorsi ad ascoltare persone preparate.
Inutili, se l'80% dei compagni non ha mai aperto un libro.
Per questa ragione è importante che gli alunni siano dello stesso livello, ascoltando gli interrogati si potrebbe imparare.

bye

Mauro

PS scusate l'OT

blamecanada
08-09-2009, 16:06
In Italia una concezione assurda di egualitarismo ha fatto in modo di avere tutto il supporto possibile per chi è in difficoltà (giustamente!) per far sì che si avvicinino al livello medio, mentre chi è molto in gamba non ha alcuna occasione di lasciare davvero il segno, anzi, talvolta la sensazione è quella di essere schiacciati verso il livello medio.
Sono d'accordo (di solito non hai questo merito: festeggia :D).

L'eguaglianza che la scuola deve garantire sta nel fornire a tutti la possibilità di sviluppare le proprie capacità nel massimo grado possibile, non nel raggiungere tutti i medesimi risultati.

Lo era e lo è tuttora, in più per molto tempo è stato molto inflenzato dalla cultura comunista (il PCI ai tempi d'oro, d'oro per i comunisti s'intenda, superava il 30%).
Non so se dipenda da questo, ma di certo so questo:
«Il socialismo non ha mai sognato di essere un sistema dittatoriale, livellatore degli spiriti in un’oppressione e soffocazione della libera varietà delle tendenze e delle esigenze di uno sviluppo attivo. Marx definiva la società socialista come un’associazione, nella quale il libero sviluppo di ognuno è condizione del libero sviluppo di tutti.» (Rodolfo Mondolfo, Sulle orme di Marx).


Comunque ritengo che spesso i docenti lascino a desiderare per tre aspetti:
-conoscenze della disciplina (avrei molti aneddoti al riguardo);
-capacità didattica (oltre a conoscere gli argomenti bisogna anche saperli spiegare);
-capacità relazionale (i docenti spesso si limitano ad avere una buona opinione di chi va bene ed una cattiva di chi va male, senza chiedersene i motivi, e perciò non facendo nulla per provare -per quanto possibile- a migliorare la situazione).

Tensai
08-09-2009, 16:30
Ora vi faccio un esempio di insegnante di cui ho esperienza personale.

Il soggetto (o meglio la soggetta) metteva le note alle mosche, ai muratori (per aver disturbato durante l'ora di lezione) e alle altre professoresse per essere entrate in classe con un paio di minuti di ritardo.

Secondo voi in un sistema scolastico decente certi professori possono continuare a insegnare?