dantes76
26-07-2009, 21:08
Nord/Sud nel governo. Pdl in crisi al Senato per il caso Prestigiacomo. Calderoli fermo, non si cambia nulla. Che cosa succederà?
ieri, 25 luglio 2009 19:57
Non è solo il partito del Sud a dividere il Pdl, dentro e fuori il governo. Il caso Prestigiacomo rischia di essere una mina vagante che potrebbe esplodere nelle prossime ore.
La Ministra siciliana dell’Ambiente sta conducendo una strenua battaglia nel governo perché ritiene di essere stata scippata di prerogative del suo Dicastero con un a norma introdotta nel decreto anticrisi che la taglia fuori dalle scelte della realizzazioni delle centrali nucleari.
La norma è stata decisa nell’ultima riunione del Consiglio dei Ministri alla quale la Ministra era assente perché si trovava a Siviglia. In questa circostanza su8 proposta del Ministro per la semplificazione, il leghista Roberto Calderoli, è stata proposta la norma oggetto di polemica che elimina la commissioni di impatto ambientale e cancella, di fatto, la presenza del Ministero dell’Ambiente nella politica energetica italiana.
Stefania Prestigiacomo ha minacciato le dimissioni, ha protestato ed ha detto che non sarebbe rimasta a fare tappezzeria. Alcuni parlamentari siciliani, e non solo, sono intervenuti per placare la sua ira. Lei stessa ha affermato che il Presidente del Consiglio le ha promesso che la norma sarebbe stata modificata e ripristinate le prerogative del Ministero.
Questa dichiarazione pareva che avesse posto fine alla polemica. Al senato la norma sarebbe stata modificata e il provvedimento sarebbe tornato alla Camera dei deputati così modificato.
Tutto tranquillo, dunque.
Ma non è proprio così, basta leggere l’intervista rilasciata da Roberto Calderoli al Corriere della Sera.
“Non mi sembra che ci siano i tempi tecnici e, credo, nemmeno la volontà politica di cambiare l’articolo 4 del decreto anticrisi come chiede il ministro Prestigiacomo”, afferma Calderoli.
Le sue parole sono inequivocabili, non ci sono le condizioni perché le ragioni della Ministra siano riconosciute. L’Ambiente passa la mano alle valutazioni dei Ministri Altero Matteoli e Claudio Scajola, cui di fato finiranno i poteri di autorizzazione in materia di energia.
Perché Calderoli caldeggi questa svolta?
Qui si complicano le cose. Calderoli vuole che le decisioni rimangano al Nord, sospettano i siciliani, e non solo. E questo significa che il caso Prestigiacomo non è più solo il caso Prestigiacomo, ma un episodio del complicato puzzle del partito meridionale. Si faccia o no, i parlamentari del sud si comporteranno come se ci fosse all’interno del Pdl. E quindi non possono lasciare passare lo scippo alla Prestigiacomo.
Ci sono tutte le condizioni, perciò, perché il braccio di ferro avveleni i rapporti nel governo.
Il Premier proprio qualche giorno fa si sarebbe lasciato andare ad uno sfogo, lamentando che nel gabinetto da lui presieduto si sono innestati antagonismi costanti ed una lotta senza quartiere per le deleghe.
Più che un problema nord/sud, dunque, si tratterebbe di una normale guerriglia interna al governo per contare di più.
Comunque sia, non sarà indolore questo passaggio parlamentare che prevede il voto al senato del decreto anticrisi.
Roberto Calderoli spiega al Corriere la sua posizione con la gravità del problema energetico. “Il problema non è l’articolo 4 - sostiene - In Italia l’energia ha un prezzo più che doppio rispetto al resto d’Europa”.
E le centrali nucleari, precisa, non c’entrano niente. “Stiamo parlando di 68 progetti con capitale privato per 22 miliardi di euro (che equivalgono a 180 mila posti di lavoro) che sono bloccati da tempo. La colpa è un terzo del ministero dell’Ambiente, un altro terzo di quello dei Beni Culturali e l’ultimo terzo delle amministrazioni territoriali”.
“Con questo decreto, aggiunge Calderoli, si sbloccano 6-7 di quei 22 miliardi. E viene prevista, prima di tutto, la costruzione di 6 elettrodotti: quelli che possono permettere il trasporto di energia da una parte all’altra per abbassare i costi”.
La costruzione di centrali nucleare non riguarda la norma dunque? “Semmai si spera di riuscire a chiuderne due altamente inquinanti. Una a carbone in Umbria e un’altra a olio in Sicilia che produce fosforo. Un vero disastro ambientale, altro che. Sono nove anni che tra Reggio Calabria e Messina c’è un cavo per il trasporto di energia che aspetta di essere costruito”.
Calderoli lascia sospettare altro, in verità. “La verità è che sotto c’è un scontro di interessi incredibili”.
Che significa? Che la Ministra Prestigiacomo difende il controllo di un settore così importante della vita nazionale perché non vuole farsi sfuggire il potere di decidere sul da farsi nelle scelte che contano?
Anche se così fosse, in verità non cambierebbe nulla. Il problema resta l’attribuzioni di prerogative finora spettato all’Ambiente, ad altri settori. Una modifica che, di fatto, marginalizza il controllo ambientale, non solo la Ministra.
Calderoli taglia corto e affida ad Alessandra Arachi del Corriere il suo avvertimento: «Le decisioni su questo decreto anti-crisi sono state tutte prese dal Consiglio dei ministri e, soprattutto, dal presidente Berlusconi. Quindi o si ha fiducia in Berlusconi. O non si ha».
Delle due l’una. O Berlusconi ha dato ragione a Calderoli o a Stefania Prestigiacomo.
E se l’avesse data ad entrambi?
Source: www.siciliainformazioni.com (http://www.siciliainformazioni.com/giornale/politica/59329/nordsud-governo-crisi-senato-caso-prestigiacomo-calderoli-fermo-cambia-nulla-cosa-succeder.htm) (26/07/2009) http://copycat.kodeware.net/16.png (http://copycat.kodeware.net)
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ieri, 25 luglio 2009 19:57
Non è solo il partito del Sud a dividere il Pdl, dentro e fuori il governo. Il caso Prestigiacomo rischia di essere una mina vagante che potrebbe esplodere nelle prossime ore.
La Ministra siciliana dell’Ambiente sta conducendo una strenua battaglia nel governo perché ritiene di essere stata scippata di prerogative del suo Dicastero con un a norma introdotta nel decreto anticrisi che la taglia fuori dalle scelte della realizzazioni delle centrali nucleari.
La norma è stata decisa nell’ultima riunione del Consiglio dei Ministri alla quale la Ministra era assente perché si trovava a Siviglia. In questa circostanza su8 proposta del Ministro per la semplificazione, il leghista Roberto Calderoli, è stata proposta la norma oggetto di polemica che elimina la commissioni di impatto ambientale e cancella, di fatto, la presenza del Ministero dell’Ambiente nella politica energetica italiana.
Stefania Prestigiacomo ha minacciato le dimissioni, ha protestato ed ha detto che non sarebbe rimasta a fare tappezzeria. Alcuni parlamentari siciliani, e non solo, sono intervenuti per placare la sua ira. Lei stessa ha affermato che il Presidente del Consiglio le ha promesso che la norma sarebbe stata modificata e ripristinate le prerogative del Ministero.
Questa dichiarazione pareva che avesse posto fine alla polemica. Al senato la norma sarebbe stata modificata e il provvedimento sarebbe tornato alla Camera dei deputati così modificato.
Tutto tranquillo, dunque.
Ma non è proprio così, basta leggere l’intervista rilasciata da Roberto Calderoli al Corriere della Sera.
“Non mi sembra che ci siano i tempi tecnici e, credo, nemmeno la volontà politica di cambiare l’articolo 4 del decreto anticrisi come chiede il ministro Prestigiacomo”, afferma Calderoli.
Le sue parole sono inequivocabili, non ci sono le condizioni perché le ragioni della Ministra siano riconosciute. L’Ambiente passa la mano alle valutazioni dei Ministri Altero Matteoli e Claudio Scajola, cui di fato finiranno i poteri di autorizzazione in materia di energia.
Perché Calderoli caldeggi questa svolta?
Qui si complicano le cose. Calderoli vuole che le decisioni rimangano al Nord, sospettano i siciliani, e non solo. E questo significa che il caso Prestigiacomo non è più solo il caso Prestigiacomo, ma un episodio del complicato puzzle del partito meridionale. Si faccia o no, i parlamentari del sud si comporteranno come se ci fosse all’interno del Pdl. E quindi non possono lasciare passare lo scippo alla Prestigiacomo.
Ci sono tutte le condizioni, perciò, perché il braccio di ferro avveleni i rapporti nel governo.
Il Premier proprio qualche giorno fa si sarebbe lasciato andare ad uno sfogo, lamentando che nel gabinetto da lui presieduto si sono innestati antagonismi costanti ed una lotta senza quartiere per le deleghe.
Più che un problema nord/sud, dunque, si tratterebbe di una normale guerriglia interna al governo per contare di più.
Comunque sia, non sarà indolore questo passaggio parlamentare che prevede il voto al senato del decreto anticrisi.
Roberto Calderoli spiega al Corriere la sua posizione con la gravità del problema energetico. “Il problema non è l’articolo 4 - sostiene - In Italia l’energia ha un prezzo più che doppio rispetto al resto d’Europa”.
E le centrali nucleari, precisa, non c’entrano niente. “Stiamo parlando di 68 progetti con capitale privato per 22 miliardi di euro (che equivalgono a 180 mila posti di lavoro) che sono bloccati da tempo. La colpa è un terzo del ministero dell’Ambiente, un altro terzo di quello dei Beni Culturali e l’ultimo terzo delle amministrazioni territoriali”.
“Con questo decreto, aggiunge Calderoli, si sbloccano 6-7 di quei 22 miliardi. E viene prevista, prima di tutto, la costruzione di 6 elettrodotti: quelli che possono permettere il trasporto di energia da una parte all’altra per abbassare i costi”.
La costruzione di centrali nucleare non riguarda la norma dunque? “Semmai si spera di riuscire a chiuderne due altamente inquinanti. Una a carbone in Umbria e un’altra a olio in Sicilia che produce fosforo. Un vero disastro ambientale, altro che. Sono nove anni che tra Reggio Calabria e Messina c’è un cavo per il trasporto di energia che aspetta di essere costruito”.
Calderoli lascia sospettare altro, in verità. “La verità è che sotto c’è un scontro di interessi incredibili”.
Che significa? Che la Ministra Prestigiacomo difende il controllo di un settore così importante della vita nazionale perché non vuole farsi sfuggire il potere di decidere sul da farsi nelle scelte che contano?
Anche se così fosse, in verità non cambierebbe nulla. Il problema resta l’attribuzioni di prerogative finora spettato all’Ambiente, ad altri settori. Una modifica che, di fatto, marginalizza il controllo ambientale, non solo la Ministra.
Calderoli taglia corto e affida ad Alessandra Arachi del Corriere il suo avvertimento: «Le decisioni su questo decreto anti-crisi sono state tutte prese dal Consiglio dei ministri e, soprattutto, dal presidente Berlusconi. Quindi o si ha fiducia in Berlusconi. O non si ha».
Delle due l’una. O Berlusconi ha dato ragione a Calderoli o a Stefania Prestigiacomo.
E se l’avesse data ad entrambi?
Source: www.siciliainformazioni.com (http://www.siciliainformazioni.com/giornale/politica/59329/nordsud-governo-crisi-senato-caso-prestigiacomo-calderoli-fermo-cambia-nulla-cosa-succeder.htm) (26/07/2009) http://copycat.kodeware.net/16.png (http://copycat.kodeware.net)
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