luxorl
28-08-2009, 14:53
Il rientro dalle vacanze è avvenuto ormai per tutti o quasi tutti. Il consiglio che vorrei dare a chi ancora deve scegliere il mezzo di trasporto per tornare nei luoghi lavorativi è quello di evitare Trenitalia.
Perché? Perché il mio rientro di ieri è stato un’odissea. Qualcosa di inimmaginabile. Un mix incredibile di disservizi e inghippi che solo chi li vive può credere che siano davvero possibili.
Andiamo al dunque. Qualche giorno fa decido di prenotare il viaggio di ritorno post estate per Pisa. Essendomi mosso tardi i costi della Ryanair erano già inaccessibili per le mie tasche, inoltre la mia ragazza doveva rientrare a Roma con il treno. Decido quindi di dividere il viaggio in due facendo tappa nella capitale in modo da poter trascorrere il viaggio in compagnia e allo stesso tempo non affrontare troppe ore di treno tutte insieme. Prenotiamo due posti vicini sull’InterCity delle 16:30 del 27 agosto. La tratta è Paola-Roma.
Il sistema di prenotazione online dà esito positivo, prenota i posti e fa arrivare sul mio cellulare il codice PNR con l’indicazione dei numeri di vagone e di posti a sedere assegnati. Siamo nella carrozza numero 3, posti 64 e 68.
Molto stranamente, per la prima volta su molte prenotazione effettuate online, non arriva la mail di conferma al mio indirizzo di posta. Ma non mi preoccupo, il codice PNR e le indicazioni dei posti li ho sotto forma di sms.
Stazione di Paola ore 16:30. Sui tabelloni leggo che il mio treno ha già un ritardo di 40 minuti, ma fin qui tutto archiviabile sotto la voce: “da aspettarselo”.
Stazione di Paola ore 17:05. Finalmente il treno arriva. Salgo nella carrozza numero 3 e trovo una bolgia di gente ammassata nel corridoio. Un casino, degno del peggior dei mercati, per accaparrare qualche posto a sedere. Ma io sono tranquillo. Mentre combatto per avanzare nello stretto corridoio penso che tanto ho i miei due bei posti prenotati e che se non risulteranno liberi farò alzare gentilmente la persona che li occupa.
Arrivato a quello che sembra il mio scompartimento comincio a guardare i numeri dei posti a sedere per individuare quale sia effettivamente il mio. Trovo il 64 ma del posto numero 68 nessuna traccia. Penso che forse ci hanno prenotato due posti in due scompartimenti diversi ma adiacenti. Controllo lo scompartimento successivo ma del 68 nemmeno l’ombra! I numeri saltavano dal 66 al 70. Il mio posto non esisteva.
Nella mia stessa situazione c’erano numerose persone, tutte quelle con un posto che finisse con 7 o con 8 (57, 58, 67, 68…). Trenitalia, forse appositamente, aveva overbookato il treno.
Parlando animatamente con il capotreno, il quale non ha voluto rilasciarmi per nessuna ragione una carta che attestasse l’incredibile disservizio, sono riuscito dopo un’ora ad ottenere un posto a sedere che però era ben distante dalla mia ragazza. Molta gente, un po’ per passività (ho notato che l’italiano, in particolare quello meridionale, accetta troppo facilmente i soprusi), non è stata fortunata come me e ha dovuto fare tutto il viaggio in piedi pur avendo pagato la prenotazione del posto a sedere.
Oltre a questa assurdità c’è da segnalare che per la maggior parte del viaggio la carrozza del treno è stata priva di illuminazione. Se volevi leggere, studiare o fare qualsiasi altra cosa non potevi perché in ogni galleria calava il buio pesto.
Il treno alla fine è arrivato con più di un’ora di ritardo e quando pensavo che finalmente quel viaggio da schifo fosse finito ecco che arriva l’ultimo disservizio, la ciliegina sulla torta: le porte della carrozza nella quale mi trovavo erano fuori servizio come anche la prima porta della carrozza adiacente. Risultato è che per scendere dal treno ho dovuto attraversare in coda due intere carrozze mettendoci altri 20 minuti.
Divertente vero? Senza scherzi. Se potete, prenotate un autobus. Trenitalia non cambierà mai.
http://www.byteliberi.com/2009/08/trenitalia-e-disservizi-cronache-di-unodissea.html
Perché? Perché il mio rientro di ieri è stato un’odissea. Qualcosa di inimmaginabile. Un mix incredibile di disservizi e inghippi che solo chi li vive può credere che siano davvero possibili.
Andiamo al dunque. Qualche giorno fa decido di prenotare il viaggio di ritorno post estate per Pisa. Essendomi mosso tardi i costi della Ryanair erano già inaccessibili per le mie tasche, inoltre la mia ragazza doveva rientrare a Roma con il treno. Decido quindi di dividere il viaggio in due facendo tappa nella capitale in modo da poter trascorrere il viaggio in compagnia e allo stesso tempo non affrontare troppe ore di treno tutte insieme. Prenotiamo due posti vicini sull’InterCity delle 16:30 del 27 agosto. La tratta è Paola-Roma.
Il sistema di prenotazione online dà esito positivo, prenota i posti e fa arrivare sul mio cellulare il codice PNR con l’indicazione dei numeri di vagone e di posti a sedere assegnati. Siamo nella carrozza numero 3, posti 64 e 68.
Molto stranamente, per la prima volta su molte prenotazione effettuate online, non arriva la mail di conferma al mio indirizzo di posta. Ma non mi preoccupo, il codice PNR e le indicazioni dei posti li ho sotto forma di sms.
Stazione di Paola ore 16:30. Sui tabelloni leggo che il mio treno ha già un ritardo di 40 minuti, ma fin qui tutto archiviabile sotto la voce: “da aspettarselo”.
Stazione di Paola ore 17:05. Finalmente il treno arriva. Salgo nella carrozza numero 3 e trovo una bolgia di gente ammassata nel corridoio. Un casino, degno del peggior dei mercati, per accaparrare qualche posto a sedere. Ma io sono tranquillo. Mentre combatto per avanzare nello stretto corridoio penso che tanto ho i miei due bei posti prenotati e che se non risulteranno liberi farò alzare gentilmente la persona che li occupa.
Arrivato a quello che sembra il mio scompartimento comincio a guardare i numeri dei posti a sedere per individuare quale sia effettivamente il mio. Trovo il 64 ma del posto numero 68 nessuna traccia. Penso che forse ci hanno prenotato due posti in due scompartimenti diversi ma adiacenti. Controllo lo scompartimento successivo ma del 68 nemmeno l’ombra! I numeri saltavano dal 66 al 70. Il mio posto non esisteva.
Nella mia stessa situazione c’erano numerose persone, tutte quelle con un posto che finisse con 7 o con 8 (57, 58, 67, 68…). Trenitalia, forse appositamente, aveva overbookato il treno.
Parlando animatamente con il capotreno, il quale non ha voluto rilasciarmi per nessuna ragione una carta che attestasse l’incredibile disservizio, sono riuscito dopo un’ora ad ottenere un posto a sedere che però era ben distante dalla mia ragazza. Molta gente, un po’ per passività (ho notato che l’italiano, in particolare quello meridionale, accetta troppo facilmente i soprusi), non è stata fortunata come me e ha dovuto fare tutto il viaggio in piedi pur avendo pagato la prenotazione del posto a sedere.
Oltre a questa assurdità c’è da segnalare che per la maggior parte del viaggio la carrozza del treno è stata priva di illuminazione. Se volevi leggere, studiare o fare qualsiasi altra cosa non potevi perché in ogni galleria calava il buio pesto.
Il treno alla fine è arrivato con più di un’ora di ritardo e quando pensavo che finalmente quel viaggio da schifo fosse finito ecco che arriva l’ultimo disservizio, la ciliegina sulla torta: le porte della carrozza nella quale mi trovavo erano fuori servizio come anche la prima porta della carrozza adiacente. Risultato è che per scendere dal treno ho dovuto attraversare in coda due intere carrozze mettendoci altri 20 minuti.
Divertente vero? Senza scherzi. Se potete, prenotate un autobus. Trenitalia non cambierà mai.
http://www.byteliberi.com/2009/08/trenitalia-e-disservizi-cronache-di-unodissea.html