Ebonsi
07-08-2009, 07:05
Non so se tutti si siano resi conto della straordinaria importanza e delle profonde implicazioni dell’accordo per il gasdotto „South Stream“, che è stato firmato ieri ad Ankara da Putin e dal Primo Ministro turco Erdogan, alla presenza di Berlusconi. Vediamo di fare un breve sunto.
Uno dei punti cardine delle strategie americane sulla “grande scacchiera” eurosiatica nel corso degli ultimi vent’anni consiste nella realizzazione di gasdotti e oleodotti, che portino petrolio e sopratutto gas naturale dagli “Stan” dell’Asia Centrale ai mercati europei, tagliando completamente fuori la Russia e l’Iran sia come produttori che come paesi di transito. Il previsto gasdotto “Nabucco” è un elemento chiave di questa strategia complessiva. Il “Nabucco” è appoggiato dalla EU in quanto tale, ma non da tutti i paesi europei sul piano delle politiche nazionali. L’ENI è infatti socio al 50% con la Gazprom russa nel progetto rivale “South Stream”.
La manovra di aggiramento della Russia ha registrato un importante successo il 13 luglio scorso, quando i rappresentanti di Austria, Ungheria, Romania, Bulgaria e Turchia hanno firmato l’accordo di massima per la realizzazione di “Nabucco” attraverso i rispettivi territori. Alla cerimonia era presente anche Richard Morningstar, che si fregia del titolo di “Special Envoy for Eurasian Energy”. Il fatto che gli Stati Uniti abbiano bisogno di un “Inviato Speciale per l’Energia Euro-asiatica”, e che questo degno personaggio dovesse essere presente alla firma di un accordo tra paesi europei, è di per sè abbastanza indicativo.
La firma dell’accordo per “Nabucco” è stata resa possibile da un completo rovesciamento di campo da parte della Bulgaria. Il governo di Sofia si era infatti in precedenza impegnato per il “South Stream”, in quanto il previsto gasdotto russo doveva attraversare il fondo del Mar Nero, sbucare in Bulgaria a Varna e da lì biforcarsi per l’Europa settentrionale e quella centro-meridionale. Ma nel giro di una settimana dalle elezioni del 5 luglio, che hanno portato al potere l’ex-gorilla Boyko Borisov, il nuovo governo ha cancellato i precedenti impegni e si è invece unito al “Nabucco”. Quando si dice un “regime change” che arriva come il cacio sui maccheroni…
I giochi sembravano fatti, perchè la piroetta bulgara non solo rendeva possibile “Nabucco” ma minava “South Stream” privandolo del suo previsto punto d’arrivo e smistamento. E invece, l’accordo di ieri, che permette a “South Stream” di passare per le acque territoriali turche, rimette tutto in discussione. E’ chiaro che la Turchia per momento tiene il piede in due scarpe e alla fine dovrà decidere per l’uno o per l’altro, ma per il momento la “vittoria” americana del 13 luglio è stata svuotata di gran parte del suo significato.
La cosa più interessante per noi è che Erdogan ha ufficialmente dichiarato che l’accordo è stato possibile solo grazie alla mediazione di Berlusconi. Quest’ultimo si rivela quindi come un uomo di Stato coi fiocchi, e - finalmente! – un Primo Ministro italiano in grado di perseguire una politica estera di grande respiro e indipendente. Ma si vede anche come Berlusconi e l’ENI si siano messi completamente di traverso ad uno degli elementi più importanti del “Grande Gioco” condotto da Washington, e in diretta opposizione agli interessi vitali delle multinazionali del petrolio e di tutto il mondo finanziario che ruota attorno ad esse.
Il che, credo, contribuisce ampiamente a spiegare quali siano i reali motivi e obiettivi della forsennata campagna di stampa, nazionale e internazionale, che è stata lanciata per sbarazzarsi di Berlusconi – vista l’impossibilità di farlo con strumenti politici e giudiziari – utilizzando storielle da postribolo.
C’è quindi da attendersi che quanto meno, i padroni di certi giornali mettano alla frusta le loro redazioni per “scoprire” qualcosa di assolutamente devastante. Ma forse, vista l’importanza della posta in gioco, qualcuno potrebbe anche arrivare alla conclusione che bisogna ormai usare metodi più spicci.
Voglio sperare che i Servizi, deviati o meno, facciano buona guardia. Come il caso Mattei insegna, un “incidente” fa presto a capitare….
Uno dei punti cardine delle strategie americane sulla “grande scacchiera” eurosiatica nel corso degli ultimi vent’anni consiste nella realizzazione di gasdotti e oleodotti, che portino petrolio e sopratutto gas naturale dagli “Stan” dell’Asia Centrale ai mercati europei, tagliando completamente fuori la Russia e l’Iran sia come produttori che come paesi di transito. Il previsto gasdotto “Nabucco” è un elemento chiave di questa strategia complessiva. Il “Nabucco” è appoggiato dalla EU in quanto tale, ma non da tutti i paesi europei sul piano delle politiche nazionali. L’ENI è infatti socio al 50% con la Gazprom russa nel progetto rivale “South Stream”.
La manovra di aggiramento della Russia ha registrato un importante successo il 13 luglio scorso, quando i rappresentanti di Austria, Ungheria, Romania, Bulgaria e Turchia hanno firmato l’accordo di massima per la realizzazione di “Nabucco” attraverso i rispettivi territori. Alla cerimonia era presente anche Richard Morningstar, che si fregia del titolo di “Special Envoy for Eurasian Energy”. Il fatto che gli Stati Uniti abbiano bisogno di un “Inviato Speciale per l’Energia Euro-asiatica”, e che questo degno personaggio dovesse essere presente alla firma di un accordo tra paesi europei, è di per sè abbastanza indicativo.
La firma dell’accordo per “Nabucco” è stata resa possibile da un completo rovesciamento di campo da parte della Bulgaria. Il governo di Sofia si era infatti in precedenza impegnato per il “South Stream”, in quanto il previsto gasdotto russo doveva attraversare il fondo del Mar Nero, sbucare in Bulgaria a Varna e da lì biforcarsi per l’Europa settentrionale e quella centro-meridionale. Ma nel giro di una settimana dalle elezioni del 5 luglio, che hanno portato al potere l’ex-gorilla Boyko Borisov, il nuovo governo ha cancellato i precedenti impegni e si è invece unito al “Nabucco”. Quando si dice un “regime change” che arriva come il cacio sui maccheroni…
I giochi sembravano fatti, perchè la piroetta bulgara non solo rendeva possibile “Nabucco” ma minava “South Stream” privandolo del suo previsto punto d’arrivo e smistamento. E invece, l’accordo di ieri, che permette a “South Stream” di passare per le acque territoriali turche, rimette tutto in discussione. E’ chiaro che la Turchia per momento tiene il piede in due scarpe e alla fine dovrà decidere per l’uno o per l’altro, ma per il momento la “vittoria” americana del 13 luglio è stata svuotata di gran parte del suo significato.
La cosa più interessante per noi è che Erdogan ha ufficialmente dichiarato che l’accordo è stato possibile solo grazie alla mediazione di Berlusconi. Quest’ultimo si rivela quindi come un uomo di Stato coi fiocchi, e - finalmente! – un Primo Ministro italiano in grado di perseguire una politica estera di grande respiro e indipendente. Ma si vede anche come Berlusconi e l’ENI si siano messi completamente di traverso ad uno degli elementi più importanti del “Grande Gioco” condotto da Washington, e in diretta opposizione agli interessi vitali delle multinazionali del petrolio e di tutto il mondo finanziario che ruota attorno ad esse.
Il che, credo, contribuisce ampiamente a spiegare quali siano i reali motivi e obiettivi della forsennata campagna di stampa, nazionale e internazionale, che è stata lanciata per sbarazzarsi di Berlusconi – vista l’impossibilità di farlo con strumenti politici e giudiziari – utilizzando storielle da postribolo.
C’è quindi da attendersi che quanto meno, i padroni di certi giornali mettano alla frusta le loro redazioni per “scoprire” qualcosa di assolutamente devastante. Ma forse, vista l’importanza della posta in gioco, qualcuno potrebbe anche arrivare alla conclusione che bisogna ormai usare metodi più spicci.
Voglio sperare che i Servizi, deviati o meno, facciano buona guardia. Come il caso Mattei insegna, un “incidente” fa presto a capitare….