dantes76
17-08-2009, 09:15
395 opere incompiute in Italia, 156 in Sicilia, in testa alla graduatoria. Record dei monumenti allo spreco a Giarre
ieri, 16 agosto 2009 19:35
Come si utilizzano le risorse pubbliche? Male, malissimo. Uno spreco che grida vendetta, testimoniato dal numero di opere incompiute qua e là per l’Italia. Un viadotto lasciato a metà, lo scheletro di uno stadio, un parcheggio testimoniano un investimento fallito: soldi buttati via e servizi non resi ai cittadini. Danno emergente e lucro cessante, precisano i ragionieri.
E’ una caratteristica tutta italiana, lo specchio fedele della cattiva amministrazione delle risorse: ben 395 cantieri, edifici e viadotti lasciati a metà. La Sicilia è in testa alla graduatoria per le incompiute, ben 156, e Giarre – una ridente cittadina sullo Jonio, vicina a Catania – è la capitale delle incompiute con uno stadio, campo di polo, parcheggio multipiano, parco e salone multifunzionale lasciati a metà.
Che cosa è mai accaduto perché si abbandonassero opere di pubblica utilità e questi musei muti dell’orrore amministrativo sotto gli occhi di tutti regalassero l’immagine dell’inefficienza, della superficialità e del cinismo. E che altro? L’ipotesi più vicina alla realtà vuole che le fortune politiche dei giarresi che contano sono improvvisamente venute meno e chi è succeduto a loro, non ha nemmeno preso in considerazione le scelte del predecessore ed ha avuto occhi ed orecchi per quelle del suo territorio.
L’altra ipotesi riguarda il venire meno delle risorse. La fine della Cassa per il Mezzogiorno, dei contributi “riparatori” annuali previsti dallo Statuto siciliano, il business della sanità pubblica, vera idrovora nazionale, l’assenza di programmazione nella spesa, l’assalto alla diligenza annuale in sede di composizione del bilancio (nazionalole e regionale), il dirottamento delle risorse verso il Nord ecc.
Si potrebbe allungare l’elenco delle motivazioni, ma non servirebbe a niente. L’inventario delle incompiute mostra, senza ombra di dubbio che nel Meridione d’Italia lo spreco è stato di gran lunga maggiore che altrove. La Sicilia, con 156 casi, è seguita infatti da Calabria (53), Puglia (39), Sardegna (34), Campania (28) e Basilicata (14).
In coda le regioni del centro, come l’Umbria e le Marche, un poco più in alto la Lombardia e l’Emilia. La Toscana è messa meglio, solo 4 opere incompiute. La Lombardia non è l’immagine dell’efficienza con 19 opere incompiute, ma nemmeno un mostro d’inefficienza; se paragonata alla Sicilia però fa un figurone.
Responsabilità locali? Sicuramente, ma non solo. Se i soldi non ci sono le responsabilità sono anche dello Stato che chiude i rubinetti. I viadotti sono, per esempio di competenza statale, e molte altre opere aspettano denari da Roma. Risorse che non arrivano e trasformano l’incompiuta in un mostro di cemento, inguardabile, irritante, sgradevole. Un monumento allo spreco.
Portare a termine le opere dovrebbe costituire la priorità assoluta, spendere un sacco di soldi e non utilizzare l’investimento è una idiozia. A parole i governi che fin qui si sono succeduti hanno ravvisato la necessità di “concludere” le opere, ma in concreto non se n’è fatto niente. Per insipienza, priorità diverse, scelte politiche contrarie.
A questo punto una decisione andrebbe presa. Ci sono diverse opzioni di sicuro meno avvilenti. Si può perfino “vendere” o concedere ai privati l’incompiuta se si tratta di un edificio, uno stadio, un parco. Per i viadotti? Il pedaggio a cose fatte, concedendo l’opera a privati, ove possibile.
Source: www.siciliainformazioni.com (http://www.siciliainformazioni.com/giornale/cronaca/61377/opere-incompiute-italia-sicilia-testa-alla-graduatoria-record-monumenti-allo-spreco-giarre.htm) (17/08/2009) http://copycat.kodeware.net/16.png (http://copycat.kodeware.net)
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ieri, 16 agosto 2009 19:35
Come si utilizzano le risorse pubbliche? Male, malissimo. Uno spreco che grida vendetta, testimoniato dal numero di opere incompiute qua e là per l’Italia. Un viadotto lasciato a metà, lo scheletro di uno stadio, un parcheggio testimoniano un investimento fallito: soldi buttati via e servizi non resi ai cittadini. Danno emergente e lucro cessante, precisano i ragionieri.
E’ una caratteristica tutta italiana, lo specchio fedele della cattiva amministrazione delle risorse: ben 395 cantieri, edifici e viadotti lasciati a metà. La Sicilia è in testa alla graduatoria per le incompiute, ben 156, e Giarre – una ridente cittadina sullo Jonio, vicina a Catania – è la capitale delle incompiute con uno stadio, campo di polo, parcheggio multipiano, parco e salone multifunzionale lasciati a metà.
Che cosa è mai accaduto perché si abbandonassero opere di pubblica utilità e questi musei muti dell’orrore amministrativo sotto gli occhi di tutti regalassero l’immagine dell’inefficienza, della superficialità e del cinismo. E che altro? L’ipotesi più vicina alla realtà vuole che le fortune politiche dei giarresi che contano sono improvvisamente venute meno e chi è succeduto a loro, non ha nemmeno preso in considerazione le scelte del predecessore ed ha avuto occhi ed orecchi per quelle del suo territorio.
L’altra ipotesi riguarda il venire meno delle risorse. La fine della Cassa per il Mezzogiorno, dei contributi “riparatori” annuali previsti dallo Statuto siciliano, il business della sanità pubblica, vera idrovora nazionale, l’assenza di programmazione nella spesa, l’assalto alla diligenza annuale in sede di composizione del bilancio (nazionalole e regionale), il dirottamento delle risorse verso il Nord ecc.
Si potrebbe allungare l’elenco delle motivazioni, ma non servirebbe a niente. L’inventario delle incompiute mostra, senza ombra di dubbio che nel Meridione d’Italia lo spreco è stato di gran lunga maggiore che altrove. La Sicilia, con 156 casi, è seguita infatti da Calabria (53), Puglia (39), Sardegna (34), Campania (28) e Basilicata (14).
In coda le regioni del centro, come l’Umbria e le Marche, un poco più in alto la Lombardia e l’Emilia. La Toscana è messa meglio, solo 4 opere incompiute. La Lombardia non è l’immagine dell’efficienza con 19 opere incompiute, ma nemmeno un mostro d’inefficienza; se paragonata alla Sicilia però fa un figurone.
Responsabilità locali? Sicuramente, ma non solo. Se i soldi non ci sono le responsabilità sono anche dello Stato che chiude i rubinetti. I viadotti sono, per esempio di competenza statale, e molte altre opere aspettano denari da Roma. Risorse che non arrivano e trasformano l’incompiuta in un mostro di cemento, inguardabile, irritante, sgradevole. Un monumento allo spreco.
Portare a termine le opere dovrebbe costituire la priorità assoluta, spendere un sacco di soldi e non utilizzare l’investimento è una idiozia. A parole i governi che fin qui si sono succeduti hanno ravvisato la necessità di “concludere” le opere, ma in concreto non se n’è fatto niente. Per insipienza, priorità diverse, scelte politiche contrarie.
A questo punto una decisione andrebbe presa. Ci sono diverse opzioni di sicuro meno avvilenti. Si può perfino “vendere” o concedere ai privati l’incompiuta se si tratta di un edificio, uno stadio, un parco. Per i viadotti? Il pedaggio a cose fatte, concedendo l’opera a privati, ove possibile.
Source: www.siciliainformazioni.com (http://www.siciliainformazioni.com/giornale/cronaca/61377/opere-incompiute-italia-sicilia-testa-alla-graduatoria-record-monumenti-allo-spreco-giarre.htm) (17/08/2009) http://copycat.kodeware.net/16.png (http://copycat.kodeware.net)
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