c.m.g
01-09-2009, 08:41
31 agosto 2009 – 11:31 pm
http://www.anti-phishing.it/wp-content/uploads/2009/08/vacanze_truffa-300x201.jpg
Si chiamava Carlo Rao, 31, italiano, reo confesso di una serie innumerevole di raggiri compiuti buggerendo via internet centinaia di concittadini, alleggerendo illecitamente i loro portafogli per l’incredibile cifra di circa un milione di euro. Ora è al fresco, (si spera) ormai inoffensivo, in una prigione francese in attesa di essere estradato nelle patrie galere. È diventato, a suo modo, una piccola star, per via dell’attenzione mediatica che ha suscitato la sua cattura.
Ed infatti, ciò che colpisce di più di questa vicenda estiva, balzata agli onori delle cronache (il Corriere della Sera gli ha dedicato diversi reportage) è che Rao non sia stato arrestato grazie ad un blitz degli inquirenti, bensì per mezzo di una denuncia della sua fidanzata che avrebbe consegnato, sdegnata, alla polizia, una lettera scrittale dal Rao, nella quale romanticamente confessava le sue malefatte invitandola a congiungersi con lui in una cinematografica fuga all’estero per aiutarlo a rifarsi una vita lontano dai creditori.
«Non sono chi tu pensi io sia… non mi chiamo Andreas, non sono un produttore teatrale. Cosa faccio per vivere? Il rovina-vacanze… affitto falsi appartamenti», sono le parole che il Rao aveva inviato alla sua amata, mentre curava la sua romaticissima latitanza. Insomma, un “Rao” confesso, il quale, indirettamente, certificava come fosse tutto sommato semplice buggerare i cittadini del Belpaese, prontissimi a consegnare a sconosciuti acconti, anticipi e caparre, pur di non lasciarsi scappare l’affare di una vacanza low cost, o di una multiproprietà immobiliare in qualche località turistica.
Il Rao era riuscito a creare questo sistema di micro truffe inducendo le proprie vittime a versare caparre da 300-500 euro prima sul conto corrente postale dell’ ignara ex fidanzata, quindi su un codice della Western Union. Il tutto a fronte di inesistenti soggiorni low cost a Formentera o sulla Costa Azzurra. Ma non solo: il nostro proponeva affari di ogni tipo: gioielli, telefonini e schede prepagate su «eBay», corsi professionali e appartamenti in affitto. Dichiara testuale nella sua lettera-confessione alla fidanzata: «Prendo piccole/medie somme ad ignare persone mi sono arricchito non rovinando alcuno. I miei lo sanno, mia madre prega per me. Ora capisci i miei problemi».
Tuttavia il nostro millantava una qualche improbilità dell’esito detentivo delle proprie cyber-truffe «non rischio il carcere», spiegava il nostro alla sua ex amata, «in Italia non funziona così…». evidentemente non l’hanno pensata così gli investigatori del commissariato inquirente che, combinando la lettera della donna ad un’intercettazione telefonica, lo hanno stanato in un’ abitazione di place Général Augustin Baratier, ed hanno fatto sì che la Gendarmerie francese facesse scattare le manette intorno ai suoi polsi.
Forse il Rao aveva fatto male i propri calcoli, visto che, ogni tanto, magari non in Italia, le truffe possono anche portare al carcere
Frignani Rinaldo
Pagina 25
(29 agosto 2009) - Corriere della Sera
Ulteriori informazioni: Corriere della Sera (http://archiviostorico.corriere.it/2009/agosto/29/delle_truffe_tradito_una_donna_co_9_090829035.shtml)
Fonte: Anti-Phishing Italia (http://www.anti-phishing.it/truffe-on-line/2009/08/31/1354#more-1354)
http://www.anti-phishing.it/wp-content/uploads/2009/08/vacanze_truffa-300x201.jpg
Si chiamava Carlo Rao, 31, italiano, reo confesso di una serie innumerevole di raggiri compiuti buggerendo via internet centinaia di concittadini, alleggerendo illecitamente i loro portafogli per l’incredibile cifra di circa un milione di euro. Ora è al fresco, (si spera) ormai inoffensivo, in una prigione francese in attesa di essere estradato nelle patrie galere. È diventato, a suo modo, una piccola star, per via dell’attenzione mediatica che ha suscitato la sua cattura.
Ed infatti, ciò che colpisce di più di questa vicenda estiva, balzata agli onori delle cronache (il Corriere della Sera gli ha dedicato diversi reportage) è che Rao non sia stato arrestato grazie ad un blitz degli inquirenti, bensì per mezzo di una denuncia della sua fidanzata che avrebbe consegnato, sdegnata, alla polizia, una lettera scrittale dal Rao, nella quale romanticamente confessava le sue malefatte invitandola a congiungersi con lui in una cinematografica fuga all’estero per aiutarlo a rifarsi una vita lontano dai creditori.
«Non sono chi tu pensi io sia… non mi chiamo Andreas, non sono un produttore teatrale. Cosa faccio per vivere? Il rovina-vacanze… affitto falsi appartamenti», sono le parole che il Rao aveva inviato alla sua amata, mentre curava la sua romaticissima latitanza. Insomma, un “Rao” confesso, il quale, indirettamente, certificava come fosse tutto sommato semplice buggerare i cittadini del Belpaese, prontissimi a consegnare a sconosciuti acconti, anticipi e caparre, pur di non lasciarsi scappare l’affare di una vacanza low cost, o di una multiproprietà immobiliare in qualche località turistica.
Il Rao era riuscito a creare questo sistema di micro truffe inducendo le proprie vittime a versare caparre da 300-500 euro prima sul conto corrente postale dell’ ignara ex fidanzata, quindi su un codice della Western Union. Il tutto a fronte di inesistenti soggiorni low cost a Formentera o sulla Costa Azzurra. Ma non solo: il nostro proponeva affari di ogni tipo: gioielli, telefonini e schede prepagate su «eBay», corsi professionali e appartamenti in affitto. Dichiara testuale nella sua lettera-confessione alla fidanzata: «Prendo piccole/medie somme ad ignare persone mi sono arricchito non rovinando alcuno. I miei lo sanno, mia madre prega per me. Ora capisci i miei problemi».
Tuttavia il nostro millantava una qualche improbilità dell’esito detentivo delle proprie cyber-truffe «non rischio il carcere», spiegava il nostro alla sua ex amata, «in Italia non funziona così…». evidentemente non l’hanno pensata così gli investigatori del commissariato inquirente che, combinando la lettera della donna ad un’intercettazione telefonica, lo hanno stanato in un’ abitazione di place Général Augustin Baratier, ed hanno fatto sì che la Gendarmerie francese facesse scattare le manette intorno ai suoi polsi.
Forse il Rao aveva fatto male i propri calcoli, visto che, ogni tanto, magari non in Italia, le truffe possono anche portare al carcere
Frignani Rinaldo
Pagina 25
(29 agosto 2009) - Corriere della Sera
Ulteriori informazioni: Corriere della Sera (http://archiviostorico.corriere.it/2009/agosto/29/delle_truffe_tradito_una_donna_co_9_090829035.shtml)
Fonte: Anti-Phishing Italia (http://www.anti-phishing.it/truffe-on-line/2009/08/31/1354#more-1354)