dantes76
07-08-2009, 09:47
Italia verso ground zero. Nord e Sud come le torri gemelle, attendono l’arrivo dei kamikaze
ieri, 06 agosto 2009 18:23
Se continuiamo ad andargli dietro finisce che ci strappano il cuore e la testa e ci costringono a vivere in un ghetto di mentecatti. E non è possibile, noi siamo quello che siamo. Non ci possono portare dove vogliono. Un giorno il kebab, un altro il dialetto, l’esercito del Nord, i professori da scegliere secondo il luogo di nascita, di seguito i presidi, i pubblici ministeri, gli studenti meridionali giudicati con generosità, le buste paghe da gonfiare nella Padania e così via. Tutto questo perché? La risposta è semplice, per amore e per forza la questione meridionale è diventata oggetto di dibattito politico.
Siano nobili o meno le motivazioni – timore di perdere consensi, desertificazione delle risorse ecc – il Mezzogiorno diventa una materia su cui misurarsi. Siccome è difficile sfuggire, si creano diversivi. Autentiche provocazioni, inviti a dismettere la ragione. Un ritorno al localismo più becero nel millennio della globalizzazione planetaria. Mentre Usa e Cina progettano un futuro comune, in Italia regole desuete, sprechi, burocrazie, ingiustizie sociali, domande di servizi inevasi si trasformano in piccole patrie, razzismo, provocazioni, campanilismo. A problemi di grande respiro si risponde con appelli, suggerimenti, proposte che farebbero drizzare i capelli pure ai caporioni balcanici.
E ora arriva il discorso delle bandiere. Quella italiana e le altre, le bandiere regionali. Pensiamo ai milioni di italiani che hanno l’acqua alla gola, a nord e a sud. Quelli in cassa integrazione, con l’azienda che sta per chiudere battenti o gli altri, che hanno subito i tagli “pubblici” (scuola, università, sanità ecc). Le risorse diminuiscono, la macchina amministrativa mantiene gli sprechi. Con quali conseguenze? I Ministri, a cominciare dalla Gelmini, hanno proposto l’equazione: meno soldi ma ben spesi. Risultato: ci sono meno soldi. E’ una logica dei due tempi, che penalizza chi ha poco o niente.
Invece che fare funzionare lo Stato, stiamo appresso alle bandiere. Che pure è una cosa che fa ribollire il sangue, per carità. Volete toglierci quel poco di identità che ci è rimasta? L’inno prima delle partite di calcio della nazionale? E perché mai? Siccome pagate le tasse e nel Sud si spreca, mandiamo al diavolo il tricolore. E’ il ragionamento da mentecatti. Lo sanno bene che la bandiera tricolore è indiscutibile. E lo sa anche chi la mette in discussione. Ma a lui non interessa il raggiungimento dell’obiettivo, ma interessa “educare” alla separatezza, l’imbonimento di una menzogna: stiamo per conto nostro così stiamo meglio. Stanno usando lo slogan di Arbore per quella trasmissione notturna: “Meno siamo, meglio stiamo”. Solo che Arbore voleva che fossero in tanti a vederlo, non in pochi. Occorre cominciare a capire che cosa sta succedendo.
Il colore dei partiti è marginale. Il Pdl sta vivendo, per esempio, con maggiore inquietudine di altri schieramenti, la guerra fra meridionalisti e padani. E la maggioranza, nonostante i proclami, non è proprio tranquilla, con la Lega che soffia sul fuoco e radicalizza lo scontro gettando quotidianamente benzina sul fuoco. La sensazione è che se non si danno una regolata, finiremo come le torri gemelle, Nord e Sud collasseranno, quando nella gara allo sfascio, spunterà il kamikaze disposto a tutto pur di avere ragione.
Puntiamo a “ground zero”?
Source: www.siciliainformazioni.com (http://www.siciliainformazioni.com/giornale/politica/60553/italia-verso-ground-zero-nord-come-torri-gemelle-attendono-larrivo-kamikaze.htm) (07/08/2009) http://copycat.kodeware.net/16.png (http://copycat.kodeware.net)
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ieri, 06 agosto 2009 18:23
Se continuiamo ad andargli dietro finisce che ci strappano il cuore e la testa e ci costringono a vivere in un ghetto di mentecatti. E non è possibile, noi siamo quello che siamo. Non ci possono portare dove vogliono. Un giorno il kebab, un altro il dialetto, l’esercito del Nord, i professori da scegliere secondo il luogo di nascita, di seguito i presidi, i pubblici ministeri, gli studenti meridionali giudicati con generosità, le buste paghe da gonfiare nella Padania e così via. Tutto questo perché? La risposta è semplice, per amore e per forza la questione meridionale è diventata oggetto di dibattito politico.
Siano nobili o meno le motivazioni – timore di perdere consensi, desertificazione delle risorse ecc – il Mezzogiorno diventa una materia su cui misurarsi. Siccome è difficile sfuggire, si creano diversivi. Autentiche provocazioni, inviti a dismettere la ragione. Un ritorno al localismo più becero nel millennio della globalizzazione planetaria. Mentre Usa e Cina progettano un futuro comune, in Italia regole desuete, sprechi, burocrazie, ingiustizie sociali, domande di servizi inevasi si trasformano in piccole patrie, razzismo, provocazioni, campanilismo. A problemi di grande respiro si risponde con appelli, suggerimenti, proposte che farebbero drizzare i capelli pure ai caporioni balcanici.
E ora arriva il discorso delle bandiere. Quella italiana e le altre, le bandiere regionali. Pensiamo ai milioni di italiani che hanno l’acqua alla gola, a nord e a sud. Quelli in cassa integrazione, con l’azienda che sta per chiudere battenti o gli altri, che hanno subito i tagli “pubblici” (scuola, università, sanità ecc). Le risorse diminuiscono, la macchina amministrativa mantiene gli sprechi. Con quali conseguenze? I Ministri, a cominciare dalla Gelmini, hanno proposto l’equazione: meno soldi ma ben spesi. Risultato: ci sono meno soldi. E’ una logica dei due tempi, che penalizza chi ha poco o niente.
Invece che fare funzionare lo Stato, stiamo appresso alle bandiere. Che pure è una cosa che fa ribollire il sangue, per carità. Volete toglierci quel poco di identità che ci è rimasta? L’inno prima delle partite di calcio della nazionale? E perché mai? Siccome pagate le tasse e nel Sud si spreca, mandiamo al diavolo il tricolore. E’ il ragionamento da mentecatti. Lo sanno bene che la bandiera tricolore è indiscutibile. E lo sa anche chi la mette in discussione. Ma a lui non interessa il raggiungimento dell’obiettivo, ma interessa “educare” alla separatezza, l’imbonimento di una menzogna: stiamo per conto nostro così stiamo meglio. Stanno usando lo slogan di Arbore per quella trasmissione notturna: “Meno siamo, meglio stiamo”. Solo che Arbore voleva che fossero in tanti a vederlo, non in pochi. Occorre cominciare a capire che cosa sta succedendo.
Il colore dei partiti è marginale. Il Pdl sta vivendo, per esempio, con maggiore inquietudine di altri schieramenti, la guerra fra meridionalisti e padani. E la maggioranza, nonostante i proclami, non è proprio tranquilla, con la Lega che soffia sul fuoco e radicalizza lo scontro gettando quotidianamente benzina sul fuoco. La sensazione è che se non si danno una regolata, finiremo come le torri gemelle, Nord e Sud collasseranno, quando nella gara allo sfascio, spunterà il kamikaze disposto a tutto pur di avere ragione.
Puntiamo a “ground zero”?
Source: www.siciliainformazioni.com (http://www.siciliainformazioni.com/giornale/politica/60553/italia-verso-ground-zero-nord-come-torri-gemelle-attendono-larrivo-kamikaze.htm) (07/08/2009) http://copycat.kodeware.net/16.png (http://copycat.kodeware.net)
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