CYRANO
07-08-2009, 12:17
L'EFFETTO CRISI. Sono i provvedimenti del giudice civile su istanza dei creditori con i quali viene ordinato al presunto debitore di pagare una determinata somma. Ammontano a decine di milioni. Già superata quota 4 mila 07/08/2009
Vicenza. È un altro dato tangibile che la crisi che avvolge il sistema è molto pesante e su questo fronte il peggio deve ancora arrivare. Nei primi sette mesi dell'anno il tribunale di Vicenza ha già sfornato quasi 4 mila decreti ingiuntivi, ben mille in più di un anno fa, dunque oltre il 25%, per un ammontare in valore impressionante. Si parla di decine e decine di milioni di euro - nessuno finora ha fatto la somma -, che testimoniano le enormi difficoltà in cui si dibattono le imprese del Vicentino. Il dato a carattere provinciale però è monco dei provvedimenti firmati dal giudice del tribunale di Schio e di quelli del distretto bassanese.
Non solo, perchè in questo dato non sono compresi quelli firmati dal giudice di pace che adesso sono diventati per importi inferiore ai 5 mila euro.
Il decreto ingiuntivo, com'è noto, è un provvedimento emesso dal magistrato competente su ricorso del creditore con il quale viene ordinato al teorico debitore di pagare una determinata somma. È un titolo che serve a innescare l'esecuzione forzata in vista del pignoramento e dell'eventuale messa all'asta del bene. È dunque un termomentro sensibile dello stato di salute dell'economia locale. Quando si assistono a picchi come quelli registrati nelle ultime settimane, significa che il quadro è molto preoccupante. Anche perchè i ricorsi per decreto ingiuntivo si sono intensificati proprio nel mese di luglio.
Non è un caso che nonostante questi siano giorni feriali di sospensione dei termini giudiziari, la cancelleria fallimentare lavora a pieno regime perchè i depositi di ricorsi di concordato e le istanze di fallimento piovono a getto continuo. Ci vorrebbero più giudici e impiegati per far fronte a una mole di lavoro che non ha precedenti. «Di questo passo ci attende un autunno nero come non si è mai visto» ripetono gli addetti ai lavori che sono sinceramente preoccupati per quello che li attende da metà settembre. Basti pensare che nei primi cinque mesi dell'anno il tribunale presieduto da Giuseppe Bozza ha dichiarato 44 società fallite, mentre nei successivi due mesi le insolvenze sono state ben 29, con una brusca accelerazione di oltre il 60%. Si è passati da una media di 8,8 fallimenti mensili agli addirittura 21 di luglio. Un picco mai raggiunto, considerando che tre anni fa sono state alzate le soglie di legge, al di sotto delle quali il Parlamento ha stabilito che non si può essere dichiarati insolventi.
Gli investimenti effettuati in azienda devono così essere per un capitale di valore superiore ai 300 mila euro e i ricavi lordi realizzati sulla media degli ultimi tre anni, o dall'inizio dell'attività, devono raggiungere un ammontare complessivo annuo superiore a 250 mila euro. Il superamento di uno di questi due requisiti rende fallibile la società.
Giovedì scorso sono stati accertati i crac delle società Fabbi Engineering srl (curatore fallimentare Cristiano Eberle), della Carpenteria Valdastico srl di Bolzano Vicentino sorta nel 1981 e amministrata da Galliano De Rosso (curatore Andrea Peruffo) e della Metal Design srl che aveva sede a Lonigo (curatore Giuliano Bellin) in via Fermi 11. Se alle insolvenze dichiarate si associano le richieste dei concordati preventivi, gran parte di essi nella forma della liquidazione della società, il panorama è davvero complicato.
Ivanoo Tolettini
giornale di vicenza
Va tutto bene , la crisi e' solo psicologica ! ( cit. )
:O
C;,a;,z;,a
Vicenza. È un altro dato tangibile che la crisi che avvolge il sistema è molto pesante e su questo fronte il peggio deve ancora arrivare. Nei primi sette mesi dell'anno il tribunale di Vicenza ha già sfornato quasi 4 mila decreti ingiuntivi, ben mille in più di un anno fa, dunque oltre il 25%, per un ammontare in valore impressionante. Si parla di decine e decine di milioni di euro - nessuno finora ha fatto la somma -, che testimoniano le enormi difficoltà in cui si dibattono le imprese del Vicentino. Il dato a carattere provinciale però è monco dei provvedimenti firmati dal giudice del tribunale di Schio e di quelli del distretto bassanese.
Non solo, perchè in questo dato non sono compresi quelli firmati dal giudice di pace che adesso sono diventati per importi inferiore ai 5 mila euro.
Il decreto ingiuntivo, com'è noto, è un provvedimento emesso dal magistrato competente su ricorso del creditore con il quale viene ordinato al teorico debitore di pagare una determinata somma. È un titolo che serve a innescare l'esecuzione forzata in vista del pignoramento e dell'eventuale messa all'asta del bene. È dunque un termomentro sensibile dello stato di salute dell'economia locale. Quando si assistono a picchi come quelli registrati nelle ultime settimane, significa che il quadro è molto preoccupante. Anche perchè i ricorsi per decreto ingiuntivo si sono intensificati proprio nel mese di luglio.
Non è un caso che nonostante questi siano giorni feriali di sospensione dei termini giudiziari, la cancelleria fallimentare lavora a pieno regime perchè i depositi di ricorsi di concordato e le istanze di fallimento piovono a getto continuo. Ci vorrebbero più giudici e impiegati per far fronte a una mole di lavoro che non ha precedenti. «Di questo passo ci attende un autunno nero come non si è mai visto» ripetono gli addetti ai lavori che sono sinceramente preoccupati per quello che li attende da metà settembre. Basti pensare che nei primi cinque mesi dell'anno il tribunale presieduto da Giuseppe Bozza ha dichiarato 44 società fallite, mentre nei successivi due mesi le insolvenze sono state ben 29, con una brusca accelerazione di oltre il 60%. Si è passati da una media di 8,8 fallimenti mensili agli addirittura 21 di luglio. Un picco mai raggiunto, considerando che tre anni fa sono state alzate le soglie di legge, al di sotto delle quali il Parlamento ha stabilito che non si può essere dichiarati insolventi.
Gli investimenti effettuati in azienda devono così essere per un capitale di valore superiore ai 300 mila euro e i ricavi lordi realizzati sulla media degli ultimi tre anni, o dall'inizio dell'attività, devono raggiungere un ammontare complessivo annuo superiore a 250 mila euro. Il superamento di uno di questi due requisiti rende fallibile la società.
Giovedì scorso sono stati accertati i crac delle società Fabbi Engineering srl (curatore fallimentare Cristiano Eberle), della Carpenteria Valdastico srl di Bolzano Vicentino sorta nel 1981 e amministrata da Galliano De Rosso (curatore Andrea Peruffo) e della Metal Design srl che aveva sede a Lonigo (curatore Giuliano Bellin) in via Fermi 11. Se alle insolvenze dichiarate si associano le richieste dei concordati preventivi, gran parte di essi nella forma della liquidazione della società, il panorama è davvero complicato.
Ivanoo Tolettini
giornale di vicenza
Va tutto bene , la crisi e' solo psicologica ! ( cit. )
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