:.Blizzard.:
19-08-2009, 17:17
Conferme dall'autopsia: si è trattato di un'auto pirata
Il neonato è in coma farmacologico
di Conchita Sannino
È stata un´auto pirata. Dopo l´autopsia, svaniscono i dubbi. Un´auto assassina ha scaraventato per aria la giovane donna rom, trovata morta a Secondigliano, sabato, e il suo piccolo Luka. Poi è scappata lungo l´arteria della Circumvallazione: senza fermarsi a misurare il male compiuto, senza soccorrere né quella madre, né un neonato sbalzato come un bambolotto vecchio sul guard-rail. Un impatto mortale. Lei, Slavica Djordjevic, viene sbalzata in aria, finisce per terra dove rimarrà per oltre un´ora senza nessun soccorso: un braccio quasi staccato nella caduta, la milza spappolata, un´emorragia che le invade i polmoni. E a poche decine di metri, miracolosamente vivo anche se con un grave trauma cranico, ecco il suo maschietto partorito sei giorni prima, Luka Miajlovic, tra asfalto e sterpaglie.
Ora che il medico legale, Alfonso Maiellaro, ha accertato durante l´autopsia che la giovane rom e suo figlio sono stati travolti - tra le 8.30 e le 9 di sabato, a Secondigliano - dalla folle corsa di un automobilista, le indagini virano in un´unica direzione. All´obiettivo partecipano carabinieri e vigili urbani: dare la caccia al killer del volante.
Il pm Pasquale Ucci ha affidato l´istruttoria ai carabinieri della compagnia Stella, che si avvarranno della collaborazione della polizia municipale, il cui comandante Luigi Sementa aveva guidato le prime fasi dell´indagine. Ma ai militari spetterà condurre nuovi esami: passare in rassegna le registrazioni dalle telecamere presenti nell´area, da quelle del carcere a quelle degli esercizi commerciali; incrociare eventuali vetture sospette con le targhe memorizzate ai caselli "telepass" e persino visionare quei telefoni cellulari, con i nomi dei rispettivi titolari, che abbiano agganciato le celle telefoniche vicine al luogo del tragico incidente. Stando alle ricostruzioni dei vigili urbani, c´è un´auto su cui si concentrano le attenzioni: una "Polo" azzurra. Stesso colore dello specchietto retrovisore trovato sull´asfalto; e della strisciata di vernice rilevata dagli stessi agenti sul guardrail della morte. Indizi insufficienti a dare un volto al killer. Ma forse utili a dipanare la nebulosa che l´assassino ha lasciato dietro di sé.
Dal campo rom di Secondigliano colpito dal lutto, intanto, continuano i viaggi verso il Santobono da parte dei familiari di Slavica. Il neonato è ricoverato ancora in Terapia intensiva, le sue condizioni appaiono gravi ma stazionarie. E intanto ieri, nello stesso accampamento rom, un uomo ha tentato di investire con un´auto uno dei suoi connazionali, dopo una lite. I vigili, dopo aver dato l´alt, hanno dovuto sparare in alto un colpo intimidatorio per sedare la rissa. Un clima cupo, acuito dalle temperature torride, che aveva inizialmente legittimato perplessità sulle versioni fornite agli inquirenti.
Invece il film di questa tragedia va riavvolto, ormai, alla luce delle poche certezze in mano agli inquirenti. E integrato con il dolore di un marito, Dalibor. «Chi è l´animale che non si è fermato a soccorrerli? Chi è stato a distruggere la mia famiglia e a scappare?», ha detto l´uomo 24 ore fa, anche a Repubblica.
È la mattina infuocata di Ferragosto. Lei, Slavica Djordjevic, ragazza serba di 20 anni, etnìa rom, aveva tolto dalla carrozzina il suo Luka, neonato di sei giorni, forse si apprestava ad attraversare. L´automobilista che le piomba alle spalle, dunque, la vede bene: la colpisce al gluteo e poi la scaraventa in aria. La donna, nell´ultimo disperato tentativo di proteggere il bambino, stringe a sé il neonato. Questo spiegherebbe perché Luka, pur colpito alla testa, con la frattura di ossa craniche e un´emorragia, non ha riportato altra ferita su quel corpicino liscio e chiaro, ora immobile in incubatrice.
Proprio intorno al piccolo, cresce la solidarietà istituzionale. L´assessore Valeria Valente e il vicesindaco Tino Santangelo, nel far visita al piccolo paziente, hanno manifestato ieri alla famiglia l´intenzione della giunta di farsi carico dei funerali o del rimpatrio della salma di Slavica. Intanto, dalla Regione, arriva un appello "strutturale" a favore dell´assistenza sanitaria nei riguardi di tutti gli stranieri. Anche per scongiurare il ripetersi della storia di Kante, la straniera segnalata alla polizia dopo che aveva partorito, lo scorso aprile, a Napoli.
Immigrato muore travolto in bici
Il pirata identificato grazie a un video
L'autista del camion che ha travolto Zanre Kassim è stato rintracciato grazie alle immagini registrate dalle telecamere installate sulla rotonda di Casal di Principe. Nel tentativo di sviare le indagini aveva denunciato il furto del rimorchio
Sono state le telecamere installate in prossimità della rotonda di Casal di Principe a permettere l'identificazione del pirata della strada che ieri mattina ha investito ed ucciso Zanre Kassim, un ragazzo del Burkina Faso che stava andando al lavoro in bicicletta nelle campagne di Casal di Principe, e poi è scappato senza soccorrerlo lasciandolo morire sull'asfalto.
L'autista del camion, Luigi Annibale, 22 anni, di San Marcellino, è stato arrestato questa notte dai carabinieri della compagnia di Casal di Principe per omissione di soccorso e simulazione di reato perchè nel tentativo di sviare le indagini ha prodotto una falsa denuncia di furto del rimorchio del suo camion.
La vittima, Zanre Kassim, era un immigrato con regolare permesso di soggiorno, aveva la residenza a San Vito al Tagliamento (Pordenone), ma da qualche giorno si trovava nel casertano per lavorare, insieme a un fratello e un cugino.
L'incidente è avvenuto di fronte al campo sportivo comunale, proprio all´altezza della rampa di uscita di Casal di Principe, sulla Nola-Villa Literno. L'impatto è stato violentissimo. Sul posto c'erano molti connazionali del ragazzo e lui con la faccia a terra e la testa fracassata. Gli altri hanno vegliato la salma fino a quando non è stata portata all´istituto di medicina legale di Caserta per l´autopsia.
La mattina presto lo svincolo di Casal di Principe è molto trafficato perché è l´orario in cui molti operai si recano nei cantieri. Da lì passano anche molti lavoratori immigrati che vanno a lavorare in neri nei campi tra Grazzanise e Santa Maria La Fossa, proprio come Zanre Kassim.
Altri ragazzi immigrati, ghanesi, che si sono fermati sul luogo dell'incidente, non conoscono il ragazzo morto, ma non si meravigliano dell´accaduto. «Anche io un mese fa - dice un extracomunitario - ho rischiato di morire. Una macchina mi è venuta incontro a forte velocità. Se non avessi avuto la prontezza di riflessi di buttarmi con la bicicletta nel fossato della strada, a quest´ora non sarei vivo. Sembra che la gente di qui si diverta a fare male ai neri».
La mountain bike del ragazzo morto è rimasta ancora lì, appoggiata al guard-rail che delimita la rampa di uscita di Casal di Principe della superstrada Nola-Villa Literno. Nessuno ha avuto il coraggio di prenderla. Più avanti, proprio sul luogo dell´incidente, tra le macchie di sangue, qualcuno ha avuto la pietà di portare un mazzo di rose rosse con un biglietto bianco, dove c´è scritto: «A Zanre Kassim, 22 anni, martire del lavoro»
E intanto riporto anche il livello di commenti della gente sul gruppo di facebook (con tanto di immagini di Forza Nuova) per il ragazzo morto a Villa Rosa :
E intanto a Roma una ROM è stata investita...
E' brutto dirlo, ma è una piccola vendetta...
Anche se questo ragazzo non ce lo riporta indietro più nessuno...
Il neonato è in coma farmacologico
di Conchita Sannino
È stata un´auto pirata. Dopo l´autopsia, svaniscono i dubbi. Un´auto assassina ha scaraventato per aria la giovane donna rom, trovata morta a Secondigliano, sabato, e il suo piccolo Luka. Poi è scappata lungo l´arteria della Circumvallazione: senza fermarsi a misurare il male compiuto, senza soccorrere né quella madre, né un neonato sbalzato come un bambolotto vecchio sul guard-rail. Un impatto mortale. Lei, Slavica Djordjevic, viene sbalzata in aria, finisce per terra dove rimarrà per oltre un´ora senza nessun soccorso: un braccio quasi staccato nella caduta, la milza spappolata, un´emorragia che le invade i polmoni. E a poche decine di metri, miracolosamente vivo anche se con un grave trauma cranico, ecco il suo maschietto partorito sei giorni prima, Luka Miajlovic, tra asfalto e sterpaglie.
Ora che il medico legale, Alfonso Maiellaro, ha accertato durante l´autopsia che la giovane rom e suo figlio sono stati travolti - tra le 8.30 e le 9 di sabato, a Secondigliano - dalla folle corsa di un automobilista, le indagini virano in un´unica direzione. All´obiettivo partecipano carabinieri e vigili urbani: dare la caccia al killer del volante.
Il pm Pasquale Ucci ha affidato l´istruttoria ai carabinieri della compagnia Stella, che si avvarranno della collaborazione della polizia municipale, il cui comandante Luigi Sementa aveva guidato le prime fasi dell´indagine. Ma ai militari spetterà condurre nuovi esami: passare in rassegna le registrazioni dalle telecamere presenti nell´area, da quelle del carcere a quelle degli esercizi commerciali; incrociare eventuali vetture sospette con le targhe memorizzate ai caselli "telepass" e persino visionare quei telefoni cellulari, con i nomi dei rispettivi titolari, che abbiano agganciato le celle telefoniche vicine al luogo del tragico incidente. Stando alle ricostruzioni dei vigili urbani, c´è un´auto su cui si concentrano le attenzioni: una "Polo" azzurra. Stesso colore dello specchietto retrovisore trovato sull´asfalto; e della strisciata di vernice rilevata dagli stessi agenti sul guardrail della morte. Indizi insufficienti a dare un volto al killer. Ma forse utili a dipanare la nebulosa che l´assassino ha lasciato dietro di sé.
Dal campo rom di Secondigliano colpito dal lutto, intanto, continuano i viaggi verso il Santobono da parte dei familiari di Slavica. Il neonato è ricoverato ancora in Terapia intensiva, le sue condizioni appaiono gravi ma stazionarie. E intanto ieri, nello stesso accampamento rom, un uomo ha tentato di investire con un´auto uno dei suoi connazionali, dopo una lite. I vigili, dopo aver dato l´alt, hanno dovuto sparare in alto un colpo intimidatorio per sedare la rissa. Un clima cupo, acuito dalle temperature torride, che aveva inizialmente legittimato perplessità sulle versioni fornite agli inquirenti.
Invece il film di questa tragedia va riavvolto, ormai, alla luce delle poche certezze in mano agli inquirenti. E integrato con il dolore di un marito, Dalibor. «Chi è l´animale che non si è fermato a soccorrerli? Chi è stato a distruggere la mia famiglia e a scappare?», ha detto l´uomo 24 ore fa, anche a Repubblica.
È la mattina infuocata di Ferragosto. Lei, Slavica Djordjevic, ragazza serba di 20 anni, etnìa rom, aveva tolto dalla carrozzina il suo Luka, neonato di sei giorni, forse si apprestava ad attraversare. L´automobilista che le piomba alle spalle, dunque, la vede bene: la colpisce al gluteo e poi la scaraventa in aria. La donna, nell´ultimo disperato tentativo di proteggere il bambino, stringe a sé il neonato. Questo spiegherebbe perché Luka, pur colpito alla testa, con la frattura di ossa craniche e un´emorragia, non ha riportato altra ferita su quel corpicino liscio e chiaro, ora immobile in incubatrice.
Proprio intorno al piccolo, cresce la solidarietà istituzionale. L´assessore Valeria Valente e il vicesindaco Tino Santangelo, nel far visita al piccolo paziente, hanno manifestato ieri alla famiglia l´intenzione della giunta di farsi carico dei funerali o del rimpatrio della salma di Slavica. Intanto, dalla Regione, arriva un appello "strutturale" a favore dell´assistenza sanitaria nei riguardi di tutti gli stranieri. Anche per scongiurare il ripetersi della storia di Kante, la straniera segnalata alla polizia dopo che aveva partorito, lo scorso aprile, a Napoli.
Immigrato muore travolto in bici
Il pirata identificato grazie a un video
L'autista del camion che ha travolto Zanre Kassim è stato rintracciato grazie alle immagini registrate dalle telecamere installate sulla rotonda di Casal di Principe. Nel tentativo di sviare le indagini aveva denunciato il furto del rimorchio
Sono state le telecamere installate in prossimità della rotonda di Casal di Principe a permettere l'identificazione del pirata della strada che ieri mattina ha investito ed ucciso Zanre Kassim, un ragazzo del Burkina Faso che stava andando al lavoro in bicicletta nelle campagne di Casal di Principe, e poi è scappato senza soccorrerlo lasciandolo morire sull'asfalto.
L'autista del camion, Luigi Annibale, 22 anni, di San Marcellino, è stato arrestato questa notte dai carabinieri della compagnia di Casal di Principe per omissione di soccorso e simulazione di reato perchè nel tentativo di sviare le indagini ha prodotto una falsa denuncia di furto del rimorchio del suo camion.
La vittima, Zanre Kassim, era un immigrato con regolare permesso di soggiorno, aveva la residenza a San Vito al Tagliamento (Pordenone), ma da qualche giorno si trovava nel casertano per lavorare, insieme a un fratello e un cugino.
L'incidente è avvenuto di fronte al campo sportivo comunale, proprio all´altezza della rampa di uscita di Casal di Principe, sulla Nola-Villa Literno. L'impatto è stato violentissimo. Sul posto c'erano molti connazionali del ragazzo e lui con la faccia a terra e la testa fracassata. Gli altri hanno vegliato la salma fino a quando non è stata portata all´istituto di medicina legale di Caserta per l´autopsia.
La mattina presto lo svincolo di Casal di Principe è molto trafficato perché è l´orario in cui molti operai si recano nei cantieri. Da lì passano anche molti lavoratori immigrati che vanno a lavorare in neri nei campi tra Grazzanise e Santa Maria La Fossa, proprio come Zanre Kassim.
Altri ragazzi immigrati, ghanesi, che si sono fermati sul luogo dell'incidente, non conoscono il ragazzo morto, ma non si meravigliano dell´accaduto. «Anche io un mese fa - dice un extracomunitario - ho rischiato di morire. Una macchina mi è venuta incontro a forte velocità. Se non avessi avuto la prontezza di riflessi di buttarmi con la bicicletta nel fossato della strada, a quest´ora non sarei vivo. Sembra che la gente di qui si diverta a fare male ai neri».
La mountain bike del ragazzo morto è rimasta ancora lì, appoggiata al guard-rail che delimita la rampa di uscita di Casal di Principe della superstrada Nola-Villa Literno. Nessuno ha avuto il coraggio di prenderla. Più avanti, proprio sul luogo dell´incidente, tra le macchie di sangue, qualcuno ha avuto la pietà di portare un mazzo di rose rosse con un biglietto bianco, dove c´è scritto: «A Zanre Kassim, 22 anni, martire del lavoro»
E intanto riporto anche il livello di commenti della gente sul gruppo di facebook (con tanto di immagini di Forza Nuova) per il ragazzo morto a Villa Rosa :
E intanto a Roma una ROM è stata investita...
E' brutto dirlo, ma è una piccola vendetta...
Anche se questo ragazzo non ce lo riporta indietro più nessuno...