first register
29-08-2009, 19:44
Il caso Innse? La più bella notizia dell'estate. Meriterebbe un film di Hollywood
La lotta di classe non c'è più: "Lavoratori e imprenditori siamo tutti sulla stessa barca"
Tremonti:"Anche ai lavoratori parte degli utili delle imprese"
Il ministro attacca i banchieri e intima agli economisti di tacere: "Quello che colpisce è che nessuno di loro abbia chiesto scusa" dal nostro inviato ROBERTO MANIA
Il ministro Tremonti al meeting di Cl
RIMINI - Si sente uno di Comunione e Liberazione il ministro dell'Economia Giulio Tremonti. E lo dice al Meeting di Rimini dove lancia la sua proposta: far partecipare agli utili di imprese i lavoratori. Cosa distinta dalla cogestione di impronta socialdemocratica. E lo dice invitando le parti sociali, industriale e sindacati, a sottoscrivere un avviso comune in quella direzione. Un passo ulteriore - spiega - per uscire dalla crisi. Un tassello di quel modello di economia sociale di mercato che in tandem con Maurizio Sacconi (ministro del Welfare) vuole costruire. Perché ormai la lotta di classe non c'è più. E la crisi l'ha sancito: "Lavoratori e imprenditori siamo tutti sulla stessa barca".
La giornata di Tremonti con il "popolo del Meeting" come lo chiamava don Giussani, fondatore di Cl, non è stata offuscata dallo scontro senza precedenti tra il governo e le gerarchie vaticane. Tremonti ne resta fuori con accortezza. Attacca gli economisti, piuttosto. Li paragona a dei "maghi" e li invita a "starsene zitti" per un anno o due, visto che ora "per sopravvivere dicono l'opposto che dicevano prima per vivere e non chiedono mai scusa". Ma è nel dibattito con Enrico Letta, deputato del Pd, sulla crisi economica e le strade per uscirne, che Tremonti "diventa" ciellino e ratzingeriamo, aderendo intimamente all'Enciclica Caritas in veritate ("un vero documento politico, il primo testo organico per entrare nel nuovo mondo. Illuminante"). E allora Tremonti evita - almeno direttamente - ogni riferimento polemico con il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, che solo due giorni prima aveva trovato una inedita e originale sintonia con il Meeting.
Episodio che si dice Tremonti abbia fatto fatica a digerire. Però si concede qualche strappo al fair play che è aduso tra i padiglioni della Fiera riminese e così risponde con durezza all'ad di Banca Intesa, Corrado Passera, che aveva denunciato la mancanza di un progetto forte per il futuro, dicendogli (ma senza citarlo) di preferire "agli shock e ai contro-shock il ricorso alla corrente continua". Perché l'elenco delle riforme da fare appartiene ai convegni, ma governare è un'altra cosa. Sì, le riforme le aveva chieste anche Draghi, soprattutto per ridurre il debito e aggiornare gli ammortizzatori sociali, ma Tremonti: "Se hai un lavoratore che perde il posto, è più importante pagargli la cassa integrazione o disegnare gli ammortizzatori sociali?". Chiosa: "C'è questo cattivo vizio di mangiare giorno per giorno".
Governare vuol dire "fare" che poi è il tratto distintivo del movimento di Cl. Ecco allora il ministro che racconta la crisi vista dalla parte di chi deve assumere decisioni, che deve scegliere da quale parte stare. Dice che il suo governo si è schierato con le persone e non con le banche, come al contrario hanno fatto altri governi. "Anche per questo si sono evitate rotture sociali e l'Italia è rimasto un Paese socialmente unito e pacificato". E in questo contesto colloca anche la vicenda dell'Innse, l'azienda milanese salvata dalla protesta dei suoi operai che hanno vissuto per giorni su una gru. "E' stata la più bella notizia dell'estate. Meriterebbe un film di Hollywood. Sono stati operai che non hanno fatto violenze ad altri, ma hanno fatto violenza alle nostre coscienze. Operai che difendevano il loro posto di lavoro. E un imprenditore, senza chiedere i soldi al governo, ci ha messo i suoi soldi e ha salvato l'azienda". Così la Grande Crisi ha plasticamente consegna lo scontro tra capitale e lavoro al Novecento, "secolo di transizione", dice Tremonti- ciellino, orgogliosamente tradizionalista, che se ne va tra gli applausi e firmando autografi.
(29 agosto 2009)
http://www.repubblica.it/2009/08/sezioni/economia/crisi-38/tremonti-utili/tremonti-utili.html
:mc: :mc: :mc: :mc: :mc:
La lotta di classe non c'è più: "Lavoratori e imprenditori siamo tutti sulla stessa barca"
Tremonti:"Anche ai lavoratori parte degli utili delle imprese"
Il ministro attacca i banchieri e intima agli economisti di tacere: "Quello che colpisce è che nessuno di loro abbia chiesto scusa" dal nostro inviato ROBERTO MANIA
Il ministro Tremonti al meeting di Cl
RIMINI - Si sente uno di Comunione e Liberazione il ministro dell'Economia Giulio Tremonti. E lo dice al Meeting di Rimini dove lancia la sua proposta: far partecipare agli utili di imprese i lavoratori. Cosa distinta dalla cogestione di impronta socialdemocratica. E lo dice invitando le parti sociali, industriale e sindacati, a sottoscrivere un avviso comune in quella direzione. Un passo ulteriore - spiega - per uscire dalla crisi. Un tassello di quel modello di economia sociale di mercato che in tandem con Maurizio Sacconi (ministro del Welfare) vuole costruire. Perché ormai la lotta di classe non c'è più. E la crisi l'ha sancito: "Lavoratori e imprenditori siamo tutti sulla stessa barca".
La giornata di Tremonti con il "popolo del Meeting" come lo chiamava don Giussani, fondatore di Cl, non è stata offuscata dallo scontro senza precedenti tra il governo e le gerarchie vaticane. Tremonti ne resta fuori con accortezza. Attacca gli economisti, piuttosto. Li paragona a dei "maghi" e li invita a "starsene zitti" per un anno o due, visto che ora "per sopravvivere dicono l'opposto che dicevano prima per vivere e non chiedono mai scusa". Ma è nel dibattito con Enrico Letta, deputato del Pd, sulla crisi economica e le strade per uscirne, che Tremonti "diventa" ciellino e ratzingeriamo, aderendo intimamente all'Enciclica Caritas in veritate ("un vero documento politico, il primo testo organico per entrare nel nuovo mondo. Illuminante"). E allora Tremonti evita - almeno direttamente - ogni riferimento polemico con il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, che solo due giorni prima aveva trovato una inedita e originale sintonia con il Meeting.
Episodio che si dice Tremonti abbia fatto fatica a digerire. Però si concede qualche strappo al fair play che è aduso tra i padiglioni della Fiera riminese e così risponde con durezza all'ad di Banca Intesa, Corrado Passera, che aveva denunciato la mancanza di un progetto forte per il futuro, dicendogli (ma senza citarlo) di preferire "agli shock e ai contro-shock il ricorso alla corrente continua". Perché l'elenco delle riforme da fare appartiene ai convegni, ma governare è un'altra cosa. Sì, le riforme le aveva chieste anche Draghi, soprattutto per ridurre il debito e aggiornare gli ammortizzatori sociali, ma Tremonti: "Se hai un lavoratore che perde il posto, è più importante pagargli la cassa integrazione o disegnare gli ammortizzatori sociali?". Chiosa: "C'è questo cattivo vizio di mangiare giorno per giorno".
Governare vuol dire "fare" che poi è il tratto distintivo del movimento di Cl. Ecco allora il ministro che racconta la crisi vista dalla parte di chi deve assumere decisioni, che deve scegliere da quale parte stare. Dice che il suo governo si è schierato con le persone e non con le banche, come al contrario hanno fatto altri governi. "Anche per questo si sono evitate rotture sociali e l'Italia è rimasto un Paese socialmente unito e pacificato". E in questo contesto colloca anche la vicenda dell'Innse, l'azienda milanese salvata dalla protesta dei suoi operai che hanno vissuto per giorni su una gru. "E' stata la più bella notizia dell'estate. Meriterebbe un film di Hollywood. Sono stati operai che non hanno fatto violenze ad altri, ma hanno fatto violenza alle nostre coscienze. Operai che difendevano il loro posto di lavoro. E un imprenditore, senza chiedere i soldi al governo, ci ha messo i suoi soldi e ha salvato l'azienda". Così la Grande Crisi ha plasticamente consegna lo scontro tra capitale e lavoro al Novecento, "secolo di transizione", dice Tremonti- ciellino, orgogliosamente tradizionalista, che se ne va tra gli applausi e firmando autografi.
(29 agosto 2009)
http://www.repubblica.it/2009/08/sezioni/economia/crisi-38/tremonti-utili/tremonti-utili.html
:mc: :mc: :mc: :mc: :mc: